Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 170

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 166

Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

La Cisl Taranto Brindisi è intervenuta apertamente, più volte, sulla necessità di cogliere le opportunità che il “Piano Straordinario per il Lavoro – Per un lavoro di cittadinanza” comprensivo dei cosiddetti cantieri di cittadinanza e del protocollo per il lavoro minimo di cittadinanza, mettono a disposizione in termini di politiche attive per il lavoro. Tali opportunità  vengono incontro a persone in condizioni di particolare fragilità sociale e sono il frutto dell’accordo sottoscritto lo scorso 28 luglio tra i sindacati confederali Cisl, Cgil, Uil e la Regione Puglia.

"Con una nostra nota del 19 settembre  scorso - sottolinea Daniela Fumarola, segretario generale della Cisl Taranto Brindisi -  elaborata all’indomani del confronto che tenemmo a Brindisi con l’assessore regionale al lavoro Leo Caroli e con tutti i soggetti  interpellati dal protocollo d’intesa (sindaci, organizzazioni sindacali, ecc.), rilanciammo anche per il territorio di Taranto la necessità di far presto ad elaborare il protocollo d’intesa. Più recentemente - aggiunge il segretario Cisl - abbiamo ribadito le nostre sollecitazioni, in sede di Consulta per lo sviluppo, riunita lo scorso 7 novembre presso la Provincia di Taranto, anche in forza della richiesta ufficiale ed unitaria indirizzata, lo scorso settembre, alle istituzioni locali, sollecitando le disponibilità del neo Presidente in primis e dei Sindaci ionici, perché non sottovalutassero la possibilità di utilizzare le risorse finanziarie disponibili. In questo secondo caso, come già da noi fatto in precedenza, abbiamo sollecitato le pubbliche amministrazioni ioniche ad utilizzare al meglio anche le risorse finanziarie previste dalla programmazione dei Fondi europei 2014-2020, con riferimento alle misure individuate per l’inclusione sociale, senza limitarsi alle azioni previste dal Piano straordinario regionale".

Alla luce di ciò, puntualkizza Daniela Fumarola, le recenti dichiarazioni dell’assessore regionale Caroli "ci sembra che non tengano conto di questo percorso, attivato come Cisl e poi sollecitato anche alle altre organizzazioni sindacali. Siamo fortemente convinti che solo operando tutti insieme su obiettivi condivisi, senza accampare primazie, salvaguardando le proprie identità ed autonomie, si possano produrre risultati positivi, anche per questa porzione di nostro territorio particolarmente provato da una serie infinita di emergenze sociali ed occupazionali. Il Paese e la Regione Puglia - conclude Fumarola - hanno bisogno di più sindacato, perché il dialogo sociale non è ininfluente nel processo in atto di cambiamento del Paese che sollecita la responsabilità di tutti, nessuno escluso". 

