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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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"C'è gente che sfrutta la crisi dell'acciaio soltanto per fare campagna elettorale, senza avere la minima idea delle ripercussioni sociali ed occupazionali che sta provocando nei nostri territori. Siamo rimaste stupite e scioccate da quanto successo in questi giorni durante la Plenaria di Strasburgo: mentre un europarlamentare socialista francese (Eduard Martin) annuncia la visita all'AST di Terni e all'Ilva di Taranto, due luoghi del quale probabilmente ignora persino le coordinate geografiche, alcuni gruppi politici fanno a gara a prendersi meriti per aver sollevato la questione al Parlamento Europeo".

Lo affermano in una nota le europarlamentari del Movimento 5 Stelle, Laura Agea, e Rosa D'Amato.

"Premesso che l'AST di Terni e l'Ilva di Taranto sono due casi completamente diversi che non possono essere accumunati da un'unica soluzione, a questo punto riteniamo doveroso fare alcune precisazioni - continuano le eurodeputate pentastellate - É il Movimento 5 Stelle che ha chiesto ed ottenuto che la discussione sulla crisi dell'acciaio europeo non venisse affrontata soltanto dal punto di vista delle aziende e delle multinazionali, ma anche e soprattutto dal punto di vista ambientale e dei lavoratori, le prime persone da tutelare in casi gravi e drammatici come questi".

"Infine, sempre il Movimento 5 Stelle, ha chiesto ed ottenuto che alla discussione seguisse una proposta di risoluzione, che sarà votata a dicembre durante la prossima seduta Plenaria del Parlamento Europeo, per fare seguire fatti concreti e alle solite belle parole infarcite di vuota retorica" - concludono Agea e D'Amato. 

 

La Cabina di Regia per il coordinamento del "Protocollo d'intesa per interventi urgenti di bonifica ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto" si è riunita quest'oggi, presso la prefettura di taranto, per monitorare l'avanzamento fisico e finanziario degli interventi di cui al protocollo di intesa del 27 luglio 2013.

I lavori sono stati utili per verificare, in particolare, la tempistica riferita all'obbligo di appaltare i lavori entro il 31.12.2015, termine ultimo imposto dalla delibera CIPE 21/2014. Allo stato, dunque, la copertura finanziaria resta confermata per tutti gli interventi previsti dal protocollo.

Per quello che riguarda lo specifico degli interventi si registra un sostanziale avanzamenti di tutte le attività. Volgono ormai al termine i lavori del Comune di Taranto per l'aggiudicazione e, quindi all'aggiudicazione. Proseguono le iniziative del comune di Statte dove si procederà entro tre mesi saranno avviate le attivitàlla rimozione del surnatante ritorvato al di sotto della zona PIP in modo da permettere le opportune impermebilizzazione per la messa in sicurezza delle aree entro Giugno 2015.

In relazione al Mar Piccolo, il delegato del commissario Corbelli, ha sottolineato l'importanza del lavoro di studio realizzato da Arpa Puglia sull'area ribadendo l'importanza di ampliare il raggio d'azione degli interventi e la relativa dotazione finanziaria, cosa ritenuta, universalmente ed oggettivamente necessaria. Cosa per la quale ha avviato una interlocuzione con i Ministeri competenti e con l'UE al fine di reperire risorse utili ad ampliare il raggio d'azione.

In fase molto avanzata invece le attività che riguardano il Porto di Taranto. L'Autorità ha comunicato alla Cabina di Regia che è stato già sottoscritto il contratto per le attività di ampliamento della banchina e di adeguamento delle infrastrutture connesse e che, nei prossimi giorni avverrà l'aggiudicazione provvisoria anche dei lavori relativi al dragaggio dei fondali e allo smaltimento dei materiali di risulta.

"Esprimo soddisfazione per le risultanze del punto fatto in Cabina di regia a Taranto relativamente al tema delle bonifiche. Con l'incontro di oggi sembra essersi chiusa la fase di avvicendamento dei Commissari e, quindi, riaperta l'attività vera e propria di intervento, con una ulteriore opportunità: il differimento dei termini di impegno dei fondi al 31 dicembre 2015 che permette di preservare le risorse destinate al capoluogo ionico". Così l'assessore regionale alla Qualità dell'ambiente, Lorenzo Nicastro, commenta gli elementi emersi dall'incontro della Cabina di regia per il coordinamento del "Protocollo d'intesa per interventi urgenti di bonifica ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto".

"In più mi fa piacere - prosegue Nicastro - che il commissario Corbelli si stia dedicando ad un'opera di sensibilizzazione dei Ministeri competenti e dell'Ue sulla questione ambientale di Taranto che, auspicabilmente, possa portare ad un accrescimento della dotazione finanziaria per gli interventi e, quindi, ad una integrazione delle attività a beneficio di quel territorio".
 

Si avviano sul territorio tarantino le attività didattiche e formative della PlanetFilmPuglia, la sussidiaria pugliese della PlanetFilm di Roma, importante agenzia cinematografica nazionale.

