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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1902)

La Regione Puglia vola in Olanda per partecipare con un proprio spazio espositivo alla 26a edizione del “METS-Marine Equipment Trade Show” fiera europea dedicata ad attrezzature, materiali, accessori, sistemi e servizi per il settore marittimo, in programma ad Amsterdam dal 19 al 21 novembre 2013. Forte della propria rilevanza internazionale e della sua eccezionale offerta, con circa 1.300 espositori in 15 padiglioni, il METS garantirà un’importante vetrina alle 12 imprese pugliesi presenti all’evento, offrendo importanti occasioni di incontri d’affari (B2B) in uno dei settori di punta del tacco d’Italia. In Puglia la nautica da diporto ha infatti un ruolo importante per l’economia del territorio sia per infrastrutture e parco nautico, che per tessuto produttivo. La regione, caratterizzata da 865 km di costa, dispone di 3 porti principali, 6 porti minori e 68 porti turistici, ha 11.500 posti barca nel 2013 e un parco nautico composto da 3.317 unità da diporto immatricolate, mentre le patenti nautiche sono 4.162. Sotto il profilo produttivo, sono 217 le aziende specializzate attive che impiegano oltre 1.300 lavoratori, mentre l’export nel 2012 ha superato i 2,84 milioni di Euro e ha visto i flussi di esportazione maggiore verso Argentina (1,6 milioni di euro), Stati Uniti (496 mila euro) e Turchia (166 mila euro). I dati economici relativi al primo semestre 2013, invece, indicano scambi già avvenuti per circa 1,9 milioni di euro. «Con il METS – ha dichiarato Loredana Capone, assessore regionale allo Sviluppo economico – prosegue la partecipazione delle aziende di settore pugliesi a eventi di rilevanza internazionale come il recente Festival de la Plaisance di Cannes. Questi momenti sono strategici per promuovere l’esperienza pugliese all’estero e far conoscere il nostro sistema nautico. L’obiettivo della Regione Puglia che accompagna le imprese a queste manifestazioni, è aprire dei canali commerciali a livello internazionale, stabilendo delle partnership economiche durature in un settore che, per la Puglia, ha un enorme potenziale di sviluppo». La partecipazione delle imprese pugliesi al “METS-Marine Equipment Trade Show”, rientra nel Programma di promozione dell’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali per il biennio 2013-2014, ed è curato dal Servizio Internazionalizzazione della Regione Puglia, con il supporto operativo dello Sprint Puglia (lo Sportello regionale per l’Internazionalizzazione delle imprese). Le imprese partecipanti sono: AS di Vito Labruna, Banks Sails srl, Cantiere Navale di Giovanni Danese, Corma Costruzioni meccaniche, Ilpa Adesivi, Leo Livio, Lux Montaggi di Cisotta Marco, Metal-sider, Naval Tecno Sud srl, Plasmapps, Thermowell di Renato Napoli, TR Inox.
