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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Tempa Rossa, Confindustria accoglie con favore l’intervento del Presidente della Provincia di Taranto riguardante la discussione del progetto all’interno della Consulta dello Sviluppo

 

 

Il recente intervento del Presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano sulla questione Tempa Rossa va esattamente nella direzione da tempo auspicata da Confindustria: al di là del merito – il parere favorevole o contrario al progetto – sicuramente lo è sul piano del metodo, che è quello della concertazione.

Un termine, quest’ultimo, che, per quanto abusato, è al momento l’unico capace di rendere al meglio la strada da intraprendere per giungere ad una valutazione serena, puntuale ed esaustiva della questione.

Senza voler entrare per l’ennesima volta nelle peculiarità dell’intervento, focalizzate in precedenti occasioni, va infatti sottolineato come per la prima volta il progetto Tempa Rossa – analizzato, sia pure indirettamente, attraverso la discussione della delibera del consiglio comunale che di fatto ne inibisce la realizzazione – sia stato, almeno in via preliminare, oggetto di una valutazione da parte di un organismo collegiale, composto da diversi soggetti portatori di istanze ed interessi diversificati, qual è la Consulta dello Sviluppo.

Il metodo è quello che invochiamo da tempo, perché convinti, come già espresso in altre occasioni, che un ente pur fondamentale come il Comune di Taranto non possa esprimersi in totale solitudine (sul piano istituzionale, ferme restando le diverse istanze delle varie realtà territoriali) su una questione che attiene lo sviluppo del porto, della città, di un territorio composito come quello jonico.  

Abbiamo detto più volte che dire pregiudizialmente “no” ad un progetto è un atteggiamento che non porta alcun tipo di vantaggio alla comunità, così come lo potrebbe essere un “sì” pregiudiziale e non frutto di attente e scrupolose valutazioni.

Ecco perché riteniamo che dall’Amministrazione Provinciale sia arrivato un segnale importante, che va colto nella sua interezza e nel suo significato reale, che certo non è quello di mettere in atto un braccio di ferro istituzionale di cui proprio la città non ha bisogno.

La volontà espressa dal Presidente Tamburrano, peraltro, va nella direzione di andare oltre il tavolo della Consulta allargando la concertazione all’assemblea dei sindaci, a parlamentari, consiglieri regionali oltre che ai soggetti già contemplati – in cui figurano anche Camera di Commercio e Authority - dall’organismo presieduto dall’Ente Provincia.

Diverse volte abbiamo fatto presente – e lo ribadiamo – che quello che la città e la sua provincia esprimeranno in merito a Tempa Rossa – o a qualsiasi altro progetto rilevante per il territorio – dovrà far sentire il suo “peso specifico” rispetto alle valutazioni che potrebbero arrivare, in merito, dal Governo centrale, che potrebbero essere di segno diverso. 

Non basta, pertanto, in tal senso, contare su una maggioranza raffazzonata di un consiglio comunale, né contare sugli interventi frammentati di esponenti politici i cui orientamenti risultano spesso essere di carattere personale prima ancora di rappresentare le istanze del partito di appartenenza.

Crediamo che la questione meriti altro, e che il territorio si possa esprimere anche sulle legittime richieste –royalties e non solo – che potrebbero essere avanzate prima ancora di prevedere l’esito effettivo della complessa partita.

Il rischio, caso contrario, è che tutto sia affidato alle decisioni prese dall”alto”, senza alcun margine di intervento da parte degli attori locali, e soprattutto in assenza di un briciolo di ricaduta – in termini di investimenti, di benefici, di ulteriore occupazione – per una realtà territoriale che ha già pagato e continua a pagare i suoi pesanti dazi in nome di uno sviluppo possibile.

 

 

Convocato per Giovedì 13 novembre alle ore 10, presso l’Auditorium di via Rieti, 11 a Roma il Consiglio Generale della Fim Cisl.

All’ordine del giorno l’elezione del nuovo segretario generale dei metalmeccanici Cisl che sarà Marco BENTIVOGLI, 44 anni e della nuova segreteria.

Bentivogli prenderà la guida dei metalmeccanici della Cisl, al posto di Giuseppe FARINA, 60 anni entrato nella Segreteria Confederale Cisl. Presente all’elezione del nuovo segretario generale della Fim Cisl  il Segretario Generale CISL Annamaria FURLAN.

