"Noi, dipendenti del Sistema Camerale tarantino non vogliamo essere rottamati e vi spieghiamo perchè"
Scritto da Giornalista1
<Come dipendenti siamo pronti a confrontarci con il territorio, con i portatori di interessi, con gli organi di informazione sul reale valore delle Camere di commercio e sulla importanza del servizio pubblico che rendiamo, tutti, senza distinzione di contratto!>
I dipendenti del sistema camerale tarantino (Camera di commercio di Taranto, Azienda speciale Subfor, CSA – Consorzio servizi avanzati s.c. a r.l., Unioncamere Puglia, Società di sistema) non vogliono essere rottamati dal Governo Renzi e spiegano le loro ragioni nell’articolato documento che di seguito pubblichiamo.
<Quella portata avanti dal Governo Renzi non è una riforma ma una rivisitazione della Pubblica Amministrazione che si sostanzia, fra l’altro, in una vera e propria rottamazione delle Camere di commercio. Siamo pronti al cambiamento e a supportare quanto sarà necessario per consentire al sistema camerale, già eccellente per efficienza ed innovazione, di migliorare ulteriormente, ma riteniamo sia ingiusto dare attuazione ad un percorso in gran parte incomprensibile e volto allo smantellamento di questo sistema.
È il momento di informare l’opinione pubblica tarantina di quanto sta accadendo, perché dietro a scelte populiste di apparente – si sottolinea, APPARENTE - ottimizzazione della spesa pubblica, si celano drammatici effetti socio – occupazionali ed economici dei quali anche il territorio di Taranto inevitabilmente soffrirà.
Sono molte le iniziative in atto da parte dei lavoratori: dalla manifestazione unitaria del 23 luglio scorso, alla mobilitazione nazionale, alle nuove forme di protesta pacifica e costruttiva di Ecosistema camerale, gruppo Facebook di 2.000 dipendenti che da mesi discute della riforma e che ha avviato da alcuni giorni un serrato tweetstorm nei confronti del Governo Renzi (che resta ostinatamente in silenzio di fronte alle richieste di lavoratori e lavoratrici).
Certo, è particolarmente “appetitoso” il tesoretto che le Camere di commercio possiedono: risorse che, tuttavia, non provengono dal cittadino-contribuente ma da tutte le imprese e che alle imprese tornano e devono continuare a tornare.
Ogni impresa iscritta, in cambio di una serie di servizi, deve pagare un diritto annuale che ammonta mediamente a circa 100,00 euro. A fronte dell’esiguo risparmio che si genererebbe a seguito del taglio previsto dal D.L. n.90/2014 in fase di conversione in legge (circa 400 mln di euro in tutta Italia), si è stimato che le imprese italiane perderebbero interventi camerali per 515 mln di euro. È anche a loro, dunque, che ci rivolgiamo, perché valutino se l’ente camerale è utile oppure no.
Oggi, in cambio del diritto annuale, il sistema delle imprese può disporre, nel proprio territorio provinciale, di un ente:
o “vicino”, aperto e prossimo al territorio, fatto di persone e professionalità;
o “veloce”, con una media dei tempi di attesa migliore in assoluto rispetto alle altre Pubbliche Amministrazioni;
o “informato ed informatizzato”, dotato di un patrimonio di dati unico. Il Registro delle Imprese è l’archivio più completo ed aggiornato della realtà produttiva italiana, il cui funzionamento è preso come modello da adottare nel resto d’Europa. Inoltre, è strumento fondamentale per la tutela della legalità del sistema economico;
o “trasparente e virtuoso”, che non grava sulla spesa pubblica (anzi, contribuisce alle entrate statali cui versa quota dei suoi risparmi oltre agli oneri sociali e fiscali) e che si èadeguato alla normativa sulla trasparenza ed a quella sulla spending review, diversamente dalla gran parte delle Amministrazioni dello Stato;
o che fornisce servizi di grande utilitàcome, solo a titolo di esempio, la “verifica degli strumenti di misurazione” a contrasto del pericolo di frodi (controllo degli erogatori di benzina, dei contatori del gas e dell’acqua, delle bilance degli esercizi commerciali), detiene il Registro informatico dei protesti, gestisce lo Sportello di mediazione per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ben più celere ed economica di quella ordinaria), eroga informazione e formazione su bandi e finanziamenti, vigila sulla sicurezza dei prodotti e la tutela del Made in Italy e svolge attività in materia di lotta alla contraffazione dei prodotti, assicura per il Ministero competente gli adempimenti legati alla presentazione del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale, rilascia dispositivi di firma digitale e carte tachigrafiche, è intermediario per il Ministero competente per il deposito di Brevetti e Marchi, svolge attività certificative necessarie per il commercio estero, è Autorità pubblica di controllo per i vini a D.O. e I.G.;
o che investe le risorse in entrata a favore della promozionedel territorio di competenza, ad esempio finanziando i Consorzi Fidi perché prestino garanzie alle imprese per l’accesso al credito, sostenendo l’internazionalizzazione, l’innovazione e l’aggregazione del tessuto produttivo e commerciale.
