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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Il Governo smantella la funzione pubblica. Costi insostenibili per imprese e cittadini

Ecosistema camerale insiste: occupazione a rischio e territori privati di servizi essenziali

 

Ecosistema camerale (ESC) è un’associazione nazionale, nata nel 2014 per promuovere l'accrescimento delle competenze e delle professionalità delle donne e degli uomini che operano nelle Camere di commercio italiane attraverso lo sviluppo dell’e-leadership e dell'uso del digitale, nonché per favorire la diffusione dell’innovazione e dell’e-collaboration.

All’associazione, che ha sede unica sul web secondo i principi del digital first (www.ecosistemacamerale.it), è connesso un gruppo Facebook che consta attualmente di circa 2.400 membri.
Oggi ESC svolge un’importante e spontanea azione di advocacy del Sistema camerale, con principale ma non esclusivo riferimento alla riforma della Pubblica amministrazione (legge n.124/2015) che, all’art.10, prevede il riordino degli Enti camerali.
Proprio in relazione alla riforma, nei confronti della quale gli operatori del Sistema si sono sempre posti con atteggiamento critico ma costruttivo e propositivo, è forte la preoccupazione in esito alle molte indiscrezioni sul contenuto del relativo decreto attuativo che  dovrebbe essere discusso a breve dal Consiglio dei Ministri.

A quanto si apprende, gli Enti camerali sarebbero  immotivatamente privati di funzioni che svolgono da decenni con competenza a favore dei territori, fra le quali, ad esempio quelle promozionali (supporto all’internazionalizzazione e certificazione per l’estero, ai processi di innovazione e digitalizzazione delle imprese, all’accesso al credito, marketing dei territori, osservatori statistico – economici, solo per citarne alcune) con gravissime ripercussioni sui sistemi locali e sull’occupazione.
Una umiliazione ingiustificata che, fra l’altro, non trova riscontro nella stessa legge cui il decreto dovrebbe dare attuazione!
Le Camere di commercio sono, all’interno del panorama della Pubblica Amministrazione, fra le Istituzioni più evolute dal punto di vista della digitalizzazione dei servizi e garantiscono un servizio pubblico indispensabile per le imprese, senza gravare in alcun modo sullo Stato. Esse, infatti, si finanziano essenzialmente con il diritto annuale versato dalle imprese iscritte al Registro delle imprese, alle quali restituiscono servizi efficienti attraverso una forza lavoro qualificata e competente. Inoltre, corrispondono direttamente all’Erario sia i notevoli risparmi conseguiti dall’applicazione della spending review, sia gli introiti derivanti dall’attività  sanzionatoria per conto dello Stato, senza alcun corrispettivo economico, anche per la vigilanza esercitata sul mercato da altri soggetti pubblici come Guardia di Finanza, Carabinieri, Agenzia delle Dogane, etc. (oltre 20 mln di euro l’anno!).
A fronte di questo impegno, dalla riforma ipotizzata non proviene nessun reale rilancio di un Sistema che ha peraltro dimostrato, in ogni campo di attività, una capacità di innovazione senza pari. Solo tagli lineari di risorse e competenze.
Già con il D.L. n.90/2014, convertito in legge n.114/2014, è stata, infatti, imposta una riduzione progressiva del diritto annuale fino al 50% nel 2017. La riduzione, che per le imprese sta comportando un risparmio esiguo (mediamente 55 euro l’anno), è intervenuta senza che fossero ridefinite le funzioni degli Enti camerali. Ciò ha determinato una sempre più evidente impossibilità di far fronte alle tantissime esigenze di supporto dei territori e nessun vantaggio per il mondo imprenditoriale.
Nessun vantaggio per le imprese, è bene ripeterlo.
Le Camere che non raggiungono il numero minimo di 75.000 imprese iscritte, inoltre, hanno dovuto avviare, in ottemperanza alla legge di riforma, processi di accorpamento, spesso forzosi, che non produrranno risparmi per lo Stato né benefici economici per le attività imprenditoriali.
Insomma, risulta davvero difficile comprendere i presupposti tecnici, economici, giuridici – mai esplicitati dal Governo! - sulla base dei quali si è deciso di smontare, pezzo per pezzo, questa parte di Pubblica Amministrazione, senza che ciò si traduca in un vantaggio per gli
oltre 6 milioni di imprese italiane al cui servizio operano le Camere di commercio.
È evidente, anzi, un intendimento persecutorio e finalizzato a ridurre gli ambiti della funzione pubblica (quindi imparziale e presidio di legalità) per consegnarli al mercato con un importante aggravio di spesa soprattutto per le piccole imprese che perderanno i propri punti di riferimento sul territorio.
È altrettanto evidente che l’esito del taglio delle risorse sarà pesantemente aggravato dalla ventilata riduzione delle funzioni ed avrà inevitabili ripercussioni occupazionali che Esc stima in 3.500 – 4.000 posti di lavoro, fra dipendenti pubblici e privati. Un ulteriore ed insostenibile costo a carico dei cittadini e delle imprese, oltre che la dispersione di un patrimonio di professionalità.
In sintesi, Esc afferma con piena consapevolezza che non vi è alcun nesso di causa – effetto fra la riforma del Sistema camerale italiano e il beneficio che ne trarrebbe l’economia, ma che, al contrario, chiarissimi sono l’effetto negativo sull’occupazione ed il danno per le imprese ed i territori (privati di servizi e, probabilmente, dell’ultimo Organismo intermedio che ancora resiste al progressivo smantellamento della funzione pubblica).
In questi giorni è in corso una imponente campagna Twitter all’indirizzo del Governo, dei media e degli influencer proprio per diffondere le ragioni dell’Ecosistema camerale, i cui operatori - pubblici e privati - rivendicano il diritto di partecipare all’attuazione del processo di riforma e sono pronti a portare proposte e contenuti concreti - elaborati da chi lavora ogni giorno al servizio delle imprese - per migliorare realmente l’efficienza  di questa Pubblica Amministrazione e consentire alle imprese di ottenere maggiori e qualificati servizi sul territorio oltre che risparmi quantificati in oltre un miliardo di euro all’anno.
 