Quando si parla di difesa di posti di lavoro, di difesa dei propri concittadini, i colori politici vengono messi da parte ed i vari livelli di governo (Nazionale, Regionale e Locale) fanno squadra ritrovandosi uniti. Questo quanto accaduto nella vertenza Marcegaglia Buildtech di Taranto che oggi si é conclusa positivamente a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico. 84 lavoratori dell'Azienda Marcegaglia, in cassa integrazione già da un anno e che rischiavano il licenziamento, oggi possono tornare alla tranquillità lavorativa e familiare grazie all'accordo che vede il mantenimento di tutti ed 84 gli operai specializzati, a tempo indeterminato, alle stesse condizioni salariali e soprattutto rimanendo nella città di Taranto. A siglare l'accordo oltre alle parti sindacali con le rispettive RSU, vi erano per la Regione Puglia il Governatore Vendola accompagnato dall'Assessore al Lavoro Caroli, per il Comune di Taranto l'Assessore Francesco Cosa ed il Consigliere Comunale Aldo Renna, per Marcegaglia l'Amministratore Delegato dott. Prete e su tutti la nuova azienda OTLEC S.p.A. che investira investirà a Taranto proprio nell'area industriale nel sito ex Marcegaglia. La OTLEC, azienda piemontese operante nel settore siderurgico e della produzione di motori di cogenerazione ma anche leader nelle attività legate alla produzione di bruciatori a bassa pressione e nella realizzazione di prodotti energetici e centrali a biomassa, quindi energia pulita, durante i lavori ha illustrato il Piano Industriale con gli obiettivi di sviluppo del sito di Taranto e confermando l'impegno a ricollocare tutti gli esuberi Marcegaglia. L'Assessore Cosa ed il consigliere Renna hanno espresso grande soddisfazione per il risultato conseguito, ma soprattutto per il grande senso di responsabilità dimostrato da parte di tutti gli attori che indubbiamente hanno evitato l'acuirsi del disagio sociale, già molto pesante nella città di Taranto. Hanno espresso inoltre un plauso per il lavoro svolto dalla Regione Puglia e nello specifico per quanto fatto in maniera meticolosa e rassicurante dall'Assessore al Lavoro Caroli. "Siamo fieri di questo risultato ma anche del fatto che in un periodo di crisi generale della nostra città, un'azienda del calibro della OTLEC investa sul nostro territorio dando la dimostrazione che Taranto è appetibile per futuri investimenti".
Sono stati oltre 500 i lavoratori che martedì mattina hanno partecipato all'assemblea nell'Ilva di Taranto organizzata in vista dello sciopero del 12 dicembre e alla quale ha presenziato il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso. Un incontro che ha preceduto l'assemblea tenutasi al teatro Orfeo, pieno come un uovo, sul tema LavoriAmo per Taranto. "I lavoratori sono molto preoccupati per il futuro e per il destino del loro lavoro" ha sottolineato la coriacea segretario nazionale perché, ha aggiunto, "sono lavoratori provati dalla lunga incertezza rispetto alla gestione dell'impresa e alle prospettive. Durante l'assemblea con la Uil abbiamo proposto le ragioni dello sciopero del 12 dicembre e quindi il tema del lavoro su cui deve basarsi la politica economica. Noi, che siamo sempre stati fautori di un intervento pubblico, vogliamo, però, capirne modi e natura e che non sia semplicemente un ponte per poi vendere l'Ilva al miglior offerente ma sia una scelta di politica industriale". Di qui, ha spiegato Susanna Camusso, la richiesta del sindacato al governo "per avere un incontro e capire cosa stanno pensando e come vogliono gestirla". Anche la Cgil, infatti, ritiene la siderurgia un settore strategico "per il nostro Paese che non possiamo permetterci di perdere. Lo stato deve farsi carico della continuità del lavoro e dell'intervento ai fini della salute dei lavoratori e della citta e della qualità produttiva. Vogliamo essere interlocutori di questo processo e della necessità che l'intervenuto pubblico sia vero". E, a proposito delle varie cordate interessate all'acquisizione dell'Iva, le cui offerte sono giudicate "troppo generiche", Susanna Camusso ha ribadito di non conoscerne ancora, perché ancora nessuno le conosce, "valori e piani industriali. Discutiamo concretamente di quali possibilità ci sono, quali scelte si fanno, quali responsabilità si assume il governo e che garanzie offre ai lavoratori. Non si può affrontare il piano industriale e il risanamento di una grande impresa solo per slogan ma vanno fatte delle scelte". Ma il salvataggio del colosso d'acciaio con ormai i piedi di argilla non può passare attraverso la costituzione di una bad company. Un'ipotesi che il segretario Cgil non vuole prendere in considerazione neanche per un minuto. "L'esperienza Alitalia - dice - non è stata una esperienza positiva ed è questa una delle ragioni per cui diciamo che ci vuole chiarezza degli interventi, e non semplicemente determinare migliori condizioni per qualunque offerente. Deve essere una assunzione di una funzione strategica di una produzione siderurgica del nostro Paese. Lo schema Alitalia non ha funzionato e quindi non può essere riproposto: non può - ha poi concluso Camusso - essere riproposta una idea secondo cui il pubblico si fa carico delle perdite e i privati pigliano i profitti". Sulle emergenze sociali e occupazionali che stringono in un abbraccio letale il territorio si è poi soffermato il segretario della Cgil ionica, Giuseppe Massafra. "Generare lavoro - ha detto - passa, ad esempio, anche dalla consapevolezza che questo Paese ha bisogno di essere tenuto in ordine. Occorre un piano straordinario per la cura degli assetti idrogeologici considerando gli episodi sempre più frequenti di disastri, derivanti dalle calamità naturali, a cui assistiamo, anche nel nostro territorio. E io penso che prendersi cura del territorio, qui da noi significa anche intervenire per risanare le aree sottoposte per anni agli agenti inquinanti di derivazione industriale. Il tema delle bonifiche a Taranto non quindi solo un esigenza di riscatto della popolazione, potrebbe diventare anche una straordinaria occasione di sviluppo e occupazione". Per cui, per Massafra creare lavoro é l'unica soluzione "per far ripartire il paese. Investire in spesa pubblica è lo strumento per realizzare questa condizione. Il lavoro - ha sottolineato ancora Massafra - è l'antidoto a molti mali. E' il cambio di passo di una comunità che cambia cultura e decide di non farsi assistere ma di essere protagonista del cambiamento collettivo e individuale". Ecco perché il sindacato qualche giorno ha lanciato un appello ai sindaci di questo territorio, "a partire dal sindaco di Taranto", perché si possa arrivare "anche in provincia di Taranto", a sottoscrivere un protocollo d'Intesa "utile alla realizzazione di interventi per creare nuova occupazione, attraverso le azioni regionali sul lavoro minimo di cittadinanza e i Cantieri di cittadinanza. Sono provvedimenti, questi, - ha aggiunto Massafra - che potrebbero dare risposta a coloro che hanno perso il lavoro, a coloro che non sono mai riusciti a trovarlo, a coloro che vivono in condizioni di estremo disagio sociale e che potrebbero essere impiegati in lavori di pubblica utilità. Penso alla messa in sicurezza di scuole e di edifici pubblici, alla tutela del verde, alla fruizione di spazi culturali; proprio attraverso la collaborazione tra pubblico e privato e avvalendosi di risorse importanti messe a disposizione dalla Regione". Non poteva non irrompere l'attualità nei lavori dell'assemblea della Cgil con la classifica del Sole 24Ore sulla qualità della vita in Italia che relega Taranto nelle ultime cinque posizioni della classifica. "Questa città - ha commentato Massafra -, che continua ad essere agli ultimi posti di quella classifica, è stata segnata negli ultimi tempi dal record drammatico di suicidi, molti di quei gesti estremi erano la conseguenza dell'indigenza e dell'impossibilità ad andare avanti. Con il lavoro possiamo sottrarre la manovalanza a buon mercato alla criminalità e all'illegalità. In questa città si è tornati a sparare per strada, sempre più frequenti sono gli episodi di rapina ai danni di esercizi commerciali. Anche questo è frutto di una crisi economica che diventa crisi sociale. Su questo tema - ha poi concluso il suo intervento il segretario Cgil, Massafra - venerdì prossimo ospiteremo a Taranto la Carovana della Legalità e affronteremo, in un'iniziativa pubblica, i tanti problemi che affliggono questa città".