Tali attività fanno seguito ad alcuni casting già realizzati a Taranto dalla PlanetFilmPuglia in agosto e ottobre, occasioni in cui furono selezionate diverse persone che, come comparse e in piccoli ruoli, hanno già lavorato in importanti produzioni televisive e cinematografiche nazionali.

I corsi di recitazione cinematografica organizzati in riva allo Jonio saranno presentati sabato prossimo, 29 novembre, alle ore 18.00 nel corso della inaugurazione della nuova sede della PlanetFilmPuglia, in via Beato Angelico n.11 a Talsano, ubicata in locali messi a disposizione dalla Accademia Musicale “Francisco Tàrrega” con cui la Planet Film collabora da tempo; la cerimonia è con ingresso libero e gratuito (info 099.4005737 -  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ).

Per partecipare all’evento saranno a Taranto Silvana Moi, direttrice didattica della Scuola di Recitazione “Jenny Tamburi” di Roma, Danilo Cesarano, responsabile della Planet Film, Gisella Gobbi del casting della Fiction Rai "Braccialetti Rossi", nonché i docenti Angelo Bommino, Andrea Simonetti e Vito Palumbo. Saranno tutti a disposizione per incontrare gli aspiranti attori tarantini e di tutti coloro che coltivano il desiderio di diventare attori di cinema e televisione.

Il percorso di formazione triennale della PlanetFilmPuglia, le cui lezioni prenderanno il via già lunedì 1° dicembre, è suddiviso in due fasce di età: Adulti (18-40 anni) e Ragazzi (8-17 anni); gli allievi possono accedere ai corsi solo dopo aver superato il provino di idoneità teso a verificare il possesso dei requisiti indispensabili per intraprendere la carriera di attore.

I corsi realizzati a Taranto, con la collaborazione e la supervisione diretta della Scuola di Recitazione “Jenny Tamburi” e della Planet Film di Roma, prevedono anche due stage presso gli studios di Roma, tenuti da registi e “casting director” che operano a livello nazionale nelle produzioni cinematografiche e televisive.

 

La confraternita di Maria SS Addolorata e San Domenico sabato 29 novembre prenderà parte alla 18° edizione della giornata nazionale della “Colletta Alimentare”. La giornata nazionale della Colletta Alimentare è diventata, dal suo esordio nel 1997, un importante momento che coinvolge e sensibilizza la società civile al problema della povertà attraverso l'invito a un gesto concreto di gratuità e di condivisione: fare la spesa per chi ha bisogno. Durante questa giornata ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà. E' un grande gesto di carità: l'esperienza del dono va al di là di ogni aspettativa generando una solidarietà umana senza eguali. E la confraternita dell’Addolorata, che da un anno circa ha intrapreso un percorso di presenza attiva nel territorio con il C.A.S.A., Centro Addolorata di Assistenza Alimentare, "è pronta - spiega Raffaele Vecchi, priore della confraternita - a dare il proprio contributo caritatevole nel solco segnato da papa Francesco e dal pastore della nostra diocesi di Taranto, mons. Filippo Santoro, e nell’ottica dell’esperienza cristiana del vivere la carità nei confronti del prossimo. Il livello di povertà in Italia, e soprattutto nella nostra città, si è ulteriormente abbassato in questo anno e la realtà quotidiana che i confratelli affrontano per andare incontro alle esigenze di chi è in stato di indigenza richiede sempre più una forte presenza e una grande possibilità di derrate, cose che la confraternita mette in campo con la gioia del cristiano che desidera vivere il Vangelo con gli altri ed al di fuori delle mura dell’oratorio. Nell’ultima colletta - aggiunge Vecchi -  si è raccolta, grazie al buon cuore dei tarantini, circa una tonnellata di generi alimentari che hanno aiutato l’assistenza del centro della fratellanza".

La confraternita dell’Addolorata sarà presente, per tutta la giornata di sabato 29 novembre, con 30 fra confratelli e consorelle, a turni di due ore, all’interno del supermercato Eurospin al quartiere “Tamburi” per raccogliere le donazioni alimentari. 

Talsano ha risposto con grande entusiasmo alla sfida di civiltà lanciata dall’Amiu con l‘avvento del nuovo servizio di raccolta differenziata “porta a porta”.

La fase preliminare all’avvio del servizio, iniziata a novembre con la distribuzione dei kit, sta proseguendo con ottimi risultati: su circa 6.000 utenze singole o presenti in condomìni fino a 5 appartamenti, sono già in 4.000 a possedere secchielli e buste; su 2.500 utenze presenti in condomìni sopra i 5 appartamenti la copertura è vicina a 1.200; per le utenze non domestiche siamo a 250 su 700 (la distribuzione, in questo caso, è più difficoltosa perché ogni categoria merceologica ha un kit differente). L’invito è ad affrettarsi a ritirare i kit nei tre punti di distribuzione situati in queste tre scuole:  "Foscolo": 8.30-12.30/13.30-16.30 (dal lunedì al venerdì), 8.30-12.30 (sabato);  "Mazzaraso": 8.30-12.30/13.30-16.30 (dal lunedì al venerdì), 8.30-12.30 (sabato);  "Sciascia": 8.30-12.30/13.30-16.30 (dal lunedì al mercoledì), 8.30-12.30 (dal giovedì al venerdì)

Con l’avvio del servizio a dicembre, infatti, i cassonetti stradali scompariranno e chi sarà sprovvisto di kit potrà incorrere in gravi inconvenienti.

