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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Grande partecipazione  alla cerimonia di consegna delle borse di studio della Scuola Secondaria di I grado “Colombo” di Taranto, intitolate alla memoria di Cosimo Palagiano, un alunno della 1^ classe, tragicamente scomparso.

E’ stato un significativo momento di condivisione tra studenti, famiglie e insegnanti, un modo per affermare l’importanza della “buona scuola”, quella che forma, educa, accoglie. Obiettivo pienamente raggiunto, quindi, per il preside  Massimo Romandini e il suo validissimo staff di insegnanti e collaboratori. In particolare, il dirigente scolastico ha voluto ringraziare la prof.ssa Vincenza Mantovani e la prof.ssa Angela Picciarelli che lo hanno affiancato nelle fasi di organizzazione e svolgimento dell’evento. Anche quest’anno  all’appuntamento non ha voluto mancare la consigliera regionale Annarita Lemma che, come ha tenuto a sottolineare, ha partecipato nelle vesti di professoressa. Tra una premiazione e l’altra ci sono stati piacevoli  intermezzi musicali a cura della prof.ssa Francesca Boccuni  Boccuni.  In sottofondo, la contagiosa allegria dei ragazzi, felici di  riabbracciare i prof  lasciati un anno  fa e nello stesso tempo desiderosi di far sentire tutto il loro affetto alla famiglia di Cosimo Palagiano.

Per il quinto anno consecutivo le borse di studio sono state assegnate a cinque studenti che, nel passato anno scolastico, hanno conseguito il voto massimo all’esame conclusivo del 1° ciclo di istruzione.

Quest’anno le borse di studio hanno premiato l’impegno di Cerabona Claudia, Cofano Luca, Gentile Eleonora, Palumbo Annarita e Squillino Alessandro; nell’occasione, inoltre, sono stati consegnati anche attestati di merito a tutti gli ex studenti della “Colombo” che nell’anno scolastico 2013-2014, nello stesso esame di giugno, hanno riportato la votazione di “Dieci” o “Dieci e lode”.

È stata quindi l’occasione per attribuire il giusto riconoscimento agli studenti che hanno dimostrato tutto il loro impegno e valore negli studi, e che continuano a segnalarsi per i brillanti risultati nelle scuole di secondo grado, ma anche per ricordare la bella figura di Cosimo Palagiano, uno studente, strappato tragicamente alla vita, che tutti alla “Colombo” hanno ancora nel loro cuore per la sua semplicità e la sua correttezza.

Ecco l'elenco completo degli studenti premiati.

 Gli alunni 10/10 lode destinatari delle borse di studio risultano:

·        Cerabona Claudia

·        Cofano Luca

·        Gentile Eleonora

·        Palumbo Annarita

·        Squillino Alessandro

 

classe

10/10 lode

classe

10/10

3^A

Chiochia Alessandra

3^A

Maggi Carlotta

3^A

Gentile Eleonora

3^A

Prenna Anna

3^A

Melucci Matteo

3^B

Di Noi Antonio

3^B

Carone Francesco Mattia

3^C

Barnaba Valeria

3^B

Mastromarino Paola

3^C

Bleve Alessio

3^B

Mazzuto Franco Matteo

3^C

Dalessandro Roberto

3^B

Schiavone Pierfrancesco

3^C

Danese Giovanni

3^B

Sette Gabriele

3^C

di Castri Gloria

3^C

Cerabona Claudia

3^D

Battista Niccolò

3^C

Ramirez Giulia

3^D

Cagnazzo Lucia

3^C

Vecchi Valeria

3^D

Solito Sarah

3^C

Vella Lucilla

3^E

Lecce Federica

3^E

Caramia Antonio

3^E

Pupino Barbara

3^E

Mistretta Giulia

3^H

Mazzone Martina

3^E

Palumbo Annarita

 

 

3^F

Tommasi Rebecca

 

 

3^H

Cofano Luca

 

 

3^H

Squillino Alessandro

 

 

3^I

Otomo Kioko

 

 

 

 

 

www.operationsmile.it

 

La labioschisi, comunemente detta labbro leporino è una malformazione facciale congenita che va  ad alterare la conformazione del labbro superiore e talvolta può interessare anche l'alveolo gengivale.

