Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 167

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 170

Decine e decine di telefonate sono giunte presso las sede dell'Adoc per segnalare il
grave disagio patito dai cittadini di Taranto abitanti nelle zone di Lama / Tramontone.
"Per l’intera giornata di mercoledì- si legge in una nota- hanno patito il disagio della mancanza totale di Energia
Elettrica. Continui stacchi /attacchi hanno messo a dura prova tutti gli apparati elettrici sensibili a
queste situazioni.
Mancanza totale per ore ha causato notevole disagio- scrive il presidente Adoc Votano- soprattutto a chi è legato per
necessità mediche alla corrente elettrica. Da evidenziare la completa assenza di assistenza ai
parte dei cittadini da parte dell’ Azienda.
Cittadini riferiscono che il servizio Call Center dell’Enel durante la fase di
segnalazione andava stranamente e continuamente in tilt e quindi gli utenti non avevano la possibilità di completare la
segnalazione. Quindi al danno si è aggiunta la beffa di non potersi mettere in contatto con chi avrebbe dovuto fornire una qualche spiegazione sulle cause del disservizio.
Riteniamo anche - prosegue Votano nella sua nota- che le stesse linee elettriche esistenti nella zona interessata
all’evento abbiano bisogno di un urgente intervento di ammodernamento, in quanto
sembrerebbe che le stesse siano assolutamente datate e vetuste, nonché inadeguate al
crescente fabbisogno di energia in una zona in forte espansione come quella di Lama
Tramontone.
L’invito ora è che l’Azienda ENEL spieghi quali sono i futuri interventi di
ammodernamento da effettuare. Nel frattempo- conclude il presidente Adoc- i cittadini che hanno subito dei gravi disagi ed
eventuali danni (motivati e certificati) possono chiedere eventuali rimborsi
alla stessa Enel, inviando una lettera di cui forniamo il fac simile da inviare tramite raccomandata a/r."

Si puo' chiedere un rimborso forfettario di euro 25,82, e di altro importo da specificare, per i disservizi delle societa' elettriche.
La richiesta va inoltrata per raccomandata A/R alla piu' vicina sede della societa' elettrica Enel,

(entro 30 giorni dal fatto). E copia conoscenza (non raccomandata) all'Adoc Via Emilia, 153 Taranto


Spett.le ...........

..........................................

.......................................

p.c. ……………………….

..... li' ......

Il sottoscritto ……………………….,

residente in via/citta' ………………….,

titolare del contratto di fornitura elettrica n. ...........
chiede il rimborso forfettario di euro 25,82 per:

( ) tempo di allacciamento superiore ai dieci giorni;
( ) tempo di risposta a richiesta scritta superiore a 15 giorni;
( ) tempo di verifica caratteristiche del contatore superiore a 20 giorni;
( ) tempo di attesa agli sportelli superiore ai 20 minuti;
( ) tempo di ripristino fornitura per morosita' superiore a 1 giorno lavorativo dalla data di dimostrazione dell'avvenuto pagamento;
( ) durata media del black-out per guasto (oltre 3 minuti) superiore ai 90 minuti;
( ) numero medio black-out per anno (oltre 3 minuti) oltre i 3;
( ) durata media dei black-out programmati oltre 90 minuti.

Inoltre chiede il rimborso di euro .......... per i danni avuti in seguito al vostro disservizio.
(Descrivere brevemente i fatti che hanno portato ai danni, specificare questi danni e citare eventuali testimonianze)

.........

.......

......

Il rimborso potra' essere effettuato con conguaglio nella prossima bolletta.
Si fa presente che se cio' non avverra', con comunicazione allo scrivente entro 15 giorni dal ricevimento della presente raccomandata, mi vedro' costretto ad adire le vie legali

Distinti saluti

................................

“Taranto e il suo territorio hanno bisogno più che mai di una rappresentanza forte, capace di difendere ora i diritti di cittadini e lavoratori per creare le condizioni di un futuro in cui non ci sarà mai più spazio per ricatti. Di nessuna sorta. Ecco perché bisogna passare dalla fase di protesta a quella di proposta e in questo senso va riguadagnato un rapporto vero, ma anche leale e propositivo e non solo pregiudizievole, con la politica e il variegate mondo dei movimenti”

Parla chiaro al suo esordio pubblico il nuovo segretario della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, che comincia proprio dalla necessità di ridare valore alla rappresentanza sindacale, come strumento per la tutela e la difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori: “La rappresentanza sindacale ha il dovere anche di evitare che le battaglie sul futuro del territorio, che hanno radici storiche profondissime, prendano la strada dettata da mal di pancia populisti e, troppo spesso, qualunquisti”.