Diffondere la cultura dell’innovazione digitale nelle piccole e medie imprese e favorire l’utilizzo del web per la promozione del Made in Italy. Questi gli obiettivi di Eccellenze in digitale, il progetto che vede insieme Google, Unioncamere, 52 Camere di commercio italiane tra cui Taranto.I settori obiettivo individuati per la provincia ionica sono l’artigianato artistico di Grottaglie ed i prodotti agroalimentari: i vini Primitivo e Negramaro di Manduria, l’olio extravergine d’oliva (Dop), pane e prodotti da forno di Laterza, caciocavallo, capocollo di Martina Franca.

Da settembre operano presso la Camera di commercio di Taranto e con il tutoraggio della dottoressa Francesca Sanesi,  i due borsisti Marcella Cavallo e Michele Leone, selezionati tra migliaia di giovani neolaureati, che hanno già avviato i contatti con le imprese del territorio.

Eccellenze in digitale tour è un “road show” partito lo scorso 30 maggio da Bologna, che ha già toccato Firenze, Siracusa, Trento e si concluderà a Roma. Venerdì prossimo, 5 dicembre, l’iniziativa è promossa da Google e Fondazione Symbola, con la collaborazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e in partnership con Cna e Coldiretti farà tappa a Taranto, nella sala Monfredi della Cittadella delle imprese. Scopo del tour è quello di incontrare le Pmi e mostrare loro in che modo ed in che misura il Web può farle crescere aprendo le porte del mercato globale.

