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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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“Ambiente svenduto”, la maxi-inchiesta che ha travolto l'Ilva di Taranto e messo all'angolo imprenditori, manager, professionisti e politici, diventa un processo, come auspicavano in molti e temevano in pochi. La decisione che ha generato il dibattimento forse più importante che si sia mai celebrato in Italia contro produzioni industriali inquinanti è stata adottata dal gup dott.ssa Vilma Gilli. Che, preso atto degli esiti di un'udienza preliminare durata tredici mesi, ha emesso il decreto che costringerà ben 47 imputati a doversi difendere dinanzi alla Corte d'Assise a partire dal prossimo 20 ottobre. Il verdetto non ha “risparmiato” nessuno degli inquisiti che aveva scelto il rito ordinario. A risultare destinatari dei rinvii a giudizio sono stati ex esponenti di spicco del colosso siderurgico come Fabio e Nicola Riva; manager come Girolamo Archinà; politici come l'ex presidente della Regione Nichi Vendola, l'ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, il sindaco del capoluogo ionico Ippazio Stefano, l'attuale consigliere regionale Donato Pentassuglia, il deputato Nicola Fratoianni; professionisti come il professor Lorenzo Liberti ed il professor Giorgio Assennato. E' davvero lunga la lista di coloro che fra alcuni mesi dovranno affrontare quello che si preannuncia un vero e proprio maxi-processo. Un maxi-processo che sarà caratterizzato da reati che vanno dall'associazione a delinquere al disastro ambientale, dall'omissione dolosa di cautele contro gli infortuni all'avvelenamento di sostanze alimentari, dal favoreggiamento all'omicidio colposo. Tutti reati che non hanno subìto alcun ridimensionamento alla luce di un verdetto che ha praticamente aderito all'assunto accusatorio formulato dal pool di magistrati inquirenti composto dal procuratore Franco Sebastio, dal suo aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti dott.ssa Giovanna Cannarile, dott. Mariano Buccoliero, dott. Remo Epifani e dott. Raffaele Graziano.

Le contestazioni erano state messe nero su bianco al termine di indagini che avevano fatto leva soprattutto su perizie, intercettazioni e testimonianze, tutti elementi probatori che alla fine non sembrano aver lasciato margini agli inquisiti. Dal canto loro, nel corso dell'udienza preliminare tutti gli imputati hanno cercato di prendere le distanze dai reati fornendo una personale lettura dei fatti e illustrando giustificazioni tese a ridimensionare accuse e sospetti. Ma, valutati gli elementi a sua disposizione, il gup non ha nutrito perplessità riguardo all'esigenza di far esaminare la montagna di fascicoli da un altro organo giudicante, quello che dovrà occuparsi delle 44 persone fisiche e delle tre società rinviate a giudizio. Così come non ha ravvisato margini per non accogliere le richieste di condanna che erano state proposte dai p.m. nei confronti di due degli inquisiti che avevano optato per il giudizio abbreviato: il funzionario di ARPA Puglia Roberto Primerano (3 anni e 4 mesi la pena inflitta) ed il sacerdote don Marco Gerardo (10 mesi di reclusione con pena sospesa). Sono stati invece assolti da ogni tipo di contestazione l'ex assessore regionale Lorenzo Nicastro (il fatto non sussiste), il sottufficiale dei carabinieri Giovanni Bardaro (non aver commesso il fatto) e l'avv. Donato Perrini (il fatto non sussiste), anch'essi giudicati con rito alternativo.

Nel segnalare che per Emilio Riva è stato decretato il non luogo a procedere per morte dell'imputato, riportiamo di seguito i nomi dei rinviati a giudizio ed in parentesi le accuse da cui dovranno difendersi dinanzi alla Corte d'Assise.

RIVA Nicola (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose); RIVA Fabio Arturo (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, corruzione, falso); CAPOGROSSO Luigi (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, falso, concorso in concussione); ANDELMI Marco; CAVALLO Angelo; DIMAGGIO Ivan; DE FELICE Salvatore; D’ALO’ Salvatore; ARCHINA’ Girolamo (associazione a delinquere, corruzione, disastro ambientale, concorso in concussione, avvelenamento di sostanze alimentari, falso); PERLI Francesco (associazione a delinquere, concorso in concussione); FERRANTE Bruno; BUFFO Adolfo; COLUCCI Antonio; GIOVINAZZI Cosimo; DINOI Giuseppe; RAFFAELLI Giovanni; PALMISANO Sergio; DI MASTROMATTEO Vincenzo; LEGNANI Lanfranco; CERIANI Alfredo; REBAIOLI Giovanni; PASTORINO Agostino; BESSONE Enrico; CASARTELLI Giuseppe; CORTI Cesare; FLORIDO, Giovanni (concorso in concussione consumata e tentata); CONSERVA Michele (concorso in concussione consumata e tentata); SPECCHIA Vincenzo (concorso in tentata concussione); LIBERTI Lorenzo (corruzione, concorso in disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari, falso); VESTE Angelo (favoreggiamento personale); DE MICHELE Cataldo; VENDOLA Nicola (concorso in concussione); STEFANO Ippazio (abuso in atti d'ufficio); PENTASSUGLIA Donato (favoreggiamento personale); ANTONICELLI Antonello (favoreggiamento personale); MANNA Francesco; FRATOIANNI Nicola (favoreggiamento personale); PELLEGRINO Davide Filippo (favoreggiamento personale); BLONDA Massimo (favoreggiamento personale); ASSENNATO Giorgio (favoreggiamento personale); PELAGGI Luigi; TICALI Dario; ROMEO Caterina Vittoria; PALMISANO Pierfrancesco; ILVA S.p.A.; RIVA FIRE S.p.a. - corrente in Milano al Viale Certosa n. 249; RIVA FORNI ELETTRICI S.p.a.  

