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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1935)

I lAVORATORI TCT CHIEDONO CHE UNA LORO DELEGAZIONE POSSA PARTECIPARE AL TAVOLO ROMANO

 

 

Cronaca di una vertenza. E' quella che riguarda il Porto e i lavori della TCT che con lo slogan "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE" hanno presidiato l'azienda lanciando la loro protesta. Ora c'è la buona notizia: per il 30 ottobre prossimo è stato convocato il Tavolo interistituzionale a Roma.

"Mentre ci riunivamo per decidere le diverse azioni da seguire (ore 19 circa )- scrive in una nota il rappresentante dei lavoratori TCT Emanuele Valentini- in maniera ufficiosa e non ufficiale si apprende che, in data 30 10 2014 è stato convocato il così atteso tavolo romano.
Questo dimostra l'impegno del comitato e gli sforzi di tutti i lavoratori che ne fanno parte. Non si può dimenticare come è partita la vertenza T.c.t.- sottolinea Valentini- Il 22 settembre apprendevamo in maniera poco ortodossa del dirottamento di una nave oceanica diretta a Taranto. Nelle ore successive si veniva a conoscenza attraverso i mezzi di informazione di decisioni anomale da parte della T.c.t.; il  24 settembre c'è stato un incontro d'urgenza tra le parti e con il prefetto. In quella sede fu presa un'intesa di massima. Successivamente siamo intervenuti in vari convegni pubblici ribadendo sempre "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE " e ottenendo il 30 settembre,  in Consiglio comunale Taranto, il documento principe di tutta la vertenza, ovvero l'impegno di tutto il Consiglio comunale ad intraprendere le procedure per il cosiddetto Tavolo interistituzionale presso la la Presidenza del Consiglio. Tutto ciò nonostante le organizzazioni sindacali invitavano ancora una volta di restare calmi e sereni; gli stessi che oggi alla notizia esultano per un obiettivo da noi a nostro modo di vedere raggiunto. E comunque questo tavolo non basta adesso e non può bastare in futuro perché il punto davvero imprescindibile deve essere quello di capire le vere e concrete intenzioni da parte degli azionisti Hutchison ed Evergreen che controllano Tct. Quindi i festeggiamenti evidentemente per" IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE " sono da rimandare. Potremo festeggiare solo dopo aver appreso davvero tutti quale sarà nostro futuro occupazionale. Nel frattempo ringraziamo tutti coloro che hanno sposato e sostenuto la nostra vertenza . Inoltre chiediamo in maniera informale ed ufficiosa che,una nostra delegazione sia presente al tavolo Romano .Dopo 30 giorni di sacrifici potrebbe essere una sorta di riconoscimento di tutti gli sforzi fatti fin
ora. Rivolgiamo questo appello Questo appello a tutti gli attori di questa vertenza Tct ovvero : sindacati, . sindaco, Presidente Regione Puglia, Presidente della Autorità Portuale e Presidenza del Consiglio. Crediamo che la nostra sia una richiesta legittima... "

 

 

 

 

 Dall'amministrazione comunale arriva un nuovo "no" al progetto Tempa Rossa. Un niet che arriva a pochi giorni dal workshop che Total ha organizzato a Taranto per spiegare le ragioni del progetto e provare a fugare i dubbi sui pericoli di incidenti rilevanti e di nuoive emissioni inquinanti.

A ribadire la posizione di chiusura sono stati i componenti la commissione consiliare Ambiente e Attività produttive nel corso della seduta di martedì mattina. Incontrro al quale ha partecipato il presidente dell'Autorità portuale, Sergio Prete. E pur approvando il piano regolatore del porto, i consiglieri comunali hanno vietato categoricamente l'avvio dei lavori propedeutici proprio al progfetto Tempa Rossa. Unica voce fuori dal coro quella del consiglire comunale di Realtà Italia, Gianni Cataldino.

Adesso toccherà al Consiglio comunale ratificare questa nuova decisione.