Senza le Camere di Commercio le imprese risparmierebbero il diritto annuale ma perderebbero anche i servizi menzionati, o – se mantenute queste competenze – sarebbero sicuramente forniti con un esborso diverso – in termini di importi – ai soggetti interessati.
Inoltre,se il Registro Imprese, come ipotizzato nel Disegno di legge delega di riforma della P.A. in discussione al parlamento, passasse al Ministero dello Sviluppo Economico ed il diritto annuale fosse così definitivamente eliminato che fine farebbero i dipendenti (oltre 10.500 in tutto il Sistema camerale)? Questo non è affatto chiaro.
Se passassero nei ruoli ministeriali, sarebbero a carico dello Stato e quindi dell’intera collettività, con quale ratio in termini di “spending review” (oltre al fatto che più di 2.500 persone, peraltro, sarebbero in esubero ed andrebbero ad infoltire le fila dei disoccupati - sempre a carico di tutti i cittadini)?
Oppure, come pure ipotizzato, il passaggio del Registro delle imprese al Ministero dello Sviluppo Economico senza i dipendenti del sistema camerale (che hanno contribuito a formarlo ed implementarlo ed a farlo diventare quel “gioiello” preso ad esempio in ambito europeo) sarebbe il preludio di un’operazione di “esternalizzazione” ben orchestrata e tesa a recuperare risorse finanziarie vista l’appetibilità dei dati forniti e la possibilità di utilizzarli per svariate finalità.
Siamo i primi a comprendere la necessità di trovare formule di risparmio in favore delle imprese, ma che siano VERE, come ad esempio: la riduzione dei diritti di segreteria, l’abolizione delle tasse di concessione governativa, l’eliminazione delle imposte di bollo che sarebbero un concreto e sicuramente più incisivo segnale per le imprese che, giornalmente, depositano bilanci e pratiche di variazione al Registro delle imprese ed al Repertorio delle notizie economiche ed amministrative, costituendo per quei soggetti un risparmio sicuramente maggiore rispetto al dimezzamento del diritto annuale, ma in parte a carico dello Stato .
Ben venga il cambiamento (già in atto come autoriforma) e si proceda, innanzitutto - a garanzia della piena rappresentatività dell’intero sistema delle imprese – alla riduzione del numero degli Enti camerali con accorpamenti rispettosi dei territori, all’elezione diretta degli Organi, con cariche a carattere volontario e soprattutto non retribuite in Camera di commercio ed in particolar modo nelle collegate (Aziende speciali, Cofidi, Società in House, Unioni ecc.).
Si ragioni sul Disegno di legge che definirà il nuovo sistema camerale, si prenda avvio dalla riorganizzazione territoriale e dallo snellimento delle governance, si valutino costi (moltissimi, soprattutto a carico della fiscalità generale e dell’occupazione) e benefici (in realtà non chiari) della illogica sottrazione di funzioni alle Camere di commercio.
Le Camere di commercio, insieme alle altre realtà operanti nel sistema camerale (aziende speciali, unioni, società in house), rappresentano un valore aggiunto per il Paese, una Pubblica Amministrazione diversa, efficiente, altamente professionalizzata.
