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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Martedì, 29 Luglio 2014 08:02

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Il 26 luglio 2012 esplodeva l'inchiesta Ilva. Un disastro ambientale di immani proporzioni per Taranto, provocato dalla grande industria, dinanzi al quale si resta ancora inermi e sul quale la magistratura e' stata costretta a intervenire dopo le decine di denunce degli ambientalisti. Quel giorno, la deflagrazione dell'inchiesta Ambiente Svenduto sembrava portare a una vera e propria rivoluzione cittadina, una di quelle rivoluzioni che avrebbe consentito un reale cambiamento. Così ad oggi non è. Le istituzioni continuano a restare in silenzio, quelle stesse istituzioni coinvolte a pieno titolo nell'inchiesta, i tarantini - gli stessi delle contestazioni e della manifestazioni - non hanno saputo utilizzare il prezioso strumento del referendum,  gli ambientalisti sono divisi, il processo è alle fasi iniziali e la difesa ha chiesto la remissione del processo. In due anni sono cambiati i vertici Ilva, c'è stato il braccio di ferro tra magistratura e Governo, c'è stato il decreto Salva Ilva e poi ancora le polemiche, le manifestazioni, la guerra tra lavoratori che pretendono il loro diritto a lavoro e salute e quella parte di cittadini che chiede la chiusura della fabbrica e le bonifiche e poi c'è l'incertezza dei lavoratori, del loro futuro, delle loro famiglie,  c'è il problema degli stipendi e del prestito.Ci sono i giornalisti coinvolti e intercettati in quell'inchiesta-scandalo, quelli che avevano rapporti con Ilva, ma anche oggi come due anni le strumentalizzazioni di giornalisti che cambiano come cambia il vento  e pure tante. Un giornalista o è coerente oppure non lo è.  Punto. E come loro tanti politici vecchi e nuovi. C'è Taranto, terra di conquista di tanti, Taranto sedotta e abbandonata da chi ha lucrato e poi è andato via, Taranto nelle mani - e non da adesso - di amministratori incapaci, incompetenti e menefreghisti, Taranto che ha delle enormi potenzialità inespresse.. Ci sono Taranto e i morti che reclamano giustizia, bambini che non vivranno più la loro vita, che non avranno una vita. C'e' una città che avrebbe bisogno di riscatto, ma non combatte per conquistarlo.Taranto è Ilva, morte, diossina, inquinamento. Inquinamento del mare, delle cozze, degli allevamenti, dell'aria, delle vite umane. Inquinamento dell'anima e del cuore di ciascuno di noi. Ed è su quello che tutti noi dovremmo cominciare a lavorare perché solo lavorando su anima e cuore i tarantini potrebbero svegliarsi e risvegliarsi, riappropriarsi della loro identità e della loro città.  Taranto non può e non deve essere solo questo, perché Taranto è molto di più. La lotta non può e non deve essere di pochi, la lotta deve essere di tutti. Facile a dirsi..ma il cambiamento deve avvenire prima dentro di noi altrimenti Taranto resterà nella melma che la sta affossando e nella quale sta cercando di districarsi con enormi difficoltà....

Il mio "racconto" termina quì, certo non ha lo stile delle favole e soprattutto non c'e' il tradizionale finale "E vissero felici e contenti". E mi chiedo cosa ne sara' delle generazioni future.  Io spero che, prima o poi, per Taranto ci sia un nuovo inizio.

Meno di un italiano su due in età da lavoro ha un impiego. È quanto rileva uno studio dell’Associazione Bruno Trentin della Cgil, realizzato elaborando i dati dell’Istat tratti dalla “Rilevazione continua sulle forze di lavoro”. Il nostro Paese, infatti, ha un tasso di occupazione del 48,7%, superiore solo a quello della Grecia, dove però il tasso di disoccupazione supera il 25%, e si colloca al penultimo posto nell’Eurozona. 
 