Credo che nel Marchio di Qualità a denominazione d’origine Puglia ci sia una delle chiavi di volta dell’approccio alla crisi di sistema che sta coinvolgendo alcuni comparti delle produzioni agricole della nostra regione. Per tale motivo ho chiesto di intensificare l’attività del programma Agricoltura e Qualità su tutti i territori provinciali promuovendo incontri di maggiore informazione e coinvolgimento della base produttiva e delle associazioni di categoria e assicurando una assistenza quotidiana attraverso lo Sportello di informazione all’interno dell’Assessorato. Punta molto sul Marchio di Qualità Prodotti di Puglia, l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari della Regione, Fabrizio Nardoni, che nei giorni scorsi intervenendo ad una serie di incontri con agricoltori e organismi di rappresentanza (crisi uva da tavola – ndr) ha così commentato le sollecitazioni giunte sulla necessità di salvaguardare il made in Puglia. Il marchio è un riconoscimento di qualità ma anche di origine e filiera certificata nel nostro caso – spiega l’Assessore – per questo è indubbio che nell’attuale stato di crisi, oltre a riconoscere benefici anche in termini di sostegni economici nei prossimi bandi regionali, consente di arginare la concorrenza sleale di prodotti provenienti ad esempio da aree dell’Europa o dell’Africa che sul tema della qualità e della tutela della salute del consumatore non hanno lo stesso grado di attenzione dell’Italia e della Puglia in particolare. Una attenzione che a 360 gradi riguarda tutta la filiera agro-alimentare pugliese. Il marchio ci consente di commercializzare ciò che è pugliese al 100% - spiega l’Assessore – a cominciare dall’uva da tavola che oggi subisce il colpo ferale dell’uva che sui mercati nazionali si attesta su volumi e costi calibrati sull’importazione di prodotto proveniente anche dal Brasile. L’azione che intendiamo svolgere in questo senso è pertanto vocata ad una maggiore informazione del consumatore che deve poter scegliere al banco ciò che è veramente è produzione agricola locale e ciò che non rischia di creare danni alla salute. Così è intenso è il lavoro che si sta svolgendo in queste settimane anche sui disciplinari che regolano l’ingresso delle aziende nel novero del paniere di prodotti ammesso al Marchio. L’attenzione alla qualità merita rigorosi controlli che tendono a premiare proprio l’esperienza dei produttori pugliesi – commenta l’Assessore – dalle aziende agricole a quelle della pesca su cui lo scorso giovedì proprio all’Istituto Agronomico del Mediterraneo, nostro partner tecnico nel programma, abbiamo concluso l’iter per i disciplinari sulla pesca, la mitilicoltura e l’acquacoltura. Lo Sportello di Informazioni sul Marchio (Sportello Qualità – Assessorato Agricoltura - Lungomare Nazario Sauro, 45 – Bari) sarà aperto tutti i giorni feriali, dalle 9.00 alle 12.00. Info anche su www.agricolturaequalita.it
“L'accordo quadro tra la Regione Puglia e FederlegnoArredo sulla riqualificazione del distretto del mobile imbottito regionale, pur condivisibile nel merito, è sbagliato e scorretto nel metodo. Pensare di promuovere e favorire la riqualificazione del settore senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali di settore è un errore gravissimo e costituisce un precedente pericoloso”. A dichiararlo il segretario generale della Fillea-Cgill, Walter Schiavella, ed i segretari nazionali di Feneal-Uil e Filca-Cisl, Fabrizio Pascucci e Paolo Acciai. “Non più tardi di un mese fa – spiegano i tre sindacalisti – lo stesso Presidente Vendola ha sottoscritto un accordo importantissimo per salvare i lavoratori della Natuzzi, sottolineando la necessità della sinergia tra le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Speriamo che in poco tempo non abbia cambiato idea. Infine stigmatizziamo anche il comportamento di Federlegno – concludono Schiavella, Pascucci e Acciai – che appare ora all’improvviso dopo essere rimasta silente su tutta la vicenda Natuzzi”.
