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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

Cambio ai vertici della Cisl pugliese. Domani  mattina è stato convocato il Consiglio Generale della Cisl Taranto Brindisi. All'ordine del giorno c'è l'elezione del nuovo segretario generale e dei componenti della segreteria. Se le previsioni dovessero essere confermate, ad assumere l'incarico sarà Antonio Castellucci, responsabile Fai, il quale prenderà il posto di Daniela Fumarola a sua volta eletta segretario aggiunto della Cisl Puglia Basilicata, incarico prestigioso che premia l'impegno profuso dalla Fumarola in questi anni in una realtà particolarmente difficile, caratterizzata da una moltitudine di vertenze occupazionali.  

L'appuntamento è per questa mattina, a partire dalle 9, Tutto ciiò dopo l'elezione,  presso il Villaggio San Giovanni, in Contrada San Giovanni, a San Giorgio Jonico. 

 

L’ordine dei lavori prevede una relazione ed il saluto del Segretario generale uscente Daniela Fumarola, gli adempimenti statutari consequenziali e l’intervento del nuovo Segretario generale.

 

Presenzierà ai lavori  Giulio Colecchia, Segretario generale Cisl Puglia Basilicata e concluderà il dibattito Luigi Sbarra, Segretario confederale nazionale Cisl.

Domenica, 04 Ottobre 2015 06:47

Brevi di nera a Taranto e Martina Franca

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Taranto: Litiga con la moglie e va via da casa, ma dimentica che era agli arresti domiciliari.

I Carabinieri della Stazione Taranto Principale hanno arrestato per evasione Carmelo TERNULLO, 34enne tarantino.I militari lo hanno sorpreso mentre percorreva questo Viale Virgilio, proprio in prossimità della sede della caserma “Magg. Ugo De Carolis”. L’uomo, una volta fermato, ha sostenuto che le sue intenzioni erano quelle di costituirsi dai Carabinieri, perché non riusciva più a reggere situazioni di incompatibilità caratteriali con i congiunti con cui conviveva.I militari, stante l’effettiva flagranza di reato, hanno proceduto con gli accertamenti di rito, traducendolo preso la locale Casa Circondariale, ove permarrà a disposizione del PM di turno.

Martina Franca: Arrestato in esecuzione ordinanza di custodia cautelare in carcere.

I Carabinieri della Compagnia di Martina Franca hanno arrestato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, Di Bello Vincenzo, classe 1982, tarantino, censurato. L’uomo stava espiando la misura cautelare degli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica di Martina Franca, in quanto sottoposto a procedimento penale per reati in materia di stupefacenti. Presso la comunità egli avrebbe dovuto frequentare anche un programma di recupero, cosa che però non ha fatto, violando le prescrizioni del provvedimento cui era sottoposto e le norme di vita vigenti all’interno della comunità stessa.

Per tali motivi, l’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto ha ritenuto di sostituire la misura cautelare in atto con quella più grave della detenzione in carcere. Dell’esecuzione del provvedimento si sono occupati i militari del Nucleo Operativo che, al termine delle formalità di rito, hanno associato l’uomo alla Casa Circondariale di Taranto.

 


Pubblichiamo di seguito la lettera che il Presidente del Fondo Antidiossina Fabio Matacchiera ha scritto al direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato,

"la Lettera aperta al Prof. Giorgio Assennato- si legge nella premessa- è un invito a rendere pubblici i dati delle attività di verifica in campo svolte dal personale ARPA Puglia sulle prestazioni dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME) di cui all’Allegato VI del D.Lgs 152/06 e s.m.i. e dei risultati rinvenienti dalle attività di campionamento e analisi delle emissioni in atmosfera effettuate a camino".

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Egr. Prof. Giorgio Assennato, io potrei “lavorare per il Re di Prussia”, come dice lei (un modo per dire che lavoro per niente e quindi anche anche beffardamente a mio danno),  ma il danno che potrei arrecare io, da semplice cittadino, non sarebbe mai così grande come quello che potrebbe arrecare un uomo che ricopre un ruolo istituzionale molto importante come il suo. Si ricordi, per esempio, la fine che fece il Maresciallo di Francia, incapace di coordinare le proprie truppe sul campo di battaglia, divenuto il naturale capro espiatorio del disastro di Rossbach.

