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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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"CIMINO E AUCHAN SONO LA STESSA COSA. ‘NO’ AI DISTINGUO"

Confcommercio Taranto interviene con una nota sulle linee di sviluppo della città puntando l'accento sulla necessità di tutelare, difendere, la città storica. Ecco di seguito l'intervento.

La pianificazione del territorio urbano e l’attuazione degli interventi deve tendere a dotare la città di reti efficienti e di funzioni vivificanti per l’economia e per la società. Sarebbe un errore limitare il ragionamento alla logica dei lotti,  delle aree edificabili e degli  interventi immobiliari. Il piano  Cimino e il raddoppio Auchan non si sottrae a questo ragionamento, e  non ha senso distinguere tra  espansione urbanistica ed  intervento commerciale.

La progettazione e la rivitalizzazione urbana,   e la  riqualificazione dei sistemi economici sono le due braccia di uno stesso  corpo che si chiama Città, e che è al centro delle attenzioni di Confcommercio. Una Città costruita sull’economia dello scambio,che valorizzi la memoria del territorio e che assicuri ai suoi cittadini qualità della vita, e tutela delle attività economiche già esistenti.

E’ dalla città storica che si deve ripartire per il rilancio economico-sociale del tessuto urbano, e dunque concentrando la programmazione e gli interventi sul suo nucleo esistente. La riqualificazione urbana, i servizi ai cittadini e alle imprese, gli spazi per la cultura e l’intrattenimento, i parcheggi,  la sicurezza dei cittadini: sono questi i temi sui quali da anni  si chiedono risposte che purtroppo non arrivano e che chissà se mai arriveranno.

Il Borgo di Taranto negli anni è andato svuotandosi: prima i negozi di via Mazzini, poi via Principe Amedeo, ora via Anfiteatro. Chiusure che significano perdita di posti di lavoro; degrado urbano e perdita di attrattività e di valore commerciale degli immobili; disagio sociale e mancanza di sicurezza degli spazi urbani. La domanda è:  come si pensa di fermare questa emorragia, favorendo l’ampliamento commerciale di Auchan?

Ecco perché a proposito della storica vicenda Cimino non ha alcun senso distinguere, come fa il sindaco Ippazio Stefano, tra le due questioni ‘urbanistica’ e ‘commerciale’. Sono due facce della stessa medaglia. Non è vero che il raddoppio di Auchan favorirebbe il lavoro e la nuova occupazione. Chi garantirebbe il reddito dei lavoratori occupati in una città dove i consumi negli ultimi anni (dissesto del Comune, recessione, crisi industriale) hanno subito un calo vistosissimo?

E’ora di smetterla di guardare al commercio come ad mammella inesauribile per risolvere i problemi dei senza lavoro, degli immigrati, degli abusivi, dei progetti di ampliamento della  grande distribuzione. 

Taranto  è l’unica città pugliese ad avere strettamente inglobate nelle maglie del suo tessuto urbano  due mega strutture  commerciali di oltre 18 mila e 31mila mq, è illogico pensare di voler ulteriormente ampliare questi spazi che sono già sovradimensionati per le capacità di consumo e di spesa del territorio.

Lo sviluppo urbano è un fatto sociale, culturale, economico, e come tale non può prescindere da alcuni fondamentali indicatori: popolazione, reddito e consumi e  mobilità. Occorre un approccio globale ai problemi, è necessario superare la logica dei ragionamenti per compartimenti stagni.

Tutelare le attività economiche esistenti significa tutelare il tessuto sociale di prossimità e la  qualità della vita dei cittadini.I fatti e le sparatorie di questi giorni sono la prova evidente di quanto accade ad una città che perde il suo faro. 

 

Sabato, 15 novembre, ore 9.30, sala convegni di via Dario Lupo 65

 

 

La grave condizione in cui versa Taranto in questo momento particolarissimo della sua storia sociale e industriale ha indotto Confindustria Taranto a convocare un incontro urgente con i rappresentanti istituzionali, i parlamentari, le aziende, le associazioni sindacali e di categoria del territorio, per cercare di creare quella massa critica necessaria a rappresentare al Governo e alla Regione la drammaticità della situazione in atto, al fine di ottenere risposte chiare sul futuro dell’Ilva e delle conseguenti ripercussioni sul nostro territorio.

