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Economia, Lavoro & Industria (1960)
EX ILVA-TARANTO/ Ancora nulla di fatto all\'assemblea dei soci, Mittal di traverso. I sindacati: Governo ostaggio della multinazionale
Scritto da Giornalista1Dai sindacati alle imprese appaltatrici, monta la protesta per l’ennesimo nulla di fatto dell’assemblea di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) che ieri avrebbe dovuto decidere in merito al sostegno finanziario urgente dell’azienda. Da ArcelorMittal, socio di maggioranza, è peró venuto un nuovo segnale di indisponibilità, mentre Invitalia ha dichiarato di essere pronta a fare pro quota la sua parte finanziaria (Mittal ha il 62 per cento di Acciaierie, Invitalia, invece, il 38). Secondo quanto si apprende, Mittal ha portato in assemblea una memoria di una dozzina di pagine evidenziando quanto il Governo aveva promesso nel tempo alla società e non erogato. Si tratta di finanziamenti e garanzie di vario tipo. Secondo Sasha Colautti e Francesco Rizzo, dell’Usb nazionale, “dopo l\'ennesima presa in giro nei confronti dei lavoratori e di questo Paese, è sancito a chiare lettere che il Governo si fa ricattare dalla multinazionale. A noi sembra che stiamo consegnando le politiche industriali del Paese nelle mani di aziende prive di alcun scrupolo verso i territori in cui operano, sprezzanti delle istituzioni fino all’ultimo, irrispettosi di chi i lavoratori li rappresenta”. E con Aigi arriva anche la voce delle imprese dell’indotto metalmeccanico. “Restiamo sconcertati di fronte all’ennesimo nulla di fatto e all’ennesimo rinvio della trattativa tra soci cui è legato il destino della grande fabbrica, delle imprese e dei lavoratori - commenta il presidente Fabio Greco, soprattutto preoccupato dell’ipotesi di un ulteriore commissariamento -. Un nuovo rinvio che lascia prefigurare scenari allarmanti rispetto all’immediato futuro dello stabilimento siderurgico. La situazione è insostenibile. La soluzione tarda ad arrivare e rischia di far sprofondare nel baratro l\'indotto e con esso tutto il circuito economico locale”.
“Le notizie che trapelano dall’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia, in merito all’ennesimo rinvio, sono inaccettabili. E’ chiaro ormai l’intento di Arcelor Mittal di minare l’ex Ilva non dando avvio alla ricapitalizzazione ed impedendo gli investimenti necessari per garantire il presente ed il futuro del gruppo siderurgico”. Lo dichiara Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil. “Il Governo italiano - prosegua - difenda la dignità del Paese, dignità che i lavoratori difendono scioperando per salvare gli impianti, evitando lo spegnimento di altoforno 2, e per garantire la transizione ecologica della produzione di acciaio. Il Governo - conclude la Fiom - non si faccia più tenere in ostaggio da Arcelor Mittal e nelle prossime ore intervenga per prendere il controllo e la gestione dell’azienda”.
L’azienda intanto comunica che ieri nel siderurgico di Taranto, nella prima delle due giornate di sciopero indette da Fim, Fiom e Uilm contro la fermata dell’altoforno 2 già avviata da lunedì, “tutti i 70 lavoratori previsti nei primi due turni hanno regolarmente prestato servizio”. L’azienda ricorda infine “come siano previste comandate specifiche nell’area a caldo al fine di salvaguardare gli impianti e proteggere l’incolumità delle persone”.
CAFFÈ NINFOLE- TARANTO/ La nuova Presidente è Rossella Ninfole
Scritto da Giornalista1
<Siamo e resteremo tarantini e vogliamo uno scambio continuo per lo sviluppo di questo territorio>
In 102 anni di storia è la prima donna a guidare la family company targata Ninfole.
Prima di lei, il padre Renato e prima ancora il nonno Ciro, che nel 1921 nella sua drogheria nel cuore di via Cava in città vecchia a Taranto, comprò la prima partita di caffè dal Brasile e coltivò il sogno di far diventare quello con il suo nome il caffè dei tarantini.
