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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

“Le ragioni del mio defenestramento e la caduta del governo cittadino non sono da ricercarsi nell'ambito della buona politica o dell'azione della mia amministrazione, ma nei beceri meandri delle vendetta e del rancore consumati, non attraverso un giusto dibattito e democratico dibattito politica di sfiducia al sindaco, ma nello scenario di cospiratori e di uno stucchevole andirivieni di firme di dimissioni presso studi notarili al quale per chi sa quali interessi, spero confessabili, si sono piegati alcuni componenti della mia maggioranza”. In una lettera di saluto e di ringraziamento ai dipendenti del Comune di Taranto, lo scrive l’ex sindaco, Rinaldo Melucci, la cui amministrazione è stata sfiduciata venerdì scorso con le dimissioni anticipate di 17 consiglieri comunali su 32. 

    Melucci sostiene che è stato tradito “di fatto per l'ennesima volta il mandato che il suffragio popolare aveva accordato al nostro programma elettorale. Probabilmente sono andato ben oltre i termini di un sentito ringraziamento a tutti voi, ma non potevo esimermi dall'esternarvi direttamente attraverso questo mio messaggio la delusione per questa mancanza di rispetto verso i basilari concetti della democrazia e della trasparenza. E stato l'elettorato a condurmi verso Palazzo di Città, dal quale esco varcandone la soglia, non per volontà dei cittadini ma, ironia della sorte, a causa di volgari intrighi di bassa politica”.

    “Il mio programma, anzi il nostro programma, denominato ‘Ecosistema Taranto’ e le sue direttrici di sviluppo guardano all’oggi ma soprattutto al domani ed alle nuove generazioni. Esso è vivo e vegeto e sarà materia di lavoro per quanti mi succederannoi di luogo a quanto gi meeti al di manico, le uove generio. Pi de gas regeso non farebbe gli interessi del nostro territorio. Ormai il solco, profondo, è tracciato. Chi derogasse da esso non farebbe gli interessi del nostro territorio. La conferma che esso è solido nei suoi saldi principi la si riscontra nelle più recenti dichiarazioni di autorevoli esponenti politici che hanno commentato che, al di là degli uomini che lo attuano, ‘il programma c'è! Bisogna continuare ad attuarlo’”, conclude. 

Dopo la caduta del Consiglio comunale di Taranto a seguito delle dimissioni presentate da 17 consiglieri, il Prefetto di Taranto, Paola Dessi, oltre a sospendere il Consiglio Comunale del Capoluogo, nelle more dell'emanazione del decreto di scioglimento da parte del

Presidente della Repubblica ha nominato Commissario per la provvisoria gestione dell'Ente il Prefetto, a riposo, Dott.ssa Giuliana Perrotta, che ha ricoperto numerosi incarichi nell'Amministrazione Civile dell'Interno, sia come Prefetto in sede che presso il Ministero.

"Il provvedimento - legge nell'atto- si è reso necessario a seguito delle dimissioni contestuali dalla carica di diciassette dei trentadue membri che compongono quel Consiglio comunale, circostanza che ha determinato il venir meno dell'integrità strutturale minima dell'organo in argomento (art. 141, comma 1, lettera b) n. 3 del D. Lgs. 267/2000). Successivamente si sono dimessi ulteriori due consiglieri. Come detto, Il prefetto di Taranto è intervenuto a meno di 24 ore dal deposito al protocollo del Comune delle firme di 17 consiglieri comunali relative alle dimissioni anticipate dalla carica. La dimissione della metà più uno dei consiglieri ha infatti immediatamente avviato la procedura di scioglimento del Consiglio e determinato la caduta della giunta comunale sino a ieri guidata dal sindaco Rinaldo Melucci, ex Pd, e ultimamente a capo di una coalizione civica. Le 17 firme sono 15 dell’opposizione di centrodestra e centrosinistra, più altri due esponenti della maggioranza del sindaco. Depositate e protocollate le 17 firme, se ne sono successivamente aggiunte ulteriori due, provenienti sempre dalla maggioranza che ha sostenuto il sindaco, ma queste non hanno influito sullo scioglimento anticipato dell’assemblea che si era già determinata. Perrotta, attualmente fuori dal servizio attivo, è nata a Campobasso, è entrata nel ministero dell’Interno nel 1981 ed è stata prefetto di Lecce, Enna e Cagliari.

