
Economia, Lavoro & Industria (1812)
LA CONVENTION/ Il presidente di Alis Grimaldi: “la via marittima va premiata e sostenuta al massimo”
Scritto da Giornalista1La logistica, che vale il 16 per cento del Pil nazionale, chiede al Governo di salvare gli incentivi “Mare Bonus” per il 2022, aumentare la dotazione per i prossimi anni, potenziare le infrastrutture e tutelare la concorrenza nei porti. Obiettivo, premiare la via marittima rispetto a quella terrestre. “Fortunatamente l’Europa ha dato la possibilità all’Italia di poter confermare gli incentivi sino al 2026 ma c’é il rischio che si perda un pò il 2022” ha detto a margine della convention di Alis il presidente e armatore Guido Grimaldi (Alis è l’associazione della logistica e dell’intermodalità sostenibile). Sono, per il 2022, 20 milioni “per tutta l’intermodalità marittima ed è un qualcosa che assolutamente non va perso”, ha spiegato Grimaldi. Poi, accanto ai fondi dell’anno scorso, ci sono le risorse sino al 2026, “ragioniamo di una ventina di milioni per ogni anno”. “Il momento è delicato - ha rilevato Grimaldi - e bisogna cercare di decongestionare le autostrade. C’é un aumento del costo via strade molto importante, bisogna essere competitivi con le vie del mare. E visto che c’é una tassazione, l’ETS, che entrerà nel 2024, che io chiamo ipertassazione, andrebbe dato un minimo contributo a ciò che sarà veicolato su mare”. Sono contributi importanti ma “non quello - ha sostenuto Grimaldi - che noi richiediamo in considerazione dei milioni di camion che togliamo ogni anno dalle autostrade. Gli italiani, grazie all’intermodalità, risparmiano circa 7 miliardi di euro”. Secondo l’armatore Grimaldi, “la Puglia ha fatto un lavoro straordinario con i porti, Bari e Brindisi crescono a doppia cifra. Brindisi grazie a buoni spazi e infrastrutture e Bari con una buonissima organizzazione che compensa gli spazi non grandi e importanti rispetto a Brindisi. Taranto? Ha una vocazione molto diversa dai porti di Bari e Brindisi. Meno intermodalità, è un porto più per merci alla rinfusa e probabilmente per un’attività di contenitori. Bari e Brindisi sono più porti turistici, autostrade del mare, crociere, come anche Taranto ora. Ma Taranto assolutamente può crescere”. “I problemi sono nella parte nord del Paese - ha sottolineato Grimaldi -. Dovremmo avere un’infrastruttura che permetta agli armatori di poter crescere, invece i porti sono abbastanza congestionati”. “Riteniamo che le infrastrutture marittime debbano essere maggiormente supportate e visto che molti porti in Italia non hanno la possibilità di crescere per varie situazioni, bisogna allargarsi verso il mare. Ci sono delle operazioni che andrebbero fatte in modo celere”, ha concluso Grimaldi.
ALTA TENSIONE/ Ex Ilva, c’è l’ok per la proroga della cassa per 2500 e domani a Taranto si sciopera
Scritto da Giornalista1La comunicazione ufficiale è arrivata quasi alla vigilia dello sciopero di domani. Il ministero del Lavoro ha autorizzato ad Acciaierie d’Italia, ex Ilva, la prosecuzione della cassa integrazione per 2.500 dipendenti a Taranto. È in continuità con quella finita il 19 giugno e andrà avanti sino a fine anno. La proroga avviene grazie ad un articolo inserito nel recente decreto legge sulla Pubblica amministrazione relativo a tutte le imprese ritenute strategiche, e con più di 1.000 addetti, che lo scorso anno non sono riuscite terminare le rispettive ristrutturazioni industriali. La retroattività della decorrenza della cassa integrazione è stata una questione sollevata dai sindacati, i quali giorni fa hanno contestato all’ex Ilva il fatto di aver continuato a sospendere dal lavoro i propri dipendenti prima che la stessa cassa fosse autorizzata e di aver applicato in automatico le decurtazioni retributive.