Lo studio analizza l’anomalia del tasso di occupazione. Nel nostro paese, infatti, a un tasso di disoccupazione sostanzialmente in linea con la media europea (12,2% in Italia e 11,9% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013) corrisponde un tasso di occupazione di quasi 8 punti inferiore rispetto alla media europea (48,7% in Italia, 56,2% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013). La peculiarità italiana appare ancora più chiara osservando i dati relativi ad alcuni dei paesi europei più colpiti dalla crisi, come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, dove il tasso di disoccupazione registrato lo scorso anno è superiore al nostro, ma anche il tasso di occupazione, con la sola eccezione della Grecia, è più alto di quello italiano. 
 
L’anomalia italiana è spiegata, dallo studio dell’Associazione Bruno Trentin, con l’altissima percentuale di popolazione inattiva, che nel nostro Paese supera il 44%, a fronte di una media europea del 36%. In Italia ci sono, infatti, circa 20 milioni di persone (In età compresa tra i 15 e i 74 anni) che si trovano in condizioni molto diverse e che comprendono anche studenti, pensionati, casalinghe o persone che semplicemente non cercano e non sono disponibili a lavorare. Tra queste, però, quelle inattive che vorrebbero lavorare, ricomprese dall’Istat nelle ‘forze di lavoro potenziali’, sono oltre 3,2 milioni. Queste persone, spiega l’Associazione della Cgil, non sono considerate ai fini del calcolo del tasso di disoccupazione, perché non possiedono le due principali condizioni per essere inserite tra i disoccupati standard ovvero essere disponibili ad iniziare a lavorare entro due settimane ed effettuare una ricerca attiva di lavoro, anche se la gran parte, circa 2,2 milioni, ne possiede almeno una e si dichiara esplicitamente come disoccupata. 
 
“Una loro progressiva emersione renderebbe gli indicatori del nostro mercato del lavoro più in linea con quelli degli altri paesi europei”, si sostiene nello studio dell’Associazione Bruno Trentin. Si tratta, infatti, di un consistente ‘esercito di disoccupazione di riserva’, che non sarebbe corretto sommare automaticamente ai dati ufficiali della disoccupazione ma che certo, sottolinea l'ABT Cgil, “insieme al tasso ufficiale di disoccupazione, salito al 13,6% nel primo trimestre dell'anno, fornisce un quadro reale di quella che è la drammatica situazione del lavoro nel nostro Paese”.

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Lino De Guido (Associazione Le belle città) sulla pista ciclabile di viale Ionio.

L’invito rivolto pochi giorni fa, è stato accolto dai solerti e sorridenti amministratori comunali. L’altro ieri ho percorso la ciclabile di viale ionio per la consueta quindici chilometri di corsa libera domenicale. La pista appariva, sino al ex stabilimento di “Praia a mare”, pulita, ordinata, senza più erbacce lungo il bordo. Piacevole sensazione di sicurezza. L’Associazione Le belle città auspica possa esserci un monitoraggio costante da parte dell’Amiu che assicuri la pulizia tutti i giorni.

Resta ancora da risolvere la rimozione dei paletti della segnaletica stradale. E’ possibile predisporre gli stressi lungo il muraglione del nuovo arsenale e/o lungo la barriera di color giallo che delimita la ciclabile dalla strada. L’associazione rinnova l’invito a compiere anche questa semplice ma efficace azione.

Non rimane che da sradicare l’inciviltà che segna, purtroppo, il modo di comportarsi dei cittadini. Responsabilità comune è quella di segnalare e combattere qualsivoglia forma di “gramigna urbana”.

Invitiamo i cittadini ad usare sempre più la bici quale mezzo per spostarsi in città. 

 

<Le notizie stampa sulla fiscalità locale  del Comune di Grottaglie non sono rassicuranti>. Così esordiscomo in una nota le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil che sulla questione si dicono pronte a mobilitare i cittadini.