 

INTANTO NELLA SCORSA NOTTE IN TRE TENTANO DI FORZARE UN BANCOMAT IN UN ISTITUTO DI CREDITO DELLA CITTADINA DELLA VALLE D'ITRIA

 

 

La Compagnia Carabinieri di Martina Franca ha disposto e posto in essere una massiccia operazione di controllo del territorio.

L’attività ha avuto luogo su tutti i comuni ricadenti nella giurisdizione di competenza, interessando perciò anche San Giorgio Jonico, Grottaglie e Montemesola.

Il servizio, che ha visto impiegato un cospicuo numero di pattuglie, ha avuto la finalità di prevenire gli odiosi fenomeni dei furti e delle rapine ai danni degli esercizi commerciali nella fascia oraria prossima alla chiusura, nonché quello di garantire un concreto controllo di persone e mezzi in transito sul territorio.

Il servizio di prevenzione, garantito dalle numerose pattuglie impiegate sia dalle Stazioni dipendenti dalla Compagnia di Martina Franca che dall’Aliquota Radiomobile, ha perciò portato risultati sia in termini di prevenzione che di repressione.

In particolare, nei confronti di cinque soggetti è stato notificato un ordine di carcerazione con decreto di sospensione del medesimo, dovendo espiare periodi residui di pena relativi a reati commessi in passato, rispettivamente contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti.

Denunciate in stato di libertà 12 persone per svariati reati tra cui:

  • Un 18enne di Grottaglie, un 59enne di Montemesola, un 29enne di San Giorgio Jonico ed un 32enne di origini indiane domiciliato in Martina Franca, per guida di veicoli nonostante sprovvisti di patente poiché revocata o mai conseguita;

  • Un 54enne ed un 21enne, di Grottaglie, poiché sorpresi alla guida di automezzo con tagliando assicurativo palesemente contraffatto;

  • Un 26enne ed una 31enne di Grottaglie, un 66enne un 40enne ed un 28enne di Martina Franca, sottoposti a misure di prevenzione o restrittive presso il proprio domicilio sono stati denunciati per violazione delle prescrizioni delle misure cui si trovavano sottoposti.

  • Un 34enne di Grottaglie, sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali è stato denunciato perché trovato in possesso ingiustificato di un’arma bianca.

Nel corso dei controlli, un 70enne censurato di Villa Castelli (Br) è stato proposto per il provvedimento del foglio di via obbligatorio poiché sorpreso mentre si aggirava con fare sospetto nei pressi di un supermercato di Grottaglie, senza che abbia saputo fornire una plausibile spiegazione circa la sua presenza in loco.

Nell’ambito dei controlli anti droga, sono stati segnalati all’Ufficio Territoriale del Governo del capoluogo jonico, quali assuntori di sostanze stupefacenti, tre giovani sorpresi in distinte situazioni a consumare “spinelli”.

 

INTANTO NELLA NOTTE A MARTINA FRANCA, TRE INDIVIDUI A BORDO DI UN’AUTOVETTURA BERLINA DI COLORE SCURO TENTAVANO, CON DEGLI ARNESI DA SCASSO, DI FORZARE LA PORTA D’ACCESSO ALLO SPORTELLO BANCOMAT DI UN LOCALE ISTITUTO DI CREDITO.

L’AZIONE CRIMINOSA NON AVEVA ULTERIORI CONSEGUENZE, GRAZIE ALL’INTERVENTO CONGIUNTO DI UNA PATTUGLIA DELLA STAZIONE E  DELL’ ALIQUOTA RADIOMOBILE DELLA COMPAGNIA DI MARTINA FRANCA UNITAMENTE A PERSONALE DI VIGILANZA PRIVATA, CHE METTEVANO IN FUGA I MALVIVENTI. INDAGINI IN CORSO VOLTE ALL’IDENTIFICAZIONE DEGLI AUTORI

 


 