 

 

"In un’intervista rilasciata al giornale online ( greenews, http://www.greenews.info/politiche/parola-agli-amministratori-terza-puntata-vincenzo-baio-assessore-all%E2%80%99ambiente-di-taranto-20141113/ )   l’assessore all’ambiente del comune di Taranto, Enzo Baio) si caratterizza per incredibili affermazioni. La prima: non è possibile pensare a Taranto escludendo dalla sua economia, Ilva e il suo destino. Non abbiamo alternative perché Nembo Kid non esiste…; la seconda: Quello che invece è possibile fare, è esigere di vedere attuate alcune prescrizioni che rendano compatibile il diritto alla salute (sia all’interno dell’industria, di chi ci lavora, sia all’esterno, degli abitanti che vivono soprattutto nelle zone limitrofe) con quello al lavoro. L’obiettivo del nostro lavoro è fare in modo che ci sia un “inquinamento controllato” ed evitare di superare i parametri che secondo le normative vigenti sono da considerarsi tossici".

Angelo Bonelli, coportavoce nazioonale dei Verdi e consigliere comunale a Taranto, proprio non ci sta. L'intervista rilasciata dall'assessore comunale Baio l'hanno fatto sobbalzare sulla sedia. In particolare, a fargli prendere carta e penna, è stato il fatto che, secondo le dichiarazioni rilasciate da Baio, Taranto "debba continuare  a convivere con il polo siderurgico nonostante la valutazione di danno sanitario della regione Puglia parli di un rischio tumore per 12.500 persone con tutte le prescrizioni Aia applicate e il dato diventa 25.000 in caso di non applicazione delle prescrizioni Aia come purtroppo è la situazione ad oggi".

Ma quello che sconvolge di più il coportavoce nazionale dei Verdi è che "l’assessore  Baio afferma che quello che si può fare oggi  è l’applicazione di alcune prescrizioni Aia. L’obiettivo del comune è quello di avere un inquinamento controllato, si ha detto propiò cosi un’inquinamento controllato. Cari tarantini da oggi c’è l’inquinamento controllato dell’assessore all’ambiente Baio. Possiamo stare tutti tranquilli che la dose di metalli, pesanti,diossine ecc sarà controllata. Poi aggiunge che azzerare l’inquinamento non si può. Quindi per Baio bisogna convivere con l’inquinamento. Questo è il comune di Taranto, un’amministrazione che con l’Aia del 2011, che il direttore dell’Arpa Puglia Assennato ha definito licenza di uccidere, ha rinunciato a presentare proprie osservazioni. E che con quella del 2012 ha presentato l’osservazione della pulizia delle strade, ad oggi nemmeno attuata. Di progetti di conversione, per portare lavoro pulito, - aggiunge Bonelli - non se ne parla come ad esempio accaduto a Bilbao. Io non aggiungo altro , il resto lo valutino i cittadini".

Intanto, domani, venerdì 14, alle ore 15 nella saletta della libreria Ubik (via Di Palma), Bonelli, "dopo infiniti decreti legge Salva Ilva, ben sei", proporrà all'attenzione del governo nazionale e della popolazione tarantina e italiana "il  Decreto legge Salva Taranto. Sono norme - aggiunge Bonelli - che se attuate possono aprire la porta del cambiamento economico e industriale a Taranto come accaduto in altre città d'Europa che hanno vissuto drammi sociali e ambientai analoghi al capoluogo jonico. La città di Taranto - conclude Bonelli - ha bisogno di un'urgente svolta che ponga fine al disastro ambientale,al dramma sanitario e dia certezze economiche e lavorative a partire anche dai  lavoratori Ilva. Ma la strategia del commissario di governo Ilva e del governo stesso sta portando la città di Taranto verso un precipizio". 

Il Decreto sulle semplificazioni fiscali innalza il limite di detraibilità dell'IVA sulle spese di rappresentanza: i dettagli.

 

A cura di Amedeo Cottino

Per le spese di rappresentanza e gli omaggi di valore unitario non superiore a 50 euro, si potrà detrarre l’IVA al 100%, così come già avviene ai fini della deducibilità dalle imposte sui redditi. Finora da detraibilità IVA per leerogazioni a titolo gratuito di beni e servizi a fini promozionali nei confronti delle imprese era totale fino a valori unitari di 25,82 euro.