“La vertenza ILVA, la vertenza ENI, così come la destrutturazione del comparto manifatturiero non sono vertenze diverse – spiega poi Massafra – ma sono l’intreccio in cui si sviluppano altre centinaia di vertenze a catena. Perché non si può immaginare un nuovo modello di sviluppo sostenibile ed eco-compatibile se non si attrezza un adeguato piano di rilancio ed efficientamento della Pubblica Amministrazione, se non si mantiene alta guardia sul tema degli Appalti Pubblici e privati, se si abbassa l’attenzione sui lavori emergenti, spesso figli di una disoccupazione di ritorno, dall’agricoltura al fumoso mondo delle finte partite IVA”

Così Giuseppe Massafra fino a ieri difensore di un manifatturiero che con la Miroglio si confrontava con la desolazione di una fabbrica vuota, oggi da segretario generale parla di vertenze che si muovono sullo stesso piano a cui la CGIL “deve tentare di dare una visione strategica comune”.

“Serve una visione del territorio che mentre si scontra con una delle più difficili sfide di tutti i tempi, non può tralasciare il passato, dove il territorio deve andare a ritrovare la sua forza. Siamo in un periodo di transizione e con il processo di ambientalizzazione  in ILVA o gli investimenti ENI o nel Porto a Taranto si decide su un pezzo, direi fondamentale, delle politiche industriali del nostro Paese. Dopo decenni di sfruttamento incondizionato del territorio, con ricadute che dal punto di vista ambientale e della salute dei cittadini hanno generato il disastro che tutti conosciamo, il tema è decidere come ci attrezziamo nel presente per accogliere il migliore dei futuri possibili, in una condizione di totale inadeguatezza dell’apparato economico-produttivo locale, per attutire l’onda lunga dello smobilitamento o della delocalizzazione”.

“Come CGIL non forniremo alibi a nessuno, mentre i capitalisti pubblici e privati non aspettano altro – continua il segretario della CGIL – Ora esiste una consapevolezza nuova, molto diversa dalla vaporizzazione delle responsabilità individuali che ci hanno reso tutti responsabili del disastro. E per questo non diremo all’ILVA o all’ENI andatevene. Diciamo piuttosto rimanete qui, pagate con i vostri soldi il risanamento e la bonifica perché anche Taranto ha diritto ad immaginarsi un futuro oltre voi”

In perfetta continuità con il passato Massafra dunque torna a difendere il lavoro che c’è, ma dai suoi 34 anni chiede al territorio di fare massa critica, di tornare ad esprimersi collettivamente dentro e fuori le fabbriche, di fare sintesi anche nelle diversità, perché esse sono forza e non debolezza, per una proposta reale che sia in grado di presentare un nuovo modello di sviluppo credibile che faccia i conti ad esempio con il consolidamento del polo universitario tarantino ma anche con la competizione internazionale così come con il deficit di di approvvigionamento energetico dell’Italia.

“Alle grandi imprese dobbiamo togliere gli alibi per fuggire – continua Giuseppe Massafra – a tutti noi dobbiamo togliere la paura di agire, partendo dai conti con un passato che ci ha spesso messo nelle condizioni di non decidere su nulla. E non decidere in alcuni casi a Taranto non è significato solo  immobilismo ma in alcuni casi anche forte arretramento”

Infine un ultimo passaggio Giuseppe Massafra lo dedica alla relazione con il territorio che la CGIL, che andrà rinnovata, nelle forme e nei contenuti: “Non organizziamo scampagnate, ma difendiamo il lavoro, i lavoratori, le loro famiglie, il territorio. Per questo saremo ancora più presenti nelle piazze. Faremo del lavoro cultura del progredire e difesa dei diritti di tutti. Non solo, vogliamo che l'incontro e il confronto con i cittadini diventi un appuntamento fisso. Per questo stiamo pensando di organizzare periodicamente, attraverso le nostre categorie o il nostro sistema dei servizi, dei presidi nei diversi quartieri della città e in ogni comune della Provincia. Banchetti o gazebo nelle piazze che siano un appuntamento per l'ascolto dei cittadini e la presa in carico dei loro bisogni.”

