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Giornale di Taranto - Cultura, Spettacoli & Società

Tre diversi incontri, con autrici stattesi e tarantine, legati dal tema dell’inquinamento ambientale, della valorizzazione del territorio e del concetto “del bello” da custodire e potenziare.

S’intitola “Leggere … arma d’istruzione di massa” il ciclo di eventi culturali, a cura del Teatro delle Forche, della Cooperativa Sociale “Il Sole” e dell’associazione culturale “Spazio Teatro” di Statte, al via venerdì 5 febbraio, nell’ambito del progetto “PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali” (Avviso pubblico "Periferie al centro",  intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale e Assessorato al  Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese).

Un percorso di scritture, per lo più al femminile, che gode anche del patrocinio del Comune di Statte e che accompagnerà il pubblico alla scoperta dei contenuti e al dibattito costruttivo e partecipato, dal quale potranno scaturire riflessioni, idee e progetti.

Il calendario degli appuntamenti:

- venerdì 5 febbraio, incontro dedicato alla poesia di Silvana Pasanisi con la presentazione dei libri “Il rimedio”, “Babel” e “La preparazione all’aria”;

- venerdì 12 febbraio, presentazione del libro "Corso Due Mari: Taranto tra amore e guerra” di Carla Dedola;

- venerdì 19 febbraio, presentazione del libro "Sogni e altiforni: Piombino – Trani senza ritorno” di Gordiano Lupi e Cristina de Vita.

Gli incontri culturali, che erano stati inizialmente previsti nella Biblioteca Comunale di Statte, nel rispetto delle limitazioni previste dalla normativa nazionale e regionale per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, si terranno online, sulla piattaforma Zoom, con inizio alle ore 19.00.

La partecipazione è gratuita ma per un numero limitato di persone. La prenotazione è obbligatoria, inviando una mail all’indirizzo  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Le presentazioni saranno arricchite da letture drammatizzate affidate alla voce di Leonida Spadaro, lettore volontario della Biblioteca civica di Statte.

Il progetto “PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali”, a cura del Teatro delle Forche - società cooperativa capofila della rete costituita con l’associazione culturale “Il Serraglio” di Massafra, il Circolo Arci “SvegliArci” di Palagiano e la Cooperativa Sociale “Il Sole” di Statte - vincitrice dell’Avviso pubblico "Periferie al centro",  intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale e Assessorato al  Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese - prendendo il nome da un verso del poeta Vittorio Bodini, parte da una periferia nel sud dell’Italia per guardare alle periferie del mondo e integrare le persone sia native che immigrate nel cuore dello sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità, e coinvolge i territori di Massafra, Palagiano e Statte.

Alle ore 11 del 28 gennaio scorso un’immagine inquietante con un grande punto interrogativo è apparsa contemporaneamente sulle pagine social di novanta live club italiani, sette in Puglia tra cui il nascente “Spazioporto” di Taranto, contenitore multiculturale sito a Porta Napoli per opera dell’Associazione AFO6.

     In copertina, le foto delle facciate, dei palchi e delle porte di ingresso dei novanta locali, sparsi in tutta Italia che negli anni sono stati i luoghi che hanno dato vita a concerti ed eventi. Nell’immagine, oltre al logo della sala, compaiono l’anno di nascita della location e il 2021, indicato come il possibile

 anno di chiusura a causa delle incertezze sul futuro e alle conseguenze della pandemia da Covid-19, che nel 2020 ha portato alla chiusura obbligata dei locali, oltre che di cinema e teatri.

Niente musica, nessuna condivisione reale, nessun evento esattamente da un anno, dal 27 febbraio scorso per essere precisi. Silenzio e futuro incerto per tutto il comparto culturale, con tanti lavoratori fermi in stato d’indigenza, tante spese ed oneri da pagare (nonostante tutto) per gli esercenti ed i gestori, tanti progetti e sogni fermi come nel caso del contenitore di Taranto, che era pronto a partire proprio dalla fine dello scorso anno.

Un caso ancor più paradossale quello di “Spazioporto”, insieme ad altri pochissimi esempi nascenti identici in Italia, per aver messo in piedi un progetto di imprenditoria privata, nato in tempi non sospetti e che in queste condizioni non sa esattamente come e quando potrà partire.