I 2.500 dipendenti del siderurgico (numero massimo) erano già in cassa lo scorso anno e continueranno a restarci per quest’anno. Questo numero è relativo al 2022 e al 2023, ma in realta è da luglio 2019, pochi mesi dopo il suo arrivo come ArcelorMittal Italia, che l’azienda ha in piedi la cassa a Taranto e da allora non l’ha mai interrotta. Ecco, dunque, una delle ragioni dello sciopero di domani indetto dalle sigle Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm.
È l’area Centro-Sud del Paese che protesta mentre nelle fabbriche del Nord si è scioperato venerdì scorso. Per l’ex Ilva l’astensione sarà nelle ultime quattro ore del primo e secondo turno e per le intere otto ore del terzo. Previsto un presidio di protesta sotto la Prefettura. In un documento dei vertici sindacali dei metalmeccanici si dice che “la siderurgia continua a essere tra i settori strategici per la nostra economia. Soffre però da diversi anni difficoltà consistenti con 20 mila posti a rischio peggiorate dal caro energia, dalla mancanza di materie prime e dal dumping incontrollato delle importazioni”. “Le criticità attuali - affermano le tre sigle - si sommano con le scelte mai realizzate, come il tanto promesso piano nazionale della siderurgia e con le scelte sbagliate dei vari Governi che si sono succeduti negli anni”.
MORTI SUL LAVORO/ Landini oggi a Bari: “è una strage ma non si fa nulla”
Scritto da Giornalista1- \"Siamo in presenza di una strage. L\'abbiamo detto anche al governo, non stan facendo nulla\". Lo ha denunciato il segretario nazionale di Cgil Maurizio Landini, a Bari a margine dell\'elezione della nuova segreteria pugliese, rispondendo alle domande dei giornalisti sule alle numerose morti sul lavoro. L\'ultimo caso risale a ieri, in Puglia, nella frazione di Calendano a Ruvo di Puglia (Bari), dov\'è morto un 70enne.
\"Avevamo avviato un tavolo a gennaio\", ha ricordato Landini. \"Da gennaio ad oggi non è successo niente e la gente continua a morire, come moriva tanti anni fa, con condizioni di lavoro inaccettabili e, molto spesso, quello che stiamo vedendo\" avviene \"attraverso l\'appalto, il subappalto, la precarietà, il non rispetto delle norme\".
\"Per evitare i morti sul lavoro - ha aggiunto il segretario nazionale - bisogna agire sulla prevenzione, non è che debbo sanzionare dopo che i morti ci sono già: debbo fare in modo che di morti non ce ne deve essere neanche uno. E allora bisogna agire sulla prevenzione: bisogna aumentare gli ispettori, bisogna investire sulla sanità, sulla formazione, anche delle imprese. Bisogna smetterla di dare soldi a pioggia a tutte le imprese. Bisogna che le imprese che non rispettano le norme non debbono essere fatte lavorare, non debbono poter partecipare agli appalti\".
La Cgil, ha proseguito il segretario, chiede di \"introdurre una patente a punti che, in linea teorica, diventa come chi non rispetta le norme nella strada: chi fa impresa e non rispetta le norme sulla salute e la sicurezza, non deve avere la possibilità di continuare a lavorare. La salute e la sicurezza devono diventare anche una materia di scuola, di formazione, che riguarda sia chi dovrà andare a lavorare, ma anche gli imprenditori in carne ed ossa\".
Su questi temi \"non sta succedendo assolutamente nulla\", ha concluso Landini. \"E, quindi, da questo punto di vista per noi la situazione non è più accettabile. Anzi, stanno tagliando sulla sanità. Come abbiamo detto al ministro della Salute nei giorni scorsi, i tagli che sono stati fatti in questi anni sulla sanità hanno determinato anche una riduzione dei tecnici di prevenzione sulla salute e la sicurezza. Questo è l\'esito di tagli su tagli e di una logica, insisto, che sta favorendo la competizione sul mercato senza rispetto di vincoli sociali e senza regole\".
