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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1935)

Il progetto sarà presentato nella Prima Conferenza Regionale giovedì 25 settembre, alle ore 15,30, presso la LIBRERIA UBIK.
 
Retemicroimprese ha messo a punto un progetto dal titolo “Imprese, Professionisti e Cittadini Insieme” finalizzato a erogare una serie di servizi reali
alle aziende per ottimizzarne le performance e garantire una maggiore competitività. L’obiettivo è dunque quello di adottare le nuove tecnologie per un nuovo modo di fare impresa che consente di risparmiare tempi e soprattutto costi, ma si tratta anche di proporre un’innovazione di confronto in generale. È un progetto basato sul Cloud computing, la modalità che permette di distribuire, attraverso Internet, risorse informatiche, applicazioni software, storage, potenza di calcolo, nello stesso modo in cui viene distribuita l’ elettricità nelle case: data center lontani centinaia di chilometri
erogano potenza di calcolo e servizi on line. Le potenzialità della rete sono riversate in un computer a cui accedere per il proprio fabbisogno di informazioni senza dover essere obbligati ad acquistare interi pacchetti di applicazioni costosissime ed accessibili solo alle grandi aziende. Sulla piattaforma telematica di Rete ATHENA, le aziende, in una logica di rete, hanno l’opportunità di condividere tecnologie e competenze e quindi di sviluppare nuovi business congiunti, partnership strategiche o filiere consorziali.
I servizi erogati sono suddivisi in più aree che vanno dall’area organizzativo-gestionale all’intercettazione di fonti di finanziamento, dall’area marketing e commerciale alla consulenza legale e assicurativa, dal coaching personalizzato alla logistica, all’internazionalizzazione e alla formazione.
Con questo progetto, che, come detto sarà presentato in occasione della Prima Conferenza Regionale di Retemicroimprese, giovedì 25
settembre, alle ore 15,30, presso la Sala Conferenza della LIBRERIA UBIK a Taranto in Via Di Palma n.69, Retemicroimprese, l’Associazione nata dall’evoluzione di Assoartigiani Taranto e dislocata attualmente su 34 sedi nelle 6 province pugliesi, si propone di tracciare un percorso innovativo verso la crescita e lo sviluppo.
In questi ultimi anni sono saltati tutti gli equilibri che hanno caratterizzato gli assetti socio-economici fino alla scorso decennio. Si rende quindi necessario disegnare nuovi modelli che, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, consentano di superare i limiti del tempo e dello spazio, garantendo un costante ed immediato confronto di idee, soluzioni e progetti e la piattaforma della Rete ATHENA è un primo passo su questo cammino.
 
 
 

Sconcerto e stupore. Sono i sentimenti che Giovanni D'Arcangelo, Antonio Arcadio e Sergio Notorio, segretari generali rispettivamente di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl eUiltucs-Uil, hanno provato all'indomani della nota delle Rsu di Maricentro firmatarie dell'accordo che, piuttosto che riaprire la mensa, sancisce la reiterazione dei buoni-pasto per i dipendenti civili.

"Non riusciamo davvero a trovare altre parole - sottolineano D'Arcangelo, Arcadio e Notorio - per esprimere quello che si prova in questo momento. Come organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori, abbiamo passato un anno tormentato e pieno di incertezze, con 43 lavoratori dell’appalto mense della Marina militare sbattuti fuori dal ciclo produttivo a seguito della chiusura delle mense di Maricentro e Mariscuola".

Soltanto dopo "una estenuante trattativa" con il comando della Marina militare (rappresentata dall’ammiraglio Ugazzi e del Capo di stato maggiore, comandante Biggi), in questo ultimo anno, e con l’ausilio della Prefettura di Taranto, "sono state reperite con enorme difficoltà le risorse per la riapertura della mensa di Baricentro, che di fatto limiterebbe  gli esuberi derivanti dalla chiusura dei due siti. A pochi giorni dal traguardo, riteniamo assurda la presa di posizione di alcuni Rsu di Maricentro che contrappongono il buono pasto, diventato salario accessorio,  ad una testa, un cuore, un corpo, una famiglia, una storia che rappresenta il lavoratore in appalto presso la mensa. Peraltro, occorre sottolineare che i lavoratori della Difesa, hanno diritto alla mensa e che il buono pasto è stata una soluzione provvisoria, ricevuto solo all’atto della chiusura della mensa".