Comunemente chiamato labbro leporino tale malformazione  provoca un'incisura sul labbro che può essere minima fino ad arrivare alla completa separazione del labbro.

La palatoschisi invece è una malformazione che interessa la struttura del palato e che si traduce nei casi più gravi in un vero e proprio buco nel palato.

Queste due malformazioni possono presentarsi in maniera separata o congiuntamente quando la fessurazione labiale presegue oltre il labbro e la gengiva fino a coinvolgere il palato duro e molle tanto da estendersi fino alle fosse nasali e a deformare cartilagine, ossa del naso e dentatura. In questi casi si parla di labiopalatoschisi.

Queste malformazioni sono congenite e si presentano probabilmente intorno al 4 mese di vita del feto e colpiscono circa un bambino su mille.

La labioschisi, la palatoschisi e la labiopalatoschisi non provocano soltanto un difetto estetico evidente, ma comportano delle vere e proprie complicazioni sul piano della salute.

I bambini affetti da tali malformazioni facciali hanno spesso gravissime difficoltà a parlare, deglutire e nei casi più gravi anche nella respirazione.

Fortunatamente si possono correggere tali malattie congenite attraverso un intervento maxillo-facciale della durata di circa un'ora.

L'intervento solitamente si effettua nel terzo mese di vita del bambino e sono diverse le tecniche chirurgiche utilizzate.

L'operazione è mirata a suturare i tessuti della fessura (del labbro del palato o di entrambi) in modo da ricongiungere non solo gli strati cutanei superficiali, ma anche tutti i tessuti sottostanti.

Tale ha altissima probabilità di risultati sia dal punto di vista funzionale che estetico dove permarrà una piccola cicatrice.

Tuttavia nei paesi più poveri del mondo sono tantissimi i bambini a non avere accesso a questo tipo di operazione.

Qui molti bambini affetti dal labbro leporino e da altre malformazioni maxillo-facciali non riescono a sopravvivere al primo anno di vita. Gli altri, invece, soffrono di pesantissime ripercussioni dovute all'impossibilità di parlare.

L'organizzazione Operation Smile dal 1982 opera per garantire tale intervento anche ai bambini nati nel sud del mondo. Dalla sua fondazione l'organizzazione ha effettuato oltre 220.000 operazioni che hanno permesso di restituire il sorriso e la speranza di un futuro migliore ad altrettanti bambini.

Sono più di 5400 i volontari medici ed infermieri che sono stati coinvolti nelle missioni mediche in oltre 60 mesi del mondo e che ogni anno cambiano la vita di migliaia di bambini.

Operation smile è inoltre impegnata da diversi anni nello sviluppo delle strutture medico-sanitarie dei paesi più poveri per garantire l'autosufficienza medica a livello locale attraverso il miglioramento delle infrastrutture sanitarie e la formazione del personale medico.

Ad oggi Operation Smile ha creato oltre 37 centri di cura permanenti in oltre 20 paesi, e sono ogni anno altrettanto numerose le missioni temporanee ed itineranti che raggiungono tutti gli angoli del mondo.


In forte aumento le richieste d’aiuto presso il nostro Ufficio di chi perde denaro al gioco ed entra in un giro di prestiti forniti da usurai mettendo in pericolo tutta la famiglia del giocatore”.