All’Amiu, inoltre, preme particolarmente lanciare un ulteriore appello agli amministratori di condominio operanti a Talsano. È indispensabile il loro coinvolgimento per definire al meglio le modalità con cui i condomìni dovranno svolgere il servizio, per questo dovranno mettersi in contatto con l’azienda per fornire le loro generalità e organizzare la consegna dei contenitori carrellati (nei condomìni sopra i 5 appartamenti, infatti, non vengono distribuiti i secchielli).

Chi non è stato ancora contattato (l’Amiu ha incontrato gli amministratori di soli 60 condomìni, su 240 totali), potrà lasciare le sue generalità in una delle tre scuole prima indicate, nei punti di informazione allestiti presso l’area mercatale di Talsano in via Cacace e nel cantiere zonale di via Piave o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Per facilitare ulteriormente lo scambio di informazioni, inoltre, l’azienda ha pensato di organizzare un incontro nella sede di via Della Croce con gli amministratori non ancora contattati, martedì 2 dicembre alle 15.

Mercoledì, 26 Novembre 2014 21:34

COMUNE - Il piano Cimino "azzera" la giunta Stefàno

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Quello che non ti aspetti è puntualmente avvenuto. La discussione del punto relativo al piano Cimino (1000 alloggi e l'ampliamento del centro commerciale Auchan) ha provocato un vero e proprio terremoto a palazzo di città con il sindaco Stefàno che é stato lì lì per rassegnare le dimissioni. Poi la decisione: azzeramento della Giunta e palla al centro. A scatenare la decisione di Stefàno la posizione assunta dai consiglieri comunali del Pd che chiedevano di rinviare ogni decisione sull'argomento in attesa del pronunciamento del Tar. Una posizione non gradita al sindaco e a parte della sua maggioranza. Del resto, lo stesso Stefàno, in più di un'occasione, non ultima il dibattito organizzato lunedì pomeriggio dal nostro giornale, ha ribadito il suo "no" al progetto di espansione urbanistico-commerciale. Corroborante, in questo, anche dalle associazioni di categoria dei commercianti da sempre contrarie al piano che, se realizzato, avrebbe potuto mettere a serio rischio il commercio tarantino alle prese con una crisi che morde il settore. Poi, ieri pomeriggio, il colpo di scena con il sindaco pronto a mollare. Una decisione che ha avuto lo spazio di un respiro perché, ha spiegato il sindaco, "non posso abbandonare la città alle prese con mille problemi". Di qui il provvedimento firmato in tempo reale di azzeramento della Giunta. L'ennesimo dell'era S StefànStefàno.

di Vito Massimano

 

 

 

Dove va Taranto? Nessuno lo sa ma, a sentire gli umori in città, ognuno ha la sua opinione.

 

Opinione che rimane tale se non è supportata da elementi concreti venendo così degradata a mera speranza cui aggrapparsi per organizzare convegni, tavole rotonde, conferenze stampa o incontri con autorità che sbarcano in riva allo Jonio a fottere il popolo a ridosso di qualche tornata elettorale.

 

E’ il caso di Dario Franceschini, giunto a Taranto giusto in tempo per fare complimenti a tutti, mostrare entusiasmo per le grandi potenzialità della città e recitare due pensierini utili a strappare l’applauso dei lusingati Tarantini.

 

Molto si è fatto e molto resta da fare; è questo il senso delle affermazioni di Franceschini.

 

La prova? Basta riavvolgere il nastro delle sue dichiarazioni per apprendere che «Il museo di Taranto è uno dei venti grandi musei nazionali, tra i 400 dello Stato, che hanno ottenuto un riconoscimento dalla Riforma del Ministero. Godranno infatti di una propria autonomia contabile e amministrativa. Si tratta di un importante investimento per il futuro che consentirà al Marta di riutilizzare i propri incassi (miseri e lui lo sa ndr)». Come a dire, vedetevela da soli, vi abbiamo dato autonomia contabile e, al massimo, il 1° aprile proveremo ad inaugurare l’ultimo piano del Museo se avremo tempo per arrivare a Taranto. Già, caro Franceschini, visto quant’è difficile arrivare a Taranto?

 

Però in compenso i Tarantini sono apparsi orgogliosi, lusingati e compiaciuti per le belle parole del Ministro. Poi al Marta ci vanno in pochi? Che importa, Franceschini ha parlato ed i tarantini si sono sentiti il futuro già in tasca.

