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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Venerdì, 01 Agosto 2014 17:00

Nuovo ospedale di Taranto: i numeri

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In principio era il San Raffaele. Poi è diventato San Cataldo. Fatto sta che, santi e non santi, il nuovo ospedale a Taranto si farà. Tempo stimato: sette anni. Tanti ne servono, infatti, per la realizzazione di una struttura all'avanguardia che, in una città inquinata e con una vera e propria emergenza sanitaria come Taranto, serve come il pane.

E ieri a Bari sono state poste le basi per la nascita del nuovo ospedale con la firma del discilplinare da parte del presidente della Regione, Nichi Vendola, e dell'assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, che darà il via alla fase di progettazione. Sono numeri imponenti quelli che accompagnano l'intera struttura che, una volta ultimata, potrà contare su 715 posti letto totali, 290 posti letto chirurgici e 70 per day hospital e day surgery. Undici le sale operatorie previste. I piani fuori terra saranno 4 mentre quelli entro terra 1 per un'altezza totale di 22,50 metri su una superficie dell'area pari a 220mila mentre la superficie totale coperta è di 90mila metri quadri. La superficie per posto letto, invece, è di 125,8 metriquadrati. il tutto per un esborso complessivo di 207 milioni 500mila euro.

La nuova struttura opsedaliera potrà contare sulla dotazione di grandi macchine, che consentirà la sostituzione delle macchine già presenti (in parte già obsolete o che lo diventeranno alla data di realizzazione del nuovo ospedale), nonché il contestuale potenziamento dei livelli quantitativi e qualitativi di assistenza sanitaria. Ovvero: 3 acceleratori lineari; 1 Tac Simulatore; 1 IORT; 1 sala predisposta per Cyberknife;  2 Gamma camere; 1 Pet/Tac; 3 RMN; 4 Tac; 1 angiografo biplano; 2 angiografi.

Con questo primo disciplinare è finanziata la fase di progettazione definitiva e clinico gestionale che vedrà: l’aggiudicazione entro aprile 2015 e la consegna di tutti gli elaborati di progettazione definitiva entro dicembre 2015. Con il secondo disciplinare (da siglare entro dicembre 2015) sarà finanziata la fare di progettazione esecutiva e lavori di realizzazione, che dovranno essere realizzati con i seguenti tempi: l’aggiudicazione dell’appalto integrato entro il 2016, 6 mesi per progettazione esecutiva, entro il I semestre 2017 cantierizzazione dei lavori, la cui durata programmata è di 3 anni e 6 mesi (chiusura dei lavori programmata per il dicembre 2020). A seguire l'acquisizione (2021) di tutte le tecnologie e messa in funzione del nuovo ospedale "San Cataldo". Sulla base del cronoprogramma approvato entro 7 anni da oggi la Puglia dovrà aspettarsi un nuovo grande ospedale.

"Si tratta di tempi assai diversi dai 20 anni richiesti per l’attivazione del Nuovo Ospedale della Murgia – ha sottolineato l'assessore Pentassuglia – e la Regione Puglia vigilerà in modo stringente con tutti i suoi organi e con le strutture tecniche perché i tempi siano rispettati e sia applicato il massimo rigore e la massima trasparenza in ogni fase di attuazione dell’opera”.

P. D'A.

di Luisa Campatelli

Taranto città spaccata: operai e imprenditori marciano insieme alla volta della Prefettura per reclamare attenzione rispetto all’unica economia a loro avviso possibile, gli ambientalisti organizzano una contromanifestazione, su stampa, tv e social-network campeggia il volto del piccolo Lorenzo, ucciso dal cancro a soli cinque anni e divenuto simbolo della lotta all’inquinamento perchè in quel volto con il tubicino attaccato al naso c’è tutto quello che in troppi continuano a non voler vedere, accettare, ammettere.

Tutto insieme, in contemporanea, contrastante ma accomunato da paura, incertezza, dolore.  