I dati ufficiali sui giocatori patologici a Taranto, che sono presi in cura dai Sert aumentano del 50% ogni anno. Nel 2013 erano circa 80, ma – spiega il Responsabile dell’Ufficio Antiusura della Confesercenti-Confartigianato, il Criminalista Michele Cagnazzo - si tratta di cifre che rappresentano una sottostima del fenomeno. Dal 2013 al 2014 – sottolinea Cagnazzo – “sono aumentate le persone che hanno fatto richiesta di sostegno ai Servizi Sert del Dipartimento di salute mentale e Dipendenze, passando da 80 a 137, di cui il 22% donne, con una età media che va dai 40 ai 54 anni. Un fenomeno in crescita frutto anche della crisi economica, che spinge tante persone a cercare “fortuna”. Purtroppo dietro al fenomeno conosciuto si annida un’ampia fascia di persone sommerse che giocano ma di cui nessuna sa nulla”. Si perde denaro, si entra in un giro di prestiti forniti da usurai che mettono in pericolo tutta la famiglia del giocatore. Spiega Cagnazzo – “esiste una proposta di legge nazionale sul gioco d’azzardo, che in Italia è legalizzato nonostante in realtà sarebbe vietato dal codice penale. La facilità di accesso fa aumentare il numero delle persone a rischio, dati nazionali alla mano sono 17 milioni le persone che hanno giocato una volta nella vita, 2 milioni quelle considerate a rischio minimo, un milione a rischio altissimo, 300 mila i giocatori patologici.” Quello che si mette in gioco in realtà è la vita stessa, le relazioni e gli affetti. Chi soffre di questa patologia di solito si rivolge al Sert quando tutto è già compromesso. Continua Cagnazzo – “credo che l’amministrazione comunale in qualche modo dovrebbe cercare di evitare l’apertura di nuove sale gioco. Il comparto dell’azzardo è organizzato inizialmente con norme, procedure e controlli che partono da atti di evidenza pubblica, ma poi subentrano i rapporti tra privati e le difficoltà di capire la composizione azionaria dei veri attori ha reso il sistema brodo di coltura per comportamenti scorretti e disonesti.” Il Responsabile dell’Ufficio Antiracket, conclude – “negli ultimi mesi abbiamo affrontato diversi casi e che la crescita del gioco online è il nuovo pericolo, perché elimina uno dei “blocchi” del giocatore: la vergogna di farsi vedere attaccato alle macchinette da gioco o di entrare in un centro scommesse”.


 

Visita didattica nella sede di Viale Virgilio della Camera di Commercio  per le allieve del corso di Responsabile della pianificazione e valorizzazione dell’attività agrituristica organizzato da Formare Puglia (ente formativo accreditato dalla Regione Puglia) e finanziato dalla Provincia di Taranto nell’ambito del POR PUGLIA 2007-2013.

Ha accolto le corsiste, guidate dalla docente la dott.ssa Adriana Venuti, la dirigente della CCIAA di Taranto dott.ssa Barbara Saltalamacchia che ha illustrato tutti i servizi offerti dalla Camera di Commercio, soffermandosi anche sulla storia dell’Ente Camerale e sull’importante ruolo che ricopre nell’ambito della politica di programmazione economica del territorio. Ha anche ricordato le sfide che lo stesso Ente dovrà affrontare nell’immediato futuro per favorire la crescita delle imprese e dell’area provinciale soprattutto in un momento di grave crisi dell’apparato industriale e commerciale e quindi dell’occupazione che caratterizza ormai da anni Taranto.

Sono poi stati presentati i principali finanziamenti nazionali e regionali a sostegno dell’occupazione femminile ed in particolare nel settore dell’agriturismo e del turismo  intorno ai quali si è sviluppato un ampio ed approfondito dibattito sulle opportunità da cogliere e sulle quali le corsiste hanno potuto accrescere le singole peculiarità per valutare anche tutte le strade possibili per poter avviare attività di autoimprenditorialità .

La lezione out door è stata la vera dimostrazione e testimonianza che la sinergia tra il sistema istituzionale, produttivo e i centri di formazione professionale è indispensabile per promuovere l’occupazione e fornire un servizio attento ai bisogni di chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro.


