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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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“Sete. di. idee” è un progetto dei Giovani imprenditori di Confcommercio Taranto. La formula,  l’aperitour, simpatica ed originale , è quella degli incontri con aperitivo, in luoghi non convenzionali (aziende, studi professionali, circoli culturali, pub, etc.) , tra  giovani imprenditori del commercio, dei servizi e del terziario, finalizzati a scambiarsi informazioni ed idee, conoscersi, mettersi in rete. Il format viene adottato per la prima volta al Sud dagli imprenditori under 40 di Confcommercio Taranto.

In calendario   le prime due  tappe dell’aperitour, il 5 dicembre a Taranto (ore 20.30 Cactus Hub in via Anfiteatro 226) e il 23 gennaio a Massafra, ma l’idea è di organizzare  altri incontri tra Taranto e provincia con  giovani imprenditori delle realtà locali. Agli incontri, è prevista   la contemporanea presenza di tecnici di Confcommercio che daranno informazioni agli intervenuti sui servizi e le possibilità che l'associazione mette loro a disposizione riguardo alle  tematiche del credito, della creazione d'impresa, i bandi e le  opportunità in corso.

<<Lo spirito del progetto  – sottolinea Salvatore Cafiero, presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio Taranto - è di promuovere il principio dell'intrapresa e della realizzazione lavorativa propria e degli altri, in un territorio quale quello della provincia jonica da sempre caratterizzato dall'obiettivo del posto fisso.>>

<<Andremo  a  ricercare nella nostra provincia - afferma Gianluca Tagliente, responsabile tecnico del progetto-  le storie di giovani che in questi anni, negli anni della crisi hanno deciso di prendere in mano le proprie vite, alcuni per tradizione di famiglia, altri perché stimolati da una spinta interiore di riscatto e di rivincita, altri perché folgorati da un'idea e dall'aver riconosciuto in quell'idea, una possibilità per se e per gli altri. >>

"Fare una bad company per Ilva come con Alitalia non e' possibile perché viola la direttiva comunitaria sul principio chi inquina paga e non sarebbe etico nei confronti della popolazione tarantina che aspetta di vedere il suo territorio bonificato dai veleni e di avere il giusto risarcimento per i gravi danni subiti." E' quanto dichiara il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli .

"Scaricare il tema delle controversie giudiziarie, i risarcimenti, le bonifiche delle aree esterne Ilva nella bad company significherà una sola cosa: lasciare Taranto a convivere con i veleni senza che nessuno pagherà per i danni subiti dalla popolazione e per pulire i terreni, le falde e il mare dai veleni - continua il leader dei Verdi -. Un'alternativa per Taranto è possibile e l'abbiamo spiegata nella proposta di decreto Salva Taranto: costruire il risanamento e il rilancio economico attraverso una conversione industriale modello Bilbao sostenuta da un'area no tax. Ma pensare - conclude Bonelli - che i diritti e i dolori della popolazione tarantina e i veleni dell 'Ilva siano messi dentro una bad company questo per favore no, non lo fate".

“Condividiamo l’intenzione di Matteo Renzi di un intervento pubblico diretto sull’Ilva di Taranto. Del resto è una posizione che abbiamo mantenuto da sempre, non solo dopo l’intervento della magistratura, ma dal 1995, quando a seguito della cessione frettolosa e praticamente gratuita alla famiglia Riva, sostenevamo che era cominciato un percorso che avrebbe portato a un disastro sia dal punto di vista ambientale che della salute, nonché di carattere produttivo e occupazionale. E, purtroppo, siamo stati facili profeti”.

Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia è convinto che esista “un’esigenza immediata di intervento, acquisito che con i 125 milioni della seconda tranche del credito bancario a mala pena si riuscirà a sbarcare il lunario fino a fine anno. Sarebbe quindi opportuno che alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio seguisse un’iniezione di risorse attraverso la Cassa Depositi e Prestiti”.

