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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
Domenica, 12 Gennaio 2014 07:48

Opportunità lavorative da Club Med

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"Per un anno abbiamo sentito parlare di Aia, impianti, tecnologie, esigenze produttive. Ora è il momento che nella vertenza Ilva di Taranto diventino centrale i più importanti e trascurati degli elementi in gioco: le vite dei tarantini, con i loro diritti esistenziali e sanitari". Lo afferma Luciano Pisanello, tarantino e responsabile organizzativo nazionale dell'Italia dei Valori. "E' intollerabile che Taranto sia in cima alle preoccupazioni della politica quando si tratta di calcolare quanto strategica sia la sua area industriale rispetto al Pil nazionale, ma i suoi abitanti scompaiano quando invece si tratta di affrontare e sanare un disastro ambientale e sanitario. E' una delle ragioni per le quali tra qualche settimana il nostro segretario nazionale, Ignazio Messina, istituirà in riva allo Jonio un "presidio di legalità". Secondo l'Italia dei Valori insomma bisogna vigilare affinchè questa terra conosca davvero Giustizia. Esige risorse concrete, interventi reali - dice Pisanello - Penso, ad esempio, all'annosa questione del trasporto dei pazienti oncologici come alle interminabili attese dell'spedale Moscati, nonostante l'encomiabile impegno degli operatori sanitari del plesso sanitario. Ecco, se il 2014 deve essere l'anno di Taranto, come programmaticamente annunciato dal governatore Vendola - sottolinea il segretario nazionale dell'IDV - dalla salute dei tarantini che bisogna cominciare. Provvedendo, anche con l'intervento e le risorse del Governo nazionale, a reperire risorse utili non solo a bonifica e ambientalizzazione dell'Ilva, ma anche dando immediatamente corso agli impegni assunti a livello interministeriale per la tutela sanitaria della cittadinanza tutta. Taranto - continua - va messa in condizione di affrontare la sua emergen= za sanitaria, offrendo cure e assistenza ai malati e garantendo prevenzione alla cittadinanza tutta. Prevenzione vuol dire controlli periodici, screening gratuiti, diagnosi precoce: attenzionare la salute dei tarantini e indispensabile, per difendere i diritto alla vita e il sacrosanto diritto alla verità. Questa terra ha urgente bisogno di mettere sotto osservazione e monitorare lo stato di salute dei suoi figli, la qualità dell'ambiente, delle acque, dei cibi. Per liberarsi di tutti i suoi veleni il capoluogo jonico ha bisogno e diritto di conoscere se e come il processo di ambientalizzazione produca effetti positivi. Non è tollerabile continuare ad assistere ai valzer sulle interpretazioni dei dati, alle guerre dei numeri, a centraline per il monitoraggio che sputano sentenze differenti. Non può esserci giustizia senza verità e senza giustizia la vertenza Ilva è destinata a non conoscere la parola fine". L'ultimo pensiero Pisanello lo dedica ai lavoratori Ilva: "Ipocrita e ingiusta è la doppia morale che si fa scudo dei lavoratori quando era a invocare la continuità produttiva e poi scorda che proprio gli operai costituiscono la prima linea sul fronte sanitario. Chi è più esposto all'inquinamento industriale merita attenzione costante sotto il profilo sanitario. Penso ad un Piano di prevenzione adeguato con controlli all'interno e all'esterno della fabbrica, ma anche finalmente al riconoscimento - anche previdenziale - di una posizione lavorativa più usurante ed esposta a rischi di altre. Su questi e altri temi nelle prossime settimane giungerà a Taranto il segretario nazionale Ignazio Messina. Nell'intenzione del partito anche un presidio di legalità all'interno delle grandi fabbriche composto dagli operai tarantini.
