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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Diversi percorsi didattici scelti per gli alunni

Rosa Guerriero

PALAGIANO - Ha avuto una partecipazione convinta e condivisa degli alunni dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” la 16^ edizione della Giornata della Memoria. I ragazzihanno fattivamente contribuito a mantenere vivo il ricordodella Shoah,non prima di aver seguito un percorso didattico strutturato in più fasi. Dopo la preliminare scelta degli argomenti da parte degli insegnanti tutto è stato proiettato ed adeguato  alla possibilità di comprensione degli allievi, evitando rappresentazioni realiste dell’orrore e resoconti troppo analitici. Il percorso ha avuto inizio con l’assunzione previa lettura della legge n. 211 del 20 luglio 2000 del Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo (nazismo) e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. In seguito gli alunni hanno analizzato e discusso testi e poesie inerenti l’argomento. Durante le discussioni tanti sono stati i dubbi e gli interrogativi espressi dagli alunni su quanto veniva loro raccontato e molto alto l’interesse dimostrato. Inoltre sono stati realizzati striscioni, stelle di David e un plastico di un campo di concentramento che gli allievi hanno utilizzato nella marcia organizzata da tutte le scuole di Palagiano il 27 gennaio. Per l’occasione tutti gli alunni hanno sfilato, con i rispettivi dirigenti, per le vie del paese. La manifestazione si è conclusa presso la piazza Falcone Borsellino dove ogni dirigente scolastico e il sindaco hanno ringraziato tutti i presenti e hanno ricordato i momenti terribili accaduti durante l’olocausto. L’ultima fase del percorso didattico ha previsto la visione del film “Storia di una ladra di libri” proiettato presso la multisala Seven di Gioia del Colle.

Domenica 7 febbraio presso il centro commerciale Mongolfiera, a partire dalle ore 9.30, si terrà la seconda edizione de “La festa del cane”, sfilata amatoriale per cani. Si tratta di una giornata interamente dedicata agli amici a quattro zampe e a chi, da sempre, li ama. Socializzazione, amore, allegria, sono i principi su cui si basa la manifestazione organizzata dall’Associazione Armonia Onlus. L’evento è totalmente gratuito, è patrocinato dal comune di San Giorgio Ionico ed è dedicato a tutti i "pelosi" indipendentemente dalla razza o dal pedigree. La prima edizione si è tenuta il 10 Maggio 2015 a San Giorgio Ionico ed ha visto la partecipazione di 70 iscritti. Durante la manifestazione è stata consegnata una targa a Edoardo Stoppa per l’impegno profuso in favore degli animali.

Quattro le categorie:Lady Cagnolina (cani femmine),Mr. Cane (cani maschi), Barbetta Bianca (cani dai 7 anni in su), Puppy (cuccioli dai 5 ai 12 mesi). La giuria, formata da medici veterinari e competenti del settore, giudicherà tutti i cani di razza allo stesso modo dei meticci. Inoltre durante la manifestazione è prevista la dimostrazione del cane sordo Blu Blu e il disc-dog del cane Falco a cura dell’associazione “ASD A tutta coda”, obbedienza avanzata del cane Paco con Francesco Solare. Ad accompagnare l’iniziativa stand di associazioni animaliste. Special guest Gianfranco De Leonardis e Glory dell’associazione Acos di Lecce.

“Siamo molto felici di questa nuova e bellissima manifestazione che si terrà domenica qui al centro commerciale Mongolfiera – dichiara Stefano D’Errico, direttore -. Gli animali sono per tutti noi dei grandi amici e i cani in particolar modo e credo che con questa iniziativa faremo felici soprattutto i bambini che ne potranno vedere moltissimi e divertirsi con le loro esibizioni”.