Infine, il segretario della Cgil si concede una battuta sui “rottamatori”: “Non abbiamo bisogno di incentivi alla rottamazione. La macchina della Cgil ha bisogno solo di una messa a punto e potrà macinare ancora chilometri senza nessun timore”.

All’incontro con i giornalisti erano presenti anche il segretario organizzativo della CGIL di Taranto, Paolo Peluso, e la neo eletta componente di segreteria, Eva Santoro.

Venerdì, 25 Luglio 2014 12:43

Calcio, metafora di una città. di Vito Massimano

Scritto da

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vito Massimano sulle vicende del Taranto Calcio

Non sappiamo come andrà a finire la telenovela sul Taranto calcio ma sembra di vedere un film già visto.

Qui non si vuole entrare nel merito della vicenda perché essa, indipendentemente dai fatti, suggerisce la triste attitudine di una città dotata di una straordinaria coazione alla mediocrità che ne determina ogni scelta, finanche di tipo sportivo.

Avete sentito mai un tarantino sognare la serie A? No, ma posso sbagliarmi. Il tarantino sogna la serie B, la ritiene la giusta collocazione per una piazza “con pretese ben più alte della serie D”.

Alla faccia delle pretese, anche quando sognare (o ambire se vogliamo) non costa niente, il tarantino sogna un futuro radioso in seconda classe perché neanche psicologicamente si sente pronto ad immaginare la serie A.

Avete mai visto un tarantino provare la titanica impresa di coagulare intorno a sé una cordata di imprenditori stranieri come ha fatto Gianluca Paparesta con il Bari o la Bari che dir si voglia?

Macché, Taranto mica aspetta la cordata straniera animata da grandi progetti, perché manco ci arriva a parlare con la finanza che conta.

Taranto ambisce al massimo al piccolo Papa Straniero di provincia, degnissimo ed onestissimo per carità, pronto a mettere due spicci e  preoccupato di capire bene a quante centinaia di migliaia di euro ammonta il debito della precedente gestione, perché altrimenti si rovina.

Insomma mica Thohir e neanche un pochino di meno perché Taranto il massimo che riesce a trovare è una cordata di persone pronte ad impegnarsi con cuore, passione e poco più per sognare il risultatuccio modesto e fare contenta una città talmente innamorata dei propri colori da accontentarsi ed entusiasmarsi con poco. 

E c’è da considerarsi pure fortunati perché con la banda di lestofanti, squattrinati e maestri del fallimento che la storia calcistica tarantina ben ricorda, bisogna pregare la Madonna del Carmine di non incappare nei soliti pataccari sempre pronti a scendere in riva allo Jonio.

Questo è l’obiettivo minimo e, cosa drammatica, questo è anche l’obiettivo massimo con sullo scorcio il sogno proibito della serie B e magari di un agguerritissimo derby con il Martina Franca o il Grottaglie.

Taranto non sogna di ospitare il Real Madrid e questa è un’attitudine che rimane radicata anche nella vita reale, nelle vicende extra calcistiche. Taranto è una realtà di poche pretese che chiacchiera ma che punta al basso anche quando chiacchiera.

Per quanti anni abbiamo avuto come massima ambizione quella di fare i padroncini contoterzisti per Italsider accontentandoci dello “stipendio fisso” che il siderurgico ci poteva assicurare? E quando mai i nostri “imprenditori” hanno considerato le commesse della ferriera come punto di partenza per espandersi ed uscire dalla logica della mono committenza? Quanti soloni dalle tv private hanno cianciato per anni di portualità, piastre logistiche, interporti e strategie di sviluppo rimaste lettera morta per indolenza ed incapacità di pensare in grande? Quante volte abbiamo assistito al vacuo ritornello del “turismo come volano di sviluppo basato sulle ricchezze paesaggistiche, enogastronomiche, culturali ed archeologiche”? Ve li ricordate quelli che recitavano “a mitraglietta” questa filastrocca senza riempirla di contenuto o di azioni concrete che dessero un senso ad una frase altrimenti non significa nulla? E le supercazzole del Grande Salento ve le ricordate? E l’eterna promessa di una sanità di qualità o di un polo universitario autonomo? Chiacchiere per riempire le conferenze stampa o vincere la noia di un afoso pomeriggio di Agosto.