HA PRESO AVVIO DA MARTEDI 14 GENNAIO 2014 DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 12.00, CON APERTURA ANCHE IL GIOVEDI, UNO SPORTELLO DI FORMARE PUGLIA, ATTRAVERSO IL QUALE L'ENTE DI FORMAZIONE, ACCREDITATO ALLA REGIONE PUGLIA, METTE A DISPOSIZIONE DEI GIOVANI CHE VOGLIONO ACCEDERE ALLA CARRIERA MILITARE UNA SERIE DI SERVIZI E FORNIRE CONSULENZA GRATUITA E DI ACCOMPAGNAMENTO. L’OBIETTIVO E’ QUELLO DI AGEVOLARE IL PERCORSO PER PARTECIPARE AI CONCORSI EMANATI PERIODICAMENTE DAL MINISTERO DELLA DIFESA PER MARINA MILITARE, ESERCITO E AERONAUTICA. FORMARE PUGLIA INOLTRE HA MESSO A PUNTO UNA SERIE DI INIZATIVE FORMATIVE AVENTI L’OBIETTIVO DI FORNIRE AI PARTECIPANTI UNA PREPARAZIONE IDONEA AD AFFRONTARE I CONCORSI PUBBLICI ED ASSEGNARE I NECESSARI PUNTEGGI PER ACCEDERE AL CONCORSO COSI’ COME PREVISTO DAGLI AVVISI PUBBLICI. IN PARTICOLARE FORMARE PUGLIA PROPONE PER VFP1: A - PER LA PREPARAZIONE AL CONCORSO PER MARINA MILITARE 1 - COLLABORARE ALLA REDAZIONE E PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA TELEMATICA PER PARTECIPARE AL BANDO DI CONCORSO; 2 - ORGANIZZARE UN CORSO PSICO-ATTITUDINALE DELLA DURATA DI 40 ORE PREPARATORIO PER IL SUPERAMENTO CONCORSO VFP1; 3 - ORGANIZZAZIONE DI SPECIFICI CORSI PER IL CONSEGUIMENTO DI TITOLI E/O BREVETTI: a - CORSO PATENTE EUROPEA ECDL - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1 b - CORSO DI BAGNINO DA PISCINA E GENTE DI MARE - PUNTEGGIO ASSEGNATO 2+1 c - CORSO DI BAGNINO DA LITORALE MARITTIMO E GENTE DI MARE - PUNTEGGIO ASSEGNATO 3+1 d - CORSO DI INGLESE TERZO LIVELLO B2 - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1 e - CORSO TEORICO PRATICO PORTO D’ARMI PER USO SPORTIVO - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1; f - CORSO PREPARATORIO PER ACQUISIZIONE PATENTE NAUTICA entro le 12 miglia - PUNTEGGIO ASSEGNATO 2 B - PER LA PREPARAZIONE AL CONCORSO PER ESERCITO E AERONAUTICA 1 - COLLABORARE ALLA REDAZIONE E PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA TELEMATICA PER PARTECIPARE AL BANDO DI CONCORSO; 2 - ORGANIZZARE UN CORSO PSICO-ATTITUDINALE DELLA DURATA DI 40 ORE PREPARATORIO PER IL SUPERAMENTO CONCORSO VFP1; 3 - ORGANIZZAZIONE DI SPECIFICI CORSI PER IL CONSEGUIMENTO DI TITOLI E/O BREVETTI: a - CORSO PATENTE EUROPEA ECDL - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1 b - CORSO DI BAGNINO DA PISCINA - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1 c - CORSO DI BAGNINO DA LITORALE MARITTIMO - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1,5 d - CORSO DI INGLESE TERZO LIVELLO B2 - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1 e - CORSO TEORICO PRATICO PORTO D’ARMI PER USO SPORTIVO - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1; f – CORSO PREPARATORIO PER ACQUISIZIONE PATENTE NAUTICA entro le 12 miglia - PUNTEGGIO ASSEGNATO 1 I COSTI: - CORSO PSICO-ATTITUDINALE DELLA DURATA DI 40 ORE PREPARATORIO PER IL SUPERAMENTO DEL CONCORSO VFP1 – EURO 500,00 - CORSI PER IL CONSEGUIMENTO DI TITOLI E/O BREVETTI: a - CORSO PATENTE EUROPEA ECDL – EURO 300,00 INCLUSE SPESE; b - CORSO DI BAGNINO DA PISCINA E GENTE DI MARE – EURO 400,00 INCLUSE SPESE; c - CORSO DI BAGNINO DA LITORALE MARITTIMO E GENTE DI MARE - EURO 450,00 INCLUSE SPESE; d - CORSO DI INGLESE TERZO LIVELLO B2 - EURO 400,00 INCLUSE SPESE; e - CORSO TEORICO PRATICO PORTO D’ARMI PER USO SPORTIVO - EURO 350,00 INCLUSE SPESE ; f - CORSO PREPARATORIO PER ACQUISIZIONE PATENTE NAUTICA entro le 12 miglia - EURO 400,00 INCLUSE SPESE. E' ANCHE OPERATIVO IL CORSO PREPARATORIO PER I CONCORSI DEL VFP4 DELLA DURATA DI 144 ORE CHE SI TERRA' PER DUE GIORNI LA SETTIMANA PER UNA DURATA DI 6 MESI. PER IL CORSO PREPARATORIO PER I CONCORSI DEL VFP4 IL COSTO E' DI EURO 1500,00. TUTTI I SUDDETTI COSTI POTRANNO ESSERE RATEIZZATI IN FUNZIONE ED IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE INDIVIDUALI DEI CORSISTI. PER INFORMAZIONI FORMARE PUGLIA VIA Temenide n°117 - 74121 - TARANTO C.F. 90196060736 - P.IVA 02934530730 Tel: 099 6614690 – 099 6614691 Fax: 099 9940488 Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. WEB SITE www.formarepuglia.com