Come dipendenti SIAMO PRONTI A CONFRONTARCI CON IL TERRITORIO, CON I PORTATORI DI INTERESSI, CON GLI ORGANI DI INFORMAZIONE sul reale valore delle Camere di commercio e sulla importanza del servizio pubblico che rendiamo, TUTTI, senza distinzione di contratto!
Che il Governola smetta di imporre e cominci ad ascoltare, e a dare risposte, a chi il Sistema camerale l’ha costruito e lo porta avanti quotidianamente con e a beneficio delle imprese:i lavoratori, uomini e donne, dipendenti pubblici e privati, orgogliosi del proprio lavoro e che non intendono tacere di fronte ad una riforma ingiusta!>
Questione industriale: Taranto marcia in ordine sparso
Scritto da Giornalista1
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vito Massimano
Gli imprenditori jonici scendono in piazza. Rivendicano un progetto industriale per la città e protestano perché la grande industria presente sul territorio non paga i corrispettivi per i lavori eseguiti. Hanno ragione diciamolo subito.
Contestualmente, ed anche per la commozione derivante dalla scomparsa di una piccola innocente vittima dell'inquinamento, l'altra parte della città chiede a gran voce che la mattanza provocata dalle scorie della grande industria venga fermata dalle Istituzioni. La protesta è sacrosanta e le autorità non possono rimanere impassibili di fronte ad una simile strage di esseri umani.
Ė paradossale, tutti hanno ragione ma ciò equivale a dire che nessuno ha ragione.
Invece è proprio così perché, al di là delle singole sacrosante istanze, ė la città che nel suo complesso paga l'amaro prezzo di aver marciato per anni in ordine sparso cercando solo adesso una inutile, isterica e parziale soluzione a problemi atavici affrontati fuori tempo massimo.
A ben vedere, esiste un drammatico filo conduttore tra chi chiede salute e chi chiede lavoro: fino a quando l'industria pesante bastava e cioè dava lavoro agli operai e commesse ai padroncini, vigeva la teoria del "cemmenefuttammè".
L'imprenditore giocava a fare l'industriale accontentandosi di miope monocommittenza, l'operaio campava tranquillo e le parti sociali (politica e sindacato) non facevano sintesi per mancanza di spessore, visione prospettica o per altri motivi molto meno nobili.
Quando la grande industria ha mostrato solo il suo lato peggiore distribuendo povertà e degrado ambientale, la città si è divisa in "lavorativi e salutisti" a seconda dei legittimi (e sacrosanti) interessi in gioco. La società civile non è stata quindi in grado di fare massa critica e la politica (sempre che a Taranto sia mai esistita) è sparita non fornendo una grande immagine di sé.
Questo è successo con Clini durante la travagliata vicenda che portò all'emanazione dell'AIA e questo accade oggi sui numerosi fronti industriali aperti.
Allora ci fu detto: tenetevi Ilva altrimenti, non avendo un piano B, sarete rovinati
Già che ci siete,fingete di credere che l'AIA funzioni e venga realmente applicata.
La città si divise, la politica sparì o venne trascinata in vicende giudiziarie indecorose e si scopri per giunta che qualcuno non faceva gli interessi della città.
Prendete adesso il progetto Tempa Rossa il cui teorema è il seguente: una raffineria in India produce quanto tutte le raffinerie italiane. Ciò implica che, nell'ambito di un ridimensionamento delle diciassette raffinerie presenti in Europa, Taranto rischia di chiudere a meno che non si sottomette senza fare troppe storie sul versante della sicurezza e delle garanzie.
Potete anche protestare ma ciò significherà la chiusura di ENI, la creazione di ulteriori 1500 disoccupati , una fine invereconda per Ecoservizi, Ecotaras e similari oltre che la trasformazione del porto in una bagnarola buona per le paperelle gonfiabili. Peccato perché avevamo in animo di alimentare il languente traffico merci di ben novanta navi e di regalarvi (sempre se fate i bravi) il classico fottipopolo ludico sportivo dal nome cittadella dello sport. Pensate che Taranto abbia imparato a non andare in ordine sparso? Neanche per idea.
