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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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INTERVENTO DEL PRESIDENTE PROVINCIALE DELLA CATEGORIA ‘IMPRESE DELL’ICT E INNOVAZIONE’ DI CONFCOMMERCIO, ALDO MANZULLI (NELLA FOTO).

 

L’AMAT S.p.A. (Azienda per la Mobilità nell'Area di Taranto) ha annunciato che a partire dal 30 dicembre u.s. offre alla propria clientela nuove modalità di acquisto dei titoli di viaggio (Bus) e di sosta (Strisce Blu). AMAT S.p.A. ha infatti sottoscritto un accordo commerciale con un’azienda della provincia di Ancona, titolare di una piattaforma software già in uso anche in altre città, che consente di fruire di una molteplicità di servizi anche in mobilità (tra i quali trasporti e sosta intelligente), attraverso un’apposita “App” scaricabile gratuitamente dall’utenza. Il sistema consente di pagare la sosta senza ricorrere a monete e parcometri, utilizzando lo smartphone (oppure un cellulare tradizionale) per pagare per i soli minuti effettivi di sosta. Per utilizzare tale servizio, l’utente, preliminarmente, si registra nell’apposito portale Web e ricarica uno specifico “borsellino elettronico”; a questo punto potrà pagare la sosta attingendo dall’importo versato. Anche le verifiche sull’effettivo pagamento vengono effettuate dal personale incaricato, sempre attraverso l’uso di smartphone o tablet e di un’apposita “App”.

A nome dell’intera Categoria delle Imprese Confcommercio che operano nel settore ICT e Innovazione Tecnologica non posso che esprimere con soddisfazione il mio apprezzamento per l’iniziativa dell’AMAT S.p.A., perché rappresenta un preciso segnale di riconoscimento del valore aggiunto prodotto dagli “investimenti virtuosi” nel campo delle tecnologie informatiche; un settore nel quale purtroppo, negli ultimi decenni, anche grazie alla mancanza di competenza specifica della classe dirigente nei vari ruoli tecnici e politici, nella Pubblica Amministrazione Locale si sono letteralmente sperperati fiumi di danaro pubblico senza mai riuscire a portare reale innovazione sul piano dei servizi alla cittadinanza che sino ad oggi ha potuto usufruire, a malapena, di semplici servizi informatici di base, necessari quanto gli interventi destinati al miglioramento delle reti materiali (acqua, fogna, illuminazione, etc.).

Allo stesso tempo ci piace intravedere, nella meritevole iniziativa dell’AMAT, un propositivo e concreto inizio di rincorsa dell’intero settore dei servizi pubblici verso la definizione di una più ampia strategia digitale che consenta al nostro territorio di operare, anche in questo strategico comparto, quel salto di qualità che l’intera comunità auspica.

Una sola doverosa considerazione mi preme evidenziare, proprio perché è universalmente riconosciuto quanto le ICT rappresentino un fattore determinante per il rilancio competitivo dell’intero tessuto produttivo di un territorio: è auspicabile ed opportuno - a mio avviso - che tutti gli Enti e le Aziende Pubbliche Locali si adoperino celermente per attivare, nel perimetro di quanto lecitamente attuabile, produttivi percorsi di ascolto e di partecipazione con le diverse piccole imprese realmente innovative che operano localmente nel settore delle tecnologie informatiche e della comunicazione digitale. Esiste un variegato e dinamico microcosmo di imprese giovani e talentuose, impegnate quotidianamente a promuovere l’innovazione all’interno del nostro territorio,che non chiedono alla P.A. impraticabili favoritismi, ma desiderano esprimere la propria competenza nelle diverse aree tematiche nell’ambito delle quali le nuove tecnologie digitali possono favorire un cambiamento radicale del modo di funzionare delle città e dei servizi al cittadino, vivendo da protagoniste la programmazione del futuro di questa comunità, che certamente dovrà passare anche attraverso la diffusione, sempre più pervasiva, di green economy, di infrastrutture immateriali e di servizi digitali. Coinvolgerle nei propri progetti, sempre per quanto possibile e legittimo, da parte della P.A. è utile e doveroso: perché può aiutarle a crescere e a far crescere l’economia locale in un settore strategico, pulito e complementare, contribuendo finanche ad arginare il preoccupante esodo di massa dei nostri giovani migliori dalla propria terra.


 

Domenica 10 GENNAIO alle 10.30 si inaugura il primo canestro in piazza a Taranto. Sarà intitolato ad Aldo Mercante, tecnico tarantino scomparso dieci anni fa

 

Il sogno dell'Asd Baskettando... per caso! è divenuto realtà: da domenica 10 gennaio 2016 una piazza di Taranto avrà un canestro a disposizione di tutti gli amanti della palla a spicchi.

Il canestro, acquistato da una azienda specializzata udinese, è stato installato nei giorni scorsi in piazza Pio XII, nei pressi del sottopasso di via Dante (di fronte alla scuola “Europa”), e domenica sarà inaugurato con una particolare cerimonia, alla presenza dei rappresentanti dell'amministrazione comunale.  Sono state invitate tutte le società sportive di pallacanestro della città con i loro mini atleti, nonché i rappresentanti del Coni, degli enti di promozione sportiva e della stampa.

