Economia, Lavoro & Industria (1908)
LAVORO - "Salviamo l'Alenia", la Fiom-Cgil di Taranto si mobilita
Scritto daIl volantino della Fiom_Cgil recita “Salva l’Alenia” e fa da apri pista all’assemblea con conferenza stampa che si terrà domani, mercoledì 25 febbraio, dalle 10.30 alle 11.30 davanti all’ingresso principale dello stabilimento aeronautico di Grottaglie.
"Dobbiamo salvare il patrimonio umano e industriale di quello stabilimento – dicono dalla Fiom di Taranto – proprio nel momento in cui si sta consumando l’ennesimo scippo al territorio, perché le esternalizzazioni selvagge stanno uccidendo il lavoro generando schiere di lavoratori ricattati e precari".
Per questa ragione al presidio, con conferenza stampa, sarà presente anche il Nidil-Cgil a rappresentare, con la categoria delle nuove identità lavorative, l’esercito di somministrati presenti proprio nell’azienda del gruppo Finmeccanica. L’assemblea in Alenia proverà a fare il punto della situazione su alcuni punti cardine: la sospensione dei processi di cessione di lavorazioni, la definizione di un piano industriale e del relativo bacino occupazionale con clausola sociale per i dipendenti Alenia e dell’indotto, il reintegro del perimetro Alenia dei 38 lavoratori qualificati licenziati a dicembre e la stabilizzazione dei precari.
All’assemblea e alla conferenza stampa parteciperanno Lucia Lapenna, segretaria Nidil-Cgil Taranto, Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom di Taranto, Roberto Clemente, rsu Fiom Alenia Aermacchi, e Alessandro Pagano, coordinatore nazionale della Fiom per gruppo Finmeccanica.
LAVORO - "Responsabile della pianificazione e valorizzazione delle attività agroturistiche", un seminario di Ciofs e Formare Puglia
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Nell’ambito dei corsi di “Responsabile della pianificazione e valorizzazione dell’attività agrituristica” organizzati e gestiti da Ciofs Puglia e Formare Puglia, finanziati dalla Provincia di Taranto attraverso l’Avviso TA/02/2014 Azione 1, i due enti formativi hanno organizzato un seminario rivolto alle corsiste delle due azioni formative, alle imprese del settore dell’agriturismo ed a tutti coloro che sono interessati alla crescita del comparto.
L’iniziativa, prevista per venerdì 27 Febbraio 2015 dalle ore 9,00 alle ore 13.00 presso la ex sala Giunta della Provincia di Taranto, in via Anfiteatro 4, si soffermerà sul tema “L’agriturismo, settore in crescita: le opportunità occupazionali e imprenditoriali e le nuove risorse della programmazione 2014-2020” e prevede, dopo l’introduzione ed un breve saluto di suor Carmela Rocca e Luisa Campatelli, in rappresentanza di Ciofs Puglia e Formare Puglia, il seguente programma: Il ruolo della Provincia, con interventi di Martino Tamburrano, presidente Provincia di Taranto, e Roberto Carucci, dirigente settore Formazione Provincia di Taranto; Il ruolo dei Gal, con interventi dei rappresentanti di Colline joniche, Terre del primitivo, Luoghi del mito e Valle d’Itria; Il ruolo delle associazioni di categoria, con interventi di rappresentanti di Turismo verde Puglia Cia, Agriturist Puglia Confagricoltura e Terra nostra Puglia Coldiretti. Sul tema “Il ruolo della Regione Puglia relazionerà Fbarizio Nardoni, assessore Risorse agricole della Regione Puglia, che concluderà i lavori. La partecipazione è aperta a tutti.
