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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

Giovedì, 12 Febbraio 2015 12:46

ILVA - Fim, Uilm e Rsb: "Diritti uguali per tutti i lavoratori"

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A fronte degli emendamenti finora prodotti, ultimo quello del 26 gennaio scorso che, pur registrando passi in avanti, "nei fatti non hanno attutito l’incertezza sulla risoluzione dei problemi che da tempo affliggono il sistema Ilva" ,le segreterie territoriali di Fim, Uilm e Usb ritengono necessario continuare a sollecitare gli organi di governo, attraverso nuove ed incisive iniziative.

Per Fim, Uilm e Usb esiste un’unica Ilva (sociali – appalto – territorio), pertanto giudicano non più rinviabili da parte del Governo "risposte concrete e urgenti per fronteggiare la crisi. Le forti difficoltà registratesi nell’ultimo anno, considerata la mancanza delle necessarie risorse (costituite da crediti delle aziende), ha logorato l’intero sistema, producendo un vero dramma sociale  tra quelle migliaia di lavoratori, da mesi senza retribuzione. Per noi - sottolineano i responsabili dei tre sindacati - le professionalità dei lavoratori dell'appalto sono un patrimonio da non disperdere in una fase fondamentale quale è quella per l'ambientalizzazione dell'Ilva e della tenuta, sicurezza e produzione degli impianti. Per queste ragioni facciamo appello al Governo, affinché il Decreto legge in via di approvazione contenga nel suo interno garanzie dei crediti, tali da salvaguardare adeguatamente l’esistente tessuto industriale".

Fim, Uilm e Usb continueranno a seguire con grande attenzione l’evolversi dell’iter di conversione del decreto, assicurando che, "in assenza delle attese risposte sui già noti problemi", ovvero "certezza delle risorse necessarie, salvaguardia occupazionale indotto e appalto compresi, integrale applicazione delle prescrizioni Aia nei tempi e modi stabilite nel precedente Decreto", riprenderanno la mobilitazione che, inevitabilmente, "vedrà coinvolti anche i lavoratori sociali, previa loro consultazione".

La protesta delle aziende dell'indotto e dei lavoratori sbarca, questa sera, sugli schermi di Raidue. L'ora X è fissata per le 21 quando Nicola Porro, conduttore della trasmissione "Virus, il contagio delle idee", si occuperà della spinosissima vicenda, che rischia di mettere seriamente fuori gioco un settore importante del tessuto economico tarantino, collegandosi in diretta con la portineria C  dello stabilimento Ilva. In collegamento ci saranno il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, e una delegazione di imprenditori ed autotrasportatori dell'indotto Ilva di Taranto.
Intanto monta la polemica tra Confindustria e Fiom-Cgil. Il presidente degli industriali ionici, infatti, ha sferrato un attacco frontale al sindsacato di piazza Bettolo e al suo segretario generale, Donato Stefanelli, che, "in preda alla solita sindrome di protagonismo", dimentica," fra un’accusa e l’altra", alcuni aspetti fondamentali della questione che attiene l’indotto Ilva".
Secondo il presidente Cesareo, infatti, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil "continua a compiere errori di valutazione quando guarda all’indotto Ilva di Taranto, il più specializzato e qualificato dell’intera filiera dell’acciaio, come ad un indistinto raggruppamento di imprese da immolare pur di salvare la fabbrica dell’acciaio con un criterio che potrebbe sembrare solo puerile e che, invece, nasconde la logica becera del fuori uno, avanti un altro. La Fiom infatti - aggiunge il presidente di Confindustria - continua ad invocare la clausola sociale, considerando le maestranze merce di scambio ceduta al miglior offerente e fornendo di sé la chiara immagine di un sindacato che non riesce a rendere un buon servizio, malgrado i suoi proclami, né ai lavoratori, né alla città e tantomeno alle imprese, continuando a considerarle, ma solo per logiche di comodo, aziende di serie B".
Insomma, ribadisce Cesareo, che le imprese dell'indotto, e ancor meno Confindustria, non vogliano  chiudere l'Ilva "è stato detto e ripetuto a chiare lettere, e, del resto, non avrebbero motivo di farlo". Il rischio, invece, "e il sindacato lo sa perfettamente", è che il colosso "si inginocchi per consunzione, perché queste imprese non hanno più le risorse per continuare ad assicurare le forniture e le prestazioni consuete. Le aziende, grandi e piccole, che venerdì manifesteranno a Roma - sottolinea il presidente di Confindustria -  sono le stesse che negli ultimi otto mesi hanno assicurato il loro lavoro all’Ilva senza percepire alcuna spettanza, consentendo alla grande fabbrica di  proseguire in questi mesi la sua attività, ai dipendenti diretti di non avere ripercussioni e agli impianti di continuare a marciare. Questi imprenditori, con i loro tremila lavoratori, adesso hanno bisogno di risposte, e l’unico che può fornirgliele è il governo centrale, che ha promesso e non ha mantenuto. Si va nella capitale non per coltivare illusioni, come dice la Fiom, ma per ottenere risposte a domande lecite e a diritti lesi, a cui nè gli emendamenti né le soluzioni paventate finora sembrano fornire adeguato supporto".