 

Una delle questioni su cui i tarantini vorrebbe delle risposte è perche il Porto del capoluogo ionico ha chiuso i battenti, perchè dopo tanti anni di attività si è ritornati all'anno zero, lasciando "per strada" oltre 500 lavoratori e famiglie. Abbiamo letto un interessante articolo del periodico specializzato Euromerci che riporta una intervista a Giancarlo Russo, Vice Presidente di Assologistica ed ex Manager della TCT, la società che gestiva le attività portuali, da cui sicuramente possiamo ricavare delle risposte.  

Una delle domenade poste al Capitano Russo è stata infatti la seguente e che, per la sua importanza, riprendiamo integralmente:

"COME VALUTA QUANTO È ACCADUTO E IL “RITIRO” DALLA SCENA TARANTINA DELLE DUE TRA LE PIÙ GRANDI COMPAGNIE ARMATORIALI MONDIALI?

II nostro paese e,specialmente,il Mezzogiorno devono sempre più essere in grado di attrarre capitali  e investimenti stranieri.Su questo siamo tuttid’accor- do,allora come si può valutare una situazione che ha portato all’esatto contrario, alla perdita di due presenze estere così rilevanti? Prima di sottoscrivere a Roma l’accordo dell’aprile 2012,Evergreen aveva già annunciato l’incremento della portata delle sue navi,necessario per essere in grado di fronteggiare la sfida dei grandi armatori del trasporto marittimo. Non solo, ma da tempo aveva anche denunciato le forti difficoltà a lavorare sul terminal per una carente protezione offerta dalla diga foranea, per I’inadeguatezza dei fondali e delle banchine, per gli ineffcienti collegamenti infrastrutturali, per l'esclusione dall'utilizzo di banchina e piazzali, già assegnati con l'atto concessorio, causa il permanere in loco di un terminal rinfuse. Nell'accordo romano, le istituzioni presero l'impegno di ammodernare la banchina di ormeggio, di fare i necessari dragaggi e la vasca di colmata, di adeguare l'area del terminal rinfuse, di realizzare la diga foranea. Impegni non mantenuti. Se a Taranto purtroppo non siamo stati in grado di soddisfare, nei tempi concordati, la domanda di un mercato già presente nel nostro territorio, non si possono demonizzare aziende che hanno portato in Italia e nel sud del paese capitali esteri per creare sviluppo e che negli ultimi anni hanno ripianato perdite per 150 milioni di euro.

Un'altra domanda che ha attirato la nostra attenzione, soprattutto per capire quale potrebbe essere il futuro del Porto di Taranto e dei sui lavoratori attualmente in Cassa Integrazione che non sanno cosa gli attende domani. è la seguente:

COSA SERVE AL PORTO DI TARANTO?

Un sistema di governance che,da un lato,sia in grado di portare avanti con fermezza le opere previste dal Piano regolatore portuale,assumendosi la piena responsabilità sui tempi di realizzazione,e che, dall'altro, sappia dialogare con le multinazionali e con quegli operatori esteri che controllano le merci e che possano essere interessati al nostro porto, considerandolo competitivo per il loro business. Lo scalo deve anche allargare i suoi obiettivi,andando oltre la sua funzione di trans shipment,che ovviamente va salvaguardata:una volta che sarà dotato di un'infrastruttura adeguata alle esigenze del mercato e le navi torneranno a scalarlo,si dovrà puntare alla manipolazione delle merci, grazie ad attività retroportuali che diano valore aggiunto e che generino Pil per il territorio.Infatti, sono convinto che il porto di Taranto,rendendo più effcace e razionalizzandol a sua corografa,si possa offrire al mercato non solo come hub di transshipment,ma anche come gateway per ulteriori commodity e servizi logistici.

Il testo integrale dell'intervista la potete leggere sul periodico Euromerci.



 

 

Il Consigliere Regionale Cosimo Borraccino, Presidente II Commissione (Affari generali e Personale), plaude al lavoro svolto nei 12 anni dalla società di gestione che ha consentito di passare da 1 a 7 milioni di passeggeri.