 Un quarto uomo è attivamente ricercato

Gli Agenti del Commissariato di Manduria in collaborazione con i colleghi della Questura di Taranto, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di quattro persone ritenute a vario titolo responsabili di numerose rapine avvenute nella scorsa primavera nel versante orientale della provincia jonica. La banda di rapinatori, come accertato nel corso delle indagini, ha compiuto nei mesi di aprile e di maggio scorso cinque rapine in danno di supermercati e di stazioni di rifornimento carburanti per bottino di circa 10.000 euro. I malviventi, giungevano armi in pugno presso i loro obbiettivi, sempre con auto di provenienza furtiva, e in alcuni casi a scopo intimidatorio esplodevano colpi di arma da fuoco.Gli investigatori hanno anche accertato che gli stessi si sono resi autori di un'altra rapina in danno di una coppia di fidanzati fermi in auto, ai quali hanno sottratto anche la vettura. Gli arrestati dopo le formalità di rito sono stati accompagnati presso la locale Casa Circondariale. Il quarto uomo destinatario dell’ordine di carcerazione è ancora attivamente ricercato.

Cinquanta consiglieri, trentuno al debutto: ha avuto inizio la seduta d’insediamento del Consiglio regionale, la prima della decima legislatura. È stato costituito l’Ufficio di presidenza. Dopo la convalida dei consiglieri regionali sono stati eletti il Presidente del Consiglio, i due vicepresidenti e i due consiglieri segretari dell’Ufficio di presidenza che governeranno il Consiglio nel prossimo quinquennio 2015-2020. Con 31 voti a favore Mario Loizzo è stato eletto presidente del Consiglio regionale della Puglia della decima legislatura. Dieci preferenze sono andate alla consigliera del M5S Antonella Laricchia, mentre dieci consiglieri hanno votato scheda bianca. Il consiglio regionale ha quindi proceduto alla elezione dei due vicepresidenti dell’Ufficio di presidenza. Si tratta di Giuseppe Longo (I popolari) con 24 voti e Giandiego Gatta (Forza Italia) con 17 voti.
 

 

Il programma di governo Michele Emiliano lo ha messo a disposizione delle opposizioni perché, ha detto, per realizzarlo, "e noi vogliamo realizzarlo", c'è bisogno del concorso di tutti. "La giunta - ha aggiunto - non è sovrana" che tradotto vuol dire tutti al servizio di tutti. Un messaggio non del tutto recepito, a quanto pare, dal gruppo dei pentastellati che con Angela Laricchia non hanno mancato di sottolineare "i soliti metodi di una politica autoreferenziale e incline agli accordi pur di ottenere una poltrona". Il casus belli la totale assenza di esponenti del 5Stelle nell'ufficio di presidenza risultato, alla fine, composto da Michele Loizzo (presidente), Gatta e Longo (vicepresidenti), Turco e Morgante (segretari). Una seduta, la prima dell'era Emiliano, cominciata senza scossoni (il veleno, si sa, è sempre nella coda) fino alla relazione del presidente che ha presentato la squadra di assessori (con tre caselle ancora da occupare) "come si fa con un complessivo anni Settanta", ha gigioneggiato Emiliano chiamandoli e presentandoli di volta in volta man mano che toccava temi dei rispettivi assessorati di appartenenza. E nessun tema é stato tralasciato: da quello ambientale (Ilva ma soprattutto la determinata volontà "a chiudere il ciclo dei rifiuti) a quello della riorganizzazione della macchina amministrativa; dall'importanza che turismo e cultura giocano "nell'incremento del pil regionale" alla sanità ("penso ad un Consiglio regionale della Sanità che si occupi di tutte le emergenze in campo"). Quaranta minuti in cui il sindaco di Puglia ha parlato a braccio chiudendo sulla necessità "di fornire ai cittadini pugliesi le risposte alle domande che quotidianamente ci pongono". Intanto da recuperare in fretta c'è il rapporto con i 5stelle, "almeno sul reddito di cittadinanza", implora Angela Laricchia un attimo prima di uscire dalla sede del Consiglio regionale. La discussione sulle linee programmatiche tracciate da Emiliano è rimandata, invece, alla prossima seduta del Consiglio regionale.

 

Giornata di rinnovo, oggi, delle cariche di metà mandato nelle commissioni parlamentari della Camera dei deputati. L'on. Michele Pelillo, deputato tarantino del PD, è stato riconfermato vicepresidente della Commissione Finanze, che ha eletto nuovo presidente l'on. Bernardo (NCD).