Intanto a prendere posizione è il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso. “Il leader della Uil Angeletti ha ragione e conferma quanto sostengo da tempo: con la politica del ‘no’ a tutto, la Puglia e Taranto saranno il porto di partenza dei nuovi italiani emigrati”, dice Lospinuso. “Su Tempa Rossa –prosegue- il centrosinistra sta portando avanti il suo progetto, che ha come obiettivo quello di farci diventare tutti più poveri come decine di anni fa. Il segretario della Uil ha detto una cosa sacrosanta: tutti i più fervidi sostenitori dei ‘no’ pregiudiziali dovrebbero avere il buon gusto di offrire il loro posto di lavoro a coloro che, proprio a causa di questa ritrosia allo sviluppo, diventeranno disoccupati. La Giunta di Taranto, in questo dibattito ideologico e non concreto, ci sguazza tanto da aver approvato la delibera di adozione del piano regolatore portuale vietando tutte le opere relative al progetto Tempa Rossa che, sempre per il Comune, includerebbe l’allungamento del pontile di 350 metri. Fanno finta di non sapere, in altri termini, - sottolinea il consigliere regionale - che quest’opera è strategica per il porto e non è funzionale solo a Tempa Rossa. Infatti, i fondali sono bassissimi e l’allungamento del pontile rappresentava una soluzione per facilitare l’attracco di tutte le navi. Ma a Stefàno e al resto della politica di sinistra tutto questo non importa, presi come sono dal cavalcare l’onda della propaganda in vista delle primarie, rimangiandosi anche quanto stabilito in passato. Per questo, cedere il lavoro ad altri mi sembra un’ottima idea che rispetta la legge del contrappasso – conclude Lospinuso - e sarebbe utile far provare la morsa della disoccupazione a chi oggi gioca sulla pelle dei cittadini”.
 
 

Martedì, 21 Ottobre 2014 13:09

LAVORO - Tempa Rossa, Confindustria chiama la Provincia

Scritto da

Il dibattito sul progetto Tempa Rossa continua a tenere banco in città. Il recente workshop su Tempa, Rossa voluto e organizzato dalla joint venture formata da  Total, Shell e Mitsui Italia al fine di approfondire alcuni aspetti della questione ed allo stesso tempo aprire il dibattito alle realtà che si oppongono al progetto, ha avuto sicuramente il merito – al di là degli esiti effettivi della discussione – di affrontare una tematica molto delicata attraverso lo strumento del confronto pubblico e democratico.

Ma non basta perchè la questione coinvolge tutti trasversalmente, nessuno escluso. Come è avvenuto, invece, nel caso della Provincia di Taranto, estromessa dal dibattito in quanto in attesa dell'elezione del nuovo presidente e del Consiglio provinciale nonchè della Giunta. Cosa che è avvenuto solo di recente. Ecco perchè, allora, Confindustria ha reputato opportuno chiamare il presidente Martino Tamburrano in modo da coinvolgere fattivamente anche l'ente di via Anfiteatro.

Secondo Confindustria, infatti, quello del confronto pubblico e democratico è "l'unico metodo possibile per giungere ad una visione quanto più esaustiva e corretta di una questione che coinvolge trasversalmente istituzioni, associazioni, cittadini: un metodo da applicare anche in altre circostanze e comunque in tutti i casi in cui i pareri e le conseguenti decisioni non convergono e, salvo appunto confronti diretti, rimangono distanti e divergenti, con grande nocumento per la crescita del territorio, “inceppata” da nodi in perenne attesa di scioglimento. La questione, tuttavia, - aggiungono da via Dario Lupo - richiede ancora un'analisi che vada oltre i pur approfonditi interventi che hanno caratterizzato l'evento di qualche giorno fa. Mancano infatti ancora elementi essenziali affinchè le posizioni in campo, rimaste pressochè invariate e quindi radicalizzate nelle rispettive valutazioni, possano trovare punti di convergenza davvero utile al dibattito. Riteniamo pertanto auspicabile, e allo stesso tempo urgente, avviare al più presto un altro, e in qualche modo risolutivo, confronto fra le parti che possa far fronte alle perplessità che ancora non hanno trovato risposta".