 

Il  17 dicembre 2014 nella sede del Provveditorato agli studi, alla presenza del Dottor Giuseppe Silipo (Provveditore agli studi), del Dottor Nardoni (Assessore regionale alle attività Agroalimentari), della Prof.ssa Anna Rita Lemma (Consigliere regionale) e del Prof. Piero Massafra (Editore della Scorpione editrice), si è svolta una cerimonia semplice e nello stesso tempo molto profonda: grazie alla volontà dell’Assessore Nardoni, è stato fatto dono a tutte le scuole di Taranto (ben 45 direzioni scolastiche) di 5 libri dal titolo “Mange e bbive tarandine” (storia, sapori e saperi della cucina tradizionale tarantina e pugliese). Si è voluto, così, testimoniare l’attenzione della istituzione regionale nei confronti del mondo della scuola.  Il nobile gesto è stato condiviso dalla Consigliere regionale, Prof.ssa Lemma e dal Provveditore, Dottor Silipo.  Il testo potrà essere studiato nelle scuole, affinché le nuove generazioni possano essere fieri del loro antico mangiare quotidiano. Erano presenti alla cerimonia di consegna dei libri gli autori, Enzo e Rosa Risolvo che, con emozione, hanno aderito all’iniziativa. Il libro, che consta di 17 capitoli, parla della cucina greca, romana e medievale,  approfondisce tematiche riguardanti la storia del pane, della pasta, dell’olio, delle cozze e delle tradizioni relativi alle conserve fatte in casa (salsa, acciughe, melanzane, ecc.), ai liquori (rosolio soprattutto) e ai dolci tradizionali. Vi sono circa 300 ricette (antiche e antichissime), tutte rigorosamente locali.  Insomma, un vero e proprio elogio alla cucina nostrana e dei nostri avi: si vuole, così, rappresentare  l’ottimo e salutare mangiare mediterraneo.


l’Ilva spegne gli altiforni nel pressoché totale silenzio, e a causa di una situazione che ha del paradossale.

Confindustria: occorre scongiurare un punto di

 “non ritorno” che complicherebbe ulteriormente una situazione

già abbastanza complessa

 

 

 

 

La notizia dello spegnimento degli altiforni dell’Ilva, arrivata alle cronache come se si trattasse di un evento atteso e quindi ineluttabile, è in realtà un fatto gravissimo e allarmante che pone le basi per un punto di “non ritorno” che oramai da anni si cerca invece di scongiurare, come testimoniano i molteplici provvedimenti governativi mirati, oltre che all’ambientalizzazione della fabbrica, a garantirne la imprescindibile continuità produttiva.

 

Malgrado questo, si continua ad assistere a situazioni paradossali, e quest’ultima lo è davvero per diversi aspetti.

 

In primis, Taranto sembra ancora una volta subire passivamente, senza alcuna presa di posizione da parte di chicchessia, (e parliamo ovviamente di chi si dovrebbe istituzionalmente pronunciare in tal senso) un provvedimento molto pesante nella sua evidente gravità: mai si era verificato, prima d’ora, che l’azienda operasse la messa in sicurezza degli impianti così come sta accadendo in questi giorni, preannunciando di fatto un fermo complessivo. E tutto questo, nel silenzio più generale e assoluto.

 

Il secondo aspetto è per certi versi ancora più controverso: la condizione attuale nasce infatti dall’annunciata messa in mora dello stabilimento da parte dell’Eni –uno dei principali e più grandi fornitori dell’Ilva-  per i pagamenti  futuri, come se si trattasse –come già qualcuno ha avuto modo di osservare -  di un condomino a rischio di morosità di un qualsiasi edificio privato, e non della più grande acciaieria europea.

 

 

 

Accade così che L’Eni, partecipata dal Ministero dell’Economia e Finanze, chiuda i rubinetti ad una grande azienda che è già da tempo commissariata dal Governo (con un apposito decreto convertito in legge): appare, a tutti gli effetti, come il gatto che si morde la coda, e da questo paradosso nasce il rischio che si produca, a meno di interventi tempestivi proprio da parte del Governo, una situazione di grave irreversibilità, che si aggiungerebbe a quella già fortemente critica che investe altri comparti e altre situazioni da troppo tempo in sofferenza.