La storia si ripete e la città non riesce ad esprimere un unico interesse collettivo, la politica locale guarda per terra imbarazzata e quella nazionale produrrà il solito comunicato stampa utile per incartarci le uova.
Mettiamo in conto che il solito gruppo di inqualificabili tarantini farà il gioco del nemico per inconfessabili motivi ed apparirà chiaro come per l'ennesima volta il destino della città venga offerto in dono su un piatto d'argento.
Questo è un ricatto e le promesse che ne derivano non portano mai a nulla di buono per nessuno: singoli e collettività.
Eccolo il frutto marcio dell'ordine sparso, quella stupida forma di debole egoismo e scarsa visione strategica che permette a chi ha più cartucce da sparare di prevalere facilmente nel disordine generale; la storia ci insegna che chi prevale non si chiama mai "città di Taranto".
TARANTO - Torna L'Isola che vogliamo: appuntamenti il 9, 13, 16 e 20 agosto
Scritto daUna formula fortemente rinnovata perché, spiega l'Associazione Terra, "l'obiettivo di riaccendere i riflettori sulle potenzialità di Taranto Vecchia è stato centrato, adesso occorre puntare su destagionalizzazione e incoming turistico". L'Isola che Vogliamo torna il 9 agosto per la quarta estate consecutiva ad accendere le serate di agosto in riva allo Jonio, vestendo panni assolutamente differenti da quelli usuali, ma non stravolgendo la formula vincente grazie alla quale centinaia di migliaia di visitatori hanno imparato ad apprezzare l'iniziativa. I momenti sperimentali e quelli più vicini alle origini della manifestazione saranno segnalati dalla calendarizzazione degli appuntamenti: al mercoledì, come da tradizione, quelli improntati alla formula classica della kermesse, al sabato i momenti meno tradizionali. "Rifiutiamo la logica secondo la quale formula vincente non si cambia - spiega in un comunicato stampa Terra - anzi, siamo convinti che di abitudini ci si spegne. L'Isola che Vogliamo ha sdoganato un modo di fare eventi en plein air, itinerante e partecipato che ha riscosso molto favore, al punto da essere più volte riproposto in altri contesti, Ne siamo orgogliosi e compiaciuti, così puntiamo su ulteriori elementi di interesse in un'Isola che ha tanto da offrire, non solo vicoli". Le principali novità rispondono al nome di Festival dello Scorpione e di ipogei sotterranei. "Noi nell'Isola amiamo restare tutto l'anno - spiega Terra - e chi quotidianamente percorre questi vicoli conosce il ruolo della musica nel punteggiare le giornate della Città Vecchia. Musica è tradizione, è cultura popolare. Musica è mediterraneo, leva strategica in tanti approdi turistici. Soprattutto, musica è un esperimento per l'Isola. Il 9 agosto portiamo a Taranto per la grande anteprima dell'Isola che Vogliamo un'eccellenza che la città deve conservare per gli anni a venire, il Festival dello Scorpione. Lo faremo in un concertone-evento che per la prima volta nella storia della nostra kermesse non sarà itinerante, bensi concentrato nella sola piazza Castello, per affermare che questo splendido teatro naturale può ospitare grandi eventi". Dal Burkina Faso alla Palestina, dalla Sicilia a Taranto: in tutto sbarcheranno nell'Isola per la grande anteprima 9 voci, 22 musicisti, oltre 21 strumenti musicali tra contrabbassi, violini, violoncelli, tromba, trombone, ance, flauti, clarinetti, tube, ukulele, battenti, chitarre, our, arpe celtiche, bassi, batterie, percussioni, tamburelli, organetti, didjeridoo. "Il II Festival dello Scorpione è da punto di vista dello spettacolo un evento impressionante: abbiamo puntato con entusiasmo al connubio con le sonorità proposte dal direttore Mimmo Gori perché rappresentano in musica l'anima meticcia, aperta al mediterraneo e alle contaminazioni di quest'Isola". A partire