L’innovazione, l’ampliamento e la diversificazione dei mercati, la possibilità di essere in rete in una dimensione internazionale, sono ormai elementi di competitività fondamentali” – ha ricordato il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli secondo il quale “la formula di Eccellenze in digitale è vincente perché abbina l’utilizzo delle nuove tecnologie con la promozione delle produzioni di qualità che fanno parte del nostro patrimonio culturale”.

 

"Fare una bad company per Ilva come con Alitalia non e' possibile perché viola la direttiva comunitaria sul principio chi inquina paga e non sarebbe etico nei confronti della popolazione tarantina che aspetta di vedere il suo territorio bonificato dai veleni e di avere il giusto risarcimento per i gravi danni subiti." E' quanto dichiara il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli .

"Scaricare il tema delle controversie giudiziarie, i risarcimenti, le bonifiche delle aree esterne Ilva nella bad company significherà una sola cosa: lasciare Taranto a convivere con i veleni senza che nessuno pagherà per i danni subiti dalla popolazione e per pulire i terreni, le falde e il mare dai veleni - continua il leader dei Verdi -. Un'alternativa per Taranto è possibile e l'abbiamo spiegata nella proposta di decreto Salva Taranto: costruire il risanamento e il rilancio economico attraverso una conversione industriale modello Bilbao sostenuta da un'area no tax. Ma pensare - conclude Bonelli - che i diritti e i dolori della popolazione tarantina e i veleni dell 'Ilva siano messi dentro una bad company questo per favore no, non lo fate".

“Condividiamo l’intenzione di Matteo Renzi di un intervento pubblico diretto sull’Ilva di Taranto. Del resto è una posizione che abbiamo mantenuto da sempre, non solo dopo l’intervento della magistratura, ma dal 1995, quando a seguito della cessione frettolosa e praticamente gratuita alla famiglia Riva, sostenevamo che era cominciato un percorso che avrebbe portato a un disastro sia dal punto di vista ambientale che della salute, nonché di carattere produttivo e occupazionale. E, purtroppo, siamo stati facili profeti”.

Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia è convinto che esista “un’esigenza immediata di intervento, acquisito che con i 125 milioni della seconda tranche del credito bancario a mala pena si riuscirà a sbarcare il lunario fino a fine anno. Sarebbe quindi opportuno che alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio seguisse un’iniezione di risorse attraverso la Cassa Depositi e Prestiti”.

“Per rilanciare lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa – continua Pugliese - che quotidianamente garantisce un reddito a circa 17mila famiglie, occorrono investimenti ingenti. Il miliardo e 200 milioni sequestrato ai Riva dalla magistratura milanese e richiesto con forza dal commissario Gnudi, è sicuramente un ottimo punto di partenza, ma non basta per sgombrare il campo dai dubbi e per garantire tutti quegli interventi necessari a rimettere a regime l’attività produttiva dello stabilimento in un ambito, finalmente, di sostenibilità ambientale e di rispetto per la salute dei cittadini e dei lavoratori. Un aumento del capitale sociale, in questa fase, è fondamentale per poter guardare al futuro con ritrovato ottimismo. Come UIL di Puglia siamo stati sempre favorevoli a un processo di nazionalizzazione dell’Ilva o quantomeno di forte partecipazione statale. Lo Stato e il Governo, piuttosto che sfidarsi quotidianamente sulle riforme della Costituzione, dovrebbero, in certi casi, limitarsi ad applicarla. L’articolo 42, infatti, è fin troppo chiaro nel disporre l’esproprio del privato per interessi generali: ebbene, l’Ilva è sicuramente un caso di interesse nazionale, un’azienda trainante nel settore, in grado di offrire lavoro, tra diretti e indiretti, a 17mila lavoratori, perno dell’economia e dell’industria italiana. Restiamo fermamente convinti che la mano dello Stato debba agire direttamente, procedendo quindi alla nazionalizzazione dell’Ilva e garantendo le disponibilità finanziarie per coniugare al meglio salute, tutela dell’ambiente e lavoro, ridando così solidità all’impresa e rendendola nuovamente operativa al cento per cento e competitiva sul mercato”.