Meno di un mese fa lo studio Sentieri ha pubblicato i dati allarmanti sulla mortalità infantile a Taranto per cause riconducibili all’inquinamento. Sull’onda di quei dati i pediatri tarantini sono tornati alla carica chiedendo alle autorità competenti interventi capaci di mettere fine all’emergenza. Ebbene, l’appello dei medici che, secondo logica, sarebbe dovuto essere raccolto da tutti, trasversalmente, senza distinzioni di bandiera, è caduto praticamente nel vuoto… Eppure siamo certi che tra gli imprenditori e gli operai che hanno marciato, tra i rappresentanti istituzionali e i politici, tra i sindacalisti non ci sia nessuno che metta anche lontanamente in conto l’ipotesi che per uno, cento, mille posti di lavoro si debba minare la salute di un bambino…

 In questa ondata di protesta, a uscirne ancora una volta con le ossa rotte, sono la politica, gli amministratori locali, i sindacati, messi letteralmente all’angolo, anzi addirittura scavalcati. Ieri  la magistratura, oggi il mondo economico-produttivo denunciano assenze, omissioni e incapacità degli assetti politico-amministrativi e vanno oltre. Tutto questo mette al centro del dibattito la qualità della rappresentanza locale, in uno scenario di tensione e rabbia crescenti.

“Rafforzare  la vigilanza sulla rete stradale e autostradale, aumentare i  controlli, fornire più assistenza ai viaggiatori” sono questi i punti principali della pianificazione per l'esodo estivo 2014, elaborata  dal Compartimento Polizia Stradale per la Puglia, in linea con il piano di sicurezza stradale messo a punto da Viabilità Italia,  con informazioni e consigli utili per chi si prepara ad affrontare l'esodo verso le numerose mète turistiche della nostra bella regione

Particolare attenzione sarà riservata alle arterie maggiormente frequentate per far fronte agli ingenti flussi turistici e alle possibili emergenze, tramite la pianificazione e l’intensificazione di mirati servizi di controllo, vigilanza e prevenzione, con specifico riferimento alle aree più a rischio, nei periodi di maggior criticità( a partire dallo scorso 26 luglio e fino ai primi di settembre)

Saranno  intensificati i controlli  sulle norme comportamentali  degli automobilisti (velocità, uso delle cinture e dei telefonini,sistemi di protezione per i bambini, circolazione sulle corsie di emergenza, condizioni psicofisiche dei guidatori) con particolare riguardo allo stato di ebbrezza.

la Polizia Stradale sarà presente sulle varie arterie della provincia, con i suoi  uomini che opereranno con auto e moto nell’arco delle 24 ore

 

Verranno, inoltre, impiegate auto civetta della Polizia Giudiziaria per la prevenzione e repressione dei reati soprattutto nelle aree di servizio dell’A/14 , per garantire una serena permanenza e proseguire il viaggio in condizioni di sicurezza.


Presso le barriere autostradali e nelle area di sosta verranno attivati specifici posti di controllo per la prevenzione dei reati e per scoraggiare le infrazioni più gravi.


Attraverso l’utilizzo di Autovelox e telelaser  saranno attuati servizi di controllo della velocità, causa primaria degli incidenti stradali  più gravi.

 

Saranno altresì  intensificati i  controlli  atti a verificare l’assunzione di bevande alcoliche o di sostanze psicotrope, utilizzando le specifiche apparecchiature, e disponendo servizi mirati nei fine settimana al fine di prevenire le c.d. “ stragi del sabato sera”.

 

Erano già partite le procedure per assumere nelle Asl pugliesi circa 1200 unità, tra medici, infermieri e dirigenti amministrativi; ora il Piano che è stato sbloccato dal Ministero dell’Economia ci consente di assumere, tra il 2014 e il 2015 altre 2563 unità”.

Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina, insieme all’Assessore alle Politiche per la Salute Donato Pentassuglia, alla conferenza stampa di presentazione del piano assunzionale 2014/2015 della Regione Puglia, in ragione delle deroghe ottenute.

Usciamo fuori – ha proseguito Vendola – da una condizione di apnea. Ci liberiamo da questa strana e paradossale situazione, per cui, dinanzi ad una modernizzazione poderosa del sistema che abbiamo compiuto, non avevamo il personale per poterla valorizzare compiutamente”.