Per questo motivo i segretari di Filcams, Fisascat e Uiltuc ritengono che le Rsu di Maricentro, firmatarie del documento, "abbiano confuso la loro missione ricevuta dai lavoratori in interessi personali, sperando che si tratti solo di un abbaglio causato dal caldo di fine estate. Riteniamo - aggiungono D'Arcangelo, Arcadio e Notorio - che il valore aulico del sindacato debba essere quello di difendere i posti di lavoro di ogni origine. Per questo, noi continueremo a batterci affinchè vengano salvati i posti di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto".

Per cui, concludono i tre segretari, "chiediamo ufficialmente alle Rsu di ritirare la nota fatta emergere all’interno del Comando militare e come comunicato stampa. Chiediamo alle Rsu di abbandonare altri eventuali percorsi di boicottaggio nei confronti della prossima apertura della mensa e confidiamo nel senso civico e di grande senso di solidarietà dei dipendenti del comparto maricentro, atto a sminuire le inutili prese di posizione di alcune Rsu interne, partecipando positivamente alla riapertura della mensa".

 

Ginosa e Taranto per l’azione 1 (“Rimozione e smaltimento di rifiuti illecitamente abbandonati su aree pubbliche con prevalenza di manufatti in amianto”) e Martina Franca, San Giorgio e Crispiano per l’azione 2  (”Interventi di rimozione e smaltimento di manufatti in amianto presso aree Private”) sono questi i Comuni della provincia ionica che hanno ricevuto finanziamenti dalla Regione. Sulla prima azione hanno ricevuto contributi in totale 12 comuni per un importo complessivo di 636.881,70 che in aggiunta al cofinanziamento obbligatorio fanno un impegno complessivo di 1.027.464,80 di Euro. In particolare il comune di Ginosa, che si è classificato al terzo posto, ha ricevuto un finanziamento di 20mila euro che sommato ai 20mila euro di cofinanziamento fanno un totale di 40mila euro. Per il Comune di Taranto, classificatosi invece al sesto posto, al contributo di euro 42.712,80 vanno aggiunti i 30mila euro di cofinanziamento per un totale dell’intervento pari a 72,712,80 euro. Per quanto riguarda invece l’azione 2 sono 8 le istanze finanziate per un totale di 348.996,97 che sommate al cofinanziamento di euro 112.500,00 raggiungono l’importo complessivo di euro 461.466,97. Sono stati 8 i comuni finanziati e di questi ben tre sono del territorio tarantino. Al secondo posto rileviamo Martina Franca con un finanziamento di 50mila euro dalla Regione e un cofinanziamento di euro 15mila per un totale di euro 65.000,00. Al quinto posto registriamo il Comune di San Giorgio con un finanziamento di 25mila euro dalla Regione e un cofinanziamento di euro 7,5mila per un totale di euro 32.500,00. Infine il Comune di Crispiano che ha ricevuto un finanziamento di 23.966,77 euro dalla Regione e un cofinanziamento di euro 15mila per un totale di euro 38.966,77. Per l’azione 1 avevano presentato l’istanza anche altri 9 comuni dell’area ionica e cioè Massafra, Mottola, Lizzano, Sava, Manduria, San Marzano, Fragagnano, Torricella e Avetrana, mentre per l’azione 2 i Comuni che avevano proposto apposita richiesta sono stati solo 2 e cioè Castellaneta e Taranto. Poche briciole, ma importanti in quanto si mette mano alla annosa questione legata allo smaltimento dell’amianto il pericoloso e dannoso materiale per la salute dell’uomo. Sarebbe interessante che la Regione stanziasse altre somme per questo tipo di interventi, magari facendo scorrere queste graduatorie approvate con DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE SERVIZIO CICLO RIFIUTI E BONIFICA del 12 settembre 2014, n. 157, pubblicato sul BURP n. 130 del 18‐09‐2014.