CGIL, CISL e UIL esprimono forte preoccupazione per le sorti occupazionali di lavoratori e lavoratrici operanti nell’indotto Vestas di Taranto, che risultano fuori dall’intesa sottoscritta al MISE che salvaguarderebbe soltanto il futuro lavorativo dei 120 dipendenti diretti. Considerate le soluzioni concordate, in ordine alla redistribuizione del personale negli stabilimenti Vestas Blades e Vestas Italia di Taranto, si chiede di individuare soluzioni mirate all’utilizzo del personale dell’appalto pulizie civili e industriali “6 unità” e mense “5 unità” negli stessi due stabilimenti. L’utilizzo di maggiore personale negli altri stabilimenti, senza dubbio, comporterebbe maggiori pulizie civili ed industriali. Inoltre si considera indispensabile il ripristino della mensa con il vecchio personale, considerato che i dipendenti Vestas di Taranto hanno sempre fruito del servizio ristoro. Restando in attesa di riscontro positivo, si chiede di essere convocati nel brevissimo tempo
L’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni ha incontrato questa mattina nelle sede dell’Assessorato i rappresentanti delle Associazioni professionali agricole per raccogliere suggerimenti e contributi in vista della predisposizione del piano degli interventi da attuare per contrastare l’infezione da "Xylella Fastidiosa" che sta interessando gli uliveti del Salento. “Ci stiamo cimentando con una esperienza inedita e drammatica che ci preoccupa non poco – ha detto Nardoni in relazione al disseccamento degli ulivi – che ci raccomanda di raccogliere ogni contributo utile ad arginare e a sconfiggere un fenomeno che mette a dura prova gli olivicoltori salentini. Conosco la sensibilità di tutte le organizzazioni professionali e la loro disponibilità. Hanno risposto al nostro appello con la solita sollecitudine offrendo la loro fattiva collaborazione alla predisposizione di un disciplinare di interventi che dovrà necessariamente vedere anche gli agricoltori prenderne parte attiva insieme con la Regione”. “Assumeremo, con il nostro Osservatorio Fitosanitario, - ha continuato Nardoni - il ruolo di coordinamento che ci viene sollecitato sia per rendere sempre più efficace la lotta all’infezione sia per scoraggiare eventuali interventi non in linea con le pratiche dettate dallo studio scientifico del fenomeno e dal monitoraggio che ormai da parecchie settimane stiamo conducendo nelle aree interessate”. “La mia presenza per fronteggiare questa crisi è costante – ha rimarcato Nardoni -. Il confronto con il Ministro e con tutta la struttura ministeriale è praticamente quotidiana. Puntiamo ad ottenere il riconoscimento di risorse importanti per una emergenza che non è solo pugliese, ma direi di potenziale minaccia europea e che quindi merita di essere affrontata con tutte le cautele e le risorse del caso. Devo dare atto della rilevanza che ha avuto l’azione politica del senatore Dario Stefàno nell’affiancare le nostre istanze. Siamo fortemente impegnati anche nel confronto con la Commissione Europea per scongiurare che vengano ordinate eventuali soluzioni radicali che penalizzerebbero ancora di più i nostri olivicoltori. Ma accanto al piano delle azioni da programmare c’è ne uno già in atto e che attualmente risulta essere l’unico gesto concreto in favore di quel comparto. Proviamo a dare risposte reali, sperando sempre che attorno alla delicata vicenda si smetta di fare strumentalizzazione o passerella – dice Nardoni – per questo nelle azioni da attuare abbiamo voluto interessare anche i Consorzi di Bonifica Arneo e Ugento Li Foggi per i quali la Giunta Regionale, con la deliberazione n° 2070 del 7 novembre scorso e nei limiti imposti dal Patto di stabilità, ha reperito due milioni di euro per lavori urgenti da effettuare a supporto della lotta contro la infestazione da "Xylella Fastidiosa”. Tra le azioni da attuare nell’immediato, l’Osservatorio Fitosanitario Regionale procederà alla precisa definizione dell’area infetta e delle aree tampone e al monitoraggio con l’aggiornamento in tempo reale dell’evoluzione della situazione.
Nel quadro dello sciopero nazionale unitario di quattro ore, proclamato per venerdì 15 novembre p.v. da Cgil, Cisl, Uil perché il Governo apporti consistenti modifiche al DDL di Stabilità 2014, le Segreterie confederali organizzeranno a Taranto un presidio territoriale di lavoratori e di pensionati con volantinaggio, in via Anfiteatro, presso la Prefettura, dalle ore 9.30 alle 12.00. I Segretari generali, Luigi D’Isabella (Cgil), Daniela Fumarola (Cisl), Giancarlo Turi (Uil) chiederanno di incontrare, nel corso della mattinata, il Prefetto Claudio Sammartino, per illustrare le ragioni della protesta e consegnare un documento unitario.