“L’ultimo Concerto?” è un’iniziativa voluta, organizzata e promossa da: KeepOn Live, Arci e Assomusica, con la collaborazione di Live DMA ed è stata lanciata con un hashtag che si potrebbe interpretare come se l’ultima esibizione dal vivo ci fosse già stata, con un punto interrogativo che lascia un grande amaro in bocca e che ha scatenato la curiosità degli utenti e la vicinanza al comparto, cosa che non è mancata in questo lungo periodo ma che praticamente ha portato a poco. Infatti, la scomparsa delle sale è già una triste realtà causata dalla pandemia soprattutto per la mancanza di azione e volontà politica che in questo momento non è abbastanza consapevole dell’importanza di questo settore tra i più colpiti dalla crisi, che potrebbe portare ad un impoverimento e desertificazione culturale generale, con conseguenze irreversibili.

«Quando parliamo di Live Club – si legge nella nota stampa diffusa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, promotori dell’iniziativa – dobbiamo pensare anzitutto a un insieme di strutture da mantenere, a uno staff composto da numerose persone che investono energie ed impegno

 costanti per offrire una proposta legata alla musica contemporanea di qualità. Parliamo di spazi che si trovano oggi in una situazione di assoluta emergenza, senza alcuna certezza sul futuro e sulla effettiva possibilità di riuscire a superare questa lunga fase di crisi. Parliamo di palchi che negli anni hanno ospitato e cresciuto artisti di ogni genere, compresi quelli che oggi vengono acclamati negli stadi e nei grandi festival nazionali e internazionali e di spazi che hanno formato le figure professionali più affermate e riconosciute di questo settore. Sale concerto e live club sono fucine di cultura. Luoghi che permettono ai musicisti di esprimersi, di creare e diffondere arte, di incontrare il pubblico. Ben lontano dall’essere meri punti di ritrovo, queste realtà si distinguono dai tanto discussi protagonisti della movida per la loro capacità di veicolare aggregazione e socialità creativa e sicura nei territori. Sono spazi che, nella maggioranza dei casi, sono rimasti in rigoroso e rispettoso silenzio da ormai un anno».

«Tutti insieme – prosegue la nota – si sono presi per mano per mandarci un segnale, aderendo a

 quella che a tutti gli effetti si intuisce essere una campagna di carattere nazionale: creando una mappa di punti interrogativi che costellano l’intero Stivale I live club e le sale concerto siciliane portano sulle spalle il peso di quasi un anno di chiusura. L’iniziativa porta a riflettere sulla condizione in cui si trovano i live club e le sale concerto. Attualmente, nonostante il ruolo enorme che questi spazi hanno in termini di creazione, promozione e diffusione di cultura, e il loro indiscutibile valore sociale, si può dire che siano stati pressoché ignorati dai numerosi decreti susseguitisi in questi mesi. Provvedimenti che hanno sì citato cinema e teatri in tema di spettacolo, ma non hanno dedicato la dovuta attenzione a queste realtà che rischiano di scomparire. L’impatto di queste oltre novanta foto e i relativi interrogativi, decisamente, però non è trascurabile. Quale sarà il prossimo passo?».

In attesa del prossimo passo di questa iniziativa, tutti ci chiediamo e speriamo che non sia per davvero l’ultimo concerto.

 

“D’ISTANZE”.

S’intitola così l’incontro con l’artista milanese Gianluigi Gherzi, in programma domenica 31 gennaio 2021, alle ore 19.00, sulla piattaforma digitale Zoom.

L’attore, regista e scrittore incontrerà la comunità territoriale, a conclusione della ricerca artistica di approfondimento sul ‘teatro dei luoghi’, contestualizzata nella provincia di Taranto e condotta nell’ambito del progetto di Residenza per Artisti nei Territori “P.A.S.S.I. Bildungsroman”, a cura del Teatro delle Forche (Mibact e Regione Puglia).