Il Presidente del CSV Taranto, Carlo Martello, interviene su Festambiente, la manifestazione organizzata da Legambiente Taranto che si è tenuta nello scorso weekend in piazza Immacolata.

«Sono particolarmente soddisfatto del tenore dei dibattiti tenutisi a Festambiente – afferma Carlo Martello – che sono stati particolarmente propositivi e costruttivi, registrando anche il contributo di importanti relatori di livello nazionale: pur essendo solidale e comprendendo l’angoscia e il dolore di chi oggi a Taranto soffre la perdita di un congiunto morto di tumore, o per la malattia di un proprio caro o per l’assenza o la precarietà del lavoro, penso che la nostra comunità tutta debba saper trovare al proprio interno le energie per guardare al futuro e costruire una alternativa, e manifestazioni come Festambiente vanno in questa direzione».

 

Il Centro Servizi Volontariato di Taranto ha sostenuto Festambiente di Legambiente  Taranto nell'ambito dell’Invito 2014 per le “Proposte in collaborazione con il C.S.V.”, un bando emanato nell’estate scorsa per sostenere le iniziative delle organizzazioni di volontariato del territorio jonico.

Con l’Invito 2014, in particolare, il CSV Taranto ha inteso promuovere, oltre che il volontariato nel suo complesso, soprattutto quelle iniziative delle organizzazioni di volontariato in grado di interessare e coinvolgere l’intera comunità locale di riferimento e, inoltre, “mettere in rete” altre organizzazioni di volontariato e organismi del Terzo settore.

Le circa trenta richieste pervenute sono state valutate da una commissione, composta da membri del Consiglio Direttivo del CSV Taranto, di cui non ha fatto parte il presidente Carlo Martello, che ha selezionato nove proposte ammettendole al finanziamento nell’Invito 2014 che prevedeva la copertura diretta dei costi di ciascuna attività fino a un massimo di duemila euro.

Tra queste anche Festambiente di Legambiente che rispondeva in toto ai requisiti del bando. Oltre che momenti di intrattenimento, nell’arco di due giornate il programma di  Festambiente ha infatti proposto soprattutto diverse occasioni di aggregazione e confronto su temi di grande attualità e rilevanza per il presente e il futuro del territorio jonico, pubblici dibattiti in cui è stata coinvolta la comunità, anche a livello istituzionale regionale e locale.

Durante i due giorni, inoltre, nelle attività sono state coinvolte numerose associazioni di volontariato del territorio quali, oltre ai Circoli Legambiente di Massafra, Castellaneta, Palagiano e Martina Franca, l’Associazione CulturaleTerra delle Gravine, l’Oasi LIPU Gravina di Laterza, l’Associazione “I Portulani – I guardiani del Borgo antico" diPalagianello, il Gruppo Grotte di Grottaglie, l’Associazione Culturale “Terre Nostre" di Mottola, nonché numerose altre associazioni attive sul territorio, come la Jonian Dolphin Conservation, ed operatori culturali come il CREST.

