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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Mentre si rincorrono voci che parlano nuovamente che le prenotazioni per il porto di Taranto sono bloccate sia in entrata che in uscita e che la nave shuttle bus per il Pireo avrebbe un contratto in scadenza a ottobre, contrariamente all'accordo sottoscitto in Prefettura,  è sempre più netta la frattura tra le organizzazioni sindacali e i lavoratori della TCT. Questi ultimi, in una nota a firma di Emanuele Valentini, chiariscono la loro posizione.

"I lavoratori TCT con lo slogan "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE" - scrive la nota- si sono incontrati ai cancelli dell'azienda per mostrare il dissenso più totale nei confronti delle organizzazioni sindacali che hanno inviato un documento in cui deleggittimano ogni forma di protesta o manifestazione fino alla fine del mese di ottobre, nonostante 2 giorni fa  le richieste dei lavoratori iscritti e non erano ben altre.


"IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE " chiedeva infatti di continuare con il presidio,di sollecitare la convocazione a Roma del tavolo interistituzionale (di cui non si è avuto alcun riscontro).
Richieste queste- prosegue la nota- legittime  e non oltraggiose ed offensive nei confronti di nessun "attore" di questa vicenda,
Contrariamente a quanto scritto nel citato documento che le organizzazioni sindacali hanno inviato al Questore e al Prefetto di Taranto che, queste sì, riteniamo offensive nei nostri confronti.
Questo dimostra la divergenza che vi è tra noi lavoratori TCT e le organizzazioni sindacali che, al contrario, dovrebbero garantire il sacro santo diritto a manifestare così come sancito dalla costituzione italiana.
I lavoratori in CIG Straordinaria per tali motivi sono furiosi perché non soltanto l'azienda non dà la possibilità di lavorare a tutti ma devono anche fare i conti con le organizzazioni sindacali. che evidentemente non riescono a cogliere la drammaticità di perdere un posto di lavoro. Non si può non citare i tre dipendenti che hanno fatto un gesto forte e sicuramente folle ma questo è senza dubbio frutto della disperazione e del senso di abbandono.
Quindi è incredibile ,sconcertante e deludente che i sindacati non riescano a capire una situazione così difficile. I tre ragazzi hanno tutta la nostra solidarietà e tanto per intenderci le conseguenze di quel gesto potevano essere altre e quindi non vanno assolutamente condannati ma bensì capiti. Parliamo poi delle organizzazioni sindacali che hanno RSU scaduti ormai da diverso anni ma questo è un'altra storia al momento meno importante.
Nelle prossime ore noi del comitato "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE" presenteremo a sua Eccellenza Il Prefetto un documento con delle firme con le quali andremo a spiegare il  perché noi intendiamo continuare il Sit-in in permanente in  autorità portuale. Perché purtroppo dobbiamo leggittimarci prendendoci le nostre responsabilità. Noi lo faremo pacificamente così come avviene dal 24 settembre .
Nel frattempo chiediamo a tutti le istituzioni ai vari livelli di fare pressione perché anche se in questi giorni c'è stata una bella notizia ovvero la sentenza del TAR che  accelera i lavori la stessa non è determinante. Ora la questione davvero imprescindibile è quella di capire le vere intenzione degli azionisti Hutchison ed Evergreen che controllano TCT , quindi preghiamo e rinnoviamo il nostro invito al Comune,Regione,Provincia, Prefetto ed Autorità portuale affinché sollecitino fortemente al più presto questo tavolo romano all'attenzione della Presidenza del Consiglio dove tutti dovrebbero fare quadrato per capire realmente e concretamente il nostro futuro occupazionale.
Nel frattempo- conclude la nota- oggi voci ci dicono nuovamente che il booking per Taranto è stato ancora una volta bloccato;in buona sostanza le prenotazioni per il porto di Taranto non ci sono né in entrata ne in uscita. Altre voci ci dicono che la nave shuttle bus per il Pireo ha un contratto in scadenza a fine ottobre al contrario dell'accordo sottoscritto in Prefettura da parte di Tct  che garantiva i cosiddetti traffici locali.
Per tutti questi motivi "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE ".