Un evento online, aperto a cittadini, artisti, associazioni e organizzazioni culturali, esperti del racconto teatrale, durante il quale Gherzi “restituirà” il suo lavoro, gli esiti della sua ricerca, volta a sviluppare e approfondire la disciplina artistica del ‘teatro dei luoghi’, in un territorio “conflittuale” com’è Taranto e le sue periferie e in un momento storico particolare, caratterizzato dalla pandemia.

La partecipazione all’iniziativa è gratuita ma per un numero limitato di persone. La prenotazione è obbligatoria, inviando una mail all’indirizzo  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

La ricerca di Gianluigi Gherzi si sostanzia nel rapporto con l’emergenza che tutta l’Italia sta vivendo, a causa dell’epidemia da Covid-19. L’interesse risiede nel fatto che Taranto da lungo tempo in qualche maniera si è posto questo problema, vive questo conflitto (quanto reale e quanto ideologico è materia d’indagine) tra il mondo del lavoro, dell’occupazione e la difesa e la tutela della salute dei cittadini.

La residenza è volta a mettere in luce tutta la profondità di questo conflitto, andando a incontrare cittadini, attori sociali, militanti delle organizzazioni culturali.

Lo studio si raccorda, inoltre, ad un percorso che l’artista sta realizzando a Milano, iniziato con la raccolta dei vissuti delle persone durante il lockdown, e sviluppatosi con la piattaforma digitale www.finestredeglincontri.it.

Attraverso il continuo confronto tra la realtà lombarda e la provincia ionica, Gherzi, coadiuvato dal direttore artistico del Teatro delle Forche Giancarlo Luce, cercherà - a partire proprio dalla situazione di emergenza - di ricavare insegnamenti validi per il futuro che la nostra società si appresta a vivere.

Il suo lavoro di ricerca incrocia le attività del progetto “Clessidra - Teatro dei luoghi” curato da Erika Grillo e coinvolge l’equipe artistica impegnata nell’edizione 2021 “Prima della fuga”, che porterà il proprio contributo all’incontro.

Lunedì 25 gennaio alle 21.25, Taranto sarà protagonista su Rai Uno, con la prima delle sei puntate della nuova serie "Il commissario Ricciardi", tratta dall'omonima serie dei romanzi dello scrittore Maurizio de Giovanni. La serie è stata diretta da Alessandro D'Alatri, con gli attori Lino Guanciale, Antonio Milo, Enrico Ianniello, Serena Iansiti, Maria Vera Ratti, Mario Pirrello, Fabrizia Sacchi, Nunzia Schiano, Marco Palvetti e Peppe Servillo.

    E' stata girata a Taranto dal 23 maggio al 20 luglio 2019 per le prime 9 settimane con l'impiego di 80 lavoratori pugliesi. Il lavoro è coprodotto da Rai Fiction e Clemart e sostenuto dell'Apulia Film Fund della Regione Puglia (831.679,95 euro di fondi Por) e da Apulia Film Commission.

    La storia è ambientata a Napoli nel 1932. Luigi Alfredo Ricciardi ha 30 anni ed è un commissario della Mobile con un terribile segreto, una maledizione ereditata dalla madre: vede il fantasma delle persone morte in modo violento e ne ascolta l'ultimo pensiero. Per questo il commissario si dedica in modo totalizzante al suo lavoro, indagando sui casi più spinosi e complicati. Ma la sua solitudine, che divide con l'anziana tata Rosa, sarà scalfita dall'incontro con due donne, diverse ma ugualmente affascinanti. Una è Enrica, una giovane maestra che incarna la quieta normalità degli affetti familiari cui Ricciardi aspira; l'altra, Livia, rappresenta la sensualità e la passione, da cui si sente attratto. La seria è una contaminazione di generi, poliziesco, mystery e melò, che sullo sfondo di una Napoli in chiaroscuro, indaga sul senso ultimo della vita e del dolore. (ANSA).