Ieri l’Ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto è stato, ancora una volta, teatro dell’incuria e dell’abbandono politico perpetrato dal Governo Vendola. La mia massima solidarietà e stima va al personale tutto del reparto di Oncologia dello Ospedale San Giuseppe Moscati, ottimamente diretto dal Primario Dott. Salvatore Pisconti, per gli sforzi che fa quotidianamente per fronteggiare le sempre più numerose richieste di cure oncologiche dei tarantini. Al di là dei dati scientifici di diversa fonte e della querelle sulla loro interpretazione, nel nostro Territorio è ormai diffusa la percezione che, con il passare del tempo, vada via via crescendo il numero di persone affette da patologie tumorali la cui età media sta purtroppo diminuendo. A Taranto siamo di fronte a una vera emergenza sanitaria il cui tenore aumenta di giorno in giorno: se ne accorti tutti, persino il Ministro della Salute Beatrice Lorenzini recentemente in visita nella nostra città; solo a Bari sembra che la Regione Puglia non intenda affrontare con la dovuta attenzione e rapidità il triste fenomeno. Al di là delle tante promesse sbandierate a più riprese dal Governo Vendola, come significativi investimenti a favore della Sanità jonica anche con assunzioni di personale, la triste realtà è che i malati di tumore di Taranto continuano a dover subire disagi da terzo mondo, con file e attese estenuanti in ospedali non tarati per affrontare questa emergenza, a Taranto come a Castellaneta e Manduria. Nel mentre i tarantini soffrono e patiscono disagi, a Bari promettono il nuovo mega ospedale con una litania che va avanti da anni. Ma, come ripeto da oltre tre anni in beata solitudine, ho anche presentato una interrogazione scritta, l’emergenza sanitaria a Taranto è oggi, non tra dieci anni quando forse sarà realizzato il nuovo ospedale: nel frattempo che fare? A Bari la Giunta Vendola intende continuare ad ignorare il problema? Eppure per potenziare adeguatamente le capacità dell’Ospedale Moscati basterebbe un investimento di pochi milioni di euro, gran parte già stanziato dal Ministero della Salute, partendo dall’acquisizione di un secondo Tomografo PET, eccezionale apparecchiatura per lo screening e la cura dei tumori che - i locali e le predisposizioni sono già pronte - potrebbe essere operativa in poco tempo: in tal modo si ridurrebbero veramente le interminabili “liste di attesa”, realizzando gli screening indispensabili per diagnosticare in tempo utile un tumore, soprattutto a favore dei Lavoratori della grande industria e dei cittadini delle zone più a rischio. Subito dopo andrebbero istituiti il reparto di chirurgia plastica, il reparto di chirurgia toracica, il reparto di pneumologia ed infine, andrebbe potenziata la cardiologia; tutti presidi indispensabili per un polo oncologico di eccellenza. Quando, e se, sarà poi pronto il nuovo megaospedale tra dieci anni, il Moscati potrà continuare a rivestire il ruolo di polo oncologico di eccellenza, mentre il nuovo nosocomio si occuperebbe del resto. È troppo chiedere che già tra due o tre anni i tarantini possano già avere in loco cure oncologiche adeguate senza subire disagi? Io ritengo di no, chissà cosa ne pensano gli assessori della Giunta Vendola e, soprattutto, chissà cosa ne pensano i Consiglieri Regionali tarantini di maggioranza ai quali sembra bastare la promessa del nuovo ospedale.