 

“Bentivogli: convinto di una svolta radicale del sindacalismo italiano, in prima linea nelle vertenze nazionali della Siderurgia e dell’alluminio, nelle fabbriche e nelle piazze.  E’ il più giovane sindacalista approdato alla guida dei metalmeccanici in Italia. Definisce il suo progetto sindacale: il nuovo sindacato 2.0, quello radicato nelle fabbriche, che dia cittadinanza ai troppi invisibili nel monitor del sindacato (i giovani, i nuovi lavori e i nuovi lavoratori), capace di cambiare riti, rituali e liturgie inadeguate

Bentivogli, protagonista delle grandi vertenze sindacali, è l’immagine di una Cisl che guarda al futuro. Tecnologie, organizzazione, comunicazione, formazione, giovani. Con in testa idee nuove e con il cuore tra i lavoratori. Non ci faremo fregare, tutti che chiedono al sindacato di cambiare e tutti innamorati dei sindacalisti simbolici della bolla spazio temporale di Crozza. Fa troppo comodo un sindacato che candida i lavoratori alle eroiche sconfitte, noi vogliamo fare vincere il lavoro e i lavoratori.

 

 

Pubblichiamo di seguito la lettera a firma del segretario provinciale, Biagio Provenzale, che TRASPORTOUNITO FIAP – PROVINCIA DI TARANTO ha inviato al presidente di Peacelink Alessandro Marescotti

 

Esimio Professore

Su evidenza di alcuni Associati TRASPORTOUNITO FIAP – PROVINCIA DI TARANTO, Associazione di categoria dell’autotrasporto (la 4a in Italia per rappresentanza), ed in riferimento all’articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno “ILVA, quei soldi non all’Aia ma alle bonifiche” domenica due novembre u.s., è mio desiderio formularLe le seguenti osservazioni.

 

Premetto che, da cittadino di Taranto, non posso esimermi dal considerare positivamente il lavoro svolto da PEACELINK e dalle altre Associazioni ambientaliste affinché il tema della qualità ambientale a Taranto non sia più considerato un problema di serie “B”.

Reputo altresì opportuno evidenziare in questa sede l’estraneità di una numerosa maggioranza di autotrasportatori al soggetto da Lei individuato per acclarare una linea di pensiero sulle attuali condizioni di ILVA Spa e, con l’occasione, ribadire a chiare lettere che un soggetto che fa dell’illegalità a bordo di un camion la sua professione camionista non è, ma ladro.

Tale esigenza di ribadire la nostra estraneità a chi quotidianamente convive con l’illegalità scaturisce dal desiderio, legittimo, di scongiurare la possibilità che il comune cittadino -  poco sensibile alle tante ed assai gravose problematiche che ammorbano questo settore - possa generalizzare e fare, come si suol dire, “di tutta l’erba un fascio”, assimilando, per dichiarazioni lette, una figura così preziosa per la collettività tutta ad un criminale.

Cito, a sostegno delle tesi sostenute, alcuni dati in materia di autotrasporto.

In Italia l’80% delle merci viaggia su gomma e, pure considerato sulla lunga e lunghissima  percorrenza un sostanziale riequilibro tra le modalità di trasporto (oltre alla strada, ferro, mare e aria), è evidente che, affinché una merce sia pronta per essere acquistata presso il suo venditore, occorrerà che ve la porti un camion.

Riflettendo, potrà valorizzare il ruolo svolto dall’autotrasporto anche per il Suo benessere quotidiano: il latte o il caffè ed i biscotti per la prima colazione; i vestiti da indossare per uscire di casa; l’autovettura ed il carburante; il cellulare o il pc e così via (l’elenco sarebbe assai lungo, oltre che noioso); tutti saranno stati  consegnati, laddove pronti per essere acquistati, proprio da un autotrasportatore.

Oltre che rilevante per l’intera economia nazionale, l’autotrasporto è anche sicuro. Proprio in questi giorni la stampa specializzata ha diffuso i dati basati sul rapporto di ACI-ISTAT per l’anno 2013. Ne scaturisce un bassissimo tasso di incidentalità in cui risultano coinvolti mezzi pesanti: solo il 6,4% (il dato nulla dice pertanto su chi abbia effettivamente provocato il sinistro, per cui la percentuale potrebbe ridursi ulteriormente) e, tra questi, solo lo 0,32% ha causato danni mortali.