Messaggi di cordoglio in Puglia per la scomparsa di Cecilia Mangini, la regista-documentarista originaria di Mola di Bari, morta a Roma all'età di 93 anni. "Con la sua terra aveva un legame inscindibile - ha detto il sindaco di Mola, Giuseppe Colonna -  ci ha lasciato un pilastro del cinema e della cultura italiana". "Abbiamo avuto il piacere e l’onore di averla ospite a Mola di Bari lo scorso 3 agosto; in quella occasione le ho consegnato le “chiavi della nostra città” e questo fa sì che ancor più profondo sia il vuoto generato dalla sua scomparsa - ha proseguito Colonna - Rimarranno per sempre invece i suoi grandi capolavori culturali, testimonianza concreta del suo genio, della sua sensibilità e della sua incredibile capacità di osservare e narrare l'anima più intima del Sud". Un messaggio di cordoglio è stato scritto su facebook anche dalla presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone: "Di lei ci mancherà la sua incredibile voglia di fare e i suoi grandi e bellissimi occhi".  "La cosa che più ho amato in lei era il suo modo di guardare il mondo - ha proseguito Capone - Una donna forte, allegra, determinata, adulta quanto basta per sapere cosa funziona e cosa no, ma i suoi occhi, credetemi, i suoi occhi, erano pieni di speranza e sogni. La morte non mi spaventa - diceva - mi spaventa sprecare il tempo. E lei il suo di tempo l’ha vissuto a mille all’ora". 

 

Procida è la Capitale italiana della cultura per l'anno 2022. E' stata proclamata da una giuria dopo l'esame dei 10 progetti presentati dalle città che si sono candidate. La designazione si è svolta alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini. Si erano proposte: Ancona, Bari, Cerveteri, L'Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania Lago Maggiore e Volterra.

 

"La cultura non Isola" è stato lo slogan della candidatura di Procida a Capitale Italiana della Cultura, perché - si legge nel dossier - "la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell'uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali".

"Parliamo del 2022 quando il mondo e l'Italia saranno tornati alla normalità - ha commentato Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali -. ll turismo internazionale tornerà imponente come lo è stato fino a gennaio dell'anno scorso".

Il ministro ha poi aggiunto che "è un anno complicato per tutti, stiamo cercando di sostenere in ogni modo le attività culturali e turistiche e la designazione della Capitale italiana della cultura per il 2022 è un segnale per il futuro, la ripresa".

Entusiasta Raimondo Ambrosino, il sindaco di Procida, che ha commentato: "Siamo onorati. Facciamo i complimenti a tutte le altre città di cui abbiamo studiato dossier e proposte culturali. La cultura può essere per noi e loro uno straordinario detonatore del piano strategico di rilancio. È un'opportunità storica per una piccola isola che senz'altro coglieremo lavorando sodo per rendere orgogliosa l'Italia di questa bella scelta". 

“E adesso avanti come e più di prima - ha commentato l’assessore comunale alla Cultura Fabiano Marti -Abbiamo unito tutta la città intorno alla cultura e credo che questa sia stata la nostra più grande vittoria.

 

 

Il progetto va avanti senza sosta, perché abbiamo finalmente fatto capire a tutta Italia cosa sia Taranto e cosa voglia dire essere tarantini“

Testi originali e autentici dello scrittore Premio Nobel Salvatore Quasimodo sono stati trovati all’interno della biblioteca civica Acclavio a Taranto. Lo annuncia il Comune, precisando che nel corso delle  “consuete operazioni di cura del patrimonio della biblioteca Acclavio, sono stati ritrovati gli scritti originali che Quasimodo lasciò alla biblioteca quando nel lontano 1967 venne a Taranto, impegnato nella traduzione degli epigrammi del grande poeta greco Leonida da Taranto”. Per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, “l’emozione di vedere quei testi vergati a mano, l’emozione di vedere l’impronta di quella stessa mano, impressa sulla carta a garanzia dell’autenticità di quel lavoro intellettuale, è stata forte quanto il legame che ci unisce alla nostra storia”. “Taranto - osserva il sindaco -  è luogo di cultura da 28 secoli, respiriamo la bellezza che altrove non possono nemmeno immaginare. Nei giorni d’attesa per il titolo di Capitale Italiana della Cultura, questo tesoro ritrovato conferma che la nostra ambizione è legittima”. Infine il Comune di Taranto dichiara che “insieme con i funzionari della biblioteca Acclavio e con gli operatori di Museion, cui è affidata la cura del patrimonio bibliotecario comunale, è già al lavoro per rendere queste meravigliose trascrizioni un patrimonio condiviso dell’intera comunità”. 