    Melucci era al suo secondo mandato da sindaco, cominciato a giugno 2022 quando vinse il ballottaggio. Già il primo mandato di Melucci, eletto la prima volta nel giugno 2017, si era interrotto per lo scioglimento anticipato del Consiglio a novembre 2021. Allora le firme furono però depositate da un notaio e poi portate in Comune. Ieri invece sono state depositate al protocollo del Comune e di qui inviate al segretario generale dell’ente che le ha poi trasmesse in Prefettura. A Taranto si voterà nella prossima primavera. Sia la prima che la seconda volta Melucci era stato eletto su proposta Pd e a capo di una coalizione di centrosinistra. Nel secondo mandato da sindaco, però, Melucci dopo poco ha lasciato il Pd, è approdato per un periodo a Italia Viva, mentre diversi consiglieri comunali del centrosinistra hanno via via abbandonato i rispetti partiti per ricollocarsi col sindaco, creando di fatto una nuova maggioranza.

La Procura della Repubblica di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati 12 medici del Santissima Annunziata, il principale ospedale della città. Responsabilità colposa per morte in ambito sanitario è l’ipotesi di reato su cui si indaga. L’iscrizione dei medici è da mettere in relazione al decesso di una bimba di tre anni di Ginosa Marina (Taranto) avvenuto il 12 febbraio nel reparto di Pediatria dove era ricoverata dopo essere stata prima all’ospedale di Castellaneta (Taranto). La bimba, morta per arresto cardiaco, era stata ricoverata per un ascesso faringeo e le sue condizioni sono progressivamente peggiorate. Il magistrato ha disposto per mercoledì l’autopsia. Il quesito posto al medico legale riguarda le cause della morte della piccola e se vi siano o meno colpe mediche nella precipitazione del quadro clinico. Le cartelle cliniche relative alla degenza della piccola sono state sequestrate e l’Asl Taranto ha disposto anche un’indagine interna. L’inchiesta è partita dopo l’esposto presentato dai genitori della bambina.

La Procura della Repubblica di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati 12 medici del Santissima Annunziata, il principale ospedale della città. Responsabilità colposa per morte in ambito sanitario è l’ipotesi di reato su cui si indaga. L’iscrizione dei medici è da mettere in relazione al decesso di una bimba di tre anni di Ginosa Marina (Taranto) avvenuto il 12 febbraio nel reparto di Pediatria dove era ricoverata dopo essere stata prima all’ospedale di Castellaneta (Taranto). La bimba, morta per arresto cardiaco, era stata ricoverata per un ascesso faringeo e le sue condizioni sono progressivamente peggiorate. Il magistrato ha disposto per mercoledì l’autopsia. Il quesito posto al medico legale riguarda le cause della morte della piccola e se vi siano o meno colpe mediche nella precipitazione del quadro clinico. Le cartelle cliniche relative alla degenza della piccola sono state sequestrate e l’Asl Taranto ha disposto anche un’indagine interna. L’inchiesta è partita dopo l’esposto presentato dai genitori della bambina.

La Procura della Repubblica di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati 12 medici del Santissima Annunziata, il principale ospedale della città. Responsabilità colposa per morte in ambito sanitario è l’ipotesi di reato su cui si indaga. L’iscrizione dei medici è da mettere in relazione al decesso di una bimba di tre anni di Ginosa Marina (Taranto) avvenuto il 12 febbraio nel reparto di Pediatria dove era ricoverata dopo essere stata prima all’ospedale di Castellaneta (Taranto). La bimba, morta per arresto cardiaco, era stata ricoverata per un ascesso faringeo e le sue condizioni sono progressivamente peggiorate. Il magistrato ha disposto per mercoledì l’autopsia. Il quesito posto al medico legale riguarda le cause della morte della piccola e se vi siano o meno colpe mediche nella precipitazione del quadro clinico. Le cartelle cliniche relative alla degenza della piccola sono state sequestrate e l’Asl Taranto ha disposto anche un’indagine interna. L’inchiesta è partita dopo l’esposto presentato dai genitori della bambina.