Per info contattare Ciofs Puglia – tel: +39 099 7390917 - fax: +39 099 7325624 - mail: ciofstadir@
PORTO - Cgil, Cisl e Uil chiedono la proroga dalla cigs per i lavoratori di Tct
Scritto daLe segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, con le rispettive federazioni di categoria Filt Cgil, Fit Cisle Uiltrasporti Uil, considerano nodale e strategico il confronto istituzionale e sociale in atto sui destini presenti e futuri della portualità ionica. E ritengono non più differibile la verifica, prevista entro metà marzo prossimo e preannunciata dal Governo d’intesa con l’Autorità portuale, della volontà di Taranto container terminal (Tct), Evergreen e Hutchinson di confermare, inequivocabilmente, tanto gli accordi già sottoscritti quanto il proseguimento della loro presenza produttiva nel porto di Taranto, "considerata - sottolineano - altresì l'urgenza della ripresa dei traffici il cui blocco ne sta collassando l'intero asset produttivo".
Sindacati e territorio, infatti, si aspettano che la Tct "continui a concorrere alla infrastrutturazione del porto, alla promozione dei traffici nazionali e trans nazionali, nonché all’immediato ripristino del livello dei traffici commerciali per la piena operatività del terminal, in ciò includendo l’indotto. L’incontro tenuto, nei giorni scorsi, a Roma tra il sottosegretario Graziano Delrio e il presidente dell’Autorità portuale Sergio Prete, - ricordano Cgil, Cisl e Uil - oltre a fare il punto sulle condizioni del rilancio commerciale dell’infrastruttura più volte definita dallo stesso Governo strategica per l’economia nazionale, ha opportunamente rilanciato anche il tema dell’emergenza occupazionale che coinvolge 550 lavoratori portuali diretti, per i quali la c.i.g.s. (per ristrutturazione aziendale) scade il prossimo 28 maggio e circa 100 dell’indotto che, però, non sono coperti da ammortizzatori sociali".
Al riguardo le organizzazioni sindacali, auspicando la piena ripresa in tempi brevi delle attività lavorative e la garanzia della salvaguardia dei livelli occupazionali, chiedono "la proroga del trattamento di c.i.g.s. per i dipendenti della Tct, nonché il rispetto della clausola sociale sottoscritta il 28 gennaio u.s.per la tutela occupazionale dei lavoratori dell’appalto".
Cgil Cisl Uil, insieme con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Uil si sono già attivate per essere convocate dal prefetto, presente anche il presidente dell’Autorità portuale, al fine "di proseguire il dialogo sociale da tempo avviato sulle questioni esposte, anche tenendo conto dell’imminente avvio di lavori presso il molo polisettoriale il cui complesso periodo di transizione dovrà essere gestito nel rispetto degli accordi sottoscritti e dei tempi stabiliti".
ILVA - Mazzarano: "Con il decreto c'è certezza delle risorse per l'ambientalizzazione dello stabilimento". E sul jobs act, "pietra miliare del governo Renzi"
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INDOTTO ILVA - La Cgil avvia una campagna di sottoscrizione della Legge di iniziativa popolare dedicata agli appalti
Scritto daNon ci sono ovviamente i 3000 lavoratori dell’appalto Ilva ma, nell’assemblea al Centro polivalente dei Tamburi, convocata dalla Cgil insieme alle categorie Filcams, Filctem, Fillea e Fiom, ci sono soprattutto i lavoratori che in questi difficili giorni tarantini hanno costruito insieme al sindacato la piattaforma rivendicativa che in parte si ritrova nel decreto Ilva passato giovedì al Senato.
"Noi siamo andati oltre la protesta delle imprese o la rivendicazione dei crediti pregressi – dice il segretario generale della Cgil, Giuseppe Massafra – perché il nostro intento era quello di conquistare una prospettiva, un vero strumento di salvaguardia per questi lavoratori2.
Il riferimento di Massafra è alla clausola sociale inserita nel decreto che conferisce facoltà al commissario di individuare un bacino di lavoratori a cui fare riferimento per i lavori di ambientalizzazione e proseguimento produttivo. "In questo clima di vuoto e incertezza, con un piano industriale pressoché inesistente foe le notizie che provengono da dentro l’Ilva, comprese quelle relative allo spegnimento anticipato dell’AFO 5 – dice Massafra – i bacini occupazionali sono l’unica vera forma di difesa del sistema produttivo territoriale".
