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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1912)

L’indotto siderurgico che si raccoglie attorno all’associazione Aigi rialza il tiro della protesta dopo aver preso atto, nella call di ieri pomeriggio coordinata dal ministero delle Imprese, che “Sace e Banca Ifis non vogliono caricarsi dei crediti maturati dalle aziende verso Acciaierie perché sostengono che questi crediti non sono certi”, dichiara Fabio Greco, presidente di Aigi, al termine dell’assemblea di questa mattina. E quindi le nuove iniziative assunte, annuncia Greco, sono “la costituzione di un pool legale per verificare se ci sono eventuali responsabilità in capo al vecchio cda di Acciaierie, compresi sindaci e revisori dei conti, e sospensione immediata del minuto mantenimento e di ogni attività che riguarda gli impianti di Acciaierie da parte di qualsiasi impresa. Il commissario dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie, Giancarlo Quaranta, ci ha contattato e avremo un incontro lunedì pomeriggio per capire meglio la situazione visto quello che è accaduto nel tavolo tecnico con Mimit, Sace, Banca Ifis e gli altri soggetti coinvolti. Abbiamo dato tempo sino al 6 marzo - sostiene Greco - per avere le risposte certe che aspettiamo, altrimenti partiranno le pratiche per i licenziamenti collettivi per i nostri dipendenti”.

 \"Nei giorni in cui il futuro industriale di Taranto è appeso a un filo, insieme ai diritti di cittadini, lavoratori, imprese e famiglie, un\'altra doccia fredda si scaglia sul capoluogo ionico. Da parte del governo Meloni continua, infatti, il meticoloso e arcigno piano di smantellamento del Cantiere Taranto avviato durante il governo Conte II dal M5S, per la riconversione economica, sociale e culturale della Città dei Due Mari. Ferretti Group, leader della nautica da diporto, ha appena comunicato il recesso dal programma di bonifica e reindustrializzazione del sito ex yard Belleli nell\'area portuale di Taranto, a causa dei ritardi di tre anni e mezzo accumulati prima dal governo Draghi e poi dal governo Meloni. I responsabili di questo disastro hanno un nome e un cognome ed è giusto che i cittadini di Taranto sappiano chi sta concorrendo a tarpare loro un futuro fatto di sviluppo sostenibile ed economia pulita\". Lo scrive in una nota il senatore Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa. 

\"Tra le motivazioni che hanno indotto il Gruppo Ferretti al passo indietro, c’è anche il clima di incertezza generato dal governo, in quanto le contribuzioni pubbliche sono diminuite all\'aumentare dei costi degli investimenti. E così scompare un investimento di oltre 200 milioni di euro che avrebbe contribuito alla creazione di nuove filiere occupazionali a partire da 200 assunzioni dirette\", spiega Turco.

    \"Ma, come si diceva, questo è solo l\'ultimo anello della catena: Taranto non dimentica lo stralcio del finanziamento di 50 milioni di euro per la creazione dell\'acquario green operato dall\'ex ministra per il Sud, Mara Carfagna. E la città, poi, si è accorta benissimo dei bastoni fra le ruote messi più volte dallo stesso Governo Meloni per la buona riuscita dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, con altri 150 milioni di euro di finanziamenti che rischiano di andare in fumo a causa di un\'inerzia volutamente ricercata da chi vuole il peggio per il capoluogo ionico. Tutti questi progetti erano parte del summenzionato Cantiere Taranto, ma è evidente che al Ministro Fitto il Sud interessi molto poco, se dalle stanze dei bottoni si lascia passare sotto al naso qualunque nefandezza prodotta dal governo di cui fa parte. Come M5S ci dichiariamo fortemente preoccupati per la miopia con cui il Governo Meloni sta assolutamente ignorando l\'avvenire di Taranto, e ci opporremo ad ogni livello istituzionale per riuscire a salvare il salvabile. Ma il sogno di una Taranto che guarda a un futuro sostenibile potrà realizzarsi solo quando questo Governo di incompetenti cronici lascerà la guida del Paese a chi è in grado di rivestire un tale ruolo\", conclude.  