 

 

Immagine associata al documento: Il presidente Emiliano e l'assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, intervengono sulla riunione di insediamento del Tavolo istituzionale permanente per l'area di Taranto tenutosi oggi nella citta ionica , che avvierà il lavoro di preparazione del Contratto istituzionale di sviluppo. Per la città il decreto prevede misure di semplificazione e accelerazione per riqualificare e valorizzare le emergenze urbane, storiche e culturali, affidate ad un tavolo istituzionale istituito presso palazzo Chigi.
Alla riunione in Prefettura ha partecipato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, oltre all'assessore Gianni Liviano, al consigliere Michele Mazzarano e alle autorità cittadine e provinciali.
"Ringrazio il Governo - ha detto Emiliano - per aver voluto l'insediamento del tavolo a Taranto. Per noi è un'opportunità per spendere presto e bene le risorse che nel corso degli ultimi anni sia lo Stato che la Regione hanno destinato all'area tarantina. Chiediamo un cronoprogramma molto serrato al Governo e manterremo un appoggio forte al nucleo tecnico di supporto al contratto istituzionale di sviluppo".
"Ricordo - ha spiegato l'assessore Capone - che agli obiettivi strategici descritti dal sottosegretario De Vincenti che condividiamo pienamente col governo , vanno aggiunti alcuni rilevanti investimenti regionali. Penso ai 17 milioni che la Regione ha destinato al Centro Salute e Ambiente, destinato alla ricerca e alle cure dei cittadini, in particolare dei bambini. E ancora i piani di rigenerazione urbana per i quartieri Paolo VI, Isola e Tamburi, con una dotazione destinata anche ai progetti di cittadinanza attiva. In più, gli investimenti per l'aeroporto di Grottaglie che immaginiamo integrato con il porto industriale in un'ottica complessiva di sviluppo del territorio".
 

Il Rapporto Taranto 2015, predisposto dal Centro Studi camerale insieme all'Istituto Tagliacarne in occasione della XIII Giornata dell’Economia, rappresenta, ormai dal 2003, un momento fondamentale di lettura delle dinamiche statistico – economiche del territorio dal punto di vista particolare dell’economia reale. Un’analisi, dunque, che trova il proprio punto di forza nella concretezza e nel legame fra i dati e la percezione quotidiana delle tendenze, con grande attenzione a quegli indicatori che non solo possono assicurare una interpretazione verosimile, ma anche orientare valutazioni e scelte di natura decisoria. In una parola, di policy. 

 La provincia di Taranto è risultata nel 2014 la peggiore area in Italia per andamento del valore aggiunto a prezzi correnti con una flessione, rispetto al 2013, del 3,2%. Una perdita notevole in termini ricchezza, che già avevamo avvertito nel 2013 e che si rispecchia in un sistema imprenditoriale che non cresce ed in un sistema occupazionale caratterizzato da evidenze gravissime: solo a titolo di esempio, circa la metà dei residenti della provincia di Taranto in età lavorativa risulta non attiva, mentre il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è cresciuto di quasi 14 punti in un anno, arrivando al 54,2%. Indici preoccupanti che impongono di abbandonare la lamentazione per passare alla proposta ed all’azione.

La  battuta d’arresto  del sistema economico locale

La dinamica recessiva ha assunto nel tarantino una dimensione più marcata rispetto sia alle altre province pugliesi sia al resto del Paese: nel 2014, infatti, la provincia è risultata la peggiore area in Italia per andamento del valore aggiunto prodotto a prezzi correnti con una flessione, rispetto al 2013, del -3,2%, a fronte di una media nazionale che ha fatto registrare un primo timido segnale di ripresa (+0,2%). Il confronto con le altre realtà pugliesi sembrerebbe indicare una regione a due velocità. Da un lato Bari (-0,2%), Brindisi (+0,2%), Lecce (-0,3%) e Barletta-Andria-Trani (-0,3%) dall’altro Foggia (-1,7%) e, soprattutto, Taranto mostrano una sorta di incapacità nel recepire i benefici connessi al miglioramento del ciclo economico internazionale e nazionale.

I settori produttivi

Commercio e i servizi hanno contribuito nel 2013 al 72,8% della produzione del valore aggiunto provinciale, un dato inferiore di 1,4 punti alla media nazionale (74,4%) e di ben 4,4 punti a quella pugliese (77,2%). All’opposto Taranto presenta, insieme a Brindisi, un profilo più industriale che la distingue dalle altre aree pugliesi. Nel 2013, il settore secondario ha contribuito per il 20,8% alla formazione del valore aggiunto (industria in senso stretto 16,5%; costruzioni 4,3%), un livello superiore al dato medio regionale (17,9%), ma al contempo ancora inferiore da quello nazionale (23,2%). Nel 2013, l’incidenza del comparto agricoltura, silvicoltura e pesca sul valore aggiunto provinciale è pari al 6,4%; a livello regionale, dove si osserva un dato medio inferiore (4,8%), soltanto la provincia di Foggia (8,5%) presenta un peso maggiore. Tra l’altro, il settore agricolo appare tuttora quello con le maggiori possibilità di traino per il rilancio dell’economia locale.L’incidenza dell’artigianato sul valore aggiunto totale presenta a Taranto il valore meno marcato tra le province pugliesi. Nel 2012, soltanto l’8,9% della ricchezza prodotta era imputabile ad imprese artigiane, a fronte dell’11,4% della media pugliese e dell’11,5% di quella nazionale.

