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Giornale di Taranto - Cultura, Spettacoli & Società
Venerdi 19 dicembre 2013, ore 18.00 presso la Sala Convegni di Montemesola (TA) IN VIA Regina Margherita n°56, sarà presentato il libro dello scrittore Sergio Pargoletti “Berlino tutta la vita”. Il libro sarà presentato dal Circolo del Partito Democratico di Montemesola. Interverranno: · Walter Musillo – segretario provinciale PD · Giampiero Mancarelli – vice segretario provinciale PD · Pino Mellone – responsabile provinciale comunicazione e formazione politica del PD · Sergio Pargoletti – scrittore. Modera la serata, Annamaria D’Erchie, segretario del Partito Democratico di Montemesola
RIAPRE IL MARTA - Il 21 dicembre riapre il Museo Nazionale Archeologico di Taranto, con le nuove sezioni espositive dedicate alla città romana, alla città tardoantica ed altomedievale fino alla rifondazione bizantina dell’XI secolo d.C. E’ prevista la presenza del Ministro dei beni culturali e ambientali e del turismo On. Massimo Bray. Dal 22 dicembre, dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (chiusura biglietteria ore 19.00), saranno fruibili dal pubblico, oltre agli spazi già noti, in tutti i casi integrati con l’esposizione di nuovi reperti (monumenti funerari, vasi, mosaici, arredi), altre nove sale con la ricca documentazione delle produzioni tarantine e delle importazioni di età romana, dei variegati corredi della necropoli della città a partire dalla conquista di Q. Fabio Massimo del 209 a.C. fino al III secolo d.C. Nelle vetrine risaltano le bellissime oreficerie, arricchite da paste vitree e pietre colorate, le terrecotte policrome ancora di tradizione greca, ossi, avori, e soprattutto vetri colorati importati che caratterizzano le sepolture ad incinerazione di età imperiale, fino ai frammenti di eccezionale eleganza del sarcofago in marmo con scena di assalto alle navi. La sezione dedicata alla città dal tardoantico all’età bizantina offre una vasta documentazione dei pavimenti musivi dell’edilizia pubblica e privata, con motivi geometrici e figurati policromi e materiali da scavi stratigrafici recenti (Villa Peripato, Palazzo delli Ponti, Cattedrale di S.Cataldo) che hanno fornito dati rilevanti su tali fasi di vita del centro antico. Nell’ultima sala sono anche inserite epigrafi funerarie di Ebrei, Cristiani e Musulmani, che documentano la presenza a Taranto di genti di cultura e religione diverse fra il IV e l’XI secolo d.C. La sezione dedicata alla storia del Museo è stata completamente rinnovata, con la ricostruzione di ambientazioni d’epoca e l’esposizione di acquisti e donazioni pervenute al Museo dalla fine dell’Ottocento ad oggi, con i vasi figurati di importazione e di produzione locale trafugati dai siti archeologici del territorio apulo e confluiti in musei stranieri, recentemente recuperati e restituiti alla fruizione pubblica nel MARTA. Una nuove veste espositiva è stata inoltre riservata ai quadri donati da Monsignor Ricciardi al Museo agli inizi del ‘900, in uno spazio a piano ammezzato che prospetta sulla Sala IX.
Vittoria cercata e vittoria ottenuta all’ultimo respiro. Il Massafra allunga la striscia positiva, superando con merito il coriaceo Manduria. Partita subito in salita per il Massafra che, dopo 2’, si trova in svantaggio. Nella circostanza da registrare l’ingenuità del portiere Liocco che, nel tentativo di rinviare la sfera, regala una chance a Zaccaria; il tentativo di recupero disperato da parte del portiere di casa causa il penalty, che Malagnino trasforma. I locali provano a riorganizzarsi e al 9’ Radicchio, servito da Cuccuru, si fa respingere la conclusione con i piedi da Laghezza. Il Massafra perviene al pari al 15’, con Cuccuru che gira in rete, di testa, lo spiovente operato su punizione da Scarpitta. Al 24’ lancio di Guerrero per Beltrame sponda per Radicchio, che da buona posizione manda la sfera a lambire il palo alla sinistra di Laghezza. Al 37’ su cross di Cuccuru, Radicchio solo sottoporta, di testa alza troppo la mira. In avvio di ripresa il Massafra ha l’opportunità di raddoppiare: Deflorio inventa e Radicchio colpisce il palo. Ma gli ospiti sono vivi e al 12’ tornano in vantaggio con Caravaglio, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Vantaggio ospite che dura pochi secondi, perché sulla ripartenza massafrese, Radicchio, imbeccato da Salvestroni, fa centro. Al 18’ Radicchio è bloccato vistosamente in maniera irregolare in area, l’arbitro lascia correre. 4’ minuti più tardi Radicchio va nuovamente giù in area, questa volta è rigore, ma Radicchio dal dischetto si fa parare la conclusione. Al 24’ miracolo di Laghezza sulla conclusione di testa di Radicchio. Al 39’ cross di Scarpitta, Crupi in tuffo di testa conclude sul fondo. Quando ormai sul match Massafra – Manduria scorrevano i titoli di coda, ci pensa Beltrame a regala la vittoria: lancio lungo di Liocco, Beltrame elude la trappola del fuorigioco e supera Laghezza con un preciso pallonetto. Tre punti ottenuti con merito, che portano il Massafra nella zona medio alta della classifica. Al Manduria va un forte plauso per lo spirito di abnegazione e la voglia di strappare un risultato utile, mostrata nell’arco dei 90’ di gioco.
