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Giornale di Taranto - Cultura, Spettacoli & Società

A pochi mesi dal 50esimo anniversario dell’inaugurazione della concattedrale di Taranto Gran Madre di Dio, progettata dal celebre architetto Gio Ponti, è stata inaugurata mattina a Taranto, nelle sale del Museo diocesano in città vecchia, una mostra che ricorda l’evento. La mostra che avrebbe dovuto avere luogo nel  dicembre scorso, mese dell’anniversario, ma che per il Covid è stata fatta slittare ed ora chiuderà il prossimo 26 settembre.

   “Gio Ponti e la concattedrale di Taranto 1970-2020. Il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni” è il titolo della mostra con foto d’epoca ma soprattutto con l’esposizione di 80 lettere sulle 400 che costituiscono il fitto carteggio intercorso allora tra Ponti e l’arcivescovo di Taranto, Guglielmo Motolese, che gli commissionó l’opera. La particolarità della struttura colloca la concattedrale di Ponti tra le 25 opere architettoniche più importanti del Novecento. La mostra è il frutto di un accordo firmato dall’Arcidiocesi di Taranto, dall’allora Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e dal Dipartimento di Scienza dell’Ingegneria e dell’Architettura del Politecnico di Bari e nasce come esito di una tesi di laurea realizzata da cinque giovani architetti del Poliba. La mostra è promossa dalla direzione generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura. Fabio De Chirico, della direzione generale Creatività Contemporanea del  ministero della Cultura, ha dichiarato che “nelle corde della nostra direzione c’é l’idea di sostenere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio contemporaneo. Abbiamo costruito un archivio delle più importanti architetture contemporanee realizzate in Italia dal 1945 ad oggi”. 

 

“È un progetto centrale - ha aggiunto - perché la conoscenza del patrimonio architettonico italiano è fondamentale anche per la sua tutela. Stiamo costruendo un atlante dell’architettura con itinerari in line per scoprire questo patrimonio”. Circa la concattedrale di Taranto, il rappresentante del ministero della Cultura ha dichiarato che “era fondamentale valorizzare questo monumento perché serve ad un processo di riappropriazione da parte dei cittadini e di appartenenza ai luoghi che serve per apprezzare amare e tutelare questo territorio. La Concattedrale di Taranto è una  storia di passione, di committenza illuminata e di proiezione verso il futuro”.

   “Hanno dato una spinta all’ideazione di questa mostra sia la tesi di laurea dagli studenti del Politecnico di Bari, oggi architetti, sia la mostra su Gio Ponti allestita a Parigi dove nella prima sala c’è proprio l’immagine della grande vela della Concattedrale di Taranto” ha affermato Maria Picarreta, segretario regionale per la Puglia del ministero della Cultura, per la quale “Taranto è importante per archeologia, la storia dell’arte e l’architettura contemporanea”. Mentre per Barbara Davidde, soprintendente nazionale per l’archeologia subacquea (una nuova soprintendenza nazionale voluta dal ministro Dario Franceschini che ha sede a Taranto), “oggi Taranto vuole costruire il suo futuro senza tralasciare la storia millenaria che la caratterizza, la ricostruzione ottocentesca e l’arte contemporanea del ‘900. La concattedrale è stata pensata da Gio Ponti con le forme di una nave, con la vela, proprio per  segnare il legame della città col mare”. Per  l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, la concattedrale “è segno della chiesa che diventa cultura e della cultura che diviene vita di un popolo”.  “Taranto - ha rilevato Santoro - sta passando una tempesta contro l’incuria di un modello economico dissennato, peggio di questo c’è solo il nichilismo, che è assuefazione, mentre dalla tempesta può sorgere una reazione, un cambiamento. E speriamo che Taranto possa superare la tempesta nel modo migliore”.

Si è spento Luigi Mangione, farmacista-fotografo tarantino, innamorato della città a cui è dedicata la maggior parte dei suoi scatti. Autore di mostre e di numerose pubblicazioni, Mangione rappresentava un importante punto di riferimento per i professionisti del settore. Attraverso le sue foto ha raccontato il Mar Piccolo, la Città vecchia, gli ulivi, le masserie, cogliendo ogni sfumature e catturando la luce.