da mercoledì 13, l'Isola che Vogliamo tornerà a proporre i suoi percorsi itineranti tra i vicoli della Città Vecchia, ma con grandi novità. Ai percorsi delle Chiese e del Sacro, promossi in collaborazione dell'Arcivescovato, a quelli del Gusto, ideati come un evento nell'evento con l'assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, e alla classica apertura by night del Castello Aragonese, permessa dalla Marina Militare, vanno ad aggiungersi due percorsi ad oggi inediti. "Per la prima volta nella sua storia, tutti gli ipogei della Città Vecchia resteranno contestualmente aperti, diventando contenitori per mostre e installazioni. Se ciò sarà possibile è in gran parte merito del lavoro di riscoperta e di ricerca dell'Associazione Nobilissima Taranto e di Nello De Gregorio. Questo è il percorso che vorremmo restasse vivo anche dopo l'Isola che Vogliamo, come attrattore turistico e contenitore culturale stabile". Una suggestione, quella sotterranea degli ipogei, che farà il paio con quello aereo delle terrazze musicali. Insomma i quattro appuntamenti con L'Isola che Vogliamo, che vedono il Comune di Taranto come partner organizzativo dell'Associazione Terra, promettono ancora una volta di portare alla luce opportunità e realtà dimenticate della Città Vecchia. Media partner dell'iniziativa sarà Studio 100 Tv, grazie alla quale L'Isola che Vogliamo punta a rafforzare il proprio brand e la visibilità dell'altra Taranto oltre i confini locali. I programmi completi delle serate del 9, 13, 16 e 20 agosto sono disponibili sul sito ufficiale www.isolachevogliamo.it
Le Tarantiadi, echi ed agòni della Grecia Antica al Parco Archelogico di Saturo
Scritto da Giornalista1In totale disarmonia con la cronaca recente, costretta a trattare i lati più tristi ed oscuri di una Taranto avvilita dalla grande industria, il Parco Archeologico di Saturo ed il suo Arkeogiochi, parco a tema sull’archeologia, elaborano nuove idee di rilancio culturale e rievocano la storia più sana e rigogliosa della città dei due mari, dando vita alla prima Edizione delle “TARANTIADI”, Echi ed Agoni dalla Grecia Antica.
Un salto temporale nella cultura greca, proprio sul suggestivo promontorio di Saturo, a ridosso del mare, dove tutto ebbe origine, la fondazione di Taranto, potenza culturale e commerciale tra le più rigogliose della Magna Grecia e dell’intero bacino del Mediterraneo.
Ideata ed organizzata della Cooperativa Polisviluppo, in collaborazione con Ass. Culturale “I Cavalieri de li terre Tarentine”
Correva l’anno 776 a.C ,quando ad Olimpia, nei luoghi in cui il possente Eracle aveva piantato un ulivo, sacro al grande padre Zeus, in memoria dei giochi funebri dell’eroe Pelope, si tennero le prime Olimpiadi della storia, che premiavano i vincitori con una semplice corona d’olivo, raccolta proprio dalla stessa pianta sacra al padre degli dei.
Anno 2014 d.C.: a Satyrion, luogo in cui sbarcarono gli spartani guidati da Falanto, discendente di Eracle, che avrebbe fondato la gloriosa città di Taranto, l’antica Taras, nascono le prime “Tarantiadi”...
Sotto il sacro sguardo della possente Statua di Zeus, che si erge al centro dell’area Arkeogiochi del Parco Archeologico di Saturo, bambini, adulti, ragazzi, uomini e donne potranno sfidarsi in una due giorni di Sport e Giochi dal Mondo Greco. Ed il pubblico, inoltre, potrà assistere da semplice spettatore, oltre che alle gare atletiche, ad esibizioni teatrali, eventi, degustazioni, riti, sonorità, artigianato e animazioni storiche, tutto ispirato alla Grecia Antica
Squadre e singoli campioni si affronteranno in otto competizioni, ognuna delle quali avrà un vincitore, proclamato tale con un rito sacro e l’incoronazione con l’ulivo della vittoria, proprio come gli atleti dell’antica Olimpia...