“Auguro a questa città ogni fortuna. Bisogna fare un pò di attenzione a selezionare la classe dirigente perché poi non sempre è facile compiere i tanti e complessi miracoli che abbiamo compiuto noi in questi anni in questo clima continuo di divisioni e di aggressioni. Questa divisione, questa schizofrenia continua, endemica, è ciò che poi consente ad altre intelligenze, ad altri poteri, a Bari e Roma, di sopraffare sempre gli interessi di questo territorio. Non impariamo mai la lezione”. Lo ha detto il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dopo la formalizzazione delle dimissioni da parte della maggioranza dei consiglieri comunali che determinerà lo scioglimento del consiglio. Le dimissioni sono, infatti, irrevocabili. I consiglieri comunali questa mattina hanno depositato e protocollato le 17 firme necessarie ad avviare la procedura di scioglimento anticipato del Consiglio comunale e quindi la decadenza dell’amministrazione.

    “Non potevamo più tollerare l’incapacità nella gestione della macchina comunale ormai impantanata, che ha provocato il commissariamento del Comune sui Giochi del Mediterraneo, arrivato a causa dell’inerzia di chi guidava il Comune” dice il Pd di Taranto con Anna Filippetti e Giuseppe Tursi. E per Fratelli d’Italia il deputato Dario Iaia sostiene: “Ricordiamo a chi oggi vuole rifarsi un'immagine che a fallire non è stato solo l’ex sindaco, ma il progetto politico del Partito Democratico e del M5S. Entrambi, infatti, hanno sostenuto Melucci e condiviso le azioni di quest’ultimo, partecipando alle scelte adottate ed alla prebenda delle poltrone”. E Massimiliano Di Cuia, consigliere regionale di Forza Italia, afferma: “Oggi è un giorno importante per Taranto: è caduta l’amministrazione Melucci dopo una lunga agonia che ha impedito alla giunta comunale di avviare qualsiasi iniziativa utile alla comunità. Un immobilismo che ha costretto noi consiglieri di opposizione a compiere un atto forte, ma non avevamo alternative”. 

La storia si ripete, dunque, per  Melucci, ex Pd. Come già avvenuto a novembre 2021, anche stavolta sarà costretto a lasciare Palazzo di Città. Già l’anno scorso i consiglieri tentarono di mandarlo a casa con lo stesso sistema, ma non centrarono il risultato perché alla fine mancò una firma. Melucci è stato rieletto sindaco a giugno 2022 col 60 per cento dei voti (la prima elezione risale invece a giugno 2017). Allora era in quota Pd e guidava un’alleanza di centrosinistra. Poi ha lasciato il Pd e anche la sua maggioranza ha cambiato segno politico. I Dem ne sono usciti. Del secondo mandato, Melucci ha compiuto solo metà tragitto, perché centrosinistra e centrodestra, con una manovra forse pensata da tempo ma allestita nelle ultime ore, si sono coalizzati e l’hanno mandato a casa anzitempo. Ai rappresentanti dei due schieramenti che avevano raccolto 15 firme, si sono aggiunti due consiglieri usciti dalla maggioranza del sindaco, Vittorio Mele e Michele Patano, e questo ha consentito di raggiungere le 17 firme. Che in seguito sono divenute 19 perché anche altri due consiglieri della maggioranza del sindaco, l’ex Italia Viva Massimiliano Stellato e l’ex pentastellato Mario Odone. Aver protocollato le firme prima del 24 febbraio, dovrebbe consentire a Taranto di avere - una volta formalizzata la procedura - un commissariamento breve e tornare al voto già in questa primavera. Anche per questo è stata accelerata la raccolta firme, cioè evitare una lunga vacanza amministrativa, tanto più che la città - una delle più grandi del Sud - è alle prese con partite complesse: dalla vendita dell’ex Ilva  ai Giochi del Mediterraneo del 2026, dalla crisi del porto e la nuova governance dell’Autorità portuale alla scelta di Taranto come hub prioritario, insieme ad Augusta, per la costruzione delle grandi strutture dell’eolico offshore. E poi lo stato delle bonifiche, l’attuazione del Just Transition Fund (800 milioni per favorire a Taranto transizione e riconversione) e il riavvio del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis). E comunque, oltre all’intreccio dei nodi sociali ed economici, le comunali di Taranto, seconda città della Puglia dopo Bari, incroceranno anche le elezioni regionali pugliesi che vedono uscire Michele Emiliano da dieci anni da governatore. 