L’individuazione da parte dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia di 10 milioni di euro da destinare alle zone del tarantino colpite dall’alluvione dell’ottobre scorso sono una risposta concreta e sollecita rispetto ai silenzi ed alle inutili attese in occasione dei passati eventi calamitosi. Sono inoltre il segno di una attenzione particolare mai riservata prima ad un territorio che sembrava perennemente escluso da misure di sostegno e sviluppo. Mi auguro che la riunione convocata dall’Assessore Nardoni serva a superare ogni difficoltà, dare risposte concrete a quel territorio ma anche ad avviare finalmente i cantieri della ricostruzione.In un momento di grave difficoltà economica mi pare davvero controproducente animare attriti tra realtà istituzionali chiamate a dare risposte concrete e che nei mesi precedenti avevano già sottolineato l’importanza di una nuova stagione di confronto bipartisan specie di fronte ad eventi imprevedibili e drammatici come quelli registrati poco più di due mesi fa nella nostra provincia. I dieci milioni di euro individuati dall’Autorità di gestione del Programma di Sviluppo Rurale per la Puglia rappresentano per un importante risultato da ascrivere al pronto impegno del nostro Assessore regionale e sprecarli nel segno della polemica sarebbe un pessimo messaggio di inizio anno. Siamo certi che le parti in causa, nell’incontro in Regione, riusciranno a ritrovare le giuste sintonie ed a procedere a passo spedito verso il rapido impiego delle risorse che servono alle comunità colpite dall’alluvione e al sistema economico e produttivo della nostra provincia.
Giovedì, 09 Gennaio 2014 18:53

TARANTO - La rivincita al Ta Tà

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Dal fondo non si può che risalire. Per “Periferie”, la stagione di teatro del Crest, sabato 11 gennaio 2014, alle ore 21 al TaTÀ, va in scena “La rivincita” di Michele Santeramo, regia Leo Muscato, con Michele Cipriani, Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Paola Fresa, Riccardo Lanzarone, Michele Sinisi, produzione Teatro Minimo – Fondazione Pontedera Teatro, in coproduzione con Bollenti Spiriti Regione Puglia, in collaborazione con Comune di Andria. Biglietto intero 13 euro, ridotto 10 euro (al botteghino e nei punti vendita della BookingShow). I biglietti prenotati telefonicamente e non ritirati entro le ore 20 del giorno di spettacolo verranno nuovamente messi in vendita. Info: 099 4707948 – 366 3473430. La storia di una moderna, controversa e logorante “tragedia ridicola” fatta di ingiustizie e delle miserie umane di una quotidianità sempre più povera: storie di gente comune, contadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese, piccole e grandi meschinità, truffe, tradimenti familiari, rapporti di potere tra donna e uomo, ma soprattutto debiti e usura. Appoggiando su una concezione di teatro scarno ma rigoroso, “La rivincita” mette in scena l’odissea di Vincenzo, un lavoratore della