
Economia, Lavoro & Industria (1787)
TARANTO - Legambiente e Camera di Commercio insieme per dare vita ad una Scuola di Impresa Sociale
Scritto da Giornalista1LEGAMBIENTE E CAMERA DI COMMERCIO
SCUOLA DI IMPRESA SOCIALE
A scuola di impresa sociale. Un’occasione rara per il territorio ionico, rivolta ai giovani in cerca di opportunità di lavoro innovative. Una settimana di formazione intensiva per sviluppare idee imprenditoriali vincenti, legate alla sostenibilità ambientale, allo sviluppo del turismo, alla riscoperta delle tradizioni e della cultura locale.
Il laboratorio “Imparare ad intraprendere - La nostra economia: innovazione ed impresa sociale” è organizzato da Legambiente e Camera di commercio di Taranto. Si svolgerà nella Cittadella delle imprese, tutti i giorni, dall’8 al 13 settembre prossimi, attraverso lezioni teorico-pratiche.
L’iniziativa è rivolta ai giovani tra i 18 ed i 35 anni che impareranno a fare impresa, elaborando nuove idee e sviluppandole assieme ad un gruppo di esperti. I nuovi stili di vita e di consumo, gli emergenti bisogni sociali, offrono opportunità di lavoro innovative, accessibili ai giovani che vogliono intraprendere e rendersi protagonisti del proprio progetto di vita e di lavoro con attività volte a migliorare l’ambiente, a sviluppare cultura ed innovazione sociale, a valorizzare le risorse del territorio.
Le buone pratiche imprenditoriali nell’economia sociale e partecipata e le attività concrete per verificare le idee da tradurre in progetto saranno gli aspetti principali attorno a cui ruoteranno le lezioni.
Il metodo di lavoro della sei giorni sarà teorico e pratico e sarà articolato in due sezioni. La prima è quella dell’approfondimento, con incontri seminariali tenuti da esperti economisti e formatori, che offriranno la loro esperienza attraverso testimonianze e discussioni a tema. L’altra prevede lo svolgimento di laboratori con la presenza di facilitatori, a cui sarà affidato il compito di stimolare le idee, verificarne la concretezza, selezionarle, per poi tradurle in progetti vincenti.
Il workshop si svolgerà dall’ 8 al 12 settembre, di mattina e di pomeriggio, presso la Camera di commercio. Il 13 settembre i partecipanti si trasferiranno in piazza Immacolata, dalle 9.30 alle 13.00, per lo svolgimento di un laboratorio tenuto da artisti digitali.
La partecipazione al laboratorio è gratuita, venti i posti disponibili ai quali si accederà attraverso una selezione. I requisiti richiesti sono età compresa tra i 18 ed i 35 anni e il conseguimento del diploma di scuola secondaria.
Per presentare la propria candidatura occorre scaricare apposita domanda dal sito www.legambientetaranto.ited inviarla all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Con la domanda di candidatura, debitamente compilata, in cui occorre inserire le motivazioni di partecipazione e l’idea progettuale che si vorrebbe sviluppare, sarà necessario inviare copia del proprio curriculum vitae, in formato europeo, datato e sottoscritto e copia di un documento di riconoscimento in corso di validità.
La richiesta va inviata entro, e non oltre, il 25 agosto prossimo. Seguirà colloquio motivazionale.