E’ pertanto l’immagine di un settore virtuoso, fatto di uomini/professionisti del volante, che poco si concilia con l’autotrasportatore da Lei preso erroneamente a riferimento che, beffando per di più il Fisco italiano, si mette al volante di una vera e propria “bomba” su strada, dati i freni mal funzionanti e pneumatici usurati. A ciò aggiunga, per meglio comprendere tutti i controlli a cui le nostre aziende sono giustamente sottoposte, le revisioni obbligatorie annuali per i mezzi trainanti e per quelli trainati (è biennale per le autovetture, che potrebbero pertanto circolare liberamente su strada pur in condizioni assai più pericolose) o, ancora, i Centri di Revisione Mobile che operano alla presenza di tecnici degli Uffici della Motorizzazione Civile e delle forze di P.S., presenti su tutte le principali arterie autostradali.

Infine, ed in tema di equità fiscale, la Corte dei Conti europea si è pronunciata in materia di autotrasporto, dopo la pausa estiva, individuando una inefficiente sproporzione tra quello che l’autotrasporto genera in termini di contributo per il Paese (ivi incluse imposte, tasse ed accise a carico delle imprese) e quello che esso riceve sotto forma di risorse specifiche.

Per tutto quanto sopra esposto potrà comprendere che la figura da Lei citata nell’articolo sulla Gazzetta costituisce una realtà estranea ai soggetti legittimamente appartenenti alla categoria e rappresenta, oltre che un pericolo pubblico per la circolazione stradale, fonte di ulteriore danno (grave ed irreparabile) per gli stessi  autotrasportatori che hanno fatto della condotta irreprensibile nello svolgimento della propria attività principio inderogabile. La storia dell’autotrasporto italiano ci ha drammaticamente insegnato che gli illeciti commessi da una minoranza di soggetti assai avvezzi all’illecito abbiano sortito l’effetto generalizzato di una riduzione scellerata delle tariffe di trasporto, determinando margini di redditività nulli, quand’anche negativi, per i tanti operatori onesti.

Contestualizzando il tutto al livello locale, e per meglio illustrarLe la situazione dell’autotrasporto a Taranto, consideri che i trasportatori in conto ILVA stanno tuttora pagando conseguenze pesantissime in termini di volumi di traffico in partenza dal siderurgico e dei relativi termini di pagamento (che hanno sfiorato i centocinquanta giorni) . Centinaia di imprese, portate avanti con sacrificio anche per più generazioni, si sono viste costrette in prima battuta a licenziare i propri dipendenti ed a liquidare il proprio parco macchine, determinando un ulteriore impoverimento delle famiglie e, secondariamente - considerata anche l’impossibilità di ottenere ulteriore credito dai propri fornitori (es. distributori carburante, gommisti, officine di manutenzione, ecc.) e dagli istituti di credito - a cessare l’attività per impossibilità di far fronte agli impegni contratti.

Non è migliore la situazione dei tanti trasportatori portuali tarantini: sarà certamente informato dell’avvio (con notevole ritardo per i tanti ricorsi succedutisi tra le imprese appaltatrici) dei lavori all’interno del nostro Porto e del conseguente dirottamento da parte di EVERGREEN di una grossa fetta dei traffici containeristici verso il Pireo.

Infine, i cisternisti in conto ENI che hanno recentemente subito un taglio contrattuale del 50% delle commesse di trasporto precedentemente acquisite, cedute a grosse realtà imprenditoriali non residenti.

La invito, pertanto, a rivalutare in chiave positiva il ruolo svolto dall’autotrasporto ed il suo contributo decisivo per il benessere quotidiano e la crescita della nostra economia. Certamente, per tutto quanto descritto, l’autotrasporto ne esce vittima, non carnefice.

L’illecito, laddove operato furbescamente da qualche disonesto, non ci appartiene e non rappresenta che un caso sporadico da cui prendiamo le debite distanze.

 

Cordiali saluti.          