Per questo Confindustria è convinta che sarebbe opportuno "un maggiore coinvolgimento delle istituzioni cittadine finora escluse, gioco forza, dal dibattito, come è nel caso della Provincia di Taranto, tornata sulla scena istituzionale, come è risaputo, dopo un anno e mezzo di vacatio amministrativa. E' pertanto auspicabile che dall'ente, le cui competenze vanno, fra le altre, dalla tutela ambientale al controllo delle emissioni atmosferiche, dallo sviluppo economico al mercato del lavoro, arrivino  conclude Confindustria - precisi segnali in ordine ad una visione prospettica del progetto: quali le ricadute, quali gli eventuali benefici sul territorio o, di contro, le valutazioni di segno negativo che l'amministrazione individua nella realizzazione di Tempa Rossa, le cui caratteristiche e peculiarità appaiono ad oggi maggiormente definite rispetto alle fasi preliminari dell'iter complessivo".

 

 

 

Un importante contributo di studio e proposta alla risoluzione dei problemi della città. Un fatto non scontato, in un territorio in cui le difficoltà sono più grandi e maggiormente avvertite dalla popolazione”. L'on. Michele Pelillo, parlamentare del PD, commenta con soddisfazione l'inaugurazione del Polo Scientifico Tecnologico Magna Grecia prevista per domani, martedì 21 alle ore 17, alla presenza del ministro Giannini.

Il potenziamento dell'offerta formativa a Taranto, testimoniato dall'inaugurazione del Polo Scientifico Tecnologico - aggiunge l'on. Pelillo - è un segnale positivo e di speranza per le future generazioni. Tutto questo rappresenta una piattaforma per incidere nel settore ambientale, con particolare attenzione ai problemi causati dall'inquinamento dell'aria, del suolo e delle acque. Nuove strumentazioni, idonee alla ricerca sui problemi ambientali, sono infatti previste nel progetto di potenziamento del Polo e le stesse sono messe a disposizione del territorio".

Per questo, conclude il parlamentare tarantino, oltre ad un grande esempio di eccellenza scientifica, il Polo Magna Grecia "rappresenta anche un ponte con l'imprenditoria e con la riqualificazione economica del territorio ionico, un “incubatore” che raccordi l'esperienza scientifico-tecnologica alle istanze del pubblico e del privato e sia costante riferimento per la ricerca”.

 

Mentre si rincorrono voci che parlano nuovamente che le prenotazioni per il porto di Taranto sono bloccate sia in entrata che in uscita e che la nave shuttle bus per il Pireo avrebbe un contratto in scadenza a ottobre, contrariamente all'accordo sottoscitto in Prefettura,  è sempre più netta la frattura tra le organizzazioni sindacali e i lavoratori della TCT. Questi ultimi, in una nota a firma di Emanuele Valentini, chiariscono la loro posizione.

"I lavoratori TCT con lo slogan "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE" - scrive la nota- si sono incontrati ai cancelli dell'azienda per mostrare il dissenso più totale nei confronti delle organizzazioni sindacali che hanno inviato un documento in cui deleggittimano ogni forma di protesta o manifestazione fino alla fine del mese di ottobre, nonostante 2 giorni fa  le richieste dei lavoratori iscritti e non erano ben altre.


"IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE " chiedeva infatti di continuare con il presidio,di sollecitare la convocazione a Roma del tavolo interistituzionale (di cui non si è avuto alcun riscontro).
Richieste queste- prosegue la nota- legittime  e non oltraggiose ed offensive nei confronti di nessun "attore" di questa vicenda,
Contrariamente a quanto scritto nel citato documento che le organizzazioni sindacali hanno inviato al Questore e al Prefetto di Taranto che, queste sì, riteniamo offensive nei nostri confronti.
Questo dimostra la divergenza che vi è tra noi lavoratori TCT e le organizzazioni sindacali che, al contrario, dovrebbero garantire il sacro santo diritto a manifestare così come sancito dalla costituzione italiana.
I lavoratori in CIG Straordinaria per tali motivi sono furiosi perché non soltanto l'azienda non dà la possibilità di lavorare a tutti ma devono anche fare i conti con le organizzazioni sindacali. che evidentemente non riescono a cogliere la drammaticità di perdere un posto di lavoro. Non si può non citare i tre dipendenti che hanno fatto un gesto forte e sicuramente folle ma questo è senza dubbio frutto della disperazione e del senso di abbandono.
Quindi è incredibile ,sconcertante e deludente che i sindacati non riescano a capire una situazione così difficile. I tre ragazzi hanno tutta la nostra solidarietà e tanto per intenderci le conseguenze di quel gesto potevano essere altre e quindi non vanno assolutamente condannati ma bensì capiti. Parliamo poi delle organizzazioni sindacali che hanno RSU scaduti ormai da diverso anni ma questo è un'altra storia al momento meno importante.
Nelle prossime ore noi del comitato "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE" presenteremo a sua Eccellenza Il Prefetto un documento con delle firme con le quali andremo a spiegare il  perché noi intendiamo continuare il Sit-in in permanente in  autorità portuale. Perché purtroppo dobbiamo leggittimarci prendendoci le nostre responsabilità. Noi lo faremo pacificamente così come avviene dal 24 settembre .
Nel frattempo chiediamo a tutti le istituzioni ai vari livelli di fare pressione perché anche se in questi giorni c'è stata una bella notizia ovvero la sentenza del TAR che  accelera i lavori la stessa non è determinante. Ora la questione davvero imprescindibile è quella di capire le vere intenzione degli azionisti Hutchison ed Evergreen che controllano TCT , quindi preghiamo e rinnoviamo il nostro invito al Comune,Regione,Provincia, Prefetto ed Autorità portuale affinché sollecitino fortemente al più presto questo tavolo romano all'attenzione della Presidenza del Consiglio dove tutti dovrebbero fare quadrato per capire realmente e concretamente il nostro futuro occupazionale.
Nel frattempo- conclude la nota- oggi voci ci dicono nuovamente che il booking per Taranto è stato ancora una volta bloccato;in buona sostanza le prenotazioni per il porto di Taranto non ci sono né in entrata ne in uscita. Altre voci ci dicono che la nave shuttle bus per il Pireo ha un contratto in scadenza a fine ottobre al contrario dell'accordo sottoscritto in Prefettura da parte di Tct  che garantiva i cosiddetti traffici locali.
Per tutti questi motivi "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE ".

La federazione di Taranto di Rifondazione Comunista interviene sulla vicenza Ilva con una nota che di seguito pubblichiamo

"L'infinita trattativa per l'acquisizione di Ilva sembra aver trovato nell'interessamento da parte di Arcelor Mittal il suo sbocco finale. Tuttavia la gestione del negoziato, condotto in gran segreto, e i comportamenti degli attori coinvolti ci spingono a non prevedere nulla di buono per il futuro. Nessuno ad oggi, governo compreso, ha espresso parole definitive in merito a risanamento ambientale, tutela della salute e salvaguardia dei posti di lavoro; quanto mai incerte appaiono inoltre le reali intenzioni di Mittal. Lo stesso comportamento del commissario Gnudi (espressione diretta del governo) ci pare assai ambiguo - e quasi ci porta a "rimpiangere" l'operato di Bondi. E' molto grave che il legale della gestione commissariale si sia associato alla richiesta di trasferimento a Potenza del processo “AMBIENTE SVENDUTO”, formulata dagli avvocati dei Riva. Al contempo, risultano infondate le recenti dichiarazioni del Commissario in merito al fatto che l'AIA sarebbe stata attuata al 75%. Dove sono le coperture dei parchi minerali? A che punto è il rifacimento delle cokerie? Lo sa Gnudi che senza queste opere l'Ilva continuerà a provocare malattie e morti? Di cosa si meraviglia dunque se la Commissione Europea, di fronte all'atteggiamento superficiale e irresponsabile del "suo" governo sul caso Ilva, ha deciso di proseguire nella procedura di infrazione contro l'Italia? La meraviglia dovrebbe essere dei cittadini italiani, che rischiano di pagare di tasca propria le sanzioni che la Commissione potrebbe comminare al nostro paese per la gestione sconsiderata di tutta questa vicenda! 

I comportamenti di Gnudi si pongono in preoccupante continuità con la gestione Riva, e nulla hanno a che vedere con il ruolo di garante che il Commissario sarebbe tenuto a svolgere. Ci sorprende quindi che egli sia ancora al suo posto: in un paese normale sarebbe già stato rimosso. 