La federazione di Taranto di Rifondazione Comunista interviene sulla vicenza Ilva con una nota che di seguito pubblichiamo

"L'infinita trattativa per l'acquisizione di Ilva sembra aver trovato nell'interessamento da parte di Arcelor Mittal il suo sbocco finale. Tuttavia la gestione del negoziato, condotto in gran segreto, e i comportamenti degli attori coinvolti ci spingono a non prevedere nulla di buono per il futuro. Nessuno ad oggi, governo compreso, ha espresso parole definitive in merito a risanamento ambientale, tutela della salute e salvaguardia dei posti di lavoro; quanto mai incerte appaiono inoltre le reali intenzioni di Mittal. Lo stesso comportamento del commissario Gnudi (espressione diretta del governo) ci pare assai ambiguo - e quasi ci porta a "rimpiangere" l'operato di Bondi. E' molto grave che il legale della gestione commissariale si sia associato alla richiesta di trasferimento a Potenza del processo “AMBIENTE SVENDUTO”, formulata dagli avvocati dei Riva. Al contempo, risultano infondate le recenti dichiarazioni del Commissario in merito al fatto che l'AIA sarebbe stata attuata al 75%. Dove sono le coperture dei parchi minerali? A che punto è il rifacimento delle cokerie? Lo sa Gnudi che senza queste opere l'Ilva continuerà a provocare malattie e morti? Di cosa si meraviglia dunque se la Commissione Europea, di fronte all'atteggiamento superficiale e irresponsabile del "suo" governo sul caso Ilva, ha deciso di proseguire nella procedura di infrazione contro l'Italia? La meraviglia dovrebbe essere dei cittadini italiani, che rischiano di pagare di tasca propria le sanzioni che la Commissione potrebbe comminare al nostro paese per la gestione sconsiderata di tutta questa vicenda! 

I comportamenti di Gnudi si pongono in preoccupante continuità con la gestione Riva, e nulla hanno a che vedere con il ruolo di garante che il Commissario sarebbe tenuto a svolgere. Ci sorprende quindi che egli sia ancora al suo posto: in un paese normale sarebbe già stato rimosso. 

D' altro canto, un campanello d'allarme per ciò che potrebbe succedere all'Ilva di Taranto ci giunge dalla AST di Terni e dalla Lucchini di Piombino. In entrambi i casi Renzi e i suoi, invece di svolgere un ruolo centrale nelle vertenze, preferiscono girarsi dall'altra parte, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di quelle realtà: se a Terni si tollera che la proprietà (la tedesca Thyssen Krupp) licenzi 537 lavoratori (un quinto del totale), a Piombino si continuano ad aspettare improbabili investitori, lasciando i lavoratori e tutta la comunità locale nella completa incertezza."

Tutto questo mentre nelle aule del Parlamento procede a colpi di fiducia, in maniera spedita e ai limiti dell'incostituzionalità, la legge delega sul JOBS ACT, il più grave attacco ai diritti dei lavoratori dal dopoguerra ad oggi.

Il Partito della Rifondazione Comunista ritiene che, a Taranto come a Terni e a Piombino, si possa salvare l'acciaio con un piano nazionale della siderurgia che preveda un intervento pubblico diretto e mirato alla salvaguardia dell' ambiente, dell' occupazione e delle produzioni, abbandonando l'atteggiamento di subalternità verso le multinazionali dell'acciaio.

Per questo e per rivendicare, allo stesso tempo, maggiori tutele sul lavoro, un grande piano per l'occupazione e reddito per tutte e tutti, il 21 ottobre sosterremo lo sciopero territoriale della Fiom e il 25 ottobre saremo a Roma in piazza con la CGIL.

"Lsu: mancano ancora i decreti necessari per stabilizzare i lavoratori, si colmi presto questo ritardo”. La denuncia del senatore Dario Stefàno (Sel) in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio e ai Ministri all’Economia e al Lavoro con cui sollecita il governo alla disposizione dei decreti per l'assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili. 