Lospinuso: “Indotto Ilva come raffineria Eni, Renzi intervenga per salvare industria e lavoro
Scritto da Giornalista1
“Renzi sostiene che l’Ilva sia questione nazionale. Ha ragione, ma alle parole devono seguire i fatti e l'Ilva non è l’unica grande vertenza che incombe su Taranto”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
“Domani – prosegue - si terrà la manifestazione per la raffineria, che dà lavoro a circa 500 persone dirette e altrettante indirette a cui sono vicino ed esprimo la mia solidarietà. Oggi, invece, a Gela Sindaci, sindacati, cittadini manifesteranno uniti contro l’annuncio dell’Eni di voler bloccare gli investimenti, così come auspicato anche dal vescovo. Perché Taranto, appunto, non è solo Ilva, da cui dipende tra l’altro un intero indotto di riferimento, fatto di piccole e medie imprese, che stanno subendo la crisi dello stabilimento e dell’intero settore con dipendenti in attesa dello stipendio da mesi. Solo questo basta per definire i contorni di una vera e propria emergenza occupazionale ed economica. Assistiamo anche ad un inspiegabile ostruzionismo da parte delle istituzioni locali agli investimenti dell’Eni per la raffineria e per il progetto Tempa Rossa: investimenti che ammontano a circa 320 milioni di euro solo su Taranto e che avrebbe garantito 300 posti di lavoro. Una linea seguita dal Comune, anche dopo l’autorizzazione concessa dal ministero, che si pone in netta contraddizione con gli indirizzi decisi dallo stesso ente quando in passato diede il suo parere favorevole al progetto”.
“Non possiamo condividere le preoccupazioni sui rischi ambientali – evidenzia l’esponente del PdL-FI - giacché il traffico petrolifero di Taranto sarebbe di gran lunga inferiore a quello di tante altre città italiane ed il ministero ha autorizzato il progetto solo a condizione che non si superi l’attuale livello di emissioni. Tagliare le gambe all’iniziativa – in un momento in cui l’Eni sta chiudendo le raffinerie in tutta Italia perché in rosso nei bilanci - rappresenta una scelta scellerata per il nostro territorio che ha già perso metà flotta di Ever green e la Mercegaglia, per citarne solo alcune. Abbiamo anche dei pericolosi precedenti a farci impensierire sul futuro di Taranto: lo stesso copione si seguì, infatti, anche per l’Enipower, progetto strategico che avrebbe dato lavoro a centinaia di persone, prima approvato e poi bocciato dal Comune di Taranto. Con il brillante risultato di aver perso 300 milioni di euro di investimenti e 500 posti di lavoro. Per questo ci appelliamo al premier Renzi affinché valuti l’opportunità di intervenire anche a tutela dell’indotto petrolifero e dello sviluppo portuale. Un porto frequentato e trafficato, in linea con gli standard ambientali e sanitari, non può che giovare a tutta la nostra economia, dalla ristorazione al commercio”.
“Diversamente – conclude Lospinuso - rischiamo che vengano cancellati i segmenti produttivi di Taranto, mettendo in ginocchio imprese e lavoratori, per colpa di ritrosie ideologiche prive di fondamento che hanno già chiuso le porte ad altre importanti occasioni di crescita e sviluppo economico del territorio”.
Porto, Dario Stefàno scrive al direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli:" Rilancio dell'Hub tarantino possibile se si superano le polemiche"
Scritto da Giornalista1
Controlli doganali e competitività del Porto di Taranto: il rilancio dell’hub tarantino non solo è possibile, è doveroso. Serve però superare le polemiche di questi mesi che non aiutano a recuperare il terreno perso a vantaggio degli altri porti comunitari. Il senatore Dario Stefàno (SEL) scrive al Direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Giuseppe Peleggi, con l’obiettivo di individuare una soluzione alle difficoltà del porto di Taranto che negli ultimi anni ha registrato una consistente flessione del traffico merci.
“Possiamo immaginare - sottolinea Stefàno – con quali ricadute negative per un territorio già duramente provato dalla crisi e da altre, purtroppo, ben note vicissitudini. Perché lo scalo tarantino torni ad essere competitivo sarebbe utile avviare, nel rispetto del quadro normativo comunitario e nazionale, una politica di semplificazione delle procedure di controllo e sdoganamento che porti ad una riduzione dei tempi e che sia in grado di contemperare l'imprescindibilità dei controlli a tutela della salute dei cittadini e di contrasto ad ogni forma di illegalità con la necessità di non intralciare, anzi agevolare, i traffici commerciali leciti" .