Detraibilità e deducibilità IVA

Ad innalzare tale valore, uniformandolo al limite per la deducibilità ai fini delle imposte sui redditi (articolo 108, comma 2, del TUIR), è stato il Decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali.

Tale disparità fiscale rappresentava un’inutile complicazione per imprese e professionisti, il Dgls è quindi intervenuto in ottica di semplificazione.

Spese di rappresentanza

Ricordiamo che tale disposizione riguarda le spese di rappresentanza, che sono sostanzialmente differenti dalle spese di pubblicità, sebbenespesso possono essere confuse. Esse appartengano infatti alla stessa famiglia di costi ma, in base al tipo di spesa sostenuta, cambia l’aspetto normativo delle imposte dirette e dell’IVA.

Per spese di rappresentanza si intendono tutte quelle funzionali all’immagine esterna della società, sostenute per acquisto di gadget e beni distribuiti gratuitamente, anchese recano emblemi, denominazioni o altri riferimenti necessari a distinguerli come prodotti d’impresa. Diversamente si intendono spese di pubblicità quelle sostenute per realizzare un’azione di direct marketing rivolta indistintamente alla collettività per aumentare la vendita del prodotto reclamizzato, o comunque per presentare l’azienda al mercato. Forme di comunicazione diverse dalla pubblicità possono essere le promozioni, le sponsorizzazioni e le pubbliche relazioni.

 

Notifica telematica sugli incassi al Fisco invece dello scontrino fiscale e comunicazioni preventive al contribuente su imponibile e adempimenti: i provvedimenti in arrivo dall'Agenzia delle Entrate.

 

A cura di Amedeo Cottino

 

 

Scontrino fiscale questo sconosciuto tra troppiimprenditori, commercianti e professionisti italiani (a scapito di quelli onesti), che l’hanno sempre fatta franca dinanzi ai timidi annunci di nuove misure di contrasto, poi puntualmente disattesi. Ci riprovano adesso Governo e Agenzia delle Entrate, nel più ampio quadro di riforma (incentrata su tracciabilità dei pagamenti e compliance fiscale) della tassazione, introdotta in parte anche dalla Legge di Stabilità 2015. Come ha spiegato il direttore Rossella Orlandi, nel corso di un dibattito sulla lotta all’evasione alla Camera dei Deputati:

«in prospettiva, l’attuazione della completa tracciabilità comporterà l’abbandono di alcuni strumenti risultati inefficaci (come i misuratori fiscali e le ricevute fiscali), con minori oneri per le imprese ed il progressivo abbandono di controlli massivi sul territorio da parte dell’amministrazione finanziaria».

Compliance 

In materia di complicance fiscale econtrolli la Legge di Stabilità contiene una serie di importanti novità. Da una parte, con il comma 14 dell’articolo 44, si amplia la possibilità di ricorrere al ravvedimento operoso rimodulandola progressione delle sanzioni (introdotto un ravvedimento medio e due molto lunghi) e rendendolo possibile anche in presenza di contestazioni o attività ispettive. Dall’altra, con i commi da 11-13 dello stesso articolo si introducono «nuove e più avanzate forme di comunicazione fra il contribuente e l’amministrazione fiscale, anche in termini preventivi rispetto alle scadenze fiscali», con l’obiettivo di «semplificare gli adempimenti, stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari e favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili».

Tracciabilità dei pagamenti

In materia di tracciabilità dei pagamenti, invece, a favorire l’abbandono dello scontrino fiscale saranno soprattutto le nuove tecnologie che consentono di tracciare le transazioni. In vista ci sarebbe una sorta di scontrino telematico, senza più bisogno di emissione di ricevuta al cliente: tutte le operazioni di incasso verranno inviate in tempo reale all’Agenzia delle Entrate.

Queste novità inserite nella Legge di Stabilità sono state riprese dal direttore dell’Agenzia delle Entrate che sottolinea come servano a far partire una nuova stagione di compliance fiscale che punti «sull’autocorrezione del contribuente», anche per poter «concentrare il contrasto alle frodi e ai contribuenti meno collaborativi». Un Fisco più selettivo e più concentrato sulla grossa evasione.