 

“La vicenda dei lavoratori che operano nelle amministrazioni locali – spiega Stefàno - sembrava essere giunta a un punto di svolta con l'approvazione della legge di stabilità dello scorso anno. Ad oggi però non si è ancora dato seguito a quella determinazione, non essendo stati emanati i necessari decreti per stabilizzare il personale".


"Una situazione già piuttosto critica a cui si aggiungono ulteriori preoccupanti elementi di disagio - continua Stefàno- come quello che si è verificato nei giorni scorsi a Lecce con lo sciopero dei lavoratori a causa della comunicazione della Provincia di Lecce della sospensione di tutte le attività, per la mancata firma del decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali necessaria alla prosecuzione del servizio.  Sono persone che ormai da anni subentrano, come in un vero e proprio turn over, alle mansioni proprie delle amministrazioni pubbliche. Gli stessi amministratori locali soffrono per la mancata soluzione rispetto a un problema che riguarda i loro collaboratori”.

 


“Chiedo pertanto – conclude Stefàno - di non rinviare ulteriormente una determinazione che presenta tutti i caratteri di giustizia sociale e che, in caso contrario, non farà altro che accrescere l’allarmismo e il frustrante senso di disinteresse dell'Amministrazione centrale nei loro confronti".

“Emiliano non sa di cosa parla e su Tempa Rossa lo fa a sproposito, senza responsabilità, senza cognizione di causa, offendendo l’intelligenza dei cittadini di Tarantini.”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
“Tanto per cominciare - prosegue - la diossina non c’entra nulla con Tempa Rossa, che svilupperebbe emissioni di altre sostanze. Qualcuno del Pd dovrebbe informare meglio il magistrato quando deve cimentarsi in dichiarazioni così delicate. Quanto alla compensazione, che evidentemente Emiliano non conosce, si tratta di un intervento riportato nel parere della Commissione tecnica di verifica di impatto ambientale (nella seduta plenaria del 21 giugno 2011) e nell’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente in fase di autorizzazione del progetto, con decreto di Compatibilità ambientale VIA/VAS del 27 ottobre 2011. Per Tempa Rossa, in particolare, per compensare totalmente l’incremento di emissioni, l’Eni ha previstro di migliorare ulteriormente i sistemi di recupero dei vapori, utilizzando la combinazione di due delle più moderne tecnologie disponibili sul mercato ed utilizzate per il controllo dei vapori, consentendo di ottenere elevata efficienza e, quindi, il pieno rispetto delle prescrizioni VIA".
Inoltre, fa presente Lospinuso, nella VIA/VAS non vengono esaminate "le attività di pre-trattamento del greggio, ma solo quelle di stoccaggio e movimentazione, proprio perché non sono comprese nel progetto di Taranto. Poi, al segretario del Pd va ricordato che non si può essere forza di lotta e di governo contemporaneamente: Comune e Provincia di Taranto e la Regione, tutte governate dalla sinistra, hanno espresso pareri favorevoli al progetto di investimenti Eni sulla raffineria. Il 26 maggio 2011, infatti, si tenne un incontro presso l’assessorato regionale all’Ambiente e sia il Comune che la Provincia di Taranto espressero parere favorevole all’opera. Lo stesso Cervellera (consigliere regionale di Sel, ndr), che oggi si scatena presentando ordini del giorno in Consiglio regionale, adottò, in qualità di vicesindaco di Taranto, l’intesa con l’autorità portuale sul piano del porto in cui era compreso anche l’investimento su Tempa Rossa. Diventa inspiegabile, alla luce di questo, la volontà di quella stessa sinistra di approvare la variante al Piano portuale che mettere a rischio tutti gli investimenti per lo sviluppo del porto. Oggi non possono parlare come dei verginelli".
Insomma, per il consigliere regionale di Forza Italia, ancor più grave "è fare dichiarazioni pesanti con cui si decreta la morte di Taranto senza informarsi a dovere. Forse Emiliano non considera l’emergenza occupazionale che si scatenerebbe, non conoscendo il nostro territorio. Tempa Rossa produrrebbe circa 300 posti di lavoro, più uno stimolo a tutto il comparto industriale ed eviterebbe la possibile chiusura della raffineria con la perdita di 1000 posti di lavoro. Come dovrebbero andare avanti le famiglie, secondo il segretario Pd, se dovessero chiudere le imprese dell’indotto anche alla luce della crisi dell’Ilva? Se è questo il modo con cui Emiliano si propone alla Puglia, per un governo all’insegna dell’approssimazione e del qualunquismo con cui distruggere ogni prospettiva occupazionale, allora abbiamo ancora di più il dovere di lottare per vincere. Evidentemente - conclude Lospinuso -  le primarie, come ha rilevato anche l’assessore Nicastro, hanno generato il dibattito pretestuoso, ma il territorio non merita di essere strumentalizzato per le smanie elettorali del centrosinistra”. 