Quanto approvato l'altro ieri dalla giunta comunale a proposito del progetto Tempa Rossa non convince Angelo Bonelli. Secondo il coportavoce nazionale dei Verdi e Consigliere comunale Verdi per Taranto respira, le prime dichiarazioni rilasciate dall'assessore all'ambiente Enzo Baio, che ha spiegato i contenuti della delibera della giunta, lasciano "fortemente perplessi" soprattutto per il fatto che la delibera approvata  invita il consiglio comunale, nell’ambito dell’approvazione del Piano regolatore portuale, "ad impedire la realizzazione delle opere connesse al progetto denominato «Tempa Rossa». La delibera - aggiunge Bonelli - farebbe qualche  cenno alla direttiva Seveso  e si soffermerebbe sui problemi ambientali. Il provvedimento della giunta Stefàno non direbbe altro  perché lascerebbe  al Consiglio comunale la decisione finale. Se quanto dichiarato dall'assessore Baio fosse confermato ci troveremmo di fronte ad un atto assolutamente inefficace, impugnabile e, per essere educato, approssimativo".
Quattro sarebbero, per Bonelli, i motivi che renderebbero impugnabile la delibera. "La legge urbanistica n.1150, e successive modifiche, - spiega Bonelli - assegna ai comuni attraverso il suo organo esecutivo, la giunta, la pianificazione urbanistica e quindi le varianti urbanistiche. In questo caso il sindaco Stefàno fa una delibera  di indirizzo e non una variante in cui invita il consiglio comunale a  modificare la variante del porto per dire no a Tempa Rossa. Perché - si chiede il consigliere comunale - la giunta del comune di Taranto non ha approvato direttamente la variante invece di una delibera di indirizzo?".
Inoltre, secondo il coportavoce nazionale dei Verdi e consigliere comunale, quando si approvano le varianti urbanistiche "queste devono essere accompagnate da elaborati tecnici, planimetrie che indichino la tipizzazione delle aree, i vincoli e una normativa allegata che  definirebbe lo stop alla realizzazione dei depositi di Tempa Rossa e del prolungamento de moli necessari. Di tutto ciò non mi pare ci sia traccia nella delibera della giunta come spiegata dall'assessore Baio.
Non solo, Bonelli punta il dito anche sul fatto che, a suo parere, la giunta del comune di Taranto "dimostra anche una sconcertante mpreparazione nel fare atti di questo genere. Purtroppo con il decreto Sblocca Italia, approvato dal governo 2 settimane fa, è stata introdotta una norma, l'art.38 comma 1-2-3, che dichiara che  le infrastrutture energetiche sono opere di interesse strategico nazionale, introducendo un'unica autorizzazione governativa la quale,laddove si rendesse necessario, autorizza anche le varianti urbanistiche necessarie. Cosa significa? Significa che il governo Renzi si sostituisce al comune di Taranto in materia urbanistica per la realizzazione del Tempa Rossa".
Invece, fa presente Bonelli, la procedura da seguire, insieme ad una corretta variante urbanistica del porto che dica no a Tempa Rossa, "è la procedura di variante urbanistica prevista dalla direttiva europea Seveso e recepita dalla  legislazione italiana in particolare con il DM 9 maggio 2001. E' la direttiva che parla del rischio di incidenti rilevanti per impianti presenti, variazioni di impianti esistenti e di quelli in previsione. La presenza di due serbatoi insieme alla raffineria e a tutte le altre attività ad alto rischio presenti sul territorio tarantino devono portare a dire e scrivere nelle planimetrie che non possono essere aggiunti altri rischi e inquinamento. Da tempo - ricorda Bonelli - chiedo al comune di avviare questa procedura. L'applicazione della direttiva Seveso da parte del comune di Taranto  neutralizzerebbe anche gli effetti del decreto Sblocca Italia, perché la legislazione italiana non può violare quanto previsto dalla direttiva europea e quindi il comune sarebbe tutelato dal punto di vista giuridico e di fronte a eventuali ricorsi Eni". 
Alla luce di queste considerazioni, quello che Bonelli non riersce ancora a capire sono "queste continue incertezze nel recepire la direttiva Seveso da parte del comune di Taranto. Perchè il comune di Taranto, in questi ultimi 10 anni, non ha mai recepito la direttiva Seveso come fatto da altri comuni in Italia, con problemi notevolmente minori di quelli di Taranto, come ad esempio il comune di Trofanello in Piemonte? Forse - è la risposta che si dà l'esponente dei Verdi - perchè avendo il comune dato parere favorevole al progetto Tempa Rossa sia in sede di Ctr (comitato tecnico regionale) e nel passato, teme  eventuali richieste di risarcimento danni da parte dei soggetti proponenti il progetto Tempa Rossa? Anche la giunta regionale della Puglia ha dato parere favorevole al progetto Tempa Rossa nonostante un parere negativo di Arpa Puglia che denuncia che, con i serbatoi che devono essere mantenuti ad una temperatura costante di 40°, vi sarebbe un'immissione di Ipa che - conclude Bonelli - si andrebbero a sommare già ad una situazione critica  dal punto di vista ambientale per Taranto la cui situazione è nota". 
 