ESC – Ecosistema camerale
www.ecosistemacamerale.it
tweet @Ecosist_CamCom

 

 

 

 

Il Governatore della Puglia Emiliano in un'intervista di Studio 100 ha parlato della possibilità di utilizzare l’aeroporto di Taranto - Grottaglie anche per i voli civili. Sapevamo della sua visita riservata all'aeroporto prima di Natale, anche perché spinto anche dalla nostre estenuanti richieste di effettuare un sopralluogo per comprendere bene per cosa stiamo tanto lottando noi Movimento Taranto, Diritto di Volare e Aeroporto Magna Grecia pro aeroporto. La speranza  è che finalmente il nostro Aeroporto sia strategicamente considerato e utilizzato in linea con quelle che sono le sue potenzialità.

Ma adesso che è praticamente scesa in ‘Puglia’ Alitalia-Etihad, fortemente voluta sempre da noi con base a Grottaglie, vedremo e vigileremo su come la governance regionale si muoverà tenendo conto del fatto delle inevitabili difficoltà gestionali  che Aeroporti di Puglia avrà con Ryanair.

Siamo fiduciosi sul fatto che il governatore Emiliano valuterà con attenzione e nel comune interesse  le nostre indicazioni per Alitalia-Etihad.

Tutti noi qui a Taranto auspichiamo una base per Alitalia, ben sapendo che essa come Compagnia potenziata da Etihad potrà regalarci anche voli intercontinentali, europei e nazionali, in sistema con Bari e Brindisi. Nel sud, nessun aeroporto ha la nostra pista. Essa è idonea per far atterrare/decollare anche aerei intercontinentali.

Taranto potrebbe rilanciare la Puglia, come Palermo e Napoli fanno con i voli passeggeri settimanali per New York, avrebbe completerebbe un sistema Aeroportuale ben distribuito e competitivo per l’intero sud, grande opportunità ci auguriamo possibile già da domani.

Cav. Alfredo Luigi Conti

Presidente Mov. Taranto, Diritto di Volare!