"La decisione della commissione europea di depositare un parere motivato e di continuare nella procedura d'infrazione contro il governo italiano,perché non avrebbe fatto abbastanza per garantire gli impegni sull'Ilva e' una secca sconfessione dell'operato del commissario Gnudi, che proprio ieri aveva parlato dell'attuazione del 75% delle prescrizioni ambientali nello stabilimento siderurgico di Taranto  e del ministro dell'Ambiente Galletti." E' quanto dichiara il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli commentando la notizie circa il proseguimento della procedura d'infrazione su Ilva.
Come si ricorderà, nei giorni scorsi il commissario Gnudi aveva dichiarato che  il 75% delle prescrizioni ambientali sono state attuate nello stabilimento siderurgico di Taranto. Affermazioni che il coportavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, aveva bollato come "surreali e scandalose" perchè questo avrebbe significato "che sarebbero stati investiti, approssimativamente, 1,35 miliardi di euro sino ad oggi . Ma sappiamo, analizzando i report e i bilanci, delle difficoltà economiche dell'azienda che è dovuta ricorrere ad un prestito ponte di 250 milioni di euro chiesto alle banche e garantito dallo stato per pagare gli stipendi. Le affermazioni di Gnudi - prosegue Bonelli - sono così surreali e scandalose se pensiamo che il 9 giugno del 2014, solo 4 mesi fa,  l'ex sub commissario Ronchi, presentando i dati sull'attuazione delle misure ambientali,  indicava in 1,8 miliardi di euro i costi per l'attuazione delle prescrizioni ambientali  e in 600 milioni quelle per la sicurezza sul lavoro. A ciò si devono aggiungere le somme per gli investimenti tecnici che sono pari a 1,75 miliardi di euro. Totale 4,1 miliardi di euro. L'Ilva nel giugno del 2014 ha dovuto sospendere gli ordinativi fatti alla Siemens dei quattro filtri a manica per l'agglomerato perchè non c'erano risorse economiche  , circa 60 milioni di euro, per acquistarli".
Ragion per cui, Bonelli si dice pronto "a non far cadere nel vuoto le dichiarazioni di Gnudi e ritengo urgente che la procura di Taranto debba occuparsi dell'attuazione delle prescrizioni nello stabilimento Ilva di Taranto. Per questa ragione presenterò un esposto in procura affinché si verifichi con estrema urgenza la corrispondenza delle dichiarazioni del commissario Gnudi con la reale situazione delle prescrizioni adottate all'Ilva di Taranto.  Sfido, comunque, il commissario Gnudi - conclude Bonelli - a consentire ad una delegazione di consiglieri comunali di Taranto ad entrare nello stabilimento e di verificare l'attuazione delle prescrizioni". 

Due imprese della provincia di Taranto, con il supporto della Camera di commercio, parteciperanno alla 50° edizione di Sial, in programma a Parigi dal 19 al 23 ottobre 2014. Le realtà produttive che prenderanno parte alla più importante rassegna mondiale dell’agroalimentare, sono la Società Cooperativa Agricola Bosco di Avetrana e la Latentia Winery spa di Laterza. Una partecipazione rappresentativa dell’intera provincia ionica, da est a ovest, e che porta alla ribalta alcune eccellenze nei settori del vino e dell’olio extravergine d’oliva.