terra reso sterile dal lavoro nei campi avvelenati dai rifiuti tossici e alle prese con una costosissima cura di fertilità, posto in difficoltà da un indennizzo che gli si ritorce contro, sostenuto in modo opinabile dal fratello, espropriato della casa, e irretito dall’avvocato. Partendo da un assegno scoperto che innesca una catena di conseguenze, lo spettacolo parla di un sud che non è mai stereotipo, di rifiuti chimici che avvelenano la terra e il corpo di chi ci lavora, di banche che non concedono prestiti ai precari, di usurai che consumano l’esistenza di chi non ha più speranze, di persone che inseguono il sogno di una vita normale ma perdono la casa e con essa ogni futuro. ● La rassegna “Periferie” è realizzata dal Crest nell’ambito del progetto Teatri Abitati, un intervento a sostegno dell’innovazione delle Residenze Teatrali promosso dalla Regione Puglia/Assessorato alla Cultura con fondi FESR 2007/2013, d’intesa con il Teatro Pubblico Pugliese. ● Al fine di consentire agli spettatori con figli la fruizione delle rassegne serali, il TaTÀ si fa tata dalle ore 20 sino al termine dello spettacolo. Spazio ludico (gratuito) per bambini (max 15) dai 5 ai 13 anni, su prenotazione almeno un giorno prima dello spettacolo. Info: 099 4707948.
Non possiamo assolutamente correre il rischio di spendere male e frettolosamente i fondi comunitari, specie in un settore come quello della pesca in cui la Puglia ha bisogno di recuperare tempo e attenzioni. E’ questa la motivazione che l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, fornisce in merito alla proroga dei termini per la presentazione delle domande e della documentazione per il bando F.E.P. (Fondo Europeo per la Pesca) 2007-2013 Misura 1.3 al prossimo 5 febbraio. Circa 2 milioni e mezzo di euro di risorse per cui era stata inizialmente prevista la scadenza del 6 gennaio che invece l’Assessore regionale non intende sottrarre al ventaglio di possibilità di offrire al comparto. Una opportunità che spero il settore vorrà cogliere appieno – commenta Nardoni – soprattutto nell’ottica del banco di prova che dovremo sostenere in vista della programmazione dei nuovi fondi strutturali in tema di eco-sostenibilità e innovazione, ma anche in virtù del fatto che è impensabile non attrezzarsi con politiche adeguate e spinte in una Regione dove troppo poco si è fatto per un territorio con oltre 850 chilometri di costa. E’ un patrimonio di esperienze, ma anche dall’alto valore economico-produttivo che la nostra regione deve rivalutare al massimo. La Misura 1.3 del F.E.P. infatti prevede di finanziare investimenti a bordo dei pescherecci e interventi in tema di selettività. Termini dunque riaperti per consentire la partecipazione collettiva di tutti i soggetti coinvolti e un’analisi più ampia delle tematiche anche sulla scorta delle numerose richieste condivise dalla Regione e pervenute dalle varie associazioni di categoria e organizzazioni cooperative degli operatori della pesca.