Il sistema sanitario pugliese, secondo Vendola, “ha conosciuto l’impegno, anche durissimo, del Piano di rientro. Abbiamo fatto bene i compiti a casa, ci è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti e dal Ministero dell’Economia. Oggi, possiamo dire agli ammalati e ai cittadini pugliesi, che dotiamo i nostri ospedali non solo delle migliori tecnologie e delle migliori strutture, di sale operatorie messe a norma e di macchinari moderni, ma finalmente torniamo ad assumere personale. Mancavano figure specialistiche e primari. Oggi questa strozzatura finisce e si ricomincia a respirare”.

Tante volte – ha spiegato il Presidente della Regione Puglia – il blocco del turn over l’abbiamo percepito come una barriera all’esercizio del diritto alla salute dei cittadini, oggi comincia un’altra storia. Una storia che continuerà ad essere fatta nel segno della razionalizzazione e centralizzazione delle spese, della sobrietà e moralità nei modelli di governance e della centralità della domanda di salute nell’organizzazione sanitaria”.

A margine della conferenza stampa, è stato sottoscritto il disciplinare per l’avvio della progettazione del nuovo ospedale di Taranto.

Abbiamo firmato – ha detto Vendola – le prime carte utili al progetto definitivo del nuovo ospedale di Taranto. Un ospedale per cui sono impegnati 207 milioni di euro, che costituirà uno dei più importanti poli sanitari di tutto il Mezzogiorno. Dotare Taranto di una struttura moderna, che incarnasse l’idea di un investimento strategico sul ciclo della salute nella “città della malattia”, è stato l’obiettivo perseguito in tutti questi anni. Con la firma di oggi, mettiamo la prima pietra, è come lenire un po’ il dolore di quella città”.

Egr. dott. Matteo Renzi

Presidente

Consiglio dei Ministri

 

                                                                                 

 

Taranto, 01/08/2014

prot. n. 120/14/Ga

 

Egregio Presidente,

nel momento in cui le scriviamo saremo già scesi in piazza, per la prima volta nella nostra storia, a manifestare contro i rischi di una desertificazione industriale che si fa sempre più visibile e incombente, a lottare per la salvaguardia delle nostre aziende, a invocare il rilancio degli investimenti e quindi dei progetti che riguardano il territorio di Taranto e della sua provincia.

Progetti che il nostro territorio puntualmente respinge attraverso focolai diffusi di presunto ambientalismo che, sulla scorta della nota vicenda Ilva e dei guasti evidenti che la stessa ha prodotto negli anni nell'ecosistema, si riaccendono ogni qual volta sul territorio si intravedono progetti di carattere industriale, al di là del loro reale impatto ambientale, della loro valenza, del loro ritorno economico ed occupazionale.

E' la prima volta che i nostri imprenditori, assieme ai loro dipendenti, scendono in piazza, si ritrovano a manifestare in corteo, quasi rischiano di bloccare la viabilità con i loro mezzi.

Non è nel Dna di Confindustria adottare forme di protesta di questo genere, ma Lei meglio di altri sa perfettamente quanto gli scenari possano cambiare nel giro di pochi mesi, quando a regolare le dinamiche in atto intervengono processi più grandi e imprevedibili. Nel nostro caso, nel caso del sistema Taranto, da sempre città a vocazione industriale, tali processi sono intervenuti, impetuosamente, nel giro degli ultimi due anni, e cioè da quando è letteralmente esplosa la vicenda Ilva, con le implicazioni che Lei ben conosce.

La città, già gravata da congiunture economiche certo non favorevoli, ha cominciato a ritorcersi contro se stessa, respingendo con forza e purtroppo senza soluzione di continuità tutte le opportunità di crescita ed i possibili scenari di sviluppo (e parliamo di sviluppo ecosostenibile) che nel tempo si sono presentati.

Occorre però, in questo senso, fare dei distinguo.

E' palese ed è comprensibile che una comunità che si vede minacciata da un pervicace inquinamento industriale metta i paletti, specialmente se poco informata o informata male.