Nella mia nota del 1 ottobre scorso, riportata anche dalla stampa, a cui lei prontamente ha risposto, ho solo espresso il dubbio in merito all’efficacia del piccolo dispositivo che si applica sul proprio smartphone che da molti viene ormai erroneamente considerato come il misuratore portatile dell’inquinamento atmosferico. Sul sito di Arpa Puglia viene addirittura definito “strumento scientifico per misurare minuscole particelle nell'atmosfera che contribuiscono all'inquinamento atmosferico e le sue conseguenze”. Un apparecchietto che si installa, come una appendice posticcia, sulla fotocamera del cellulare e che funzionerebbe grazie ad una applicazione da scaricare sull’i-Phone. Probabilmente non sa che a Milano ed in altre città viene già venduto anche nei supermercati a pochi euro e che forse, a breve, vedremo anche sui cataloghi di oggetti per la casa della D-Mail.

Ho l’impressione che si stiano creando false aspettative tra i cittadini e molti sono gli operai che lavorano nelle industrie vicine che ci chiedono con come si faccia ad averlo.  Come lei sa meglio di me, questo giocattolino non è in grado di fare le analisi di tipo qualitativo, ma riesce a fare delle fotografie per rilevare la presenza di "torbidità", senza far distinzione se trattasi di cancerogeni, di gocce di umidità, di nebbia o, per esempio, di polvere di borotalco. 

Soffermandoci troppo sulla “bontà” di questo aggeggio, ho la sensazione che si possa scadere nel pressapochismo e persino nel ridicolo, soprattutto se pensiamo che nella mia sfortunata città non si sa ancora se le centraline, quelle Vere della qualità dell’aria di Taranto siano efficaci a rilevare i fenomeni di inquinamento industriale o meno e se le stesse forniscano dati qualitativamente validi ai sensi della UNI CEI EN 17025. La nostra è una esigenza di conoscere l’adeguatezza dei sistemi di monitoraggio e controllo della rete urbana di centraline Arpa e di quelle alloccate a ridosso dell’area industriale.

Il problema, infatti, non risiede nel dato relativo alla qualità dell’aria urbana, ma nella quantificazione e nella qualificazione del contributo emissivo derivante da fonte industriale rilevabile nei punti di massima ricaduta, ove identificati. Altro elemento di fondamentale importanza è sapere quali parametri siano stati ricercati, se quelli tipici di qualità dell’aria (da traffico) o anche quelli di natura industriale. Non sono certamente io a doverle spiegarle l’importanza dell’applicazione di modelli a recettore per la stima dei contributi delle sorgenti, come anche l’importanza di identificare correttamente il posizionamento delle centraline di monitoraggio onde evitare di sottostimare i diversi contributi emissivi.

Le relazioni sulla qualità dell’aria riportate sul sito istituzionale dell’Arpa Puglia non forniscono indicazioni sulla conformità d delle misure agli obiettivi di qualità del dato.

Inoltre, dal sito istituzionale della stessa Agenzia, di cui lei è il direttore, non si ha evidenza delle attività di verifica in campo svolte dal personale ARPA Puglia sulle prestazioni dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME), dei risultati rinvenienti dalle attività di campionamento e analisi delle emissioni in atmosfera, dei controlli effettuati a camino e dei risultati della rete dei deposimetri per il controllo del particolato delle polveri di deposizione.

In qualità di semplice cittadino,  le chiedo, pertanto, di rendere pubbliche tali informazioni, come previsto dalla norma sulla trasparenza, così come tutti i risultati dei suddetti controlli eseguiti almeno nel corso degli ultimi due anni, anche al fine di rassicurare la popolazione sul rispetto dei valori limite di emissione e sulla valutazione del contributo emissivo dei singoli impianti insistenti nell’area industriale, sia di tipo convogliato, sia di tipo diffuso.