 

Sono grato alla società di gestione degli aeroporti pugliesi per aver svolto in questi 12 anni un lavoro molto importante sul nostro territorio e per aver contribuito a stravolgere positivamente il sistema aeroportuale pugliese.

Fino al 2002, tra Bari e Brindisi, si registrava un traffico passeggeri, da e per la Puglia, poco superiore al milione.

Grazie alle capacità del management di Adp e alle competenze dei suoi manager, oggi in Puglia viaggiano più di 7 milioni di passeggeri, poco meno del doppio dell'intera popolazione della nostra regione.

 Tutto questo è stato possibile anche grazie alle lungimiranti scelte commerciali che hanno potuto consolidare accordi con grosse compagnie aeree come l'irlandese Ryanair.

 Dal 2002 ad oggi la Società AdP ha potuto contare investimenti per centinaia di migliaia di euro, motivo che lascia apprezzare, ancora una volta, le indiscusse capacità di alcuni manager, probabilmente, ad oggi, troppo  ingiustamente criticati, colpevoli di aver portato beneficio ai conti di una società pubblica, che sino al 2000 era fortemente indebitata (ricapitalizzata per 8 miliardi delle vecchie lire dalla Giunta Fitto), a discapito dei contribuenti pugliesi.

 Il merito va riconosciuto, inoltre, per la capacità di realizzare le opere in tempi record, basti pensare all'ampliamento dell'aeroporto di Grottaglie nel 2006, compiuto per mano dello staff interno alla società di gestione, in poco più di un anno solare e con un investimento di circa 100 milioni di euro.

Sugli scali pugliesi, dal 2002 ad oggi, sono stati spesi oltre 700 milioni di euro, tutti a beneficio dell'ampliamento di infrastrutture aeroportuali, impianti e servizi, a disposizione delle Compagnie aeree che trasportano da e per la regione milioni di passeggeri, che producono lavoro, ricchezza economica e culturale per la Puglia.

 Da consigliere regionale, dinnanzi a tanto, non posso che provare apprezzamento per il lavoro che è stato svolto e che ancora continuano a svolgere i manager della società Aeroporti di Puglia S.p.A.

 Riconosco il merito di un'ottima gestione dell'azienda e della capacità di chiudere bilanci in positivo da oltre 10 anni. Insomma, si può dire che, senza ombra di dubbio, grazie ad AdP gli scali pugliesi sono stati continuamente caratterizzati da investimenti importanti, rivolti sopratutto alla crescita del traffico passeggeri e del traffico cargo.

 Trovare in Italia e forse anche in Europa, una società di gestione, capace, come Aeroporti di Puglia, di trasformare così radicalmente il sistema aeroportuale,e contribuire allo sviluppo economico della regione, sia, di questi tempi, cosa molto difficile.  Perciò, mi chiedo, se sia cosa giusta, intervenire sull'assetto societario in un contesto così florido.

 "Squadra che vince non si cambia"!!!!

 Per questo, credo, valga la pena continuare a vincere con questi manager, prima ancora che si corra il rischio che altri possano portarceli via!

 

Cosimo Borraccino

Consigliere Regionale     

Presidente II Commissione (Affari generali e Personale)

 


 

La manutenzione delle caldaie: abbattere i consumi, garantire la sicurezza dell’impianto e assicurare la giusta temperatura degli appartamenti.

E’ noto come diversi enti (Comuni, Province, Asl, Inail, Vigili del Fuoco etc.) possano intervenire nel controllo della sicurezza ed efficienza delle caldaie a volte anche con sanzioni notevoli; ma è anche noto come un buon funzionamento garantisca sicurezza efficienza e rispetto delle regole.

La manutenzione delle caldaie è indispensabile e obbligatoria in primo luogo per assicurarsi in casa una giusta temperatura, per consumare meno, per non inquinare (il 25% dell’inquinamento dipende dalle caldaie) e per avere il massimo della sicurezza da incidenti derivanti da monossido di carbonio, perdite di gas etc. Inoltre, attuando un programma di verifica delle caldaie in rispetto con le tante norme di settore, si evita di incorrere in sanzioni che possono essere irrogate da Comuni, Province o da enti quali Asl, Inail, Vigili del Fuoco etc.