 

                                                                                                          Il segretario provinciale

                                                                                                          Dott. Biagio Provenzale                                                                                                     

    Convocazione, pervenuta  da parte del Ministero del Lavoro per venerdì 14 novembre alle ore 11 per discutere la vertenza Marcegaglia. Alla luce di tale convocazione i sindacati  hanno deciso di annullare il presidio programmato per domani mattina dinanzi alla Prefettura.

 Tuttavia, Fim Fim Uilm  approfitteranno dell'incontro con i lavoratori, che si svolgerà sempre domani alle 9 davanti  alla Prefettura, per metterli a conoscenza della convocazione ministeriale.

 

 
Opportunità per gli assegnatari dei voucher formativi della Mis. 331
 
 
 
Coloro che, nell’apposita graduatoria della Regione Puglia, compaiono quali assegnatari di formazione
gratuita, nell’ambito della Misura 331 del PSR Puglia FEASR 2007-2013, hanno ancora pochi giorni a
disposizione per spendere il proprio voucher formativo con la frequenza rispettivamente del corso per Operatore
di Masseria Didattica (L.R. 2/2008) e della Formazione obbligatoria per l'iscrizione nell'elenco degli
Operatori Agrituristici (L.R. 42/2013), della durata di 90 ore ciascuno, erogati da SMILE Puglia nella propria
sede di Manduria.
Per entrambe le tipologie di corso, gli assegnatari corrispondono principalmente al profilo di disoccupati, che
hanno intenzione di svolgere attività imprenditoriali nella tematica oggetto del percorso formativo scelto. Ma
figurano anche imprenditori agricoli e altri operatori economici che intendano investire nel settore primario.
In entrambi i corsi, le figure professionali in uscita saranno formate alla conoscenza della normativa che regola
l'attività agrituristica e alla valutazione dei flussi turistici relativi all'offerta e alla domanda nel settore agrituristico.
Conosceranno la classificazione delle aziende agrituristiche, le norme igienico-sanitarie generali relative agli
immobili e alle attività agrituristiche, alla conservazione di alimenti e bevande e all'igiene degli alimenti (metodo
HACCP). Acquisiranno competenze sulle tecniche turistiche applicate all'agriturismo.
Nel caso della formazione per Operatore di Masseria Didattica, inoltre, saranno approfondite le tecniche e le
conoscenze di pedagogia e didattica in fattoria, nonché i processi di organizzazione delle attività per la
promozione del territorio rurale e delle iniziative legate alle tradizioni folcloristiche e di costume del territorio.
Per andare incontro alle esigenze degli assegnatari di voucher iscritti ai propri corsi, SMILE Puglia anticiperà
per ognuno di loro l’importo del voucher formativo corrispondente, di cui la Regione Puglia prevede il rimborso
solo a consuntivo.
Per la domanda di iscrizione, si raccomanda di contattare la sede manduriana di SMILE Puglia, esclusivamente
all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , scrivendo all’oggetto: Mis. 331 - c.a. dott.ssa Zingarello Pasanisi.
Nuova crociata ambientalista dell'associazione PeaceLink. Antonia Battaglia, Luciano manna e Alessandro Marescotti hanno, infatti, chiamato in causa il commissario straordinario per l’Ilva, Piero Gnudi, per chiedergli chiarimenti sul Rapporto di sicurezza di Ilva S.p.a. "il cui ultimo aggiornamento - sottolineano i tre ambientalisti - risale all'ottobre 2008. In virtù del D.Lgs. 334 del 1999, nello specifico art. 8, il rapporto in questione andrebbe riesaminato con cadenza quinquennale".

Il Rapporto di sicurezza è un elaborato tecnico, i cui contenuti in Italia sono definiti per legge dal DLgs n°334 del 1999 ("Legge Seveso"), che serve a individuare all'interno di uno stabilimento quali sono gli eventuali incidenti rilevanti possibili e quali sono le misure di sicurezza e di prevenzione adottate per prevenirli.
 