Meno comprensibili sono gli atteggiamenti di sedicenti ambientalisti che fanno “muro”, adducendo motivazioni prive di fondamento. Irresponsabili sono, almeno in certi casi, le determinazioni degli enti locali – e parliamo del Comune di Taranto in primis – che si allineano pressochè ciecamente ad un sentire comune che vorrebbe Taranto vocata solo al turismo, ad attività allo stesso connesse o ad altri servizi ancora tutti da delineare e costruire. Ci piacerebbe che tutto questo avesse un senso, e che a tal senso corrispondessero delle reali progettualità che nella realtà purtroppo non esistono. Non esiste un modello economico territoriale nel quale i servizi si siano sviluppati senza la produzione manifatturiera. Laddove si è seguita tale strada, rinunciando alla diretta presenza industriale, si è faticosamente tornati indietro alla ricerca di assetti territoriali costruiti su una equilibrata integrazione tra servizi e produzione manifatturiera.In questi ultimi due anni, mentre il dibattito sul che fare ha proseguito il suo corso, noi imprenditori abbiamo cercato di mantenere in piedi le nostre aziende. Abbiamo cercato di limitare i danni, di utilizzare gli ammortizzatori per non usare la scure drastica dei licenziamenti, di pagare di tasca nostra piuttosto che aspettare che arrivassero pagamenti (come nel caso, che Lei conosce, delle imprese dell'indotto Ilva) che non sono mai arrivati, pur di tener salde le nostre realtà, grandi e piccole. Oggi non ce la facciamo più. Oggi ci sentiamo sconfitti non solo dalla crisi esogena ed endogena che ci investe, ma da un sistema che ci rigetta. Non sono bastati gli accorati appelli alle nostre istituzioni, le ragioni addotte perchè si rilanciassero gli investimenti che pure sono tutti lì, le tante parole, scritte e dette, affinchè si sfruttassero le risorse enormi – il Porto, l'Arsenale, l'Eni, la stessa siderurgia – di cui disponiamo.

Abbiamo ancora in piedi tutta la complessa partita delle bonifiche, parte delle quali, peraltro, già finanziate ed avviate, sono ancora al palo a causa della lunga vacatio commissariale.  E' urgente dar seguito agli interventi di messa in sicurezza e bonifica utilizzando le risorse stabilite a seguito del protocollo del 26/7/2012, recepito dalla legge 171/2012.

Abbiamo il progetto Tempa Rossa – 300 milioni di investimenti – che rischia di allontanarsi definitivamente andando ad approdare in contesti più favorevoli, e con esso è a rischio la permanenza della raffineria a Taranto.

Abbiamo un Arsenale storico e da sempre strategico per la Marina Militare italiana che, pur ritenuto fondamentale nel panorama nazionale, è da tempo privo delle  risorse e quindi delle prospettive essenziali che possano definitivamente rilanciarlo. E recenti sono, in questo senso, le notizie secondo le quali le unità navali da rottamare potrebbero essere spostate in altri siti, malgrado la Marina abbia la sua più grande base proprio a Taranto.

Abbiamo un Porto  potenzialmente competitivo, sul quale  “pendono”  ingenti investimenti di infrastrutturazione ancora solo sulla carta:  il rischio è che i ritardi accumulati per la realizzazione infrastrutturale lo rendano sempre meno competitivo per un mercato, quello del Mediterraneo, estremamente esigente ed in continua evoluzione, in linea con le esigenze dettate dal gigantismo marittimo.

Un caso da “sbloccacantieri”, come Lei ci insegna, che rischia di mettere in discussione la stessa presenza dell’operatore terminalista e compromettere in tal modo una vocazione logistica a lungo inseguita.

Un porto, va aggiunto, che rischia comunque di essere ulteriormente depotenziato e svuotato delle sue stesse funzioni qualora il progetto Tempa Rossa, e prima ancora l'Ilva, non dovessero, rispettivamente, partire e permanere sul territorio.

Sulla vicenda Ilva non ci soffermiamo perchè è fra tutte quella che Lei conosce più approfonditamente e sulla quale molteplici sono stati gli interventi governativi, a sostegno della siderurgia e di quello che lo stabilimento tarantino rappresenta per l'intero Paese.

Tuttavia, intravediamo ancora adesso una troppo sfumata definizione di quella che potrà essere la siderurgia, a Taranto, nei mesi e quindi negli anni a venire.

La siderurgia è Taranto, intere filiere del manufatturiero italiano dipendono dallo stabilimento tarantino. Vorremmo che dal Governo si tornasse ad affermare a chiare lettere la strategicità di questo stabilimento e quindi la necessità della sua permanenza sul nostro territorio, che non possono essere nuovamente messe in discussione dopo due anni di impegno profuso a tutti i livelli, di provvedimenti speciali, di decreti ad hoc.