Responsabile provinciale del Dipartimento Trasporti FI (Ta)

Avv. Walter Fischetti

Presidente Mov. Aeroporto Magna Grecia di Taranto

Max giusti e il suo Show"Pezzi da 90" intrattiene per due ore  il pubblico del Teatro Orfeo. Grande successo di pubblico per il prossimo protagonista del Dopofestival.

 

Andrea Loiacono

 

Sold out di risate ieri sera al Teatro Orfeo di Taranto il quale ha accolto, nell'ambito della ventiquattresima edizione della Stagione Artistica 2015/2016, il  celebre comico e conduttore televisivo Max Giusti.  Lo showman romano è tornato in così a quello che lui stesso  ha definito " Primo Amore" ovvero il teatro, dal quale mancava dal 2008 quando porto in scena  " Meraviglioso".   Nel corso dello spettacolo partito da Roma il 24 Gennaio Scorso scritto per l'occasione in collaborazione con Marco Terenzi e Giuliano Rinaldi, l' ex conduttore di " Affari Tuoi" ha saputo coinvolgere l'intera platea plasmando lo spettacolo  a seconda dei gusti dei presenti con l'ausilio   live della "Supermax Band" e di Sarah Jane Olog. Grazie ad un repertorio di personaggi  e imitazioni che hanno spaziato da i più Classici Albano Carrisi, Little Tony  sino a giungere  alla satira nei confronti di programmi Tv quali "Don Matteo" con Giusti per l'occasione  nei panni di Terence Hill  in  tunica e bicicletta,  sino a arrivare   ad "Amici di Maria De Filippi" . Ma lo spettacolo è stato anche ricco di monologhi che lo showman ha utilizzato per parlare della sua infanzia, del rapporto con il padre,  e delle estati trascorse al mare Ad Ostia; della sua città, una Capitale sempre meno pulita  ma allo stesso  tempo allegra e casciarona. Non sono mancati  a proposito delle città d'Italia  gli apprezzamenti nei confronti del Mare e della città di Taranto,  con siparietti divertenti tra Giusti e la platea, quest'ultima assoluta protagonista nel simpatico tentativo di insegnare al comico alcuni termini dialettali. Il prossimo ospite del " Dopofestival" voluto dalla Direzione Artistica  di San Remo  ha  toccato, in seguito, con il giusto mix tra  humor e sobrietà i temi più importanti d'attualità; dalla crisi occupazionale all'invito rivolto della Chiesa all'accoglienza e all'integrazione.  Non è mancato un pizzico di Ilarità nei confronti delle Sacre Scritture e dei Corinzi, celebri a detta dell'artista a differenza di altre popolazioni, solo per lo stile  architettonico dei Capitelli.  Altro  tema trattato è stato quello del cambio generazionale e del rapporto di coppia. Lo spettacolo, si è concluso dopo due ore ininterrotte, tra gli applausi scroscianti del pubblico, con un tributo  dedicato ai grandi cantautori del presente e del passato quali Francesco De Gregori, Luciano Ligabue  e Pierangelo Bertoli. insomma, il Duemilasedici  per gli appassionati del Teatro in particolare e dello storico " Teatro Orfeo", il quale ha da poco festeggiato il suo primo Centenario, non poteva  che iniziare nel modo migliore. 

 

 

Sembra uno scherzo di carnevale, ma anche a Lecce sarebbero stati notati alcuni vigili urbani fare  multe e controlli muniti di tablet. Insomma, un salto nell’era digitale che però non è previsto dal Codice della Strada o dal relativo regolamento attuativo o altre norme che merita un pubblico chiarimento da parte del Comando di Polizia Municipale. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  si tratta dell’ennesima prova che l’amministrazione comunale leccese sia interessata più a balzelli o ai lauti proventi rivenienti dalle migliaia di verbali che ogni anno vengono contestati, che al controllo del traffico e alla sicurezza stradale cui dovrebbe essere demandata l’attività delle polizie municipali, cui invece viene sottratto prezioso tempo per il solo costante accertamento di eventuali infrazioni spesso con modalità non ortodosse o addirittura non previste dalla legge.