E, a questo proposito, rispondendo "ad una delle grossolane inesattezze in cui la Fiom si imbatte quando accusa gli industriali di assenza di strategie", Cesareo ricorda che che fra gli emendamenti che contemplano la situazione dell’indotto "ci sono quelli di diretta espressione confindustriale, in quanto frutto delle pressioni esercitate da questa Confindustria affinché il decreto fosse confortato da precise garanzie per la platea delle imprese fornitrici. Come se non bastasse, proprio la Fiom, che continua a sottrarsi al confronto sugli ammortizzatori sociali, continua ad invocare, in preda ad una grave crisi di amnesia, le tutele per i lavoratori di quelle aziende dell’appalto che vorrebbe azzerare. In un momento in cui queste imprese e questi lavoratori avrebbero bisogno del sostegno di tutta una comunità, - conclude il presidente Cesareo - c’è ancora un sindacato che non trova niente di meglio da fare che puntare il dito ravvisando nelle azioni di chi accusa colpe che in realtà sono le sue. La città, specialmente in un momento come questo, meriterebbe di meglio".

 
 

Una primavera nel segno delle certificazioni abilitanti, tra le più richieste nei relativi ambiti professionali. È quella che si prospetta dal prossimo mese di marzo a Manduria, negli spazi formativi di SMILE Puglia (ente accreditato dalla Regione Puglia), pronti ad ospitare rispettivamente la formazione per il conseguimento della Patente di saldatura ISO 9606-1, il corso di Inglese turistico (con esame BULATS), il percorso formativo ai fini della normativa CEI 11-27, riguardante la formazione dei lavoratori del settore elettrico, con rilascio dell’attestato PES PAV PEI. Il corso che abilita alla patente di saldatura (certificazione di cui alla norma ISO 9606-1, ex UNI EN 287-1) avrà una durata complessiva di 45 ore e preparerà all’esercizio nell’ambito dei procedimenti elettrodo rivestito e TIG. Il corso è destinato principalmente a saldatori con esperienza, ma, a giudizio dei docenti, potrebbero essere ammessi anche persone non esperte, previa un'adeguata integrazione delle ore di formazione. Al termine delle attività di formazione verrà rilasciata l'abilitazione professionale (certificazione e patentino) ISO 9606-1 da parte dall’ente KIWA CERMET (accreditato ACCREDIA), per saldatura a elettrodo rivestito e a TIG. La prova di accertamento ISO 9606-1 sarà curata dall'Istituto KIWA CERMET. Saper intrattenere comunicazioni di base nell'ambito dell'incoming, in lingua inglese, verbale e scritta, è invece l’obiettivo formativo principale del corso di Inglese turistico, della durata di 40 ore. La figura in uscita saprà leggere e comprendere testi e guide turistiche, sostenere una conversazione in ambito turistico, formulare ed esporre itinerari locali di interesse turistico in lingua inglese, usare la terminologia specifica inerente al settore turistico, sarà in grado di fornire indicazioni sui maggiori servizi turistici presenti nel territorio. Il corso si concluderà con un test di valutazione BULATS- Business Language Testing Service, utile alle aziende del settore per conoscere il livello di competenza linguistica delle proprie risorse umane. Le aziende interessate all’upgrade linguistico di un numero significativo di unità potranno