 

E’ il caso di ricordare, infatti, che mentre un grande fornitore – le cui sorti economiche non sono certo legate all’Ilva – paventi il taglio delle forniture di metano per i crediti 2015, l’esercito dei piccoli fornitori – l’indotto tanto per intenderci – stia letteralmente dissolvendosi a causa dei reiterati ritardi del pagamento dei crediti ampiamente scaduti, nonostante le rassicurazioni in tal senso giunte nei giorni scorsi circa lo sblocco della seconda tranche del cosiddetto prestito ponte, che avrebbe dovuto garantire una boccata d’ossigeno di fatto solo annunciata.

 

Il timore in sostanza è che, in attesa dell’imminente decreto attraverso il quale dovrebbero essere definite le sorti dell’azienda (con una probabile soluzione pubblico-privata), si corra seriamente il rischio di risolvere la questione attraverso le vie di fatto dello spegnimento pressoché coatto, che è quello che si sta paventando in queste ore.

A meno, lo ripetiamo e lo auspichiamo, di un intervento risolutore e imminente da parte del Governo che imprima un brusco e dovuto stop ad una situazione in pericolosa ed evidente discesa libera.

 

E’ all’esame della Camera il Disegno di legge costituzionale che riguarda la struttura del Senato e la riforma del titolo V, che attiene ai poteri delle Regioni e ai rapporti tra Stato e Regioni. In questa sede, non voglio entrare nell’esame del complesso della riforma costituzionale, ma soffermarmi in particolare su un aspetto specifico. Il testo approvato in Commissione Affari costituzionali, ora al’esame dell’aula di Montecitorio, prevede che le materie tutela e sicurezza del lavoro e politiche attive del lavoro  tornino alla competenza esclusiva dello Stato. Considero questa modifica oltremodo positiva, alla luce anche dell’esperienza degli ultimi quindici anni. Ricordo che nel 2001, quando la riforma del titolo V era all’esame del Senato, mi battei, insieme con i colleghi della Commissione Lavoro, affinché la tutela e sicurezza del lavoro restasse nella competenza esclusiva dello Stato. La motivazione era semplice e logica: in nessun modo si poteva prevedere, a livello territoriale, una differenziazione della tutela del bene prezioso dell’integrità della persona lavoratrice/lavoratore. Tuttavia, nel 2001 un certo estremismo regionalista ed anche una sorta di subalternità di fronte allo stesso erano moneta corrente. Per farla breve, la materia tutela e sicurezza del lavoro passò alla competenza concorrente di Stato e Regione, mentre la materia politiche attive divenne competenza esclusiva delle Regioni. In questo quindicennio, l’esperienza della legislazione concorrente ha determinato un perenne contenzioso tra Stato e Regioni presso la Corte Costituzionale; l’innamoramento regionalista si è abbastanza raffreddato, anche in relazione al proliferare di scandali in materia di uso disinvolto del denaro pubblico in materia di rimborso spese. Anzi oggi il problema è separare l’Istituzione Regione dal cattivo uso che taluni ne hanno fatto. Il clima cambiato spiega il superamento della legislazione concorrente, il ritorno dello Stato nelle materie tutela e sicurezza del lavoro e politiche attive del lavoro nel progetto di riforma costituzionale.

   Nei principali Paesi europei, le politiche attive sono di competenza dello Stato. In Germania, gli operatori dei servizi per l’impiego sono oltre 100 mila, contro i circa 10 mila dell’Italia, una parte dei quali precari. Anche l’Inghilterra dispone di efficaci politiche attive del lavoro. Il Jobs Act prevede la realizzazione dell’Agenzia nazionale per l’occupazione, che dovrebbe realizzare una più adeguata saldatura tra politiche attive del lavoro e politiche passive, cioè la concessione dei sussidi di disoccupazione di competenza dell’INPS. La modifica costituzionale insomma rientra in un cambio di impostazione della strategia per la crescita dell’occupazione, che è senz’altro il principale obiettivo su cui la politica deve oggi impegnarsi.

