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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Si sono concluse le operazioni di spoglio per l’elezione delle nuove rappresentanze sindacali unitarie nello stabilimento Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di Taranto. La Uilm ha confermato il ruolo di primo sindacato, seguita dalla Fim Cisl, quindi da Usb e Fiom Cgil, ultimo l’Ugl. Su una platea elettorale di circa 8.100 dipendenti del sito di Taranto, ha votato circa il 70% della forza lavoro. Erano ammessi a votare iscritti e non.

   Il nuovo consiglio di fabbrica è composto da 23 rsu Uilm, 16 della Fim Cisl, 12 dell’Usb, 11 della Fiom Cgil e uno di Ugl. Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, “cambia il nome dell’ex Ilva, ieri ArcelorMittal oggi Acciaierie d’Italia, ma la Uilm rimane sempre il primo sindacato, nonostante le tante difficoltà e circa 2.500 lavoratori in cassa integrazione”.

   “Grazie a 2.577 voti totali, pari al 39% tra gli operai e 34,5% tra gli impiegati, la Uilm si è confermata la prima organizzazione - ha commentato Palombella - ringraziamo i lavoratori che ci danno fiducia da trenta anni, considerandoci il loro punto di riferimento”.

   “Abbiamo di fronte tanti problemi, a partire dal rinnovo della cassa integrazione per 2.500 lavoratori a Taranto per almeno un altro anno - ha concluso - noi la riteniamo inaccettabile e la rispediremo al mittente come abbiamo fatto lo scorso anno”. 

L’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, porto di Taranto, ha deciso oggi di assegnare l’area della piattaforma logistica dell’area portuale alla società Progetto Internazionale 39. La proposta di quest’ultima è stata ritenuta dalla commissione che ha effettuato il lavoro istruttorio - presiedeva Sergio Prete, presidente dell’Authority - “maggiormente idonea a proseguire l’iter istruttorio per il rilascio dell’autorizzazione unica Zes”, la Zona economica speciale.

    La comparazione è stata fatta tra due offerte arrivate: Progetto Internazionale 39 e Vestas. Entrambe le società erano in gara per l’intera area: 132.171 metri quadrati.

    Progetto Internazionale 39 si è impegnata a svolgere un’attività di servizio alle merci utilizzando l’intermodalità. Nello specifico, Progetto Internazionale 39 si occuperà di movimentazione e stoccaggio di merci e containers come è stato indicato nella richiesta iniziale.     L’altro concorrente, e cioè Vestas, aveva invece chiesto l’area per lo stoccaggio di quanto servirà alle pale eoliche. La valutazione della commissione, come spiega il verbale finale, è stata effettuata tenendo conto del programma delle attività economiche e/o degli investimenti di natura incrementale, con la specifica indicazione delle modalità di interconnessione con le attività che si svolgono in ambito portuale, nonchè del valore e durata dell’investimento e delle modalità di svolgimento dell’attività in area Zes.

     Inoltre, fra i criteri d’esame c’erano la sostenibilità ambientale, l’innovazione e la ricerca, l’impatto occupazionale previsto, lo sviluppo dei traffici portuali e il valore aggiunto atteso a seguito dell’investimento.

Un convegno che si è confermato interessante e ricco di spunti dettagliati, grazie alla qualificata platea di relatori e uditori allestita a Taranto dalla Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della provincia ionica.

Il confronto, divulgativo e formativo, si è tenuto lunedì scorso 27 febbraio nel salone dell’hotel Salina.

L’esigenza crescente di consulenze specifiche e capacità organizzative strutturate sono gli assi sui quali muove il ruolo del commercialista che diventa strategico lungo la direzione che unisce operativamente gli uffici del Commissario ZES, dell’Autorità Portuale e i rappresentanti delle imprese interessate ad investire sulle aree ZES del territorio ionico.

Il commercialista non è certo il mediatore tra gli interessi reciproci ma il tratto di unione di una filiera robusta e competente che nell’investimento e nelle possibilità che genera intravede il legittimo benessere degli attori (imprenditore, lavoratori, cittadini, ...) e mette in campo le azioni opportune per centrarlo.