Il consiglio comunale di Taranto va verso lo scioglimento anticipato segnando la caduta della giunta in carica guidata dal sindaco Rinaldo Melucci, ex Pd. Oggi sono state protocollate le dimissioni anticipate di 17 consiglieri comunali su 32, la metà più uno. Hanno firmato le dimissioni sia esponenti del centro sinistra che del centro destra che da tempo contestano fortemente la giunta Melucci - con maggioranza civica o di fuoriusciti dai partiti - ritenendola del tutto inadeguata. Ma hanno anche firmato due consiglieri della maggioranza del sindaco (Vittorio Mele e Michele Patano) che si sono rivelati decisivi ai fini del raggiungimento del 17esimo consigliere dimissionario.  Le dimissioni dei consiglieri avviano di fatto la decadenza del Consiglio anche se la procedura deve essere perfezionata. Melucci era stato rieletto a giugno 2022 per il secondo mandato, allora era in quota del Pd e guidava una coalizione di centro sinistra, e già un anno fa ha vissuto il rischio scioglimento anticipato, poi fallito perché all’ultimo mancó una firma. Ma anche a novembre 2021 nel corso del primo mandato Melucci era stato sfiduciato con le dimissioni anticipate dei consiglieri comunali. Questa volta si è chiusa l’operazione prima del 24 febbraio poiché si tende a nuove elezioni comunali in primavera prossima avendo quindi un commissariamento breve a Palazzo di Città. Melucci è anche presidente della Provincia di Taranto, eletto in qualità di sindaco del capoluogo. 

È cominciato questa mattina nell’area di Grottaglie (Taranto) uno sciopero di 24 ore, 8 per turno, di tutto il polo Leonardo. Lo sciopero è indetto dalle sigle metalmeccaniche Fim. Fiom e Uilm. La protesta riguarda lo stabilimento Leonardo che appartiene alla divisione Aerostrutture, e nel quale lavorano un migliaio di addetti, le aziende LGS, LLS - sigle, rispettivamente, di Leonardo Global Solution e Leonardo Logistic System - e le imprese dell’indotto: Axist, Tecnoplants - per la quale di recente è stata prorogata la cassa integrazione - Ivra e Svib. Sono in corso i presidi davanti agli ingressi dello stabilimento Leonardo e un corteo muoverà più tardi per raggiungere il Municipio di Grottaglie dove in mattinata si terrà un Consiglio comunale monotematico sulla crisi Leonardo con la presenza di parlamentari, consiglieri regionali e sindacati.

   La manifestazione odierna intende evidenziare il protrarsi dello stato di difficoltà di Leonardo a Grottaglie e a cascata di ciò che è collegato, a causa della ridotta attività di lavoro per Boeing, la compagnia Usa a cui il sito da tempo fornisce due sezioni della fusoliera del 787. La consegna di fusoliere ha avuto negli ultimi anni una progressiva decelerazione a causa degli effetti Covid e della crisi che a sua volta ha investito Boeing negli Usa e questo pesa sull’attività di Grottaglie che è fondamentalmente mono commessa. I sindacati ora temono che col prossimo piano Z62 di Boeing ci possa essere un’ulteriore riduzione nella fornitura di fusoliere.

   A Grottaglie Leonardo non c’è per ora cassa integrazione ma si sta fronteggiando la situazione con dei piani di formazione per il personale. Attualmente sono in corso quelli dell’azienda, da aprile in poi dovrebbero cominciare quelli finanziati dal ministero del Lavoro attraverso il fondo “Nuove competenze”. Intanto, Leonardo ha annunciato ai sindacati che il 26 febbraio il sito di Grottaglie sarà visitato da manager di aziende arabe del settore, accompagnati da rappresentanti del Governo e dirigenti Leonardo.