Bacino occupazionale ma non solo. "L’Ilva non si salva a colpi di decreto – dice nell’assemblea Massafra – perché questa realtà si può garantire sono se si compiono scelte coraggiose che puntino sulla trasformazione di un modello di sviluppo tutto basato su qualità e innovazione e dunque affrontando il tema degli appalti, affidando a questi criteri la selezione delle imprese o non facendo riferimento esclusivamente a quale registro delle imprese sono iscritte".
Temi che per Massafra vanno accolti come parte integrante delle politiche governative sul futuro industriale del paese e di Taranto in particolare. Qualità e innovazione che per la Cgil significano anche legalità, rispetto dei contratti e delle condizioni di sicurezza. "Non a caso il maggior numero di infortuni si consuma da sempre nel sistema degli appalti", dice Massafra, anticipando gli interventi di alcuni lavoratori.
"Noi dentro l’Ilva siamo quelli che fanno lavori più sporchi e difficili – conferma Gregorio Gennarini, operaio della Stil Service – e siamo quelli che rischiano di rimanere fuori perché è più facile fare accordi al ribasso con aziende caso mai non sindacalizzate che non si fanno scrupoli in tema di sicurezza o salute sul lavoro". Seguono le testimonianze dei lavoratori metalmeccanici, edili e del settore dell’energia e del servizi, e tutti sembrano rivendicare forme di tutela e garanzia. Un impegno che la Cgil ha assunto ormai da alcuni mesi facendosi promotrice di una proposta di legge di iniziativa popolare proprio sul sistema degli appalti.
"I lavoratori degli appalti che anche questa sera sono qui sono stati utilizzati come strumenti di pressione per ottenere rinnovi di appalto e per garantire più che il lavoro l’impresa – dice Gianni Forte, segretario generale della Cgil Puglia – E in tutta Italia, così come a Taranto, gli appalti negli anni sono stati l’ultima frontiera del lavoro povero, utilizzati come strumento per destrutturare il lavoro e per abbattere il costo della manodopera e le annesse forme di tutela e garanzia non solo dei contratti, ma anche della salute e della sicurezza. Ecco perché ripartire da una proposta di legge come la nostra significa rimettere al centro il lavoro o garantire ad esempio ai lavoratori dell’appalto Ilva, nonostante il Jobs Act, di conservare grazie all’introduzione di clausole sociali, diritti e tutele acquisite in duri anni di lavoro".
INDOTTO ILVA - Per Trasportounito, insoddisfacente l'incontro con il ministro Lupi
Scritto daDelusione. E’ il sentimento che Trasportounito esprime relativamente all’esito dell’incontro tra il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e le associazioni dell’autotrasporto presenti, che hanno espresso grande soddisfazione al termine del vertice. Come è noto, Trasportounito ha declinato, nei giorni antecedenti, l’invito al tavolo, ritenendo il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ed il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, gli unici interlocutori in grado di fornire risposte urgenti e concrete alle sacrosante richieste portate dagli autotrasportatori, ormai in agonia.
"Le proposte portate al tavolo, e che hanno raccolto la soddisfazione di alcuni, - spiega Biagio Provenzale, segretario provinciale di Trasportounito - sono per noi insoddisfacenti. Concessione, per un periodo di 3 mesi, di un acconto pari all’80% delle commesse eseguite a far data dal 21 gennaio 2015; concessione, per i periodi successivi di un acconto pari al 60% delle commesse e del residuo 40% a 30 giorni data fattura; sospensione delle azioni esecutive e cautelari, dei pagamenti delle cartelle esattoriali e delle imposte sino a data del 15 settembre (di fatto, un autofinanziamento delle imprese che hanno l’obbligo, però, di versare ingenti somme di denaro in un’unica soluzione, entro il 20 dicembre 2015); stanziamento del fondo di garanzia che assiste l’ulteriore indebitamento degli autotrasportatori (che invece vantano crediti verso lo Stato); 5. prededucibilità dei crediti vantati dalle imprese (da chiarirsi quando e come). Nei fatti, - spiega Provenzale - si esce da quel tavolo senza garanzie concrete in merito al pagamento dei crediti pregressi, delegittimando le reali motivazioni che avevano determinato i presidi permanenti allo stabilimento dal lontano 20 gennaio 2015. In totale disaccordo con quanto diffuso ieri da alcuni rappresentanti sindacali, riteniamo - conclude Provenzale - che questi punti, laddove approvati con il benestare di qualche soggetto lontano dai veri interessi dell’autotrasporto, impongano agli operatori del trasporto di riflettere seriamente sulle sorti delle loro imprese".