Diversi gli spunti emersi, lunedì scorso al Salina, e i suggerimenti dei professionisti intervenuti: dalla necessità della partecipazione dei consulenti alle riunioni e ai tavoli tecnici, alla apertura di uno sportello all’interno della sede del Commissario Straordinario e dell’Autorità Portuale, affinché il Commercialista possa offrire una prima, fondamentale, consulenza di alto profilo alle imprese.

In attesa della firma del Dpcm, che dovrebbe ridefinire alcuni aspetti essenziali, e in seguito alla soppressione dell’Agenzia delle Coesioni, si è voluta così lanciare da Taranto la necessità della riperimetrazione delle aree ZES basata sulla caratterizzazione di ogni singola area. Ciò, per favorire filiere produttivenell’ambito imprescindibile dell’economia circolare degli scarti.

Una logistica da “ultimo miglio o km zero” esalterebbe la funzionalità dei collegamenti e dei trasporti all’interno di un’area ZES specifica e consentirebbe la pianificazione di collegamenti mercantili tra i porti e gli aeroporti di Taranto e i porti e gli aeroporti di Trieste e di Genova, di Bari e di Sorrento e Napoli.

Restano essenziali, sia chiaro, il collegamento ferroviario e quello autostradale dell’asse Sud per aumentare l’appeal del progetto locale generale.

Un’altra proposta scaturita dal convegno riguarda la durata almeno triennale delle agevolazioni fiscali importanti per l’attrazione degli investimenti produttivi nelle aree della ZES. Attualmente, salvo proroghe dell’ultimo minuto, sono previsti sino al 31 dicembre 2023 i benefici dei crediti fiscali. Poco, perché ogni Dottore Commercialista o Esperto Contabile, oggi, non può pianificare nel lungo termine un insediamento produttivo per le aziende che, giustamente, vorrebbero beneficiare delle misure di fiscalità di vantaggio.

Un periodo certo (almeno di 3 anni) consentirebbe invece la spalmatura di una strategia direzionale, l’eventuale acquisto del terreno, la costruzione del fabbricato, l’acquisizione degli impianti, dei macchinari e delle attrezzature, l’assunzione di forza lavoro e l’avvio dell’attività.

Non per ultima, la necessità di previsioni normative sospensive delle imposizioni fiscali sui tributi locali e regionali e delle contribuzioni per le nuove assunzioni.

 

In sostanza, è strategico e centrale il ruolo del commercialista con competenze specifiche e altamente qualificate, in quanto il suo apporto nelle vesti di consulente al fianco delle imprese è utile a far conoscere i molteplici vantaggi derivanti dall\'insediamento nelle aree ZES e ZFD.

Il convegno del Salina ha chiaramente evidenziato questi ed altri aspetti fondamentali dei quali il legislatore dovrebbe tener conto. I commercialisti jonici sono pronti, servono però procedure e criteri attuativi adeguati affinché le ZES si confermino motore di crescita territoriale.

Da tutti i punti di vista.

 Acciaierie d’Italia “con riferimento al sito di Taranto, è impegnata nella ricostruzione e nell’avvio dell’altoforno 5 con l’adozione delle migliori tecnologie ad oggi disponibili e intende operare per la predisposizione all’avvio anche di impianti utili a consentire l’utilizzo di tecnologie complementari al ciclo integrale quali quelle rappresentate dai forni elettrici”. Lo scrive AdI nella lettera di procedura con la quale oggi ha chiesto il rinnovo per un altro anno, da fine marzo, della cassa integrazione straordinaria per 3.000 addetti sui 10.041 in forza al gruppo al 30 gennaio scorso. Dei 3.000, 2.500 sono a Taranto. La lettera è stata inviata ai sindacati e ai ministeri del Lavoro e delle Imprese.

   Per AdI, “lo stato di attuazione degli investimenti in atto e programmati incide sulla produzione dello stabilimento di Taranto e sulle lavorazioni e commercializzazioni a valle, oltrechè sulla produzioni delle singole unità interessate”. Inoltre, spiega l’ex Ilva, “le attività funzionali al completamento degli investimenti ed i vincoli connessi alla realizzazione del piano ambientale, condizionano i livelli produttivi che si attesteranno e permarranno nel periodo di costruzione e messa in esercizio dei nuovi impianti e della ristrutturazione di quelli in essere, con riferimento al periodo di richiesta di proroga dell’ammortizzatore su volumi pari a circa 4.000.000 di tonnellate non sufficienti a garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dall’attuale struttura di costi”.