E' stato un intervento decisivo quello di mons,Filippo Santoro che, dopo la clamorosa protesta dei lavoratori di Isola Verde, si è fatto personalmente carico della situazione assumento una serie di iniziative che nel giro di un paio d'ore hanno portato  alla convocazione, per lunedì mattina, di un vertice in Prefettura L'arcivescovo di Taranto era rientrato venerdì notte da Firenze,. Questa mattina intorno alle 9 ha ricevuto gli operai della società mista Isola Verde che da venerdì mattina occupano  la Chiesa del Carmine per sollecitare interesse e interventi sulla loro vertenza. Intorno alle 10.30 il segretario particoloare di mons. Sanoro ha raggiunto la Chiesa per comunicare agli operai che lunedì mattina la loro vertenza sarà al centro di un vertice presideuto dal prefetto con Comune, Provincia, Regione, Azienda, Sindacati.

Inomma, ancora una volta l'arcivescovo della città bimare si è mosso in prima persona, ha incalzato le istituzioni facendosi portavoce del dramma che stanno vivendo questi lavoratori da otto mesi senza stipendio e con nessuna certezza sul loro futuro occupazionale.

"Non avevamo ltra strada che quella di affidarci alla Chiesa- ha commentato uno degli operai- alla preghiera",

Mentre il lavoratore parla, nella chiesa oggetto dell'occupazione si sta celebrando un matrimonio.

"Noi ci siamo sistemati in sacrestia dove  abbiamo trascorso la notte. Don Marco Gerardo non ci sta facendo mancare niente, cibo, acqua, coperte, abbiamo ricevuto tutto  ciò di cui avevamo bisogno. La nostra è una situazione disperata, otto mesi senza stipendio...Speriamo si trovi una soluzione. Mons. Santoro si è dato subito da fare, senza aspettare neanche un minuto." 

 

Sul tema le dichiarazioni dei fratelli Adriano e Luciano Di Giorgio, proprietari oltre che dello Stabilimento sito a Marina di Lizzano anche del teatro Orfeo

 

L’estate a Taranto non finisce il 31 agosto. Lo sostengono da anni, Adriano e Luciano Di Giorgio, titolari de ‘La Spiaggetta Club’, mare cristallino, buona cucina ed animazione, a Lizzano, solo 20 km da Taranto. Per promuovere la destagionalizzazione, i due giovani imprenditori, proprietari anche del cinema teatro Orfeo, quest’anno hanno continuato a tenere aperti il lido ed i servizi annessi, fino a domenica 27 settembre.  “Una scelta coraggiosa ma che ci ha dato ragione – spiega oggi Luciano Di Giorgio -  perché abbiamo avuto affluenza di turisti olandesi, francesi, belgi, da metà fino a fine settembre. Siamo stati gli unici dell’isola amministrativa a restare aperti con tutti i servizi. E devo dire che non possiamo che essere soddisfatti. Nel terzo weekend di settembre, complici le temperature elevate, sembrava di essere a fine luglio. Oltre a chi è venuto a visitare Taranto per la prima volta, si sono aggiunti gli storici amici del lido, che hanno apprezzato la decisione di prolungare il tempo di apertura. Ed anche fruitori di altri stabilimenti balneari del litorale, già chiusi, hanno deciso di venirci a trovare, ringraziandoci. Ci auguriamo di ritrovarli l’anno prossimo come nuovi clienti fissi”. Ottobre è tempo propizio per i bilanci della stagione estiva appena conclusa. “È stata una bella estate – prosegue Luciano Di Giorgio – con in più tante serate di divertimento, musica e bella gente. Una clientela di qualità. Le notti del ‘giovedì’, con grandi dj e selezioni musicali divertenti e mai banali, sono state un fiore all’occhiello del programma estivo del nostro litorale. È dal 2009 che non organizzavamo le cose così in grande per l’intrattenimento notturno. E poi tanti personaggi del mondo dello spettacolo sono venuti a trovarci in questi mesi, sia per godersi il mare che la musica e le notti stellate. Nomi della tv, come Guillermo Mariotto, giurato di Ballando con le stelle, alcuni dei comici di Colorado Cafè e Made in Sud o la troupe della Colorado Film, che quest’estate ha girato a Taranto il nuovo film  di Abatantuono. Anzi con molta probabilità a fine mese, in occasione dell’uscita del film, che si intitola Belli di papà, avremo regista e cast in teatro, per la prima.  Sono stati al nostro stabilimento anche l’attore tarantino Michele Riondino che adesso è sugli schermi conIl giovane Montalbano e che abbiamo ospitato con vero piacere perché lo riteniamo un grande artista ma soprattutto un motivo di vanto per il nostro territorio, per quello che fa per la nostra città, e poi Alessandro Vitti disegnatore di fama internazionale che lavora per la Marvel, Dc Comics e Sergio Bonelli editore, anche lui tarantino e con cui abbiamo in cantiere diversi progetti, la cantante Mietta, con cui pensiamo ad un’idea da organizzare all’Orfeo per Capodanno o l’ex bandiera della nazionale di pallavolo Gigi Mastrangelo”. E per il prossimo anno?  “Ci sono già idee in cantiere. Ma è presto per parlarne. La certezza è che, seguendo la nostra idea di destagionalizzazione, proveremo a sfruttare tutto il periodo che l’ordinanza balneare ci consentirà, aprendo lo stabilimento già a maggio. Il mare a Taranto si può vivere fin dalla primavera”.