"Abbiamo chiesto informazioni in merito, tramite l’invio di posta elettronica certificata (PEC), all'ufficio Servizio rischio industriale della Regione Puglia, che - fanno presente Battaglia, Manna e Marescotti - ha risposto che ...agli atti di questo Servizio risulta che l'edizione del Rapporto di sicurezza della società Ilva SpA, validata dal Comitato tecnico regionale Puglia (Ctr) è quella del 2008. Per quanto riguarda invece l'edizione del 2013 si comunica che la stessa è oggetto di valutazione del Ctr (art.21 del D.Lgs. 334 del 1999 e smi.)...".
 
Non solo, i tre esponenti di Peacelink sottolienano, anche, che le versioni dei Rapporti di sicurezza consultabili on line per il pubblico "sono inaccessibili poichè il portale Ambiente della Regione Puglia è in manutenzione già da alcuni mesi".
 
Pertanto, in virtù di quanto appreso,  Peacelink chiede se tale situazione "disattende la direttiva europea 96/82/Ce relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose conosciuta come Legge Seveso II"; per quale motivo, ad oggi, l'edizione 2013 del Rapporto di sicurezza Ilva SpA "è ancora al vaglio del Ctr".

La questione del Rapporto di Sicurezza, secondo quanto affermano Battaglia, Manna e Marescotti, è di estrema inmportanza in quanto, dopo la lettera di messa in mora inviata nel settembre del 2013 dalla Commissione europea per il mancato controllo degli effetti dell’attività del centro siderurgico pugliese sull’atmosfera e il territorio, "se ne è aggiunta nell'aprile scorso una seconda complementare per il mancato rispetto della normativa Seveso, all'interno della quale gioca un ruolo cardine il Rapporto di sicurezza Ilva. Aggiungiamo, infine, che alla pubblica amministrazione spetta il compito di effettuare un'istruttoria tecnica sul Rapporto di sicurezza al fine di valutare l’idoneità e l’efficacia dell’analisi del rischio. La pubblica amministrazione - aggiungono i tre ambientalisti - deve verificare, anche mediante sopralluoghi presso lo stabilimento, la corrispondenza delle informazioni contenute nel Rapporto di sicurezza e quanto effettivamente attuato da parte dell'Ilva, indicando le situazioni di carattere impiantistico e gestionale sulle quali è opportuno intervenire per prevenire il rischio di incidente rilevante, migliorando le condizioni di sicurezza interne ed esterne allo stabilimento (sicurezza della popolazione, protezione ambientale, sicurezza dei lavoratori, sicurezza dei processi). L’istruttoria tecnica si conclude con un atto che contiene le valutazioni tecniche finali, le eventuali prescrizioni integrative e, - conbcludono Battaglia, Manna e Marescotti - qualora le misure adottate dal gestore per la prevenzione e la riduzione di incidenti rilevanti siano nettamente insufficienti, viene prevista la limitazione o il divieto di esercizio".
"La delibera approvata con compiacimento ma con dubbia efficacia, serve solo a mettere ulteriormente in forse i tempi di realizzazione delle opere portuali ed in alcuni casi la loro stessa già acquisita fattibilità. Mette inoltre ulteriormente in posizione di debolezza il territorio e i lavoratori portuali nella complicatissima vertenza da tempo in atto nel comparto"
E' una bocciatura senza appello quella che i segretari di Filt-Cgil, Oronzo Fiorino, Fit-Cisl, Francesco Tursi, e Uiltrasporti, Carmelo Sasso, fanno della delibera di giunta approvata mercoledì scorso dal Consiglio comunale che approva il piano regolatore del porto ma che blocca il progetto Tempa rossa. La variante, indicata dalle commissioni Assetto del territorio e Attività produttive, impedisce di fatto la costruzione di due grandi serbatoi nei quali stoccare il petrolio in arrivo dal giacimento della Basilicata e l'allungamento di 350 metri del pontile petroli della raffineria per l'attracco delle navi destinate a caricare il greggio.
Un provvedimento che proprio non piace ai sindacati categoria che, pure, erano stati ascoltati dai componenti le due commissioni consiliari ma, evidentemente, dicono Fiorino, Tursi e Sasso, "nella sostanza i nostri suggerimenti sono rimasti inascoltati e, oggi, si addiviene ad una decisione anomala, della quale noi stessi, 
al momento, non conosciamo esattamente i contenuti". 
Un comportamento, sostengono i segretari di Filt, Fit e Uiltrasporti che, di fatto, crea una voragine tra istituzioni e lavoratori con i secondi che hanno perso fiducia nelle prime.
"Ai lavoratori dell’edilizia, dei servizi tecnico nautici, dell’autotrasporto, delle agenzie marittime e spedizionieri, che da anni attendono la realizzazione delle opere portuali al fine di un possibile incremento delle loro attività lavorative (che ricordiamo sono sprovvisti in questa fase di durissima crisi di ogni sorta di “paracadute” in termini di ammortizzatori sociali), - sottolineano i tre segretari - chi assume le decisioni dovrà pur dare delle risposte.  Riprendiamo, da subito, i nostri percorsi, - concludono Fiorino, Tursi e Sasso - forti dei convincimenti maturati e con una maggiore consapevolezza su quelli che potranno essere gli “alleati”, veri e leali, con i quali potersi interfacciare per finalizzare i progetti di futuro. Ritorniamo ad invocare un confronto “vero” con tutti gli attori interessati nella programmazione dello sviluppo del nostro territorio". 
 