Ferretti Group comunica il recesso dal programma di bonifica e reindustrializzazione del sito ex yard Belleli nell’area portuale di Taranto. “Nonostante gli sforzi profusi dalle istituzioni, i ritardi accumulati nel lungo iter approvativo e attuativo hanno costretto il Gruppo a rinunciare al progetto - dice la società -. Negli anni sono aumentati gli investimenti necessari e diminuite le contribuzioni pubbliche al programma, rendendone l’esito incerto ed eccessivamente oneroso per la società. Il recesso è stato comunicato in tempi idonei a minimizzare l\'esposizione dell\'Autorità di Sistema Portuale rispetto alla gara pubblica non ancora conclusa”. Ferretti avrebbe dovuto costruire a Taranto uno stabilimento per la produzione di scafi yacht. Un investimento di 200 milioni, in parte sostenuto da fondi pubblici, con una previsione di 200 occupati diretti. 

“Quanto allo stato di insolvenza, l’irreversibile impossibilità di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni e l’assoluta assenza di una liquidità di cassa per la sopravvivenza della continuità aziendale diretta, la stessa non è in alcun modo contestata dalla società, ed in ogni caso è stata acclarata dall’esperto nel corso della composizione negoziata e vagliata da Tribunale negli argomentati provvedimenti adottati dal giudice designato per la conferma delle misure protettive richieste nel contesto della composizione”. Lo afferma il Tribunale di Milano nella sentenza con cui ha dichiarato lo stato di insolvenza di Acciaieria d’Italia. 

Il gender gap, la disparità di genere, la distanza cioè che separa le donne dal mondo del lavoro o dalle opportunità di crescita personale – secondo la classifica mondiale del World Economic Forum-   vede l’Italia al 63 esimo posto nel mondo.

<<Il 71,8% dei neogenitori che lascia il lavoro sono neomamme- afferma Paola Scialpi, presidente provinciale di Terziario Donna Confcommercio Taranto- tant’è negli ultimi 10 anni, quasi 400 mila neo mamme hanno dovuto lasciare il lavoro. Il tasso di attività femminile in Italia -secondo l’ultimo rapporto Censis- è molto più basso per le donne in particolare se con figli, il 58,9 % contro l’89, 3% degli uomini. Purtroppo la maternità e la cura dei familiari rappresentano un vero e proprio ostacolo alla crescita professionale e personale, e soprattutto perché in Italia  i servizi pubblici non supportano adeguatamente le donne  lavoratrici e non le agevolano sul luogo di lavoro. La decisione di essere madri e di non rinunciare al lavoro può però essere lo stimolo per una svolta, l’occasione  per realizzare un progetto imprenditoriale, per mettere in atto un sogno nel cassetto. Addirittura 3 su 4 donne – dato Inail- che si avventurano in una nuova attività imprenditoriale sono neo mammeIl cambiamento verso l’autoimprenditorialità come occasione di crescita personale e lavorativa, ne parleremo nel nuovo incontro di Terziario Donna il 4 marzo prossimo>>

‘Donne protagoniste del cambiamento’ è il nuovo appuntamento del  progetto di Terziario Donna Confcommercio Taranto ‘L’impresa è donna’, percorso a tappe rivolto alle imprenditrici e alle professioniste già impegnate,  ma soprattutto alle giovani donne che aspirano ad intraprendere un percorso lavorativo autonomo, o quelle già introdotte nel mercato del lavoro che desiderano dare un nuovo impulso al proprio impegno lavorativo.

L’appuntamento – lunedì 4 marzo dalle 9.00 alle 12,30 presso la sede di Confcommercio- è un talk animato dalle voci di professioniste ed imprenditrici con competenze ed esperienze diverse varie, ed  è rivolto a tutte le donne che vorrebbero mettere in atto un nuovo progetto di vita e di lavoro. L’obiettivo è di offrire informazioni e  stimolare la platea delle donne ad affrontare il cambiamento nel proprio lavoro e della propria vita, ad intraprendere una attività lavorativa autonoma nell’ambito imprenditoriale o nelle professioni.  

“Siamo partire con il primo incontro in Confcommercio Donne che decidono il loro futuro’ , nel quale  - spiega Paola Scialpi - ci siamo rivolte in particolare  alle giovani donne che desiderano mettersi alla prova ed impegnarsi in un percorso di autoimprenditorialità. Ora affronteremo  il tema del cambiamento. Naturalmente il cambiamento può essere dovuto a tanti fattori, talvolta anche un fallimento può rappresentare la spinta a rimettersi in gioco, come ascolteremo nelle testimonianze delle imprenditrici”

Continua intanto la collaborazione con il mondo della istruzione secondaria superiore, nei giorni scorsi Confcommercio ha sottoscritto  una nuova convenzione  con l’Istituto tecnico economico Pitagora di Taranto per un nuovo PCTO (percorso per le competenze trasversali e l’orientamento) dedicato al tema del gender gap  e della cultura della parità di genere .  