Dal 2013 è operativo il DPR n. 74, norma in materia di controlli sull’efficienza energetica dei sistemi di climatizzazione (caldaie e condizionatori), che si aggiungono a quelli per la sicurezza. Le norme attuali, che delegano alle regioni di legiferare in materia, per i controlli di efficienza energetica (vedi regione Puglia) prevedono una verifica obbligatoria ogni due anni.

Per le verifiche di sicurezza si fa riferimento alle prescrizioni del costruttore dell’apparecchio e/o dell’installatore,  che deve indicare, con un allegato alla dichiarazione di conformità, i tempi di cadenza delle manutenzioni (in genere ogni anno).

In definitiva si dovrebbe fare la manutenzione annualmente con una verifica di efficienza (analisi di combustione etc.) ogni due anni e il generatore deve sempre dare un’efficienza che rispetti i minimi previsti dalle norme. In caso di difetto va sostituita la caldaia o il generatore di calore.

A partire dal 16 ottobre 2014, con il DM n. 74, si stabilisce che ogni caldaia debba essere fornita di un nuovo libretto d’impianto indispensabile per la registrazione di tutte le operazioni da eseguire sui generatori, ma utile anche ai fini della redazione dell’attestato di prestazione energetica, da allegarsi obbligatoriamente in tutti gli atti di compravendita e nei contratti di affitto; le manutenzioni e gli attestati di prestazione energetica verranno inviati all’ufficio regionale deputato.

L’obbligo della manutenzione, con il relativo costo, è a carico di chi occupa e conduce l’immobile e la norma prevede una sanzione a carico del responsabile dell’impianto (conduttore o terzo responsabile) da 500 a 3000 Euro in assenza di tali verifiche.

Si rammenta infine che la manutenzione può essere eseguita solo da tecnici iscritti alla Camera di Commercio  in base alla norma 37/08  ed ai quali siano già stati riconosciuti i requisiti con le lettere C ed E della stessa norma.

Gli stessi obblighi valgono per gli impianti alimentati a pompa di calore dove, ai requisiti previsti dalla CCIAA si aggiunge – per quanto attiene gli installatori/manutentori - l’obbligo del possesso di patentino Fgas previsto dal DPR 43/12. Nel caso di impianti contenenti determinate quantità di gas fluorurati è obbligatoria anche la comunicazione una volta l’anno all’ISPRA con le relative verifiche annuali.


Nota informativa a cura di Michele Piccione, presidente regionale Unione impianti – CNA


 

«Taranto con il suo apparato industriale deve conservare la sua centralità nel sistema economico internazionale. In che modo il governo intende tutelate il territorio?»

In merito alle mobilitazioni in corso, riteniamo non più rinviabile da parte del governo il ribadire la strategicità di Taranto nel suo insieme. Confermiamo la necessità di ricevere risposte  - in termini di piani industriali e ambientali - sull’ambientalizzazione dello stabilimento Ilva, a prescindere dal suo post vendita.

Contestualmente rivendichiamo la tutela di tutti i livelli occupazionali dello stabilimento e dell’intero tessuto industriale di Taranto.


 

 

Il caso della commercializzazione dell'olio extravergine falsamente fatturato italiano. 