Cementir Italia S.p.A. è un’Azienda controllata dal gruppo Cementir Holding S.p.A. società multinazionale il cui azionista di riferimento è la famiglia Caltagirone di Roma. Lo stabilimento Cementir - Cementerie del Tirreno, oggi Cementir Italia Spa, di Taranto nasce negli anni ’60 all’interno del gruppo IRI proprio perché a ridosso della più grande acciaieria di Europa per l’utilizzo della loppa sotto prodotto della ghisa. Permettendo all’ex Italsider, oggi Riva, di smaltire la loppa che diversamente per il produttore diventerebbe un rifiuto speciale da dover dismettere. Noi adoperiamo la loppa nel nostro ciclo di produzione dei cementi di tipo III. I cementi di questo tipo chiamato “d’altoforno ” è un prodotto eco compatibile rispetto agli altri tipi in quanto richiedono meno energia per essere prodotti e riciclano sotto prodotti di altri cicli produttivi. In questi anni la proprietà a fronte di questa acquisizione, frutto della privatizzazione dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale, ha potuto accumulare tanto profitto da investire all’estero e continuando a macinare successi economici a costruito un “impero” multinazionale. Lo stabilimento di Taranto usa la loppa anche per produrre il clinker con conseguente riduzione di consumi energetici, incrementandone l’utilizzo rende più performante il prodotto finale. Il clinker usato anche per cementi non di tipo III offre maggiori vantaggi economici. Inoltre usare la loppa per produrre il clinker riduce il consumo di argilla con minori richieste di materiale di cava. Acquisire il clinker da altri siti significa usare un prodotto che ha un maggiore impatto ambientale in fase produttiva ed arreca un ulteriore danno ambientale perché và ad aggiungersi l’inquinamento causato dal trasporto su gomma contrariamente a quello che succederebbe producendolo a Taranto. Rimanendo in ambito ambientale andrebbe anche precisato che il combustibile utilizzato per il ciclo a caldo (Pet-coke) può essere diminuito con l’utilizzo del CSS (Combustibile Solido Secondario; ex CDR, Combustibile Da Rifiuto) che utilizzato nelle cementerie offre le garanzie di essere smaltito in condizioni tali da non produrre sottoprodotti inquinanti, in quanto le temperature minime di esercizio devono necessariamente essere ben superiori alle temperature in cui il CSS potrebbe produrre tali sottoprodotti . Il ns Stabilimento è dotato di un impianto collaudato e pronto all’uso che non sappiamo quando e se mai verrà utilizzato. Si ricorda che smaltire CSS è un vantaggio per la collettività!!! Lo stabilimento di Taranto ha un sistema di monitoraggio dei gas emessi al camino 24 ore su 24, una centralina è collegata direttamente con l’Arpa di Taranto che controlla le nostre emissioni, ed in caso di mancato rispetto dei limiti imposti ci sono delle sanzioni pensantissime nei confronti dell’Azienda. Lo stabilimento di Taranto ha da sempre lavorato nel rispetto. Sta adempiendo anche alle ultime prescrizioni previste dall’AIA frutto del congelato progetto “Nuova Taranto”. Nel 2011 la Holding ha deciso di fare notevoli investimenti presso lo stabilimento di Taranto, realizzando una nuova linea produttiva, utilizzando le tecnologie più innovative dal punto di vista dei rendimenti ed ambientali. Dopo le note vicende che hanno interessato l’Ilva, il progetto è stato congelato. Purtroppo e a tutti ben nota la rapida ed imprevedibile evoluzione degli eventi, che nel luglio 2012 hanno caratterizzato, con forte eco mediatico nazionale ed internazionale , le vicende del polo industriale tarantino, con l’affare Ilva. I suoi perduranti effetti giudiziari ed, in generale, il clima d’incertezze rispetto alla vitale fornitura di loppa che lo stabilimento siderurgico offriva al nostro impianto. La decisione di realizzare una nuova linea produttiva è stata presa in pieno periodo di crisi economica nazionale e di Cementir Italia, decisione da considerare giusta se si guarda verso le prospettive future, cosa che non è stata mai fatta negli anni passati. In queste condizioni appariva l’azienda sin dall’estate 2012 imporre un momento di riflessione alla decisione di implementare l’investimento, complice il mai motivato blocco della delibera finale del previsto finanziamento regionale a fondo perduto a favore dello stesso (circa 20ml di euro). Ma, in aggiunta al perdurare di prospettive non chiare sul futuro dell’area a caldo dell’Ilva, ulteriori elementi intervenivano negli ultimi mesi del 2012 a spingere l’Azienda a dichiarare il necessario congelamento dell’investimento, tra i quali la difficile situazione dell’area portuale, che si stava risolvendo in una riduzione degli spazi concessi in gestione esclusiva della Cementir, circostanza da cui scaturiva l’esigenza di rimodellamento delle prospettive di spedizione via mare ipotizzate nel business case del nuovo