   Naturalmente, trattandosi di una riforma costituzionale, l’iter parlamentare è appena agli inizi. Tuttavia, se il progetto andrà in porto, il nuovo assetto istituzionale in materia di lavoro potrà contribuire ad una politica più efficace. Poi occorreranno adeguate politiche industriali e un Piano di investimenti pubblici e privati. Ma questo è un altro discorso.

*Giovanni Battafarano  Segretario Generale  Associazione Lavoro&Welfare

 

ECCO I VINCITORI DELL’EDIZIONE 2014

 

 

Si è conclusa all’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Mediterraneo” di Pulsano e Maruggio l’edizione 2014 delle “Olimpiadi della Conoscenza” e del progetto “Il nostro Chef è differente”. L’iniziativa è stata promossa dalla direzione didattica in partnership con BCC San Marzano di San Giuseppe e Soave Industria Alimentari Europea (Francavilla Fontana), che oggi, martedì 16 dicembre, hanno premiato gli studenti vincitori. 

La Cerimonia di Premiazione degli Studenti vincitori (svoltasi nell’Auditorium del Comune di Pulsano) è stata preceduta dagli interventi del Prof. Raffaele Capone (Dirigente Scolastico “IISS Mediterraneo”), Franco Peluso (presidente della giuria e responsabile commerciale BCC San Marzano di San Giuseppe), Giuseppe Domenico Lillo (Presidente Associazione Nazionale Cuochi, sede di Taranto).

Le Olimpiadi della Conoscenza hanno visto trionfare (e quindi vincere le borse di studio della BCC San Marzano di San Giuseppe) Atena Ricchiuti (classe IV B – Maruggio), secondo posto per Samuele Puccio (classe IV A – Maruggio), terzo posto per Federica Scrimieri (classe IV C – Pulsano). Gli studenti vincitori hanno dovuto rispondere a una batteria di 60 domande (sulle materie di studio e attualità) in 60 minuti e hanno primeggiato, nelle varie fasi eliminatorie (gli studenti in gara, dal primo turno, erano 132, ridotti a 33 finalisti).

Ne “Il nostro Chef è differente”, invece, ha vinto la classe V A/2 di Pulsano che ha realizzato il miglior piatto di paccheri con scampi. La giuria composta dal presidente Franco Peluso (responsabile commerciale BCC San Marzano di San Giuseppe), dal Prof. Raffaele Capone (Dirigente Scolastico “IISS Mediterraneo”), da Giuseppe Domenico Lillo (Presidente Associazione Nazionale Cuochi, sede di Taranto), da Francesco Vergallo (Presidente Pro Loco Pulsano), e da Nicola Altavilla (Ristorante “Antico Frantoio” di Leporano”), ha avuto un gran da fare nella selezione dei piatti.

«Il progetto – dice Franco Peluso, responsabile commerciale della BCC San Marzano di San Giuseppe – mira a promuovere il senso di squadra e la collaborazione tra gli studenti per stimolare la conoscenza e la voglia di apprendere con il  contributo delle  realtà imprenditoriali locali. La finalità dell’iniziativa è quella di dare un contributo al nostro territorio nel quale vivono le nostre famiglie e operano le nostre aziende, un ambiente nel quale creare occasioni di lavoro per i nostri figli il cui futuro appare sempre più incerto tanto da farci credere che la sola speranza sia quella  di farli andare all’estero per trovare lavoro».

 


Mercoledì, 17 Dicembre 2014 06:56

BASKET/I Boys Taranto non passano a Palermo

Scritto da

 

I rossoblù si arrendono a causa di pessime percentuali al tiro per 48-40 

 

Avvio di campionato con alti e bassi per i Boys Taranto che rimangono a 2 punti in classifica dopo la terza gara del campionato di serie B dopo la sconfitta sul parquet del PalaMangano i Palermo, superati dai Ragazzi di Panormus per 48-40.

Una delle cause del risultato finale, oltre alla lunga trasferta affrontata in pullmino, il roster rimaneggiato per l’assenza forzata del pivot Urbano Resce e per le condizioni precrie di Donvito alle prese con una fastidiosa influenza.