Lei è Rossella Ninfole, classe 1968, laureata in lingue e letterature straniere e una vita passata tra i sacchi del caffè, le miscele e le mura di quello stabilimento che rappresenta a tutti gli effetti il Caffè di Taranto, ma anche la storia di una imprenditoria sana che vince la sfida della crisi e la tentazione della delocalizzazione e rimane fedelmente legata alla città della sua origine.
Rossella Ninfole è la nuova presidente della Caffè Ninfole Spa.
“Si tratta di un impegno e un onore insito nel mio nome che però intendo ottemperare a mio modo creando attorno alla rete dell’impresa saldamente tarantina una stretta connessione con il territorio che la ospita ormai da più di 100 anni” – dice Rossella Ninfole.
L’idea del nuovo corso si chiama azienda-comunità ed accentua il profilo partecipativo e un modello di impresa che dal rapporto con i fornitori, passando per il mercato e la relazione con collettività è destinato a caratterizzare la conduzione al femminile dell’azienda tarantina.
“E’ chiaro che si tratta di uno schema che avrà bisogno dei suoi tempi – sottolinea ancora la nuova Presidente del Gruppo Ninfole - ma credo che anche le aziende, in special modo in realtà come quella di Taranto, debbano cominciare a sostenere il cambiamento, a consolidare e promuovere l’etica dei valori, facendosi promotrici di azioni che abbiamo un impatto sociale, economico, culturale e ambientale in grado di accompagnare le nuove generazioni verso un nuovo modello di sviluppo”.
Un modello di localizzazione radicata, quello di Ninfole, in risposta al trasferimento massiccio dei processi produttivi all’estero, che per la nuova Presidente dell’importante marchio del caffè è destinato a diventare anche un capitale di fiducia e di scambio continuo con il territorio, a cominciare dal sostegno a progetti di sviluppo sociale e culturale.
“Siamo tarantini - conclude Rossella Ninfole - e resteremo a Taranto. Sembra una banalità, ma in realtà è la cifra di un legame che crediamo non sia ininfluente per noi, per i consumatori, ma anche per il futuro di questa città”.
EX ILVA-TARANTO/ Sindacati: Governo estrometta Mittal e chieda danni. Da domani 48 ore di sciopero
Scritto da Giornalista1“Fermiamoli finché siamo in tempo, mancano poche ore”. È l’appello lanciato oggi al Governo per l’ex Ilva dai sindacati nazionali Fim, Fiom e Uilm con riferimento a socio di maggioranza di Acciaierie d’Italia (ex Ilva), cioè la multinazionale Arcelor Mittal. “Il Governo - dicono le sigle - non ha altra scelta: deve estromettere questo gruppo industriale per inadempienza contrattuale e deve fare una richiesta di risarcimento per gli ingenti danni subìti, reinvestendoli in azienda. Il Governo, con un provvedimento d’urgenza, deve acquisire la maggioranza e quindi individuare soluzioni industriali, precettando produttori nazionali, affidandogli, transitoriamente, la gestione di Acciaierie d’Italia e il salvataggio dei 20 mila lavoratori di tutti gli stabilimenti. In base alle conclusioni dell’assemblea dei soci di domani, siamo pronti - è la conclusione - a realizzare un presidio permanente al fine di essere ricevuti a Palazzo Chigi, a partire dal prossimo 11 dicembre”.