I GIORNATA: martedì 12 Agosto
- Processione sacra con figuranti in abiti d’epoca, giuramento a Zeus di lealtà nelle competizioni da parte di atleti e giudici di gara;
- Svolgimento delle gare (Tiro con arco, Lotta, Tiro alla fune, Ludus latrucolorum)
- Combattimento tra Opliti, Responsi dell’Oracolo, Falò apotropaico dei XII Dei, il Pancrazio..
- Degustazioni Dionisiache e Artigianato dell’antica Grecia
II GIORNATA: domenica 17 Agosto
- Giuramento dei nuovi iscritti
- Svolgimento delle gare (Corsa, Salto in lungo, Lancio del giavellotto su bersaglio, Gioco della polis)
- Sacro rito di Premiazione dei vincitori con corone di olivo e ceramiche della vittoria;
- Danza Pirrica, Reading teatrale tratto da Omero, responsi dell’Oracolo.
- Degustazioni Dionisiache e Artigianato dell’antica Grecia
Assisti come pubblico oppure Partecipa come singolo o Crea la tua squadra e iscriviti!
PARTECIPANTI:
Squadre di n.5 componenti (anche miste: solo uomo/donne per fascia d'età)
Singoli Atleti
Suddivisione nelle gare per fascia di età (a carattere misto uomo/donna):
9-12 anni - 13-16 anni - Adulti
TARIFFARI:
Iscrizioni Squadre: euro 40,00 (per le squadre prevista solo opzione due giornate)
Iscrizione Atleti Singoli una giornata: euro 6,00
Iscrizione Atleti Singoli due giornate: euro 10,00
Ingresso Pubblico una giornata: euro 3,00
Ingresso Pubblico due giornate: euro 5,00
Ingresso Pubblico: gratis sotto i dodici anni
INFO E ISCRIZIONI: Tel. 3407641759 / 3408043845- Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Oppure presso il Parco Archeologico di Saturo (Ingresso Arkeogiochi o Punto ristoro del Parco Archeologico, Art Cafè)
Porto - Avviata la procedura di gara per il Centro servizi polivalente
Scritto daIn principio era il San Raffaele. Poi è diventato San Cataldo. Fatto sta che, santi e non santi, il nuovo ospedale a Taranto si farà. Tempo stimato: sette anni. Tanti ne servono, infatti, per la realizzazione di una struttura all'avanguardia che, in una città inquinata e con una vera e propria emergenza sanitaria come Taranto, serve come il pane.
E ieri a Bari sono state poste le basi per la nascita del nuovo ospedale con la firma del discilplinare da parte del presidente della Regione, Nichi Vendola, e dell'assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, che darà il via alla fase di progettazione. Sono numeri imponenti quelli che accompagnano l'intera struttura che, una volta ultimata, potrà contare su 715 posti letto totali, 290 posti letto chirurgici e 70 per day hospital e day surgery. Undici le sale operatorie previste. I piani fuori terra saranno 4 mentre quelli entro terra 1 per un'altezza totale di 22,50 metri su una superficie dell'area pari a 220mila mentre la superficie totale coperta è di 90mila metri quadri. La superficie per posto letto, invece, è di 125,8 metriquadrati. il tutto per un esborso complessivo di 207 milioni 500mila euro.
La nuova struttura opsedaliera potrà contare sulla dotazione di grandi macchine, che consentirà la sostituzione delle macchine già presenti (in parte già obsolete o che lo diventeranno alla data di realizzazione del nuovo ospedale), nonché il contestuale potenziamento dei livelli quantitativi e qualitativi di assistenza sanitaria. Ovvero: 3 acceleratori lineari; 1 Tac Simulatore; 1 IORT; 1 sala predisposta per Cyberknife; 2 Gamma camere; 1 Pet/Tac; 3 RMN; 4 Tac; 1 angiografo biplano; 2 angiografi.