Domani mattina, sabato 8 novembre, nella fascia oraria compresa tra le ore 11.00 e le ore 12.00, nello stabilimento Ilvadi Taranto, sarà eseguita l'attività di demolizione, con l'utilizzo di esplosivi, di una torre piezometrica della rete acqua di stabilimento, dismessa, in cemento armato, sita nella zona Nord Ovest. In caso di condizioni meteo avverse l'operazione sarà rimandata a data da destinarsi.
A darne notizia è la direzione dello stabilmento che precisa anche che la Questura di Taranto "ha concesso il permesso all’esecuzione delle attività, che saranno svolte dalla società Nitrex Srl. 
Al fine di garantire le condizioni di massima sicurezza - spiegano all'Ilva - durante l'intervento saranno attivati tutti gli enti dello stabilimento preposti alla sicurezza e prevenzione per applicare le procedure prescritte, nonchè quelle indicate dalla Questura". 

La torre piezometrica  è un manufatto utilizzato frequentemente negli schemi acquedottistici, composta da un serbatoio sollevato da terra da tralicci in metallo o muratura. Viene in genere utilizzato come riserva, e per ottenere una pressione nelle condutture maggiore di quella dell'acquedotto; la pressione allo scarico è direttamente dipendente dall'altezza del serbatoioSono opere di notevole altezza perché vincolate al rispetto della linea piezometrica della condotta.

Le torri possono svolgere una o più  funzioni come la regolazione della piezometrica quando è necessario fissare una quota della linea piezometrica in un determinato punto del tracciato della condotta per evitare che un tratto di condotta possa essere oggetto di valori di pressioni non compatibili con le sue caratteristiche meccaniche (es. condotte cementizie); per derivare da un'adduttrice garantendo un carico idraulico di partenza costante.

Altra funzione è la sconnessione idraulica: quando si vuole evitare che il moto vario che si può generare nel tratto di condotta a valle possa propagarsi a quello di monte oppure quando si hanno abitati serviti da serbatoi di estremità. In questo caso l'adduttrice può lavorare a portata costante non risentendo più della variabilità della portata nelle 24 ore legata ai consumi del centro urbano); per proteggere un tratto di condotta dai fenomeni di colpo d'ariete come nel caso delle condotte forzate.

Infine c'è la funzione di sezionamento quando è necessario suddividere una lunga condotta di adduzione in diversi tronchi di idonea lunghezza in modo che, in caso di rottura di uno di questi, non sia necessario svuotare l'intera adduttrice ma solo il tronco da riparare".

L'accordo raggiunto in Sicilia per il futuro della raffineria di Gela rappresenta per il territorio e i lavoratori un punto d'arrivo importantissimo. Dopo un lungo periodo di vertenza, in cui anche i rappresentanti politici si sono assunte le loro responsabilità, l'Eni ha deciso di investire due miliardi per trasformare la raffineria in una green refinery, una centrale capace di produrre biodiesel a partire da materiali vegetali e non più fossili.