Un risultato negativo senza ombra di dubbio dovuto anche alle scarse percentuali di realizzazione del reparto lunghi per poca lucidità sotto il tabellone in una gara francamente alla portata dei rossoblù. Non ha dato i frutti sperati la difesa fatta di pressing a tutto campo per gran parte della gara, che è servita soltanto a recuperare parzialmente lo svantaggio accumulato all'inervallo lungo (28-12 dopo due quarti).

Nonostante tutto il campionato è ancora lungo e la classifica potrà essere ribaltata se si pensa che già a partire da domenica prossima, il calendario dà già la possibilità di rivincita sui siciliani. Domenica prossima 21 dicembre alle ore 11,00 presso la palestra dell'Istituto “Maria Pia” saranno infatti ospiti i Ragazzi di Panormus per un calendario, quello del girone D, “tarato” in base alle esigenze delle squadre più distanti (Palermo, Catania e le due reggine).

Per la squadra allenata da Toty Fella e Leo Donvito non resta altro che mettersi di nuovo al lavoro in settimana cercando di migliorare alcune tattiche che alla lunga porteranno risultati certamente più positivi per il livello di gioco espresso.

                                                       

Panormus Palermo INAIL - Boys Taranto INAIL 48 - 40

 

PARZIALI (11-10; 17-6; 13-14; 7-10)

 

TARANTO:Todaro 6, Labellarte n.e., Latagliata 7, Eletto 7, Gallipoli n.e., Sansolino 15, Donvito 5, D’ambra n.e., Pastore. All. Donvito

PALERMO:Bocimino, Celona n.e., Cincotta 22, Di Santo 7, Gambino, Gennaro 7, La Manna 2, Lobue 4, Messina n.e., Rotino 6, Fontana n.e., Zerillo n.e. All.  Gambino

ARBITRI:  Salvo di Castelvetrano (Trapani) e Giannozzi di Strada in Chianti (Firenze)


Il Giudice dell'Udienza Preliminare Dr.ssa Vilma Gilli nel corso dell'udienza di ieri, martedì, ha sciolto la riserva in relazione alle istanze di costituzione parte civile proposte nei confronti degli imputati coinvolti nel processo scaturito dall'indagine Ambiente svenduto, condotta dalla procura di Taranto in riferimento ai reati ipotizzati a carico della proprietà e dei soggetti coinvolti nella gestione dello stabilimento Ilva di Taranto. Tra tutte, la contestazione di disastro ambientale in relazione alla quale ci sono state centinaia di istanze di ammissione di costituzione parte civile per il ristoro dei danni subiti da altrettanti soggetti affetti da patologie o da eredi di persone decedute per tali cause. Ma non solo.Tutte difese dall'Avv. Mimmo Lardiello del foro di Taranto, ben tredici società cooperative dedite alla mitilicoltura nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto hanno visto riconoscersi il diritto ad essere parte civile nel procedimento in relazione a quei reati dai quali é scaturita l'impossibilità da parte loro di poter proseguire nella attività di mitilicoltura a causa della rilevazione, proprio nel primo seno del Mar Piccolo, di PCB e diossina simili eccedenti le dosi consentite, circostanza dalla quale é scaturita la nota ordinanza di blocco di movimentazione e vendita dell'Asl del Luglio del 2011. "Si tratta - commenta l'avv. Lardiello - di una decisione di importanza storica che finalmente apre la strada dell'accertamento della verità in relazione ai fatti che hanno distrutto il patrimonio inestimabile della mitilicoltura nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto. Una decisione, quella del gup Gilli che oggi vede dunque finalmente riconosciuto il diritto degli operatori del settore della mitilicoltura ad essere in prima linea in qualità di parti processuali, nella convinzione che il rinvio a giudizio prima e l'accertamento nel merito dopo finalmente riusciranno a chiarire - conclude Lardiello - le responsabilità e assicurerà loro il giusto ristoro per gli inestimabili danni subiti".
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