<Ci aveva già meravigliato non poco leggere le dichiarazioni che il sindaco Alabrese ha rilasciato alla stampa già giovedì scorso,  nel giorno stesso nel quale si teneva un incontro con CGIL,CISL e UIL e le relative categorie dei pensionati, da lui stesso definito interlocutorio e propedeutico a decisioni riguardanti il bilancio da assumere dopo le ferie.

Leggere poi  che a quanto pare il Comune ritiene inevitabili ulteriori aggravi fiscali, dopo quelli che unilateralmente l’Amministrazione ha già deliberato oltre un mese fa sull’addizionale Irpef, ci indigna abbastanza.

Per chiarezza- sottolineano i sindacati- nell’incontro tenuto il 23 luglio scorso, proprio perché si trattava di incontro interlocutorio, il Sindaco e l'assessore ai Tributi del Comune di Grottaglie, hanno chiesto alle organizzazioni sindacati di esprimere un loro parere sui Regolamenti della TASI e della TARI inviatoci in bozza dalla Amministrazione.

Le Organizzazioni Sindacali, sulla base delle tensioni raccolte tra i cittadini, hanno in primo luogo contestato all'Amministrazione  metodo e merito del provvedimento di aumento dell'Irpef, assunto già a giugno, e hanno chiesto di rivedere, per quanto è possibile, la decorrenza del 1° gennaio scorso, rinunciando almeno in parte agli arretrati, mentre sulla Tasi e la Tari hanno chiesto al Sindaco di esaminare fino in fondo tutte le possibilità di evitare ulteriori aumenti della fiscalità locale e comunque di prevedere, come in altri Comuni, detrazioni adeguate, tanto sulla Tasi che ingloba I'IMU sulla prima casa, quanto sulla Tari che sostituisce la Tares.

In proposito – prosegue la nota di Cgil, Cisl e Uil- le organizzazioni sindacali hanno chiesto al Comune di percorrere fino in fondo la strada della raccolta differenziata, allo scopo di contenere i costi del servizio e quindi I'imposta sui rifiuti.

L’incontro si era chiuso con l’impegno del Sindaco a riconvocare le organizzazioni sindacali nel momento in cui l’Amministrazione sciolti i suoi nodi, appronti una ipotesi di imposte, con le necessarie detrazioni, tanto sulla Tasi, quanto sulla Tari e  prima di assumere deliberazioni su queste materie.

In assenza del rispetto di tale impegno – conclude la nota- saremo costretti a mobilitare i cittadini.

Lunedì, 28 Luglio 2014 22:15

Buon lavoro a chi?

Scritto da

di Luisa Campatelli

 Crede davvero il Pd, non quello nazionale, ma la sua rappresentanza territoriale, che si possa sciogliere il nodo lavoro, salute ambiente, e poi investire e trovare tutti i soldi necessari per rendere l’Ilva di Taranto,  stabilimento strategico (cit.Renzi) e intoccabile, modello di produttività ecocompatibile? Crede davvero il Pd ionico che a colpi di decreti  si possa annullare la distanza tra ciò che è e ciò che potrebbe diventare l’acciaieria più grande d’Europa?  Quante contraddizioni  continuano ad emergere, a due anni dall’inchiesta ”Ambiente Svenduto”  tra piano politico e piano giudiziario, tra le dichiarazioni rassicuranti, non trionfalistiche (come ha tenuto a precisare l'on.Pelillo  in conferenza stampa) ma rassicuranti, di quella parte di democratici che si riconosce nella politica di Matteo Renzi, e le contestazioni inquietanti che la magistratura muove alla famiglia Riva (che vengano usati i soldi dell’azienda per risanare ci sembra il minimo…), ai politici, agli amministratori, ai sindacati….