ospitare il corso direttamente nei propri locali. Rappresenta, invece, un’imperdibile occasione per chi lavora nel campo elettrico il corso che rilascerà l’attestato PES PAV PEI. Le norme tecniche CEI 11-48 (Esercizio degli impianti elettrici) e CEI 11-27 (Lavori su impianti elettrici non sotto tensione, su sistemi di categoria 0-I-II-III, e lavori sotto tensione, su sistemi di categoria 0-1), infatti, stabiliscono che, in presenza di qualsiasi rischio elettrico, è necessario che i lavoratori siano qualificati in relazione alla complessità della mansione da svolgere. I tipi di qualifica sono, appunto, tre: Persona Esperta (PES), Persona Avvertita (PAV) e Persona Idonea (PEI). Anche in questo caso, se giungeranno richieste da parte di imprese per i propri lavoratori, le sede formativa potrà coincidere con quella rispettiva delle imprese richiedenti. Per maggiori informazioni e per la richiesta di iscrizione, si raccomanda di contattare la dott.ssa Anna Zingarello Pasanisi al numero telefonico 333.48750223, oppure con un’email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , scrivendo all’oggetto la denominazione del corso di interesse, e, nel corpo del messaggio, nome, cognome e numero di telefono a cui poter essere eventualmente ricontattati.

Sale la tensione, si acuisce la protesta profilando risvolti inediti, dettati essenzialmente da rabbia e disperazione per una sitazione di incertezza che permane aprendo drammatici interrogativi sul futuro. E' questo il senso della mobilitazione degli autotrasportatori, che tornano a portare per strada i loro mezzi, questa volta fino a raggiungere la città con tutto quello che ciò può determinare. La decisione è stata presa. In serata Confindustria Taranto al termine di un incontro con i rappresentanti della categoria, ha diffuso il comunicato stampa che di seguito pubblichiamo

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Tornano a protestare gli  autotrasportatori  dell’indotto ILVA. Dalle 9.30 di domani, martedì 10 febbraio 2015,  si muoveranno in corteo con i mezzi pesanti partendo dal piazzale antistante la portineria C dell’Ilva e percorrendo le principali arterie stradali.

Saranno  interessate, in particolare, la strada statale 7 e la strada statale 106 fino al piazzale del Municipio, dove è previsto un incontro con la stampa a partire dalle ore 11.30.  Alla conferenza stampa prenderà parte anche una delegazione delle altre aziende dell’indotto interessate alla vertenza ed il Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo.

Si prevedono, infatti, ulteriori manifestazioni ed azioni anche clamorose che andranno avanti fino all’ottenimento di garanzie e risposte certe.

La ripresa della protesta, (già attuata giovedì scorso e poi interrotta in attesa di conoscere quali fossero gli esiti del vertice romano di venerdì scorso), è stata decisa infatti da tutti gli autotrasportatori dell’indotto in virtù dell’assenza di risposte concrete che si registrano sulla vicenda, (malgrado l’interessamento di quei parlamentari attivi sulla questione) ed in virtù, in particolare, delle azioni realmente concrete da parte del Governo che consentirebbero, a tutto l’autotrasporto e non solo, di riprendere con serenità le consuete attività lavorative.