“È un giorno di festa perché Taranto non era abituata a questi palcoscenici. A Taranto avevano insegnato che non doveva aveva niente a che fare con la bellezza. Avevano insegnato che la bellezza era superflua, che qui si doveva badare ad altro, che bisognava  produrre e che la bellezza era per altri”. Lo ha deto il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, presentando oggi alla commissione esaminatrice del ministero dei Beni culturali la candidatura della città pugliese insieme ai comuni della Grecìa Salentina per il titolo di Capitale Italiana della Cultura per il 2022. Il sindaco, insieme ad alcuni assessori e a Roberto Casaluce per la Grecìa Salentina, si è collegato in audio/video col Mibact. Nelle parole del sindaco, un evidente riferimento alla situazione ambientale ed economica di Taranto e agli sforzi in campo per superare la stretta dipendenza dall’acciaio. 

 

“Siamo consapevoli che ciò che abbiamo sacrificato sull’altare del Pil, del mercato, del sistema Paese non lo recuperiamo - agiunge - siamo consapevoli che anche oggi dovessimo girare una chiavetta di un altoforno, ancora molti di noi, per i prossimi anni, dovrebbero confrontarsi con il tema della patologia e di ciò che ne consegue”. “Ciò che però vogliamo fare con il laboratorio del green deal - rileva Melucci, riferendosi all’inserimento di Taranto nel Recovery Plan - è dare una possibilità ai bambini, a quelli che non magati sono nati, e che meritano un futuro di pari diritto come quello dei bambini di qualunque altro territorio. Vogliamo togliere quell’ipoteca sul loro futuro. Io vi invito a cambiare la parola 'clima' con destino e vedrete che la cultura cambia il destino”. Il sindaco sottolinea che si è dovuto lavorare e lo si sta ancora facendo “per rimarginare le tante, troppe ferite della città” e che l’obiettivo è quello di “riportare il sorriso sui volti delle persone”. Citando lo scrittore Alessandro Leogrande, il sindaco dice: “Noi abbiamo 28 secoli di storia, di esperienze, siamo passati per il deserto del ‘900, abbiamo seminato per fare in modo che in quel deserto ci fossero frutti maturi per i bimbi che verranno e li stiamo intersecando con le cose nuove grazie alla cultura”. “Ecco perché - ha concluso - per noi è un giorno di festa e già essere di qui, discutere di questa storia, di quello che questa città ha attraversato e la direzione verso la quale sta andando, è già un grande motivo di orgoglio”. Il programma di Taranto e Grecìa Salentina comprende piu di 100 giornate dedicate al mare, oltre 20 tra festival, opere, mostre e stagioni per raccontare l’arte del passato, del presente e del futuro, 50 giorni dedicati alla cultura di impresa, 15 eventi di storia, focus tutti i giorni per riti, tradizioni ed enogastronomia, ma soprattutto un anno, il 2022, dedicato all’ambiente con due grandi eventi internazionali, uno dei qual sarà la tappa centrale del Festival italiano della sostenibilità promosso da Asvis, l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile. 

Si chiama 'Papà uccidi il mostro' il toccante corto diretto e interpretato dall’attore pugliese Fabio Vasco e liberamente ispirato alla drammatica situazione dell'Ilva di Taranto, e a una storia vera, quella del piccolo Federico ucciso nel 2014 da un neuroblastoma.

    Nato da un’idea di Vasco, già visto in ‘L’allieva 2’, con la sceneggiatura scritta da Antonio Mocciola, il corto prodotto da Mag-Movimento artistico giovanile con il patrocinio di Apulia Film Commission e distribuito da Premiere Film, è stato presentato a vari festival cinematografici nazionali e internazionali. Vasco racconta il dramma di un uomo e del suo bambino, simbolo di quello di intere generazioni di operai, illusi e delusi dal miracolo industriale delle acciaierie italiane. Una storia d'amore, tra le fiamme degli altiforni, cornice infernale e crudele di mille vite sacrificate.