                                                                                                                                                                                          

 


Progetto “SoS Animali”. Si chiama così la campagna di sensibilizzazione che il Wwf Taranto onlus in questi ultimi 6 mesi ha condotto per la tutela della fauna selvatica, a seguito di un autorizzazione dell’ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Taranto e provvede al trasporto della fauna selvatica ferita o in stato di necessità presso l’Osservatorio faunistico regionale di Bitetto.

Il Wwf Taranto, durante lo svolgimento del servizio di primo soccorso e trasporto della fauna selvatica ferita o in stato di necessità, nel periodo 2013/2015, ha soccorso centinaia di animali selvatici di varie specie. La collaborazione tra vari attori ha permesso al Wwf Taranto Onlus di trasportare presso l’Osservatorio faunistico regionale di Bitetto numerosi animali selvatici protetti “grazie soprattutto – si legge in una nota - alla sensibilità dei cittadini che hanno spesso perseguito con responsabilità sociale nella consegna degli animali rinvenuti”.

Il Wwf Taranto ha acquistato un idoneo autoveicolo appositamente attrezzato e provvisto di autorizzazione sanitaria per il trasporto sia di animali di affezione che di fauna selvatica ferita, e tramite il progetto “SoS Animali” ha organizzato un efficiente servizio di primo soccorso e trasporto di animali feriti o in stato di necessità a cura di volontari altamente qualificati nella manipolazione e contenzione di animali feriti, come medici veterinari, istruttori cinofili e operatori specificamente formati. Tale servizio è attivabile tramite richiesta o segnalazione ad utenze telefoniche dedicate h/24, che viene divulgato e messo a disposizione degli enti pubblici e della cittadinanza. Le attività di recupero hanno avuto come interlocutori privilegiati gli uffici della Provincia di Taranto che, vista la mancanza di un Osservatorio faunistico provinciale, ha recepito le richieste delle associazioni ambientaliste che perseguono la realizzazione di questo centro da anni.

“La proposta – spiegano al Wwf di Taranto - è stata accolta con piacere anche dal Comune di Grottaglie che grazie all’interessamento dei sindaco e del vicesindaco, ha individuato un luogo, all’interno del Parco delle Gravine, dove istituire, all’inizio, un centro di primo soccorso dove ricoverare la fauna selvatica e successivamente trasferirla all’Osservatorio regionale di Bitetto, dove grazie alle cure degli operatori e dell’Università di Bari, gli animali con gravi problemi sono recuperati e liberati in natura. L’importanza di un centro di prima accoglienza – spiegano i responsabili del Wwf Taranto - riviene dalla particolare biodiversità della nostra provincia, tra le più alte d’Europa. Una volta realizzato, è nostra intenzione di rendere la gestione del centro partecipata alle associazioni che vorranno, a seguito di un corso di formazione”.

Attualmente la rete è composta da Wwf Taranto, Balto e Togo sezione di Grottaglie con Vito Zizzi e Massimo De Angelis e Arpec Puglia. “Invitiamo quindi tutti gli interessati – conclude la nota - ad avanzare al Wwf Taranto la propria manifestazione di interesse”.

Ammontano a complessivi 450mila euro i finanziamenti per Taranto introdotti in due distinti emendamenti al bilancio di previsione 2016 della Regione Puglia presentati in I commissione Bilancio dal consigliere regionale Gianni Liviano.
“Si tratta - spiega Liviano - di 150mila euro destinati alla sede distaccata di Taranto dell’Università di Bari per bandi per ricercatori. Gli altri 300mila euro - aggiunge il consigliere regionale - sono un contributo di 300mila euro a Taranto e ai Comuni della provincia presenti al tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo per l’approvazione e adeguamento di piani e programmi strategici in materia urbanistica e di rigenerazione urbana”.
Due importanti emendamenti che tendono “a contribuire al rafforzamento della presenza universitaria a Taranto, il primo; al rilancio dell’area ionica,  il secondo. Per quanto riguarda i 150mila euro per l’Università, va detto che queste somme acquistano importanza se si pensa che nel documento economico non è prevista alcuna forma di intervento per il sistema universitario pugliese. Ciò - fa presente Liviano - al fine di incentivare e rafforzare l’attività di ricerca pedagogica e umanistica sull’asse ionico/adriatico, diretta ad avviare percorsi di rafforzamento del senso civico e di implementazione dei riferimenti scientifici relativi alle iniziative culturali dei territori. Con l'emendamento è stata assegnata una dotazione finanziaria per ciascuno degli esercizi finanziari 2016, 2017 e 2018, in termini di competenza e di cassa, di 150mila euro da attivarsi presso i dipartimenti universitari del territorio jonico. A tal proposito - conclude il consigliere regionale Gianni Liviano - mi preme rivolgere un ringraziamento ai colleghi consiglieri che hanno condiviso e sostenuto questi due emendamenti”.