Inoltrata la richiesta di ripristino delle fermate dei treni Sud-est in frazione San Paolo-Martina Franca, da parte del Consigliere regionale Francesco Laddomada alla Direzione di esercizio e all’Amministratore unico delle Ferrovie Sud-Est S.p.A, nonché all’Assessore regionale Traporti e al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Tale iniziativa è stata sollecitata da gran parte della popolazione della Frazione di San Paolo di Martina Franca (TA). Il Consigliere sottolinea che “La Comunità di San Paolo lamenta i gravi disagi creati – anche ai ragazzi che frequentano le scuole di Crispiano e Martina – dalla soppressione delle fermate del treno nella stazione storica di San Paolo. Si verifica, purtroppo, che i treni da Taranto-Crispiano per Martina-Locorotondo-Alberobello-Noci-Putignano-Bari, non effettuano più la fermata di pochi secondi che permetteva agli utenti di San Paolo di raggiungere le citate località; località ove insistono ospedali e scuole, oltre centri di lavoro ove i cittadini della Comunità sanpaolina si recano.” “Si può immaginare - spiega Laddomada - cosa sta comportando alla Comunità la circostanza, per molti aspetti paradossale, dato che una fermata di pochi secondi non implica nessun aggravio di spesa, alla citata Comunità”. Si tratta dell’ennesimo richiamo all’Azienda, da parte del Consigliere Laddomada - anche in qualità di componente-segretario della V Commissione permanente regionale (Trasporti) - a difesa e garanzia di una migliore condizione di mobilità per i cittadini, per richiamare l’Azienda ai suoi doveri in qualità di concessionaria di un Servizio pubblico e per non incorrere, eventualmente, nella fattispecie legalmente rilevante delle interruzioni di Pubblico Servizio. Laddomada confida in un’attenta valutazione da parte dei Dirigenti Sud-Est e dell’Assessore regionale, affinché venga ripristinata la fermata dei treni nella Frazione di San Paolo.
E' legittima la richiesta proveniente da più parti (istituzioni, mondo agricolo, enti di ricerca) di approfondimenti e incontri specifici sul tema così preoccupante dell'infezione da batterio "Xylella Fastidiosa" che sta coinvolgendo migliaia di ulivi nel territorio del Salento, ma la delicatezza del tema, gli effetti che potrebbe generare sul sistema economico produttivo agricolo della Puglia presente e futuro, ci impongono rigore e prudenza anche sulle modalità di comunicazione e diffusione dei dati’. É quanto afferma l'Assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che annuncia a partire da oggi l'avvio di una comunicazione istituzionale che porrà in essere direttamente l'Assessorato in stretto contatto con il Comitato Nazionale Fitosanitario, l'Unione europea DG Salute Consumatori, e l'Osservatorio Fitosanitario Regionale, organo, quest'ultimo deputato all'attività di controllo e coordinamento. ‘Ho ritenuto necessario porre un argine all'emorragia di informazioni, a volte anche fuorvianti, sullo stato dell'arte e sulle azioni che si stanno mettendo in atto sia per l'eradicazione che per il contenimento dell'infezione - sottolinea Nardoni - Riservando all'Osservatorio e ad incontri periodici che terremo nella sede dell'Ufficio Provinciale Agricoltura di Lecce con tutte le parti coinvolte, la funzione di aggiornamento e informazione puntuale sul tema’. ‘É mia intenzione però - conclude l'assessore regionale - mantenere un costante contatto con le organizzazioni professionali agricole e il sistema delle cooperative per un confronto aperto e proficuo sulle azioni migliori da mettere in cantiere al fine di superare al meglio la situazione di attuale emergenzialitá’.