D' altro canto, un campanello d'allarme per ciò che potrebbe succedere all'Ilva di Taranto ci giunge dalla AST di Terni e dalla Lucchini di Piombino. In entrambi i casi Renzi e i suoi, invece di svolgere un ruolo centrale nelle vertenze, preferiscono girarsi dall'altra parte, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di quelle realtà: se a Terni si tollera che la proprietà (la tedesca Thyssen Krupp) licenzi 537 lavoratori (un quinto del totale), a Piombino si continuano ad aspettare improbabili investitori, lasciando i lavoratori e tutta la comunità locale nella completa incertezza."

Tutto questo mentre nelle aule del Parlamento procede a colpi di fiducia, in maniera spedita e ai limiti dell'incostituzionalità, la legge delega sul JOBS ACT, il più grave attacco ai diritti dei lavoratori dal dopoguerra ad oggi.

Il Partito della Rifondazione Comunista ritiene che, a Taranto come a Terni e a Piombino, si possa salvare l'acciaio con un piano nazionale della siderurgia che preveda un intervento pubblico diretto e mirato alla salvaguardia dell' ambiente, dell' occupazione e delle produzioni, abbandonando l'atteggiamento di subalternità verso le multinazionali dell'acciaio.

Per questo e per rivendicare, allo stesso tempo, maggiori tutele sul lavoro, un grande piano per l'occupazione e reddito per tutte e tutti, il 21 ottobre sosterremo lo sciopero territoriale della Fiom e il 25 ottobre saremo a Roma in piazza con la CGIL.

"Lsu: mancano ancora i decreti necessari per stabilizzare i lavoratori, si colmi presto questo ritardo”. La denuncia del senatore Dario Stefàno (Sel) in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio e ai Ministri all’Economia e al Lavoro con cui sollecita il governo alla disposizione dei decreti per l'assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili. 

 

“La vicenda dei lavoratori che operano nelle amministrazioni locali – spiega Stefàno - sembrava essere giunta a un punto di svolta con l'approvazione della legge di stabilità dello scorso anno. Ad oggi però non si è ancora dato seguito a quella determinazione, non essendo stati emanati i necessari decreti per stabilizzare il personale".


"Una situazione già piuttosto critica a cui si aggiungono ulteriori preoccupanti elementi di disagio - continua Stefàno- come quello che si è verificato nei giorni scorsi a Lecce con lo sciopero dei lavoratori a causa della comunicazione della Provincia di Lecce della sospensione di tutte le attività, per la mancata firma del decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali necessaria alla prosecuzione del servizio.  Sono persone che ormai da anni subentrano, come in un vero e proprio turn over, alle mansioni proprie delle amministrazioni pubbliche. Gli stessi amministratori locali soffrono per la mancata soluzione rispetto a un problema che riguarda i loro collaboratori”.

 


“Chiedo pertanto – conclude Stefàno - di non rinviare ulteriormente una determinazione che presenta tutti i caratteri di giustizia sociale e che, in caso contrario, non farà altro che accrescere l’allarmismo e il frustrante senso di disinteresse dell'Amministrazione centrale nei loro confronti".