“Ad oggi – prosegue il Segretario Generale della UIL regionale – si è accumulato già un ritardo notevole sull’applicazione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale): pertanto, la ripresa a pieno regime dell’attività dell’Ilva è legata a doppio filo agli investimenti necessari per la piena applicazione dell’Aia stessa, del piano ambientale e di quello industriale, il che, a quanto risulta, non è affatto contemplato nelle offerte presentate per rilevare l’azienda. Ecco perché riteniamo imprescindibile l’intervento diretto dello Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e attraverso una gestione diretta dell’attività almeno per i prossimi due anni. Così come è indispensabile l’applicazione della priorità dell’UE secondo cui ‘chi inquina paga’ per reperire le risorse utili a realizzare gli investimenti sullo stabilimento e sul territorio: per risanare 115 km quadrati di territorio e il Mar Piccolo i pochi milioni di euro a disposizione sono assolutamente insufficienti”. 

 

Il prossimo 5 dicembre, a partire dalle 10, Eccellenze in digitale Tour farà tappa a Taranto nella sala Monfredi della Cittadella delle imprese, in viale Viriglio 152. L'iniziativa punta a valorizzare il Made in Italy aiutando le eccellenze dell’artigianato, della piccola industria e dell’agricoltura a digitalizzarsi per accedere e competere con più facilità sui mercati internazionali. “Eccellenze in digitale tour”, è promosso da Google e Fondazione Symbola, con la collaborazione del Professor Stefano Micelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e la partnership di Cna e Coldiretti, che toccherà Taranto per la sua quinta tappa e si chiuderà in dicembre a Roma. L’appuntamento tarantino si aprirà con una conferenza stampa di presentazione in programma il 2 dicembre alle 10, proseguirà con una tavola rotonda e si chiuderà nel pomeriggio con una sessione di formazione per imprenditori e artigiani su social marketing ed E-commerce. Nella tappa del 5 dicembre interverranno: Luigi Sportelli - Presidente Camera di Commercio di Taranto; Domenico Sturabotti - Direttore Fondazione Symbola; Stefano Micelli - Professore di E-business Università  Ca’ Foscari di Venezia; Loredana Capone -Assessore alla Sviluppo Economico Regione Puglia; Diego Ciulli - Senior Policy Analyst Google;  Fabrizio Nardoni - Assessore Agricoltura Regione Puglia; Francesco De Giorgio - Segretario generale Camera di commercio di Taranto; Vincenzo Bellini- Presidente Distretto Produttivo Puglia Creativa; Angelo Inglese - Titolare Sartoria G. Inglese. Previsto anche l'intervento dei due borsisti impegnati presso la Camera di commercio di Taranto nel progetto Eccellenze in digitale: Marcella Cavallo e Michele Leone. Infine, le testimonianze "eccellenti" del terrtiorio ionico: Crispino Lanza - Primato Pugliese; Armando Salerno Mele- Madeinitalyfor.me; Gianluca Lomastro – Made in Taranto.

"Quella di Renzi sull'Ilva è l'ennesima presa in giro a danno dei cittadini. Taranto è già saltata, sta già morendo. Gli aiuti ci devono essere, ma per la città e non per le fabbriche della morte. Serve un piano di conversione condiviso e partecipato che parta dalle vocazioni del territorio. Tutto il resto è solo presa in giro e uno schiaffo alle centinaia di vittime dell'Ilva". Lo dice l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato, in merito alle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sull'Ilva.

A proposito dello stabilimento di Taranto, il premier ha parlato di tre ipotesi: l'acquisizione da parte di gruppi esteri, da parte di italiani e poi l'intervento pubblico. "Se devo far saltare Taranto - ha detto - preferisco intervenire direttamente per qualche anno e poi rimetterlo sul mercato".
Per l'eurodeputata D'Amato, "le ipotesi di Renzi non stanno in piedi. Solo per far rispettare l'Aia ci vogliono 1,8 miliardi. Risorse che né il pubblico, né i privati intendono investire. L'idea di una trasformazione 'verde' dello stabilimento e in particolare dell'area a caldo, lo si è capito da tempo, è impossibile - continua l'europarlamentare tarantina - L'unica via d'uscita per salvaguardare ambiente e salute è la riconversione dell'area industriale verso un'economia votata al turismo, cultura, agricoltura, pesca ed industrie pulite. Se Renzi intende investire risorse pubbliche, le usi per questo".