    Nel corto un uomo solo, in una casa vuota e dall'atmosfera sospesa, come in attesa di qualcosa, comunica col figlio malato, perso in un lontano lettino d'ospedale. Dietro i vetri delle finestre, nuvole piene di pioggia si confondono col grigio plumbeo dell'Ilva di Taranto madre assassina e Medea d'acciaio. Sul letto una valigia, per una partenza imminente. O forse no. 

di Michele Santoro 

Ciao amico Pio, vorrei continuare a parlare con te, com'era nostra abitudine, per raccontarti tante storie accadute dopo che tu sei partito per incontrare gli amici che ti aspettavano lassù.

PRIMA O POI

Prima o poi

col pudore del gatto

qui verrò a chiudere la patta.

   Quando più forte

spirerà la bora

e cadranno le bacche dei cipressi

raccoglierò le lodi nel cordoglio.

   Passerò in toga tra voi

e con il tocco in pugno

per ringraziar

d'avermi atteso a lungo.

   E voi redenti

e con le braccia tese

sorriderete dalle vostre icone.

Più volte ho provato a chiamarti e la tua voce, alla fine, si è materializzata ed è iniziato, tra noi, quel dialogo amichevole e semplice, fatto di stima reciproca. Ciao Michè mi hai risposto parlandomi dei tuoi amici poeti contemporanei, della loro vita e dei loro pensieri, di Ernesto De Martino e dell'incontro con Carlo Levi. Ed io ascoltavo, attento. Ti soffermavi di più sugli studi svolti sulla “poesia” dei poeti lucani; sapevi di parlare con un amico che ti ascoltava con quella giusta attenzione. Mi hai chiesto quale fosse il nuovo programma settimanale di Presenza Lucana. Ho risposto che tutti i luoghi culturali sono chiusi! Ho cercato di parlare della pandemia e del distaccamento sociale e delle tragedie creatisi. Qui si è interrotta la nostra conversazione! Sapevi già tutto...

Caro amico, ora ancor più, ho capito che sarai presente, tra noi e nel ricordo di tutti, per ciò che la tua arguta cultura è riuscita a trasmettere con i molti testi pubblicati, con le relazioni presentate in quella che tu, con orgoglio, chiamavi “la mia Associazione” e della quale eri stato nominato Presidente Onorario.

Il tuo lato umano era racchiuso nella grande capacità di saper dare,

umilmente, distillati di sapere senza che gli altri se ne accorgessero. Ed io questa umiltà la porto dentro come una ricchezza, come un bene prezioso.“Quello che nasce dopo lunghe conversazioni”, mi dicevi, “è l'arricchimento dell'anima”.Il prof. Pio Rasulo poeta, saggista, scrittore e giornalista, titolare della cattedra di Estetica presso l'Università di Lecce, era nato a Stigliano nel 1926.

I salotti letterari della città di Taranto, della Puglia, Basilicata, Grecia, del Sud in genere, hanno sempre avuto la sua figura dietro ai tavoli come oratore. In passato molti si rivolgevano a lui, consegnandogli un manoscritto, per avere una prefazione. Egli li accettava ponendo quella giusta attenzione, nella stesura, a garanzia dell'affermazione del testo. Il giornalista Franco Magariello nel commentare la figura del professore filosofo al Premio per la Saggistica Benevento, così si esprimeva: “Lo si può incontrare anche di rado, senza che l’amicizia ne soffra, perché si può, tranquillamente, contare sulla sua serietà e sul suo esserci, soprattutto quando si ha veramente bisogno di lui; della sua parola, di un volto affidabile, sempre sereno”.

La prima relazione svolta dal professore nell'Associazione di Via Veneto, risale al 1993 ed il tema trattato era  “Paesaggio e poesia lucana”, con l'introduzione dell'allora presidente prof. Elio Spani.

Lo studio sui poeti lucani del Novecento, per la maggior parte da lui frequentati, ha consentito a molti soci di conoscere l’altra faccia della Basilicata, legata a un mondo poetico contemporaneo affascinante.