"E’ il giorno più importante da quando sono assessore alle Risorse Agroalimentari della mia regione. E’ il giorno in cui l’agricoltura della mia terra accetta la sfida del futuro e lo fa con la forza di una condivisione unanime di associazioni di categoria, mondo della cooperazione e del sindacato. Il documento politico e quello di programmazione per i prossimi sette anni disegnano un PSR innovativo, audace, coraggioso. Una linea di intenti che sono certo avrà la forza di cambiare il passo della nostra agricoltura fino a renderla tra le migliori di tutta la nazione. Non siamo partiti da zero, anzi, va dato atto al mio predecessore Dario Stefàno di aver fatto compiere alla nostra agricoltura un grande salto di qualità. Basi che oggi costruiscono una mappa che saprà condurci verso obiettivi importanti e di pieno sviluppo".

Così l’assessore alle risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, nella conferenza stampa tenuta  in Fiera del Levante all’interno della sala work-shop del salone dell’Agroalimentare, alla presenza di Cia, Confagricoltura, Coldiretti, Copagri, Alleanza delle Cooperative, Uila-Uil e Flai-Cgil.

"Voglio ringraziare tutto il partenariato economico e sociale per il lavoro fatto in comune in tutti questi mesi – ha detto poi Gabriele Pagliardini, direttore d’area del Servizio rurale –. Lavoro che ci ha consentito di varare un Psr 2014-2020 all’avanguardia rispetto ad altre regioni non solo per la condivisione ma anche per le linee strategiche di intervento che saranno in grado di dare impulso al settore agro-alimentare pugliese".

Unanime il giudizio delle organizzazioni professionali, sindacali e datoriali del mondo dell’agricoltura pugliese che hanno espresso soddisfazione per il diretto coinvolgimento nella stesura del documento sul Psr 2014-2020. Un coinvolgimento che riconosce al partenariato un ruolo di rilievo anche nella fase attuativa del Psr.

Tutti hanno sottolineato l’importanza di un documento che attua una sintesi fondamentale che influirà positivamente sule criticità del sistema agricolo pugliese. In particolare è stato posto l’accento sull’efficacia degli interventi – nell’attuale stato di perdurante crisi economica- in relazione all’innovazione, ai livelli occupazionali soprattutto per le giovani generazioni, all’inclusione sociale, ai processi di aggregazione sia d’impresa sia di filiera.

"La concertazione – è stato ribadito dal partenariato -  ha permesso di avanzare proposte sul I e sul II pilastro che hanno posto un argine all’invadenza delle regioni del Nord, consentendo alla Puglia di mantenere un programma ambizioso capace di includere tutti gli ambiti attuativi.  Il PSR 2014-2020 non mancherà di incidere positivamente, in una fase di perdurante crisi, – hanno evidenziato i rappresentanti delle associazioni -  anche perché pone attenzione alla semplificazione burocratica e alla tutela e alle garanzie per gli agricoltori colpiti da calamità naturali".

“Dopo oltre due mesi dalla sottoscrizione dell’Accordo governativo del 3 luglio u.s., è stato finalmente pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro il Decreto Interministeriale n. 84376 relativo alla Cassa Integrazione in deroga per il settore pesca 2014- è quanto annunciano in una nota congiunta Paolo Frascella e Antonio Castellucci, segretari generali di Fai Cisl Puglia Basilicata il primo, di Fai Cisl Taranto Brindisi il secondo-

Il Decreto non solo permetterà l’avvio dell’iter procedurale per la presentazione delle domande di Cigs 2014 ma risolve in via prioritaria l’attesa questione riferita al pagamento delle domande presentate ed ancora non liquidate riferite all’annualità 2013.

La Fai Cisl - conclude la nota-ha già richiesto all’INPS l’invio alle proprie sedi periferiche la circolare di merito, propedeutica alla definizione sia dei pagamenti 2013 che per le domande 2014, ricevendo assicurazione che la stessa sarà diramata nei prossimi giorni.” 