“Per raggiungere questo obiettivo e riuscire a recuperare il gap accumulato rispetto agli altri competitor comunitari – conclude Stefàno – sarebbe fondamentale l'apertura del confronto richiesto dagli operatori del settore all'Agenzia delle Dogane. Perché, se si mettono da parte le polemiche e si lavora insieme si possono trovare le migliori soluzioni per assicurare lo sviluppo futuro delle attività portuali tarantine”.
Il neo segretario della Cgil:“nuovo rapporto tra politica, sindacato e movimenti, proposta e non solo protesta, visione strategica e ritorno alla piazza”
Scritto da Giornalista1“Taranto e il suo territorio hanno bisogno più che mai di una rappresentanza forte, capace di difendere ora i diritti di cittadini e lavoratori per creare le condizioni di un futuro in cui non ci sarà mai più spazio per ricatti. Di nessuna sorta. Ecco perché bisogna passare dalla fase di protesta a quella di proposta e in questo senso va riguadagnato un rapporto vero, ma anche leale e propositivo e non solo pregiudizievole, con la politica e il variegate mondo dei movimenti”
Parla chiaro al suo esordio pubblico il nuovo segretario della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, che comincia proprio dalla necessità di ridare valore alla rappresentanza sindacale, come strumento per la tutela e la difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori: “La rappresentanza sindacale ha il dovere anche di evitare che le battaglie sul futuro del territorio, che hanno radici storiche profondissime, prendano la strada dettata da mal di pancia populisti e, troppo spesso, qualunquisti”.
“La vertenza ILVA, la vertenza ENI, così come la destrutturazione del comparto manifatturiero non sono vertenze diverse – spiega poi Massafra – ma sono l’intreccio in cui si sviluppano altre centinaia di vertenze a catena. Perché non si può immaginare un nuovo modello di sviluppo sostenibile ed eco-compatibile se non si attrezza un adeguato piano di rilancio ed efficientamento della Pubblica Amministrazione, se non si mantiene alta guardia sul tema degli Appalti Pubblici e privati, se si abbassa l’attenzione sui lavori emergenti, spesso figli di una disoccupazione di ritorno, dall’agricoltura al fumoso mondo delle finte partite IVA”
Così Giuseppe Massafra fino a ieri difensore di un manifatturiero che con la Miroglio si confrontava con la desolazione di una fabbrica vuota, oggi da segretario generale parla di vertenze che si muovono sullo stesso piano a cui la CGIL “deve tentare di dare una visione strategica comune”.
“Serve una visione del territorio che mentre si scontra con una delle più difficili sfide di tutti i tempi, non può tralasciare il passato, dove il territorio deve andare a ritrovare la sua forza. Siamo in un periodo di transizione e con il processo di ambientalizzazione in ILVA o gli investimenti ENI o nel Porto a Taranto si decide su un pezzo, direi fondamentale, delle politiche industriali del nostro Paese. Dopo decenni di sfruttamento incondizionato del territorio, con ricadute che dal punto di vista ambientale e della salute dei cittadini hanno generato il disastro che tutti conosciamo, il tema è decidere come ci attrezziamo nel presente per accogliere il migliore dei futuri possibili, in una condizione di totale inadeguatezza dell’apparato economico-produttivo locale, per attutire l’onda lunga dello smobilitamento o della delocalizzazione”.
“Come CGIL non forniremo alibi a nessuno, mentre i capitalisti pubblici e privati non aspettano altro – continua il segretario della CGIL – Ora esiste una consapevolezza nuova, molto diversa dalla vaporizzazione delle responsabilità individuali che ci hanno reso tutti responsabili del disastro. E per questo non diremo all’ILVA o all’ENI andatevene. Diciamo piuttosto rimanete qui, pagate con i vostri soldi il risanamento e la bonifica perché anche Taranto ha diritto ad immaginarsi un futuro oltre voi”
In perfetta continuità con il passato Massafra dunque torna a difendere il lavoro che c’è, ma dai suoi 34 anni chiede al territorio di fare massa critica, di tornare ad esprimersi collettivamente dentro e fuori le fabbriche, di fare sintesi anche nelle diversità, perché esse sono forza e non debolezza, per una proposta reale che sia in grado di presentare un nuovo modello di sviluppo credibile che faccia i conti ad esempio con il consolidamento del polo universitario tarantino ma anche con la competizione internazionale così come con il deficit di di approvvigionamento energetico dell’Italia.