E ve li ricordate quelli della cordata di imprenditori locali che volevano comprare l’Italsider dallo Stato (prima di Riva) e che misero insieme la ridicola cifra di un miliardo di lire (qualcuno dice che si trattasse di poco più ma fa lo stesso)? Non certo i capitali coraggiosi di D’Alemiana memoria!

Non è vero? Bene, allora dove sono gli imprenditori locali (degni di questo nome) pronti, ad esempio, a rilevare il Taranto Calcio con risorse da buttare su un progetto ambizioso? E dove sono i personaggi influenti pronti a sensibilizzare (come per il Bari, la Salernitana,  la Roma, l’Inter solo per citarne alcune) il magnate di turno ad investire nel calcio nostrano?

Ecco appunto. Questa è la vera serie D, quella sociale.

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Giancarlo Girardi sul caso Ilva

Il ministro Guidi dello Sviluppo Economico, ex vicepresidente di Confindustria, ha dichiarato esserci quattro o cinque ipotesi di vendita dell’Ilva. Il presidente Renzi chiede ai sindacati di affrettarsi nel facilitare l’operazione. Si è nominato il nuovo direttore dello stabilimento e sbloccati i fondi sequestrati dalla magistratura per la gestione della fabbrica e non per investirli nella loro totalità nella tutela ambientale dell’intero territorio. Provo a fare il punto della situazione attuale ricordando che venti anni fa lo Stato si “liberò” dal problema Ilva cedendo ad un prezzo irrisorio la più grande acciaieria europea alla famiglia Riva e completando per questo settore, strategico per l’industria, quel processo di smantellamento delle Partecipazioni statali, con le tante altre privatizzazioni che si sono succedute. Un’apertura, si diceva, all’economia del “libero mercato” che si voleva globalizzato ed aperto alla libera concorrenza. Per fare ciò occorreva annullare ogni controllo pubblico e sociale sulle imprese, liberare loro da quei lacci della Costituzione che erano rappresentati dall’art. 41: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali” e dall’art.43 che recita: “Ai fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale”. Nel caso di Alitalia ma soprattutto di Ilva si stanno capovolgendo i principi economici e sociali sanciti dalla Costituzione. Questa è l’operazione degli ultimi due decreti leggi (2012 - 2013) per Ilva che annullano, nei fatti, anche le tutele sancite con la legge 300 del 1970, lo Statuto dei lavoratori. Il diritto alla salute dei lavoratori e dei cittadini, alla loro sicurezza e dignità, quindi, non deve venire prima degli altri diritti, come invece la magistratura tarantina aveva imposto, lasciando ciò come rivendicazione ai loro sindacati ed associazioni e quindi vincolati alla loro capacità di lotta e di contrattazione. Nella vicenda Riva lo Stato si liberò, venti anni fa, dei gravi problemi derivanti dalla sua proprietà (i vincoli sociali dell’impresa) consentendo l’arbitrio assoluto dell’ Ilva, non chiedendo né imponendo contropartite, mentre allora si era perfettamente consapevoli dei problemi drammatici che noi dovevamo affrontare e che attualmente sono tragicamente davanti ai nostri occhi. Oggi invece di applicare l’art. 43, previo un maquillage degli impianti, si cerca il miglior offerente in Europa o nel mondo scaricando ai nuovi proprietari i problemi del nostro territorio ed il contenzioso, ancora più difficile, che si aprirà inevitabilmente con loro. Viene considerato settore di “rilevanza strategica per l’economia nazionale” non più “a fini di utilità generale” come recita la Costituzione. Si afferma di salvaguardare l’occupazione ma ci si preoccupa di quello dei profitti dell’impresa e quindi del mercato senza considerare che esso non veda alcuna “utilità sociale” e che possa tranquillamente chiudere parte o la totalità degli impianti tarantini se non più convenienti. Così è stato, per legge, estromesso l’interesse fondamentale dei cittadini alla loro vita e salute e sterilizzata la volontà degli enti locali. Si lascerà incancrenire una situazione in cui ci divideremo, come affermò anni fa lo scrittore tarantino De Rosa tra il “distribuirci la morte tra l’inquinamento che uccide, il lavoro in fabbrica pure, la disoccupazione può farlo”. 