 

Ma ecco che esce fuori l’animo del vero democristiano: il giovane vecchio Dario ha capito chi ha di fronte e quindi rincara la dose dicendo «come successo a Torino, che da città industriale condannata ad un declino ha invece saputo investire su se stessa diventando una delle mete turistiche più importanti del Paese, penso che lo stesso percorso si possa fare a Taranto. Bisogna investire sul proprio patrimonio». Ha detto “bisogna” e giustamente non ha detto “dobbiamo” , il che non è cosa di poco conto; non ha invece ricordato quanti investimenti pubblici siano piovuti su Torino in occasione delle Olimpiadi invernali o dei Mondiali di Calcio del ’90.

 

Ma ai tarantini era già scappato il fragoroso battimano e questo passaggio non lo hanno colto e mica si può cogliere ogni cosa!

 

E’ a quel punto che Franceschini ha deciso di superarsi blandendo il sogno di una città Spartana ed affermando che . «è un progetto molto bello. Taranto davvero può investire sulla propria storia, non solo sul Museo ma anche sul suo centro storico e sugli altri monumenti che possiede. Taras è l'unica città spartana del mondo e quello di Sparta è effettivamente un brand con un successo incredibile. Quindi credo che puntare su questo deposito di memoria sarebbe una grande carta da giocare nella competitività del turismo mondiale; credo che Taranto abbia tutte le potenzialità per sviluppare questo straordinario tema».

 

Quindi è Taranto che deve investire sulla propria storia, nessuna delle foche plaudenti si sogni finanziamenti a pioggia, Casse del Mezzogiorno, infrastrutture o aiuti di alcun genere da un Governo che, se da un lato incoraggia il turismo, dall’altro tratta per la prosecuzione delle attività dell’Ilva, nicchia sul Porto e non si occupa dell’aeroporto. Quelli di Franceschini erano, diciamo così, consigli ed incoraggiamenti un po’ di facciata visto che le trattative per la vendita del siderurgico le sta portando avanti il Governo di cui l’esimio Ministro è parte attiva.

 

Fanno male a cercare di salvare la ferriera? Non è questo il tema oggetto di trattazione ma almeno non ce la vengano a raccontare la menata del turismo e della cultura “con i soldi falsi”.

 

L’espressione “i tecnici del Ministero hanno preso in esame i progetti di rinascita della città basati sulla cultura, sulla storia e sul turismo” significa che, per ora, questi progetti sono finiti su una scrivania ministeriale polverosa e piena di altri progetti simili. Questi non mollano un euro, altro che modello Bilbao ove la Regione Autonoma Basca ha investito circa 200 milioni di euro in infrastrutture finalizzate alla bonifica ed al turismo mentre l’Unione Europea ha insediato l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro. Qui si tratta di modello italiano e di faciloneria tarantina con tutti gli annessi e connessi che conosciamo. Ovunque ci siano boom turistici nel mondo (Lisbona, Genova, Barcellona, Amsterdam, Dubai) ci sono investimenti in infrastrutture e non si fanno le nozze coi fichi secchi o con le pacche sulle spalle date da Franceschini. E soprattutto si punta dritti all’obiettivo senza essere un po’ industrialisti e un po’ naturalisti. Ma, d’altronde, da uno come Franceschini, che è stato un po’renziano ed un po’ anti renziano, cosa ci si poteva aspettare?

 

Dove va Taranto quindi? Non lo sappiamo ma sappiamo che, subito dopo, Franceschini è andato a Matera per i festeggiamenti  in occasione della proclamazione della città Lucana a capitale europea di cultura per il 2019. Riconoscimento che, se qualcuno avesse voluto veramente valorizzare Taranto, avrebbe spinto per concedere.

A mente fredda, la speranza è che i tarantini lo abbiano capito.

 

  

 

Una moltitudine di studenti ha riempito gioiosamente l’Auditorium della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità per la sesta edizione del Concorso in memoria di mons. Guglielmo Motolese, fondatore della Cittadella. 

Taranto città di frontiera, città di accoglienza; San Cataldo patrono dei forestieri - questo l’argomento su cui i giovani di Taranto si sono espressi, con lavori compiutamente preparati, che hanno mostrato il volto generoso e accogliente dei tarantini. Alla presenza del presidente e vice presidente della Fondazione, Gianna Zoppei e Catello Miro, l’arcivescovo mons. Filippo Santoro ha spiegato il senso della traccia di lavoro. “Mi sono chiesto:qual è il fenomeno che quest’anno ha maggiormente  caratterizzato la città e il territorio e come avrebbe reagito mons. Motolese? Se lui ci fosse stato sarebbe stato in prima linea di fronte a questa emergenza e così  ho deciso che il tema sarebbe stato sui migranti”. Ma prima di passare alla premiazione dei ragazzi mons. Santoro parla del presente e del futuro della Cittadella . “Gli obiettivi sono chiarissimi,  salvaguardare il cuore di mons Motolese,  la Cittadella è inseparabile dal servizio alla carità,  mantenere e se possibile  aumentare i livelli occupazionali della Cittadella,  offrire un rigore nella ricerca scientifica, perché  la carità  si deve fare bene. In questa prospettiva mi sto prodigando perché ci siano le condizioni per andare avanti da soli, la direzione individuata con Gianna Zoppei, Lelio Miro ed il CdA  e la presenza dell’assessore Donato Pentassuglia costituiscono  un segnale positivo per raggiungere questi  obiettivi”.