“Alle grandi imprese dobbiamo togliere gli alibi per fuggire – continua Giuseppe Massafra – a tutti noi dobbiamo togliere la paura di agire, partendo dai conti con un passato che ci ha spesso messo nelle condizioni di non decidere su nulla. E non decidere in alcuni casi a Taranto non è significato solo immobilismo ma in alcuni casi anche forte arretramento”
Infine un ultimo passaggio Giuseppe Massafra lo dedica alla relazione con il territorio che la CGIL, che andrà rinnovata, nelle forme e nei contenuti: “Non organizziamo scampagnate, ma difendiamo il lavoro, i lavoratori, le loro famiglie, il territorio. Per questo saremo ancora più presenti nelle piazze. Faremo del lavoro cultura del progredire e difesa dei diritti di tutti. Non solo, vogliamo che l'incontro e il confronto con i cittadini diventi un appuntamento fisso. Per questo stiamo pensando di organizzare periodicamente, attraverso le nostre categorie o il nostro sistema dei servizi, dei presidi nei diversi quartieri della città e in ogni comune della Provincia. Banchetti o gazebo nelle piazze che siano un appuntamento per l'ascolto dei cittadini e la presa in carico dei loro bisogni.”
Infine, il segretario della Cgil si concede una battuta sui “rottamatori”: “Non abbiamo bisogno di incentivi alla rottamazione. La macchina della Cgil ha bisogno solo di una messa a punto e potrà macinare ancora chilometri senza nessun timore”.
All’incontro con i giornalisti erano presenti anche il segretario organizzativo della CGIL di Taranto, Paolo Peluso, e la neo eletta componente di segreteria, Eva Santoro.
Arriva a conclusione, con la costituzione della società Greenmed s.r.l., l’iniziativa avviata tempo addietro dall’Autorità Portuale di Taranto per favorire la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli freschi delle regioni meridionali.
Protagonisti dell’accordo societario sono la Cooperativa olandese The Greenery, un colosso europeo della grande distribuzione organizzata con oltre mille soci produttori olandesi e 1.600.000.000 di euro di fatturato, e il Consorzio Internazionale Agro Ortofrutticolo promosso dalla Confcooperative che, appena costituito, vanta un fatturato aggregato di oltre sessanta milioni di euro.
La sede sarà ubicata presso la Confcooperative di Taranto il cui presidente, Carlo Martello, si è detto «onorato di “ospitare” questa importante realtà».
Il bacino iniziale di raccolta del prodotto sarà rappresentato dalla Puglia, dalla Basilicata e dalla Calabria con l’obiettivo ambizioso, ma possibile, di superare la frammentazione dell’offerta della produzione agricola, migliorandone la concentrazione e la distribuzione.
Date le caratteristiche cooperative dei protagonisti particolare attenzione sarà riservata all’investimento in capitale umano, attraverso la formazione, l’informazione, l’aggiornamento e l’attivazione di servizi innovativi di assistenza e consulenza.
Particolare soddisfazione viene espressa dal Presidente di Confcooperative Taranto, Carlo Martello, che evidenzia «la capacità organizzativa e imprenditoriale espressa nell’occasione dalla sua Organizzazione, dimostratasi al momento l’unica ad aggregare produzioni significative capaci di dialogare e collaborare con realtà quali The Greenery».
«Altro elemento da non sottacere – sottolinea Carlo Martello – è la capacità imprenditoriale messa in campo da realtà esclusivamente cooperative, purtroppo sottovalutate nel nostro territorio».
Il Gruppo olandese Greenery, leader nel mercato ortofrutticolo internazionale, fornisce una vasta gamma di prodotti ortofrutticoli freschi alla propria clientela che annovera catene di supermercati, grossisti, ristoranti e operatori dell’industria di trasformazione dei prodotti alimentari.