LAVORO/ Ex Ilva, da oggi in 2.500 in cig per decreto
Scritto da Giornalista1scattata da oggi la nuova cassa integrazione straordinaria per 2.500 dipendenti dell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia. È in continuità con quella partita a fine marzo, rinnovata al ministero del Lavoro, e durata sino a ieri. L’ulteriore cassa durerà sino a fine anno ed è stata disposta nell’ambito del decreto sulla Pubblica amministrazione approvato nei giorni scorsi dal Cdm. La proroga via decreto vale solo per lo stabilimento di Taranto che, avendo esaurito il plafond a disposizione, non poteva più usufruire dell’ammortizzatore sociale riavviato da fine marzo al ministero del Lavoro. Quest’ultimo continua invece ad essere fruito dagli altri 500 dipendenti del gruppo, in forza in altri stabilimenti ex Ilva in Italia (tra cui Genova) che, a differenza di quello di Taranto, non hanno ancora esaurito il plafond disponibile. Ma la via del decreto per Taranto si è resa necessaria anche perchè gli incontri al ministero del 13 e 15 giugno sulla cassa in deroga chiesta dall’azienda si sono chiusi senza accordo con i sindacati. Senza intervento normativo, i lavoratori sospesi da oggi sarebbero stati privi di copertura.
Come ha spiegato il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, “con riferimento alle aziende di più di 1.000 dipendenti, aziende di interesse strategico e interessate da complesse riorganizzazioni, che non sono riuscite a dare completa attuazione alle procedure che garantiscono la cassa integrazione straordinaria, consentiamo di poter ricorrere alla cassa integrazione in deroga fino al 31/12/2023. Una di queste è l’Ilva di Taranto”. E il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha aggiunto che “stante l\'impossibilità ad arrivare ad un accordo tra azienda e sindacati per la proroga degli strumenti ordinari, il Governo ha voluto mettere in protezione i lavoratori e le loro famiglie con uno strumento straordinario in un momento in cui è importante che lo Stato sia vicino ad un territorio interessato da una complessa transizione”. Oggi pomeriggio, intanto, l’ex Ilva è uno degli argomenti al centro dell’incontro che i sindacati avranno col ministro delle Imprese, Adolfo Urso. I sindacati attendono risposte sul rilancio dell’azienda, sul riequilibrio della governance e sul passaggio dello Stato in maggioranza nella società, poichè l’attuale gestione è reputata un interlocutore non più affidabile.
TENSIONE TRA TARANTO E ROMA/ Melucci: “basta trucchi sull’ex Ilva, decarbonizzazione o niente”. Il ministro: “garantiamo ambiente e produzione”
Scritto da Giornalista1“Leggiamo da organi di stampa, sempre particolarmente indulgenti e frettolosamente entusiasti verso le posizioni della attuale componente privata dello stabilimento di Acciaierie d\\\'Italia di Taranto, che l\\\'ex Ilva sarebbe destinata a ripartire e a proiettarsi a mezzo di Afo5, per effetto dello stralcio dei progetti di decarbonizzazione dal PNRR richiesto dal MASE. “
Così esordisce in una nota il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.
“Desideriamo semplicemente ribadire al Governo -prosegue Melucci- e a tutti gli interlocutori istituzionali che o si decarbonizza sul serio o noi non consentiremo mai alcun altro futuro per l\\\'ex Ilva e faremo ricorso ad ogni strumento per impedire altri danni ai cittadini e all\\\'ambiente della terra ionica. Questo è il sentimento ormai di una intera comunità e indietro non si può tornare.
Noi restiamo alle recenti parole dei Ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto, che in differenti occasioni hanno pubblicamente garantito il coraggio e l\\\'impegno dell\\\'esecutivo nazionale nella direzione di un accordo di programma sull\\\'ex Ilva, volto alla chiusura delle fonti inquinanti, alla transizione verso i forni elettrici e l\\\'idrogeno, alla riconversione della forza lavoro e dell\\\'indotto locale con la leva dei fondi europei disponibili per Taranto.
