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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

 

 

 OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA.

Il pellet è il nuovo combustibile ecologico che può essere utilizzato in stufe, camini e caldaie al posto dei tradizionali ceppi di legno. Questa volta, però, le circa 38 tonnellate, detenute da un rivenditore del posto, prodotte nell’Europa dell’Est e destinate al mercato italiano, esposto per la vendita, evidentemente non erano proprio in regola, in quanto prive di qualsivoglia informazione a tutela del consumatore ignaro dell’origine e della composizione di quanto acquistato.

Per questo i Finanzieri della Tenenza di Putignano, nell’ambito del loro diuturno controllo economico del territorio lo hanno sottoposto a sequestro in attesa che venga accertata la reale composizione del materiale.

L’attuale normativa, infatti, proprio per tutelare i consumatori e scongiurare eventuali rischi e pericoli nell’uso di questo combustibile sempre più diffuso, impone dettagliati obblighi di informazione e certificazione della qualità, origine e provenienza.

Il responsabile è stato segnalato alla competente Camera di Commercio per l’applicazione delle relative sanzioni previste a norma di legge.


Ieri sera a palazzo di Città, il Sindaco Stefàno e l'Assessore Scasciamacchia hanno incontrato istituzioni, enti, ordini professionali, associazioni datoriali di categoria, mondo dell'associazionismo sportivo per presentare la bozza di Piano delle Coste previsto dalla Legge Regionale n. 17 del 10 aprile 2015. Presenteall'incontro anche parte della maggioranza e della giunta. 
L'Assessore Gionatan Scasciamacchia ha preannunciato che nel prossimi giorni il Comune di Taranto  incontrerà le forze politiche di minoranza e le parti intervenute al fine di poter condividere e discutere la bozza del nuovo piano.

 

A DUE PERSONE ABITUALMENTE DEDITE ALL’ATTIVITA’ USURARIA. PROVVEDIMENTO DEL TRIBUNALE DI TARANTO.

 

 

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Taranto hanno eseguito un decreto di confisca emesso in applicazione del “Codice Antimafia” (D.Lgs. 159/2011) di 13 fabbricati, 20 appezzamenti di terreno, 3 complessi aziendali, 61 automezzi e 3 motocicli, per un valore complessivo di 6 milioni di euro, sequestrati preventivamente nel mese di febbraio 2015.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Taranto - Seconda Sezione Penale - è l’epilogo di un’attività di polizia giudiziaria condotta, congiuntamente dal Nucleo di Polizia Tributaria e dalla Compagnia di Martina Franca nei confronti di due imprenditori martinesi, padre e figlio, già tratti in arresto dalle Fiamme Gialle nel mese di luglio 2014, allorquando furono accertate condotte illecite di usura ed estorsione aggravata da minacce, con l’applicazione di tassi annui usurari fino al 470%.

I “curriculum” delinquenziali delle predette persone  evidenziavano, per il padre condanne per reati di “usura”, “estorsione” ed “abusiva attività finanziaria”, oltre che numerosi precedenti di polizia consistenti in denunce per gravi reati così come il figlio che pur non vantando condanne ha annoverato un carico pendente di rilievo tra i quali vari episodi di estorsione ed usura. Tali elementi hanno evidenziato la sussistenza del presupposto soggettivo della “pericolosità sociale”, richiesto dalla legge per avanzare la proposta di misura di prevenzione.

Altro requisito normativo è la sproporzione dei beni confiscabili nella disponibilità diretta od indiretta dei proposti rispetto al reddito dichiarato; in tale ambito i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria hanno rilevato dal 1986 al 2013 i redditi dichiarati dal nucleo familiare confrontandoli con le spese e gli impieghi sostenuti rilevando annualmente una determinante sproporzione.

In particolare negli ultimi dieci anni, i redditi dichiarati dai proposti erano pari a zero o modesti per alcune annualità a fronte di corposi investimenti immobiliari.