Nel corso della cerimonia, che inzierà alle ore 10,30, il canestro regpoolamentare (realizzato con un supporto in acciaio protetto da una speciale guaina morbida), sarà benedetto da don Giovanni Chiloiro, parroco della chiesa Cuore Immacolato di Maria che si affaccia proprio su piazza Pio XII. Sarà anche installata una targa per ricordare Aldo Mercante, allenatore tarantino di basket scomparso prematuramente dieci anni fa;  Mercante fu, tra gli altri, anche allenatore della Ricciardi in serie B2 negli anni Novanta. Per l'occasione sarà presente la sorella, Angela. Seguiranno momenti ludici tra i ragazzi delle società cestistiche invitate (settore giovanile e minibasket) con alcune gare a premi messi a disposizione dagli sponsor del sodalizio.

Nel corso del'inaugurazione saranno anche raccolti fondi a favore del centro diurno IsacPro Mediterraneo che si occupa di assistenza ai disabili psichici.

«Con la realizzazione di questo canestro – afferma il presidente Goffredo Trombetta - coroniamo un sogno cullato da quando esiste il nostro sodalizio, nato nel marzo 2010 da un'idea di una ex cestista, Maddalena Ruggieri. Non siamo soltanto un gruppo di appassionati “maturi” che vogliono ancora correre appresso ad una palla a spicchi, vogliamo anche contribuire alla promozione della pallacanestro a Taranto.  Autotassandoci, abbiamo deciso di regalare alla città questo canestro, che sarà a disposizione di chiunque voglia cimentarsi con il basket semplicemente tirando a canestro o giocando nella versione “tre contro tre” che si gioca appunto con un solo canestro, come avviene nei quartieri delle città americane. Ci sono voluti mesi per ottenere tutti i permessi, ma abbiamo trovato massima disponibilità da parte di assessori e dirigenti. Il Comune ci è venuto incontro mettendo a nostra disposizione la cooperativa L'Arca che ha predisposto il piazzale spostando quattro panchine e poi impiantando il canestro. Non vogliamo fermarci – anticipa il giocatore-dirigente - e, con l'aiuto degli sponsor che seguono la nostra attività amatoriale, contiamo di installare

un vero e proprio campo da playoground, con due canestri, in un'altra piazza della città. Lo facciamo senza chiedere niente in cambio, ma per il solo amore per lo sport: vorremmo contribuire nel nostro piccolo a ridare signità al settore dell'impiantistica sportiva di base».

L'appuntamento è per domenica 10 gennaio alle 10,30, con la speranza che sia l'inizio di una nuova era per il basket e per lo sport amatoriale di Taranto.


AL LAVORO PER RIPULIRE LE STRADE. USATI I VIDEO DEI DANNEGGIAMENTI.

 

 

La nota stampa dell'AMIU di Taranto, (abbiamo atteso a pubblicarla sperando che arrivasse anche una testimonianza del Comune) ci da lo spunto per fare alcune riflessioni ed in particolare porci alcune domande. Le riflessioni: la città vive da tempo una fase che possiamo definire di decadentismo, con una classifica annuale del Sole 24 ore che ci vede sempre agli ultimi posti, ed una ragione ci deve pure essere. Taranto è comunque una bella città, su questo sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario, una città con alti indici di disoccupazione, di cassa integrazione, di mobilità, con poche prospettive di inserimento lavorativo. Domande:come mai quest'anno vi è stata una violenza ma soprattutto una inciviltà senza precedenti mai registrata negli ultimi vent'anni nel festeggiare il capodanno? Sono prove di trasmissione che devono far preoccupare dal punto di vista della stabilità sociale? Si tratta di una reazione ad uno stato sociale di forte degrado? E' la voglia di liberarsi del vecchio per puntare al nuovo e quindi un segnale che le fasce più deboli, ma forse anche di quelle più forti, hanno voluto lanciare a tutta la Comunità?

Sicuramente il ruolo di Amiu Taranto nello ristabilire le normali condizioni di vivibilità e decoro urbano, quest’anno, è stato ancor più significativo rispetto a quello svolto in passato durante la notte di Capodanno.L’incidenza di atti vandalici e abusi, infatti, accompagnata dalla totale assenza di rispetto per il bene comune, hanno segnato il passaggio dal 2015 al 2016 come non accadeva da tempo. Per questo motivo l’azienda che si occupa di igiene urbana ha dovuto far ricorso a mezzi e risorse straordinarie intervenendo nelle zone più colpite già pochi minuti dopo lo scoccare della mezzanotte.