Una rilevante importanza è rivestita dalle Pubbliche Amministrazioni della provincia, dal momento che nel 2012 il 24,1% del valore aggiunto è generato proprio da Enti pubblici, in misura superiore al dato medio regionale e nazionale (rispettivamente 19,1% e 12,5%). Si tratta, se si escludono le province siciliane, del più elevato contributo a livello nazionale.

Il mercato del lavoro

Rispetto al 2013 il numero di occupati in provincia di Taranto si è ridotto di circa 10.400 unità (-6,2%). Si tratta della peggior performance a livello regionale.Circa la metà dei residenti della provincia di Taranto in età lavorativa risulta non attiva. Il tasso di disoccupazione, dato dal rapporto tra persone in cerca di lavoro e forza lavoro totale, nel 2014 aumenta passando dal 15,5% al 18,5%, crescita decisamente più rilevante del dato pugliese (passa dal 19,7% al 21,5%) e di quello nazionale (da 12,1% a 12,7%). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è cresciuto in provincia di Taranto di quasi 14 punti in un anno, passando dal 40,5% al 54,2%. Le difficoltà occupazionali in provincia di Taranto si traducono in un significativo ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG). Nel 2014, il volume complessivo è rimasto pressoché identico al 2013 (+0,1%), confermandosi il più alto dell’intera Puglia. Nello specifico, il 42,5% del totale delle ore CIG erogate in Puglia è stato destinato a lavoratori di imprese tarantine.

Infrastrutture e potenzialità

L’indice relativo alle infrastrutture economiche si attesta a 83,5 (Italia = 100). In questo caso si osserva un gap negativo piuttosto rilevante con le aree di Brindisi (n.i. 134,6) e Bari (n.i. 97,4), sebbene si evidenzi una condizione migliore rispetto a Foggia (64,5) e Lecce (70,3). È evidente che il tema delle infrastrutture può rappresentare un fattore chiave per l’attivazione di politiche finalizzate alla crescita. Il gap infrastrutturale, infatti, risulta molto penalizzante per le aree industriali del tarantino, oltre ad aver inciso negativamente nella marginalizzazione del Porto di Taranto. La provincia di Taranto evidenzia una bassa sensibilità al ciclo economico, posizionandosi all’83-esimo nella graduatoria delle province italiane.La rigidità al ciclo dell’economia tarantina dipende, in via prevalente, dal suo isolamento internazionale: la

propensione all’export (n.i. Taranto 30,4; Italia = 100) e l’apertura internazionale al turismo (n.i. 8,2) sono i fattori che presentano una maggiore criticità, tali da isolare la provincia dalle fluttuazioni dei mercati e dal ciclo internazionale. Questa condizione di chiusura limita la possibilità di beneficiare dei segnali di ripresa dell’economia internazionale. Taranto viene inquadrata nell’ambito delle aree a medio-alto potenziale inespresso, analogamente a Bari e Brindisi.

Il potenziale turistico della provincia, infatti, appare ancora in larghissima parte sottoutilizzato. Una crescita significativa è ipotizzabile anche nel breve periodo, alla luce delle rilevanti risorse naturali presenti sul territorio e purché si sviluppino linee di policy orientate parallelamente a: i) aumento della visibilità delle principali mete turistiche del tarantino sui mercati internazionali; ii) miglioramento dei collegamenti con i principali hub di arrivo dei visitatori stranieri; iii) valorizzazione delle infrastrutture turistiche e delle risorse naturali.

Imprese, ricchezza, export

Le unità locali attive nel 2014 nella provincia di Taranto sono 48.031, registrando una contrazione del -0,9% rispetto al 2013. Si tratta di un trend che non si discosta sostanzialmente da quello nazionale (-0,4%) e, più in generale, da quello osservabile per le altre realtà pugliesi (-0,6%).

Nel 2014, le imprese giovanili della provincia di Taranto sono 4.739 e risultano attive, in particolare, nel terziario (commercio 38,8%, altri servizi 32,6%), in una dimensione piuttosto in linea con quanto riscontrabile a livello regionale e nazionale. Le imprese a titolarità femminile ammontano a 10.734 e sono distribuite in modo prevalente nei settori del commercio (32,8%), dell’agricoltura (30,9%) e dei servizi (27,3%).

La fase recessiva che continua ad interessare la provincia di Taranto ha determinato, anche per il 2014, un decremento della ricchezza media per abitante, che allontana ulteriormente l’area dagli standard nazionali. Più nel dettaglio, il valore aggiunto pro capite si riduce di poco più di 550 euro, passando da 15.163,08 euro del 2013 a 14.609,86 del 2014 e mostrando la variazione più ampia tra le province pugliesi (Taranto: -3,6; Puglia: -1,2%; Italia:    -0,7%).