 

 Per AdI, “l’assetto organizzativo e produttivo previsto determina un grave e strutturale squilibrio dei fattori produttivi” per cui l’azienda “si è determinata ad avviare l’esame congiunto per la proroga della Cigs per riorganizzazione”. Per AdI, inoltre, l’alternativa alla cassa straordinaria, il contratto di solidarietà, “si presenta come non utilmente praticabile”. La lettera specifica poi gli investimenti fatti e da fare e circa il fatto che la cassa straordinaria per Taranto è stata chiesta, a differenza di tutti gli altri stabilimenti, sino a giugno prossimo e non sino a marzo 2024, AdI dichiara di riservarsi “l’avvio di procedura per la concessione di cigs in deroga in previsione dell’esaurimento delle residue 12 settimane di cigs dal 28/03/2023 al 19/06/2023”.

    Acciaierie d’Italia specifica anche le produzioni del 2022 per Taranto. Come acciaio solido, bramme, si è avuta una produzione di 3,471 mln di tonnellate contro i 4,053 del 2021. Nel 2022 c’é stata la stessa produzione del 2020, l’anno del Covid, 3,421 mln di tonnellate. La produzione di coils a caldo è stata infine di 2,849 mln di tonnellate nel 2022 contro i 3,811 mln del 2021. 

Continua l\\\'attività convegnistica della Fondazione dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di

Taranto. Il secondo appuntamento è fissato per lunedi 27 febbraio 2023.

All’Hotel Salina, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, illustri relatori si confronteranno su “ZES e ZFD Il ruolo strategico del commercialista”.

“Nel solco tracciato dall\\\'evento inaugurale dello scorso 20 gennaio si torna a parlare della centralità della nostra  attività professionale – afferma la presidente della Fondazione tarantina dott.ssa Laura Baccaro -  nel contesto economico di un\\\'area geografica, quella della provincia jonica, destinataria di incentivi a beneficio delle aziende che vi operano, rappresentati da strumenti e agevolazioni in regime derogatorio rispetto a quanto accade nel resto del territorio nazionale”.

Le Zone Economiche Speciali e le Zone Franche Doganali sono aree in cui tariffe, quote, dazi ed imposte, proprio perché diversi da quelli vigenti altrove, offrono un maggiore appeal agli investitori e costituiscono uno strumento  di accelerazione dello sviluppo economico. Se a ciò si aggiunge il fatto che i vantaggi non si esauriscono in meri incentivi automatici di natura fiscale, ma si estendono anche ad altre tipologie di agevolazioni, dall’assegnazione di aree o fabbricati alla creazione di iter procedurali ed amministrativi particolarmente favorevoli per gli investitori, anche di provenienza estera, sono di tutta evidenza le elevate possibilità di crescita industriale per il territorio interessato.

In questo contesto il ruolo del commercialista è centrale e strategico, in quanto il suo apporto nelle vesti di consulente al fianco delle imprese con competenze specifiche e altamente qualificate  può essere utile a far conoscere i molteplici vantaggi derivanti dall\\\'insediamento nelle aree ZES e ZFD.

L\\\'iniziativa che si terrà il prossimo 27 febbraio è volta ad informare adeguatamente i professionisti presenti sui nostri territori, nonché il tessuto imprenditoriale potenzialmente interessato a conoscere le opportunità offerte dalle aree ZES e ZFD.