“Per rilanciare lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa – continua Pugliese - che quotidianamente garantisce un reddito a circa 17mila famiglie, occorrono investimenti ingenti. Il miliardo e 200 milioni sequestrato ai Riva dalla magistratura milanese e richiesto con forza dal commissario Gnudi, è sicuramente un ottimo punto di partenza, ma non basta per sgombrare il campo dai dubbi e per garantire tutti quegli interventi necessari a rimettere a regime l’attività produttiva dello stabilimento in un ambito, finalmente, di sostenibilità ambientale e di rispetto per la salute dei cittadini e dei lavoratori. Un aumento del capitale sociale, in questa fase, è fondamentale per poter guardare al futuro con ritrovato ottimismo. Come UIL di Puglia siamo stati sempre favorevoli a un processo di nazionalizzazione dell’Ilva o quantomeno di forte partecipazione statale. Lo Stato e il Governo, piuttosto che sfidarsi quotidianamente sulle riforme della Costituzione, dovrebbero, in certi casi, limitarsi ad applicarla. L’articolo 42, infatti, è fin troppo chiaro nel disporre l’esproprio del privato per interessi generali: ebbene, l’Ilva è sicuramente un caso di interesse nazionale, un’azienda trainante nel settore, in grado di offrire lavoro, tra diretti e indiretti, a 17mila lavoratori, perno dell’economia e dell’industria italiana. Restiamo fermamente convinti che la mano dello Stato debba agire direttamente, procedendo quindi alla nazionalizzazione dell’Ilva e garantendo le disponibilità finanziarie per coniugare al meglio salute, tutela dell’ambiente e lavoro, ridando così solidità all’impresa e rendendola nuovamente operativa al cento per cento e competitiva sul mercato”.

“Ad oggi – prosegue il Segretario Generale della UIL regionale – si è accumulato già un ritardo notevole sull’applicazione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale): pertanto, la ripresa a pieno regime dell’attività dell’Ilva è legata a doppio filo agli investimenti necessari per la piena applicazione dell’Aia stessa, del piano ambientale e di quello industriale, il che, a quanto risulta, non è affatto contemplato nelle offerte presentate per rilevare l’azienda. Ecco perché riteniamo imprescindibile l’intervento diretto dello Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e attraverso una gestione diretta dell’attività almeno per i prossimi due anni. Così come è indispensabile l’applicazione della priorità dell’UE secondo cui ‘chi inquina paga’ per reperire le risorse utili a realizzare gli investimenti sullo stabilimento e sul territorio: per risanare 115 km quadrati di territorio e il Mar Piccolo i pochi milioni di euro a disposizione sono assolutamente insufficienti”. 

 

"L'affluenza è un dato confortante, tenuto conto del risultato molto più piccolo, in termini di partecipazione, ottenuto nel Veneto e considerando ciò che è accaduto alle recenti elezioni regionali, in particolare in Emilia. Quello di Michele Emiliano, cui rivolgo un mio personale augurio, è un successo netto, che conferma le previsioni e l'idea che sia lui il candidato più competitivo per vincere nella prossima vera sfida, le elezioni regionali; un pensiero che ho sempre avuto - e con me in tanti - e che oggi viene confermato dai numeri. Il Pd, con Michele Emiliano, schiererà il candidato che ha le chances migliori per affermarsi e dare continuità al governo di centrosinistra”.

Così l'on. Michele Pelillo all'indomani del successo riportato da Michele Emiliano alle primarie del centrosinistra per designare il candidato alla presidenza della Regione Puglia. Pelillo che analizza anche i numeri di Taranto e provincia.

 

Il Pd di Taranto - sostiene Pelillo - è abituato da anni a raccogliere primati e ad essere sempre il migliore, a livello elettorale, tra i partiti provinciali; questa volta, in termini di affluenza, non è accaduto. A mio parere il dato rappresenta il momento delicato vissuto dal territorio e in modo particolare dalla città capoluogo, che non favorisce la partecipazione. A livello di impegno politico, c'è da sottolineare, però, che se in altri territori esistono altre realtà che affiancano il Pd, a Taranto, nel bene e nel male, è solo il Partito democratico a reggere il confronto con il centrodestra e con l'antipolitica; non esiste il centrosinistra, ma unicamente il Pd. Un risultato decoroso - conclude Pelillo - ma non esaltante in termini di affluenza; nonostante ciò, vorrei infine rimarcare che, a Taranto e provincia, l'affermazione di ichele Emiliano e del contributo dello stesso Pd è, in percentuale, più alta e più forte che in altri territori, con il 68,24 per cento di Taranto città e oltre il 63 per cento della provincia ionica”.