In termini di risorse umane, sono stati impiegati circa 70 dipendenti suddivisi tra i vari servizi. Gli interventi di pulizia, infatti, sono stati effettuati con l’ausilio di mezzi meccanici, ma soprattutto, considerata la particolare natura dei rifiuti riversati sulle strade, attraverso lo spazzamento manuale grazie all'intervento degli operatori dell’Azienda. Durante la notte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, inoltre, le strade cittadine sono state attraversate da 10 compattatori, 3 mezzi speciali del tipo “ragno” per la raccolta dei rifiuti ingombranti ammassati in alcune zone, 4 spazzatrici meccaniche e 3 pale meccaniche per sgombrare l’asfalto da tutti gli altri tipi di rifiuto. Un intervento straordinario, di notevole portata, necessario per ripristinare lo stato dei luoghi ma che comunque costituisce una voce di spesa imprevista per l’azienda, che vi ha fatto fronte grazie alla disponibilità dei suoi dipendenti ed alla capacità dirigenziali di programmare le attività anche in situazioni di emergenza: il ricorso al lavoro straordinario, indispensabile per coprire tutti i servizi, ed il noleggio dei mezzi speciali rappresentano un investimento di risorse economiche altrimenti evitabile, ove le dimensioni del fenomeno fossero state più contenute.Ma queste risorse economiche non rappresentano l’unico esborso a carico dell’azienda. La perdita di più di ottanta cassonetti, tra incendiati e danneggiati, si tradurrà presto in un costo da sostenere per procedere alla loro necessaria sostituzione. Complessivamente, quindi, le baldorie di capodanno costeranno ad Amiu Taranto circa 25mila euro, soldi che inevitabilmente peseranno sulle tasche dei cittadini. È per questo motivo che l’azienda ha deciso di sporgere denuncia contro ignoti, arricchendo il fascicolo inviato in Procura con immagini provenienti dagli smartphone di semplici cittadini o dagli impianti di videosorveglianza che potranno essere messi a disposizione da attività commerciali ed istituzioni. Con l’auspicio che la magistratura individui gli autori dei danneggiamenti, comminando loro pene esemplari. Amiu Taranto, infatti, spera che anche l’attività degli enti preposti, insieme all’impegno profuso dai suoi dipendenti, contribuisca ad un processo di normalizzazione che deve necessariamente emarginare chi non rispetta la città nascondendosi, come nel caso di Capodanno, dietro la scusa dei festeggiamenti.

 

 

 


“Finalmente! Finalmente - dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - il Governo ha pubblicato il bando per trovare un acquirente della più grande acciaieria d’Europa, un impianto strategico per l’economia italiana e europea, che deve continuare a produrre e a dare occupazione, senza però uccidere e far ammalare i cittadini pugliesi”. “Sollecito quindi tutti coloro che sono interessati a manifestare l’interesse per l’acquisizione dell’impianto, precisando che la trasformazione della fonte energetica fondamentale da carbon coke a gas, rappresenta l’unica reale possibilità di conciliare esigenze produttive e salute. Ricordo che l’utilizzo del gas naturale e del cosiddetto preridotto, abbatte le emissioni nocive del 100% e del 60% quelle di CO2”. “E’ questo l’unico modo – prosegue il presidente - per rendere compatibile la nuova Ilva con gli impegni che tutta la Unione Europea ha preso a Parigi, in occasione della conferenza internazionale sul clima, e in merito alla totale decarbonizzazione dell’industria europea”. “I 20 miliardi di metri cubi di metano provenienti dall’Azerbaigian, insieme ai giacimenti recentemente scoperti in Egitto dall’Eni e a quelli in esercizio in Basilicata potrebbero assicurare all’Ilva forniture di gas illimitate, potendo così presentare la produzione di acciaio italiana e europea come una delle poche compatibili con l’ambiente e con la salvezza del pianeta e dei suoi abitanti”. “La Regione Puglia – conclude Emiliano - rimane a disposizione del Governo e degli eventuali acquirenti dello stabilimento per favorire la positiva soluzione della trattativa di acquisto”.

ILVA privatizzata e non ambientalizzata: un film già visto - sostiene Cosimo Borraccino, Consigliere Regionale di Noi a sinistra per la Puglia. Appare in tutto la sua vacuità il progetto del Governo RENZI di mettere sul mercato l'azienda dei Riva senza riferimento alcuno alla bonifica. Lo Stato - prosegue - doveva garantire, nell'anno appena trascorso, la nascita di una NEWCO, attraverso i fondi dell'apposito Fondo salva imprese, delle banche esposte coi Riva e della Cassa Depositi e Prestiti, risanare l'azienda per poi cederla.
Nulla é accaduto.  Rispetto poi alle prescrizioni contenute nell'AIA siamo ancora in alto mare e questo è grave.
Appare chiaro ora - continua il Consigliere regionale -  l'assoluto silenzio del Governo nazionale sulla decisione della Procura Svizzera del non utilizzo dell'ingente patrimonio dei Riva. Da cappello al citato quadro nefasto l'ultimo nefasto Decreto salva Ilva che prevede che l'acquirente possa chiedere la modifica dell'autorizzazione integrata ambientale. Oramai si può fare di tutto con una facciatosta inaudita, sulla carne viva del popolo tarantino. Borraccino si pone quindi delle domande: Che ne è delle battaglie ambientaliste, delle tre Leggi regionali per la tutela della salute (Legge antidiossina, contro il benzopirene e per il danno sanitario) e dell'immane opera della Procura di Taranto?  Chi garantirà ora, dopo la privatizzazione quasi coatta, la tutela dei lavoratori e il risanamento ambientale?  Troppa enfasi purtroppo vedo in giro rispetto ad un'operazione che invece andrebbe letta per quella che in realtà è: n grosso business per chi acquisterà l'acciaieria, senza le dovute necessarie tutele degli operai e dei cittadini tarantini.Amara e scomoda verità ma che va detta! Ritengo, oggi più che mai, che l'unica strada possibile per l'ambientalizzazione e la tutela dei livelli occupazionali sia il diretto controllo da parte dello Stato dell'azienda. Il resto, in tema col consueto stile renziano, - conclude Cosimo Borraccino - è solo propaganda allo stato puro!