Piano ambientale Ilva: oltre settanta le richieste di modifica presentate da Legambiente Oltre settanta le Osservazioni al Piano ambientale Ilva prodotte da Legambiente in un documento di sedici pagine (la versione integrale è disponibile in allegato) articolato in cinque capitoli e redatto per l'associazione da Leo Corvace. Dopo alcune prescrizioni di carattere generale vengono fornite indicazioni dettagliate per quello che riguarda l'Aria (e, quindi, gli impianti Cokeria, Altiforni, Agglomerato, Acciaierie ed il Piano di controllo e monitoraggio ambientale), le Acque e gli Scarichi a mare, Rifiuti e Discariche, le Bonifiche e, infine, i Rischi di incidenti rilevanti. Legambiente ribadisce innanzitutto che, ad un anno dall'approvazione del provvedimento di riesame dell'AIA, si registrano ritardi spesso del tutto intollerabili nell'attuazione delle prescrizioni ivi contenute. La revisione dei loro tempi di esecuzione attribuisce al "piano ambientale" valenza di vera e propria sanatoria per quanto riguarda il comparto "aria". In termini generali l'associazione chiede l'adozione di prescrizioni volte a ridurre, drasticamente e nei tempi più celeri le concentrazioni dei vari inquinanti immessi nell'ambiente, adottando le nuove MTD (Migliori Tecnologie Disponibili) approvate dalla Commissione Europea nel febbraio 2012, le migliori tecnologie in assoluto e limiti di emissione molto più rigorosi rispetto a quelli previsti dalla legislazione nazionale e regionale; l'associazione chiede inoltre di dare attuazione alla legge regionale n. 21 sulla Valutazione del Danno Sanitario, nonché il ricorso all'innovazione tecnologica nel processo produttivo. Seguono poi i singoli Capitoli con richieste precise che entrano nel merito dell'intero Piano degli esperti. Per l'ARIA vengono formulate undici richieste: di particolare rilevanza l'incapsulamento degli impianti responsabili delle emissioni diffuse e fuggitive, l'adozione generalizzata di filtri a tessuto alle varie fonti di emissione, il monitoraggio in continuo presso gli impianti maggiormente inquinanti, la riduzione della capacità produttiva autorizzata, l'implementazione del sistema di video – sorveglianza, uno studio di fattibilità da presentare entro sei mesi circa l'adozione di tecnologie innovative e meno impattanti sul piano ambientale, l'emissione di fideiussione di importo adeguato a coprire futuri interventi di dismissione e bonifica. Entrando ancora più in dettaglio Legambiente si sofferma poi su alcuni elementi, a partire dai ritardi inaccettabili nella Copertura dei parchi primari e nella Chiusura dei nastri trasportatori e sul quadro poco chiaro e incerto degli interventi previsti per gli Altiforni 2 e 5, che sembrano dipendere più dall'andamento del mercato che dalle esigenze di tutela della salute pubblica, per arrivare poi alla necessità di adozione del sistema di spegnimento a secco del coke, più efficace in termini di riduzione delle emissioni, rispetto a quello ad umido, ed alle grosse perplessità sulla captazione e il convogliamento delle emissioni al raffreddatore per cui verrebbe meno la copertura completa dell'impianto e sui camini si andrebbero ad installare elettrofiltri che, rispetto ai filtri a tessuto precedentemente previsti, offrono minori garanzie. Per la Cokeria l'iindicazione di Legambiente va verso l'adozione di innovazioni tecnologiche nel processo produttivo che possano eliminare o notevolmente ridurre l'utilizzo di coke. In mancanza l'associazione richiede la chiusura di almeno quattro delle batterie dal maggior impatto ambientale e dalla minore efficienza tecnologica e la redazione di uno studio di fattibilità circa la possibilità di una ricostruzione della cokeria in una zona più distante dal centro abitato . In ogni caso Legambiente richiede l'adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni dai camini, di sistemi automatici di manutenzione e regolazione della tenuta delle porte dei forni a coke, di videocamere mirate al controllo delle emissioni. Per gli Altiforni le principali richieste sono l'adozione di filtri a tessuto