 

Il prossimo 5 dicembre, a partire dalle 10, Eccellenze in digitale Tour farà tappa a Taranto nella sala Monfredi della Cittadella delle imprese, in viale Viriglio 152. L'iniziativa punta a valorizzare il Made in Italy aiutando le eccellenze dell’artigianato, della piccola industria e dell’agricoltura a digitalizzarsi per accedere e competere con più facilità sui mercati internazionali. “Eccellenze in digitale tour”, è promosso da Google e Fondazione Symbola, con la collaborazione del Professor Stefano Micelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e la partnership di Cna e Coldiretti, che toccherà Taranto per la sua quinta tappa e si chiuderà in dicembre a Roma. L’appuntamento tarantino si aprirà con una conferenza stampa di presentazione in programma il 2 dicembre alle 10, proseguirà con una tavola rotonda e si chiuderà nel pomeriggio con una sessione di formazione per imprenditori e artigiani su social marketing ed E-commerce. Nella tappa del 5 dicembre interverranno: Luigi Sportelli - Presidente Camera di Commercio di Taranto; Domenico Sturabotti - Direttore Fondazione Symbola; Stefano Micelli - Professore di E-business Università  Ca’ Foscari di Venezia; Loredana Capone -Assessore alla Sviluppo Economico Regione Puglia; Diego Ciulli - Senior Policy Analyst Google;  Fabrizio Nardoni - Assessore Agricoltura Regione Puglia; Francesco De Giorgio - Segretario generale Camera di commercio di Taranto; Vincenzo Bellini- Presidente Distretto Produttivo Puglia Creativa; Angelo Inglese - Titolare Sartoria G. Inglese. Previsto anche l'intervento dei due borsisti impegnati presso la Camera di commercio di Taranto nel progetto Eccellenze in digitale: Marcella Cavallo e Michele Leone. Infine, le testimonianze "eccellenti" del terrtiorio ionico: Crispino Lanza - Primato Pugliese; Armando Salerno Mele- Madeinitalyfor.me; Gianluca Lomastro – Made in Taranto.

“Michele Emiliano ha vinto: un risultato inequivocabile che ho immediatamente riconosciuto ieri sera recandomi nella sede del P  di Bari e rendendo merito al competitor scelto dai pugliesi, come giusto e doveroso fare al termine di una contesa dura ma leale". Dario Stefàno rende onore al vincitore. Del resto non era facile sopravanzare Michele Emiliano ma, alla fine, il senatore salentino ed ex assessore regionale alle Politiche agroalimentari esce di scena con l'onore delle armi. Il 24,80% degli elettori pugliesi che si rinonoscono nel progetto del centrosinistra hanno votato per lui dimostrando di credere nel progetto presentato da Stefàno e nelle sue capacità di tradurli in atti concreti.

"Ho sempre sostenuto - aggiunge Stefàno - che non eravamo avversari tra noi ma alleati che concorrevano per un primato indossando gli stessi colori sociali, quelli dell'alleanza. Con questo spirito ho vissuto questi lunghi mesi di campagna elettorale, anche nei momenti più complicati, senza mai fare venire meno il rispetto personale e politico. Con questo spirito ho voluto per primo stringere la mano a Michele facendogli i complimenti e augurandogli buon lavoro".

Il dato complessivo finale fa dire a Stefàno che il centrosinistra pugliese ha vinto: "i 140 mila votanti ieri hanno ribadito di avere, in  Puglia,  fiducia nella politica, rispetto per un'esperienza di governo importante, consapevolezza del valore delle primarie come opportunità di scelta dei propri candidati. Un risultato non scontato in un clima nazionale segnato ovunque da caduta d'interesse e demotivazione diffusa verso gli appuntamenti elettorali di ogni tipo. È un risultato che va accolto con soddisfazione ascrivibile all'impegno di tutti. Io non ho vinto ma non mi sento sconfitto. Non sarei sincero - prosegue il parlamentare salentino - se dicessi che il risultato mi appaga totalmente perché in alcune province non è andata come previsto. Correvo per vincere e non ce l'ho fatta. Ma non dimentico quali fossero i rapporti di forza alla partenza di questa sfida; né il valore di una vittoria nella provincia di Lecce, importantissima e non scontata; né il peso di oltre 42mila preferenze pari ad un terzo circa dell'elettorato; né la ricchezza di contributi e proposte consegnato alla coalizione. Sono lasciti importanti che,  come ho detto ieri a Michele,  mi auguro sapranno essere riconosciuti nel loro significato. E che comunque esprimono un pezzo importante di questa alleanza". 
 