 

Pubblichiamo di seguito un intergento del segretario della Cisl Taranto Brindisi Daniela Fumarola

 

 

 

Consideriamo intollerabile che persone in condizioni di particolare fragilità sociale continuino a vedersi precluse opportunità occupazionali, nonostante l’Accordo sottoscritto il 28 luglio u.s. tra le OO.SS. confederali e la Regione Puglia, denominato “Piano Straordinario per il Lavoro – Per un lavoro di cittadinanza” sostenuto da una dotazione finanziaria complessiva di 162 milioni di euro, oltre alle risorse rivenienti dal Fondo Nidi (Nuove Iniziative di Imprese).

Auspichiamo, perciò, che il recente confronto tenuto a Brindisi dall’Assessore regionale al Lavoro Leo Caroli, che riteniamo positivo, con OO.SS. e Sindaci del territorio, sia programmato anche a Taranto e per questo avanzeremo richiesta ufficiale nei prossimi giorni, al fine di sollecitare le disponibilità dei Sindaci del territorio ionico, così come manifestate dai primi cittadini dell’area adriatica presenti, mai sottovalutando che le risorse finanziarie disponibili non sono certo infinite.

Le misure previste del Piano, a nostro avviso, rispondono in primo luogo al rispetto dovuto alla dignità di coloro che, seppur percettori di un’indennità (C.i.g. a zero ore o in deroga) non riescono a realizzare i propri  progetti di vita.

Ecco perché è importante che tutti i soggetti coinvolti si impegnino a non creare aspettative che non siano in grado di mantenere, nella consapevolezza che le risorse finanziarie disponibili debbano essere spese nel miglior modo, debbano dare risposte alle necessità di impiego di lavoratori ma anche che attraverso i progetti stessi debba ottenersi il risultato di rendere più vivibili i territori interessati.   

Ciò sarà possibile attivando tavoli di intesa anche con il partenariato socio-economico locale ed operando nei settori di intervento previsti dai Piani Sociali di Zona, a conferma di quanto come Cisl Taranto Brindisi abbiamo sempre sostenuto, ovvero che il welfare locale può e deve diventare vettore di sviluppo e di occupazione aggiuntiva.

Auspichiamo, comunque, che tutte le Pubbliche Amministrazioni sappiano utilizzare al meglio anche altre risorse finanziarie previste dalla programmazione dei Fondi europei 2014-2020, con riferimento alle misure individuate per l’inclusione sociale e senza limitarsi alle azioni previste dal “Piano Straordinario per il Lavoro – Per un lavoro di cittadinanza”.

                                                                                             

                                                                                                          Daniela Fumarola

Forse è il caso che l'Ispra "ispezioni immediatamente l'area oggetto del disastro e prepari la richiesta di risarcimento di danno ambientale all'Ilva ai sensi del decreto legislativo152.  Ilva deve pagare il danno ambientale subito di questo danno fatto al mare dei tarantini e auspico che a questa richiesta si associ subito il sindaco di Taranto". Non perde tempo Angelo Bonelli. All'indomani dell'incidente che ha causato lo sversamento in mare di ingenti quantità di olio, il coportavoce nazionale dei Verdi e consigliere comunale torna alla carica con un pesante atto di accusa nei confronti di chi gestisce la grande fabbrica.