impianto. Da ultimo, la richiesta di un’applicazione secondo tempi stringenti di alcuni pur necessari, ma contemperabili solo con la prospettiva immediata e accelerata del rifacimento completo dello stabilimento e la conseguente denegata ipotesi di un rinvio per rendere compatibili gli investimenti da fare con i nuovi scenari di riferimento, spengevano l’Azienda a considerare necessario, per un tempo transitorio ad allora non definibile un ridimensionamento delle attività su quello stabilimento con chiusura dell’area a caldo fino a diversa determinazione o a sblocco definitivo della decisione sul nuovo impianto. In questo contesto è da aggiungersi il blocco della cava del calcare in agro di Statte (Ta) nonostante le autorizzazioni favorevoli dell’assessorato regionale di competenze. Quindi ancora una volta ci troviamo, in questa città, di fronte al fatto che invece di fare investimenti al fine di ambientalizzare lo stabilimento, si preferisce bloccare tutto e mandare a casa centinaia di lavoratori con disagio economico-sociale per gli stessi e le proprie famiglie ed arricchire già la tragica situazione occupazionale nel nostro territorio Jonico. A tal fine vi poniamo alcuni quesiti: come mai è possibile che a Taranto l’Autorità portuale prevede che si facciano grandi opere portuali senza pretendere che si usi il cemento di altoforno, che viene esportato in tutto il mondo per questo tipo di lavori? Come mai la decisione della Cementir di congelare l’investimento di 175 ml di euro su Taranto viene accolta quasi con soddisfazione anziché appoggiare la stessa a fare quanto aveva annunciato? Come mai la Regione Piemonte sulla stessa vicenda ha trovato soluzioni che hanno potuto garantire il mantenimento della presenza della Cementir sul territorio di Alessandria, a Taranto si aspetta con inerzia che succeda qualcosa senza promuovere nessuna azione incisiva e risolutiva? Come mai in Piemonte c’è una legge regionale che consente di prevedere ricadute positive per i territori interessati dalle grandi opere ed in Puglia no? Come mai il destino di 60 lavoratori diretti e di oltre 150 indiretti e delle loro famiglie che a breve rischiano di perdere il posto di lavoro non interessa ai politici ed alle istituzioni pugliesi e tarantine? Forse non siamo ugualmente italiani ed aventi diritti come i nostri colleghi piemontesi? Forse a Taranto c’è chi pensa che governare e gestire le istituzioni significhi disinteressarsi del presente e futuro dei lavoratori? Vi ricordiamo che l’organico prima di iniziare tutto ciò era di 115 unità con le mobilità che si sono susseguite l’organico è stato ridotto 95 con lo spegnimento della linea a caldo l’organico si riduce a 42 unita.Perché l’Azienda sta ignorando la internalizzazione per la ricollocazione del personale e gli altri strumenti previsti dall’accordo del 19/09/2013? Vogliamo la tutela dei posti di lavoro! Noi non accettiamo tutto questo e siamo pronti a difendere i nostri posti di lavoro nell’unica ed ultima speranza che la Regione Puglia ci dia appoggio. Diversamente, con qualunque mezzo, denunceremo l’atteggiamento di abbandono di chi avrebbe dovuto tutelarci. E’ noto alle parti che tutti i lavoratori hanno deciso di scioperare e che sono pronti alla mobilitazione, non escludendo altre iniziative per la salvaguardia del proprio posto di lavoro. In questi ultimi anni i lavoratori hanno fatto notevoli sacrifici per venire incontro all’Azienda con la visione di un nuovo sito produttivo che avrebbe portato sicurezza e crescita per il futuro. Abbiamo accettato passivamente un blocco delle categorie, dato la polivalenza incondizionatamente, accettato una mobilità per ristrutturazione, lavorato in ambienti malsani, ma tutto ciò non è servito a niente. L’Azienda e le istituzioni locali e regionale si devono assumere l’impegno del futuro dei lavoratori in qualsiasi modo possibile. Sulla qustione si registra un intervento del consigliere regionale Pd, Michele Mazzarano. "La crisi dello stabilimento Cementir di Taranto è un altro puzzle di un mosaico industriale in disfacimento. La chiusura dell'area a caldo, derivante dalla caduta della domanda di approvvigionamento della loppa, legato alla crisi dell'edilizia e alle incertezze produttive dell'Ilva, ha un'altra pesante ricaduta occupazionale. La Regione Puglia ha il dovere di lavorare e sostenere un progetto di ammodernamento degli impianti che sia garanzia di maggiore ecocompatibilità rispetto agli attuali e rilanci lo stabilimento Cementir di Taranto. L'assessore Loredana Capone ha il dovere di accelerare un confronto in Giunta regionale su tale progetto e di aprirsi ad una larga condivisione. I lavoratori e le loro rappresentanze devono essere protagonisti di questo percorso. I problemi di Taranto meritano attenzione particolare per il loro valore strategico per l'intera regione".