Ma se in Sicilia si investe grazie alla pressione dei lavoratori e della politica, "a Taranto - fa presente Giordano Fumarola, segretario generale della Filctem CGIL - il futuro sarà ben diverso. Il deposito costiero comporterà la perdita, nel tempo, del novanta percento dei lavoratori, dai circa quattrocento che sono ora, si arriverà a meno di cinquanta. Investimenti come quelli di Gela permetterebbero di avere impianti più ecocompatibili e più performanti, e questo non solo garantirebbe una qualità di vita migliore nel territorio ma permetterebbe di salvaguardare i livelli occupazionali, garantendo almeno il numero di dipendenti che ora sono in carico alla raffineria. Con il progetto del deposito costiero i lavoratori dell'indotto potrebbero essere i primi a pagarne la scelta. "Come Filctem Cgil - dice Fumarola - ci piacerebbe che l'esempio di Gela fosse seguito anche a Taranto, una città e un territorio già duramente colpito che ha bisogno di importanti investimenti in termini di innovazione e ambientalizzazione, di un ragionamento capace di guardare al futuro senza timore. Ma tutti sono tenuti a fare la propria parte. Così come i lavoratori a Gela sono stati capaci di stare in una vertenza complessa, portando a casa un risultato storico, così lo saranno anche a Taranto, ma è necessario - conclude Fumarola - che l'impresa e le istituzioni si sentano chiamate in causa".

"Presidente, quando verrà, nei prossimi giorni, a Taranto ci permetta di accompagnarla all'interno dell'Ilva" perchè "solo così potrà conoscere la verità", quella verità che "anche Cgil, Cisl e Uil ed esponenti delle forze politiche locali non le rappresentano".

E' questo, in estrema sintesi, il succo della lettera che il Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti ha inviato al presidente del Consiglio, Renzi, in vista di una sua visita a Taranto.

 " In questi anni - si legge nella lettera - il Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti ha svolto un importante ruolo negli eventi nevralgici che hanno segnato la storia della città e del siderurgico che ospita. Al proprio interno raccoglie cittadini impegnati in prima linea nella lotta all'inquinamento e lavoratori da anni attivi affinché, proprio in quella fabbrica, il lavoro non fosse solo un moltiplicatore di morte (tanto nello svolgimento delle proprie mansioni quanto coi fumi e i veleni della produzione). Alcuni di loro hanno svolto un ruolo centrale e decisivo anche nell'ambito dell'inchiesta "Ambiente Svenduto" condotta dalla magistratura tarantina. Un esempio su tutti: difficilmente - spiegano nella lettera a Renzi - si sarebbe giunti alla scoperta dei fiduciari dei Riva in fabbrica, che operavano come kapò pur non avendo alcun inquadramento aziendale, senza chi vi scrive; senza il mobbing e le angherie subiti da pochi coraggiosi operai spesso osteggiati anche da Cgil, Cisl e Uil. Se oggi non esiste più un "governo ombra" nello stabilimento lo si deve alle nostre scelte. Le scriviamo, dunque, perché il giorno in cui verrà a Taranto non vorremmo contestarla, urlarle contro le colpe che pure il suo Governo ha nella vicenda Ilva. Al contrario vorremmo accompagnarla, portarla negli impianti per farle conoscere la "vera" Ilva con gli occhi di chi per anni ha denunciato nel silenzio totale di istituzioni e sindacati (fino all'arrivo dei sigilli della Magistratura). Vorremmo poter esprimere le nostre idee alternative per Taranto, il Sud e l'Italia. La nostra posizione e la nostra storia - prosegue la lettera dei Liberi e pensanti - non possono in alcun modo essere rappresentati dai sindacati e siamo certi che se si limiterà ad incontrare loro non potrà avere una vera idea di cosa è Taranto e di ciò che tutt'oggi accade nell'Ilva. Camminerebbe all'interno della bolla di vetro linda e pulita che sono bravi a decorare per le grandi occasioni. Noi le offriamo la possibilità di un viaggio vero nella carne moribonda del mostro d'acciaio, ma le ricordiamo anche che le organizzazioni sindacali non sono rappresentative di tutti gli operai presenti in fabbrica, bensì solo di una minoranza. Noi - concludono - le diamo l'occasione di non fare una semplice passerella, e le chiediamo in cambio solo la possibilità di esporle il nostro punto di vista, quelle verità che tanto i sindacati quanto le forze politiche (a cominciare da chi rappresenta in terra ionica il Partito democratico) non le racconteranno mai".

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