in tutti gli altiforni, misura del resto obbligata per rispettare il limite di 10 mg/Nmc imposto nel riesame dell'AIA e la copertura dei canali di colata. Per l'Agglomerato Legambiente ribadisce l'importanza del campionamento in continuo delle emissioni di diossina dal camino E 312 e richiede che la misura venga adottata dal 1° gennaio 2014, mentre per le Acciaierie pone l'accento soprattutto sull' uso distorto delle torce, anomalia che va decisamente superata con le eventuali opportune modifiche di processo e/o adozione di adeguati sistemi di captazione. Il capitolo dedicato ad ACQUE E SCARICHI A MARE parte dalla constatazione che, allo stato attuale, il prelievo dei campioni per le analisi della qualità dei reflui avviene dopo la confluenza degli scarichi dei singoli impianti nei due canaloni e quindi dopo aver subìto una diluizione con le acque di raffreddamento. La prima richiesta di Legambiente è che i prelievi vengano effettuati a "piede" di ogni impianto e che i valori di concentrazione debbano essere rispettati non solo dai reflui scaricati a mare ma anche da quelli dei singoli impianti interessati (cokeria, altiforni, ecc) prima della loro miscelazione con le acque affluenti nei due canaloni. Per l'associazione non è assolutamente tollerabile che le concentrazioni riscontrate a piè di impianto e la presenza del selenio nelle acque di cokeria risultino ancora superiori alle indicazioni delle nuove Bref o delle BAT. Un altro punto rilevante è la richiesta di una razionalizzazione dell'utilizzo delle acque ad uso industriale. L'Ilva, per il raffreddamento dei suoi impianti e per necessità di processo, utilizza ingenti quantità di acque prelevate da varie fonti : Mar Piccolo in primo luogo. Di contro le acque reflue trattate dei depuratori Gennarini e Bellavista vengono scaricate a mare. L'AIA del 2011, recependo le indicazioni della Regione Puglia, ha prescritto all'azienda l'uso dei reflui depurati ed affinati provenienti dai depuratori Gennarini e Bellavista in luogo delle acque del Sinni attualmente impiegate per il suo processo produttivo. E' scandaloso come nonostante siano trascorsi 29 mesi dal rilascio dell'AIA, l'Ilva non si sia ancora adeguata a questa prescrizione e come il Governo non abbia agito d'autorità al riguardo. Si rileva come lo stabilimento di Piombino già utilizzi reflui depurati ed affinati nel proprio ciclo produttivo. Occorronno quindi l'adozione di sistemi di massimo riutilizzo delle stesse acque di raffreddamento e di processo dell'azienda ed il reimpiego a scopi industriali dei reflui depurati dagli impianti di Gennarini e Bellavista nel più breve tempo possibile e senza ulteriori rinvii. Per ciò che attiene RIFIUTI E DISCARICHE Legambiente ritiene che in nessun modo, per le nuove discariche, si debba derogare dalle procedure previste dalle leggi in materia e dai requisiti tecnici richiesti dalle BAT per la costruzione di impianti di smaltimento. In questo ambito occorre che l'azienda fornisca le fideiussioni previste, aspetto di recente oggetto di ulteriori provvedimenti giudiziari da parte della Procura di Taranto. Nel documento viene inoltre segnalato che il sistema di monitoraggio della falda sottostante le discariche in esercizio nell'area "Mater Gratiae" dell'Ilva risulta inadeguato e si chiede che siano posizionati dei piezometri a monte ed a valle dei tratti di falda interessati. Si chiede inolttre l'Ilva presenti un piano di recupero paesaggistico di tutto il fronte delle discariche dismesse o attualmente in esercizio con particolare attenzione all'area della gravina di Leucaspide nei decenni passati utilizzata come discarica senza gli accorgimenti attualmente imposti dalla normativa in vigore. In merito alle BONIFICHE Legambiente sottolinea come l'intera procedura sul SIN (Sito di Interesse Nazionale) d Taranto, pur essendo stata avviata da oltre un decennio, risente di gravi ritardi. Dal "piano ambientale" emerge come la caratterizzazione del suolo non abbia interessato le aree degli impianti e dei parchi minerali. Si ritiene grave che la conferenza nazionale