 

A dichiararlo il segretario Antonio Castellucci. Interventi di Daniela Fumarola e Antonio Lapadula.

 

La Fai e il lavoro: cambiare e crescere insieme” è il titolo dell’Assemblea Organizzativa Programmatica dellaFai Cisl Taranto Brindisi,tenuta l’altro ieri presso la sede territoriale di Taranto ed introdotta dalla relazione del Segretario Generale Antonio Castellucci. Hanno partecipato ai lavori Daniela Fumarola, Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi e Antonio Lapadula, Segretario Generale aggiunto Fai Cisl Puglia Basilicata che ha concluso il dibattito.

Il Paese necessita di  un patto sociale che coinvolga la politica, il mondo imprenditoriale, le parti sociali, le istituzioni, per portarlo fuori dalla crisi depressiva che l'attanaglia e, contestualmente, rilanciare il progetto di Stato unito d'Europache finalmente parli la stessa lingua in campo economico finanziario” ha affermato Castellucci “e in questo quadro come sindacato chiediamo che siacollocata al centro dell'agenda politica la questione Mezzogiorno da parte di un Governo cui si chiede di ascoltare le parti sociali per far ripartire il Sud e con esso l'intero Paese”.

Il segretario ha anticipato e riassunto in questo modo il senso delle proposte che la Cisl nazionale illustrerà il prossimo 16 ottobre a Bari, per rilancio appunto del Mezzogiorno. Castellucci ha anche affrontato i temi della modernizzazione, riorganizzazione e riprogettazionedel lavoro sindacale sul territorio e sui posti di lavoro, per il bene delle persone-lavoratori, delle rispettive famiglie, per il bene comune, anche ispirati dalla Dottrina Sociale della Chiesa.”

La Fai Cisl Taranto Brindisi, perciò, assumerà “iniziative per il rilancio del proselitismo attraverso una politica di trasparenza, di coerenza, di investimento e di coinvolgimento di tutti i dirigenti, Rsa, Rsu, attivisti, collaboratori e responsabili, con l'individuazione di nuove forme di sindacalizzazione. Sul tema della contrattazione nazionale “è auspicabile un alleggerimento del livello nazionale, potenziando quello aziendale e territoriale per consentire più competitività alle aziende sul territorio, ai lavoratori e ai loro familiari, di ampliare le tutele, la partecipazione alle dinamiche dell’azienda con la possibilità di legare la produttività a strumenti di compartecipazione anche sugli utili.”

Quanto, infine, alle piaghe del caporalato e del lavoro nero in agricoltura “condannando ogni forma di sfruttamento, apprezza l'importante e decisa azione delle forze dell'ordine impegnate quotidianamente a controllare il fenomeno, sarà necessario proseguire nella vertenzialità, con la consapevolezza che esso però non è un fenomeno che si possa debellare con i soli controlli ispettivi o con la sola repressione. Vi è la necessità di un lavoro tracciabile all'interno di un sistema agricolo specializzato e di qualità, rendendo più agevole l'incontro domanda/offerta anche attraverso l'ausilio degli enti bilaterali agricoli”ha concluso Castellucci.