Dopo l’introduzione del Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Taranto Francesco Vizzarro ed i saluti del Presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci e dell’on. Dario Iaia – della Commissione Ambiente, Territorio  e Lavori Pubblici, relazioneranno Floriana  Gallucci – Commissario Straordinario del Governo della Zes Jonica interregionale Puglia-Basilicata, Angelo Salemi – Consigliere dell’ODCEC di Palermo con delega sulle materie ZES, Sergio Prete – Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Jonio, Domenico De Crescenzo – Presidente A.C.C.S.E.A.  e vice presidente Fedespedi con delega al customs, Grazia D’Alonzo – Presidente Puglia Sviluppo, Paolo Iudici – progettista intervento polo logistico alimentare del freddo in area ZES Ionica, Paolo Piccinno – Project Manager ZES Jonica interregionale Puglia- Basilicata. Conclusioni a cura della  Presidente  della  Fondazione Dottori  Commercialisti ed Esperti Contabili di  Taranto Laura Baccaro.  Modererà i lavori la giornalista Gabriella Ressa.  

 È pari a 58.181.945,00 euro il progetto di investimento industriale presentato dalla società San Cataldo Container Terminal, emissione del gruppo turco Yilport, per il porto di Taranto e per il quale sono stati stabilite come agevolazioni concedibili, sotto forma di contributi a fondo perduto, 13.798.979,59 euro divisi tra 13.523.000,00 a valere sull’investimento e 275.979,59 come costi di gestione. La quota pubblica ammonta a 13.798.979,59 euro così divisi: il ministero delle Imprese con 12.717.139,59 euro e la Regione Puglia con euro. Finalità del progetto e ripartizione delle risorse sono stabilite nell’accordo tra Mimit, Invitalia e Regione Puglia. Lo strumento utilizzato è quello del contratto di sviluppo. La proposta iniziale della società SCCT, che prevedeva costi complessivi per 74.170.000,00 euro e una richiesta di agevolazioni pari a 15.520,000,00 euro, è stata successivamente rimodulata. Il contratto riguarda “l’efficientamento della capacità di produzione del porto”. Per la giunta regionale della Puglia, la cui delibera è stata pubblicata sul Burp, “il programma di sviluppo proposto è da considerarsi di particolare rilevanza strategica in relazione al contesto territoriale e al sistema produttivo interessato”. L’incremento occupazionale passerà dai 30 addetti ante piano ai 266 che si avranno a regime nel 2024.

 

 Il progetto di un nuovo insediamento Ferretti per la costruzione nell’area portuale di Taranto, ex yard Belleli, di uno stabilimento che produrrà scafi per gli yacht, è stato approvato questa mattina dall’adunanza della seconda sezione del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. L’approvazione è avvenuta all’unanimità per la parte dell’intervento pubblico. Il Consiglio superiore ha solo dettato alcune prescrizioni tecniche che ora saranno recepite in fase di progetto esecutivo.

    Hanno partecipato alla seduta Comune e Provincia di Taranto e Regione Puglia, quest’ultima rappresentata dal presidente Michele Emiliano, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa industriale sia ai fini ambientali che economici.

    Con l’insediamento nello yard ex Belleli, viene  riqualificata e messa in sicurezza un’area inquinata, mentre dal punto di vista produttivo sono attesi 200 nuovi posti di lavoro diretti  e un impulso alla cantieristica navale nell’area di Taranto. 

 

Dopo l’ok del Consiglio superiore, è attesa a brevissimo la conferenza dei servizi in sede ministeriale che chiuderà l’intero procedimento. Sabato pomeriggio, in vista dell’odierno Consiglio superiore, si era espresso favorevolmente e all’unanimità anche il Consiglio comunale di Taranto, convocato in seduta urgente.

    L’intervento pubblico consta di due macro blocchi. In particolare, si effettueranno il completamento della cinturazione del parancolato, una vera e propria barriera rispetto all’acqua di falda che è inquinata. Verrà poi aspirata l’acqua inquinata e sottoposta a trattamento di depurazione, dopodichè la piattaforma dello yard sarà riconfigurata e sottoposta ad un intervento di capping, copertura, comprese le fondazioni, in modo che il gruppo Ferretti possa poi procedere con la costruzione del nuovo sito industriale.

    L’investimento Ferretti mette insieme risorse pubbliche e private per un totale di di 204 milioni di euro. Quelle pubbliche, secondo dati dell’Authority, sono pari a circa 137 milioni divisi tra 45,5 del ministero delle Infrastrutture, 50 dell’Authority e 41 della Regione Puglia. Ferretti è previsto che investa in attivi materiali e ricerca circa 62,6 milioni.     In programma, la costruzione di edifici e capannoni per 65.500 metri quadrati coperti in un’area di 220.000 metri quadrati. 