Particolarmente interessante il parterre delle professioniste ed imprenditrici invitate ad offrire la loro testimonianza all’incontro del 4 marzo, dopo l’intervento di saluto della vice presidente di Confcommercio Taranto, Matilde Contento, seguirà l’intervento della presidente di Terziario Donna TD, Paola Scialpi. La parola  poi  alle esperte: Maria Pasanisi, psicologa; Carmen Valente, consulente finanziaria; Raffaella Marangella, imprenditrice; Claudia Carone, imprenditrice. Coordina Simona Giorgi, responsabile Area Comunicazione Confcommercio Taranto.

 

 

 

 

 

Il ruolo delle banche locali e l’etica nell’operatività delle BCC al centro dell’incontroorganizzato dalla BCC San Marzano in collaborazione con Cassa Centrale Banca  

 

Il ruolo delle banche locali nella promozione della finanza sostenibile e la profonda coerenza tra i principi e le azioni delle banche di credito cooperativo in ambito ESG con

differenze significative rispetto al sistema bancario convenzionale. È stato questo il tema principale

dibattuto nell’incontro “Banche Locali e Finanza Etica: sfide e opportunità”, organizzato dalla BCC

San Marzano in collaborazione con Cassa Centrale Banca, nella gremita sala Basilica del Relais

Histo’ di Taranto. Un momento di confronto con una grande partecipazione degli stakeholder

istituzionali, clienti e soci della Banca, in cui è emerso con forza che la sfida attuale per il settore

bancario è garantire la coerenza tra valori etici dichiarati e pratiche effettive nel comparto

finanziario. In un’epoca di greenwashing e social washing, gli istituti finanziari locali ed in particolare

le Bcc si distinguono per trasparenza e partecipazione attiva. “Le banche locali – ha sottolineato il

presidente della BCC San Marzano, Emanuele di Palma nel saluto di apertura - devono potenziare il

ruolo di formazione e informazione nella comunità promuovendo investimenti responsabili e

consapevoli che contribuiscano al miglioramento dell’ambiente e al benessere della comunità

stessa. Il nostro impegno quotidiano è rendere i soci e i clienti consapevoli del ruolo che le Bcc

svolgono nella transizione green puntando sulla finanza sostenibile. Questo significa offrire

un’adeguata consulenza su prodotti finanziari e servizi in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030,

adottando pratiche finanziarie etiche”. Ad inquadrare lo scenario finanziario globale e la rivoluzione

ESG con il relativo impatto sul sistema bancario e’ intervenuto il noto banchiere italiano Matteo Arpe,

attualmente Presidente Tinaba Spa e CER S.r.l. Il declino demografico europeo (numero di nascite

per donna è sceso al di sotto di 2,1 livello minimo di sostituzione) da un lato e il triplicarsi della fertilità

africana (entro il 2050, il 25% della popolazione mondiale sarà africana) dall’altro, delineano una

nuova rivoluzione demografica con una popolazione sempre più digitalizzata in cui diventa possibile

pensare che la svolta tecnologica si misurerà in ore e non più in anni. Ma la vera rivoluzione è quella

energetica, in cui la velocità richiesta per il processo di transizione green è senza precedenti.

L’attenzione verso gli investimenti sostenibili è cresciuta in modo esponenziale, ma si concentra maggiormente sulla componente Environmental, a discapito delle azioni a tutela dell’impatto

sociale e di governance. Cosa aspettarsi dal futuro?

Il quadro normativo sui rischi climatici e ambientali come anche sulle questioni etiche è diventato più

stringente. A questo proposito Gimede Gigante, Direttore ICE SDA Bocconi di Milano ha ripercorso le

sfide per le BCC in questo ambito. “A partire dal 2025, le banche saranno tenute a pubblicare un

rapporto di sostenibilità secondo la Direttiva Sostenibilità (CSDR) – spiega il professore Gigante - In

questo le BCC risultano prestare maggiore attenzione ai presidi ESG come dimostra la Disclosure ESG

di Bloomberg da cui risulta che il 57% degli istituti con un livello più alto di trasparenza e di

comunicazione delle informazioni relative alle tematiche ambientali, sociali e di governance da

parte di un’azienda sono banche locali e BCC”. Una case history di successo in tal senso è

rappresentata dal Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale, a cui BCC San Marzano aderisce

dal 2019. Concretamente impegnato a garantire che l’attività bancaria sia esercitata in ottica

sostenibile e responsabile, prosegue nel percorso di promozione della finanza sostenibile e

responsabile, dell’educazione finanziaria, della trasparenza e della responsabilità, in coerenza con i

valori identitari della Cooperazione mutualistica di Credito.” L’operato del Gruppo - ha spiegato