Vince in casa il Taranto contro un forte Monopoli. Una doppietta di Molinari, una per tempo, intervallata dal momentaneo pareggio della squadra barese, ha consentito alla formazione rossoblù di aggiudicarsi un incontro molto difficile che proietta la squadra di Papagni nell'alta classifica del Girone H della serie D. Grande la soddisfazione a fine partita del Presidente Nardoni e del socio di maggioranza Petrelli che hanno sofferto con i tifosi fino al rigore trasformato nella ripresa dall'attaccante argentino. Lo Iacovone il festa ed una città che guarda con molta attenzione al calcio tarantino nella speranza di poter effettuare quel salto di categoria che merita.
Una gran bella notizia quella riservata alla comunità sportiva ginosina ove l’A.S.D. Ginosa, tramite il suo presidente Germano Leccese e con la fattiva collaborazione del dirigente Vincenzo Ribecco nonché consigliere comunale di maggioranza, incaricata ufficialmente dalla Lega nazionale Dilettanti–Federazione Italiana Giuoco Calcio, farà gli onori di casa, domani 20 novembre 2013, dalle ore 14 alle ore 17, alla Rappresentativa Nazionale Dilettanti Under 16 presso lo storico stadio comunale “T. Miani”. “E’ un modo – commenta soddisfatto il sindaco Vito De Palma – per promuovere ed incentivare il gioco del calcio e trasmetterlo alle nuove generazioni. L’esperienza di domani sarà sicuramente positiva in quanto ci permetterà di vivere un’esperienza unica nel partecipare a questo raduno nazionale di dilettanti Under 16 provenienti da più parti e dal carattere nazionale”. “La Lega nazionale Dilettanti, a cui va il nostro ringraziamento, – commenta il consigliere comunale incaricato allo Sport, Piero Lanera - ha abbracciato questo nuovo progetto che vede coinvolti tecnici, preparatori e selezionatori regionali grazie all’intervento professionale di mister Augusto Gentilini coadiuvato dal suo staff. Tutto pronto per domani 20 novembre per ospitare e visionare i calciatori classe ’97 e ’98, appartenenti varie società dilettantistiche, ai quali auspico gli auguri per entrare a far parte della rosa definitiva della Rappresentativa Under 16. In bocca al lupo!”.