Intanto le tre sigle hanno indetto oggi 48 ore di sciopero a partire da domani dei lavoratori di esercizio dell’area altiforni del siderurgico ex Ilva diffidando Acciaierie d’Italia dalla fermata dell’altoforno 2. Operazione, questa, le cui prime manovre sono scattate ieri. L’altoforno 2 resterà fermo, ha comunicato l’azienda, sino all’11 dicembre e lo stop temporaneo rientra in un piano di interventi di manutenzione che riguarda varie aree del siderurgico. Questa modalità di sciopero - dicono i sindacati - è “per impedire che Arcelor Mittal continui nel suo ricatto utilizzando i lavoratori e la fabbrica come scudo per ricevere ulteriori risorse pubbliche da sperperare sino alla chiusura dello stabilimento”. I sindacati non credono alle affermazioni dell’azienda circa uno stop momentaneo e citano al riguardo l’altoforno 1. “Questa - dicono le sigle - ormai è diventata una consuetudine” tant’è che “non vi è stata la ripartenza dell’altoforno 1”. Quest’ultimo è infatti fermo da agosto e sarebbe dovuto restare fermo solo un mese. Domani alle 15 torna a riunirsi di nuovo - dopo le sedute del 23 e 28 novembre - l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia e il privato Mittal, che ha la maggioranza del 62 per cento, e la società pubblica Invitalia (Mef) che ha il 38 per cento, sono chiamati a trovare un accordo per un intervento finanziario urgente che assicuri la sopravvivenza dell’azienda.
EX ILVA -TARANTO/ Pichetto Fratin a Confindustria Taranto: risorse per preridotto presto nel Fondo Coesione e Sviluppo
Scritto da Giornalista1Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, a Confindustria Taranto ha “assicurato”, in merito all’impianto di preridotto di ferro per i futuri forni elettrici di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, “che le risorse saranno a breve allocate nel Fondo Coesione e Sviluppo, anche e soprattutto per consentire a Dri Italia - che a partire da gennaio prossimo avvierà un rapporto di collaborazione con Confindustria Taranto - di procedere con l’attività dell’impianto, indispensabile per poter parlare di conversione in chiave green dello stabilimento siderurgico”. Lo dichiara Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto, dopo l’incontro a Roma col ministro. Dri d’Italia é una società di Invitalia e per l’impianto di preridotto era stato inizialmente previsto un miliardo nel Pnrr poi tolto. Per lo stabilimento ex Ilva, nell’incontro tra Confindustria Taranto e Pichetto Fratin si è dato “particolare riferimento allo stato dell’arte dei processi di decarbonizzazione, per i quali il Governo ha confermato l’impiego di un miliardo di euro spostandolo dal Pnrr al fondo Fsc. Una scelta, è stato ribadito dal ministro - sostiene Confindustria Taranto -, voluta proprio in virtù di precise necessità. In particolare, la possibilità di poter spendere nei modi e tempi giusti tutte le risorse messe a disposizione senza quei vincoli temporali che invece il Pnrr avrebbe imposto”. Il presidente Toma ha sottolineato al ministro dell’Ambiente “l’urgenza di garantire tali risorse perché le stesse sorti dello stabilimento, su cui gravano al momento una serie di incognite, sono legate a doppia mandata a quelle dell’auspicato processo di decarbonizzazione”.
Da parte di Confindustria Taranto “è stato inoltre manifestato l’auspicio che il futuro dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa e di importanza strategica a livello nazionale passi anche attraverso una piena consapevolezza -da parte del Governo - di doverne garantire la continuità con tutto l’impegno e gli sforzi possibili, nel segno della ecosostenibilità e dell’innovazione, già portato avanti, in Europa, dalle famiglie dell’acciaio italiano”. Nell’incontro si è parlato anche del progetto del Governo finalizzato a individuare due aree portuali nel Mezzogiorno con finalità di polo impiantistico per la costruzione delle piattaforme dell’eolico offshore galleggiante. A fronte della candidatura del porto avanzata da Confindustria Taranto, Pichetto Fratin - riferisce l’associazione degli imprenditori - ha assicurato “la massima attenzione allo scalo portuale jonico, in quanto avrebbe tutti i requisiti necessari al fine di poter diventare sede del polo”. Pichetto Fratin ha infine annunciato tempi brevi per “l’insediamento del prossimo responsabile degli interventi di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area di Taranto, fondamentali ai fini dello sviluppo complessivo e sostenibile del territorio”. Incarico che sino a poco più di un mese fa era assolto dal prefetto di Taranto, Demetrio Martino, nominato poi prefetto di Verona.