C'è la situazione – particolarmente grave – legata alle aziende dell'indotto. Aziende che più di altre, stanno pagando, allo stremo delle loro forze e dopo mesi di reiterato mancato pagamento dei lavori svolti, in termini di riduzioni drastiche del loro personale e in più di qualche caso di chiusure , che diventeranno di massa da qui  – al massimo –ad un mese. Occorre, per queste aziende, lo sblocco immediato dei pagamenti dovuti dall'Ilva. E' urgente garantire loro le risorse dovute, che ora diventano essenziali per poter attestare, alla ripresa della pausa estiva, la loro reale continuità lavorativa.

La cultura del no, tuttavia, non si limita alla siderurgia, alla portualità, al settore energetico. Ha travolto, infatti, anche i processi di trasformazione urbana che riguardano il settore delle costruzioni e della diversificazione produttiva, affossati da una politica e da una burocrazia locale che da tempo ha scelto irresponsabilmente di non decidere e di non fare, di ritardare i processi di investimento e di non rispondere alle richieste di autorizzazione degli interventi.

Noi, come imprenditori e come cittadini, avvertiamo fortemente l'esigenza non già di sostituirci agli enti decisori ma di fare qualcosa di concreto per  un sistema industriale che perde vistosamente i suoi pezzi, e che da qui a qualche mese non sarà più in grado di rappresentare se stesso.

Se Taranto è questione prioritaria perché presenta nodi di rilevanza nazionale dalla cui soluzione passano processi strategici di politica industriale ed energetica del paese, allora occorre assumere ai più alti livelli quelle che sono le decisioni vitali per la città e che le istituzioni territoriali, nel loro irresponsabile vivere alla giornata, non hanno saputo ad oggi assumere.

Quello che Le chiediamo, pertanto, almeno per la realizzazione di quelle progettualità che maggiormente riteniamo strategiche e fondamentali per lo sblocco di un sistema “inceppato”, qual è il nostro, è di intervenire con poteri sostitutivi agli attuali, prevedendo all'occorrenza che il tavolo interministeriale già attivato per Taranto possa diventare da tecnico, qual è attualmente, un tavolo politico in cui si passa dal semplice ascolto e coordinamento all'adozione di quei provvedimenti  che il territorio da tempo invoca.

La situazione è molto grave e necessita di risposte urgenti.

In assenza di queste ultime, saremo costretti a misurarci con scelte drastiche e dolorose che invece vorremmo definitivamente accantonare a favore di una ripresa –  e lo auspichiamo fortemente  – ancora possibile.

 

                                                                                              - Vincenzo Cesareo -

“I Piani industriali dei Consorzi di bonifica commissariati sono in dirittura d’arrivo e presto saranno disponibili le nuove perimetrazioni che definiranno l’accorpamento di questi enti e i nuovi piani comprensoriali di bonifica. Sui Consorzi di Bonifica c’è un lavoro realizzato con impegno e sacrificio in questi anni di Giunta Vendola e che presto metterà in condizione la Puglia di avere Consorzi in grado di autosostenersi. Nell’ultimo Consiglio regionale l’approvazione di tutti gli emendamenti che riguardavano i Consorzi è il segnale di questa nuova stagione, ma anche l’evidente cambio di passo verso l’originale ruolo di questi enti che dovranno tornare a far pagare il giusto ma per servizi più efficienti e tempestivi.”

L’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, artefice della piano di riforma che dovrà riguardare prevalentemente i Consorzi Arneo, Stornara e Tara, Ugento Li Foggi e Terre d’Apulia, commenta così alcuni atti fondamentali approvati nel Consiglio regionale di martedì scorso.(...)
Innanzitutto le novità che riguardano i contribuenti.