Il Comune di Castellaneta torna a promuovere il progetto nazionale “Nati per leggere”, che ha l’obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi ed i 6 anni. Avviati già due gruppi di lettura, in due incontri settimanali, che si tengono nei pomeriggi di mercoledì e giovedì presso la Biblioteca comunale di via Manzoni a Castellaneta. L’azione è coordinata a Castellaneta da Raffaella Petrera, che è affiancata dal gruppo di lettori e lettrici volontari, che sono genitori dei bambini ed anche docenti scolastici. Il progetto sarà avviato a breve anche a Castellaneta Marina, coordinato dalla insegnante Giulia Ciminelli, presso la biblioteca di pubblica lettura e centro culturale “Il Giardino delle Esperidi” in piazza Kennedy. LA CRESCITA SOCIALE E CULTURALE “Castellaneta - sottolinea l’assessore comunale alla Cultura Annarita D’Ettorre - è tra i 1200 comuni italiani che promuovono l’iniziativa nazionale Nati per leggere. Si tratta di un progetto che va avanti su volere del sindaco Giovanni Gugliotti, nel solco del protocollo di intesa Città Amica, siglato con l’Unicef, che ci sostiene in modo volontario in questo ambito di iniziative. L’obiettivo è di far crescere socialmente e culturalmente il nostro territorio, educando alla lettura le piccolissime generazioni. Fondamentale l’azione delle volontarie dei gruppi Nati per leggere che, una volta terminato, permetterà di arricchire la bibliografia a disposizione della comunità, attraverso l’acquisto di cinquanta libri da parte del Comune, attualmente a disposizione dei bambini lettori. Gli stessi piccoli protagonisti dell’iniziativa, potranno sottoscrivere la loro tessera come fruitori della Biblioteca comunale col supporto dei genitori”. IL PROGETTO NATI PER LEGGERE Il progetto nazionale Nati per leggere, promosso dall’alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso l’Associazione Culturale Pediatri (ACP), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) ed il Centro per la Salute del Bambino, ha l’obiettivo di diffondere la pratica della lettura ad alta voce ai bambini fin dal primo anno di vita, soprattutto all’interno della famiglia. A partire dal 2000, anno del suo avvio in Italia, il progetto coinvolge un numero sempre maggiore di persone che a titolo professionale e volontario si riconoscono nei seguenti obiettivi, illustrati dalla referente per Castellaneta e coordinatrice del progetto e dei lettori volontari Raffaella Petrera: “Contribuire alla diffusione di una cultura attenta ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie; Favorire lo sviluppo di servizi per l’infanzia che valorizzano e sostengono il ruolo dei genitori nel percorso di crescita dei bambini; Offrire a tutti i bambini, attraverso l’esperienza della lettura, l’opportunità di crescere in ambienti ricchi e stimolanti per il loro sviluppo cognitivo e relazionale”. 
 Questo è il cuore di Nati per Leggere, la cui supervisione, a Castellaneta, è affidata alla pediatra dell’Acp Rosa Pellicani. L’ATTUAZIONE DI NPL A CASTELLANETA ED A CASTELLANETA MARINA Il progetto Nati per leggere è completamente gratuito, indirizzato ai bambini dai sei mesi di vita ai 6 anni. Per informazioni ed iscrizioni basta telefonare al 320-8195610 per Castellaneta ed al 320-2591437 per Castellaneta Marina. Moduli di iscrizione compilabili presso il Comune e le scuole.
Parto da una chiosa, che reputo fondamentale, di Gigi Marzullo nella sua Prefazione al libro di Pierfranco Bruni dedicato a Franco Califano, pubblicato in questi giorni. Marzullo scrive: “In questo libro l’inquieto Califano viene annoverato tra i “poeti maledetti”, un’interpretazione, questa di Bruni, della quale non si potrà fare a meno. Chi ha conosciuto Califano, come me, oggi sarebbe contento di trovarsi tra le parole di Bruni. Il sogno è nella vita. La vita richiama la speranza. La metafora del rito è una speranza che continua. Chi conosce Bruni, come me, sa che questo libro è stato scritto con il cuore e con l’approccio critico di uno scrittore che misura le parole passo dopo passo. Califano ha vissuto la vita, dopo tutto, passo dopo passo”. Condivo parola dopo parola. Tra le pagine che Bruni dedica a Califano si vive una interazione che non è soltanto questione di linguaggio e di struttura critica. Si tratta di una cromatura emozionale. Sensazioni, percezioni, vissuti. Sono tre fessure che raccolgono due vite: quella di Califano e quella di Bruni su due concetti chiave: la malinconia e il rapporto tra amore – disamore. Bruni fa suo Califano. Ma è già nel dato formativo della cultura bruniana, il linguaggio cesellato di un Califano, che attraversa le mediazione e la meditazione della noia per approdare alla consapevolezza del riso del dolore e dell’accettazione di un’esistenza giocata sul possibile ritorno e sull’impossibile gioco delle nostalgie. È un libro, ha ragione Marzullo, importante. Sia perché offre una chiave di lettura attrezzata sul viaggio poetico di Califano sia per lo stesso Bruni. Io che conosco, come Marzullo, Bruni so che dopo questo libro non sarà più come prima. Di tempo ne è passato da “Via Carmelitani sino a “Paese del vento”. Tutto quel tempo che va da “Quando fioriscono i rovi a “La bicicletta di mio padre” sino ad “Asmà e Shadi”, splendido mosaico di un Oriente e di un mondo magico – sciamanico che passa attraverso una piccola plaquette, molto intima, dal titolo “Come un volo d’aquila” e prima ancora per un libro appassionante come “Ti amerò fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio”. Ma Bruni è anche l’autore di un libro “forte” su Fabrizio De André. Questo “Sulla punta di una matita non sono passati secoli” (Il Coscile editore), ovvero Franco Califano, richiama il “Cantico del sognatore mediterraneo”, ovvero il De André di Bruni, ma gli ultimi capitoli sono una confessione e una lenta sofferenza cucita dentro la sua anima. Potrei dire una resa dei conti che Bruni fa con se stesso. Sono gli ultimi capitoli che lo rendono irripetibile ed hanno una bellezza di parola straordinaria oltre ad avere un marchio che è quello, appunto, di una profonda venatura “maledetta”. Bruni, come Califano, diventa anch’esso un poeta maledetto proprio nel momento in cui si confronta con un testo nel quale il “cantico” della preghiera è struggente. È come se Bruni si identificasse in Califano. Ma non è così. Bruni si identifica sempre con se stesso e parla di sé filtrando i suoi compagni di viaggio. Califano è stato il suo compagno di viaggio degli anni universitari in una Roma “carnale” e “amante” come avrebbe detto Alberto Bevilacqua, al quale Bruni è stato molto legato. Questo libro, giunto all’improvviso mentre il suo camminare andava e va oltre e altrove: nei suoi Orienti, scompagina anche chi conosce Bruni, ma bisognava aspettarselo, comunque, che l’uomo, lo scrittore, il poeta ribelle e costantemente in rivolta resta imprevedibile. Bruni lo è. Nella vita e nel suo “mestiere di scrivere”, per dirla con il suo amato Pavese. Non bisogna leggerlo soltanto questo suo Califano. Occorre, necessariamente, sottolinearlo e conservare frasi, brani, concetti. Bruni si “recupera” in Califano, un Califano, forse meno conosciuto, il Califano poeta. Alla presentazione prevista a Firenze il prossimo 25 novembre, stia tranquillo Pierfranco, io ci sarò e cercherò di porre la sua scrittura davanti ad uno specchio. Ma il successo di questo libro da dove nasce? Non lo si può chiedere all’autore. Sono convinta che tra l’analisi, l’interpretazione del testo e la biografia Bruni abbia scelto la sensualità delle emozioni. Ha fatto centro.
Ieri sera incontro operativo fra il Presidente Fabrizio Nardoni, il socio di maggioranza Mario Petrelli, e il Direttore Generale Domenico Pellegrini per valutare la prossima campagna acquisti e le esigenze della squadra anche alla luce dei risultati ottenuti sin qui dalla formazione rossoblù. Le ultime partite con allenatore Mister Papagni hanno convinto sia i dirigenti che i tifosi e domenica scorsa allo Iacovone si è assaporato un campionato in ascesa. Ci ha pensato Molinari, con un gol su rigore allo scadere del primo tempo a siglare il gol vittoria del Taranto sulla Gelbison, conquistando un buon piazzamento in classifica che, anche alla luce di alcune vittorie sfuggite a tempo quasi scaduto, poteva essere ancora migliore. Ma già domenica la formazione ionica è chiamata a vincere e convincere a Matera, una squadra quella lucana che sta facendo molto bene e che quindi si presenta molto ostica. Ma il Taranto ha tutte le potenzialità per uscire vittoriosa da una macth che può significare molto dal punto di vista psicologico perché si andrebbe a battere una diretta concorrente per la promozione.
Probabilmente rimarrà solo un sogno quello di vedere Taranto come capitale europea della cultura, ma almeno sarà stato un bel sogno e non il solito incubo. Può essere questa la sintesi della bella serata culturale proposta dal Rotary Club Taranto Magna Grecia, l’altra sera al Delfino, dal titolo “Te la do io la Capitale europea della cultura”. E infatti, fuori dall’ironia del titolo, il dott. Nicola Baldi presidente dell’apposito comitato, e il prof. Piero Massafra, docente, storico ed editore, le risposte affermative le hanno date all’eccezionale pubblico (260 presenze!) composto da dirigenti e soci di Club Rotary, Lions e innumerevoli associazioni culturali, oltre a tanti cittadini accorsi all’invito fatto sui manifesti. Una riunione speciale, quella del Rotary Club Taranto Magna Grecia, perché - come ha spiegato il presidente Antonio Biella - per la prima volta è stata coinvolta l’intera cittadinanza nell’ottica di un Rotary sempre più aperto all’esterno e proteso verso i problemi comuni. Di fronte alle indolenze, agli immobilismi, ai pessimismi di una città piegata su se stessa e i propri mali - ha introdotto il presidente – non dobbiamo sprofondare nel cupio dissolvi ma alzare la testa e recuperare l’orgoglio di una città dalla storia, spesso gloriosa, lunga quasi tremila anni. Così che Nicola Baldi prima, e Piero Massafra dopo (entrambi soci del R.C. Taranto Magna Grecia) hanno dato contenuti alla speranza non tanto di raggiungere l’ambitissimo ma arduo obiettivo, quanto di poter impostare il futuro sulle basi di questo famoso ma misconosciuto dossier della candidatura (rintracciabile su internet sul sito del comitato: 91 pagine) . E il documento illustrato l’altra sera al Delfino, in maniera più tecnica da Baldi, in maniera più umanistica da Massafra è, al tempo stesso, uno straordinario promemoria della grandezza di questa città, grandezza magno greca in primo luogo, ovviamente, ma non solo; e un irrinunciabile vademecum per il futuro. . Perché questo è il dossier per la candidatura di Taranto a capitale europea della cultura: l’insieme della sua posizione geografica, della sua storia, dell’importanza nazionale ed europea assunta in materia di Difesa prima e industriale poi, delle sue possibilità - quindi dei progetti – per il futuro. Anche con la consapevolezza (se proprio si vuole…) che da questo momento davvero buio per la città si può solo risalire “…a riveder le stelle” .