Nello scontro tra poteri dello Stato, nella contrapposizione politica che si nutre degli errori degli avversari, Taranto sta in mezzo, tirata di qua e di là ma mai salvata, veramente, da un destino che la vuole legata a vita a quelle ciminiere…

Nella sua battaglia in favore delle città in crisi, il presidente del Consiglio ha servito su un piatto d’argento all’opposizione l’occasione (che il consigliere regionale di Forza Italia Arnaldo Sala non si è lasciato sfuggire per denunciare l’ennesimo scippo perpetrato ai danni del capoluogo ionico) per evidenziare che, comunque, a Taranto l’Ilva tocca e il resto va…altrove.  A Genova è andata la Concordia, a Piombino saranno smantellate le navi militari e Taranto? Beh, per dirla sempre con Matteo Renzi e il suo tweet di risposta a Cosimo che scriveva “Io lavoro in Ilva sperando che resti aperta” ,  Taranto ha l'Ilva, appunto, che “è strategica non solo per la città. Buon Lavoro” . Buon Lavoro a chi?

C'era il Pd delle grandi occasioni nella sede di via Principe Amedeo con tanto di senatore (il brindisino Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd nella commissione Industria del Senato) e deputato (il tarantino Michele Pelillo, vicepresidente commissione Finanze della Camera) al seguito. Del resto il nuovo decreto sull'Ilva, l'ennesimo di una lunga serie di provvedimenti ad hoc, richiede uno schieramento d'eccezione non fossa'altro per confutare la tesi dell'arcivescovo Santoro secondo la quale sull'Ilva "siamo all'ultima spiaggia ".

E allora ecco che per spiegarne le novità dell'ultima ora seduti uno accanto all'altro ci sono il sen. Tomaselli, l' on. Michele Pelillo, il segretario provinciale Pd, Walter Musillo, il consigliere regionale Michele Mazzarano e il responsabile Lavoro del Pd, Luciano De Gregorio.

Novità che riguardano sostanzialmente l'uso, ai fini del risanamento della grande fabbrica,  del miliardo e duecento milioni che la Finanza ha sequestrato ai Riva e, soprattutto, pieni poteri al subcommissario quegli stessi poteri che qualche mese fa Ronchi aveva chiesto e non ottenuto tanto da decidere di dimettersi dall'incarico. Salvo, ora, tentare di recuperarlo nel ruolo come hanno sostenuto.sia Tomaselli che Pelillo presentando il provvedimento cheè stato successivamente accorpato al “decreto Competitività”). I due subemendamenti (di cui è estensore lo stesso sen. Tomaselli) riguardano i poteri del subcommissario ambientale e la possibilità di utilizzare le risorse sequestrate ai Riva per gli interventi di risanamento ambientale. Il testo, così modificato, sarà nei prossimi giorni in discussione alla Camera dei Deputati.

 “Ci sembra – ha esordito Pelillo - che il testo licenziato dal Senato, e che nei prossimi giorni sarà confermato dalla Camera vada, nella direzione auspicata. Come rappresentanti del Pd – ha aggiunto -  continueremo tenacemente a ricercare il punto di equilibrio tra il diritto alla vita, il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Il caso Ilva è una vicenda di una complessità straordinaria, probabilmente la più grande che la storia di questa Repubblica abbia mai vissuto. Non possiamo meravigliarci di aver scritto in questi giorni un'altra tappa, l'essenziale è che la direzione sia quella giusta. Abbiamo migliorato il decreto che inizialmente prevedeva solo la 'prededucibilità' dei finanziamenti, garanzia per il prestito-ponte con le banche per affrontare la crisi di liquidità dello stabilimento siderurgico”. Secondo il parlamentare tarantino, infatti, la nuova norma può dare, invece, “garanzia di copertura ai finanziamenti per gli interventi previsti dall'Aia e credo abbia un buon profilo giuridico. Se pur senza trionfalismi e in maniera cauta, come impone una vicenda così articolata, considero il nuovo decreto così modificato un passo in avanti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Pelillo si è sintonizzato il sen. Tomaselli. “E' la più grande sfida ambientale e industriale che l'Europa intera abbia mai vissuto dal dopoguerra ad oggi . ha detto -. La scorciatoia era sposare solo un pezzo di questo dramma. Il Pd, invece, sin dall'inizio, ha inteso affrontare tutt'intera la sfida di tenere insieme ambiente, salute e rilancio produttivo; un rilancio produttivo duraturo e che possa confinare in nuovi investimenti, per fare di quella che oggi è la più grande acciaieria d'Europa la più moderna acciaieria del mondo. Il Pd ha inteso migliorare anche l'ultimo decreto con due modifiche, dando più poteri e autonomia al subcommissario ambientale e aggredendo le risorse sequestrate ai Riva dalla Procura di Milano; quelle risorse . ha poi concluso - devono poter essere messe a disposizione dell'attuazione degli investimenti previsti dal piano ambientale e deve essere riconosciuto,quindi, il principio della responsabilità di chi ha contribuito, in questi anni, alla devastazione della città ”.