Nel 2014, il valore delle merci esportate si attesta a circa 1,6 miliardi di euro, facendo registrare rispetto al 2013 un incremento del +24,7%. La composizione delle esportazioni tarantine risulta poco diversificata: le prime dieci merci esportate incidono per il 91,7% sul volume totale di export. Più nel dettaglio, si osserva che quasi la metà dell’export (47,5%) riguarda metalli o prodotti in metallo, per un valore complessivo di 758,9 milioni; tra le altre voci assumono un certo peso coke e prodotti petroliferi raffinati (11,9%), mezzi di trasporto (10,2%), apparecchi elettrici (9,4%) e estrazione di minerali (7,9%). Piuttosto contenuto risulta invece il peso del settore agricoltura, silvicoltura e pesca (2,8%). Il commercio estero tarantino rimane ancora ampiamente ancorato alle materie prime e ai prodotti tradizionali, mentre l’incidenza dei prodotti ad alto contenuto tecnologico permane limitata.

Il credito

In provincia di Taranto, rispetto al 2013, la quota di depositi bancari e risparmi postali è cresciuta del 2,8%. Si tratta di un incremento più debole di quanto registrato in Puglia (+3,3%) e nel resto del Paese (+3,6%). L’analisi della distribuzione dei risparmi per clientela mostra che la grande maggioranza dei depositi bancari e postali della provincia di Taranto si ascrive alle famiglie consumatrici (85,2%). Le sofferenze bancarie, indicatore in grado di evidenziare le situazioni di difficoltà economica, aumentano del 6% nel 2014, dato inferiore all’incremento regionale (+10,1%) e nazionale (+13,5%) che conferma quanto sottolineato nell’ambito delle situazioni di criticità imprenditoriale riguardo la minore vulnerabilità finanziaria del tessuto produttivo tarantino. Le difficoltà verso il sistema bancario sembrano investire soprattutto il ramo delle costruzioni (+26,3%) e dei servizi +21,2%.  L’accesso al credito nella provincia di Taranto sconta, tuttavia, rischi maggiori rispetto alla media pugliese e nazionale. Il tasso di interesse sui finanziamenti per cassa per rischi a revoca è, infatti, pari a 9,61%, al di sopra sia del dato pugliese (8,75%) e, in modo ancor più evidente, di quello nazionale (6,27%).

L’agroalimentare

Nel 2013, il settore primario tarantino ha contribuito alla formazione del valore aggiunto provinciale con 565,2 milioni di euro, segnando una variazione positiva del +18,9% rispetto al 2012, crescita superiore sia alla media regionale (+17,8%) che a quella nazionale (+5,6%).

Il contributo del comparto agroalimentare all’occupazione provinciale risulta maggiore rispetto a quanto osservato in Puglia ed in Italia: nel tarantino, infatti, il comparto agroalimentare assorbe il 16% del totale degli addetti, 1,5 punti percentuali in più di quanto riscontrato a livello regionale e 8,2 punti percentuali in più di quanto rilevato in Italia. Per quanto concerne le esportazioni, si è invece assistito ad un importante incremento nel 2012 (+19,8%), compensato da successivi cali del 19,7% e del 3,5% rispettivamente nel 2013 e nel 2014. E’importante evidenziare come la contenuta rilevanza dell’export di prodotti alimentari rispetto al commercio estero complessivo della provincia, rappresenta un evidente punto di debolezza, in un paese come l’Italia dove il comparto rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. L’anomalia del tarantino emerge chiaramente se si rapporta il dato locale con quello relativo alla Puglia nel suo complesso, dove le esportazioni agroalimentari pesano per il 17,3%, ben 12,3 punti in percentuali in più di Taranto.

Il turismo

Il settore del turismo può rappresentare per la provincia di Taranto un importante fattore di rilancio dell’economia locale, tuttavia, la lettura dei principali indicatori turistici suggerisce che tale risorsa risulta ancora lontana dall’essere pienamente valorizzata. Ad esempio, se si considera l’indice di concentrazione turistica, che misura il rapporto tra gli arrivi totali annui e la popolazione,Taranto si colloca addirittura al 98-esimo posto a livello nazionale. Focalizzando l’attenzione sui dati relativi al 2013, si osserva come Taranto si collochi al penultimo posto, dopo Barletta Andria Trani, tra le Province pugliesi per presenze (1.100.710) ed arrivi (258.745). Se si rapporta il dato complessivo provinciale con quello totale della Puglia, si rileva come la provincia tarantina abbia contribuito per appena l’8,1% agli arrivi e per l’8,2% alle presenze totali in regione.L’area del tarantino fatica ad attrarre turisti internazionali, come evidenziato dalla 90-esima posizione dell’indice di internazionalizzazione turistica. La spesa dei turisti internazionali in provincia di Taranto ha raggiunto nel 2014 il livello più basso dell’ultimo quinquennio, attestandosi a 30 milioni di euro. Particolarmente rilevante la flessione del periodo 2011-2014, quando il volume di spesa si è ridotto del 38,8%, passando da 49 a 30 milioni di euro.