Cosa cambia dal 2015

Nella pratica, questo si risolverà a partire dal 2015 nell‘invio al contribuente, da parte dell’Agenzia, di tutti gli «elementi e le informazioni in suo possesso riferibili allo stesso contribuente, acquisite direttamente o pervenute da terzi, e le informazioni utili a quest’ultimo per una valutazione in ordine ai ricavi, compensi, redditi, volume d’affari, valore della produzione e relativi alla stima dei predetti elementi, anche in relazione ai beni acquistati e posseduti». In questo modo, il contribuente viene messo nelle condizioni di «assolvere correttamente a monte ai suoi obblighi fiscali, accompagnandolo nei momenti precedenti e successivi alla presentazione della dichiarazione». Un nuovo flusso di comunicazione fra il Fisco e il cittadino, che verrà precisamente regolamentato dalla stessa Agenzia delle Entrate con appositi provvedimenti dopo l’approvazione delle modifiche inserite in Legge di Stabilità, che mira a:

«trasformare il cittadino in protagonista attivo della propria posizione fiscale».

Particolare attenzione viene infine posta sulle esigenze di semplificazione delle piccole imprese, che hanno bisogno di ridurre gli adempimenti e modernizzare il sistema degli studi di settore:

«possono rappresentare un efficace strumento per indicare preventivamente il potenziale risultato, anche fiscale, che deriva dall’impiego dei fattori della produzione» e «costituire un valido ausilio alle imprese per la propria crescita e la corretta gestione».

 

Il Consigliere regionale e Segretario della Commissione V (Ambiente), Francesco Laddomada, a sollecita ancora una volta i Comuni di Crispiano e Massafra, perché si costituiscano Parte civile nel Processo “Ambiente svenduto” contro Riva ed altri.
“La Legge – scrive il Consigliere in una nota ai Sindaci dei rispettivi Comuni - prevede la possibilità della partecipazione - come Parti civili - al Processo, anzitutto dei Comuni e dei suoi cittadini che, più o meno direttamente, restano vittime di tale dissesto ambientale, specialmente se trattasi di Comuni (Taranto, Statte, Montemesola, Crispiano, Massafra), già dal 1998 con DPR n. 196, dichiarati SIN, cioè Aree ad elevato rischio ambientale, con tutte le conseguenze che ne derivano. Sappiamo – commenta Francesco Laddomada - quanto nel contesto recessivo internazionale, si inserisca con forte eco, a livello nazionale ma soprattutto locale, la questione Ilva. La grande siderurgia tarantina, infatti, ha contribuito in prima posizione all’industria meccanica, producendo volumi importanti di acciaio primario e restandone il maggior produttore in Europa; circostanze che hanno comportato l’indiscutibile crescita economica e sociale della Comunità jonica – e non solo! Ma accanto a tali orgogliosi risultati produttivi – e alla volontà da me condivisa di ambientalizzare l’Azienda - si pone, una lunga storia di degrado e un territorio gravemente compromesso, che è doveroso e urgente risanare e risarcire.”
È nota da tempo, infatti, l’azione personale e mediatica del Consigliere Laddomada, tesa a sensibilizzare i Comuni che prima dell’estate scorsa non si erano ancora costituiti Parte civile.
“Ho apprezzato – continua il consigliere nella sua nota - che di recente il Comune di Montemesola (insieme a Taranto e Statte già da tempo costituitisi),  ha proceduto a costituirsi Parte civile, chiedendo un risarcimento danni di circa 600 milioni di euro. Persiste, intanto, la mancata risposta in tal senso dei Comuni di Crispiano e Massafra, le cui ragioni restano oscure e incomprensibili, negando alla Comunità un eventuale ristoro economico comunque dovuto. Costituirsi Parte civile - come hanno già fatto altri Enti e circa 2.500 soggetti privati -, rappresenta un dovere verso tutti i cittadini, ed in particolar verso coloro che si sono ammalati di patologie. I risarcimenti che dovessero seguire alla Costituzione di Parte civile di Crispiano e Massafra sicuramente potranno essere usati per attività di bonifiche e l’istituzione di Servizi socio-sanitari e assistenziali, territoriali e alla persona.”
“Pertanto - conclude Laddomada -  ho chiesto ancora una volta ai sindaci dei Comuni di Crispiano e Massafra di provvedere a tale atto, comunicando che, se dovesse persiste l’inerzia da parte di tali Enti, sarà mia cura attivare l’Istituto dell’Azione popolare sostitutiva,  come previsto dal DLgs 267/00, e ciò a tutela delle Comunità interessate”.