EX ILVA- TARANTO/ Si ferma anche Afo2, i sindacati: è una provocazione, rischio di blocco totale
Scritto da Giornalista1“Nelle prossime ore Acciaierie d’Italia si accinge a fermare l’altoforno 2 nello stabilimento di Taranto. È un altro impianto importante che si ferma dopo l’altoforno 1 e l’acciaieria 1 fermi dallo scorso agosto”. Lo dice ad AGI Valerio D’Aló, segretario nazionale Fim Cisl. “L’azienda sta preparando la fermata di quest’impianto e noi chiediamo ad Acciaierie di essere subito convocati perchè si va incontro a ripercussioni impattanti - prosegue D’Aló -. In questo modo rimarrebbe attivo solo l’altoforno 4. E se questo dovesse produrre ghisa non buona, non abbiamo dove miscerlarla, perché non abbiamo la macchina a colare, e rischiamo il blocco dello stabilimento”.
“La fermata dell’altoforno 2 avverrebbe per un periodo di 8 giorni-2 settimane, probabilmente ripartirebbe sotto Natale. Noi non siamo stati informati di nulla dall’azienda. È l’ennesima provocazione di questa gestione e qualcuno ora deve fermarla assolutamente perché sta mettendo a rischio stabilimento e produzione. Non sono poi trascurabili eventuali ripercussioni ambientali, tecniche e con i gas di altoforno e di cockeria. Se dovesse esserci un problema sull’altoforno che resta in marcia, significa che qui si chiude definitivamente”. Lo dichiara ad AGI Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil, a proposito della ventilata fermata dell’altoforno 2 nel siderurgico di Taranto che a quel punto rimarrebbe con un solo impianto in marcia (l’altoforno 4) su tre, essendo già fermo l’altoforno 1 dalla scorsa estate.
EX ILVA-TARANTO/ Corteo nello stabilimento: senza risposte dal Governo la mobilitazione continuerà
Scritto da Giornalista1Si è svolto nello stabilimento di Taranto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, un corteo interno di protesta “per chiedere il cambio della governance ed una giusta transizione ecologica e sociale”.
L’iniziativa è promossa da Fim, Fiom e Uilm in vista dell’assemblea dei soci di Acciaierie in programma il 23 novembre e chiamata ad assumere iniziative urgenti per la continuità dell’azienda.
Il corteo ha come tappa la direzione di Acciaierie d’Italia. “Il governo Meloni - chiedono i sindacati - apra un serio confronto con le organizzazioni sindacali, diversamente continueremo nelle mobilitazioni per impedire la chiusura dello stabilimento siderurgico. Bisogna cambiare la governance per garantire il rilancio produttivo, l’occupazione e l’ambiente”.
PMI DAY- TARANTO/ Le piccole e medie imprese del territorio aprono le porte agli studenti
Scritto da Giornalista1Anche quest’anno la Piccola Industria di Confindustria Taranto ha aderito alla Quattordicesima Edizione del PMI DAY.
Il PMI DAY è la giornata in cui le piccole e medie imprese di Confindustria aprono le porte dei loro stabilimenti a studenti, insegnanti e comunità locali, per mostrare il modo in cui si svolge l’attività produttiva e per raccontare storia, conquiste e progetti futuri dell’azienda.
L’iniziativa è stata lanciata da Piccola Industria Confindustria nel 2010 ed ha portato migliaia di giovani a diretto contatto con il mondo e con i valori della piccola e media impresa.
A Taranto quest’anno saranno coinvolti gli II.SS. Del Prete-Falcone di Sava ed Elsa Morante di Crispiano e, a loro assegnate, le aziende Apulia Software di Grottaglie e Vitivinicola Frisino di Crispiano.
Il tema di questa edizione è la Libertà. Libertà quale valore fondante di una società. Libertà come diritto da difendere, da garantire e da rispettare. Libertà come responsabilità verso gli altri e verso il bene comune. Libertà come leva per la ricerca, l’innovazione e la crescita economica.