La partecipazione al Sial di Parigi rientra tra le iniziative del progetto Siaft (South Italy Agri Food Tourism) che ha creato un positivo modello di collaborazione fra Camere di commercio e reti estere. L’obiettivo è offrire alle piccole realtà imprenditoriali dell’agroalimentare e del turismo, la possibilità di affacciarsi sui mercati esteri per avviare e consolidare utili processi di internazionalizzazione. Siaft è supportato da Unioncamere e vede collaborare in stretta sinergia 16 realtà camerali: Chieti, Cosenza, Crotone, Frosinone, L’Aquila, Latina, Lecce, Matera(soggetto capofila), Napoli, Pescara, Rieti, Siracusa, Taranto, Teramo, Unioncamere Molisee Viterbo. L’iniziativa, giunta alle battute finali, prevede l’organizzazione di missioni di incoming, la realizzazione di b2b telematici, la partecipazione a fiere internazionali di settore.

Sial è una delle maggiori vetrine del food a livello internazionale con oltre 150mila visitatori, 6300 espositori provenienti da 150 paesi, 1700 prodotti innovativi in rassegna, 250 occasioni di incontro e dibattito. Quest’anno la rassegna celebra la cinquantesima edizione, un traguardo importante che coniuga una tradizione ormai consolidata con la capacità di innovare guardando a nuovi prodotti, tecniche di produzione e di consumo. Tra gli eventi in programma di particolare importanza è la serata finale durante la quale si cimenteranno cinquanta grandi cheff. Gli espositori avranno la possibilità di organizzare negli stand momenti di degustazione. Un’occasione in più per le due imprese tarantine presenti a Parigi.

E’ importante afferma il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli sostenere il settore dell’agroindustria attraverso la partecipazione ad eventi di respiro internazionale come il Sial di Parigi. La qualità delle produzioni è indiscussa ma è necessario promuovere le nostre eccellenze sui mercati nazionali ed esteri affinchè possano sviluppare i processi di internazionalizzazione. In questo senso Siaft, giunto alla V edizione, si è rivelato uno strumento realmente efficace. Il food, l’agroindustria, il turismo, per la Camera di commercio di Taranto sono i binari lungo i quali vanno transitate nuove forme di sviluppo diffuso, con azioni che devono partire dalle reali vocazioni territoriali”.

Secondo Nicola Spagnuolo, presidente dell’Azienda Speciale Subfor, “la promozione gioca un ruolo importante nella competizione sui mercati. Non bisogna indietreggiare nonostante il periodo di crisi e di contenimento della spesa pubblica. Le imprese devono cogliere le occasioni di rilievo come il Sial di Parigi e bene hanno fatto due nostre aziende, selezionate fra le molte richiedenti in virtù di specifici requisiti, a partecipare ad una vetrina che saprà ripagare i loro sforzi in termini di visibilità e contatti con operatori nazionali ed internazionali”.

Mercoledì, 15 Ottobre 2014 13:12

LAVORO - Job acts, la Cgil di Taranto si mobilita

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"In queste ultime settimane con piccoli esempi che provengono dal nostro punto di osservazione abbiamo spiegato il perché la riforma dello Statuto dei Lavoratori non ha nulla di strategico e non serve a nulla, anzi il contrario: estende di fatto a tutti un ricatto insopportabile al limite dell’incostituzionalità tra diritti, dignità e lavoro".

Giuseppe Massafra, segretario generale della Cgil di Taranto, chiama a raccolta per il prossimo venerdì l’attivo dei quadri e delegati del suo sindacato e attraverso le sue parole sintetizza una presa di posizione netta nei confronti di quello che in questi giorni sta passando come una riforma del mercato del lavoro e che la Cgil nazionale sintetizza nell’ hashtag  #tutogliioincludo (TU TOGLI, IO INCLUDO).

Il sindacato più rappresentativo d’Italia va dunque in controtendenza. Mentre il segno della riforma di Renzi tende a cancellare, la Cgil pensa ad estendere diritti che fino a ieri riguardavano prevalentemente solo i lavoratori delle grandi imprese (al di sopra dei 15 dipendenti). Una platea totale di 9milioni di lavoratori (su 23milioni- ndr) e solo il 3% delle aziende italiane.