 

"Il Governo ci metta nella condizione di capire! Apra il confronto con i rappresentanti dei lavoratori e spieghi chiaramente se esiste una strategia capace di disegnare un futuro sulla vicenda ILVA o se tutto sarà lasciato al caso, peggio ancora al mercato.E’ il primo commento del Segretario Generale della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, dopo la pubblicazione del Bando che in concreto rimette sul mercato l’azienda siderurgica più importante d’Italia.Non si tratta di una posizione aprioristica contraria ad interventi da parte di privati, si tratta solo di buon senso e di maturata esperienza pagata proprio sulla pelle di quei lavoratori e di questa comunità – spiega Massafra – perché il bando di evidenza pubblica rischia di riconsegnare alle logiche del mero profitto, quelle che hanno già prodotto, nei decenni scorsi, inquinamento, morte e difficili condizioni di lavoro, la sorte di 15mila famiglie e di un intero territorio che ora torna ad essere solo, esposto e lasciato al suo destino.Due anni e mezzo - secondo il segretario della CGIL tarantina -  passate a nutrire l’illusione che lo Stato non avrebbe lasciato le mani degli operai diretti e dell’indotto naufraghi e senza scialuppe nella stagione della grande tormenta che ha interessato l’ILVA. Oggi, invece, anche a causa delle procedure d'infrazione messe in cantiere dalla UE, (che continuiamo a non comprendere, perché hanno il sapore di un accanimento nei confronti della struttura economica del nostro Paese), si accelera verso una vendita dello stabilimento che  appare fatta al buio. Sarà una cordata italiana, come qualcuno ha ipotizzato? E allora la domanda che sorge spontanea è: chi avrà le risorse necessarie per completare il piano di risanamento ambientale e intervenire con le necessarie innovazioni per riportare adeguati livelli di produttività, salvaguardando i livelli occupazionali?Sarà una cordata straniera? Siamo davvero convinti che le multinazionali estere siano interessati allo stabilimento e al suo rilancio, o piuttosto a liberare il mercato da un possibile concorrente? Uno scenario – termina Giuseppe Massafra – che oggi va definitivamente delineato e reso palese, nella fase più delicata del futuro di quello stabilimento e di questa terra che non può lasciare indifferente nessuno. Ecco perché sin da ora richiamiamo nuovamente l’attenzione del Governo su chi sullo sfondo degli interessi economici e delle quote di mercato rischia di perdere tutto senza neanche essere stato ascoltato. Non lasceremo che questo accada e per questo sin da ora siamo pronti a mobilitare uomini e coscienze!


 

A Marina di pulsano in ZONA Conchetta baia seno capparrone (meglio conosciuta come la baia difronte il ristorante girasole).

 

Il malgoverno Pulsanese - sostiene il consigliere di opposizione - voleva mettere mani anche qui con un #project_financing* per un un approdo turistico .. già da alcuni anni , ma la regione Puglia ha bocciato questo progetto assurdo...( per ora ), ma hanno già presentato un 'altra istanza ..

Vi spiego - prosegue - cosa è un #project_financing e perché mi preoccupa :investimenti che dovrebbero essere privati, ma che lo Stato poi paga dieci volte il valore. Tanto che secondo gli addetti ai lavori il debito occulto della finanza di progetto italiana ammonterebbe a 200 miliardi di euro...La “finanza di progetto”, meglio nota come project financing, funziona così: lo Stato decide di aver bisogno di un’opera, un privato la costruisce in cambio della concessione di utilizzo (o di un canone d’affitto) per un numero di anni sufficienti a ripagare la spesa e guadagnarci il giusto.

Fin qui, tutto bene, il problema è che le cose vanno così solo in teoria: intanto spesso i soldi con cui i privati fanno l’investimento sono garantiti dal pubblico  e poi la remunerazione della spesa iniziale è sempre scandalosamente alta. Tradotto: zero rischi, molto guadagno. Contrariamente a quanto si pensa, però, il project financing non viene usato solo dallo Stato per opere enormi tipo le autostrade, ma è il mezzo con cui Regioni, Comuni e Asl in questi anni hanno aggirato gli (stupidi) vincoli di bilancio che gli impediscono di fare investimenti. Per un ente locale o un’azienda sanitaria è oggi quasi impossibile costruire una scuola o un ospedale chiedendo un mutuo: sforerebbe i parametri sia sul deficit che sul debito. E qui arriva la finanza di progetto: il privato chiede il mutuo e costruisce l’opera, il sindaco firma un contratto d’affitto ventennale con annesso servizio di pulizia, manutenzione e chi più ne ha più ne metta.