 "Occorre impegnarsi per far saltare i meccanismi che danno vita a veri e propri sistemi collaudati di contraffazione delle nostre produzioni. Un plauso va a chi ha bloccato questa ennesima e dannosa iniziativa e lavora quotidianamente in questa direzione". E' il commento del Senatore Dario Stefàno, coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia, alla notizia dell'operazione condotta in Puglia, Calabria e Umbria dalle Forze dell'Ordine, dalla Procura di Trani e dal ICQRF che ha impedito la commercializzazione di olio extra vergine di oliva falsamente fatturato italiano. "Questa notizia - continua Stefàno - arriva a poche ore di distanza da quella apparsa ieri sui giornali relativa al sequestro di 85 tonnellate di olive colorate con soluzioni a base di solfato di rame e ci ricorda quanto è drammatico il problema delle frodi alimentari, che danneggia i consumatori e i produttori onesti che della qualità hanno invece fatto la propria bussola. Il Made in Italy agroalimentare è sempre più al centro di una guerra ingiusta e sleale, se pensiamo anche alle iniziative dell'Ue, come quella ultima sull'importazione dell'olio tunisino, che piuttosto che supportare e valorizzare uno dei nostri settori più strategici, rema decisamente contro”. "Accanto al buon lavoro delle Forze dell'Ordine e degli organismi di controllo -  conclude Stefàno - , ci deve essere un impegno a incentivare, attraverso norme precise, la  trasparenza nelle filiere e la tracciabilità delle produzioni. Solo così daremo una mano al Made in Italy e ai nostri produttori e proteggeremo nel contempo i consumatori".

 

Sulla questione si registra anche l'intervento della Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto che esprime soddisfazione per l'operazione condotta dall’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf), e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, che ha portato al blocco di un vasto e collaudato sistema di frode, radicato in Puglia e Calabria, nel settore oleario. L’operazione, denominata «Mamma mia», ha consentito di bloccare la commercializzazione di oltre 2.000 tonnellate di olio extravergine di oliva falsamente fatturato italiano, per un valore di oltre 13 milioni di euro.

Sul territorio sono diventate frequenti le operazione di sequestri di prodotti contraffatti ad opera delle forze dell'ordine. L'unica arma per difendere le nostre produzioni tipiche e' quella di smascherare le contraffazioni. Tutto il settore agroalimentare e le sue produzioni subisce questa situazione, dal latte, al vino, al grano, all'olio, passando per il settore ortofrutta. Oltre la concorrenza dei prodotti provenienti dall'estero il settore agricolo subisce la contraffazione e l'agropirateria.     

Sono otto gli indagati, accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali, connessi a un giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro, attestanti il commercio di duemila tonnellate di olio italiano fittizio. A seguito di una complessa attività di analisi e a un minuzioso lavoro di ricostruzione documentale, gli investigatori dell’Icqrf hanno accertato che, negli anni 2014 e 2015, oltre duemila tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da Spagna e Grecia sono state commercializzate come olio 100% Italiano. Il complesso sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese cartiere pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l’origine nazionale di olio extravergine di oliva, in realtà spagnolo e greco che, attraverso triangolazioni documentali, arrivava agli imbottigliatori già designato come Made in Italy, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato.

Un plauso ed un ringraziamento quindi per l'operazione e un invito a continuare su questa strada, anche se comprendiamo che ci sono risorse risicate per tali attività investigative. La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto invita la politica a destinare maggiori risorse agli organi investigativi allo scopo di smascherare il falso e le contraffazioni e per difendere il vero made in Italy

 

Valeria Parrella “rilegge” in chiave contemporanea il più classico dei miti

 

«Se mi ami devi guardarmi». Fuori abbonamento, per la stagione di “Periferie”, sabato 6 febbraio 2016, alle ore 21 al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, va in scena Euridice e Orfeo di Valeria Parrella, regia e luci Davide Iodice, con Michele Riondino, Federica Fracassi, Davide Compagnone, Eleonora Montagnana, musica in scena Guido Sodo ed Eleonora Montagnana, spazio scenico, maschere e costumi Tiziano Fario, musiche originali Guido Sodo, produzione Fondazione Teatro di Napoli. Un evento in collaborazione con “Amici della Musica” Taranto. A seguire incontro con la Compagnia. Biglietto intero 25 euro, ridotto (under 30 e over 65) 20 euro. Info: 099.4707948.