 "Lo sversamento di 60.000 litri di gasolio, ovvero oltre 50 tonnellate, in mare provenienti dallo stabilimento Ilva di Taranto è un fatto di una gravità inaudita. Il danno ambientale è ingente e quello che va assolutamente chiarito è la ragione per cui l'incidente, che ha portato allo sversamento, - sostiene Bonelli - è iniziato alle due di notte e solo verso le 8.30 del mattino del 18 di settembre sono state allertate le autorità. Per sei ore - aggiunge il coportavoce nazionale dei Verdi - lo sversamento a mare è avvenuto indisturbato. Sono solo 60.000 i litri che sono finiti in mare? Una cosa è certa: l'Ilva non può trovare nell'operaio addetto alle operazioni il capo espiatorio di quanto accaduto. In realtà questa vicenda evidenzia come ci sia una falla preoccupante nei sistemi di sicurezza e allarme dell'Ilva che non sono automatizzati e informatizzati. Quello che accade in questa città è semplicemente inaccettabile e i danni all'ambiente e alle persone sono incalcolabili. Ancora una volta dobbiamo assistere all'inquinamento del mare causato da benzina ,olio combutibile o petrolio - denuncia il leader dei Verdi -. I rischi che Taranto e il suo mare correrà con il progetto Tempa Rossa saranno triplicati considerato che aumenterà la presenza delle navi petroliere nel mar Grande. Perchè si vuole condannare questa città ad un futuro di veleni e inquinamento? Chiedo - conclude Bonelli - che sia fatta chiarezza e questo incidente conferma che nello stabilimento Ilva la situazione è ormai fuori controllo come dimostrano i gravi incidenti che si stanno susseguendo negli ultimi mesi nella fabbrica".  

 

 

Nuove contestazioni da Taranto per il premier Matteo Renzi. Una delegazione di lavoratori del Sistema camerale tarantino (Camera di commercio, Azienda speciale Subfor, CSA Consorzio Servizi Avanzati, Unioncamere Puglia e Società di sistema) ha partecipato sabato 13 settembre alla manifestazione di protesta svoltasi presso la Fiera del Levante a Bari contro la riforma delle Camere di commercio imposta dal Governo.

"Unendosi ai dipendenti delle altre Camere pugliesi - si legge nel documento dei dipendenti del sistema camerale tarantino - e portando un messaggio unitario sintetizzato in un documento, fra molte difficoltà consegnato al Presidente del Consiglio nel corso della inaugurazione della Fiera del Levante, anche i lavoratori tarantini hanno inteso ribadire la ferma opposizione ad un disegno di riordino che di fatto smantella il Sistema camerale italiano con gravissimi rischi per il già fragile tessuto imprenditoriale, per la tutela della legalità economica e per la promozione dei territori, nonché con certe e drammatiche ricadute occupazionali. Da mesi, ormai, va avanti, nella più assoluta indifferenza del Governo Renzi, una forma di protesta pacifica dei lavoratori camerali pubblici e privati, fortemente preoccupati innanzitutto per i tagli alle entrate delle Camere di commercio previsti dal D.L. 90/2014 (legge 114/2014), poi per i contenuti del Disegno di legge delega AS 1577,  attualmente in discussione nella I commissione Affari costituzionali in Senato, che, all'art.9, propone una incomprensibile riforma priva di vere ragioni economico – funzionali ed amministrative.In particolare, con riferimento al trasferimento del Registro delle imprese al Ministero dello Sviluppo economico, che si avvarrebbe di non ben definite amministrazioni a livello territoriale, perché togliere alle Camere di commercio un registro informatico e di gestione telematica della documentazione di indubbia efficacia, efficienza e con un alto grado di innovazione? Riforma che secondo Unioncamere comporterà un abbattimento del PIL nazionale e circa 2.500 esuberi nel Sistema camerale, cifra quest'ultima sottostimata secondo i lavoratori e che, a seguito dei tagli e delle novità eventualmente introdotte con il riordino, potrebbe essere addirittura superiore. In particolare, per l'area tarantina, già fortemente provata da un tasso di disoccupazione elevatissimo, ciò significherebbe l'ennesimo incremento nel numero delle persone disoccupate e, con ogni probabilità, anche considerata l'età media, non immediatamente occupabili".

I lavoratori della Camera di commercio di Taranto ricordano che "come già fatto con un documento trasmesso al premier, al ministro Madia e agli organi di informazione in estate e come ribadito insieme all'intero sistema camerale nazionale nelle manifestazioni nazionale del 23 luglio a Roma e regionale dello scorso sabato a Bari, i lavoratori della Camera di commercio di Taranto, dell'Azienda speciale Subfor, del CSA Consorzio Servizi Avanzati, dell'Unioncamere Puglia e delle Società di sistema chiedono nuovamente al Governo Renzi di interrompere una incomprensibile "congiura del silenzio" sull'argomento ed avviare un confronto diretto con loro e con le organizzazioni sindacali finalizzato ad analizzare gli elementi critici del D.L.90/2014 e del Ddl AS 1577 e a salvaguardare i livelli occupazionali".