Quindi cari cittadini che vi siete  fatti abbagliare dal progetto  del porto turistico dal governo Pulsanese , facendovi illudere che serviva per il turismo ... Finalmente vi ho dimostrato che tutto ciò non sarebbe servito al bene comune , ma al bene di pochi ... Con questi presupposti, - conclude Di Lena - ci viene da domandare:

1)da dove provengono i denari per tale costruzione?

2)Chi farà da garante per tale costruzione e, al termine della concessione, qualora l’opera dovesse produrre più debiti che crediti, chi dovrà pagare questi debiti?

3) Verranno riversati sul Comune?

4)Chi dovrà sostenere economicamente la manutenzione ordinaria e straordinaria?

5)Dovremo assistere agli stessi disagi del porto di Campomarino?

6)Chi sborserà i denari per i futuri ed inevitabili dragaggi?

 Da consigliere comunale vi svelerò questi arcani .. APPENA AVRÒ GLI ATTI DALLA REGIONE..

Il silenzio delle forze politiche , in via preliminare mi fa capire già tutto ..

 

Non sorprende il continuo precipitare della Città di Taranto nelle classifiche nazionali della qualità della vita.

Lo percepiscono in modo evidente i cittadini che sentono la Città sempre più invivibile in ogni suo aspetto, offesi dal degrado complessivo inarrestabile e anche mortificati per l’incapacità dell’Amministrazione comunale di organizzare adeguatamente i servizi di competenza, nonché di esprimere sia pure una sola idea di sviluppo del Territorio.

Intervenendo sull’argomento Carlo Martello, presidente ConfCooperative Taranto, ha sottolineato come «punta di diamante di questo degrado socio-economico è la politica riservata alle comunità educative, gestite dalle cooperative sociali, che ospitano i minori a rischio di devianza allontanati dalle famiglie di appartenenza; per questi minori, assistiti a tempo pieno, il Comune di Taranto corrisponde infatti una retta giornaliera di soli 68,00 euro, determinata nell’anno 2006, ben al di sotto della media nazionale e di quella regionale».

In questi giorni si sta procedendo al rinnovo delle convenzioni con le Cooperative, ma giungono segnali preoccupanti riguardo l’ammontare delle rette che sembra debbano rimanere invariate.

«In nove anni quindi, dal 2006 al 2015, abbiamo visto – continua Carlo Martello – aumentare tutti gli indicatori del costo della vita, mentre le cure che le cooperative sociali dovrebbero riservare a questi minori in situazione di gravissima fragilità, non hanno conosciuto alcun adeguamento economico: perché Taranto è ultima anche in questo?»

 

I dati raccolti sul territorio nazionale, infatti, hanno permesso di rilevare le rette medie di alcune Regioni italiane: Veneto euro 118,00, Emilia Romagna euro 118,00, Trentino 111,50, Lombardia 107,00, Piemonte euro 105,00, Toscana euro 100,00, Calabria euro 92,00, Campania euro 80,00, Sicilia euro 76,26 e Puglia euro 75,00.

A determinare ancora di più verso il basso la performance negativa della Puglia, dunque, concorre egregiamente Taranto con i suoi 68 euro, ben al di sotto della media regionale!

«Come a dire quindi – conclude Carlo Martello – che i minori non sono tutti uguali rispetto ai bisogni e, soprattutto, che a Taranto la vita e il futuro di un minore vale meno che altrove: sono le rette della vergogna».

E non si confonda ciò che corrisponde il Ministero competente per i minori stranieri, ai quali viene erogato un servizio diversamente impegnativo identificato come SPRAR (Servizio Prima Accoglienza Rifugiati).

La Confcooperative Taranto, che lamenta anche un difetto di democrazia di certa politica locale, auspica che l’Assessorato ai Servizi Sociali, davvero in trincea a fronte dell’emergenza sociale della Città, venga adeguatamente sostenuto dall’Amministrazione Stefano e che sia messo in condizioni di assicurare una assistenza dignitosa a questi minori, privi di tutto.