Gianluca Filippi, Responsabile Commerciale Finanza e Bancassicurazione di Cassa Centrale Banca -

ha una finalità che è sociale per natura. Almeno il 70% degli utili viene destinato a riserva indivisibile.

Così il patrimonio finanzia lo sviluppo dei territori e l’economia reale. Il 3% degli utili è destinato ai

Fondi Mutualistici per la promozione della Cooperazione (16 mln nel 2022). Nel 2022 le banche del

Gruppo hanno sostenuto più di 20 mila iniziative per un totale di 35 mln di euro, diversificate tra

attività socio-assistenziali (17,6%), cultura attività di formazione e ricerca (26,6%), sport e

aggregazione (29,3%), promozione del territorio (26,5%). La mission è quella di promuovere la

conoscenza e la pratica dell’investimento sostenibile, con l’obiettivo di diffondere l’integrazione di

criteri ESG anche negli strumenti e nei processi finanziari”

. Nella convinzione che un’offerta

adeguata di prodotti sia funzionale all’efficacia delle proposte di investimento, il Gruppo Cassa

Centrale, attraverso la controllata NEAM – Nord Est Asset Management – ha istituito alcuni comparti

del fondo di investimento NEF, coerenti con i principi della finanza sostenibile e responsabile. Si tratta

dei comparti etici della gamma NEF (NEF Ethical Total Return Bond, NEF Ethical Balanced

Conservative, NEF Ethical Balanced Dynamic e NEF Ethical Global Trends SDG). Nonostante i mercati

finanziari nel 2023 abbiano visto il ritorno dei rendimenti sui titoli di stato italiani, quindi con una

crescita prevalente del risparmio amministrato, penalizzando la raccolta del risparmio gestito, le

masse complessive investite nei fondi Ethical della gamma NEF sono cresciuti. A testimoniare quanto

l’investimento responsabile possa offrire vantaggi finanziari a lungo termine, è intervenuto Massimo Baggiani, gestore del Fondo NEF Ethical Global Trends SDG. “Le imprese che sviluppano una

strategia sostenibile – secondo Baggiani - si proteggono contro taluni rischi di lungo periodo capaci

di avere un impatto negativo sulla loro performance. Di conseguenza hanno maggiori probabilità di

migliorare i loro risultati. Investire semplice. Investire sano. Investire lontano dalla folla. E’ questo

l’approccio al corretto utilizzo degli strumenti finanziari per supportare la transizione verso un mondo

più #ESG”.

Ha moderato l\'incontro il giornalista di Mediaset TGCOM24 Dario Donato con il coinvolgimento attivo

e partecipato del pubblico presente.

“Il commissario ci ha detto che ha cominciato a Taranto ma ci ha detto che farà passaggi in tutti gli altri impianti principali come Genova e Novi Ligure. C’é un elemento necessario: per poter ripartire bisogna mettere in sicurezza i lavoratori, gli impianti e lo stabilimento. Credo che questo sia il punto fondamentale e su questo vanno garantite le risorse necessarie da parte del Governo per poter realizzare questo lavoro straordinario di messa in sicurezza”. Così Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil, all’uscita dell’incontro con il commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria avvenuto oggi a Taranto. 