“Emiliano non sa di cosa parla e su Tempa Rossa lo fa a sproposito, senza responsabilità, senza cognizione di causa, offendendo l’intelligenza dei cittadini di Tarantini.”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
“Tanto per cominciare - prosegue - la diossina non c’entra nulla con Tempa Rossa, che svilupperebbe emissioni di altre sostanze. Qualcuno del Pd dovrebbe informare meglio il magistrato quando deve cimentarsi in dichiarazioni così delicate. Quanto alla compensazione, che evidentemente Emiliano non conosce, si tratta di un intervento riportato nel parere della Commissione tecnica di verifica di impatto ambientale (nella seduta plenaria del 21 giugno 2011) e nell’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente in fase di autorizzazione del progetto, con decreto di Compatibilità ambientale VIA/VAS del 27 ottobre 2011. Per Tempa Rossa, in particolare, per compensare totalmente l’incremento di emissioni, l’Eni ha previstro di migliorare ulteriormente i sistemi di recupero dei vapori, utilizzando la combinazione di due delle più moderne tecnologie disponibili sul mercato ed utilizzate per il controllo dei vapori, consentendo di ottenere elevata efficienza e, quindi, il pieno rispetto delle prescrizioni VIA".
Inoltre, fa presente Lospinuso, nella VIA/VAS non vengono esaminate "le attività di pre-trattamento del greggio, ma solo quelle di stoccaggio e movimentazione, proprio perché non sono comprese nel progetto di Taranto. Poi, al segretario del Pd va ricordato che non si può essere forza di lotta e di governo contemporaneamente: Comune e Provincia di Taranto e la Regione, tutte governate dalla sinistra, hanno espresso pareri favorevoli al progetto di investimenti Eni sulla raffineria. Il 26 maggio 2011, infatti, si tenne un incontro presso l’assessorato regionale all’Ambiente e sia il Comune che la Provincia di Taranto espressero parere favorevole all’opera. Lo stesso Cervellera (consigliere regionale di Sel, ndr), che oggi si scatena presentando ordini del giorno in Consiglio regionale, adottò, in qualità di vicesindaco di Taranto, l’intesa con l’autorità portuale sul piano del porto in cui era compreso anche l’investimento su Tempa Rossa. Diventa inspiegabile, alla luce di questo, la volontà di quella stessa sinistra di approvare la variante al Piano portuale che mettere a rischio tutti gli investimenti per lo sviluppo del porto. Oggi non possono parlare come dei verginelli".
Insomma, per il consigliere regionale di Forza Italia, ancor più grave "è fare dichiarazioni pesanti con cui si decreta la morte di Taranto senza informarsi a dovere. Forse Emiliano non considera l’emergenza occupazionale che si scatenerebbe, non conoscendo il nostro territorio. Tempa Rossa produrrebbe circa 300 posti di lavoro, più uno stimolo a tutto il comparto industriale ed eviterebbe la possibile chiusura della raffineria con la perdita di 1000 posti di lavoro. Come dovrebbero andare avanti le famiglie, secondo il segretario Pd, se dovessero chiudere le imprese dell’indotto anche alla luce della crisi dell’Ilva? Se è questo il modo con cui Emiliano si propone alla Puglia, per un governo all’insegna dell’approssimazione e del qualunquismo con cui distruggere ogni prospettiva occupazionale, allora abbiamo ancora di più il dovere di lottare per vincere. Evidentemente - conclude Lospinuso -  le primarie, come ha rilevato anche l’assessore Nicastro, hanno generato il dibattito pretestuoso, ma il territorio non merita di essere strumentalizzato per le smanie elettorali del centrosinistra”. 

"La decisione della commissione europea di depositare un parere motivato e di continuare nella procedura d'infrazione contro il governo italiano,perché non avrebbe fatto abbastanza per garantire gli impegni sull'Ilva e' una secca sconfessione dell'operato del commissario Gnudi, che proprio ieri aveva parlato dell'attuazione del 75% delle prescrizioni ambientali nello stabilimento siderurgico di Taranto  e del ministro dell'Ambiente Galletti." E' quanto dichiara il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli commentando la notizie circa il proseguimento della procedura d'infrazione su Ilva.
Come si ricorderà, nei giorni scorsi il commissario Gnudi aveva dichiarato che  il 75% delle prescrizioni ambientali sono state attuate nello stabilimento siderurgico di Taranto. Affermazioni che il coportavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, aveva bollato come "surreali e scandalose" perchè questo avrebbe significato "che sarebbero stati investiti, approssimativamente, 1,35 miliardi di euro sino ad oggi . Ma sappiamo, analizzando i report e i bilanci, delle difficoltà economiche dell'azienda che è dovuta ricorrere ad un prestito ponte di 250 milioni di euro chiesto alle banche e garantito dallo stato per pagare gli stipendi. Le affermazioni di Gnudi - prosegue Bonelli - sono così surreali e scandalose se pensiamo che il 9 giugno del 2014, solo 4 mesi fa,  l'ex sub commissario Ronchi, presentando i dati sull'attuazione delle misure ambientali,  indicava in 1,8 miliardi di euro i costi per l'attuazione delle prescrizioni ambientali  e in 600 milioni quelle per la sicurezza sul lavoro. A ciò si devono aggiungere le somme per gli investimenti tecnici che sono pari a 1,75 miliardi di euro. Totale 4,1 miliardi di euro. L'Ilva nel giugno del 2014 ha dovuto sospendere gli ordinativi fatti alla Siemens dei quattro filtri a manica per l'agglomerato perchè non c'erano risorse economiche  , circa 60 milioni di euro, per acquistarli".
Ragion per cui, Bonelli si dice pronto "a non far cadere nel vuoto le dichiarazioni di Gnudi e ritengo urgente che la procura di Taranto debba occuparsi dell'attuazione delle prescrizioni nello stabilimento Ilva di Taranto. Per questa ragione presenterò un esposto in procura affinché si verifichi con estrema urgenza la corrispondenza delle dichiarazioni del commissario Gnudi con la reale situazione delle prescrizioni adottate all'Ilva di Taranto.  Sfido, comunque, il commissario Gnudi - conclude Bonelli - a consentire ad una delegazione di consiglieri comunali di Taranto ad entrare nello stabilimento e di verificare l'attuazione delle prescrizioni". 