“Questi primi sei mesi di governo della Regione Puglia sono stati davvero straordinari, durissimi ma anche pieni di auspicio per il futuro”.
Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano intervenendo questa mattina in occasione della conferenza stampa di fine anno, insieme con gli assessori e lo staff della presidenza.
“Abbiamo dovuto affrontare – ha proseguito Emiliano - questioni molto complesse di natura ambientale, organizzativa e finanziaria. Abbiamo dovuto difendere la bellezza del nostro mare, della nostra terra, abbiamo dovuto difendere posti di lavoro e fare proposte per rilanciare la produzione industriale, agricola, per rilanciare il turismo e il commercio. Abbiamo ottenuto risultati interessanti dal punto di vista dell’incremento occupazionale, insieme a tutto il paese sia ben chiaro non certo per merito esclusivo della Regione Puglia ma certamente l’attività di sostegno fatta negli anni, e proseguita in questi sei mesi, nei confronti del sistema delle imprese,  ha consentito di rafforzare la speranza di uscire dalla crisi in fretta e bene. Questo è lo scopo fondamentale del nostro compito, quello cioè di assicurare alle giovani generazioni la possibilità di prendere in mano il loro destino e di proseguire quello che noi siamo riusciti a fare”.
Emiliano si è soffermato sulle criticità: “Abbiamo anche di fronte alcune minacce che si chiamano Xilella, carbone, pm10, smog, disoccupazione e sanità non ancora efficiente. Ci stiamo concentrando moltissimo su questi obiettivi”.
“Vorrei ringraziare – ha aggiunto il Presidente – tutti i cittadini per come si stanno ponendo di fronte all’amministrazione, in termini cioè sempre collaborativi, critici e aperti. Devo ringraziare anche tutti i miei collaboratori a partire dagli assessori e dai dirigenti. Ma a dir la verità, vorrei dire un grazie a tutti i pubblici dipendenti della Puglia, quelli dei comuni, quelli delle scuole, della sanità, un grazie sentito perché stanno riuscendo a fare il loro dovere anche in presenza di scarsità di mezzi”.
Infine gli auguri di Emiliano ai pugliesi “perché siano intelligentemente solidali tra loro” perché tutto viene affrontato meglio se “questa solidarietà è forte, autentica e fondata su antiche regole, quelle del rispetto della educazione reciproca e quella dell’amore vero e proprio che rende più facile ogni cosa nella vita quotidiana e, nella prospettiva, ci dà il senso profondo delle cose che facciamo. Auguri dunque di buon anno a tutti i pugliesi e a tutti gli italiani, perché la Puglia si sente italiana e si sente legata agli obiettivi che l’Italia vuole sostenere”.

"Gli auguri che vorrei porgere sono quelli di scoprire il Legame dei legami e cioè quello di renderci conto che il Signore non può staccarsi da noi, dalla nostra umanità. Per questo vinco l’imbarazzo delle parole di fronte agli attentati terroristici, alle morti dei migranti, al grido dei poveri e di una terra in cui gli auguri sembrerebbero inopportuni, perché offuscati da problemi ed emergenze perché rischiano di essere vuote frasi di circostanza".
Comincia così il messaggio che l'arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, rivolge alla città di Taranto  in occasione dell'arrivo del nuovo anno.
 La Conferenza di Parigi sul clima -prosegue ll'arcivescovo - ha aperto qualche spiraglio di speranza.  Accordi internazionali sembrano essere ancora tenui e interessati. Parto quindi dalle ragioni della speranza, una speranza che ha la sua origine in Gesù Cristo, principe della pace. Una parola chiave della liturgia del primo di gennaio è benedizione, che esprime la volontà di bene di Dio per noi, per ciascuno.  Ma il bene che viene da Dio non è un benessere sedentario, è un bene che ci da fretta, che ci fa muovere. L’amore di Dio ci spinge in avanti."
E per il 2016, mons. Santoro chiede la benedizione "perché sia un anno in cammino. Tutte le istanze del mondo, della Puglia, di Taranto ci interpellano non per dare lavoro agli “opinionifici” in attività instancabile, ma perché ci sollecitano all’impegno. Nel messaggio che papa Francesco ha diffuso per la Giornata mondiale della Pace, ancora una volta ci invita a sgretolare la globalizzazione dell’indifferenza, denunciando che una società intorpidita e resa sorda dal materialismo e dal nichilismo, è incapace di mettersi in ascolto delle fragilità della famiglia oumana. Vi invito ad attingere la speranza insieme con me per questo 2016 dai segni che già ci circondano, a partire da quello dell’anno giubilare della Misericordia.
Essere misericordiosi vuol dire – afferma il papa – fare della misericordia e della solidarietà un vero programma di vita, uno stile di comportamento nelle nostre relazioni gli uni con gli altri. La solidarietà è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti. Il passaggio al nuovo anno, - conclude l'arcivescovo Santoro - sia un’occasione propizia anche per riflettere sul dono del tempo. Il tempo è un’opportunità preziosa che ci viene donata per scoprire l’amore di Dio e dei fratelli. I miei auguri non scomodano né le stelle né altre usanze, partono dalla convinzione che Dio è vicino a noi, non si sostituisce alla nostra libertà e che i giorni che ci aspettano sono comunque giorni buoni per la salvezza. Al Signore chiedo, con l’insistenza da lui insegnata, il dono della salute, del lavoro e del benessere per i più poveri, rendendoci pronti a conformarci nell’impegno secondo la statura del vangelo che può sempre cambiare, anzi trasfigurare, il mondo nel quale viene annunciato.
La Gran Madre di Dio rivolga a noi i suoi occhi e ci dia fiducia. Buon  anno a tutti".
 
Si è concluso l’iter procedurale che consentirà ora alla Asl di Taranto di pubblicare già a gennaio la gara per la realizzazione del nuovo ospedale “San Cataldo”. Sono state infatti acquisite le autorizzazioni necessarie per l’approvazione del progetto definitivo della nuova struttura ospedaliera.
 