Da ricordare, tra le tante relazioni svolte a Presenza Lucana, quelle dedicate a:

• Carlo Levi, nel centenario della sua nascita, 2002, con la presentazione di un testo intitolato al grande autore piemontese scritto, a quattro mani, con Pierfranco Bruni;

• Rocco Scotellaro a cinquanta anni dalla morte.

• Il sindacalista lucano: Domenico Delicio, con la storia delle occupazioni delle terre.

• Omaggio a Sinisgalli.

• Il Dizionario di dialetto Stiglianese di Mastronardi Michele che ho avuto l’onore di presentare.

• Il lungo giorno della civetta, Nuova Edizione, con copertina di un disegno di Carlo Levi.

• Pio Rasulo, cinquant’anni tra didattica e ricerca, il testo a lui dedicato da Pierfranco Bruni.

• Asfodelo – Poesie.

Asfodelo è una pianta erbacea delle Liliacee, con lunghe foglie e fiori bianchi, che cresce nelle campagne del nostro sud, conosciuta e classificata dagli antichi greci e dai romani. “Un fiore, bello da vedersi dal colore bianco; quello dell’innocenza, dei simboli della nostra vita, il colore dei sogni: puro”.La poesia presentata nel libro Asfodelo da Pio Rasulo è composta di tanti piccoli quadretti: affreschi, di una vita passata disegnata con l’indelebile inchiostro di china, messi lì pronti per essere letti ed interpretati con facilità anche dall’uomo semplice. La silloge è composta di 46 liriche, nelle quali si nota la profonda ricerca fatta dal poeta per recuperare momenti, di gioia, d’amore, di attaccamento, passionale, verso i suoi cari e la sua terra. Leggere le liriche di Rasulo è come visitare una galleria d’arte, con quadri rappresentanti panorami e figure chiare messe al giusto posto per essere ammirate. I quadri sono di un colore vivido, anche se attinto da immagini, a volte, lontane nel tempo. La poesia è quella della memoria con fotografie chiare, in bianco e nero, come quelle dei braccianti e dei contadini che tornano dai campi; del pastore che va a pascolar le mandrie sotto il sole; degli uomini del paese con i loro volti di pietra, messi lì in una piazza povera di sole. I ricordi sono, anche, quelli intimi legati agli affetti più cari, il padre, la madre, i nonni, i figli, gli amori ed i nipoti cui il poeta si rivolge per dialogar con loro. Si coglie in qualche verso la speranza che “non sarà così tutta la vita..” ed “il mondo è sempre nuovo..”.I suoi versi sono la metafora della vita: la sua vita.

   Da noi è sempre inverno.

Il nostro cielo sul cuore ci pesa

ed è morir senza speranze

in questo eterno esilio.

   Presto alzeremo le vele

e verso nuovi mondi dirigeremo la prora.

   Fantastici mondi,

ove è primavera tutto l'anno.

   Resteranno i corvi

ad ingozzarsi qui,

nei campi di favette

e le cataste di legna a guardia

dei muri scalcinati.

Della sua poesia si sono occupati: Corrado Alvaro, Edoardo Sanguineti, Piero Cartellini, Antonio Pugliese, Pierfranco Bruni.

Quello che più affascinava del Professore Rasulo era la sua cultura espressa con una  dialettica semplice ma capace di attirare l'attenzione di chi aveva la fortuna di ascoltare le sue dotte relazioni. La sua educazione ed una spiccata galanteria sono state per molti e per me un vero punto di riferimento e di crescita. Le partecipazioni in associazione, dell'amico Pio, come relatore o semplice spettatore, nel tempo, sono state ancora più assidue ed io come lucano sono stato orgoglioso di averlo avuto, al mio fianco, nei Venerdì Culturali dedicati alla letteratura di poeti lucani, in particolare.

In questo difficile anno mi è mancato l'amico con il quale parlare e dopo sentirmi arricchito di un qualcosa che prima non avevo. Mi è mancato quell'esile figura che sapeva ascoltare gli altri e che era stato per me, in sala, un punto di riferimento e incoraggiamento a fare sempre meglio.

Generoso ed amico prodigo di consigli era per me un padre.

Una preghiera per il Presidente Onorario, di Presenza Lucana, Pio Rasulo che si è spento a Taranto, un anno fa, il 17 Dicembre 2019.

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