Gruppo Ilva: l'Executive torinese Maurizio Munari lascia l'incarico
di Direttore Vendite, Marketing e Business Development
 
Seconda dimissione eccellente in  casa Ilva, specchio del clima di tensione e insicurezza che si respira all'interno di un'azienda ormai al collasso.
«A quattro mesi dalla mia nomina alla direzione
della divisione Vendite, Marketing e Business Development del Gruppo Ilva ho
deciso di lasciare l'incarico. Alla luce delle recenti evoluzioni che hanno riguardato il
Gruppo Ilva, ritengo che non vi siano più le condizioni per poter portare a termine il
mandato che sono stato chiamato a svolgere». Questo è quanto ha dichiarato Maurizio Munari.
L'Executive torinese Maurizio Munari aveva assunto l'incarico di Direttore Vendite,
Marketing e Business Development del Gruppo Ilva il 1 ottobre 2015, dopo aver
ricoperto ruoli di primo livello nel gruppo FCA.
Prima di lui si era dimesso Pucci,direttore generale appena nominato. Ma lasua decisione era legata alle polemiche suscitate dalla condanna per la tragedia Thyssen.
Venerdì, 29 Gennaio 2016 17:31

La riflessione/ Taranto, città senza politica

Scritto da

Di Vito Massimano

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Era il mese di novembre del 2014 e Franceschini, tra il giubilo dei tarantini, ebbe ad esclamare  «Il museo di Taranto è uno dei venti grandi musei nazionali, tra i 400 dello Stato, che hanno ottenuto un riconoscimento dalla Riforma del Ministero. Godranno infatti di una propria autonomia contabile e amministrativa. Si tratta di un importante investimento per il futuro che consentirà al Marta di riutilizzare i propri incassi.  Il museo Archeologico di Taranto è uno dei siti più importanti a livello nazionale ed è in una città,Taranto, che per me rappresenta una grande sfida per il Paese intero».

Non contento, aggiunse «come successo a Torino, che da città industriale condannata ad un declino ha invece saputo investire su se stessa diventando una delle mete turistiche più importanti del Paese, penso che lo stesso percorso si possa fare a Taranto. Bisogna investire sul proprio patrimonio»

Come se non fosse già abbastanza, rincarò la dose sostenendo che quello spartano «è un progetto molto bello. Taranto davvero può investire sulla propria storia, non solo sul Museo ma anche sul suo centro storico e sugli altri monumenti che possiede».

A distanza di qualche mese, Taranto si ritrova senza la soprintendenza e l’autore dell’annessione a Lecce è proprio quel Franceschini cui i tarantini avevano creduto come dei boccaloni.

A caldo lo segnalammo su queste stesse pagine in tempi non sospetti passando per disfattisti, anti tarantini ed invidiosi delle splendide idee altrui.

Adesso lo scippo è compiuto sancendo definitivamente la marginalità politica di una città in grado di essere sconfitta su tutto, dall’archeologia all’industria passando per università, ambiente, porto, aeroporto, arsenale, corte d’appello, marina militare.

Ammettiamolo, la priorità di questa città non è il lavoro o le varie forme di assistenzialismo e statalismo che da più parti vengono invocate.

La priorità è quella di ammettere che abbiamo una classe politica di pippe clamorose, capaci  di fare scena muta in aula o di produrre la solita interrogazioncina parlamentare a risposta scritta che, chi conosce i fatti della politica, sa bene quanto assurga ad una dignità  che si avvicina alla carta igienica. Al massimo ci scappa la letterina di Ippazio che i Ministri usano per scriverci dietro la lista della spesa.