La conferenza dei servizi convocata dalla Asl Taranto e alla quale hanno partecipato diversi enti  (tra cui Comune di Taranto, Provincia di Taranto, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, concessionari di servizi pubblici), fornendo le relative autorizzazioni, ha infatti segnato un importante passo in avanti per la realizzazione dell’opera, nel rispetto del cronoprogramma sottoscritto tra la Regione Puglia e la Asl di Taranto ad agosto 2014. 
 
Il nuovo ospedale “San Cataldo” di Taranto rappresenta il più grande investimento infrastrutturale ed edilizio del servizio sanitario regionale pugliese degli ultimi decenni per un costo complessivo di 207 milioni di euro, di cui circa 140 milioni a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2007/2013 - Accordo di Programma Quadro “Benessere e Salute” e i restanti a carico del bilancio regionale.
 
Il nuovo ospedale sarà realizzato in accordo ai più recenti standard in materia di edilizia sanitaria, sarà dimensionato per contenere 715 posti letto per degenza, oltre 24 posti letto tecnici, e sarà dotato di 19 sale operatorie, 60 ambulatori e 28 sale per la diagnostica. L’area interessata dall’opera, alla periferia orientale di Taranto, è estesa per circa 226 mila metri quadri al fine di consentire la realizzazione di un congruo numero di posti auto (oltre 2000) ed idonei spazi per la viabilità interna, il verde e la gestione di flussi distinti di pazienti, operatori, merci e mezzi di vario tipo. All’acquisizione delle tecnologie sanitarie e delle grandi macchine (TAC, risonanze, ecc.)  si procederà in prossimità della conclusione dei lavori al fine di assicurare gli ultimi standard tecnologici. Per la realizzazione dell’opera sono stati previsti quattro anni e mezzo. 
 
“Il progetto di realizzazione del nuovo “San Cataldo” entra nella fase di cantierabilità – dice Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia –  il progetto prevede la realizzazione di un’opera sanitaria di spiccato interesse per tutta la Regione. Sono certo che a trarne vantaggi in termini di risposte di salute non sarà soltanto il territorio tarantino”. 
 
“Questa è la sanità che vogliamo –dice Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento Salute – abbiamo bisogno di grandi ospedali in grado di servire, nella maniera più efficace possibile, un’ampia area di riferimento. Il nuovo ospedale di Taranto rappresenta un tassello importante della nuova rete ospedaliera regionale. A gennaio sarà pubblicata la gara per la realizzazione dell’opera: il rispetto del crono programma sarà  una nostra priorità”. 
 

 

di AMEDEO COTTINO

La Legge di Stabilità 2016 è stata definitivamente approvata in Senato, con voto di fiducia, martedì 22 dicembre: 162 voti a favore, 135 contrari, nessun astenuto. La manovra vale 35,4 miliardi di euro e porta il rapporto deficit/PIL al 2,4%. Soddisfazione da parte del premier, Matteo Renzi (NELLA FOTO CON IL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI), mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sottolinea che la Stabilità 2016 «rafforza e stimola la crescita e il lavoro e indirizza risorse importanti per i poveri, i meno abbienti e per i giovani».

Vediamo in sintesi le misure fondamentali.

IMU-TASI

È uno dei capitoli di maggior rilevanza della Legge di Stabilità 2016 (vale 3,7 miliardi) e riguarda sia le abitazioni sia gli immobili d’impresa:

  • viene eliminata la TASI sulla prima casa,con l’unica eccezione delle abitazioni di lusso (categorie catastali A1, A8 e A9);

  • l’abolizione dell’imposta si applica anche nel caso di abitazione assegnata al coniuge legalmente separato;

  • fra le novità dell’ultima ora, inserite alla Camera, uno sconto del 50% per l’imposta sulla prima casa data in comodato d’uso a parenti di primo grado (figli e genitori), a condizione che si possieda solo un’altra casa di proprietà nello stesso Comune.

Per quanto riguarda le imprese eliminata l’IMU sui terreni agricoli e quella sugli imbullonati, ovvero i macchinari fissi al suolo delle aziende.

Infine, c’è un provvedimento che si potrebbe definire salva delibere, che rende applicabili al 2015 le variazioni sulle aliquote IMU e TASI approvate dai Comuni entro il 31 luglio (non più entro il 30 luglio). Non è chiaro quali saranno gli effetti di questo slittamento (il saldo sulle imposte prima casa 2015 è stato già pagato).

Altre misure sugli immobili

Ci sono una serie di norme che riguardano i settori delle compravendite immobiliari e dell’edilizia. Prorogate al 2016 le detrazioni su ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica nelle attuali misure (rispettivamente, 50% e 65%), e il bonus mobili, che si arricchisce di una nuova possibilità: una detrazione sempre al 50%, fino a una spesa massima di 16mila euro, per arredi ed elettrodomestici destinati alla prima casa appena acquistata da giovani coppie. Previsto poi un leasing agevolato per l’acquisto della prima casa, sempre da parte di giovani coppie (con almeno uno dei due componenti sotto i 35 anni).