Invece, né il contenuto di alcuni emendamenti – peraltro ancora nell’alveo delle ipotesi – né le misure che si avanzano a tutela dei crediti sembrano andare nella direzione auspicata dalla imprese dell’indotto, in crisi di liquidità oramai da troppi mesi.

Quello di domani è davvero, per gli autotrasportatori, l’ultimo grido di dolore: per lo spegnimento delle loro aziende e per la perdita di qualsiasi certezza per le loro  famiglie, sia presente che futura.

Le imprese – tutte - fanno ancora una volta appello al Premier, ai ministri competenti, ai commissari Ilva, affinché  trovino al più presto la soluzione per corrispondere a questa numerosa platea di imprese e di lavoratori quanto loro dovuto per lavori realizzati a costo di enormi sacrifici.

Responsabilmente, e fino ad oggi, ricordiamo che gli autotrasportatori dell’indotto hanno deciso di manifestare civilmente, consentendo la messa in sicurezza degli impianti ed il prosieguo, pur limitato, delle attività all’interno dell’Ilva.

Ora la protesta, in considerazione della situazione pressoché immutata che si registra rispetto alla prima autoconvocazione a Roma del 19 gennaio scorso, potrebbe assumere, salvo decisivi cambiamenti di rotta altri risvolti.

 

 

Un nuovo fondo di garanzia per mitigare il rischio credito e sostenere il pagamento delle rate nei momenti di difficoltà del mutuatario.

Il protocollo CREDIamoCI, siglato dall’ABI, associazione banche italiane, con le associazioni dei consumatori (Acu, Adiconsum, Adoc, Asso-Consum, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, La Casa del Consumatore, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale dei Consumatori) ha l'obiettivo: dopo sette anni di crisi, di sostenere la ripresa. Un programma di lavoro biennale che si inserisce nel nuovo contesto dell’unione bancaria  europea e di un mercato unico europeo dei crediti ipotecari, basato su una regolamentazione omogenea in grado di aumentare, a parità di regole, la concorrenza tra i diversi Paesi.

I lavori per mettere a punto un’adeguata offerta finanziaria per sostenere i consumi puntano su tre aree di intervento: accesso al credito, sostegnoalle famiglie in difficoltà, informazione al consumatore. I punti nel dettaglio:

  • promuovere l’istituzione di un fondo di garanzia per l’accesso al credito al consumo;

  • analizzare l’efficacia degli strumenti esistenti per mitigare il rischio di credito (es. Fondi di garanzia per la casa, polizze assicurative);

  • esaminare il recepimento della nuova Direttiva europea sul credito ipotecario per favorire il processo di erogazione dei crediti attraverso un’attenta analisi delle peculiarità della normativa italiana (es. mutui, polizze assicurative, prestito ipotecario vitalizio, cessione del quinto dello stipendio/pensione) e colmare le differenze con i principali Paesi europei;

  • promuovere la diffusione delle informazioni dettagliate sul funzionamento del Fondo di garanzia per la prima casa;

  • rafforzare gli strumenti per sostenere il pagamento delle rate nei momenti di difficoltà del mutuatario (es. iniziative di legge quali Fondo di solidarietà per i mutui per la prima casa);

  • promuovere misure standard di sospensione dell’ammortamento in favore delle popolazioni colpite da eventi di natura calamitosa (es. terremoti, alluvioni, etc.) nell’ottica di intervenire tempestivamente nei casi di emergenza ed evitare interventi differenziati a livello regionale;

  • misure di sostegno per le famiglie in difficoltà nel pagamento delle rate di alcune tipologie di credito al consumo;

    incrementare la consapevolezza del consumatore nella scelta dei prodotti di credito e/o servizi accessori in termini di costi complessivi, rischi assunti (ad es. di credito e di mercato), valorizzando trasparenza e semplicità.


 

                           
Intanto nasce una polemica dell'Assessore con il cuoco Ilario Vinciguerra per una dichiarazione negativa sull'olio pugliese durante una trasmissione RAI. Lo chef invitato a venire in Puglia.
 