Tra i beni confiscati sono rientrate le quote di capitale di due società immobiliari ed un’attività di commercio autoveicoli, tutte ubicate a Martina Franca, nonché due fabbricati siti in Emilia Romagna ed in Calabria.


 

Unitamente alle proprie Federazioni di categoria Fim, Filca, Fisascat, Fit, Flaei.

 

Il Coordinamento territoriale Ilva, Appalto, Indotto é finalizzato a monitorare gli sviluppi concernenti la vendita e la presa in carico o, in subordine, l’affitto dello stabilimento Ilva di Taranto, che si concluderanno entro il 30 giugno p.v.Il primo incontro di insediamento ha fatto il punto sullo stato attuale delle vertenze che coinvolgono sia i lavoratori diretti che quelli dell’appalto, dell’indotto e dei servizi e sulle specificità settoriali che spesso si intersecano. Presieduto da Antonio Castellucci, Segretario generale Cisl Taranto Brindisi, il Coordinamento ha preso anche in esame alcuni recenti, positivi sviluppi riguardanti il presente ed il futuro produttivo ed occupazionale del siderurgico ionico nel contesto più generale del Gruppo Ilva, a cominciare dalla recente conversione in legge al Senato dell’ultimo, specifico Decreto e dal via libera concesso dalla Commissione Concorrenza europea a proseguire i lavori di ambientalizzazione del processo produttivo e in quelli di aggiornamento della dotazione impiantistica dello stabilimento ionico. Il Coordinamento, altresì, ha confermato l’auspicio che il Governo sappia, in tempi brevi, individuare soggetti realmente interessati ai destini del Gruppo Ilva onde favorire le migliori soluzioni di conferma della produzione siderurgica e industriale nel Paese e, in particolare, a Taranto.Il Coordinamento, infine, ha deciso di convocarsi con ricorrente periodicità, per fare il punto sulle vertenze in essere e sulle loro evoluzioni.


 

LA CONFCOMMERCIO DI TARANTO LANCIA L'ALLARME

Balordi  in azione a Italia Montegranaro. Questa volta i vandali colpiscono il cuore  del  quartiere.

A farne le spese è Piazza Sicilia, il luogo di incontro dei bambini, delle mamme e degli anziani del quartiere.  <<Una fontana divelta, arredi urbani e aiuole danneggiate dalla idiozia  di chi trova uno sfogo per  le proprie frustrazioni – è l’amaro commento di Giuseppe Spadafino, presidente della locale  Delegazione Confcommercio - nella furia distruttiva.>>

 Purtroppo  non è la prima volta che quest’area urbana viene presa di mira: già durante le festività di Natale si sono verificati raid notturni contro le casette e gli arredi del Villaggio di Babbo Natale, così come più volte nel passato sono stati danneggiati alberi e arredi.

 <<Fa specie notare  come quella stessa  città che sabato è scesa per strada per rivendicare la presenza a Taranto di una istituzione culturale  come la Soprintendenza, debba poi  - commenta ancora Spadafino- fare i conti con situazioni che (l’altra notte, per l’ennesima volta, sono stati incendiati a Paolo VI dei cassonetti)   sono generate dal degrado socio-culturale e soprattutto da quella mancanza di valori che purtroppo caratterizza ampie fasce di  giovani. Al dispiacere di vedere danneggiata la nostra piazzetta, il luogo simbolo  del quartiere, un paio di anni fa  faticosamente restituita a cittadini, ed in particolare ai piccoli ed ai nonni,  dopo un decisivo intervento della Amministrazione comunale, si aggiunge il rammarico di dover constatare che abbiamo ancora tanta strada da fare in questa nostra non sufficientemente amata città. Altro che capitale della  cultura!>>


 

I Carabinieri del Reparto Operativo hanno eseguito 2 ordinanze di custodia cautelare.