Ecco come lo ricorda Raimondo

Mudolino, presidente del Circolo

Fotografico il Castello di cui Mangione era socio “Ci sono notizie che magari ti aspetti, ma che comunque ti lasciano l'amaro in bocca e riempiono la mente di ricordi. Ci ha lasciato Luigi Mangione il farmacista/fotografo. Socio del circolo fino a quando gli è stato possibile, ha lasciato una grande quantità di immagini di questa città che amava tantissimo. Tanto da regalare libri meravigliosi con immagini altrettanto meravigliose. Uma volta mi chiese di fare la presentazione di una sua mostra. Credo non ci sia modo migliore per ricordarlo attraverso quello che le sue fotografie suggerivano. Ciao Luigi e che il viaggio ti porti da quella donna che hai amato tanto”.

Piano piano sembra si stia tornando alla normalità e, piano piano, sembra che si potrà tornare a festeggiare!

Il team di Pazziperiparty aspettava questo momento da tempo e per non arrivare impreparata al fatidico momento della ripresa qualche mese fa ha iniziato a pensare a questo progetto che vuole essere una grande vetrina, che copra tutta Italia, dove i professionisti nell’ambito dell’intrattenimento avranno un proprio spazio personale in cui essere visibili con foto, video, presentazione della propria attività e tutti i contatti, social e non, per essere contattati facilmente. Creare il proprio spazio è molto semplice e intuitivo, sarà sufficiente andare sul sito https://pazziperiparty.it/

 in home page e cliccare sul riquadro in alto a destra “inserisci inserzione” e scegliere il  PIANO PREMIUM GRATUITO CHE Pazzi per i party OFFRE, per l’appunto gratuitamente, per un anno, inserire tutte le informazioni richieste e il gioco è fatto! E se qualcuno dovesse avere qualsiasi difficoltà tecnica, entrerà in azione il supporto tecnico.

Pazziperiparty sarà, quindi, un punto di incontro tra i professionisti dell’entertainment e chi sta organizzando una festa ed è alla ricerca di idee, cose, persone che lo aiutino ad organizzare un evento originale e indimenticabile. “Per te, organizzatore della festa - scrive la squadra di Pazzi per i party nella sua presentazione- sarà facile trovare quello che cerchi, i fornitori di Pazziperiparty sono suddivisi in categorie, collegati al nostro sito https://pazziperiparty.it/  clicca sulla categoria che ti interessa maggiorente, e troverai ampia scelta e tante idee! Ci trovi anche su   facebook e instagram.

Allora, amici professionisti e amici festeggiatori, noi di Pazzipriparty vi aspettiamo per creare insieme a voi una piattaforma dove l’originalità, la diversità e la creatività, facciano fiorire incontri proficui e vitali!

Con questo, per il momento, è tutto

Da Pazziperiparty.” Guarda il video  https://youtu.be/K0Hdns36WRk

 

I fondali di Taranto per la BBC inglese. Le acque del Mar Piccolo sono il regno di una vasta popolazione di cavallucci marini, vera e propria città sotto la città. Questo raccontano le immagini del documentario realizzato dalla troupe guidata dalla regista italo-francese Charlotte Cayré Tisseyre, per la quale ha lavorato anche il cineoperatore Salentino Gianluca Romano dell'area Marina protetta di Porto Cesareo. La città dei cavallucci marini che sarà mostrata al pubblico di tutto il mondo, racconterà proprio attraverso il monitoraggio dei fondali tarantini, la conservazione di queste specie enigmatiche, che proprio qui formano una delle popolazioni mediterranee più ricche. 

La città di Taranto è in pieno fermento, dopo il lungo stop dovuto alla pandemia. L’attracco delle navi MSC Crociere e il grande evento di levatura mondiale SailGP del 5 e 6 Giugno aprono prospettive importanti per il rilancio turistico della città dei due mari. L’ATI Taranto Sotterranea, con le cooperativa archeologiche Polisviluppo, Ethra e Novelune, si unisce a questa nuova visione di rilancio, attivandosi per contribuire a dare un’immagine nuova della città di Taranto a livello internazionale. E lo fa con l’archeologia, tra le più rilevanti risorse turistico-culturali di Taranto, su cui puntare in modo sempre più deciso.

Nelle giornate di sabato 5 e domenica  6 giugno sono in programma aperture e visite guidate ai siti, per mettere in bella mostra il nostro straordinario patrimonio storico, il più importante circuito archeologico della città di Taranto. Un viaggio attraverso le meraviglie archeologiche di età greco-romana, accompagnati dai nostri archeologi professionisti.