Dal 4 al 6 febbraio la Puglia è stata protagonista al Fruit Logistica 2015 di Berlino, la più importante fiera del commercio internazionale di prodotti ortofrutticoli. Una tre giorni che ha coinvolto espositori provenienti da tutto il mondo, con una folta rappresentanza italiana e della Puglia presente con 24 espositori aggregati nello spazio organizzato della Regione Puglia in collaborazione con Unioncamere. Hanno presentato i propri prodotti (uva da tavola, agrumi, ciliegie e ortaggi tipici quali pomodori, cavoli, cipolle, carote e patate), con l’obiettivo di consolidare il ruolo sul mercato estero e soprattutto su quello tedesco che da solo assorbe il 26 % dell’intera produzione ortofrutticola pugliese. 
I dati Unioncamere del 2014 - ha detto Fabrizio Nardoni, Assessore alla Risorse Agricole della Regione Puglia - confermano che l’export pugliese per il settore ortofrutta, nonostante la crisi, tiene molto bene e che probabilmente supererà i 442 milioni di euro registrati nel 2013.
Numerosi gli incontri con la stampa e iniziative istituzionali rivolte alle maggiori testate giornalistiche di settore e ad un pubblico qualificato di esperti e operatori commerciali tedeschi e internazionali, interessati ad avviare e consolidare rapporti commerciali con le aziende pugliesi.

Sulle produzioni pugliesi si registra una levata di scudi nei confronti di una affermazione fatta dal cuoco Ilario Vinciguerra all’interno della trasmissione RAI “Detto Fatto” andata in onda lo scorso 3 febbraio. Il cuoco chiamato in studio per una ricetta affermava infatti: “l’olio del Sud è più pesante di quello ligure e, quindi, più acido”. “Peccato – dice l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni – che questo spot, fatto sulla rete di stato nazionale, a favore delle produzioni liguri, non solo non corrisponda al vero, ma venga fatto in danno di regioni, come la Puglia ad esempio, che produce oltre il 50% di tutto l’olio italiano e che spesso lo stesso sia la fonte originaria e predominante di tanti oli, imbottigliati altrove, e spacciati per produzioni di altre regioni”.  “L’olio del Sud e della Puglia costituisce una produzione vera, tangibile e per questo andrebbe considerato come patrimonio nazionale da preservare anche nella comunicazione - afferma ancora l’assessore Nardoni, che ha inviato questa mattina anche richiesta di rettifica alla trasmissione RAI condotta da Caterina Balivo. In Puglia - specifica Nardoni - non soltanto produciamo e imbottigliamo in loco olio extra vergine d’oliva di altissima qualità e dai più svariati profili aromatici e gustativi frutto di produzioni reali e non di importazioni selvagge, ma da molti anni ormai siamo la patria incontrastata di pregiatissimi oli prodotti con metodo biologico. Crediamo che l’affermazione del bravo Vinciguerra - dice infine Nardoni - sia stata fatta certamente non per dolo ma per scarsa conoscenza delle grandi eccellenze che caratterizzano le nostre produzioni.  Vuoto di sapere che intendiamo colmare invitandolo proprio a cucinare nella stessa trasmissione un suo pregevole piatto utilizzando l’olio pugliese che considererà più appropriato per la preparazione.  Qualora dovesse incontrare qualche difficoltà per la selezione di un olio, allora sarà nostra cura invitarlo in Puglia per fargli conoscere il fantastico mondo dell’extravergine pugliese che da questa terra afferma e diffonde la qualità e il gusto italiano nel mondo”.

 


 

 

 

Incentivi per realizzare progetti di investimento finalizzati a migliorare condizioni di salute e sicurezza sul lavoro o per adottare modelli organizzativi e responsabilità sociale. 