 

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto hanno dato esecuzione, presso le Case Circondariali di Lecce e Cosenza, a 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP del Tribunale di Leccedr. Stefano SERNIA, su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica di Lecce - Direzione Distrettuale Antimafia - dr. Alessio COCCIOLI, nei confronti di LOCOROTONDO Francesco, classe 1958, detto “Scarpa Longa”, pluripregiudicato di Crispiano, già accusato di avere un ruolo di rilievo all’interno della Sacra Corona tarantina egià esponente del gruppo MODEO negli anni Novanta e di D’ETTORRE Salvatore, detto “Totore”, lizzanese classe 1970, pluripregiudicato.

Entrambi i soggetti erano giàstatitratti in arresto nel mese di giugno 2014 nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “The Old”, avviata nel 2011 e condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dell’Arma ionica, sempre sotto il coordinamento del Sost. Procuratore Alessio COCCIOLI e sono tuttora in regime di custodia cautelare, rispettivamente il primo presso la Casa Circondariale di Cosenza ed il secondo preso quella di Lecce. I due furono arrestati, unitamente ad altri trenta soggetti, tutti ritenuti appartenenti ad un’associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, porto e detenzione di armi ed esplosivi, operante in questa provincia, in particolare il LOCOROTONDO come promotore con la dote di “medaglione con catena” - massimo livello nell’ambito dell’associazione mafiosa “Sacra Corona Unita”.

Le indagini del Nucleo Investigativo, dirette dalla D.D.A. salentina, avevano consentito di accertare l’esistenza di un organigramma criminale di stampo mafioso, operante nell’ara orientale ed occidentale della provincia ionica facente capo a LOCOROTONDO e ai fratelli pluripregiudicati e capi dell’omonimo gruppo criminale operante in Lizzano, CAGNAZZO Cataldo e Giovanni Giuliano, quest’ultimo denominato “Il vecchio”.

 Nell’ordinanza in questione il G.I.P. d.ssa Cinzia VERGINE aveva osservato che mai come in quel caso risultava presente tutto il catalogo degli elementi costitutivi rivelatori della mafiosità di un sodalizio criminale censiti con certezza.

In atto, LOCOROTONDO è in attesa di giudizio per i reati contestati, mentre D’ETTORRE, all’esito del giudizio di Riesame, è detenuto per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Dalle attività d’indagine alla base delle odierne ordinanze, emesse per il reato di concorso in estorsione aggravata dall’appartenenza ad associazione mafiosa, è invece emerso che, fino ad ottobre 2013,i due avrebbero costretto il titolare di un’impresa operante in questa provincia a consegnare loro somme di denaro a titolo estorsivo, avvalendosi nell’illecita richiesta delle condizioni di assoggettamento ed omertà tipiche delle associazioni di stampo mafioso.

In particolare, come emerso dalle intercettazioni telefoniche, il LOCOROTONDO, dimostrandosi persona assolutamente scaltra e diffidente, in grado di evitare termini minacciosi o comunque compromettenti, avrebbe incaricato – con cadenza mensile - il D’ETTORRE, di incontrare l’imprenditore sottoposto ad estorsione, asseritamente per “prendere un caffe’’”, locuzione che, in linguaggio criptico e convenzionale, secondo gli inquirenti, significherebbe percepire l’indebito profitto, tant’è che il LOCOROTONDO, all’esito della ricezione del danaro, avrebbe lamentato che la somma non bastava neanche “a pagare uno stipendio”; in altre circostanze, il passaggio di danaro viene indicato, sempre in linguaggio convenzionale, comeinteressamento all’acquisto di un rimorchio o un camion.   

Nel provvedimento odierno, il GIP del Tribunale di Lecce dr. SERNIAha quindi riconosciuto e sottolineato l’evidente situazione di assoggettamento della vittima ai correi, al punto da far apparire l’illecito legame quasi come confidenziale, in termini di profonda rassegnazione e sottomissione alla forza di intimidazione discendente dalla notoria mafiosità del LOCOROTONDO.   