Libertà intesa come possibilità per i giovani di scegliere e di costruire il loro futuro, mantenendo la propria unicità e di sviluppare, attraverso lo studio, le competenze che li guideranno verso un percorso di successo e di soddisfazione.
L’impresa è pronta ad accoglierli moltiplicando il valore della libertà che dev’essere considerato uno spazio che si conquista ma si può e si deve ampliare in un contesto di regole, anch’esse parte della cultura d’impresa.
Pensare, scegliere, inventare, sbagliare, agire, difendere, chiedere, rispettare sono tutte azioni direttamente proporzionali alla presenza di libertà, motore propulsore del presente e del futuro socialmente sostenibile, base fondamentale della cultura imprenditoriale.
L’iniziativa ha ricevuto i patrocini del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ed è inserita nella Settimana della Cultura d’Impresa organizzata da Confindustria e nella Settimana europea delle PMI promossa dalla Commissione Europea.
Da anni, inoltre, è ufficiale la collaborazione -sperimentata con grande successo sul territorio jonico- con Confagricoltura, che si impegna a coinvolgere nel PMI Day le sue aziende. Confindustria Taranto, con questo progetto, è stata la prima associazione in Italia a rendere possibile un percorso che vede la sinergia fra due Associazioni, sinergia che adesso viene replicata in tutta l\\\'Italia.
EX ILVA- TARANTO/ Morselli: per la decarbonizzazione deve intervenire lo Stato
Scritto da Giornalista1Nella decarbonizzazione della produzione dell’acciaio, “la parte scientifica ed economica devono andare in parallelo”. Lo ha detto a Taranto, in un seminario aziendale sulla decarbonizzazione, l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, Lucia Morselli, a proposito della doppia sostenilibita del processo, ovvero quella economica accanto a quella ambientale. “Ci sono dei Paesi, Francia e Germania, che stanno dando risposte alla mia domanda: chi paga il conto? In questi Paesi - ha rilevato Morselli -, non é una risposta definitiva ma ci sono delle indicazioni abbastanza precise su chi pagherà il conto. Dobbiamo fare lo stesso. Io non credo molto all’Europa, anche perché non si vede. O perlomeno non la vedo e non riesco a crederci. Poi magari sono io che non la vedo. Se c’é, ci dica qualcosa. Per ora non ci ha detto niente. Allora penso - ha aggiunto l’ad di Acciaierie d’Italia - che gli Stati, come accade in grandi Stati europei, debbano intervenire e anche l’Italia deve fare il suo ruolo, altrimenti le decarbonizzazioni si fanno scientificamente perfette ma sono piccole, piccole. Sono dei piccoli microbi. Sono quasi come il mezzo milione di tonnellate di produzione di qualche impianto visto primo, ma rimangono così. Noi abbiamo l’obiettivo di arrivare a 2 milioni. Ma temo che si arrivi poi lí e basta - ha proseguito Morselli a proposito dei 2 milioni di tonnellate di acciaio decarbonizzato che l’ex Ilva dovrà fare in futuro - perché se questi 2 milioni non dovessero ripagarsi, il processo finale di conversione all’idrogeno, quello del 2050, potrebbe avere qualche problema”. Secondo Morselli, “il processo scientifico e tecnologico credo che sia ormai molto solido, consolidato, c’é un leit motiv comune. Noi operatori economici dobbiamo lavorare perché venga risolto il problema del finanziamento di questi sforzi”. “Quando si fanmo queste rivoluzioni e credo che la produzione di acciaio sia riconosciuta come un delle più grandi rivoluzioni mondiali, forse confrontabile a quella dell’elettricità, bisogna che questo livello di rivoluzione sia voluto, sostenuto, dalle grandi istituzioni. Non si possono fare queste rivoluzioni senza la potenza, la determinazione e anche, lasciatemi dire, la semplicità operativa di un potere forte come quello delle istituzioni”.