È stata un'affermazione che non ammette repliche quella di Michele Emiliano nelle primarie del centrosinistra celebratesi domenica in Puglia per designare il candidato a succedere a Nichi Vendola nella guida della Regione.  Una vittoria schiacciante che ha avuto in Dario Stefàno, già assessore regionale alle Politiche agroalimentari e senatore della Repubblica, un degno contendente seguito a ruota dall'altro assessore regionale Guglielmo Minervini.
Alla fine della giornata,  i 97.514 votanti hanno incoronato l'ex sindaco di Bari,  Emiliano, con il 63,49% dei consensi (pari a 41.219 voti) contro il 24,80% (16.099 voti) di Dario Stefàno. Per Minervini soltanto l'11, 63% dei consensi per 7.552 voti. 
Con l'incoronazione di Emiliano può considerarsi aperta la corsa per uno scranno in Consiglio regionale con il centrosinistra chiamato all'arduo compito di ricompattare le fila troppo spesso scompaginate dalle fibrillazioni interne non ultima quella causata dalla dichiarazione di Emiliano di alleanza con l'Udc poi rientrata dopo un vertice di maggioranza. 
Anche la città di Taranto ha premiato Emiliano con il 63,52% dei consensi contro il 29,55 di Stefàno e il 6,44% andato a Minervini. Segno che il Pd ionico non ha risentito dello strappo verificatosi con l'ex sindaco di Bari e segretario regionale del partito quando questi pronunciò il suo niet al progetto di larghe intese per l'elezione del presidente della Provincia di Taranto. 
Soltanto a Lecce, terra d'origine di Stefàno, l'ex assessore e parlamentare salentino é riuscito, dopo un testa a testa che ha tenuto tutti con il fiato sospeso,a sopravanzare Emiliano: 47,15% contro il 44,5%.
"Adesso mi aspetta un lungo lavoro", è stato il primo commento di Emiliano che,a proposito"di Vendola, ha detto che l'ormai prossimo ex presidente della Regione "sarà il nostro ispiratore ma non il governatore ombra. Questo risultato - ha poi aggiunto Emiliano -, che è della coalizione e del popolo del centrosinistra, é una forte spinta verso le regionali. I problemi sono grandissimi e, per questo, partiremo con sei forum tematici in tutte e sei le province. Forum che dureranno fino a gennaio e che coinvolgeranno partiti, associazioni e cittadini.Speriamo - ha poi concluso Emiliano - che la giunta Vendola ci consegni la Puglia nelle migliori condizioni possibili ". 
 
COSI' I RISULTATI A TARANTO E PROVINCIA
 
  EMILIANO MINERVINI STEFANO nulle bianche contestate
AVETRANA 387 5 13 7 3 0
CAROSINO            
CASTELLANETA 111 37 36 0 0 0
CRISPIANO 153 14 98 0 0 0
FAGGIANO 39 2 34 1 0 0
FRAGAGNANO 32 16 6 0 0 0
GINOSA 106 15 54 0 0 0
GROTTAGLIE 389 19 347 0 0 0
LATERZA 464 26 58 2 0 0
LEPORANO 77 0 48 1 0 0
LIZZANO 255 125 314 0 0 0
MANDURIA 304 18 260 0 0 0
MARINA DI GINOSA 180 5 8 0 0 0
MARTINA FRANCA 332 40 286 2 0 0
MARTINA FRANCA – MOTOLESE 396 6 15 8 2 0
MARUGGIO 82 104 29 0 0 0
MASSAFRA 659 28 168 2 2 0
MONTEIASI 60 1 9 0 0 0
MONTEMESOLA 122 1 14 0 0 0
MONTEPARANO 52 3 4 0 0 0
MOTTOLA 214 24 22 0 2 0
PALAGIANELLO 115 11 85 0 0 0
PALAGIANO 243 33 90 0 0 0
PULSANO 197 174 814 4 2 0
ROCCAFORZATA 62 1 20 0 3 0
SAN GIORGIO IONICO 199 5 150 0 0 0
SAN MARZANO di S.G. 370 8 85 0 0 0
SAVA 513 7 56 2 2 0
STATTE 259 7 77 0 1 0
TORRICELLA 325 5 6 1 0 0
TARANTO – BORGO 195 12 108 1 0 0
TARANTO – CITTÀ VECCHIA 35 0 21 0 0 0
TARANTO – PAOLO VI 84 0 14 0 0 0
TARANTO – SALINELLA MONTEGRANARO 268 20 166 0 0 0
TARANTO – SAN VITO/LAMA 336 20 57 0 0 0
TARANTO – SOLITO 271 16 36 1 0 0
TARANTO – TALSANO 114 7 65 0 1 0
TARANTO – TAMBURI 68 1 66 0 0 0
TARANTO – TRE CARRARE 107 13 64 0 0 0
Subtotale TA 1478 89 597 1 1 0
% TA 68,24% 4,11% 27,56%      
TOTALE 8175 829 3803 32 18 0
             