Il Programma 

Sabato 5 e Domenica 6 Giugno

MATTINA 

- TOMBA DEGLI ATLETI (via Crispi angolo via Pitagora) apertura dalle ore 10:30 alle ore 12:30 (ingresso e visita guidata dell’area archeologica)

- NECROPOLI GRECA DI VIA MARCHE, visita guidata al circuito archeologico, con partenza alle ore 10:30 (Necropoli di via Marche, Tomba a quattro camere (Ipogeo Genoviva), Tomba a Camera Dipinta di Piazza Pio XII)

POMERIGGIO

- TOMBA DEGLI ATLETI (via Crispi angolo via Pitagora) apertura dalle ore 18:00 alle ore 20:00 (ingresso e visita guidata dell’area archeologica)

- NECROPOLI GRECA DI VIA MARCHE, visita guidata al circuito archeologico, con partenza alle ore 18:00 (Necropoli di via Marche, Tomba a quattro camere (Ipogeo Genoviva), Tomba a Camera Dipinta di Piazza Pio XII)

Info/Prenotazioni: PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA Tel. 347 612 2488

COSTO: Tomba degli Atleti  € 3,00 a persona (Ingresso al sito e visita guidata) - Tour Guidato € 6,00 a persona. Ridotto € 4,00 per i minorenni (gratuito fino a 8 anni).

“Oggi ci ha lasciato Carla Fracci, la stella più luminosa della danza del Novecento, una donna straordinaria che nella sua lunga e prestigiosa carriera ha testimoniato in maniera mirabile come la grazia e la leggerezza, la perfezione dei movimenti nascano in verità da un impegno e un sacrificio durissimi”. Così il presidente nazionale Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro ricordando la ballerina italiana scomparsa oggi. “Personalmente la ricorderò per le sue indimenticabili esibizioni sul palcoscenico del Petruzzelli, per il suo impegno per la riapertura del nostro Politeama, per aver accettato con gioia le chiavi della città di Bari nel 2011 e, solo ultima in ordine di tempo, per la serata di riapertura dell'auditorium Nino Rota nel 2017, quando volle essere madrina di un evento fortemente simbolico per la cultura e l'arte nella nostra città. La sua eleganza, la sua intelligenza, il suo spirito acuto e la sua autenticità mancheranno a questa città e a tutto il Paese”. 

La foto che pubblichiamo è stata scattata a Taranto il 12 ottobre del 2014 all’auditorium Tarentum in occasione della presentazione del libro “Passo dopo passo” in cui Carla Fracci racconta la sua storia.

Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto (in sigla MarTa, uno dei Musei più importanti al mondo per la storia e la civiltà della Magna Grecia) ha vinto il Premio Gianluca Spina edizione 2021. Il riconoscimento assegnato dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano e dall’associazione Gianluca Spina, presidente del Mip Politecnico di Milano, scomparso il 21 febbraio 2015, premia i progetti di innovazione digitale più significativi nei processi interni e nell'offerta al pubblico.Il MarTa ha ottenuto il primo premio perché, si afferma nella motivazione, ha inquadrato sotto il nome di “MarTa 3.0” un progetto scientifico-culturale costituito da una serie di azioni: dalle innovazioni tecnologiche per il back-office al tour virtuale 3D, dall’artigianato creativo e digitale del Fab Lab del Museo alla call to action “Il MarTa sono io”, dalla digitalizzazione di oltre 40.000 opere in open data e open source al nuovo allestimento del Museo, in corso, con un nuovo percorso espositivo (all’interno dell’esistente) che sarà valorizzato da contenuti immersivi e di intelligenza artificiale, finendo, per ora, con la nuova hall del Museo. 

    Così ha commentato il premio la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti. La consegna del Premio Gianluca Spina si è svolta questa mattina, in diretta streaming, in collegamento dal Politecnico di Milano e in contemporanea con le istituzioni culturali finaliste: la Pinacoteca di Brera e la Sovrintendenza di Roma con l’area archeologica del Circo Massimo.

Il ministero degli Esteri sostiene il progetto del Museo archeologico nazionale di Taranto (MarTa) e dell’Istituto agronomico mediterraneo di Bari (Ciheam) dedicato alla promozione della cultura del Mediterraneo. Lo ha dichiarato  a Taranto l’ambasciatore Giorgio Marrapodi, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri presenziando alla firma dell’accordo tra MarTa, Ciheam e fondazione “L’isola che non c’é”. La sigla Ciheam sta per Centre international de hautes etudes agronomiques méditerranéennes.

   Per l’ambasciatore Marrapodi, “l’evento  ci da un esempio straordinario di quello che è scritto nell’Agenda 2030, cioé di quale mondo vogliamo per gli anni dal 2015 al 2030. Tra i 17 obiettivi elencati, c’è quello del partenariato e oggi il protocollo di intesa firmato, mette insieme due eccellenze nei rispettivi campi, il MarTa di Taranto e il Ciheam di Bari”.