L’assessore alla Sanità della Regione Puglia Donato Pentassuglia ha  affermato che è necessario lavorare tutti insieme perché i tanti sacrifici portino ad un risultato. “Per noi la Cittadella della Carità è un punto di riferimento. Quello che i sogni di tanti lavoratori di questo territorio e la lungimiranza di mons. Motolese hanno realizzato, cioè una struttura del genere,  è per noi un impegno morale. Sono contento della traccia di lavoro scelta quest’anno, perché l’accoglienza si realizza con le azioni concrete.  Questo territorio propone, non aspetta. La Regione sta lavorando perché questa importante struttura rimanga nel Sistema Salute e  dei servizi alla persona.  Ognuno deve assumersi la propria quota parte di responsabilità, solo così si può raggiungere la meta. Mi auguro di poter parlare a breve ai lavoratori della Cittadella, delineando un percorso definito”.

Dopo i saluti di Fabrizio Nardoni, Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e di Vincenzo Baio, Assessore alla Sanità del Comune di Taranto, si è proceduti alla premiazione dei lavori.

Per la sezione Scuola Secondaria Superiore hanno vinto la borsa di studio di 500 euro Gaia Costantini e Gabriele Pisto del Liceo Archita, con un lavoro multimediale, e Claudia Rivizzigno  del Liceo Aristosseno con un elaborato scritto. Ma i ragazzi di Taranto, che si sono definiti scherzosamente “gli ori di Taranto” hanno emozionato con i lavori presentati, effondendo in tutti gli adulti presenti la speranza che un futuro diverso e migliore per Taranto sia possibile. Così a loro sono stati destinati altri 1000 euro, poiché non sono arrivati lavori da una sezione.   Cinque borse di studio da 200 euro l’una sono andate a Simone Villani del Liceo Battaglini, Andrea Giuliano dell’Itis Pacinotti, Marika Dompietro dell’Istituto Cabrini,  Nicoletta  Francesca Carpenito e Miriam Galerati del Liceo Aristosseno e Ilaria Calò del Liceo Archita. Video, immagini di sbarchi, di fratelli in difficoltà, ma anche di risate, balli e partite di pallone tra giovani dalla pelle di diverso colore, accomunati però dal desiderio della costruzione di un futuro. I lavori presentati rendono orgogliosa una città  che ha saputo dimostrare forza ed esprimere solidarietà proprio nei momenti più difficili.

Per il Seminario Arcivescovile sono state decise due borse di studio per il lavoro multimediale, realizzato da Cristian La Neve, Ioas Russo, Alessandro Stamerra e Angelo pastore, e per l’elaborato scritto realizzato da Giuseppe Basile, Mattia Bembo e Angelo Pastore.

Poi  dall’Africa sono arrivate la lettera di Davis, ex studente del Centro di Formazione Professionale “Mons. G. Motolese” di Malindi, in Kenya, unitamente ad una lettera di ringraziamento del vescovo di Malindi, mons. Emmanuel Barbara.  Hanno scritto per ringraziare la scelta della Fondazione di destinare 1000 euro alla scuola nata sotto l’egida di mons. Motolese. Grazie a questa cifra quattro studenti studieranno per un anno in regime di convitto. La carità di cui ha impregnato la sua Opera e la sua lunga vita mons. Motolese pulsa anche in Africa, e parla di fratellanza, di accoglienza, ma anche di sostegno e formazione. Perché se c’è una cosa che mons. Motolese ha sempre insegnato è che ogni cosa deve essere sempre fatta al meglio. 