Non usa mezzi termini il consigliere regionale di Forza Italia Arnaldo Sala: quello annunciato da Renzi è a suo parere l'ennesimo scippo perpetrato ai danni dell'economia di Taranto.
<Il Partito Democratico tarantino- scrive Sala- è tanto impegnato a cercare con straordinario
stile il “punto di equilibrio tra ambiente e lavoro”, da non accorgersi che il
suo leader carismatico nazionale, il vulcanico Primo Ministro Matteo Renzi, nel
mentre “twitta” per tranquillizzare i Tarantini sulla questione ILVA, proprio
ieri ha invece annunciato l’ennesimo scippo governativo all’economia tarantina…>

Il riferimento è allo smantellamento delle navi militari che secondo l'annuncio fatto dal premier avverrà a Piombino. Tutto ciò mentre l'Arsenale tarantino langue come del resto le attività economico-produttive nel loro complesso.
<È noto- sottolinea il consigliere regionale di Forza Italia- che i lavori sulle navi militari nell’Arsenale di Taranto da lustri
languono, da un lato per i ritardi nei programmi di ammodernamento dello
stabilimento e di formazione del personale, per non parlare delle spesso
annunciate nuove assunzioni di giovani leve, da un altro, soprattutto, come
naturale conseguenza della riduzione della strumento navale militare che,
giusto per citare un esempio, sta passando dagli otto sommergibili classe Sauro
e quattro classe Toti di un tempo, dodici battelli in tutto, ai “forse” quattro
classe Todaro…
La riduzione dei carichi di lavoro dell’Arsenale di Taranto ha portato più
volte in piazza i sindacati del personale della Difesa e delle aziende
navalmeccaniche, una delle tante vertenze del nostro Territorio malamente
governato a tutti i livelli, dal Comune di Taranto passando per Bari fino a
Roma, dal centrosinistra.
E invece ieri Matteo Renzi, a Genova con sullo sfondo il relitto della Costa
Concordia, proprio quello che qualcuno, Confindustria Taranto in primis,
avrebbe voluto nella nostra città per dare una boccata d’ossigeno ai livelli
occupazionali, ha annunciato che il porto di Piombino smantellerà navi
militari!
Gli ha fatto eco un raggiante ministro della Difesa, la ligure del PD Roberta
Pinotti, che ha confermato «Piombino si sta attrezzando, abbiamo fatto un
accordo. Abbiamo un numero molto alto di navi militari da smaltire».
Navi militari come l’incrociatore Vittorio Veneto che da anni “fa la ruggine”
in Mar Piccolo aspettando che una incapace classe politica di centrosinistra
elabori un progetto credibile per trasformarlo in un museo galleggiante, una
straordinaria opportunità per quel turismo da tanti invocato a Taranto.
E ora invece apprendiamo da Matteo Renzi in persona che anche il Vittorio
Veneto sarà probabilmente smantellato a Piombino!
È uno straordinario successo del Partito Democratico ligure tutto che,
legittimamente, è riuscito a difendere gli interessi economici del suo
territorio.
Ovviamente oggi mi sarei aspettato una levata di scudi dal Partito Democratico
tarantino, e invece niente, tutti pronti a tessere le lodi di Matteo Renzi!
Mi sarei aspettato una presa di posizione di Confindustria Taranto a difesa
delle sue aziende navalmeccaniche, “strico” fiore all’occhiello dell’
associazione tarantina, e invece niente!
E ancora qualcuno- conclude Sala- si chiede come mai la classe dirigente tarantina non riesce
ad elaborare un progetto di sviluppo economico alternativo nel nostro
Territorio>.