L’economia del mare

Nel 2014 l’incidenza del valore aggiunto dell’economia del mare sul totale – stimato in 693,1 milioni di euro – è stato del 7,3%, 2,4 punti percentuali in più della media pugliese e 4,3 punti percentuali in più del dato nazionale. In termini di valore assoluto, soltanto a Bari si rileva una maggiore quota di valore aggiunto connessa alla risorsa mare (854 milioni).

 

La ricchezza prodotta dalla blue economy nel tarantino è per oltre la metà (56,5%) ascrivibile al settore “ricerca, regolamentazione e tutela ambientale”, che fa riferimento ad attività di ricerca e sviluppo nel campo delle biotecnologie marine e delle scienze naturali legate al mare, a quelle di regolamentazione per la tutela ambientale, nonché alle attività legate all’istruzione. Non risulta pienamente valorizzata la presenza di un importante porto – il quinto a livello nazionale per movimentazione merci – alla luce della contenuta incidenza dei settori “movimentazione merci e passeggeri”. Le imprese della filiera ittica rappresentano per la provincia di Taranto poco più di un quinto (21,3%) del totale blue, mentre a livello regionale incidono per poco meno di un quarto (24,5%). Gli addetti alle attività dell’economia del mare in provincia di Taranto sono circa 10.200 (il 6,7% del totale degli addetti). 

La città vecchia diventi un luogo di radici e non solo un fenomeno di passaggio.

Su questa premessa la formula di eventi e spettacoli en plein air dell’Isola che Vogliamo quest’anno cambia registro, sviluppando nelle cinque giornate di programmazione previste per l’edizione 2015,  una completa full immersion nella storia dell’isola fatta di “Mare, pietre e persone”.

Cinque giorni (2, 5, 7, 9 e 12 agosto) destinati ad aprire scrigni di arte, cultura, storia e testimonianza umana che rendono la città vecchia di Taranto un unicum irripetibile nel macro-cosmo del Mediterraneo.

Abbiamo lasciato lo spettacolo, il divertimento e la gioia di passare una serata sotto le stelle – spiega Fabrizio Iurlano, direttore artistico della rassegna – ma ci abbiamo aggiunto il sapore della scoperta, la meraviglia e il gusto di una esplorazione nei meandri della nostra identità perduta.

Cinque i temi destinati a caratterizzare le cinque giornate in calendario: il 2 agosto “Musici e Santi”, il 5 “Il Sacro”, il 7 agosto il “Fronte Mare”, domenica 9 agosto “La Cava” e mercoledì 12 agosto le “Radici Vibranti”.

Temi che mostrano tutta la potenza culturale di questo pezzo di Taranto, madre e padre di grandi scuole di pensiero (da Archita ad Aristosseno), di grandi storie umane tra vicoli e postierle, di grandi uomini e donne da Paisiello a Costa, da Fago ad Anna Fougez, passando per i Santi di questa terra, quelli nati qui come Sant’Egidio e quelli venerati tra fede e ritualità pagane di tarantolati danzanti “arret a Sant Paolo” – afferma Iurlano, che nella traccia artistica di quest’anno ha lavorato a quattro mani insieme ad un grande cultore della storia nostrana, l’attore e operatore culturale Giovanni Guarino.

Una mission che dopo “l’invasione civile” dell’isola degli anni passati quest’anno punta a sedimentare cultura, facendo riemergere dalla tradizione legata al mare, alle pietre e alle testimonianze umane di questa terra, un patrimonio di grande spendibilità dal punto di vista della fruizione turistica e culturale della città.

Una proposta altamente culturale a cui hanno già aderito istituzioni, artisti e movimenti di grande qualità e spessore e che tra gli altri registra, nella seconda giornata dedicata al Sacro, la presenza di Mariella Nava, nella doppia veste di ex allieva dell’istituto musicale Paisiello di Taranto e di interprete straordinaria del “Cantico delle Creature” di San Francesco.

Oggi la città vecchia dopo gli anni in cui era necessario sfondare il muro del pregiudizio e della paura nell’attraversarla ha bisogno di interventi più profondi e mirati perché quel patrimonio va innanzitutto conosciuto e compreso dai tarantini a cui gli eventi culturali devono poter consegnare una visione, una prospettiva differente utile per costruire un nuovo modello di sviluppo della città – sottolinea Santacroce, Presidente dell’ Associazione Terra.

L’iniziativa, proprio per tale ragione, gode del sostegno dell’Amministrazione Comunale di Taranto e del placet del Sindaco di Taranto e dell’Assessore alle Attività Produttive Gionatan Scasciamacchia, artefice del nuovo ruolo di protagonista rivestito dal Comune di Taranto, coo-organizzatore dell’edizione 2015.

“L’ edizione 2015 dell’ Isola che Vogliamo rappresenta uno dei momenti più intensi dell’ attività e dell’ impegno profuso in campo culturale da parte di questa Amministrazione nei confronti della Città Vecchia. La strada per il risanamento del centro storico è ancora irta e lunga, ma la strada intrapresa nella riscoperta e valorizzazione delle radici del centro storico messa in campo da questa amministrazione e dall’ associazione Terra,rappresenta uno straordinario e positivo segnale in questo senso” afferma l’ assessore Gionatan Scasciamacchia.