IN AGENDA- TARANTO/ Crediti d\'imposta agevolazioni e criticità: la parola a commercialisti e esperti contabili
Scritto da Giornalista1
Da qualche anno i crediti di imposta sono diventati uno dei principali strumenti utilizzati dallo Stato per erogare incentivi alle imprese. Le misure previste dal Piano Transizione 4.0 consentono alle aziende di beneficiare direttamente di crediti spendibili attraverso il meccanismo della compensazione o della cessione degli stessi, creando così immediata liquidità. Invece in passato i piani Industria 4.0 e Impresa 4.0 si basavano sul meccanismo della maggiorazione degli ammortamenti, incidendo solo attraverso l\'aumento dei costi sulla redditività e sulla tassazione.
L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Taranto e la Fondazione dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Taranto approfondiranno alcune delle misure agevolative adottate sempre più frequentemente dalle imprese italiane, nel convegno: “I crediti d\'imposta a sostegno degli investimenti per le imprese. Profili sistematici e criticità applicative”, che si terrà il 20 novembre 2023 presso la sede della Lumsa, in Piazza S.Rita, dalle ore 15.30 alle ore 19.30.
Dopo i saluti istituzionali di Francesco Vizzarro – presidente ODCEC Taranto, di Laura Baccaro - presidente della Fondazione DCEC Taranto e di Michele Occhinegro, Consigliere delegato FDCEC per la Commissione finanza e impresa, relazioneranno Marcello Carone e Gianluca Rinaldi, entrambi componenti della Commissione finanza e impresa della Fondazione dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Taranto e Pietro Semeraro, avvocato tributarista in Milano. Modererà i lavori Aldo Aquaro, segretario ODCEC Taranto.
“Le aziende, grazie alle misure disponibili, possono beneficiare di crediti spendibili attraverso il meccanismo della compensazione o della cessione degli stessi, creando così immediata liquidità – afferma il presidente dell’ordine tarantino Francesco Vizzarro. Trattandosi di agevolazioni le imprese devono rispettare molti requisiti. Ecco che la valutazione del commercialista consulente d’azienda che fornisce il supporto tecnico necessario, risulta particolarmente importante”.
Nel corso del convegno anche le analisi delle criticità. “Questa figura professionale – afferma la presidente della Fondazione dell’ordine tarantino Laura Baccaro - deve essere in grado di prevedere e arginare le contestazioni delle autorità governative che rendono il percorso non facile e in alcuni casi addirittura tortuoso. Il contenzioso che si sta alimentando potrebbe infatti assumere connotati preoccupanti”.
EX ILVA- GENOVA/ Protesta e corteo dei lavoratori: meglio una lotta disperata che una disperazione senza lotta
Scritto da Giornalista1Assemblea e corteo a ex Ilva di Genova, in vista della assemblea degli azionisti del 23 novembre che dovrebbe decidere sulla ricapitalizzazione della azienda. I lavoratori si sono riuniti stamattina in assemblea nel cortile della fabbrica per una assemblea retribuita e poi si sono spostati in corteo dentro lo stabilimento. La iniziativa rientra nella mobilitazione nazionale di tutti gli stabilimenti, proclamata dai sindacati dopo ultimo incontro a Palazzo Chigi. Meglio una lotta disperata, che una disperazione senza lotta, si legge sullo striscione che apre la protesta. A chiudere l assemblea il segretario nazionale Fim Cisl, Valerio D Alò: Questa partita va rimessa in piedi: è impensabile lasciare il gruppo ex Ilva in questa situazione. Abbiamo già vissuto una trattativa segreta tra il governo Conte 2 e Arcelor Mittal e abbiamo visto il disastro che ha portato - ha spiegato - Non accetteremo un altra soluzione di questo tipo. L ultimo incontro è andato malissimo, per cui riparte la mobilitazione e chiederemo risposte certe. Per un anno il ministro Urso ha paventato idea di far passare lo Stato al 60%: ad un certo punto sembra si stia discutendo di altro.