In città si respira una mediocrità politica a tutti i livelli ed una puerile banalità nei ragionamenti che hanno dell’ incredibile. Ecco perché tutti si fanno gioco di Taranto.

Poi ovviamente è facile prendersela con Lecce o con Bari denunciandone i giochi oscuri attraverso la creazione di quelle stesse consorterie a cui noi non siamo mai stati invitati  perché antropologicamente incapaci di fare lobby.

E non si tratta del destino cinico e baro che gioca contro di noi perché, quando Brindisi o Lecce (perfino Foggia) bussano a denari, state certi che qualcosa la spuntano (porto, università, trasporti, aeroporto).

Arrendiamoci all’evidenza, quindi,perché la verità è che Taranto non conta a tal punto da essere costantemente sacrificata su tutto se non addirittura coglionata con 10 decreti vertenti sullo stesso tema.

 

 

 

 

Pomeriggio di paura in piazza Messapia dove un passante è stato bloccato da un rapinatore. Tutto è accaduto nel giro di pochu minuti. L'aggressore, disarmato e a volto scoperto, ha bloccato il malcapitato facendosi consegnare la borsa contenente effetti personali e una somma di denaro. Il rapinatore si è allontanato a piedi facendo perdere le proprie tracce. Sull'episodio indagano i carabinieri che sulla base di testimonianze e rilievi scientifici stanno cercando di identificare il responsabil dell'azione criminosa.

Appuntamento domenica 31 gennaio, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto

 

 

Una storia di pochi centimetri di piume. Per “favole&TAmburi”, la rassegna per famiglie, domenica 31 gennaio 2016, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, va in scena “Peter Pan” di Fabrizio Visconti e Rossella Rapisarda, regia Fabrizio Visconti, con Davide Visconti, Rossella Rapisarda, Simone Lombardelli,  scene e costumi Paride Pantaleone e Claudio Micci, vincitore Premio ETI Stregagatto “Visioni d’infanzia” 2004 (migliore compagnia emergente) e Premio Benevento Città Ragazzi 2004, produzione Eccentrici Dadarò. Biglietto unico 6 euro. Info: 099.4707948.

 

La storia racconta di una una Wendy del duemila che si rifiuta di andare in collegio perché non vuole diventare grande in contrasto con il padre Arturo, scienziato perso nelle sue astruse teorie, che, dopo la morte della moglie, non vuole più credere alla fantasia o ai sogni. Ma Wendy richiama i ricordi della madre, in momenti struggenti sottolineati dalle note di Chopin: ed ecco che appare Peter Pan pronto a portare con sé Wendy nell’Isola che non c’è perché lei resti bambina e lui abbia una madre. Di lì è un susseguirsi di colpi di scena, richieste di coinvolgimento del pubblico, trucchi magici, inseguimenti all’interno di una particolare scenografia che recupera in modo intelligente il segno globale dello spettacolo circense. Allorché Arturo stesso, dopo aver chiesto l’aiuto dei bambini in sala per recuperare la figlia, arriva a credere nella fantasia, Wendy capisce che la fantasia e i sogni servono, ma crescere è inevitabile. Peter Pan torna alla sua Isola lasciando padre e figlia cambiati: Arturo capisce quanto sia necessario conservare l’infanzia dentro di sé, Wendy decide di crescere senza dimenticare la dimensione fantastica.

 

Eccentrici Dadarò nascono nel 1997, da un desiderio di in-stabilità. Stabilità nel tentativo di dare concretezza e continuità a un progetto; in-stabilità nella scelta di mantenere un’assoluta libertà di sperimentazione espressiva, cercando di non assestarsi linguisticamente e stilisticamente su quanto raggiunto in precedenza. Proprio questo elemento di eterogeneità ha permesso la realizzazione di progetti artistici destinati a tipologie di pubblico differenti e proposti con linguaggi distinti. I diversi premi nazionali e Internazionali vinti nel corso degli anni e i più di 200 spettacoli realizzati annualmente in tutta Italia e Europa, hanno fatto della Compagnia una delle realtà più solide del panorama teatrale italiano di questi anni. L’Associazione ha sede a Caronno Pertusella (Varese).

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