“Abbiamo evitato il rischio che in questa delicata fase di transizione a pagare fossero i contribuenti – dice Nardoni – sospendendo le cartelle esattoriali relative agli immobili urbani e riducendo anche per gli agricoltori l’entità di ruoli che non possono assolutamente conoscere zona d’ombra o eccessi al rialzo.
“Un risultato ottenuto attraverso l’iniezione di ulteriori risorse finanziarie destinate non solo alla copertura delle spese relative al secondo semestre, ma anche allo stanziamento finanziario di circa 8 milioni di euro relativo alla manutenzione straordinaria e alla bonifica.
“Questo ci consente di agire direttamente sui costi a carico del contribuente che revisioneremo con le organizzazioni di categoria nella riunione del prossimo 15 settembre – dice Nardoni - perché quelle risorse che contribuivano a formare la quota di 10milioni di euro complessivi relativa ai ruoli emessi in passato, comprendeva anche le somme per la realizzazione di quelle opere straordinarie ora a carico della Regione.
“Passa dunque un concetto fondamentale – sottolinea l’assessore regionale – gli agricoltori torneranno a pagare ma a fronte di lavori realmente realizzati e non solo progettati sulla carta.
“Un grande lavoro di concertazione svoltosi con le Associazioni di categoria che -dice ancora Nardoni- mira alla rinascita e alla riorganizzazione di strutture che devono tornare ad avere ruolo e funzionalità più marcate”.
Lavoro riconosciuto anche dal Ministero delle Politiche Agricole che proprio nei giorni scorsi attraverso comunicazione ufficiale ha espresso viva soddisfazione per il positivo avvio dell’intero programma irriguo e dei risultati raggiunti in tempi così celeri.
Nella lettera del Ministero anche la conferma dell’assegnazione di finanziamenti in favore dei Consorzi di Bonifica della Regione Puglia per un ammontare di circa 23 milioni di euro (Nuovo programma Irriguo Nazionale – delibera CIPE n. 92 del 18.12.2010) e di altri 45 milioni di euro per la realizzazione di 12 interventi di interesse dei consorzi pugliesi resisi disponibili con la rimodulazione dei programmi di cui alle delibere CIPE n.133/2002 e n. 74/2005.
“In altre regioni italiane i Consorzi sono in grado di auto sostenersi – rimarca infine il responsabile delle politiche agricole della Regione Puglia – per questo nostro compito sarà quello di accompagnare gli enti verso il risanamento, migliorandone i servizi, rendendo più efficienti le attività e ottimizzando i costi. Dopodichè i Consorzi dovranno tornare nelle mani che meglio interpretano le esigenze di questo mondo: ovvero gli agricoltori.”

Al Presidente del Consiglio dei Ministri                           Dott.  Matteo Renzi

                                               Al Presidente della Regione Puglia Dott.Niki Vendola

                                               Al sindaco della città di Taranto Dott. Ippazio Stefano

                                               Al Direttore Generale ASL/TA Dott. Vito Scattaglia

                                               All’Assessore Servizi Sociali Regione Puglia Dott. Donato Pentassuglia

                                               All’Assessore dei Servizi Sociali di Taranto

 

 

 

VANTO DI QUESTA NOSTRA BELLA ITALIA,E’ QUELLO DI  AVER DATO NATALI A SANTI,POETI E NAVIGATORI.

PER CONTRO,VI E’ LA VERGOGNA DI AVER DATO NATALI A POLITICI AMMINISTRATORI DI OGNI LIVELLO E COLORE, COMUNALI, PROVINCIALI, REGIONALI E NAZIONALI DELLA CITTA’ DI TARANTO.

QUESTI,INFATTI,UNA VOLTA SODDISFATTE LE LORO BRAME DI POTERE, DI CLIENTELA E DI TORNACONTO ECONOMICO, PER SE  MEDESIMI, E GLI AMICI DEGLI AMICI, IGNORANDO CON ABBIETTA REGOLARITA’, FATTI,NECESSITA’ E BISOGNI DEI BISOGNOSI (MI SI PERDONI IL BISTICCIO DI PAROLE),PERCHE’ IN TUTT’ALTRE FACCENDE AFFACCENDATI.