Domani,sabato 22 Febbraio, si terrà la presentazione del libro Musica sclerata di Tony Tomasicchio, presso le Officine Mercato Comunale di Castellaneta, alle ore 18.

      L’autore, Tony Tomasicchio, è chitarrista, voce growl e fondatore del gruppo gothic-metal, Elegy of Madness, in questa autobiografia scrive della sua passione per la musica intrecciandola con le vicissitudini causate dalla sua malattia: la sclerosi multipla.

Dopo un normale fluire del tempo arriva la pesante diagnosi di “Sclerosi multipla”; da quel momento, ogni passaggio è caratterizzato dall’uso di diversi ausili visti come opportunità di un nuovo modo di muoversi dove il traguardo da raggiungere è SEMPRE la vita.

 La sclerosi è una malattia degenerativa che non permette troppi progetti per il futuro, ma per Tony i problemi devono essere affrontati con positività e con la determinazione di volerli superare senza precludersi la possibilità di agire con mezzi e modi diversi da quelli conosciuti come la sedia a rotelle.

Spesso l’entusiasmo e la forza di Tony sbattono contro i muri delle barriere architettoniche e culturali delle nostre città eppure  la parola più usata, in questo testo, è opportunità.

Infine, l’incontro con Marco D’Andria e l’associazione Dis-Education e l’importanza di non restare soli nella propria tana, lomtani dal mondo e dalla sua musica..

Sarà proprio il presidente di Dis-Education ad aprore “la danza” con un intervento illustrativo sul significato  di integrazione e della necessità di Dis-Education.

La presentazione a cura di Dis-Education, apre la rassegna “Persona. Rassegna letteraria di politica, identità, umanità” organizzata dall'assessorato alla cultura in collaborazione con l'assessorato ai Servizi sociali del Comune di Castellaneta. 

L’evento gode del patrocinio morale del Comune di Castellaneta.

A un anno esatto dall’ingresso in amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia, arrivano altri debiti per l’ex Ilva. Debiti che l’azienda dovrà onorare e al tempo stesso crediti che fornitori e imprese attendono di veder riconosciuti. Stavolta è nell’ordine di un altro miliardo complessivo. Era il 20 febbraio del 2024 quando il ministro Adolfo Urso firmò il decreto di ammissione dell’azienda all’amministrazione straordinaria nominando commissario Giancarlo Quaranta (le nomine degli altri due commissari, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli, arriveranno l’1 marzo) ed è di queste ore la proposta dei commissari al Tribunale di Milano relativa al riconoscimento nel progetto di stato passivo di AdI di ulteriori somme. Sono quelle relative alle istanze tardive, mentre quelle tempestive sono già state trattate a giugno (e dopo le tardive potranno anche esserci le ultratardive). Per AdI, proposta l’ammissione di ulteriori crediti prededucibili per 207 milioni e di chirografari per 890 milioni. Sono stati invece esclusi crediti per 660 milioni. Questa è la proposta dell’amministrazione straordinaria al Tribunale di Milano. Adesso nell’udienza del 5 marzo deciderà il giudice delegato Laura De Simone. Che potrebbe confermare il quadro oppure modificarlo in relazione a talune posizioni. Nei giorni precedenti l’udienza, è possibile presentare memorie difensive. In quella del 19 giugno scorso i crediti presentati ammontavano a un miliardo e 700 milioni ma il giudice ne ha riconosciuti per un miliardo e mezzo. Il 5 marzo, oltre alle istanze tardive per AdI, vanno in esame anche quelle tempestive della holding AdI e delle controllate, anch’esse in amministrazione straordinaria. Da aggiungere che ai crediti proposti tra giugno e ora da Acciaierie d’Italia per il riconoscimento, si sommano quelli, egualmente rilevanti, che risalgono allo stato passivo di Ilva, società proprietaria degli impianti, andata in amministrazione straordinaria a gennaio 2015. 

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