Daniela Fumarola si è soffermata in particolar modo, sull'azione e sulla presenza quotidiana della Cisl sul territorio e dove “la Fai Cisl si conferma sindacato di prossimità, attraverso la presenza, con le Leghe comunali e le Unioni Sindacali Comunali, e sui posti di lavoro con Rsu e Rsa, valorizzando così anche la prima linea mediante la contrattazione di secondo livello” e sulla piaga del caporalato che “va combattuto e contrastato con decisione agendo su più fronti, quello culturale, della qualità del lavoro e delle Imprese e assicurando un trasporto pubblico e con controlli mirati .”

Concludendo, Antonio Lapadula ha sottolineato ripercorrendo le questioni affrontate neldibattito “l’importanza della Fai Cisl su Taranto e Brindisi, ribadendo in particolar modo il percorso nazionale di trasparenza e legalità avviato con la Rete del Lavoro agricolo di qualità, organismo nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo.”


 

 

A colloquio con il Presidente dell’Ordine Cosimo Damiano Latorre

 

L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Taranto, con l’obiettivo di riaffermare la professionalità e  l’autorevolezza  del Commercialista, ha presentato una campagna di comunicazione che prevede due azioni, una nel mese di ottobre 2015 e l’altra a gennaio 2016. Saranno affissi poster in città e nei Comuni della Provincia, sarà realizzato un nuovo logo, si procederà alla stampa di depliants e pieghevoli, si procederà ad interventi sui mass media, sulla rete e sul sito istituzionale.

La campagna è stata  presentata dal  Presidente dell’Ordine dott. Cosimo Damiano Latorre con il suo Consiglio  e da  Romolo Mancinelli, il creativo, grafico ed esperto di marketing e comunicazione  che ha ideato la campagna. Ha moderato la giornalista Gabriella Ressa.

Presidente Latorre, cosa volete comunicare attraverso questa campagna?

“Vogliamo riaffermare la professionalità del commercialista e la serietà del suo lavoro. Il nostro è  uno sguardo antesignano, che ci è reso possibile dai molti studi, dai molti confronti, dalle molte analisi finanziarie”.

Nella campagna sono espresse alcune parole chiave, una di queste è professionista certificato.

“Si, perché indica che  il commercialista ha seguito un importante percorso di    studi, un tirocinio professionale qualificato, vigilato e certificato ed ha  superato un serissimo esame di stato prima di essere iscritto all’Albo. Inoltre,  una volta  iscritto all’Albo,  il Commercialista deve garantire una formazione professionale continua di aggiornamento e di specializzazione certificata e vigilata, è sottoposto al controllo ed alla vigilanza del Ministero della Giustizia oltre che dall’Ordine territoriale, deve rispettare norme deontologiche e codice etico, tutela e garantisce la fede pubblica nell’esercizio della sua professione”.

Ma cosa è successo alla vostra attività ?

“Forse, presi dall’attenzione verso il nostro lavoro, siamo stati troppo attaccati alla scrivania. La società è cambiata, l’economia è cambiata, e noi abbiamo bisogno di uscire dagli studi professionali e cercare nuove prospettive. Chiariamoci, il discorso non riguarda solo la nostra categoria. Tutte le professioni sono in crisi, per questo ritengo necessario parlare di cultura delle professioni…..”

 La decisione di utilizzare un nuovo logo è collegata a questo principio.

“Assolutamente, le colonne doriche simboleggiano l’interazione con la comunità, ma esprimono anche solidità e stabilità”.

State mandando un messaggio molto forte al territorio. Cosa dite ai commercialisti?

“Ai Colleghi  diciamo di non scoraggiarsi, di andare avanti, di essere autorevoli, di guardare oltre. Noi  siamo di supporto nella sua attività diuturna. Per rafforzare questo messaggio abbiamo anche realizzato un kit con l’obiettivo di comunicare l’appartenenza alla categoria. Ogni studio di Taranto e provincia comprende al suo interno un professionista autorevole”.

Ma l’autorevolezza non è mai stata in discussione…..

“No, mai,  ma noi realizziamo azioni importanti, finalizzate al bene del territorio, e che è giusto che il territorio  conosca. Mi spiego: il commercialista oggi non aiuta solo il cliente a pagare le tasse, ma risolve problematiche, lo accompagna in nuovi percorsi, gli facilita iter burocratici. Penso ai protocolli di intesa firmati nel corso degli ultimi due anni con l’INPS, ad esempio, o con l’Agenzia delle Entrate, o con il Comune di Taranto, proprio pochi giorni fa, con il quale abbiamo formalizzato una collaborazione in marketing territoriale. Ne emerge una figura professionale qualificata e certificata  a tutto tondo, ciascuno con le sue specializzazioni, capace di analizzare molto bene la realtà, non solo economica, e di guardare il futuro con lungimiranza”.