Troppe volte il MASE si è inspiegabilmente dimostrato il dicastero di ArcelorMittal e del mercato, invece che il responsabile della materia ambientale degli italiani, la voglia di cassare il PNRR sulla decarbonizzazione ci desta grande preoccupazione, ma non sorpresa purtroppo.
Agli esponenti di questo Ministero desideriamo, infine, chiarire che senza accordo di programma per la decarbonizzazione noi non accetteremo che si conduca alcun finto e superficiale processo di revisione dell\\\'AIA dello stabilimento siderurgico ionico.
Data la confusione e la indeterminatezza che regna tra i suoi collaboratori sulla vicenda, a questo punto, attendiamo fiduciosi chiarezza e un intervento da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Prolungare questa pantomima sull\\\'acciaio italiano equivale - conclude Melucci- oltre che continuare a ferire la nostra comunità, a trasmettere fuori dal Paese l\\\'idea che il nostro sistema industriale non ha alcuna programmazione e protezione.
Alle parole di Melucci risponde il ministro.
“Garantendo l\\\'intervento sul preridotto dell\\\'ex Ilva di Taranto, il governo tutela i tarantini, l\\\'ambiente e la produzione di acciaio nazionale. La proposta di spostare un miliardo di euro dal Pnrr al Fondo di coesione è dettata infatti dalla volontà di utilizzare concretamente queste risorse, di cui abbiamo enormemente bisogno per il rilancio dell\\\'Ilva\\\". Lo afferma il Ministro dell\\\'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.
\\\"Speculare su una scelta tecnica - prosegue - che si sta valutando per salvare finanziamenti e consentire l\\\'esecuzione delle opere, è fuorviante e soprattutto dannoso: per l\\\'Ilva e per la stessa comunità di Taranto\\\".
Lu.Lo.
TENSIONE TRA TARANTO E ROMA/ Melucci: “basta trucchi sull’ex Ilva decarbonizzazione o niente”. Il ministro: “garantiamo ambiente e produzione”
Scritto da Giornalista1“Leggiamo da organi di stampa, sempre particolarmente indulgenti e frettolosamente entusiasti verso le posizioni della attuale componente privata dello stabilimento di Acciaierie d\'Italia di Taranto, che l\'ex Ilva sarebbe destinata a ripartire e a proiettarsi a mezzo di Afo5, per effetto dello stralcio dei progetti di decarbonizzazione dal PNRR richiesto dal MASE. “
Così esordisce in una nota il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.
“Desideriamo semplicemente ribadire al Governo -prosegue Melucci- e a tutti gli interlocutori istituzionali che o si decarbonizza sul serio o noi non consentiremo mai alcun altro futuro per l\'ex Ilva e faremo ricorso ad ogni strumento per impedire altri danni ai cittadini e all\'ambiente della terra ionica. Questo è il sentimento ormai di una intera comunità e indietro non si può tornare.
Noi restiamo alle recenti parole dei Ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto, che in differenti occasioni hanno pubblicamente garantito il coraggio e l\'impegno dell\'esecutivo nazionale nella direzione di un accordo di programma sull\'ex Ilva, volto alla chiusura delle fonti inquinanti, alla transizione verso i forni elettrici e l\'idrogeno, alla riconversione della forza lavoro e dell\'indotto locale con la leva dei fondi europei disponibili per Taranto.
Troppe volte il MASE si è inspiegabilmente dimostrato il dicastero di ArcelorMittal e del mercato, invece che il responsabile della materia ambientale degli italiani, la voglia di cassare il PNRR sulla decarbonizzazione ci desta grande preoccupazione, ma non sorpresa purtroppo.
Agli esponenti di questo Ministero desideriamo, infine, chiarire che senza accordo di programma per la decarbonizzazione noi non accetteremo che si conduca alcun finto e superficiale processo di revisione dell\'AIA dello stabilimento siderurgico ionico.