% TOTALE 63,58% 6,45% 29,58%      
             
Ttotale solo provincia 6697 740 3206      
  62,64% 6,92% 29,99%      
 
 
 

Il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Taranto, Cosimo Damiano Latorre interviene, suo malgrado, su un’altra norma di questo Governo che per i Commercialisti di tutta l’Italia non è assolutamente accettabile per come formulata.

“Lungi dal voler fare valutazioni politiche – afferma Latorre - l’art. 32-bis del D.L. 133/2014 (sblocca Italia), al fine di “prevenire infiltrazioni criminali e riciclaggio di denaro”, al comma 4, ha vietato l’uso del contante nel settore dell’autotrasporto di merci su strada ed ha introdotto un nuovo obbligo per i commercialisti .L’intento della norma è sicuramente apprezzabile e condivisibile  perché è difficile immaginare come la criminalità possa compiere illeciti utilizzando bancomat, carte di credito e assegni tracciabili.  La norma però, per dirla con parole del sottosegretario all’economia dott. Enrico Zanetti (commercialista) è confusa soprattutto per gli aspetti sanzionatori. Il termine confusa non è casuale ma è stato scelto per tutelare tanto l’operato del Governo quanto la categoria professionale alla quale il vice Ministro all’economia appartiene”.

 Il nuovo divieto stranamente non ha sanzioni per gli autori materiali della violazione, mentre per i commercialisti che in relazione al proprio mandato avessero notizia della violazione ed omettono di comunicarla entro 30 giorni al MEF, apre la porta ad una sanzione che va dal 3% al 30% dell’importo pagato in contanti, con un minimo di 3.000,00 euro per ogni violazione non segnalata.

"Ma come è possibile ciò? - si chiede Latorre - Chi viola una norma non è sanzionato; per contro, chi deve controllare perché qualcuno glielo ha imposto, paga la sanzione senza alcuna discriminazione. E’ tutto molto contraddittorio: da una parte si tende a far credere che i commercialisti saranno sempre più inutili e poi, invece, si accerta che svolgono una funzione di sorveglianza essenziale e gratuita per lo Stato che, quando non conforme,  viene sanzionata pecuniariamente ed  in certi casi anche penalmente! O forse i commercialisti sono  inutili per solo per le imprese?"

Vi è di più, fa notare ancora Latorre. "Lo schema sanzionatorio generale, in materia di indebito utilizzo del contante, prevede - dice - che l’autore della violazione è soggetto ad una sanzione pecuniaria (art. 58 DLGS 231/2007) dall’1% al 40% del’importo trasferito per contanti con un minimo di € 3.000,00; che per importi superiori a 50.000,00 € la sanzione minima è aumentata di cinque volte; che l’autore della violazione, però,  può fruire dell’oblazione (Art. 60 comma 3 d. lgs 231/2007) pagando una sanzione ridotta pari al doppio del minimo edittale , quindi il 2%; chi ha il compito di sorvegliare, e non se ne è accorto o non ha segnalato,  invece,  è sanzionato dal 3% al 30% dell’importo pagato per contanti con un minimo di € 3.000,00 su una violazione commessa da altro soggetto, senza alcuno “sconto”! E quei commercialisti che assistono imprenditori con contabilità semplificata, nella quale non sono contabilizzati né incassi né  pagamenti, come fanno ad accorgersi della violazione? Ma questa  - conclude Latorre - è solo la punta dell’iceberg. Infatti  ricevo decine di sollecitazioni  al giorno da parte di colleghi che quotidianamente si spaccano la schiena per tenere testa -  gratuitamente -  alle innumerevoli incombenze che il Mef ci propina per agevolare e semplificare solo il lavoro del Ministero. Speriamo bene! Diversamente credo che sia maturo il tempo che i Commercialisti scendano in piazza per manifestare apertamente  il fortissimo disagio che la categoria sta subendo, per ora,  passivamente. E siccome per i commercialisti non è disciplinato il diritto allo sciopero, il Consiglio nazionale sta approntando il regolamento del diritto di astensione”.