Tre architetti per spiegare passato, presente e possibile futuro della Città Vecchia. Le tre presenze hanno animato una serata del Rotary Club Taranto Magna Grecia.

Si tratta dell’arch. Nico D’Ippolito, già rotariano e  presidente del Club, nelle vesti di ex assessore all’Urbanistica del primo mandato di Stefàno; dell’arch.  Cosima Lorusso, attuale assessore all’Urbanistica; e l’arch. Cosimo Netti, dirigente del Patrimonio comunale.

Il presidente del Club, Antonio Rubino, ha introdotto i lavori presentando gli ospiti ma anche ricordando l’interesse che da sempre il Rotary Magna Grecia ha nei confronti dell’Isola e dei suoi abitanti, e l’attuale progetto di ristrutturazione del campo di calcio di San Giuseppe.

D’Ippolito ha subito detto che la situazione generale della città è più problematica di quel che si possa pensare: un Piano regolatore  vecchio e sovradimensionato (pensato per 370mila abitanti, oggi ridotti a 190mila); una città che da Lido Azzurro a Talsano è una delle più lunghe d’Italia; e, anomalia delle anomalie, una delle poche città che non si sviluppano (come sarebbe naturale) intorno al centro storico. Ora c’è il piano di rigenerazione urbana varato dalla Regione e lo strumento urbanistico (2011) che blocca l’espansione della città che “vanta” ben 12mila appartamenti sfitti.

L’assessore Lorusso ha auspicato  un ritorno in Città Vecchia (molto teorico al momento); ha accennato alla necessità di affrontare i problemi di chi ci abita; non ha nascosto il grave problema della sicurezza che va sempre peggiorando.

L’arch. Netti, infine ha reso noto lo stanziamento di somme regionali proprio per investimento in Città Vecchia a favore delle residenze. Ma non si esclude la possibilità di concedere varianti di destinazione se si vuole destinare un immobile (accatastato come abitazione) ad attività produttive come alberghi, ristoranti, ecc.

Insomma, problemi vecchi e nuovi, e alcune soluzioni possibili, per l’eterno problema di Taranto: il suo borgo storico. Anche se è facile immaginare (ed è stato detto sia dai relatori che nel corso dei numerosi interventi dal pubblico) che di pari passo con la bonifica delle “pietre” della Città Vecchia, occorre bonificare il tessuto umano dell’Isola stessa. A destra e a sinistra di via Duomo si aprono luoghi di degrado e di illegalità che impediscono da sempre e sempre di più uno sviluppo urbano, abitativo e  - perché no – turistico dello scoglio compreso fra il ponte girevole e il ponte di pietra. Guardare qualsiasi altra città o paesino d’Italia per credere.

  

Un nuovo sviluppo delle città per porre rimedio alla crisi globale

 

Nel 2050 il 70% degli abitanti del pianeta vivrà nelle città. L’Unione europea ha chiesto a tutti i paesi membri di dotarsi di un’ambiziosa Agenda urbana. L’Italia sta cercando di muoversi in questa direzione. Per superare le politiche di austerità il nuovo paradigma dello sviluppo passa dalle città che, come dicono le Nazioni Unite, possono essere il «rimedio alla crisi globale».

Per rilanciare la domanda interna e salvare il pianeta vanno fatte alcune scelte fondamentali: la città compatta che limita il consumo di suolo; l’economia a zero emissioni di carbonio; il risparmio di risorse naturali e alimentari; la mobilità sostenibile; la cultura come fattore determinante di una nuova visione non solo economica dello sviluppo.

Interi comparti produttivi come l’edilizia, i trasporti, l’Ict, l’energia, la salute e il «welfare» possono essere trainati dall’innovazione urbana. Sono le città, e non gli Stati, a rappresentare la speranza di una democrazia globale, di cui la democrazia deliberativa e l’eguaglianza di genere sono componenti essenziali.