Come per l’edizioni precedenti L’Isola che vogliamo 2015 proporrà anche la riscoperta della tradizione gastronomica legata alla cucina tarantina promuovendo grazie al sostegno dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentare della Regione Puglia, dei luoghi del Gusto dove poter cenare con tipiche pietanze della tradizione o gustare le specialità di crudo e cucina marinara.

L’Isola che vogliamo gode, inoltre, del patrocinio morale della Curia Arcivescovile di Taranto e del sostegno e incoraggiamento dell’Arcivescovo S.E. Mons. Filippo Santoro.

 

Fare della città vecchia il vero perno di una città proiettata nel futuro

Immagine associata al documento: "La vera notizia non sono tanto i 600 milioni di euro (613 per l'esattezza, ndc) stanziati per Taranto, quelli erano già impegnati dal 2012 ad oggi. La notizia è che, finalmente, il Tavolo per Taranto si è insediato scegliendo, come è ovvio che fosse, la città dei due mari per la sua prima riunione".
Gianni Liviano, assessore regionale all'Industria turistica e culturale, torna sull'importante riunione tenutasi lunedì scorso nella sede della Prefettura di Taranto, e lo fa per spingere gli attori in campo "ad accelerare i tempi perchè, - aggiunge l'assessore Liviano - siamo di fronte all'ennesimo treno che passa e non possiamo permetterci il lusso di lasciarcelo scappare. La città, il territorio ionico, non se lo possono permettere. Per questo è opportuno che si proceda ad una programmazione serrata, che il cronoprogramma dettato lunedì dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, De Vincenti, venga rispettato.
"Ma per fare ciò, è opportuno-, rileva l'assessore regionale all'Industria turistica e culturale- che la progettazione proceda spedita. La tempistica tracciata dal sottosegretario De Vincenti prevede, dopo la costituzione del Nucleo tecnico operativo centrale di supporto alle amministrazioni locali, una nuova riunione a settembre in modo tale da arrivare entro la fine del mese alla bozza del Contratto istituzionale di sviluppo; entro il mese di ottobre va preparato lo schema al Cipe nel quale immettere materialmente le risorse economiche previste per Taranto in modo da arrivare entro il mese di novembre alla sottoscrizione del contratto istituzionale.
"Se questa tempistica sarà rispettata - sottolinea l'assessore regionale Liviano - potremo essere operativi entro la fine di quest'anno e mettere mano, davvero, ad una operazione complessiva di rilancio della città di Taranto e di tutte le realtà economiche e produttive che le gravitano intorno".
Del resto si sta parlando di una cifra considerevole, 600 milioni di euro, così suddivisa: 408 milioni per il porto di Taranto (189 rinvenienti dall’attuazione del protocollo del 2012 per l’infrastrutturazione dello scalo ionico; 219 per la piastra logistica), 115 per le opere di bonifica, 60 per la rigenerazione urbana (recupero della città vecchia a fini culturali e turistici), 30 per la reindustrializzazione.
Nei 600 milioni di euro è compreso anche il progetto per la valorizzazione dell’Arsenale militare quale museo di archeologia industriale. Per non parlare delle risorse aggiuntive messe a disposizione dalla Regione Puglia per il Centro Ambiente e Salute (17 milioni di euro) e per i piani di rigenerazione urbana per i quartieri Paolo VI, Tamburi e città vecchia oltre agli investimenti per l’aeroporto di Grottaglie da integrare con il porto industriale.(...)
“Insomma, si tratta di una buona partenza- commenta l’assessore Liviano-nella quale si concentrano speranze di rinascita che devono necessariamente coniugarsi con l’impegno del governo ad una tempistica accelerata anche se ci sono da superare difficoltà oggettive come i ricorsi pendenti per i lavori all’interno del porto che, gioco forza, potrebbero rallentare il percorso. “Importante – prosegue Gianni Liviano - è il ruolo di turismo e cultura, al contempo proposte educative e di inclusione sociale ma anche attrattori di ulteriori finanziamenti e interpreti di un rilancio territoriale che vada oltre quella politica industriale che ha ingabbiato la realtà ionica”.
Per questo Liviano crede sia necessario pensare ad un piano strategico che, conclude, “sfruttando quanto previsto dall’ultimo decreto del Governo, faccia della città vecchia il vero perno di una Taranto proiettata nel futuro. Le esperienze positive di città come Bilbao e Torino (entrambe realtà monoindustriali), che hanno saputo traguardare le rispettive comunità verso uno sviluppo turistico-culturale, lasciano ben sperare. Ma non dobbiamo perdere ulteriore tempo”.
Il video di lavoratori all'opera a primissima mattina in Mar Grande.

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