INFRASTRUTTURE - Russo (Tct): "Il porto di Taranto centrale nella portualità italiana"
Scritto daUn importante convegno organizzato dall’ANCIP l’ Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali, con la partecipazione di qualificati relatori e che ha visto presente tutto il cluster marittimo nazionale, si è tenuto nei giorni scorsi a Roma sul tema “Il futuro dei porti italiani, lavoro ed imprese al centro della riforma”. Si è parlato naturalmente delle prospettive delle più significative realtà e strutture del Paese e sicuramente non poteva mancare all’appuntamento il Porto di Taranto, con le sue tante questioni aperte ed ancora da risolvere.
A dare un prezioso contributo al dibattito è stato GianCarlo Russo, nella veste di Vice Presidente di Assologistica con delega al Mezzogiorno, nonché di Vice Direttore Generale della Taranto Container Terminal, il quale si è ampiamente soffermato a difesa del Porto di Taranto circa le difficoltà che non consentono una vera e propria affermazione dell’area portuale tarantina, come evidenziato durante il convegno da autorevoli esponenti politici.
Ha prospettato le possibili conseguenze che tali difficoltà potrebbero portare con lo spostamento dell’interesse verso altri porti internazionali come quello del Pireo, una delle portualità emergenti nel panorama del Mediterraneo, realizzata e gestita con regole diverse da quelle italiane ed UE.
Ma occorre fare presto e subito nell’area portuale tarantina quelle opere in programma previste già da tempo che non riescono effettivamente a decollare . “Mi riferisco – ha detto Russo – agli interventi di ammodernamento sanciti nell’Accordo per lo sviluppo dei traffici containerizzati nel Porto di Taranto che, pur avendo la copertura finanziaria, non si riesce a realizzare a causa della farraginosa gestione pubblica. Opere - ha proseguito il manager - che ritengo essenziali per dare al Porto di Taranto una nuova identità internazionale, capaci di far approdare nel mare tarantino le grandi navi oramai su tutti i servizi di linea transoceanici. Peraltro prosegue Russo, questo stato di cose genera sconsiderate speculazioni dove qualche porto chiede che vengano delocalizzati questi fondi per la realizzazione di infrastrutture necessarie all’ottimizzazione del porto che rappresenta”.
Comunque, l’ammodernamento infrastrutturale dei nostri porti è uno dei nodi fondamentali da sciogliere per rendere gli scali individuati dalla riforma produttivi e rispondenti ad un gigantismo marittimo che si evolve sempre più velocemente sia in termini di stazza che di slot , in virtù dei consorzi e sinergie strette tra i grandi players del trasporto marittimo internazionale.
Relativamente alla Governance dei porti, Russo ha concluso sottolineando che “è fondamentale tener presente oltre al sistema porto, l’area geografica o di distretto di pertinenza evitando dispendiose ed inutili sovrapposizioni tra le peculiarità degli scali ma incentivare l’essere complementari nell’offrire servizi efficienti e di maggiore penetrazione ottimizzando l’intermodalità”.