Lecce si conferma il primo capoluogo del sud nella classifica nazionale piazzandosi al 21° posto. Bari occupa il 65º, Taranto l'80° e Foggia l'82º mentre gli altri Capoluoghi di Provincia non presentano i dati e restano esclusi dalla graduatoria. In Puglia sono pari al 29,4% le scuole che necessitano di interventi di manutenzione urgente. Sotto la media nazionale i dati relativi alla messa a norma e all'acquisizione delle certificazioni degli edifici scolastici pugliesi.
Ripartire da quelle opere davvero utili per sbloccare l'Italia e darle un nuovo futuro. Tra queste opere ci sono anche gli edifici scolastici italiani, molti dei quali, più di 41mila, hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza come emerge dalla quindicesima edizione di "Ecosistema Scuola", l'indagine annuale di Legambiente sulle strutture e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia.Anche quest'anno la fotografia scattata da Legambiente è poco rassicuranteil 58% delle scuole è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Il 32,5% necessita di interventi urgenti di manutenzione. Il 9,8% degli edifici si trova in aree rischio idrogeologico, il 41,2% in aree a rischio sismico e l'8,4% a rischio vulcanico. Calano al 30,9% gli edifici dotati dei certificati essenziali come quello della prevenzione incendi, mentre solo 22,2% sono le scuole dove è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. La crisi economica e la minore disponibilità dei Comuni ad investire, anche a causa dei vincoli posti dal patto di stabilità, ha portato inoltre ad un calo delle scuole che hanno servizi scuolabus (22,5%) e pedibus (5,2%). Dati positivi arrivano, invece, dalle pratiche sostenibili come la raccolta differenziata che registra il trend positivo del 2012. Diminuiscono invece i fondi destinati alla manutenzione ordinaria e straordinaria. La difficoltà delle scuole italiane è testimoniata anche dalle storie di ordinaria emergenza di molte scuole superiori, la cui competenza rimane alle province. Legambiente chiede che lo stesso percorso previsto per i comuni vada esteso anche alle province, che devono avere la possibilità di sbloccare le risorse disponibili uscendo dal patto di stabilità. Accanto alle emergenze, ci sono le esperienze e le eccellenze che fanno ben sperare
A guidare la graduatoria della qualità dell'edilizia scolastica anche quest'anno sono sempre le città del nord con Trento in prima posizione seguita da Pordenone (2º) e Forlì (3º). Unica eccezione è la citta di Prato in quarta posizione, seguita da altre città del nord: Reggio Emilia (5º), Piacenza (6º), Sondrio (7º), Bergamo (8º), Verbania (9º) e Bolzano (10º). Il sud rimane ancora indietro e compare solo a metà classifica con Lecce (21°). Tra le novità di quest'anno, c'è da segnalare invece il ritorno in graduatoria di Roma (che ha fornito dati sufficienti per essere inserita in graduatoria) e di Verona. C'è poi il nuovo ingresso di Aosta che per la prima volta ha partecipato all'indagine di Legambiente.

ANALISI E DATI – Temi chiavi di questa XV edizione di Ecosistema Scuola, che raccoglie i dati relativi al 2013, sono la sicurezza e della qualità degli edifici scolastici, la perenne diversità della qualità del patrimonio edilizio legata alle diverse aree del Paese e agli investimenti, i servizi e le buone pratiche ecosostenibili. Tre ambiti sui quali Legambiente invita il Governo a Renzi ad investire per uscire da un quadro che in quindici anni di indagine non risulta migliorare.

Per quanto riguarda il tema della sicurezza, su 6.648 edifici, circa il 58% è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, mentre solo il 3,3% tra il 2001 e il 2013. In calo gli edifici scolastici dotati delle certificazioni essenziali. Scendono al 53,1% le scuole che hanno il certificato di agibilità (contro il 61,2% del 2012); al 30,9% quelle dotate del certificato di prevenzione incendi (nel 2012 erano il 35,9%); al 58,1% quelle con il certificato di agibilità igienico-sanitaria (nel 2012 erano il 73,8%). Rimangano, invece, stabili i dati relativi agli impianti elettrici a norma (83,9%), mentre crescono quelli relativi alle porte antipanico che passano dal 90,2% del 2012 al 96, 8% del 2013. Sul fronte della bioedilizia e della sicurezza sono solo 0,6% (dato uguale al 2012) le scuole costruite secondo criteri di bioedilizia e sono il 7,8% quelle edificate con criteri antisismici. Per quanto riguarda la verifica della vulnerabilità sismica, sono il 22,2% gli edifici dove è stata effettuata contro il 27,3% del 2012; mentre se si considerano gli edifici dei soli Comuni a rischio sismico (zona 1 e 2) solo il 14,3% ha effettuato tale verifica (nel 2012 erano il 21,1%). In lieve crescita, invece, i dati sui requisiti in materia di accessibilità con l'84% degli edifici che ha i requisiti di legge; in calo quelli dove sono stati previsti interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche: si passa dal 16,4% del 2012 all'8,7% del 2013 a fronte di circa un 20% degli edifici che non possiede requisiti di accessibilità. Dalla ricerca di Legambiente emerge, inoltre, che il 32,5% degli edifici scolastici necessita di interventi urgenti, mentre il 47,7% è stato oggetto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni.

"La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - devono essere uno degli obiettivi prioritari di questo Paese e un'occasione dalla quale partire per creare un altro sviluppo, per contribuire alla rigenerazione urbana, ma soprattutto per far uscire l'edilizia scolastica italiana dall'attuale stato di emergenza in cui si trova. Abbiamo bisogno di scuole più sicure ed energeticamente efficienti. Per questo proponiamo al Governo Renzi di vincolare i prossimi finanziamenti, che erogherà alle Amministrazioni, a progetti che uniscano messa in sicurezza e abbattimento dei consumi energetici del 50% rispetto ai consumi di partenza della scuola. Tra l'altro la stessa direttiva europea 2012/27 Ue sull'efficienza energetica chiede una riqualificazione annua del 3% degli edifici pubblici, un'opportunità che l'Italia non può perdere".