Importante proposta - provocazione di Pierfranco Bruni: “Dalle Lecture su Dante e della Commedia ad una lettura sulla modernità della poesia partendo da Fabrizio De André” - Pierfranco Bruni: “Se dovessi, alla mia età, scegliere tra Dante Alighieri e De André, nel tempo in cui viviamo, non avrei alcun dubbio: indicherei agli studenti di studiare in modo ordinato e corretto Fabrizio De André e alle scuole di organizzare delle Lecture su De andré”. In una serata dedicata a De André lo scrittore e vice Presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani Pierfranco Bruni invita a leggere Fabrizio De André come poeta della tradizione recuperata accanto alle Lecture sulla Commedia. Il linguaggio letterario ha perso la sua singolare funzione di recupero delle tradizioni e non riesce a creare modelli innovativi. C’è una crisi dei linguaggi che è diventata anche crisi della letteratura. Partendo da queste osservazioni lo scrittore Pierfranco Bruni, Vice Presidente Nazionale del Sindacato Libero Scrittori e Presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, in un recente convegno dedicato al rapporto tra poesia e musica in Fabrizio De André, ha sottolineato l’importanza e il ruolo del legame tra tradizione e sperimentazione nella lingua poetica di De André, indicandolo, addirittura, come riferimento per una “rivoluzione” dei linguaggi avvenuta, secondo Bruni, durante la fine degli anni Cinquanta del Novecento come continuità del Futurismo. Si è posta ancora una ulteriore domanda: Dante Alighieri o Fabrizio De André? Una provocazione e una scelta quella di Pierfranco Bruni che ha aperto non poche polemiche in un dibattito sulla lingua nazionale. Bruni ha affermato: “De André è un poeta che ha attraversato le emozioni di generazioni. Da giovane e da maturo ho sempre fatto una scelta. Tra Dante Alighieri e Fabrizio De André farei studiare con più assiduità De André. Alle letture su Dante sostituirei o ‘accoppierei’ le letture su De André. Non vuole essere una provocazione, ma vivere tra le esistenze delle nuove generazioni senza però mai dimenticare le memorie. De André, nei suoi testi, si porta dentro le memorie delle letterature”. In De André, ha ancora affermato Bruni, c’è Omero e tutta la tradizione classica, ma c’è soprattutto la comparazione tra le letterature occidentali e quelle orientali, c’è la cultura americana e quella araba e islamica. Un esempio ad una educazione alla tolleranza. Bruni ha dichiarato: “De André sa ben giocare con le rime e le ballate. Prende anche in prestito un verso della Divina Commedia del Canto XXXIII dell’Inferno, il Canto di Ugolino per capirci, nel quale si dice: “Ma più dell'onor, poté il digiuno” trasformandolo, con capacità ironica, in “Poscia più che 'l dolor, poté 'l digiuno”. “Insistere oggi su una didattica che non rispecchia la rivoluzione dei linguaggi significa, ha aggiunto Bruni, scavare soltanto negli archivi, ma noi abbiamo bisogno di conoscere il nostro tempo e di reinventarci una nostra lingua, quella italiana, che mi sembra non essere al centro degli interessi culturali europei”. “Con poeti come De André, ha chiosato Bruni, è possibile compiere un viaggio tra la tradizione e i linguaggi innovativi nella modernità”.
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