Venerdì, 25 Luglio 2014 11:32

Gregory Porter. Il Re del Jazz si esibirà al Locus Festival

Scritto da

Vincitore di un Grammy nel 2014 come "Best jazz vocal", definito come il nuovo Re del jazz da tutti i media mondiali, paragonato a legende del calibro di Nat King Cole e Marvin Gaye.

Stgiamo parlando di Gregory Porter, il nuovo fenomeno musicale che dal 2010 a oggi ha collezionato una lista infinita di critche positive e diversi premi e che si esibirà al Locus Festival di Locorotondo il 27 luglio 2014

Una voce limpida e calda, a dimostrare le contaminazioni jazz, blues e soul che contraddistinguono la sua musica, e una presenza scenica eccezionale per compiere un tuffo nel passato, quando i fumosi locali jazz facevano da sfondo a malinconiche storie di cuori infranti e successi mancati.

Da ragazzo voleva diventare funzionario comunale, o almeno così racconta la leggenda. Poco prima di morire la madre gli sospira "Keep on singing", vent'anni dopo diventa una star mondiale della musica jazz.

Start ore 22

Ingresso Libero

Piazza Aldo Moro, Locorotondo

 

Riceviamo e pubblichiamo un resoconto sulla presentazione del libro di Salvatore De Rosa "Le date del mare non finiscono mai"

Nello scenario di poesia e d'incanto di Saturo e del suo mare, lunedi 21 Luglio, presso l'Art Cafè, si è tenuta la presentazione del libro "Le date del mare non finiscono" di Salvatore De Rosa edito nel 2013 dalla Scorpione editrice di Taranto. Alla luce irripetibile di un tramonto d'estate le parole del diario di vita di Salvatore, psicologo ed intellettuale tarantino prematuramente scomparso nel 2012, assumono un valore ed un'altezza da capogiro. Questo perché di quel mare e di quella parte di mondo l'autore del libro non era mai sazio, intravedendoci l'inizio di Taranto, città amata, nonché il principio di ogni amore. Per la vita, per sé stesso, per il mare simbolo d'infinito, ancestrale e antico più dell'uomo. Cosi si sono alternate, sapientemente, le evocative voci dei due attori Daniela Delle Grottaglie e Giovanni Di Lonardo che hanno interpretato i brani che più si adattavano alla cornice di Saturo cosi ben descritta da Salvatore, regalando un'emozione vibrante e accesa. Le date del mare non finiscono, intitolerei cosi, scrive l'autore, se questo diario dovesse vedere la luce della pubblicazione. Rosanna De Rosa ha tenuto fede a questo progetto in nuce del fratello e, con la sua commossa partecipazione, ha evidenziato l'importanza e il significato dell'amore di Salvatore per l'ambiente che lo circondava, il suo senso di libertà affidato alle sembianze del mare. Mare donna, mare libertà, mare corpo del mondo. Silvana Pasanisi, curatrice dell'opera insieme alla sorella dell'autore e a Giancarlo Girardi, profondo conoscitore degli scritti di Salvatore, punta il suo sguardo sul valore letterario dell'opera, valore nel linguaggio e nella cura delle parole, per i rimandi profondi ad opere e a intellettuali che hanno trovato in Taranto la bellezza autentica di una città unica al mondo. Opera di grande bellezza e allo stesso tempo di grande denuncia, mette in risalto giustamente Giancarlo Girardi che sottolinea l'impegno sociale di Salvatore, presente in tutti i movimenti di lotta per la salvaguardia del bene pubblico e di uno sviluppo della città che fosse orientato verso la qualità della vita e dell'ambiente. Nel teatro dell'Art Cafè sono state esposte le grafiche di Salvatore De Rosa, nonché i disegni dell'artista Filippo Girardi create appositamente per il libro "Le date del mare non finiscono". In platea tanti giovani che hanno apprezzato il diario di Salvatore e che hanno regalato un momento di magia profonda, leggendo con gli attori un brano di profondo amore per la città. Ecco, se l'eco di tutto questo potesse arrivare a riempire di amore e rispetto per la nostra martoriata città, ogni vicolo, ogni strada, ogni coscienza allora la presentazione di quest'opera avrebbe avuto il significato che Salvatore avrebbe voluto.