Con questo primo disciplinare è finanziata la fase di progettazione definitiva e clinico gestionale che vedrà: l’aggiudicazione entro aprile 2015 e la consegna di tutti gli elaborati di progettazione definitiva entro dicembre 2015. Con il secondo disciplinare (da siglare entro dicembre 2015) sarà finanziata la fare di progettazione esecutiva e lavori di realizzazione, che dovranno essere realizzati con i seguenti tempi: l’aggiudicazione dell’appalto integrato entro il 2016, 6 mesi per progettazione esecutiva, entro il I semestre 2017 cantierizzazione dei lavori, la cui durata programmata è di 3 anni e 6 mesi (chiusura dei lavori programmata per il dicembre 2020). A seguire l'acquisizione (2021) di tutte le tecnologie e messa in funzione del nuovo ospedale "San Cataldo". Sulla base del cronoprogramma approvato entro 7 anni da oggi la Puglia dovrà aspettarsi un nuovo grande ospedale.
"Si tratta di tempi assai diversi dai 20 anni richiesti per l’attivazione del Nuovo Ospedale della Murgia – ha sottolineato l'assessore Pentassuglia – e la Regione Puglia vigilerà in modo stringente con tutti i suoi organi e con le strutture tecniche perché i tempi siano rispettati e sia applicato il massimo rigore e la massima trasparenza in ogni fase di attuazione dell’opera”.
P. D'A.
Scoppia la protesta: politica ancora una volta scavalcata
Scritto da Giornalista1di Luisa Campatelli
Taranto città spaccata: operai e imprenditori marciano insieme alla volta della Prefettura per reclamare attenzione rispetto all’unica economia a loro avviso possibile, gli ambientalisti organizzano una contromanifestazione, su stampa, tv e social-network campeggia il volto del piccolo Lorenzo, ucciso dal cancro a soli cinque anni e divenuto simbolo della lotta all’inquinamento perchè in quel volto con il tubicino attaccato al naso c’è tutto quello che in troppi continuano a non voler vedere, accettare, ammettere.
Tutto insieme, in contemporanea, contrastante ma accomunato da paura, incertezza, dolore.
Meno di un mese fa lo studio Sentieri ha pubblicato i dati allarmanti sulla mortalità infantile a Taranto per cause riconducibili all’inquinamento. Sull’onda di quei dati i pediatri tarantini sono tornati alla carica chiedendo alle autorità competenti interventi capaci di mettere fine all’emergenza. Ebbene, l’appello dei medici che, secondo logica, sarebbe dovuto essere raccolto da tutti, trasversalmente, senza distinzioni di bandiera, è caduto praticamente nel vuoto… Eppure siamo certi che tra gli imprenditori e gli operai che hanno marciato, tra i rappresentanti istituzionali e i politici, tra i sindacalisti non ci sia nessuno che metta anche lontanamente in conto l’ipotesi che per uno, cento, mille posti di lavoro si debba minare la salute di un bambino…
In questa ondata di protesta, a uscirne ancora una volta con le ossa rotte, sono la politica, gli amministratori locali, i sindacati, messi letteralmente all’angolo, anzi addirittura scavalcati. Ieri la magistratura, oggi il mondo economico-produttivo denunciano assenze, omissioni e incapacità degli assetti politico-amministrativi e vanno oltre. Tutto questo mette al centro del dibattito la qualità della rappresentanza locale, in uno scenario di tensione e rabbia crescenti.
Esodo estivo: il piano di controllo e sicurezza della Polstrada
Scritto da“Rafforzare la vigilanza sulla rete stradale e autostradale, aumentare i controlli, fornire più assistenza ai viaggiatori” sono questi i punti principali della pianificazione per l'esodo estivo 2014, elaborata dal Compartimento Polizia Stradale per la Puglia, in linea con il piano di sicurezza stradale messo a punto da Viabilità Italia, con informazioni e consigli utili per chi si prepara ad affrontare l'esodo verso le numerose mète turistiche della nostra bella regione
Particolare attenzione sarà riservata alle arterie maggiormente frequentate per far fronte agli ingenti flussi turistici e alle possibili emergenze, tramite la pianificazione e l’intensificazione di mirati servizi di controllo, vigilanza e prevenzione, con specifico riferimento alle aree più a rischio, nei periodi di maggior criticità( a partire dallo scorso 26 luglio e fino ai primi di settembre)
Saranno intensificati i controlli sulle norme comportamentali degli automobilisti (velocità, uso delle cinture e dei telefonini,sistemi di protezione per i bambini, circolazione sulle corsie di emergenza, condizioni psicofisiche dei guidatori) con particolare riguardo allo stato di ebbrezza.