"Nell’attivo di venerdì faremo il punto su una situazione che ha del paradossale e che qui a Taranto la crisi ha contribuito a rendere ancora più selvaggia – dice Massafra – perché se l’idea del cambiamento della politica economica di questo paese passa dalle forche caudine del job acts significa che Renzi avrà forse inaugurato qua e là qualche fabbrica “modello” in giro per l’Italia ma non conosce la reale condizione del paese e del nostro mercato del lavoro, costretto ancora a registrare licenziamenti vergognosi e discriminatori in un call center da sottoscala, in una grande fabbrica dell’appalto ILVA, o nelle centinaia di piccole e medie aziende che di fronte alla crisi impongono condizioni di lavoro e retribuzioni da medioevo".

L’ombrello dell’art. 18 dunque anche per la Cgil di Taranto rimane un riparo troppo piccolo per un mercato del lavoro che via via si snatura e si imbarbarisce.

"Sono poche le aziende italiane “interessate” alle tutele dello Statuto – commenta ancora Massafra – ma guarda caso sono le più potenti.  Questa riforma è suggerita all’orecchio del Governo da potentati che poi non si fanno scrupoli a delocalizzare dopo aver chiesto incentivi o tutele statali. Noi siamo invece la voce del lavoro sudato, degli operai, degli impiegati, dei braccianti o dei precari che il mercato del lavoro lo riformano ogni giorno chiedendo diritti essenziali, quelli che ancora questa nazione non riconosce a tutti".

Nell’attivo di venerdì la voce di questo mondo farà una sintesi di istanze da portare a Roma il prossimo 25 ottobre nell’ambito della manifestazione indetta dalla CGIL nazionale.

 

L’incontro degli attivi e delegati della CGIL di Taranto, si svolgerà venerdì 17 ottobre a partire dalle 9.00 nell’aula Magna dell’Istituto Tecnico “Fermi” in C.so Italia 306 a Taranto. All’appuntamento parteciperà anche il componente della Segreteria Nazionale della CGIL, Danilo Barbi.

"Dopo lo scivolone sul comparto scuola, gli assurdi provvedimenti normativi sul lavoro a termine, gli attacchi
inutili all’ Art. 18, il Governo colpisce anche i Lavoratori Socialmente Utili!
- è quanto scrive in una nota il segretario generale della Cgil Funzione Pubblica di Taranto Mino Bellanova- il Ministero del Lavoro nei giorni scorsi ha comunicato ai comuni interessati la sospensione delle attività degli
LSU impiegati in tutta la Regione Puglia.
La motivazione è da individuarsi nel blocco della convenzione fra il Ministero del Lavoro e la Regione Puglia da parte della Corte dei Conti.
Parliamo dei famigerati “500 euro mensili” erogati a questa platea di lavoratrici e lavoratori senza anima e senza diritti da oltre un ventennio.
Sul punto la FP CGIL di Taranto , che difende e sostiene la loro “causa” , ha chiesto gli opportuni chiarimenti nonché una veloce risoluzione della controversia.
L’Assessore al lavoro della Regione Puglia Leo Caroli- prosegue Bellanova- finalmente comunica la buona notizia: “La Corte dei Conti sblocca la convenzione per i 1200 lavoratori pugliesi” , ribadendo l’importanza del lavoro di sostegno, fra l’altro, delle parti sociali mosse a loro difesa.
Nel frattempo non si può che denunciare l’ennesima stortura del “sistema Italia”, a gennaio di quest’ anno si parlava di stabilizzare queste/i lavoratrici / lavoratori, su direttive della legge finanziaria del 2013, e di fatto si operava , con il blocco delle attività, il crollo della pur se minima certezza economica loro garantita.
Assistiamo ad attacchi continui da parte del Governo, attacchi che minano la serenità delle lavoratrici e dei lavoratori, attacchi che non si curano delle conseguenze sociali che provvedimenti di questo genere potrebbero determinare, degenerando in conseguenze anche gravi.
La Funzione Pubblica CGIL di Taranto - conclude Bellanova-ribadisce la richiesta di percorsi di stabilizzazione per garantire dignità!"
 