Data la confusione e la indeterminatezza che regna tra i suoi collaboratori sulla vicenda, a questo punto, attendiamo fiduciosi chiarezza e un intervento da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Prolungare questa pantomima sull\'acciaio italiano equivale - conclude Melucci- oltre che continuare a ferire la nostra comunità, a trasmettere fuori dal Paese l\'idea che il nostro sistema industriale non ha alcuna programmazione e protezione.
Alle parole di Melucci risponde il ministro.
“Garantendo l\'intervento sul preridotto dell\'ex Ilva di Taranto, il governo tutela i tarantini, l\'ambiente e la produzione di acciaio nazionale. La proposta di spostare un miliardo di euro dal Pnrr al Fondo di coesione è dettata infatti dalla volontà di utilizzare concretamente queste risorse, di cui abbiamo enormemente bisogno per il rilancio dell\'Ilva\". Lo afferma il Ministro dell\'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.
\"Speculare su una scelta tecnica - prosegue - che si sta valutando per salvare finanziamenti e consentire l\'esecuzione delle opere, è fuorviante e soprattutto dannoso: per l\'Ilva e per la stessa comunità di Taranto\".
Lu.Lo.
TENSIONE TRA TARANTO E ROMA/ Melucci: “basta trucchi sull’ex Ilva decarbonizzazione o niente”. Il ministro: “garantiamo ambiente e produzione”
Scritto da Giornalista1“Leggiamo da organi di stampa, sempre particolarmente indulgenti e frettolosamente entusiasti verso le posizioni della attuale componente privata dello stabilimento di Acciaierie d\'Italia di Taranto, che l\'ex Ilva sarebbe destinata a ripartire e a proiettarsi a mezzo di Afo5, per effetto dello stralcio dei progetti di decarbonizzazione dal PNRR richiesto dal MASE. “
Così esordisce in una nota il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.
“Desideriamo semplicemente ribadire al Governo -prosegue Melucci- e a tutti gli interlocutori istituzionali che o si decarbonizza sul serio o noi non consentiremo mai alcun altro futuro per l\'ex Ilva e faremo ricorso ad ogni strumento per impedire altri danni ai cittadini e all\'ambiente della terra ionica. Questo è il sentimento ormai di una intera comunità e indietro non si può tornare.
Noi restiamo alle recenti parole dei Ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto, che in differenti occasioni hanno pubblicamente garantito il coraggio e l\'impegno dell\'esecutivo nazionale nella direzione di un accordo di programma sull\'ex Ilva, volto alla chiusura delle fonti inquinanti, alla transizione verso i forni elettrici e l\'idrogeno, alla riconversione della forza lavoro e dell\'indotto locale con la leva dei fondi europei disponibili per Taranto.
Troppe volte il MASE si è inspiegabilmente dimostrato il dicastero di ArcelorMittal e del mercato, invece che il responsabile della materia ambientale degli italiani, la voglia di cassare il PNRR sulla decarbonizzazione ci desta grande preoccupazione, ma non sorpresa purtroppo.
Agli esponenti di questo Ministero desideriamo, infine, chiarire che senza accordo di programma per la decarbonizzazione noi non accetteremo che si conduca alcun finto e superficiale processo di revisione dell\'AIA dello stabilimento siderurgico ionico.
Data la confusione e la indeterminatezza che regna tra i suoi collaboratori sulla vicenda, a questo punto, attendiamo fiduciosi chiarezza e un intervento da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Prolungare questa pantomima sull\'acciaio italiano equivale - conclude Melucci- oltre che continuare a ferire la nostra comunità, a trasmettere fuori dal Paese l\'idea che il nostro sistema industriale non ha alcuna programmazione e protezione.
Alle parole di Melucci risponde il ministro.