VIVO DA ANNI LE TRAGEDIE,LE INUMANE TRAVERSIE,LE RICHIESTE PIU’ UMILIANTI (PER CHI LE FA) DI AIUTO ,VIVO DA ANNI L’ANGOSCIA DELLA IMPOTENZA,DEL NON POTER DARE, ANCORCHE’ IN MINIMA PARTE,UNA RISPOSTA AI MALATI DI “ALZHEIMER” E  AI LORO FAMILIARI . QUEST’ULTIMI SONO,INFATTI ANCH’ESSI OSTAGGIO DELLA TERRIBILE MALATTIA CHE STRAVOLGE L’ESISTENZA DEI LORO CARI CALPESTANDO OGNI ELEMENTARE DIRITTO,CHE PURE E’ SANCITO DALLA “COSTITUZIONE” PIU’ BELLA E GARANTISTA DEL MONDO,   RELEGANDOLI A SPETTATORI IMPOTENTI E INERMI AL COSPETTO DI UN MORBO DISTRUTTIVO DELLA MENTE E DEL FISICO. DEGLI UNI E DEGLI ALTRI.

L’ASSOCIAZIONE “ SOS ALZHEIMER TARANTO ONLUS” DELLA QUALE MI SONO ASSUNTO L’ONERE DI ESSERNE IL PRESIDENTE,CERCA DA LUSTRI  DI METTERE A DISPOSIZIONE DELLE FAMIGLIE E DEI MALATI,UN  “CENTRO DIURNO”. QUESTO AVREBBE IL COMPITO DI SUPPORTARE LE FAMIGLIE NELLA GESTIONE DEI MALATI OFFRENDO AIUTO FISICO,MATERIALE E PSICOLOGICO.

DA LUSTRI,TUTTE LE SUPPLICHE,LE RICHIESTE,I PROGETTI POSTE IN ESSERE DALL’ ASSOCIAZIONE “SOS ALZHEIMER TARANTO ONLUS”  ,SONO CADUTE NEL PIU’ DESOLANTE,VERGOGNOSO E ASSORDANTE  SILENZIO ,APPUNTO,DI POLITICI,AMMINISTRATORI LOCALI COMUNALI,PROVINCIALI REGIONALI E NAZIONALI. SOLO  VAGHE PROMESSE DI INTERESSAMENTO,SPECIALMENTE IN PROSSIMITA’ DI ELEZIONI DI QUALSIASI TIPO.POI IL  NULLA ALL’ENNESIMA POTENZA!!!!

E’ PROBABILE CHE COSTORO,NON ABBIANO CONTEZZA DI COSA SIA IL “MORBO DI ALZHEIMER”.O SE NE HANNO INFORMAZIONE, RITENGONO LE PERSONE COLPITE, CITTADINE E CITTADINI DI CUI VERGOGNARSI E  DA TENERE NASCOSTE/I SOTTO I TAPPETI COME FASTIDIOSA POLVERE,QUINDI NON DEGNE/I  DI ATTENZIONE E DI SPESE .

IL GRUPPO DIRIGENTE,I VOLONTARI DELL’ASSOCIAZIONE “SOS ALZHEIMER “ SI SENTONO AVVILITI E INUTILI NEL LORO INSTANCABILE   IMPEGNO E SONO ALLA “CORDA”, E SI APPRESTANO ,CON SOFFERENZA INTIMA, A CELEBRARE IL RITO FUNEBRE DELL’ASSOCIAZIONE, VISTO CHE   LO SCOPO  PRINCIPALE PER CUI ESSA A SUO TEMPO SI COSTITUI’ (“IL CENTRO DIURNO “) AD OGGI NON HA FUTURO, , PER L’INETTIDUDINE,IL DISINTERESSE DEI PERSONAGGI (DIRETTORE GENERALE ASL E SINDACO COMPRESI) CHE DOVREBBERO AVERE COME UNA DELLE PRIORITA’ A SOSTEGNO DEI DISPERATI, VULNERABILI E DEBOLI ,AGISCONO COME LE TRE SCIMMIE : NON VEDONO , NON SENTONO, NON PARLANO.

CONCLUDO DICENDO CHE POICHE’ ,  LA SPERANZA E’ L’ULTIMA A MORIRE   CHI PUO’ E DEVE,ABBIA UN MOTO DI RISVEGLIO DELLA PROPRIA COSCIENZA ED ABBIA AD AGIRE IN SENSO POSITIVO A QUESTO RABBIOSO SFOGO/DENUNCIA.

                                                       COSIMO LOPRESTO

                                         Presidente “Associazione SOS ALZHEIMER TARANTO ONLUS

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