"Quella di Renzi sull'Ilva è l'ennesima presa in giro a danno dei cittadini. Taranto è già saltata, sta già morendo. Gli aiuti ci devono essere, ma per la città e non per le fabbriche della morte. Serve un piano di conversione condiviso e partecipato che parta dalle vocazioni del territorio. Tutto il resto è solo presa in giro e uno schiaffo alle centinaia di vittime dell'Ilva". Lo dice l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato, in merito alle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sull'Ilva.

A proposito dello stabilimento di Taranto, il premier ha parlato di tre ipotesi: l'acquisizione da parte di gruppi esteri, da parte di italiani e poi l'intervento pubblico. "Se devo far saltare Taranto - ha detto - preferisco intervenire direttamente per qualche anno e poi rimetterlo sul mercato".
Per l'eurodeputata D'Amato, "le ipotesi di Renzi non stanno in piedi. Solo per far rispettare l'Aia ci vogliono 1,8 miliardi. Risorse che né il pubblico, né i privati intendono investire. L'idea di una trasformazione 'verde' dello stabilimento e in particolare dell'area a caldo, lo si è capito da tempo, è impossibile - continua l'europarlamentare tarantina - L'unica via d'uscita per salvaguardare ambiente e salute è la riconversione dell'area industriale verso un'economia votata al turismo, cultura, agricoltura, pesca ed industrie pulite. Se Renzi intende investire risorse pubbliche, le usi per questo".

Tutto pronto per l’arrivo a Taranto martedì 2 dicembre della segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso. Il leader della Cgil giunge nella provincia tarantina alla vigilia del grande sciopero generale che si terrà il 12 dicembre e per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti il difficile momento che sta attraversando il mondo del lavoro anche nel territorio ionico. "Una iniziativa pensata e voluta come un racconto corale del disagio di giovani e anziani, disoccupati e precari", spiega Giuseppe Massafra, segretario generale della Cgil ionica.

L’arrivo della Camusso è previsto per la prima mattinata, alle 9.30 quando darà il via ai lavori dell’assemblea che si terrà nel cinema teatro Orfeo in via Pitagora a Taranto. Prima dell’incontro, però, il leader della Cgil sarà dalle 7.00 alle 9.00 in Ilva. Qui, nella sede del Consiglio di fabbrica, terrà una assemblea destinata ai lavoratori del siderurgico. All’incontro con i lavoratori sarà presente anche il segretario nazionale della Uil, Guglielmo Loy. 

"Abbiamo chiesto a uomini e donne del nostro sindacato di raccontarlo il loro rapporto con il lavoro, sempre meno stabile, sempre più precario e a rischio – dice Massafra – così la nostra segretaria nazionale sarà accolta da loro, da quelle vicende umane e sociali che attraversando tanti luoghi di lavoro, da quello nei campi, passando per una banca, e finendo al cosiddetto posto fisso fino alla cassa integrazione o il contratto a progetto, spiegano come una riforma seria non si possa fare affossando ancora di più vite al limite".

Da qui il titolo dell’iniziativa: “Lavori (amo) per i diritti di tutti”, con un richiamo sibillino al rischio di un ulteriore impoverimento dei diritti proposto del Job Acts di Renzi. Nel corso dell’assemblea ci sarà anche spazio per il teatro sociale con la messa in scena di un estratto breve dell’ultimo lavoro del regista Gaetano Colella “Capatosta”. In scena anche in questo caso generazioni e storie di lavoro a confronto con gli attori Andrea Simonetti e Enrico Messina.

Prevista anche la relazione del segretario Massafra. Le conclusioni saranno affidate ovviamente all’intervento della segretaria nazionale, Susanna Camusso.

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