 

L'Inail mette a disposizione 267.427.404 euro per finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. I finanziamenti vengono assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande. Il contributo in conto capitale, pari al 65% dell’investimento al netto dell'iva, per un massimo di 130.000,00 euro ed un minimo di 5.000,00 euro (per le imprese fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l'adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale non è fissato il limite minimo di contributo), viene erogato dopo la verifica tecnico-amministrativa e la realizzazione del progetto.Sono ammessi a contributo progetti ricadenti in una delle seguenti tipologie: 

 

  1. progetti di investimento;
  2. progetti di responsabilità sociale e per l'adozione di modelli organizzativi; 

Le imprese possono presentare un solo progetto per una sola unità produttiva, riguardante una sola tipologia tra quelle sopra indicate. Per i progetti di tipologia 2 l'intervento richiesto può riguardare tutti i lavoratori facenti capo ad un unico datore di lavoro, anche se operanti in più sedi o più regioni. L'importo destinato dall'INAIL ai progetti, per l'anno 2014, è ripartito sui singoli Avvisi Regionali pubblicati sul portale dell'INAIL. La domanda potrà essere presentata in  modalità  telematica a partire dal 3 marzo 2015.

 

 


"Sono passati ormai 4 mesi dall’ultima nave porta container sbarcata nel porto jonico, siamo passati dai 63.630 container movimentati nel 2013 alla assenza completa di movimentazione, un porto morto, un porto fermo, che non porta sviluppo e ricchezza per la città è quello di Taranto. Riteniamo che il porto di Taranto sia un bene pubblico, che non possa essere bloccato da interessi di singoli soggetti ma che tale deve essere fonte di reddito per la collettività.  Richiamiamo all’attenzione e alla responsabilità le istituzioni locali e nazionali chiedendo  l’impegno immediato, al fine di ripristinare il funzionamento del porto, garantendo un'alternativa sociale ed economica al  settore autotrasporto ormai al collasso”. Con queste parole lo Sna Casartigiani chiede spiegazioni in merito alla situazione attuale del porto di Taranto e sul futuro dello stesso.

"Ben a conoscenza degli intoppi burocratici e logistici, - spiegano i responsabili dello Sna Casartigiani - riteniamo sia opportuno, come più volte sottolineato, garantire l’operatività minima del terminal o, comunque, garantire il minimo di arrivi di container, è necessario e indispensabile per garantire gli standard economici e sociali della nostra città. Nella protesta che ci vide protagonisti nel novembre dello scorso anno, - ricorda lo Sna Casartigiani - avevamo ricevuto la promessa da parte delle Istituzioni di provare a trovare una soluzione. In quell’occasione si era pensato e cercato di trasferire il traffico locale presso il molo San Cataldo, reso disponibile dall’Autorità portuale, vista l’impossibilità dell’armatore di utilizzare la banchina del 5° sporgente interessata ai lavori a tutt’oggi fermi. Sono passati ormai 2 mesi da quando la scrivente ha avuto l’ultimo incontro con il presidente dell’Autorità portuale, nel corso del quale era stata individuata la predetta soluzione temporanea, senza che Evergreen, pur interessata all’operazione, abbia dato risposta. A tutt’oggi le aziende dell’indotto, e in particolare quelle dell’autotrasporto, ferme dal novembre 2014, sono ormai in fallimento, a tale situazione si aggiunge la vertenza Ilva che coinvolge anche le aziende plurimandatarie dell’autotrasporto. Crediamo che sia ora - conclude lo Sna Casartigiani - che Evergreen faccia chiarezza, altrimenti si dia spazio ad altri armatori che vogliano investire nel porto di Taranto".