È Euridice a chiedere a Orfeo di lasciarla andare, nella rilettura del mito classico che Valeria Parrella compie nel suo testo “Assenza”, adattato per la scena da Davide Iodice. Il titolo è invertito, non a caso. Non Orfeo ed Euridice, ma “Euridice e Orfeo”, perché all’eroina è affidato il compito di sciogliere il nodo, è lei che salva Orfeo. È lei che lo obbliga a scorgere la realtà, ad attingere alla verità della morte e della perdita. Orfeo non guarda Euridice, ma è lei che lo invita a guardarla come una necessità assoluta e pacificante.

La storia è tutta orientata alla filosofia della perdita e della elaborazione del lutto. Con questo testo la scrittrice napoletana rielabora il mito di “Euridice e Orfeo” con forza, originalità, coraggio, e lo fa parlare agli uomini e alle donne di oggi, proponendone una lettura struggente e attuale: una lettura che non dimentica Gluck, Cocteau, Rilke, Pavese, Bufalino e scava alle origini del mito, fino ai toccanti versi di Virgilio e Ovidio. Respexit, “si voltò indietro”, dicono i classici per descrivere il gesto fatale di Orfeo, che scende agli inferi per rapire la donna amata e la vede svanire proprio mentre si gira verso di lei. In quella intraducibile parola latina, la radice del rispetto si fonde con la disperazione della perdita.

Orfeo stringe forte a sé Euridice in una danza struggente e solitaria. Scorrono via meticolose e poetiche le parole che la Parrella ritaglia e dissemina in un tessuto musicale suonato dal vivo da Guido Sodo, anche autore, e da Eleonora Montagnana, che manovra un manichino dalle fattezze di Euridice. La regia di Davide Iodice orienta questo canto densissimo delle emozioni in una sola lingua commovente e precisa. E gli interpreti, rigorosi, vestono la precarietà dei sentimenti e la consistenza del lutto con la loro presenza viva di carne e voce. Michele Riondino è un Orfeo annegato nel dolore per la scomparsa della sua amata, Federica Fracassi infonde grazia e impenetrabile determinazione alla sua Euridice. Infine, Davide Compagnone è un Hermes traghettatore di anime e di pensieri.

 

Lo spettacolo sarà preceduto, alle ore 18.30 nel foyer delTaTÀ, dalla presentazione del libro Assenza. Euridice e Orfeo di Valeria Parrella. Conversa con l’autrice Giulia Galli. Promossa dall’assessorato all’industria turistica e culturale della Regione Puglia, l’iniziativa è organizzata dal Presidio del libro "Il Granaio", in collaborazione con il Crest. Ingresso libero.

 

Il nuovo Piano Triennale è stato illustrato dalla dirigente scolastica Antonia Lentino

di Antonio Notarnicola

E' stato elaborato dal Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”, sulla base dell’atto di indirizzo della Dirigente Antonia Lentino, il Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF).

Il presente Piano, adottato con delibera del Consiglio di Istituto, assume valenza triennale e diventa il documento rappresentativo di ciò che la scuola offre a tutti gli utenti sulla base delle pregresse esperienze educative, delle buone pratiche messe in campo, delle competenze e risorse professionali di cui dispone ponendo al centro del proprio agire il successo formativo di ciascun alunno.

Il PTOF si propone di innalzare i livelli di istruzione e le competenze degli studenti attraverso il rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascun alunno; la rimozione delle diseguaglianze socio-culturali e territoriali; la prevenzione e il recupero dell’abbandono e della dispersione scolastica.

Nel corso del Collegio dei Docenti la Dirigente ha chiarito che, tenuto conto degli orientamenti elaborati dal MIUR, il nuovo piano è stato articolato partendo da un aspetto imprescindibile: «lavorare per la migliore formazione degli alunni è possibile solo se la scuola può giovarsi della collaborazione dei genitori».