Tutto pronto per l’arrivo a Taranto martedì 2 dicembre della segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso. Il leader della Cgil giunge nella provincia tarantina alla vigilia del grande sciopero generale che si terrà il 12 dicembre e per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti il difficile momento che sta attraversando il mondo del lavoro anche nel territorio ionico. "Una iniziativa pensata e voluta come un racconto corale del disagio di giovani e anziani, disoccupati e precari", spiega Giuseppe Massafra, segretario generale della Cgil ionica.

L’arrivo della Camusso è previsto per la prima mattinata, alle 9.30 quando darà il via ai lavori dell’assemblea che si terrà nel cinema teatro Orfeo in via Pitagora a Taranto. Prima dell’incontro, però, il leader della Cgil sarà dalle 7.00 alle 9.00 in Ilva. Qui, nella sede del Consiglio di fabbrica, terrà una assemblea destinata ai lavoratori del siderurgico. All’incontro con i lavoratori sarà presente anche il segretario nazionale della Uil, Guglielmo Loy. 

"Abbiamo chiesto a uomini e donne del nostro sindacato di raccontarlo il loro rapporto con il lavoro, sempre meno stabile, sempre più precario e a rischio – dice Massafra – così la nostra segretaria nazionale sarà accolta da loro, da quelle vicende umane e sociali che attraversando tanti luoghi di lavoro, da quello nei campi, passando per una banca, e finendo al cosiddetto posto fisso fino alla cassa integrazione o il contratto a progetto, spiegano come una riforma seria non si possa fare affossando ancora di più vite al limite".

Da qui il titolo dell’iniziativa: “Lavori (amo) per i diritti di tutti”, con un richiamo sibillino al rischio di un ulteriore impoverimento dei diritti proposto del Job Acts di Renzi. Nel corso dell’assemblea ci sarà anche spazio per il teatro sociale con la messa in scena di un estratto breve dell’ultimo lavoro del regista Gaetano Colella “Capatosta”. In scena anche in questo caso generazioni e storie di lavoro a confronto con gli attori Andrea Simonetti e Enrico Messina.

Prevista anche la relazione del segretario Massafra. Le conclusioni saranno affidate ovviamente all’intervento della segretaria nazionale, Susanna Camusso.

"C'è gente che sfrutta la crisi dell'acciaio soltanto per fare campagna elettorale, senza avere la minima idea delle ripercussioni sociali ed occupazionali che sta provocando nei nostri territori. Siamo rimaste stupite e scioccate da quanto successo in questi giorni durante la Plenaria di Strasburgo: mentre un europarlamentare socialista francese (Eduard Martin) annuncia la visita all'AST di Terni e all'Ilva di Taranto, due luoghi del quale probabilmente ignora persino le coordinate geografiche, alcuni gruppi politici fanno a gara a prendersi meriti per aver sollevato la questione al Parlamento Europeo".

Lo affermano in una nota le europarlamentari del Movimento 5 Stelle, Laura Agea, e Rosa D'Amato.

"Premesso che l'AST di Terni e l'Ilva di Taranto sono due casi completamente diversi che non possono essere accumunati da un'unica soluzione, a questo punto riteniamo doveroso fare alcune precisazioni - continuano le eurodeputate pentastellate - É il Movimento 5 Stelle che ha chiesto ed ottenuto che la discussione sulla crisi dell'acciaio europeo non venisse affrontata soltanto dal punto di vista delle aziende e delle multinazionali, ma anche e soprattutto dal punto di vista ambientale e dei lavoratori, le prime persone da tutelare in casi gravi e drammatici come questi".

"Infine, sempre il Movimento 5 Stelle, ha chiesto ed ottenuto che alla discussione seguisse una proposta di risoluzione, che sarà votata a dicembre durante la prossima seduta Plenaria del Parlamento Europeo, per fare seguire fatti concreti e alle solite belle parole infarcite di vuota retorica" - concludono Agea e D'Amato. 

 

Pagina 103 di 136