L’attività si presenta quindi come un’indagine che conferma quanto emerso nell’operazione “The Old” in termini di affari illeciti del clan; di rigore delle regole interne e struttura gerarchica con rigida ripartizione dei ruoli; il particolare vocabolario degli affiliati che comprendeva sintomatiche locuzioni, quali “famiglia”, “cupola”, “giuramento”, “società”, “appartenenza”, “parrocchia”, estendendosi all’indicazione delle “doti”, intese quali gradi nell’ambito della malavita, con “battesimi”, perlopiù effettuati presso la masseria dei fratelli CAGNAZZO, intesi come affiliazione di prima, di seconda, di quarta, nonché l’indicazione del “taglio”, che evocava la piccola ferita con sanguinamento che suggella l’affiliazione e la correlata acquisizione del “diritto di parola” in seno al sodalizio.


 

 

 

L'AMIU: I CITTADINI COLLABORINO, MA SERVONO COMUNQUE PIÙ CONTROLLI

Nella scorsa notte, nel quartiere Paolo VI, sono stati dati alle fiamme alcuni cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani nei pressi dell’isola ecologica di viale Cannata.

Il fenomeno non è purtroppo limitato a questo episodio: nell’ultima settimana se ne sono verificati altri due, sempre localizzati in quest’area periferica, con l’immaginabile conseguenza dei disagi arrecati alla cittadinanza in termini di disservizi e agli operatori in termini di attività impreviste.

Il rogo di cassonetti, però, non è l’unico fenomeno da contrastare. L’azienda sta facendo fronte anche a episodi di furti e spostamenti: i cassonetti, infatti, vengono utilizzati per spostare merci di varia natura e non sempre i nostri operatori riescono a recuperarli.

La tempestiva sostituzione delle suppellettili danneggiate e derubate, misura necessaria che comporta comunque notevoli costi in più per la gestione del servizio, non è in ogni caso sufficiente se non accompagnata da un aumento dei controlli da parte degli organi preposti, per altro verso già efficaci. Per questo motivo auspichiamo, anche da parte degli abitanti del quartiere, una maggiore collaborazione per limitare questi fenomeni, fino alla loro completa eliminazione.


 

Corsi e seminari
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NELL’AMBITO DELLE AZIONI DI SVILUPPO DEL TERRITORIO, FORMARE PUGLIA HA MESSO A PUNTO UN PROGRAMMA DI CORSI DI FORMAZIONE SUI TEMI SPECIFICI RIGUARDANTI GLI APPALTI PUBBLICI DI LAVORI E ANTICORRUZIONE PER LE SEDI DI TARANTO E DI FASANO (BR).
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PER INFO CONTATTARE FORMARE PUGLIA DAL LUNEDI AL VENERDI DALLE 9.00 ALLE 13.00, TELEFONANDO ALLO 099 6614691 O AL CELL. 347 5322995, O INVIARE UNA MAIL A Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o recarsi nella sede di via Temenide 117 a Taranto.


 

Venerdi 29 gennaio presso il Circolo Sel Lizzano, si è tenuto un incontro pubblico, aperto alla cittadinanza, sul tema della discarica Vergine.All'incontro ha partecipato il consigliere regionale Cosimo Borraccino. I presenti hanno convenuto sul fatto che l'impianto è altamente pericolosoe va quindi messo in sicurezza e chiuse.

Ecco il resoconto

 

Come avvenuto in passato, in momenti diversi, il nostro Circolo Sel Lizzano continua ad occuparsi e preoccuparsi dell'ambiente dei nostri concittadini, denunciando dove occorre le problematiche e i pericoli che corre il nostro territorio. Ci siamo occupati a più riprese del depuratore di Lizzano e dello sversamento a mare o in falda, con conseguente inquinamento della nostra marina e questa volta insieme al nostro consigliere Borraccino, abbiamo voluto dare un'ulteriore informazione e resoconto della situazione della discarica così vicina al nostro territorio e che preoccupa tante famiglie nel circondario.