Al Direttore Generale dell’ ASL Taranto Dott. Vito Fabrizio Scattaglia Viale Virgilio, 31 74121 TARANTO direttore Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. OGGETTO: Assistenza di base pediatrica a Marina di Ginosa. Egregio Direttore, come noto ogni bambino sin dalla nascita deve avere il suo pediatra per poter accedere a tutti i servizi e le prestazione garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale compresi nei livelli essenziali di assistenza. A proposito di questo sono ad esprimere tutto il mio disappunto riguardo l’assenza sul territorio di Marina di Ginosa del servizio in oggetto: dopo la dipartita del Dott. Lamola (sostituito per un breve periodo dalla Dott.ssa Russo) le famiglie dei pazienti pediatrici sono costrette ad “emigrare” per vedersi riconosciuto un diritto fondamentale sancito dall’articolo 32 della Carta Costituzionale. Nella speranza di ricevere, a stretto giro di tempo, notizie circa l’assegnazione di uno specialista in pediatria a Marina di Ginosa, La saluto cordialmente. Il Sindaco Dott. Vito De Palma
Presso il Tribunale di Taranto domani, venerdì 10 gennaio, prosegue, con l’ascolto dei testimoni delle parti civili e l’avvio degli esami degli imputati, il processo a carico di 29 ex dirigenti del Siderurgico di Taranto accusati di disastro colposo, omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro e altri reati in relazione alla morte di operai che lavoravano a contatto con l'amianto e altri cancerogeni, deceduti per malattie professionali. Ne dà notizia l’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi sul Lavoro) di Taranto che, assistita dall’avvocato Maria Luigia Tritto, si è costituita parte civile; nelle udienze precedenti - il calendario fissato dal giudice Simone Orazio è particolarmente serrato - tra l’altro hanno già deposto i consulenti del PM, i professori baresi Cassano e Molini, sulla significativa presenza di amianto nello stabilimento siderurgico tarantino evidenziandone i nessi con la morte degli lavoratori deceduti per mesotelioma pleurico, malattia professionale correlata all'esposizione alle fibre aerodisperse dell'amianto. Il presidente provinciale dell’ANMIL di Taranto, Emidio Deandri, ha dichiarato “la costituzione di parte civile dell’ANMIL in questo processo è un momento significativo della battaglia condotta dall’ANMIL, in tutta Italia da oltre 70 anni, per la tutela delle vittime degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. La nostra è innanzitutto una battaglia di civiltà per contribuire affinché trionfi la giustizia e si affermi il principio inviolabile della tutela dell’ambiente e della salute pubblica, anche e soprattutto sui luoghi di lavoro”. Nell'elenco degli imputati ci sono Emilio Riva, suo figlio Fabio, il direttore dello stabilimento di Taranto e diversi ex dirigenti che hanno gestito il passaggio del siderurgico dalla gestione pubblica (Finsider e Partecipazioni Statali) a quella privata, avvenuta nel 1995 con la vendita dell'Ilva a Riva da parte dell'Iri.
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