Di seguito il testo integrale del documento consegnato a Matteo Renzi lo scorso 13 settembre.

CAMERE DI COMMERCIO:

VALORE AGGIUNTO PER L’ECONOMIA DEL PAESE

(NO ALLA DISMISSIONE DELLE COMPETENZE SI ALLA RIORGANIZZAZIONE)

 

Il progetto governativo di riorganizzazione delle Camere di commercio previsto dall’art. 9 del disegno di legge delega AS 1577 si sostanzia in una vera e propria rottamazione del Sistema camerale.

 

Il trasferimento del registro delle imprese al MISE e la soppressione del diritto annuale danno attuazione ad un percorso incomprensibile di smantellamento di un sistema di gestione telematica e digitale eccellente per efficienza ed innovazione.

 

La riforma così come proposta dal governo avrebbe una ricaduta sul sistema camerale in termini di servizi (impossibilità di erogare un qualsivoglia servizio) e sui livelli occupazionali (licenziamenti e mobilità) andando ad incidere negativamente su un sistema economico ed occupazionale che tutti gli indicatori danno già disastroso.

 

I dipendenti del sistema cameralecondividono la necessità di una riforma incisiva (con l’obiettivo di adeguare i servizi alle imprese ed ai territori di riferimento alle nuove sfide poste dalle straordinarie trasformazioni economiche che si sono manifestate negli ultimi anni), vogliono essere protagonisti del cambiamento e chiedono una riforma che rimoduli i compiti e le funzioni da svolgere.

 

Oggi il sistema delle imprese può disporre  di un ente:

  • vicino”, aperto e prossimo al territorio, fatto di persone e professionalità;
  • veloce”, con una media dei tempi di attesa migliore in assoluto rispetto alle altre Pubbliche Amministrazioni;
  • informato ed informatizzato”, dotato di un patrimonio di dati unico. Il Registro delle Imprese è l’archivio più completo ed aggiornato della realtà produttiva italiana, il cui funzionamento è preso come modello da adottare nel resto d’Europa. Inoltre, è strumento fondamentale per la tutela della legalità del sistema economico;
  • trasparente e virtuoso”, che non grava sulla spesa pubblica (anzi, contribuisce alle entrate statali cui versa quota dei suoi risparmi oltre agli oneri sociali e fiscali) e che si èadeguato alla normativa sulla trasparenza ed a quella sulla spending review, diversamente dalla gran parte delle Amministrazioni dello Stato;
  • che investe le risorse a favore della promozionedel territorio di competenza, ad esempio finanziando i Consorzi Fidi perché prestino garanzie alle imprese per l’accesso al credito, sostenendo l’internazionalizzazione, l’innovazione e l’aggregazione del tessuto produttivo e commerciale.

 

La vera riforma del sistema camerale deve prevedere losnellimento delle governance:

  • elezione diretta degli organi da parte delle imprese;
  • un numero limitato di consiglieri;
  • indennità di funzione (abolizione o drastica riduzione)
  • gratuità degli incarichi ricoperti in rappresentanza dell’ente.

 

I dipendenti del sistema camerale propongono che vengano ridefinite funzioni e compiti, che venga privilegiata una effettiva semplificazione amministrativa e vengano potenziate le attività di supporto, orientamento ed assistenza alle imprese (servizi specialistici).

 

La competenza e la professionalità dei dipendenti del sistema camerale devono essere utilizzate per un reale rilancio dell’economia (no alla rottamazione delle conoscenze).

 

CHIEDIAMO CHE VENGANO ASCOLTATE LE ISTANZE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DEL SISTEMA CAMERALE E CHE VENGA AVVIATO UN CONFRONTO DIRETTO CON I LAVORATORI E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI.

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