Un nido di tartarughe Caretta Caretta, specie protetta in via di estinzione, è stato scoperto dai bagnanti su una spiaggia libera di Campomarino. Dell’incredibile scoperta sono stati immediatamente informati Guardia Costiera e WWF, questi ultimi hanno  messo in sicurezza le uova in un nido realizzato artificialmente che sarà presidiato 24 ore su 24. Ora la speranza è che le uova si schiudano e che le piccole tartarughe possano poi attraversare il tratto di spiaggia che le separa dal mare aperto e prendere il largo per iniziare la loro avventura. Sarà uno spettacolo imperdibile!!!

di Franzi Baroni

Il festival barese delle musiche possibili torna a Molfetta dopo un po’ di anni fa in cui ci fu  una bellissima parentesi  con alcuni straordinari nomi  (Popol Vuh,John Cale, Suzanne Vega,Steve Hackett, Madredeus,John Paul Jones,Herminia ecc.).

Due giornate per una sorta di numero zero per immaginare  una sezione estiva stabile appunto come lo fu un po’ di anni fa.

Il 1 agostoapertura affidata alla giovanissima chitarrista classica puglieseMiriam Lorussocon un progetto ispirato al grande musicista e poeta argentino Atahualpa Yupanqui e a seguire il concerto del trio diHevia. Famoso per aver inventato la cornamusa (gaita per gli asturiani) elettronica, inizierà da Molfetta il suo tour italiano dopo essere tornato alla ribalta con l’album “Al otro lado”, premiato con la candidatura ai Grammy Latini. Hevia è giunto al successo sulle note di Busindre reel dall'album “No Man's Land”, un brano assai noto anche al pubblico italiano perché associato alla pubblicità di un'autovettura molto popolare. A lui si deve il rinnovato interesse per la cornamusa e la musica folk in generale.

 

Il 2 agosto la serata è dedicata al rock, quello puro intriso di blues e che scorre nelle vene di chi lo suona. Si apre conDirty Trainload: il progetto -nato nel 2007- del chitarrista bareseBob Cillo, un rocker militante che sembra nato sul delta del Missisippi e che ormai ha alle spalle un background di concerti sparsi per il mondo anche in città musicalmente importanti come Chicago e Minneapolis.

Ad un personaggio “storico" come Tav Falcoil compimento di questa liturgia tutta rock-blues.

Musicista, attore, regista, performer, raffinato ballerino, artista totale e spregiudicato con una vita intera al centro della scena. Film-maker a Memphis all’inizio degli anni 70 ha incrociato il blues, suo grande amore, che lo ha portato a girare il mondo con la sua band, non tralasciando il cinema come attore (Great Balls of Fire, Wayne County, Downtown 81 e Highway 61 ) e come appassionato ballerino di tango nel film francese “Dans le Rouge du Couchant “. E per non farsi mancare nulla Falco nel 2010 tra un concerto e l’altro ha partecipato come esperto alla stesura di "Mondo Menphis", un' enciclopedia dedicata al blues.

 

La rassegna è sostenuta interamente dal Comune di Molfetta e l’ingresso è libero.

 

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