Infine, c’è una misura che introduce la possibilità di applicare le agevolazioni fiscali sull’acquisto della prima casa, relative a imposta di registro o IVA, anche da parte di chi ne ha già usufruito per acquistare un’abitazione precedente e decide di cambiare casa, a condizione che il vecchio immobile venga venduto entro un anno dal rogito.

Misure per le imprese

Nel corso dell’iter parlamentare sono state confermate le misure introdotte dal ddl originario del Governo, con una serie di novità destinate in particolare alle imprese del Sud. In particolare, è stato previsto un credito d’imposta, diversificato a seconda delle dimensioni dell’impresa (20% per le piccole imprese, 15% per le medie imprese, 10% per le grandi imprese), per gli investimenti in macchinari delle aziende di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, oppure nelle zone assistite delle regioni Molise, Sardegna e Abruzzo. Fra le altre misure per le imprese:

  • superammortamento al 140% per l’acquisto di macchinari: la deduzione è applicabile agli acquisti in beni strumentali effettuati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016;

  • sconto contributivo al 40% per due anni per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2016;

  • eliminazione IRAP agricola;

  • detassazione premi di produttività.

Pacchetto sicurezza

È una delle novità fondamentali introdotte nel passaggio alla Camera. Dopo gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, è stato inserito in manovra un pacchetto da 2 miliardi di euro, il 50% da destinare alla sicurezza e il 50% alla cultura. Fra le misure destinate alla sicurezza, un bonus di 80 euro in busta paga a tutti gli esponenti delle forze dell’ordine, mentre sul fronte della cultura una card da 500 euro ai ragazzi che compiono 18 anni da spendere in attività culturali (musei, cinema, teatri). Per queste misure sono stati utilizzati i fondi che originariamente erano previsti per anticipare al 2016 parte del taglio IRES alle imprese (che quindi slitta al 2017).

Pensioni

Confermate le misure originarie, in parte potenziate:

  • l’Opzione Donna viene estesa anche alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dell’anno (quindi i requisiti sono 35 anni di contributi e 57 o 58 anni di età);

  • no tax area pensionati a 8mila euro per chi ha più di 75 anni;

  • settima salvaguardia a tutela di 26mila 300 esodati;

  • nuova possibilità di part-time per la pensione per lavoratori a cui mancano meno di tre anni all’età pensionabile, l’azienda paga i contributi pieni, ma li versa direttamente in busta paga invece che all’INPS e al dipendente viene comunque accreditata contribuzione figurativa per cui alla fine percepirà la pensione senza decurtazioni.

Salva risparmiatori

Provvedimento di tutela per i piccoli risparmiatori penalizzati dopo il salvataggio delle quattro banche (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, Cari Ferrara): previsto un fondo con dotazione intorno ai 100 milioni di euro per risarcire i circa 12mila 500 obbligazionisti che avevano acquistato titoli subordinati. Il fondo è finanziato dal sistema bancario, l’entità dei risarcimento sarà decisa, in base a criteri da fissare con apposito decreto ministeriale, da una commissione di arbitri nominati dalla presidenza del Consiglio. Il premier, Matteo Renzi, ha annunciato l’intenzione di affidare l’incarico a Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione.

Altre misure

  • Congelati gli aumenti IVA e accise per il 2016 previsti da precdenti clausole di salvaguardia per assicurare il pareggio di bilancio;

  • fondi UE ai professionisti: i liberi professionisti sono equiparati alle PMI nell’accesso ai fondi UE;

  • conciliazione lavoro-famiglia: due giorni di congedo obbligatorio per i papà, da utilizzare anche non consecutivamente. Il voucher per asilo o baby sitter esteso anche a lavoratrici autonome e imprenditrici;

  • tetto contanti portato a 3mila euro (dagli attuali mille euro): resta però a mille euro per i money transfer e per i pagamenti della Pubblica Amministrazione (quindi, ad esempio, per il pagamento delle pensioni);

  • pagamenti elettronici: eliminato il tetto dei 30 euro, commercianti e professionisti sono obbligati ad accettare sempre pagamenti con carte di credito e bancomat per operazioni sopra i 5 euro, a meno che non ci sia un’oggettiva impossibilità tecnica;

  • canone RAI: dal 2016 scende a 100 euro (dai precedenti 113,50) e si paga con la bolletta elettrica, in dieci rate. Nel primo anno di applicazione la prima rata sarà inserita nella bolletta di luglio, successivamente si inizierà da gennaio;

  • fisco: semplificazioni per la dichiarazione dei redditi 2016, con l’abolizione delle verifiche per i rimborsi superiori a 4mila euro relativi a carichi di famiglia o eccedenze di precedenti dichiarazioni. Nuovi obblighi per medici e strutture sanitarie nella trasmissione dati al Fisco per la predisposizione del 730/precompilato 2016, che conterrà le spese sanitarie, senza però applicare sanzioni nel 2016 (a meno che non si rilevi un’indebita fruizione di detrazioni);

  • spending review: ci sono misure che in tutto valgono intorno ai 5 miliardi, che riguardano sanità, spese della pubblica amministrazione, tagli ai CAF (centri di assistenza fiscale).

 

 


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