"Sul piano dell'edilizia scolastica – aggiunge Vanessa Pallucchi, Legambiente Scuola e Formazione – rimane tuttora la grande assente, l'anagrafe scolastica, mai pubblicata e preposta a orientare una programmazione interistituzionale costante nel tempo. Occorre, inoltre, una regia nazionale che orienti i finanziamenti su obiettivi di miglioramento qualitativo ben precisi anche consultando quei soggetti della società civile, che abbiano maturato nel tempo competenze specifiche per definire insieme obiettivi di miglioramento strutturale e funzionale degli edifici scolastici. Le nostre scuole devono diventare luoghi di eccellenza, portatrici di una cultura del cambiamento e attente ai bisogni strutturali, ambientali ed educativi".

Patrimonio edilizio ed investimenti – 
Tornando ai dati diEcosistema Scuola anche quest'anno per quanto riguarda la qualità del patrimonio edilizio emerge la disparità territoriale tra Nord, Sud ed isole del Paese. Nelle prime quindici posizioni della classifica nazionale troviamo, infatti, città medie e piccole del centro nord, mentre la maggior parte delle città metropolitane, esclusa Firenze al 17° posto e Torino al 23°, sono posizionate ben oltre la trentesima posizione. Indietro anche quest'anno il sud che compare solo a metà classifica con Lecce che è la prima città meridionale in graduatoria al 21° posto. Alla disparità territoriale segue quella degli investimenti riguardanti sia la manutenzione straordinaria sia quella ordinaria. Risorse che diminuiscono dal 2012 al 2013 in media per ogni singolo edificio di circa 22mila euro, così come per la manutenzione ordinaria, che vede in media per ogni edificio ridurre di quasi 2mila euro l'esigua cifra di 8808 euro dello scorso anno. La drastica diminuzione dei fondi destinati alla manutenzione ordinaria coinvolge anche quelle regioni storicamente virtuose come l'Emilia Romagna ed il Piemonte, che tornano a dichiarare interventi di manutenzione urgenti rispettivamente di circa il 20% e il 34% in più di scuole rispetto al 2009. Da segnalare come ancora una volta siano i comuni del nord e del centro a far da padroni nelle due top ten degli investimenti, mettendo più del doppio di euro a edificio rispetto alle regioni del sud, dove invece si registra una maggiore necessità degli interventi legati alla fragilità del territorio, al rischio idrogeologico, sismico e vulcanico.

Servizi per la scuola e buone pratiche ambientali – 
Nelle scuole diminuiscono i pasti interamente biologici, oramai presenti solo nel 4,8% delle mense scolastiche contro l'8,5% del 2012, così come la media di prodotti biologici che si attesta al 53,7%. Il 28,9% degli edifici è dotato di cucine interne alle scuole, mentre il 65,1% delle mense scolastiche serve l'acqua del rubinetto. Dati positivi, che confermano il trend del 2012, sono quelli relativi alla raccolta differenziata: plastica (76,8%), alluminio (57,8%), organico (67,9%), pile (58%), carta (83,4%), toner (64,4%). Unica eccezione il vetro che con il 68,8% risulta in calo rispetto all'anno precedente (73,3%). Positivi i dati sulla raccolta di altri materiali come i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che si attesta al 3%.

Sul fronte dei servizi, crescono gli edifici dotati di strutture per lo sport: si passa dal 52,2% del 2012 al 60% del 2013. Diminuiscono, invece, le scuole con giardini o aree verdi disponibili (72,4%), le biblioteche per ragazzi all'interno delle scuole (34,7%), gli edifici in Ztl (4%) e in Zone 30 (7,3%). In tema di mobilità casa-scuola e sicurezza urbana delle aree antistanti gli edifici scolastici, si registrano dati negativi complice la crisi economica e una minore disponibilità economica da parte dei Comuni. Calano infatti al 22,5% le scuole dotate di servizio scuolabus (contro il 30% del 2013) e pedibus che va dal 6,9% del 2012 al 5,2% del 2013. Diminuiscono, seppur lievemente, le aree di sosta per le auto vicino alle scuole (48,9%), gli attraversamenti pedonali (62,9%), i semafori pedonali (4,2%), la presenza di nonni vigili (16,6%), le piste ciclabili nelle aree antistanti le scuole (8,6%) e le transenne parapedonali (8,5%).

L'uso delle energie rinnovabili segna quest'anno uno stallo, fermandosi al 13,6%. Tra gli edifici che utilizzano rinnovabili, la maggior parte presenta pannelli fotovoltaici (78,1%), impianti solari termici (25,9%), impianti a geotermia e/o pompe di calore (3,3%), a biomassa (0,5%) e a biogas (0,1%). Cresce comunque la copertura dei consumi da fonti rinnovabili, con il 42,3%.