 Il consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia, riunitosi sotto la presidenza di Franco Bernabé, ha approvato oggi il contratto di finanziamento con Invitalia. Lo apprende AGI da fonti vicine al dossier. Si tratta dei 680 milioni che dovrebbero consentire all’ex Ilva di far ripartire la produzione e saldare, almeno in parte, alcune importanti partite debitorie aperte tra costi dell’energia e imprese dell’indotto. Quest’ultime non sono pagate da diversi mesi, non hanno ordini di lavoro ed hanno fatto ricorso alla cassa integrazione. Invitalia, società del Mef, è partner di minoranza di AdI dove detiene il 38 per cento della società mentre ArcelorMittal è in maggioranza col 62. Invitalia, avendo già avuto l’ok dal Mef, è pronta ad erogare ad AdI i 680 mln consentendole così di alleviare il suo stato finanziario. Sui 680 milioni, fonti vicine al dossier precisano che non c’è mai stato un problema di tasso di interesse e Invitalia non ha mai preteso alcun interesse. 

 

L’unico dubbio, si osserva, era che che un finanziamento infruttifero fosse compatibile col decreto legge che parla di condizioni di mercato. E a proposito del decreto 2/2023 (misure urgenti per gli impianti strategici tra cui figura anche l’ex Ilva), concluse in commissione Industria del Senato le audizioni (ascoltati presidente e ad di AdI, sindaco di Taranto e presidente della Regione, sindacati, Federacciai, associazioni ambientaliste, Ordine dei medici, Arpa Puglia etc.) e scaduto il termine per presentare emendamenti e ordini del giorno, “da domani - dichiara ad AGI Salvo Pogliese, senatore di FdI e relatore del dl - comincerà in commissione l’esame della loro ammissibilità. Cominceremo a votare sui singoli articoli in questa settimana e contiamo anche di concludere il nostro lavoro”. Dopo la commissione, il decreto andrà in Aula per il voto, quindi passerà alla Camera per l’approvazione definitiva. La conversione in legge deve avvenire entro il 6 marzo. Punti delicati del dl, rileva Pogliese, rimangono lo scudo penale e le norme sul sequestro, la destinazione delle risorse e l’introduzione della Valutazione integrata ambientale e sanitaria per verificare la compatibilità tra i livelli produttivi prefissati e la produzione di acciaio.

Da domani è prevista la fermata generale per la manutenzione programmata della raffineria Eni di Taranto la cui durata prevista è di circa venti giorni. Lo annuncia l’Eni in una nota. “Durante tali operazioni - si precisa - saranno attivi i dispositivi di controllo e i sistemi di sicurezza, e potranno verificarsi temporanei fenomeni di visibilità delle torce, nonché possibili oscillazioni dei livelli emissivi ai camini di raffineria, come conseguenza delle normali procedure operative per tali fasi”. “Sono stati preventivamente informati gli enti competenti come previsto dal vigente protocollo operativo di comunicazione”, specifica l’Eni. 

Bcc San Marzano (Taranto), del gruppo Cassa Centrale, chiuso il bilancio con utile netto di 4,3 milioni di euro  (+14%) rispetto al 2021). Un risultato guidato principalmente dalle performance relative alla qualità del credito, commenta Bcc San Marzano che ha diffuso oggi un’anticipazione dei dati.  Le masse intermediate superano il miliardo di euro con la raccolta complessiva che segna un incremento del 5,6% attestandosi a 738 mln mentre gli impieghi che raggiungono quota 322 mln in linea con il 2021. Il patrimonio netto sale a 64 mln, +2% e il Cet 1 Ratio NPL si attesta a 28,46% in crescita del 9%. “L’incremento dell’utile registrato quest’anno  - ha dichiarato Emanuele Di Palma, presidente della Bcc - è anche frutto di un miglioramento della qualità del portafoglio crediti, che consente alla banca di continuare a reinvestire risorse nella crescita inclusiva e sostenibile della comunità di riferimento. Proseguiremo nella nostra opera di accompagnamento della ripresa economica”. 

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