Giovedì, 24 Luglio 2014 20:09

Calm Beach, un angolo di tranquillità nel caos cittadino

Scritto da

Sfuggire al caos della cittá, ai rumori, al traffico e alla monotonia?

La soluzione é Calm Beach!! 

Un angolo di paradiso in viale del Tramontoa San Vito.

 

Giovedì, 24 Luglio 2014 19:20

TARANTO - Arriva nave Palinuro, visite a bordo

Scritto da

Da sabato scorso è a Taranto la nave scuola Palinuro della Marina militare italiana per una sosta che segna, per la goletta, il punto di passaggio tra la fine della campagna d’istruzione degli allievi del 1° corso della Scuola navale Morosini di Venezia e la seconda campagna d’istruzione che la vedrà impegnata,, da metà luglio  a metà settembre con gli allievi del XVI corso normale marescialli della scuola sottufficiali “Lorenzo Bezzi” di Taranto.

Le navigazioni si svolgeranno tra il mar Tirreno, mar Adriatico, Mar Ionio e mar Egeo e avranno lo scopo di addestrare i giovani allievi nell’apprendimento delle scienze nautiche e marinaresche oltre a tenere vive le tradizioni e l’amore per il mare.

E nave Palinuro non mancherà di fare bella mostra di sé nel canale navigabile, dove sarà ormeggiata alla banchina del castello Aragonese, da domani, venerdì 25, a domenica 27 consentendo ai tarantini la visita a bordo nei seguenti orari: venerdì 25 dalle ore 16 alle 19 e dalle ore 21 alle 23; sabato 26 dalle ore 10 alle 12, dalle ore 15 alle 19 e dalle ore 21 alle 23; domenica 27 dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 15 alle 19. Durante il percorso della visita saranno illustrate le principali caratteristiche del Palinuro, i compiti assegnati, le vele, la propulsione e l’origine del nome.

Non solo. Nell’ambito di questa sosta, come già avvenuto a Genova e a Napoli, la goletta sarà la sede della terza conferenza per il sostegno e la divulgazione di tematiche ambientaliste nell’ambito della “Marine strategy, la sfida dell’Europa per la vita del mare”, in collaborazione con l’associazione “Marevivo” e il consorzio nazionale interuniversitario per le Scienze del mare. La conferenza si terrà domani venerdì 25, a partire dalle ore 10, con l’obiettivo di informare sui “descrittori” per il raggiungimento del buono stato ambientale dell’ecosistema marino (Ges, Good environmental status). Nell’ambito della conferenza verranno discussi i descrittori relativi alle nuove specie ittiche introdotte, alla pesca ai fini dello sfruttamento commerciali e ai rifiuti marini che costituiscono la cosiddetta “marine litter”. Alla conferenza interverranno il comandante di nave Palinuro, c.f. Marco Filzi, il presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, e alcuni rappresentanti del CoNISMa nonché i rettori delle Università di Bari e del Salento.

Una nuova ed importante delibera è stata approvata nei giorni scorsi dal commissario prefettizio della Provincia di Taranto, Mario Tafaro.Una delibera importante perchè va ad integrare ed a migliorare quella dello scorso 20 febbraio relativa al piano del fabbisogno del personale della Provincia di Taranto garantendo nelle annualità 2014, 2015 e 2016 la spesa del personale inerente l'Istituto Paisiello.

L'Istituto, di diretta emanazione della Provincia, sta vivendo una situazione di incertezza per gli effetti negativi dovuti  alla riforma delle province e alla conseguente riduzione drastica delle risorse assegnate a questi enti in odore di soppressione.

In più, una norma transitoria impedisce agli organi di governo della Provincia di potere determinare impegni oltre i limiti temporali ad esso assegnati, in primis fine ottobre, così da aver determinato la decisione negativa, a febbraio 2014, di limitare la previsione delle cattedre non oltre il 31 ottobre 2014 creando una ulteriore situazione di disagio ed incertezza sul futuro di questo pregiatissimo Istituto.

In questi giorni, il commissario Tafaro insieme ad Angela Dragone, della segreteria della Cgil, è stata messa mano alla modifica del piano di fabbisogno con la certezza della prosecuzione della attività negli anni 2014, 2015 e 2016.