Per quanto riguarda gli edifici scolastici esposti a situazioni di rischio ambientale indoor e outdoor, il 92,2% dei comuni ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici. Preoccupa invece la diminuzione dei casi certificati di amianto che passano dal 10,5% del 2012 al 7,5% del 2013 e quelli relativi ai casi sospetti che scendono dal 2,2% del 2012 allo 0,1% del 2013. In flessione i dati sul radon, che viene monitorato dal 32% delle amministrazioni contro il 34,8% del 2012. I casi certificati restano costanti (0,5%), mentre non risulta significativa la crescita delle azioni di bonifica effettuate negli ultimi due anni. Segnali positivi e negativi si riscontrano per le fonti d'inquinamento ambientale esterne come elettrodotti, emittenti radio televisive, antenne dei cellulari. Se da una parte aumentano i controlli effettuati sugli elettrodotti posti in prossimità di edifici scolastici (10,7%) e sulle emittenti radio televisive (9,5%), diminuiscono invece quelli sulle antenne cellulari (20,5%) che tuttavia restano quelle maggiormente monitorate. In crescita i dati sugli edifici scolastici posti tra 1 e 5 km da aree industriali (13,3%), da strutture militari (2,8%), discariche (8,6%), aeroporti (10,3%). Più altalenanti quelli relativi a fonti d'inquinamento entro 1 km dagli edifici, con i parametri relativi alle aree industriali, alle discariche e agli aeroporti in crescita, mentre quelli attinenti alle strutture militari, alle autostrade e alle fonti d'inquinamento acustico sono in flessione. In crescita le scuole a meno di 60 metri da distributori di benzina (2,2%).

Graduatoria finale - 
Anche quest'anno si riconfermano in testa alla graduatoria nazionale di Ecosistema Scuola le città capoluogo del centro nord. Svetta al primo posto Trento, seguita da Pordenone (2º) e Forlì (3º), salite rispettivamente di due e cinque posizioni rispetto allo scorso anno. Ci sono poi Prato (4º), Reggio Emilia (5º), Piacenza (6º), Sondrio (7º), Bergamo (8º), Verbania (9º) e Bolzano (10º). Nella top ten da segnalare l'ingresso di Bergamo e Bolzano. Indietro anche quest'anno il sud che compare solo a metà classifica con la città Lecce (21°), mentre per la prima delle isole occorre scendere fino al 43º posto dove troviamo Catania. A guidare la graduatoria regionale sulla qualità dei servizi e dell'edilizia scolastica è l'Emilia Romagna, con tre città tra le prime dieci.

Tra i comuni in graduatoria, Bolzano e Reggio Emilia sono entrambi tra i primi dieci Comuni che investono di più sia in manutenzione straordinaria sia in quella ordinaria. Prato si distingue per l'installazione di impianti di energia rinnovabile, coprendo, negli edifici dove sono presenti impianti, il 100% dei consumi. Bolzano, Cuneo, Frosinone, L'Aquila e Pisa si caratterizzano invece per la somministrazione di pasti 100% bio. Sul fronte dei servizi, Frosinone, Imperia, Macerata, Olbia e Siena garantiscono il servizio di scuolabus a tutte le scuole; Bolzano e Treviso sono quelle con la maggior percentuale di edifici e alunni coinvolti nel servizio di pedibus.

Ad aprire la graduatoria delle grandi città c'è Firenze (17º), seguita da Torino (23º), Milano (36º) e Napoli (39º), ancora una volta prima tra le grandi città del sud. Nella parte bassa della graduatoria, salgono di diverse posizioni sia Bari (65º) sia Genova (75º), anche se quest'ultima risulta la più bassa in classifica tra le grandi città. Da segnalare infine il grande ritorno di Roma che, dopo diversi anni in cui presentava dati incompleti, torna finalmente in classifica occupando il 66esimo posto in graduatoria. La sua posizione, come per altri Comuni, risulta sfavorita dalla carenza di alcuni dati che riguardano soprattutto i parametri ambientali.

"L'inquinamento dell'aria e i gas serra prodotti dall'industria in Italia fra 2008 e 2012 sono costati all’Italia' fra i 26 e 61 miliardi di euro con una proiezione media di 40 mld pari a 2,5 punti di Pil secondo uno studio dell'Agenzia europea per l'Ambiente che ha calcolato i costi economici, sanitari e sociali dell’inquinamento”. Lo dichiara il leader dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Lo studio dell'impatto su salute e ambiente include morti premature, costi per la sanita', giorni lavorativi persi, problemi di salute, riduzione dei raccolti agricoli e proprio secondo questo studio l'Ilva di Taranto e' risultata nella top 30 degli impianti Ue piu' inquinanti con un danno medio di 2,5 miliardi di euro provocato per le emissioni nel periodo di 4 anni (2008-2012). Questo studio lo consegneremo alla Procura di Taranto e sarà di supporto nel processo per dimostrare quanti danni sono stati provocati. E' più che mai urgente che si smetta di essere tolleranti o di fare regali a chi inquina - conclude Bonelli -. Si applichi il principio chi inquina paga e agli inquinatori che non bonificano si sequestrino i beni e il patrimonio con cui avviare il risanamento ambientale del territorio e risarcire le popolazioni danneggiate: lo Stato dovrebbe investire in innovazione tecnologica, nell'economia pulite, nei trasporti sostenibili invece di danneggiare ambiente ed economia”.

 

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