TARANTO - Incremento dello 0,9% del traffico merci registrato nel porto nei primi sei mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo 2013. A giugno però calo del 3,1%.
Scritto da Giornalista1
Nei primi sei mesi 2014 il traffico delle merci movimentato dal porto di Taranto ha registrato un lieve rialzo del +0,9% essendo ammontato a 13,7 milioni di tonnellate rispetto a 13,6 milioni di tonnellate nella prima metà del 2013. L'incremento è stato determinato dalla crescita del +10,2% delle merci in esportazione, ammontate a 5,8 milioni di tonnellate, mentre le merci in importazione sono diminuite del -5,0% scendendo a 7,9 milioni di tonnellate. In totale il traffico di rinfuse solide si è attestato a 7,9 milioni di tonnellate (+0,7%) e quello di rinfuse liquide a 1,7 milioni di tonnellate (-23,0%). Le merci varie hanno totalizzato quasi 4,1 milioni di tonnellate (+16,3%), di cui 764mila tonnellate di merci containerizzate (-13,4%), volume che è stato realizzato con una movimentazione di contenitori pari a 92.475 teu (-3,4%), e 3,3 milioni di tonnellate di altre merci varie (+26,3%). Nel solo mese di giugno 2014 lo scalo tarantino ha movimentato un totale di quasi 2,6 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del -3,1% rispetto a gennaio 2013.
Incontro del Coordinamento Femminile Cisl sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro
Scritto da Giornalista1Ai lavori del 3° incontro di formazione, organizzato dalla Cisl Taranto Brindisi sul tema: “La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” in programma domani 23 luglio 2014, con inizio alle ore 15.30 presso la Sala “A. Landella” –1° piano – via Palmiro Togliatti, n. 78 a Brindisi, parteciperanno anche le componenti del Coordinamento Femminile della Cisl Puglia Basilicata.
Il recente Rapporto Istatsul mercato del lavoro in Italia rileva chesolo il 29% delle donne pugliesi lavora, contro il 46,1% della media italianae sempre in Puglia è del 13,5% il tasso di disoccupazione femminile, ovvero cinque punti percentuali in più rispetto al dato nazionale.
Inoltre, sono 109mila le donne che cercano lavoro non attivamente e 103mila quelle che non cercano un’occupazione ma vorrebbero lavorare.
“Permane una condizione generalizzata di forte disparità tra uomini e donne nel lavoro, che si manifesta attraverso notevoli gap retributivi, nel proliferare di rapporti discontinui, flessibili, precari e sottopagati, in una diffusa scarsa tutela contrattuale delle donne, come congedi e maternità”osserva Maddalena Gissi, Segretario organizzativo della Cisl Puglia Basilicata, che aggiunge “tutto ciò esalta in maniera negativa le differenze di genere, chiaramente rilevate anche dal primo rapporto sulla situazione del personale femminile nelle medie e grandi aziende pugliesi.”
Solo la provincia di Bari fa segnare un tasso di occupazione pari al 30%, mentre Brindisi tocca il 22% e Foggia, Lecce e Taranto non arrivano al 20%e nell’intera Regione quasi un terzo delle donne occupate, cioè il 27%, ha contratti part-time.
I lavori saranno conclusi da Liliana Ocmin,Segretario confederale nazionale Cisl, Responsabile per le Politiche Femminili.
Segno positivo II trimestre 2014: le imprese tirano il fiato, ma la ripresa è lontana
Scritto da Giornalista1E' un bilancio con qualche luce anche se nel cielo dell'economia ionica continuano ad addensarsi nuvole minacciose quello relativo all'andamento registrato nei primi tre mesi del 2014.
<L'economia tira il fiato. La crisi allenta la presa, ma la crescita è lontana. La provincia di Taranto e la Puglia si lasciano alle spalle il segno negativo che aveva caratterizzato l'andamento economico nei primi mesi del 2014. E' quanto si rileva dai dati di Movimprese relativi al secondo trimestre dell'anno, elaborati dal Centro Studi della Camera di commercio di Taranto.