Insomma dare luce alle idee

“Proprio così,  la campagna di comunicazione  ricolloca il professionista stesso al centro dell’attenzione…. È un atto di grande coraggio, so già che non tutti potranno pensarla allo stesso modo, ma ciò che ci spinge e’ la voglia di intraprendere nuovi cammini, consapevoli che il futuro dipende anche da noi”.


Nel corso di una conferenza tenuta in serata il Sindaco di Taranto Ezio Stefàno ha comunicato alla stampa e quindi alla Città di aver  proceduto all'azzeramento della Giunta comunale. La motivazione di questa azione del primo cittadino risiede molto probabilmente nelle fibrillazioni all'inerno della maggiornza ma soprattutto nella ricerca di visibilità da parte di alcuni consiglieri comunali considerato che mancano circa 18 mesi alle prossime elezioni amministrative per individuare il nuovo Sindaco ed il nuovo Consiglio Comunale di Taranto. Già nelle scorse settimane vi erano state richieste da parte dei gruppi politici di maggioranza di una verifica della Giunta chiedendo al Sindaco di procedere ad un turn over attraverso la nomina di nuovi assessori o in alternativa di aumentare il numero stesso degli assessori così da consentire nuovi inserimenti. L'azzeramento dell'intera Giunta con ogni probabilità porterà sostanziali modifiche della sua composizione, salvo che il Sindaco non decida di chiudere questa esperienza e di preannunciare le dimissioni, tenuto conto delle forti pressioni che arrivano da più parti. Ed in questo momento lo sciglimento del Consiglio Comunale con la nomina di un Commissario sarebbe un grave problema per una Città già martiorata, in piena crisi economica e produttiva, in cerca di una identità.

Ha assunto contorni clamorosi la protesta dei lavoratori della Società mista Isola Verdi. Da ieri mattina gli operai occupano la Chiesa del Carmine, in pieno centro, sotto lo sguardo sbigottito di parroci e fedeli. Mentre era in corso l'occupazione, il parroco ha fatto presente ai lavoratori che c'era un matrimonio da celebrare...Gli operai si sono così temporaneamente spostati in sacrestia dove il parroco, Don Marco Gerardo,  ha provveduto a far arrivare cornetti e bevande. A matrimonio celebrato, i dipendenti sono tornati ad occupare la chiesa.

     Tra le buone pratiche quella della Azienda Agricola Biologica Marco Campobasso di Castellaneta Marina (TA),              

          
 
Solo lo 0,7% dei campioni di prodotti agricoli e derivati analizzati dal laboratori pubblici regionali risultano fuori legge per la presenza di determinate sostanze chimiche oltre il limite permesso o per tracce di sostanze vietate dalla normativa attuale. In Italia l'uso della chimica in agricoltura è sempre elevato (siamo i primi consumatori europei di fitofarmaci e molecole chimiche per l'agricoltura secondo l'ultimo rapporto Eurostat) ma va rilevato il costante aumento della superficie coltivata con metodo biologico (+23,1% dal 2010 al 2013) e la sempre maggiore diffusione di pratiche agricole alternative e sostenibili.

Tra le buone pratiche segnalate   quella della Azienda Agricola Biologica Marco Campobasso di Castellaneta Marina (TA), che si distingue oltre che per essere alimentata da un impianto fotovoltaico, per l'allevamento di un insetto utile, il Criptolaemus Montrouzieri, predatore delle cocciniglie, in particolare del Planococcus citri., che consente di attuare interventi tempestivi in campo.

Nonostante ciò, il quadro che emerge dall'ultimo rapporto Legambiente sul tema (scaricabile dagli allegati) è tutt'altro che rassicurante: il 42% dei campioni analizzati (su un totale di 7132) risulta contaminato da uno o più sostanze chimiche. Il multiresiduo (presenza concomitante di più residui chimici in uno stesso campione alimentare), è salito di cinque punti percentuale dal 2012 al 2014, passando dal 17,1% al 22,4%, con campioni da record: cinque residui nelle mele, otto nelle fragole, quindici nell'uva da tavola, cioè in alimenti dalle ben note proprietà nutrizionali che però finiscono sulle nostre tavole carichi di pesticidi.