TRASPORTO UNITO FIAP - NOTA DEL SEGRETARIO PROVINCIALE BIAGIO PROVENZALE

 

A seguito dell’incontro con le Associazioni di categoria, volto ad una verifica istituzionale dei crediti dei fornitori dell’autotrasporto Ilva Spa, realizzato giovedì 29 gennaio in Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, i vettori attualmente impegnati nello sciopero dell’indotto hanno ricevuto invito a sottoscrivere un addendum ai contratti di trasporto attualmente in essere, recante le seguenti modifiche e/o integrazioni:

- a decorrere dalla data del 30 gennaio 2015 (c.d. “data di efficacia”), pagamento dei corrispettivi del trasporto regolati 60% in acconto e, per il residuo 40%, a 30 giorni data di emissione fattura (fine mese);

- pagamento delle prestazioni di trasporto eseguite nel periodo intercorso tra il 21 gennaio 2015 e la data di efficacia, da regolarsi entro il 10 febbraio 2015;

- riconoscimento del carattere di prededucibilità dei crediti, ai sensi dell’art. 52 D.Lgs. n. 270/1999, sorti a far data del 21 gennaio 2015.

I vettori locali interpellati in data odierna da codesta segreteria provinciale, in attesa di conoscere la portata degli emendamenti al D.L. n. 1/2015, fanno riserva di valutare le sopra citate proposte dietro riscontro chiaro ed urgente in merito alla sorte dei crediti vantati anteriormente alla dichiarazione dello stato di amministrazione straordinaria di Ilva Spa (21 gennaio 2015), ritenendo l’incasso di dette somme necessario per assicurare la ripresa delle attività di trasporto.

Nel particolare, preso atto della dichiarazione dello stato di insolvenza  dichiarato dal Tribunale di Milano lo scorso 30 gennaio 2015; considerata altresì l’elevata incidenza dei costi dell’autotrasporto che non consente l’accettazione di una proposta concordataria con minima soddisfazione delle pretese vantate, auspicano il pagamento dei crediti per un ammontare almeno pari all’80%, da monetizzarsi e, per il residuo, da erogarsi attraverso l’introduzione di sgravi di carattere fiscale e contributivo, proseguendo l’astensione dalle prestazioni di trasporto. 

 

                                                                                                          Il segretario provinciale

                                                                                                            Dr. Biagio Provenzale


"Il presidente dell'Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, dovendo realizzare una maxi diga foranea, ha chiesto al Governo di dirottare su tale progetto i fondi destinati alle opere dei porti di Taranto e di Augusta".

A denunciare quello che sembrerebbe a tutti gli effetti un tentativo di scippare i finanzianenti previsti per Taranto è il consigliere regionale di Forza Italia, Arnaldo Sala. "La notizia - spiega Sala - è riportata dal quotidiano ligure Secolo XIX, secondo il quale per la costruzione della grandiosa diga foranea genovese, i cui lavori dovrebbero iniziare nel 2016, occorrerebbe almeno un miliardo di euro. Secondo il presidente Luigi Merlo - prosegue Sala - la decisione di riassegnare i fondi destinati al porto di Taranto a quello di Genova, dovrebbe avvenire in una generale riorganizzazione del piano nazionale della logistica dei porti che tenga conto dell’attuale movimento delle merci, una riorganizzazione nella quale il presidente Merlo candida il porto di Genova quale «grande polo di attrazione per le navi di grandi dimensioni». Ovviamente - sottolinea il consigliere regionale di Forza Italia - il presidente Merlo si guarda bene dal dire che i traffici sul nostro porto si sono ridotti proprio in funzione degli importanti lavori che lo stanno interessando. Quei lavori che trasformeranno il porto di Taranto in un grande hub in grado di intercettare i traffici provenienti dal Canale di Suez, un porto complementare non concorrenziale a quello di Genova, come a quello di Trieste, proprio in una intelligente visione della portualità funzionale al “istema Italia”.

Secondo Sala, l’esternazione di Luigi Merlo non è casuale, in quanto è avvenuta "in prossimità della riunione convocata dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, a Roma il 9 febbraio prossimo, per discutere proprio del futuro della portualità italiana. Ciò è assolutamente inaccettabile. Mi auguro - conclude Arnaldo Sala - che il presidente Merlo si ravveda e, soprattutto, che la politica pugliese e nazionale comprenda appieno la strategicità della portualità jonica per il Sistema Italia”.

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