Due imprese della provincia di Taranto, con il supporto della Camera di commercio, parteciperanno alla 50° edizione di Sial, in programma a Parigi dal 19 al 23 ottobre 2014. Le realtà produttive che prenderanno parte alla più importante rassegna mondiale dell’agroalimentare, sono la Società Cooperativa Agricola Bosco di Avetrana e la Latentia Winery spa di Laterza. Una partecipazione rappresentativa dell’intera provincia ionica, da est a ovest, e che porta alla ribalta alcune eccellenze nei settori del vino e dell’olio extravergine d’oliva.

La partecipazione al Sial di Parigi rientra tra le iniziative del progetto Siaft (South Italy Agri Food Tourism) che ha creato un positivo modello di collaborazione fra Camere di commercio e reti estere. L’obiettivo è offrire alle piccole realtà imprenditoriali dell’agroalimentare e del turismo, la possibilità di affacciarsi sui mercati esteri per avviare e consolidare utili processi di internazionalizzazione. Siaft è supportato da Unioncamere e vede collaborare in stretta sinergia 16 realtà camerali: Chieti, Cosenza, Crotone, Frosinone, L’Aquila, Latina, Lecce, Matera(soggetto capofila), Napoli, Pescara, Rieti, Siracusa, Taranto, Teramo, Unioncamere Molisee Viterbo. L’iniziativa, giunta alle battute finali, prevede l’organizzazione di missioni di incoming, la realizzazione di b2b telematici, la partecipazione a fiere internazionali di settore.

Sial è una delle maggiori vetrine del food a livello internazionale con oltre 150mila visitatori, 6300 espositori provenienti da 150 paesi, 1700 prodotti innovativi in rassegna, 250 occasioni di incontro e dibattito. Quest’anno la rassegna celebra la cinquantesima edizione, un traguardo importante che coniuga una tradizione ormai consolidata con la capacità di innovare guardando a nuovi prodotti, tecniche di produzione e di consumo. Tra gli eventi in programma di particolare importanza è la serata finale durante la quale si cimenteranno cinquanta grandi cheff. Gli espositori avranno la possibilità di organizzare negli stand momenti di degustazione. Un’occasione in più per le due imprese tarantine presenti a Parigi.

E’ importante afferma il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli sostenere il settore dell’agroindustria attraverso la partecipazione ad eventi di respiro internazionale come il Sial di Parigi. La qualità delle produzioni è indiscussa ma è necessario promuovere le nostre eccellenze sui mercati nazionali ed esteri affinchè possano sviluppare i processi di internazionalizzazione. In questo senso Siaft, giunto alla V edizione, si è rivelato uno strumento realmente efficace. Il food, l’agroindustria, il turismo, per la Camera di commercio di Taranto sono i binari lungo i quali vanno transitate nuove forme di sviluppo diffuso, con azioni che devono partire dalle reali vocazioni territoriali”.

Secondo Nicola Spagnuolo, presidente dell’Azienda Speciale Subfor, “la promozione gioca un ruolo importante nella competizione sui mercati. Non bisogna indietreggiare nonostante il periodo di crisi e di contenimento della spesa pubblica. Le imprese devono cogliere le occasioni di rilievo come il Sial di Parigi e bene hanno fatto due nostre aziende, selezionate fra le molte richiedenti in virtù di specifici requisiti, a partecipare ad una vetrina che saprà ripagare i loro sforzi in termini di visibilità e contatti con operatori nazionali ed internazionali”.

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