Gli studi scientifici hanno ampiamente dimostrato gli effetti che l'uso non sostenibile dei pesticidi produce anche in termini di perdita della biodiversità, riduzione della fertilità del terreno ed accelerazione del fenomeno di erosione dei suoli. Ad esempio, l'uso spropositato di erbicidi a largo spettro per il controllo delle infestanti, quali il ben noto glifosato, lascia i suoli perennemente nudi ed esposti. Proprio sulla questione dell'utilizzo del glifosato si è attivato il Tavolo delle 17 associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica, di cui Legambiente fa parte, richiedendo ai ministri della salute, dell'ambiente, delle politiche agricole di intervenire per impedirne definitivamente la produzione, la commercializzazione e l'uso, dopo che lo IARC, l'agenzia per la ricerca sul cancro dell'Oms, lo ha classificato come sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l'uomo. Il tavolo delle associazioni ha quindi sollecitato il Governo e il Parlamento a intervenire urgentemente per l'applicazione del principio di precauzione e per chiedere alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere da qualsiasi premio nei PSR le aziende che ne facciano uso.

Fortemente minacciata è anche la salute delle acque, come l'ISPRA ha sottolineato nell'ultimo Rapporto sullo stato delle acque italiane (2013), che ha rilevato la presenza in acque superficiali e sotterranee di 175 diverse sostanze chimiche, erbicidi in primis, con il glifosato in testa, seguito da fungicidi e insetticidi. A fare le spese del largo ricorso alla chimica di sintesi per usi agricoli è anche la biodiversità. Si pensi alla moria di api senza precedenti, che negli anni scorsi ha portato a puntare l'indice contro i neonicotinoidi – thiamethoxam, clothianidin e imidacloprid – gli antiparassitari usati per la concia delle sementi di mais, di cui in Italia ad oggi è sospeso l'utilizzo.

I risultati dell'indagine.

Nel 2014 i laboratori pubblici, accreditati per il controllo ufficiale dei residui di fitosanitari negli alimenti, hanno analizzato 7132 campioni tra prodotti ortofrutticoli, prodotti derivati e miele.

La percentuale di campioni irregolari si attesta sullo 0,7% (era 0,6% del 2012). Rispetto al 2012 la percentuale di campioni regolari e privi di alcun residuo di pesticida è scesa dal 64% al 58%, un ribasso che è legato al corrispondente incremento, fino al 42%, della percentuale di campioni regolari ma contenenti almeno un residuo. In definitiva, quasi un campione analizzato su due contiene uno o più residui di pesticidi, compresi casi di veri e propri cocktail di sostanze attive rilevate in uno stesso campione. Nel dettaglio, il 18,8% dei campioni presenta un solo residuo di pesticida, mentre il 22,4% dei campioni analizzati (rispetto al 17,15% del 2012), rientra nella categoria del multiresiduo. In quest'ultima è la frutta a mostrare le concentrazioni più rilevanti: sul totale dei campioni analizzati per questa matrice alimentare, circa il 43,3% contiene due o più residui chimici.

Le sostanze attive più frequentemente rilevate sono ancora oggi il Boscalid, il Captano, il Clorpirifos, il Fosmet, il Metalaxil, l'Imidacloprid, il Dimetoato, l'Iprodione, che si rintracciano nelle matrici alimentari e nei loro prodotti derivati spesso associate a creare preoccupanti combinazioni, i cui effetti sinergici sulla salute dell'uomo e sull'ambiente sono ad ora terreno di studio poco battuto.