 

L’argomento, molto caro a Walter Vitali, già sindaco di Bologna dal 1993 al 1999, presidente di Eurocities e senatore dal 2001 al 2013, tra i promotori di Laboratorio urbano, viene sviluppato nel suo nuovo libro “Un'agenda per le città. Nuove visioni per lo sviluppo urbano”(edizioni Il Mulino).  Il volume contiene considerazioni e proposte di Laboratorio urbano per le politiche di genere, la democrazia urbana e le pratiche partecipative, le città metropolitane, il territorio e l’economia verde, la mobilità, il «welfare», la cultura e l’università, le «smart cities», il lavoro e lo sviluppo locale.

 

La presentazione del libro avverrà venerdì, 14 novembre, ore 18.00,presso la sede della Libreria Laterza, Bari (Via Dante 49/53). Discuteranno con l’autore: Antonio Decaro, Claudia Lopedote, Nicola Martinelli. Moderatore, Alessandro Laterza.

L’evento è curato da Libreria Laterza Bari, Politecnico di Bari, lab.i.city |laboratorio interattivo per la città nell’ambito di “Libri&Città”, l’iniziativa culturale nata sei anni fa da una partnership tra il Politecnico di Bari e le Edizioni Laterza. 

Le donne di Taranto Unite (D.T.U.), pur riconoscendo l’impegno del sindaco e della Giunta comunale nel chiedere al Consiglio comunale di Taranto che, in fase di adozione della variante al vigente PRG venissero esclude le opere che interessano gli interventi di Tempa rossa, con conseguente revisione dell’Atto di intesa città-porto ed il successivo atto di approvazione da parte del Consiglio comunale dell’esclusione dal PRP delle  suddette opere,  esprimono grande preoccupazione per i rischi che ancora incombono sulla città a causa del nuovo  progetto Tempa rossa.

Nuovo progetto che, secondo le Donne di Taranto unite, "aumenterà un inquinamento già inaccettabile per la salute pubblica con emissioni diffuse e fuggitive di pericolosi inquinanti tra cui l'acido solfidrico ( H2S) ed il benzene. Aumenterà i rischi di incidenti rilevanti, con possibili effetto domino. Ostacolerà le agognate alternative di sviluppo del nostro territorio con le  attività connesse con la miticoltura, con l’agroalimentare, con il turismo culturale e con le bellezze paesaggistiche deturpate dalle  numerose petroliere e super petroliere nella rada di Mar Grande. Arricchirà solo le lobby del  petrolio danneggiando il nostro mare, i nostri delfini ed il futuro dei nostri figli".

Per queste ragioni, le Donne di Taranto Unite, per mano della referente Lina Ambrogi Melle, invitano il sindaco ed il Consiglio comunale "a mettere in sicurezza il diniego già espresso a Tempa Rossa da ogni ingerenza governativa (come lo Sblocca Italia) di chi vorrebbe difendere gli interessi di parte da quelli di un’intera città sofferente e bisognosa di ben altro, adottando - aggiunge la Melle- con estrema urgenza un Erir (Elabora Rischi Incidenti Rilevanti, come previsto dalla legge Seveso ) preordinato al suo aggiornamento secondo gli indirizzi programmatici già espressi in campo urbanistico con l’esclusione delle opere di Tempa Rossa e  con tutte le indicazioni delle direttive Seveso 3 . E’ necessario, peraltro, - conclude Lina Ambrogi Melle -  apportare le dovute modifiche al Pee ( Piano d’emergenza esterno) per fornire alla popolazione tutte quelle informazioni utili per tutelarsi in caso di incidenti rilevanti con effetto domino e predisporre una prova di evacuazione della città, in una situazione già di per sé complessa ed allarmante, come richiesto dalla legge".

Mercoledì, 12 Novembre 2014 19:14

Taranto/ Si spara di nuovo: questa volta in via Leonida

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Ancora una sparatoria e la paura che cresce in città. Teatro di questo ennesimo episodio criminoso è stata via Leonida, nelle vicinanze di un circolo ricreativo, nella stressa zona in cui ieri pomeriggio si era verificato un fatto analogo. Gli investigatori preferiscono attendere l'esito degli accertamenti in corso ma sembra che si tratti di fatti legati tra loro che potrebbero avere quindi matrice e protagonisti comuni. 

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