Questo il senso delle iniziative che li hanno già visti e li vedranno coinvolti nell’intento di consolidare un rapporto positivo e sinergico tra componente docente e componente genitori. L’aspetto più importante del PTOF tiene conto della centralità dell'alunno, la didattica plasmata sui loro interessi, sulla valorizzazione delle eccellenze e soprattutto sul sostegno e recupero degli alunni in difficoltà.

Come già consolidato negli anni precedenti, i ragazzi avranno l'opportunità di partecipare ad attività svolte sul territorio, anche a livello regionale, competizioni che già negli anni scorsi hanno fatto sì che i ragazzi del Giovanni XXIII si distinguessero. In sintesi la scuola deve essere vissuta come un impegno serio e un momento importante di crescita.

Anche la scuola di Palagiano, come tutti gli altri Istituti, non è indenne dalle quotidiane “difficoltà” dovute alla esigenza di conciliare efficacia ed efficienza, raggiungendo gli obiettivi di miglioramento con la più alta qualità ma con il minore dispendio economico, cosa di non facile gestione.

Da ciò segue la necessità di investire al meglio le non eccessive risorse economiche per garantire all'utenza un’offerta formativa di alto livello che, attraverso percorsi di personalizzazione degli interventi didattici coerentemente con la realtà scolastica in cui opera l’istituto “Giovanni XXIII”, favorisca lo sviluppo delle competenze chiave fissate a livello europeo.

La realtà territoriale, del resto, diventa sempre più complessa e, pertanto, senza un aiuto serio e concreto da parte delle istituzioni per la formazione delle nuove generazioni, tutto diventa più problematico.

Il segnale d'allarme che occorre lanciare è un disagio tangibile che va affrontato promuovendo politiche a sostegno delle nuove generazioni dove i tagli andrebbero convertiti in misure di supporto e sostegno per formare, sin dai primi anni della scuola, nuovi cittadini del mondo da cui scaturirà la futura classe dirigente, preparata e competente in una parola capace di affrontare con spirito critico le sfide che la vita riserva.

Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”, dunque, mira a cogliere tutti questi aspetti per investire sul capitale umano poiché promuovere l’acquisizione di saperi e competenze diventa fattore strategico per conquistare traguardi generazionali futuri.

 

Nel pomeriggio di martedì, dopo quasi tre ore di confronto tra i segretari generali di FIM FIOM UILM E USB , in cui si è analizzata la sempre più drammatica situazione del gruppo Ilva, le organizzazioni sindacali hanno convenuto di provare ad affrontare unitariamente alcuni dei temi più delicati della vicenda Ilva. "Pur con tutte le difficoltà e le diversità di vedute - spiega Francesco Rizzo del'Usb - si è deciso di avviare a partire dal 4 febbraio le assemblee unitarie, così come richiesto dai lavoratori , nelle quali verrà illustrato sia l'ultimo decreto, che nei fatti non garantisce né la salute e tanto meno l' occupazione, sia la situazione della trattativa sul rinnovo dei contratti di solidarietà". Per questo motivo il 9 febbraio al tavolo col governatore della Puglia siederà anche USB per discutere degli ammortizzatori sociali in scadenza per i lavoratori appalto Ilva (a partire dal mese di aprile centinaia di lavoratori rischiano di non avere nessuna copertura economica). Il 10 di febbraio inoltre ci sarà sciopero Ilva e Appalto Ilva indetto da Fim Fiom Uilm con un Sit in davanti la prefettura di Taranto con i lavoratori. "La partecipazione allo sciopero del 10 di febbraio di USB - spiega Rizzo - sarà legata al consiglio di fabbrica unitario previsto per venerdì 5 febbraio e alle indicazioni che riceveremo dai lavoratori nelle assemblee che partiranno domani. Valutiamo positivamente - conclude Rizzo - il tentativo di affrontare unitariamente alcune delle spinose questioni della vicenda Ilva coinvolgendo tramite le assemblee tutti i lavoratori che devono essere i protagonisti delle decisioni che riguardano il loro futuro".
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