 
Le Donne di Taranto Unite (D.T.U.) esprimono grande preoccupazione per il progetto Tempa Rossa a Taranto, perché, sostengono, aumenterà l'inquinamento "con emissioni diffuse e fuggitive di pericolosi inquinanti tra cui l'acido solfidrico ( H2S) ed il benzene; per la sicurezza "ulteriormente minacciata da possibili incidenti rilevanti che avrebbero a Taranto un pericoloso effetto domino dovuto alla presenza di  altri siti a rischio, come l'Ilva e la base Nato"; per l'ostacolo "alle alternative di sviluppo del nostro territorio nelle attività connesse con il turismo e con l’agroalimentare".
Per queste ragioni, le Donne di Taranto Unite esprimono tutta la loro contrarietà alla realizzazione del progetto Tempa Rossa a Taranto.
"Poichè il sindaco ed il Consiglio comunale - scrivono in una nota - si sono anch’essi espressi per la non realizzazione di tale progetto senza però passare a fatti concreti", le Donne di Taranto Unite  hanno già inviato lo scorso 8 settembre, a Stefàno ed ai dirigenti preposti, una diffida perché si adoperassero entro 15 giorni a recepire quanto previsto dal DM. Del 9 maggio 2001 in materia di direttiva Seveso.
"Ora - aggiungono nella nota - preso atto che la Giunta ha deliberato di chiedere al Consiglio comunale che, in fase di adozione della variante al vigente piano regolatore generale, vengano escluse le opere che riguardano anche Tempa Rossa, con conseguente revisione dell’atto di Intesa città-porto e che,  nonostante il Consiglio comunale di Taranto si sia riunito in seduta straordinaria il 30 settembre e il 9 ottobre, non ha discusso né approvato l’indirizzo adottato dalla Giunta comunale, il cui esame era previsto nel punto “ Nuovo piano regolatore del porto. Variante allo strumento Urbanistica vigente- Adozione”,chiediamo ai consiglieri comunali  di approvare entro 15 giorni tutti i provvedimenti necessari allo scopo".

È fissata alle 9.30 del 26 novembre 2014 l’udienza pubblica nel corso della quale la Corte di Giustizia dell’Unione Europea pronuncerà la propria sentenza definitiva sulla legittimità dei contratti a termine reiterati oltre i 36 mesi nella scuola pubblica del nostro Paese. Dopo l’udienza di discussione che si è tenuta a Lussemburgo lo scorso 27 marzo - nel corso della quale la FLC CGIL è intervenuta a sostegno delle ragioni dei lavoratori precari - finalmente è stata fissata la data in cui si saprà l’esito conclusivo di questa vertenza.

L’aspettativa per questa sentenza è molto forte, visto l’alto numero di precari della scuola (ma anche di tutto il pubblico impiego) interessati all’esito di questa vertenza che - se positivo - potrebbe comportare la stabilizzazione di migliaia di lavoratori precari. Che questo possa essere l’esito sembra ormai sempre più probabile alla luce del parere già espresso a favore dei lavoratori precari da parte dell’Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia e da parte della Commissione Europea che ha attivato anche una procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano avendo ravvisato l’incoerenza della normativa italiana rispetto a quella europea.

Che per lo Stato italiano si vada prefigurando una eclatante sconfitta ne è consapevole perfino il Governo Renzi che non a caso nel programma “La Buona Scuola” prevede a partire da settembre 2015 l’assunzione di circa 150.000 docenti precari. Un piano straordinario di assunzioni che, come affermato esplicitamente nello stesso documento “La buona scuola”, si rende necessario proprio per far fronte alle conseguenze della annunciata sentenza della Corte di Giustizia.

Tale risultato è stato fortemente voluto dalla FLC CGIL tanto da aver avviato numerosissime vertenze su tutto il territorio nazionale contro l’abuso dei contratti a tempo determinato nei confronti dei lavoratori precari. Ora attendiamo la sentenza della Corte europea con l’auspicio che questa possa finalmente dare una risposta conclusiva alle aspettative di tanti lavoratori sfruttati per anni e anni dalle pubbliche amministrazioni.

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