ECONOMIA - Crisi in Libia, a rischio le esportazioni pugliesi. Taranto fanalino di coda
Scritto daBen 18 milioni di euro. Ecco quanto vale il made in Puglia (non energetico) nel mercato libico. E’ quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Istat. L’escalation della crisi in Libia può condizionare profondamente l’andamento delle esportazioni. Con l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza, la Farnesina ha segnalato che «l’Ambasciata d’Italia a Tripoli ha sospeso temporaneamente le proprie attività fino a nuovo avviso. Non è più possibile, pertanto, assicurare assistenza consolare a coloro che, nonostante il chiaro sconsiglio delle Autorità italiane, siano ancora presenti in territorio libico».
Dopo le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati (56 per cento) i settori interessati sono «Macchinari e apparecchiature» (9,6 per cento), «Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche» (7,1 per cento), «Prodotti alimentari» (4,4 per cento), «Autoveicoli» (3,2 per cento), «Prodotti delle altre industrie manifatturiere» (2,7 per cento, per metà rappresentato da «Gioielleria e pietre preziose lavorate»). L’export aveva recuperato, nel corso del 2013, i livelli precedenti alla crisi del 2011, quando scoppiò la guerra civile in Libia. Ma ora è probabile un’ulteriore battuta d’arresto.
In particolare, le aziende della provincia di Bari esportano verso il Paese nordafricano beni per 8,7 milioni di euro. Pari al 48,3 per cento del totale delle esportazioni pugliesi verso la Libia. Seguono le province di Lecce con 5,4 milioni, pari al 30 per cento dei 18 milioni complessivi; Brindisi con un milione 400mila euro, pari al 7,8 per cento; Barletta-Andria-Trani con un milione 100mila euro (6,1 per cento); Foggia con 800mila euro (4,4 per cento). Chiude Taranto, già parecchio ridimensionata a causa dell’involuzione dell’Ilva, con 600mila euro (3,3 per cento).
«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – ci consentono di comprendere come la situazione generatasi nel Nordafrica abbia ripercussioni dirette anche sulla nostra economia regionale. Quest’ulteriore fronte si apre in un momento in cui le imprese pugliesi sono già duramente provate dalla restrizione ai commerci con la Russia, in forza delle sanzioni applicate a seguito della crisi ucraina. La situazione internazionale – osserva – è tale da causare una battuta d’arresto proprio per alcuni tra i flussi più corposi dell’export pugliese. Con i consumi interni ormai al lumicino, questa congiuntura rappresenta un pericolo concreto anche dal punto di vista economico. Per questo e per tanti ancor più importanti motivi – conclude il presidente – non possiamo che augurarci una soluzione rapida, che consenta la pacificazione dei territori ed il ritorno ai fisiologici rapporti commerciali».
TARANTO - Confcommercio lancia il progetto "NavaTar.it-Naviga e Valorizza Taranto commerciale"
Scritto daLa valorizzazione delle aree urbane della città di Taranto, con particolare riguardo agli ambiti commerciali (Borgo, Solito Corvisea, Montegranaro) vede da tempo impegnate Amministrazione comunale e Confcommercio Taranto in un percorso di analisi, confronto e proposizione da porre alla base dell’identità dei Distretti urbani del commercio. In tale ambito prende vita il progetto ‘Navatar. it – Naviga e valorizza Taranto commerciale’, realizzato da Confcommercio Taranto, in collaborazione con Comune di Taranto e Città Fertile (gruppo di professionisti e cittadini attivi, costituito in associazione per promuovere l’urbanistica partecipata), e finanziato dalla Regione Puglia- Programma Operativo FERS Puglia 2007/13 ‘Realizzazione di processi partecipativi via web’ , finalizzato al miglioramento dei programmi e dei progetti attraverso la diffusione e la condivisione della cultura del PCM all’interno delle organizzazioni.
"L’idea centrale del progetto - spiega Confcommercio - è la costruzione di una strategia partecipata degli attori locali su piattaforma web – gis (che assume la forma viva di un blog geografico) per la generazione della conoscenza condivisa. Un progetto che consente ai portatori di interessi (stakeolder) prima, ed ai cittadini successivamente, di avere, mediante la progettazione PCM, un ruolo attivo nella costruzione delle reti sui temi della vita urbana, delle mappe dei bisogni, delle risorse e delle relazioni, sino a divenire -una fase successiva- attori primari e motori del cambiamento".