dei servizi sul SIN non abbia ritenuto di dover prescrivere analisi anche in questo ambito. Legambiente richiede che tale provvedimento , anche a tutela della salute dei lavoratori, sia imposto nel "piano ambientale". Per dare impulso alle opere di bonifica è inoltre necessario stipulare un accordo di programma come già effettuato per altri territori Infine la DIRETTIVA "SEVESO" SUI RISCHI DI INCIDENTI RILEVANTI. Legambiente ritiene che Taranto debba rientrare, per la complessità del suo apparato industriale ed il rischio costituito dalle sua attività, tra le aree "ad elevata concentrazione di stabilimenti " con l'elaborazione, quindi, di un unico Piano di Emergenza Esterno (PEE) di area. Nelle more dell'assunzione di tale provvedimento, ritiene necessario che si debba coordinare ed integrare il PEE dell'ILVA con quelli dell'ENI e del porto per garantire maggiore sicurezza al territorio. In particolare ritiene che il PEE Ilva debba integrarsi con quello delle centrali termoelettriche CET/2 e CET/3. Da segnalare la riflessione sui fatti accaduti il 28 novembre scorso quando un tornado ha provocato una vittima e gravi danni al territorio. L'impatto prodotto dal suo passaggio per Legambiente deve portare ad un'analisi specifica per questo tipo di rischio. Per l'associazione, inoltre, è del tutto intollerabile che un'azienda di questa portata, anche in possesso delle certificazioni ambientali, possa operare sul territorio senza essere in perfetta regola con le normative vigenti in materia di rischio ed in particolare che sia ancora sprovvista del Certificato di Prevenzione Incendi. Vengono ritenuti infine inaccettabili i tempi concessi al gestore per l'espletamento della fase istruttoria necessaria al suo ottenimento (giugno 2016) e se ne richiede una drastica riduzione avendo già la stessa azienda usufruito di un lungo periodo per mettersi in regola.
Si é tenuto ieri a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico l'incontro relativo alla vertenza Vestas Nacelles che segue esattamente di un mese quello nel quale l'Azienda aveva confermato la indisponibilità a riaprire l'attività di produzione delle turbine eoliche nel sito di Taranto e conseguentemente l'esubero di 120 unità. Attraverso una proposta estremamente articolata, il gruppo Vestas ha offerto alle parti sociali innanzitutto un investimento di quasi dieci milioni di euro per lo sviluppo della produzione di pale V112 sull'altro stabilimento tarantino, VESTAS Blades, capace così di ricollocare in breve temine una trentina di unità, oltre alla possibilità nei prossimi mesi di una ricollocazione di alcuni lavoratori all'interno delle imprese del gruppo. Si ritiene particolarmente soddisfatto l'assessore al Lavoro della Regione Puglia , Leo Caroli se si pensa a come questa vertenza era cominciata e al rischio della assenza di qualsiasi apertura. L'ulteriore investimento su un prodotto tecnologico che si colloca nella fascia più alta del mercato deve essere letto come sicura testimonianza dell'interesse di Vestas a restare nella nostra Regione. Siamo tuttavia solo all'inizio di un percorso, che non potrà considerarsi concluso se non alla ricollocazione di tutti i 120 dipendenti". A tal fine, nella intesa sottoscritta al Ministero c'è un preciso impegno della Regione a supportare il percorso di riqualificazione dei lavoratori: "la Regione si é sin dal principio impegnata in tal senso - ha proseguito l'assessore -, e tale impegno riguarda tutti i lavoratori potenzialmente ricollocabili. A tal fine è pertanto necessario che in tempi strettissimi l'Azienda presenti unitamente al piano formativo il piano strategico che consenta a tutte le parti di valutare le prospettive dell'investimento cui oggi la stessa formalmente si è obbligata". La prospettiva é quella della revoca della procedura di mobilità e la conversione in cassa integrazione guadagni per cessazione di attività. Proseguiranno pertanto nei prossimi giorni gli approfondimenti tecnici necessari a mettere a punto gli aspetti connessi all'accordo.
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