“Garantendo l\'intervento sul preridotto dell\'ex Ilva di Taranto, il governo tutela i tarantini, l\'ambiente e la produzione di acciaio nazionale. La proposta di spostare un miliardo di euro dal Pnrr al Fondo di coesione è dettata infatti dalla volontà di utilizzare concretamente queste risorse, di cui abbiamo enormemente bisogno per il rilancio dell\'Ilva\". Lo afferma il Ministro dell\'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.
\"Speculare su una scelta tecnica - prosegue - che si sta valutando per salvare finanziamenti e consentire l\'esecuzione delle opere, è fuorviante e soprattutto dannoso: per l\'Ilva e per la stessa comunità di Taranto\".
Lu.Lo.
TENSIONE TRA TARANTO E ROMA/ Melucci: “basta trucchi sull’ex Ilva decarbonizzazione o niente”. Il ministro: “garantiamo ambiente e produzione”
Scritto da Giornalista1“Leggiamo da organi di stampa, sempre particolarmente indulgenti e frettolosamente entusiasti verso le posizioni della attuale componente privata dello stabilimento di Acciaierie d\'Italia di Taranto, che l\'ex Ilva sarebbe destinata a ripartire e a proiettarsi a mezzo di Afo5, per effetto dello stralcio dei progetti di decarbonizzazione dal PNRR richiesto dal MASE. “
Così esordisce in una nota il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.
“Desideriamo semplicemente ribadire al Governo -prosegue Melucci- e a tutti gli interlocutori istituzionali che o si decarbonizza sul serio o noi non consentiremo mai alcun altro futuro per l\'ex Ilva e faremo ricorso ad ogni strumento per impedire altri danni ai cittadini e all\'ambiente della terra ionica. Questo è il sentimento ormai di una intera comunità e indietro non si può tornare.
Noi restiamo alle recenti parole dei Ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto, che in differenti occasioni hanno pubblicamente garantito il coraggio e l\'impegno dell\'esecutivo nazionale nella direzione di un accordo di programma sull\'ex Ilva, volto alla chiusura delle fonti inquinanti, alla transizione verso i forni elettrici e l\'idrogeno, alla riconversione della forza lavoro e dell\'indotto locale con la leva dei fondi europei disponibili per Taranto.
Troppe volte il MASE si è inspiegabilmente dimostrato il dicastero di ArcelorMittal e del mercato, invece che il responsabile della materia ambientale degli italiani, la voglia di cassare il PNRR sulla decarbonizzazione ci desta grande preoccupazione, ma non sorpresa purtroppo.
Agli esponenti di questo Ministero desideriamo, infine, chiarire che senza accordo di programma per la decarbonizzazione noi non accetteremo che si conduca alcun finto e superficiale processo di revisione dell\'AIA dello stabilimento siderurgico ionico.
Data la confusione e la indeterminatezza che regna tra i suoi collaboratori sulla vicenda, a questo punto, attendiamo fiduciosi chiarezza e un intervento da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Prolungare questa pantomima sull\'acciaio italiano equivale - conclude Melucci- oltre che continuare a ferire la nostra comunità, a trasmettere fuori dal Paese l\'idea che il nostro sistema industriale non ha alcuna programmazione e protezione.
Alle parole di Melucci risponde il ministro.
“Garantendo l\'intervento sul preridotto dell\'ex Ilva di Taranto, il governo tutela i tarantini, l\'ambiente e la produzione di acciaio nazionale. La proposta di spostare un miliardo di euro dal Pnrr al Fondo di coesione è dettata infatti dalla volontà di utilizzare concretamente queste risorse, di cui abbiamo enormemente bisogno per il rilancio dell\'Ilva\". Lo afferma il Ministro dell\'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.
\"Speculare su una scelta tecnica - prosegue - che si sta valutando per salvare finanziamenti e consentire l\'esecuzione delle opere, è fuorviante e soprattutto dannoso: per l\'Ilva e per la stessa comunità di Taranto\".
Lu.Lo.