“Sicuramente parliamo di mesi, non parliamo di anni”. Lo ha detto a proposito del ritorno di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, al mercato e ai privati dopo l’amministrazione straordinaria decretata nei giorni scorsi dal Governo, il nuovo commissario Giancarlo Quaranta, oggi in una intervista al TGR Rai Puglia. “Cosa fondamentale - ha aggiunto il commissario - è la concertazione, la convergenza su un unico punto: garantire la continuità produttiva degli stabilimenti. Mi esprimo al plurale perchè la questione non riguarda solo Taranto, ma Genova, Novi, Racconigi, Marghera, quindi è importante per noi avere questa convergenza sia nell’ambito industriale, che dal punto di vista sociale, interno allo stabilimento” ma anche “delle città che ospitano gli stabilimenti”. Il consenso manifestato sul suo nome da mondo dell’impresa e mondo sindacale, “ha rappresentato per me una forte spinta ad accettare l’incarico del ministro Urso e quindi ora sono impegnato a rispettare l’impegno assunti nei confronti di tutti”, ha proseguito Quaranta. “Le prime impressioni - ha affermato - sono orientate alla necessità di approfondire vari aspetti, sia tecnico-produttivo, sia gestionale” per “riportare l’azienda nelle condizioni ottimali e dal punto di vista dell’affidabilità produttiva e di sicurezza degli impianti e, nello stesso tempo, generare quelle che sono le condizioni volute in maniera molto chiara dal Governo, e in particolare dal Mimit, nel procedere quanto prima al bando di gara per l’assegnazione degli asset produttivi a soggetti interessati a rilevarli”. Quaranta ha aggiunto che “nostro compito di deve svolgere su due binari paralleli: intervenire sulle condizioni attuali dello stabilimento e preparare le condizioni idonee perchè gli asset aziendali vengano affidati a imprenditori privati”. Sui tempi di ritorno al privato, Quaranta ha detto: “Ci auguriamo nel più breve tempo possibile ma questo lo potremo capire via via che prenderemo atto di quelle che sono le situazioni concrete e reali e quindi stabiliremo i tempi necessari”. 

È ripartito questa mattina nel siderurgico di Taranto l’altoforno 4. Era stato fermato ieri da Acciaierie d’Italia “per attività di manutenzione sulla parte alta del forno, sul piano tubiere e sul campo di colata”. Attività già programmate e che avrebbero dovuto fare le imprese dell’indotto, solo che quest’ultime sono ferme da settimane in quanto rivendicano il mancato pagamento dei crediti milionari maturati verso AdI. Già ieri la società aveva annunciato che il fermo sarebbe stato solo di 24 ore, arco di tempo nel quale la fabbrica a ciclo continuo, per la prima volta, si è ritrovata senza produzione. Continuano invece a restare fermi gli altri due altiforni, l’1 e il 2, e un’acciaieria su due (la 1). Intanto, si registrano nuove valutazioni positive sulla nomina, da parte del ministro Adolfo Urso, di Giancarlo Quaranta quale commissario per l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia. Il comitato unitario delle professioni, col presidente Giovanni Prudenzano, auspica che “la nomina di un professionista con una enorme esperienza nel settore siderurgico maturata proprio nello stabilimento tarantino, del quale Giancarlo Quaranta conosce in modo approfondito tutte le problematiche, possa contribuire a far uscire velocemente la situazione dell’azienda dall’empasse che ha caratterizzato questo periodo. Soprattutto i professionisti del Cup Taranto auspicano che contestualmente venga risolta positivamente anche la problematica che vede le aziende indotto dello stabilimento siderurgico impegnate a rivendicare il loro legittimo diritto a vedersi liquidati i crediti vantanti nei confronti di Acciaierie d’Italia”. Per il mondo delle professioni, “come deve essere garantita la prosecuzione delle attività del siderurgico, in modo green e sostenibile, devono essere garantite le aziende che costituiscono una parte importante del tessuto produttivo del territorio”.

La CGIL e la UIL Taranto hanno indetto questo pomeriggio un sit-in di protesta che si è svolto sotto la sede della Prefettura di Taranto.

Un sit-in sulla sicurezza sul

lavoro, in un paese che continua a registrare incidenti mortali come raccontano le cronache quotidiane da sud a nord. 

Il sit-in si affianca alle iniziative promosse dalle categorie nazionali degli edili e dei metalmeccanici di CGIL e UIL che sempre per oggi hanno indetto due ore di sciopero a fine turno in segno di protesta, sdegno e reazione alla continua emergenza degli incidenti sul lavoro, come successo ancora venerdì scorso all’interno del cantiere per la costruzione di un punto vendita Esselunga a Firenze.

Il solo porgere cordoglio - si legge in una nota-  anche se immenso e fortemente sentito, non serve purtroppo a fronteggiare quella che è la vera e propria emergenza delle morti sul lavoro.

Il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza devono assumersi la responsabilità per dire basta al massimo ribasso, ai sub appalti a cascata, alla precarietà, alla mancanza di controlli, alle procedure di sicurezza sempre più superficiali.

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