Il laboratorio di analisi della Provincia di Bolzano (che come tutti gli altri, esamina campioni di prodotti in commercio, non solo prodotti localmente) rileva residui di sostanze attive in quasi metà dei campioni (45%), con alcuni casi eclatanti: otto residui in un campione di fragole locali (Pirimetanil, Piraclostrobin, Fenhexamid, Azossistrobina, Quinoxifen, Fludioxonil, Ciprodinil, Boscalid) e un campione di uva da vino, dove insieme al Captano, peraltro non autorizzato nella specifica coltura (il campione infatti è in realtà conteggiato nelle irregolarità), sono stati riscontrati anche Ciprodinil, Zoxamide, Spiroxamina, Metrafenone, Fludioxonil, Metossifenozide, Tetraconazolo. Ma il dato rilevante è che su 37 vini analizzati, 24 contengono una media di 3 o 4 residui di fitofarmaci, con punte fino a 8 residui in un vino DOC di produzione locale (Fenhexamid, Metalaxyl, Boscalid, Dimetomorf, Fludioxonil, Pirimetanil, Iprovalicarb, Ciprodinil).

Situazione analoga, per ciò che riguarda il comparto vinicolo, in Friuli Venezia Giulia, dove in un campione di vino sono stati rilevati fino a sette residui (Fenexamid, Boscalid, Cyprodinil, Dimetomorf, Indoxacarb, Pirimetanil e Metalaxil), e quasi metà dei campioni di frutta analizzati con multiresiduo.

Anche la Puglia registra campioni da record, soprattutto nelle uve: un campione di uva contiene 15 diverse sostanze attive (ma non è stato fornito il dettaglio delle sostanze) e sono stati rintracciati picchi di 8 e 9 sostanze chimiche diverse, rispettivamente, in un campione di fragole e uno di pere.

Cocktail di sostanze attive si trovano anche in Liguria in produzioni tipiche quali un campione di basilico di produzione locale ligure con sette residui (Dimetomorf, Fluopicolide, Piraclostrobin, Spinosad, Imidacloprid, Spinosin D, Spinosin A), mentre un campione di mele di provenienza extraregionale risulta regolare ma con sei diversi residui chimici, tra cui il Boscalid e il Clorpirifos.

L'Emilia Romagna ha rilevato 11 non conformità, di cui 5 in campioni di pere, clementine e uva da vino trattate con sostanze attive non più autorizzate in Italia per queste colture, mentre le restanti irregolarità riguardano il superamento dell'LMR stabilito per Dimetoato e Clorpirifos Etile rispettivamente su finocchi, fagiolini, funghi e sulle bietole. Tredici irregolarità, ma su un numero di campionature molto elevate, sono state registrate in Puglia, su campioni di clementine, carciofi, rape, pomodori, pesche, bietole, lattuga, uva, pesto e su campioni di melagrana e ciliegie provenienti dalla Turchia, in tutti i casi per superamento dei limiti massimi consentiti per legge.

L'esposizione ai pesticidi, assunti con il cibo è sicuramente più bassa rispetto ad altri tipi di esposizione, come ad esempio quella diretta dei lavoratori agricoli. Ma gli studi scientifici dimostrano che i pesticidi possono produrre effetti negativi sulla salute anche a basse dosi. Poiché manca ancora oggi una piena conoscenza dei loro meccanismi d'azione e interazione, la ricerca scientifica deve proseguire, sostenuta da un maggiore investimento. Nel frattempo, dovrebbe essere applicato il principio di precauzione per garantire la tutela della salute dei consumatori.

Oggi l'agricoltura italiana sta compiendo diversi sforzi nella direzione di un uso sostenibile dei pesticidi. Il miglioramento che si registra è sostenuto soprattutto da quella fetta crescente di agricoltori che rivolgono lo sguardo al biologico, oggi non più un mercato di nicchia ma un comparto produttivo e competitivo, il cui fatturato si attesta sui tre miliardi di euro. Lo evidenziano i dati presentati dal Sistema d'informazione nazionale sull'agricoltura biologica del Mipaaf (Sinab), secondo cui la superficie agricola coltivata a biologico ha raggiunto il 10,8% della superficie agricola utilizzata totale e il settore ha registrato un incremento del 5,8% del numero di operatori certificati rispetto al 2013. La strada da percorrere è quindi già definita, occorre però che sia sostenuta da un solido impianto normativo che incentivi con misure concrete e premialità chi pratica biologico, biodinamico e contribuisce alla diffusione dei principi dell'agroecologia. A tal proposito, l'adozione di un Piano d'Azione Nazionale per il biologico che tra le misure quantifichi il traguardo da raggiungere, almeno raddoppiando entro il 2020 la superficie coltivata a biologico, è un obiettivo da non mancare

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