 

A conferma dell'impegno preso da Cosimo Borraccino nel sostenere la difesa del nostro territorio, a

distanza di un solo mese dall'incontro che si ebbe in Regione con l'assessore all'Ambiente Santorsola, presenti anche rappresentanti dei comuni interessati dalla discarica e associazioni ambientaliste, Borraccino puntualmente ha relazionato i nostri concittadini lizzanesi sulla situazione discarica e sulle iniziative e azioni politiche che si stanno attuando al fine di risolvere tale emergenza.

 

Tale discarica, chiusa e priva di Autorizzazione Integrata Ambientale da aprile dello scorso anno, sta diventando, paradossalmente da quando è  inattiva, ancora più pericolosa per l'ambiente e la salute dei cittadini del territorio che la circonda, per via dello stato di abbandono e della mancanza di manutenzione ordinaria con rischi di perdita di percolato pericoloso.

 

Borraccino ha evidenziato in un breve excursus, sulla base di quali dati e rilevamenti a norma di legge, si può procedere con azioni legislative per richiedere la messa in sicurezza e la conseguente chiusura dell'impianto ed ha potuto chiarire ulteriormente la presa di posizione politica netta rispetto a questa problematica, dichiarando anche a nome di tutti i compagni del Circolo di voler essere sempre presenti e lavorare affinché si raggiunga l'obiettivo fondamentale di messa in sicurezza della discarica e di procedere alla chiusura della stessa.

 

Il problema delle discariche nella nostra provincia è estremamente grave, basti pensare alla discarica chiusa di Manduria, che obbliga tutti i comuni limitrofi, che prima conferivano lì i rifiuti, a trasportarli sino a quella di Massafra con ulteriore ampliamento di quest'ultima ed innalzamento dei costi per i cittadini dei nostri comuni. Il problema è grave e va gestito con azioni serie e di tutela sia dell'ambiente che della salute dei cittadini, sempre nel rispetto delle leggi.

 

Inoltre, ha continuato Borraccino, nel Bilancio di Previsione Puglia che due sere fa è stato licenziato in commissione bilancio in Regione, ci sono ulteriori stanziamenti economici per questa stessa finalità ed è notizia delle ultime ore che i carabinieri del Noe di Lecce, su decreto del gip del tribunale di Lecce, hanno eseguito un sequestro preventivo fino alla concorrenza di 6,3 milioni di euro nei confronti della società Alfa srl, con sede in Calenzano (Firenze), già denominata Vergine srl. Parte di queste risorse dovrebbero essere recuperate, come da norma di legge, per il ristoro e la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza dell'impianto.

 

L'incontro si è concluso con l'impegno del consigliere Borraccino e dei compagni del Circolo Sel di Lizzano di procedere con assoluta determinazione verso gli obiettivi elencati, mettendo in campo tutte le azioni politiche ed economiche possibili a norma di legge, affinché si riesca finalmente a mettere la parola fine ad una brutta pagina della nostra storia locale.

Gian Luca Lecce

 

 

 

Continuano i controlli dei Carabinieri della Compagnia di Martina Franca nei confronti degli esercizi commerciali insistenti nella giurisdizione di competenza.

Si tratta di servizi ispettivi esperiti con la finalità di prevenire e reprimere i reati in genere, nonché di accertare se celate dietro le attività commerciali possano esservi attività di natura illecita ed infine quello di verificare il rispetto delle norme di igiene e sicurezza in materia alimentare e sanitaria. I controlli in parola hanno avuto luogo nel Comune di Martina Franca ed hanno riguardato in particolare due bar-pasticcerie. In entrambi i casi i locali sono apparsi in linea con le previste normative in materia igienico-sanitaria, nonché in materia di licenze ed autorizzazioni.

Tuttavia, nei confronti del titolare di uno dei due bar è stata comminata la sanzione amministrativa di € 1.000,00 in ottemperanza all’art. 6 comma 5 del D.Lgs. 193/2007, in quanto al momento del controllo in alcuni punti le pareti del laboratorio erano logore e prive di mattonelle. Simili controlli proseguiranno con cadenza regolare nel territorio della Compagnia di Martina Franca.

 


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