Gli obiettivi che con il progetto “Navatar.it” si intende realizzare sono: la costruzione di mappe dei bisogni e delle risorse; la generazione di un sistema di relazioni fra portatori di interessi; la costruzione di un parco collettivo dei bisogni da porre alla base dell’analisi dei problemi, degli obiettivi e delle strategie; la attivazione di un progetto pilota che sarà utilizzato nella costruzione dei Distretti Urbani del Commercio che vedono quali attori primari: le amministrazioni comunali e le associazioni di operatori commerciali.
Il progetto, articolato in più fasi, ha già realizzato alcuni importanti passaggi: la ricognizione e la raccolta degli stakeolder che svolgono un ruolo attivo nella nascita della comunità tematica; il coinvolgimento dei cittadini; il lancio della piattaforma (www.navatar.it) per la fase di generazione della conoscenza condivisa, decodifica del sistema di conoscenza.
"Chiusa questa prima fase, - aggiunge Confcommercio, occorrerà procedere all'attivazione di laboratori urbani per i progetti pilota; all'analisi e comunicazione dei risultati. L’obiettivo finale deve essere quello di produrre un’analisi condivisa, al fine di assicurare la corrispondenza della programmazione dello sviluppo alle esigenze reali del territorio. Un percorso che ovviamente non si esaurisce con la conclusione del progetto, ma che deve aprire la strada ad un modo diverso di progettare la città, a partire dalla costruzione dei Distretti urbani del commercio.
Di seguito il calendario delle tre sessioni (2 GOPP e 1 laboratorio ) articolate per aree:
17 febbraio, GOOP Gruppo Borgo; 18 febbraio, GOOP Gruppi Montegranaro/ Tre Carrare; 24 febbraio, laboratorio conclusivo. Ai 2 GOOP, che si terranno a partire dalle ore 15.30 nella biblioteca civica "P. Acclavio", prenderanno parte: rappresentanti dell’ Amministrazione Comunale, stakeolder, cittadini.
ILVA /SCIOPERO INDOTTO. OCCORRE INDIVIDUARE SOLUZIONI ALTERNATIVE A QUELLE ADOTTATE NELL'INCONTRO ROMANO
Scritto da Giornalista1
TRASPORTOUNITO-FIAP PROVINCIA DI TARANTO esprime forte preoccupazione.
Le proposte formulate nel corso dell’incontro di venerdì 13 febbraio a Palazzo Chigi tra il Presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, il Sindaco della città di Taranto, Ippazio Stefano, una delegazione dell’indotto e del trasporto Ilva ed il Governo, nelle persone del sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio, del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi e del sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, non offrono serenità per le aziende dell'autotrasporto. "In particolare - dice il segretario provinciale di TRASPORTOUNITO-FIAP PROVINCIA DI TARANTO, Biagio Provenzale - le soluzioni individuate a tutela dei crediti pregressi, quali moratoria con le banche, incremento dello stanziamento del Fondo di Garanzia (nella misura di 35 Mln euro), possibilità di sospendere i versamenti Iva per un periodo di 6 mesi, sortiscano l’effetto micidiale di trasformare i crediti vantati dalle imprese in un vero e proprio consolidamento del debito, prolungando ulteriormente l’agonia degli autotrasportatori che, a far data dal 20 gennaio 2015, presidiano senza soluzione di continuità la portineria “C” dello stabilimento Ilva Spa di Taranto". L’auspicio - conclude - è quello di individuare soluzioni alternative, deputate a risolvere l’immediato fabbisogno di liquidità delle imprese, anche mediante contrattualizzazione del trasporto a condizioni per loro più favorevoli, sempreché sussistano le condizioni necessarie a garantire la ripresa delle attività.