la Polizia Stradale sarà presente sulle varie arterie della provincia, con i suoi uomini che opereranno con auto e moto nell’arco delle 24 ore
Verranno, inoltre, impiegate auto civetta della Polizia Giudiziaria per la prevenzione e repressione dei reati soprattutto nelle aree di servizio dell’A/14 , per garantire una serena permanenza e proseguire il viaggio in condizioni di sicurezza.
Presso le barriere autostradali e nelle area di sosta verranno attivati specifici posti di controllo per la prevenzione dei reati e per scoraggiare le infrazioni più gravi.
Attraverso l’utilizzo di Autovelox e telelaser saranno attuati servizi di controllo della velocità, causa primaria degli incidenti stradali più gravi.
Saranno altresì intensificati i controlli atti a verificare l’assunzione di bevande alcoliche o di sostanze psicotrope, utilizzando le specifiche apparecchiature, e disponendo servizi mirati nei fine settimana al fine di prevenire le c.d. “ stragi del sabato sera”.
Nuovo ospedale di Taranto: Vendola annuncia la firma delle prime carte utili al progetto
Scritto da“Erano già partite le procedure per assumere nelle Asl pugliesi circa 1200 unità, tra medici, infermieri e dirigenti amministrativi; ora il Piano che è stato sbloccato dal Ministero dell’Economia ci consente di assumere, tra il 2014 e il 2015 altre 2563 unità”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina, insieme all’Assessore alle Politiche per la Salute Donato Pentassuglia, alla conferenza stampa di presentazione del piano assunzionale 2014/2015 della Regione Puglia, in ragione delle deroghe ottenute.
“Usciamo fuori – ha proseguito Vendola – da una condizione di apnea. Ci liberiamo da questa strana e paradossale situazione, per cui, dinanzi ad una modernizzazione poderosa del sistema che abbiamo compiuto, non avevamo il personale per poterla valorizzare compiutamente”.
Il sistema sanitario pugliese, secondo Vendola, “ha conosciuto l’impegno, anche durissimo, del Piano di rientro. Abbiamo fatto bene i compiti a casa, ci è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti e dal Ministero dell’Economia. Oggi, possiamo dire agli ammalati e ai cittadini pugliesi, che dotiamo i nostri ospedali non solo delle migliori tecnologie e delle migliori strutture, di sale operatorie messe a norma e di macchinari moderni, ma finalmente torniamo ad assumere personale. Mancavano figure specialistiche e primari. Oggi questa strozzatura finisce e si ricomincia a respirare”.
“Tante volte – ha spiegato il Presidente della Regione Puglia – il blocco del turn over l’abbiamo percepito come una barriera all’esercizio del diritto alla salute dei cittadini, oggi comincia un’altra storia. Una storia che continuerà ad essere fatta nel segno della razionalizzazione e centralizzazione delle spese, della sobrietà e moralità nei modelli di governance e della centralità della domanda di salute nell’organizzazione sanitaria”.
A margine della conferenza stampa, è stato sottoscritto il disciplinare per l’avvio della progettazione del nuovo ospedale di Taranto.
“Abbiamo firmato – ha detto Vendola – le prime carte utili al progetto definitivo del nuovo ospedale di Taranto. Un ospedale per cui sono impegnati 207 milioni di euro, che costituirà uno dei più importanti poli sanitari di tutto il Mezzogiorno. Dotare Taranto di una struttura moderna, che incarnasse l’idea di un investimento strategico sul ciclo della salute nella “città della malattia”, è stato l’obiettivo perseguito in tutti questi anni. Con la firma di oggi, mettiamo la prima pietra, è come lenire un po’ il dolore di quella città”.