TENSIONE TRA TARANTO E ROMA/ Melucci: “basta trucchi sull’ex Ilva decarbonizzazione o niente”. Il ministro: “garantiamo ambiente e produzione”
Scritto da Giornalista1“Leggiamo da organi di stampa, sempre particolarmente indulgenti e frettolosamente entusiasti verso le posizioni della attuale componente privata dello stabilimento di Acciaierie d\'Italia di Taranto, che l\'ex Ilva sarebbe destinata a ripartire e a proiettarsi a mezzo di Afo5, per effetto dello stralcio dei progetti di decarbonizzazione dal PNRR richiesto dal MASE. “
Così esordisce in una nota il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.
“Desideriamo semplicemente ribadire al Governo -prosegue Melucci- e a tutti gli interlocutori istituzionali che o si decarbonizza sul serio o noi non consentiremo mai alcun altro futuro per l\'ex Ilva e faremo ricorso ad ogni strumento per impedire altri danni ai cittadini e all\'ambiente della terra ionica. Questo è il sentimento ormai di una intera comunità e indietro non si può tornare.
Noi restiamo alle recenti parole dei Ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto, che in differenti occasioni hanno pubblicamente garantito il coraggio e l\'impegno dell\'esecutivo nazionale nella direzione di un accordo di programma sull\'ex Ilva, volto alla chiusura delle fonti inquinanti, alla transizione verso i forni elettrici e l\'idrogeno, alla riconversione della forza lavoro e dell\'indotto locale con la leva dei fondi europei disponibili per Taranto.
Troppe volte il MASE si è inspiegabilmente dimostrato il dicastero di ArcelorMittal e del mercato, invece che il responsabile della materia ambientale degli italiani, la voglia di cassare il PNRR sulla decarbonizzazione ci desta grande preoccupazione, ma non sorpresa purtroppo.
Agli esponenti di questo Ministero desideriamo, infine, chiarire che senza accordo di programma per la decarbonizzazione noi non accetteremo che si conduca alcun finto e superficiale processo di revisione dell\'AIA dello stabilimento siderurgico ionico.
Data la confusione e la indeterminatezza che regna tra i suoi collaboratori sulla vicenda, a questo punto, attendiamo fiduciosi chiarezza e un intervento da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Prolungare questa pantomima sull\'acciaio italiano equivale - conclude Melucci- oltre che continuare a ferire la nostra comunità, a trasmettere fuori dal Paese l\'idea che il nostro sistema industriale non ha alcuna programmazione e protezione.
Alle parole di Melucci risponde il ministro.
“Garantendo l\'intervento sul preridotto dell\'ex Ilva di Taranto, il governo tutela i tarantini, l\'ambiente e la produzione di acciaio nazionale. La proposta di spostare un miliardo di euro dal Pnrr al Fondo di coesione è dettata infatti dalla volontà di utilizzare concretamente queste risorse, di cui abbiamo enormemente bisogno per il rilancio dell\'Ilva\". Lo afferma il Ministro dell\'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.
\"Speculare su una scelta tecnica - prosegue - che si sta valutando per salvare finanziamenti e consentire l\'esecuzione delle opere, è fuorviante e soprattutto dannoso: per l\'Ilva e per la stessa comunità di Taranto\".
Lu.Lo.
PROFITTI/ Nel 2022 per Acciaierie d’Italia 84mln di utile d’esercizio
Scritto da Giornalista1L’utile d’esercizio 2022 di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, è pari a 84 milioni di euro. Lo dichiara la società. Acciaierie d\'Italia Holding afferma inoltre che il bilancio d’esercizio 2022 è stato regolarmente depositato nei termini. “La sua pubblicazione non è di competenza dell’amministratore delegato, ma del consiglio di amministrazione”. Sull’ex Ilva sono stati intanto programmati due incontri: il 13 giugno al ministero del Lavoro sulla nuova richiesta aziendale di cassa integrazione in deroga per 2.500 dipendenti del siderurgico di Taranto e il 19 giugno al ministero delle Imprese sugli aspetti industriali della vicenda.