Il saldo tra nuove imprese e cessazioni è positivo. Nel periodo in esame a Taranto ci sono state 801 iscrizioni al Registro delle imprese e 538 chiusure, con un saldo di 263 unità e un tasso di crescita del 0,55%. Un bel balzo in avanti rispetto ai primi tre mesi del 2014 che si erano chiusi con un desolante -0,67% ed un saldo di -323. Va ricordato, però, che statisticamente la prima rilevazione annuale risente delle chiusure di fine anno, progressivamente assorbite nei mesi successivi.
Le imprese registrate al 30 giugno 2014 in provincia di Taranto sono 47.802 a fronte delle 47.586 del primo trimestre; in aumento anche le imprese attive passate da 41.089 a 41.247. Nel 2013 il saldo del secondo trimestre si fermò a +111, ma le imprese attive erano 41.489, un numero superiore a quello attuale.
L'andamento di Taranto si discosta lievemente da quello regionale e da quello nazionale: +0,59% per entrambi gli ambiti. La provincia di Taranto, però, è tra quelle che crescono meno in Puglia. Solo Bari, infatti, con 0,34% fa peggio del capoluogo ionico. La realtà più dinamica, stando alle indicazioni del Registro delle imprese, è Foggia (+0,89%); seguono Lecce (+0,83%) e Brindisi (+0,59%).
Per quanto riguarda la composizione societaria le ditte individuali, con 30.681 imprese registrate e 29.909 attive ed un saldo di +65 unità, costituiscono il segmento più numeroso in provincia di Taranto. Crescono di più, mostrando un maggiore dinamismo, le società di capitale (10.307 registrate, 6.762 attive) con un saldo positivo, nel secondo trimestre 2014, di 159 imprese. Quasi stazionario l'andamento delle società di persone (4754 registrate, 3323 attive), con un saldo di 7 unità. Le altre forme societarie registrano un saldo positivo di 18 unità e contano complessivamente 2060 imprese registrate, di cui 1289 attive.
Taranto primeggia in Puglia nel comparto artigiano con un tasso di crescita di 0,42% ed un saldo di +32 aziende. Alle spalle del capoluogo ionico, Lecce (0,28%), Bari (0,23%), Brindisi (0,15%) e Foggia (0,09%).
Per quanto riguarda i settori produttivi, le peggiori performance a livello provinciale riguardano le attività manifatturiere (-21), l'industria delle confezioni (-8) e quelle alimentari (-6). Il commercio conferma il suo stato di sofferenza: -42 tra vendita al dettaglio e all'ingrosso. In ripresa, rispetto ai primi tre mesi dell'anno, agricoltura e costruzioni, entrambi con un saldo negativo di -3 imprese. In aumento, nella provincia di Taranto, alberghi e ristoranti (+10), attività finanziarie, assicurative e del credito.
“Il dato del II trimestre 2014, seppure incoraggiante, non deve trarre in inganno – sottolinea il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli - Le 538 chiusure al 30 giugno, si aggiungono alle 1238 dei primi tre mesi dell’anno, per un totale di 1776 cessazioni nell’anno in corso. La crisi, quindi, c’è e fa sentire il suo peso. Il saldo positivo nel periodo in esame fa ben sperare, ma è evidente che un’impresa che chiude ha un impatto maggiore sul territorio rispetto ad una nuova attività che deve consolidarsi e affermarsi. Gli indicatori di Movimprese e le elaborazioni del nostro Centro Studi ci offrono, comunque, spunti di riflessione interessanti, a partire dalla necessità di accompagnare e sostenere il sistema delle imprese nel suo complesso, con solide ed efficaci politiche di sviluppo. Rispetto ad altri territori Taranto sconta un gap maggiore in termini di mancata coesione e quindi di minore capacità di programmare una vision strategica per il futuro. L’impegno della Camera di commercio di Taranto è volto a colmare questa distanza attivando un sistema di “Intelligenza economica territoriale” che recuperi una visione organica del territorio superando l’attuale disaggregazione e parcellizzazione”.