Certo rimane aperta tutta la partita delle cattedre precarie che sono garantite sino a giugno ma, certamente, un passo importante si è compiuto assicurando intanto la funzionalità dell’Istituto Paisiello, fiore all'occhiello per la nostra comunità ionica.

“Rimane intatto, però, il problema delle risorse e della garanzia nei prossimi anni essendo le province in odore di chiusura”, sottolinea Giampiero Mancarelli, vicesegretario provinciale del Pd di Taranto, il quale sottolinea come in questo contesto si innesti “il lavoro posto in atto dal parlamentare Pelillo con un ordine del giorno votato alla Camera che impegna il Governo a trasferire l'Istituto presso il Miur con la relativa dotazione economica da prelevarsi dagli enti oggi proprietari degli istituti. Sarà, quindi, sufficiente – aggiunge Mancarelli - che il Mef modifichi la pianta organica del ministero dell'Istruzione e dell’Università inserendovi i docenti del Paisiello perchè le risorse saranno garantite dalla Provincia abolenda. Per questo l'ordine del giorno rappresenta un buon punto di partenza. Questi interventi delineano la strada maestra per garantire un futuro al nostro Istituto e sono in continuità con quanto fatto negli anni passati dalla Giunta Florido che – conclude il vicepresidente provinciale del Pd - all'Upi nazionale promosse un progetto ambizioso di trasferimento di tutti gli istituti musicali pareggiati (21 in tutta Italia) con risorse degli enti locali al Miur cercando di ristabilire un quadro di certezze e una tranquillità didattica, necessaria in questo campo, che manca ormai da anni”.

 

 

 

“Forse al centrodestra pugliese sfugge un dettaglio fondamentale: la PAC  è l’ultimo regalo dell’Europa, con la complicità di molti europarlamentari Pdl-Fi, alcuni ancora a Bruxelles, altri recentemente rientrati,  che hanno votato un impianto vecchio e pericoloso per le colture mediterranee.

L'abbandono del metodo storico di calcolo dei titoli  contenuto nei regolamenti comunitari così come il processo di convergenza attraverso il quale determinare il nuovo valore dei titolo è il vero elemento di penalizzazione del sistema. Ma non  dipende dalle Regioni.  E non è la sola dimenticanza nelle dichiarazioni odierne”. È il commento del senatore Dario Stefàno alla conferenza stampa del gruppo regionale PDL-FI.  

“Ho sempre considerato le attestazioni del consigliere Marmo al lavoro svolto durante il mio impegno assessorile   – prosegue il senatore -  come un cambio di stile che oggi, in un periodo pre-elettorale, evidentemente non riesce più a mantenere. Gli atti però parlano chiaro, ultimo il voto unanime del Consiglio regionale di ieri ad una legge sulla cooperazione agricola scritta di mio pugno,  che corona un percorso che ha modificato l’approccio al tema agricolo.

Oggi, piuttosto che assumersi la responsabilità di partecipare ad un processo decisionale  il PDL- FI sceglie ciò che gli riesce meglio: la butta in caciara. Immaginando di far dimenticare la loro pessima gestione, prima dei 10 anni di governo regionale del centrosinistra.

  Continueranno a giudicare gli elettori e gli agricoltori pugliesi cosa ho fatto e cosa ho lasciato, cosa ha fatto il governo Vendola e quale agricoltura lascerà. Un giudizio sin qui largamente positivo. Sarà il sistema intero a valutare la differenza tra quella attuale e l’agricoltura che abbiamo ereditato dal centrodestra nel 2005, quando abbiamo raccolto le macerie di un sistema gestito con disinteresse e con un disordine pauroso, nonostante una disponibilità di risorse che non abbiamo mai avuto nei nostri 10 anni di governo”.

“Un fatto è chiaro  - conclude Stefàno – la procedura con cui si sta costruendo questo PSR misura livelli di partecipazione mai registrati. Se invece di rifugiarsi in conferenze stampa propagandistiche si consultassero ad esempio le organizzazioni di categoria si comprenderebbe quanto questo processo, attraverso una partecipazione allargata, stia cercando di mettere toppe ai danni che le decisioni europee ci hanno procurato.  Danni che nemmeno un diverso accordo con il Ministero sul regime accoppiato  avrebbe potuto risolvere, e che io non mai condiviso”.

 


Pagina 720 di 781