   “Come ministero degli Esteri - ha aggiunto l’ambasciatore Marrapodi - siamo già coinvolti in un partenariato con l’Istituto agronomico di Bari. Con loro lavoriamo in molti settori nel Mediterraneo allargato, e lavoriamo in situazioni e Paesi fragili. Adesso questo partenariato ci offre la possibilità di ampliare ulteriormente la collaborazione con l’Istituto”. “Sinora - ha spiegato il direttore generale della Cooperazione del ministero Esteri - abbiamo lavorato nei settori tradizionali come sviluppo agricolo e la pesca, ma nella nostra attività c’é un anche un impegno volto alla tutela del patrimonio culturale”. Marrapodi ha indicato a tal proposito il programma che riguarda Mosul, in Iraq, “promosso dall’Unesco, al quale partecipano vari Paesi, e che si chiama “Rivitalizzare lo spirito di Mosul”. È un programma di ricostruzione delle aree culturali e noi stiamo valutando di partecipare ad un progetto che dovrebbe riguardare la ricostruzione della biblioteca. Progetto che non è ancora partito”. 

 

Marrapodi ha inoltre dichiarato che sono stati finanziati “negli ultimi 10 anni, 93 progetti in 33 Paesi che riguardano il settore culturale. Abbiamo un progetto sul Museo archeologico di Khartoum, nel Sudan, abbiamo progetti in Giordania e stiamo lavorando su altre aree archeologiche. Questa è un’occasione”. “Con Ciheam Bari - ha aggiunto - lavoriamo già sulla pesca e sullo sviluppo rurale, questo della cultura è un ambito nuovo. Se si crea uno spazio per allargare ulteriormente con nuovi partner, va sfruttato. Per la cooperazione italiana - ha concluso Marrapodi - è un importante passo avanti”.

    Secondo Maurizio Reali, direttore Ciheam, “l’accordo col MarTa di Taranto mette insieme società civile e istituzioni per rilanciare la centralità del Mediterraneo. Le iniziative dell’accordo riguardano progetti di ricerca, formazione e cooperazione”. Eva Degl’Innocenti, direttrice MarTa Taranto, ha dichiarato che “un primo progetto di collaborazione scientifica potrebbe essere quello tra il Museo archeologico di Taranto e il Museo nazionale del Bardo di Tunisi nel segno del riconoscimento della cultura mediterranea”. “Puntiamo a valorizzare - ha spiegato Degl’Innocenti - la cultura della mediterraneità e già i reperti dell’età del bronzo ci dicono che Taranto è stata crocevia tra Mediterraneo orientale e Mediterraneo  occidentale. L’accordo di oggi è un segno di ripartenza e di rinascita culturale all’insegna del Mediterraneo. La ripresa ha bisogno di qualità, progetti e  innovazioni. Il primo progetto riguarderà la musica”. In una fase successiva previsto anche il coinvolgimento delle Università del Mediterraneo e dei Balcani. Presente alla firma anche il cantante Al Bano Carrisi, testimonial della fondazione “L’isola che non c’è”.

Il regista Federico Zampaglione, l’attrice protagonista Giglia Marra e il produttore Giorgio Ferrero saranno a Taranto il 29 maggio anteprima nazionale del film “Morrison” a Taranto per la ripartenza dello storico cinema teatro Orfeo dopo i diversi mesi di chiusura a causa della pandemia. Federico Zampaglione, frontman e cantautore dei Tiromancino, firma la sua quarta regia di lungometraggio e cofirma la sceneggiatura con Giacomo Gensini, adattando per il grande schermo il loro romanzo "Dove tutto è a metà". Per la riapertura in presenza dell’Orfeo di Taranto, ci saranno solo 300 posti (limitati per rispetto delle normative antiCovid) ed una proiezione unica alle ore 20.30. Il film, si spiega,”porta un nuovo linguaggio per raccontare il mondo musicale dal suo interno”. La trama racconta di “Ludovico,  frontman dei “Mob”, una band romana che si esibisce al Morrison, locale sul Lungotevere che da trent'anni offre spazio alla musica locale "sopravvivendo a tutto". Il ragazzo - narra la pellicola - ha talento ma è profondamente insicuro e trema ogni volta che deve salire sul palcoscenico”. Il giovane protagonista è innamorato di Giulia, un'attrice con cui divide l'appartamento ma che ha una storia con il suo agente (sposato). Un giorno, nella sede della Siae, Lodovico incontra Libero Ferri, un cantautore che ha avuto il suo momento di gloria e che ora vive rintanato in una grande villa ai margini di Roma, senza riuscire a comporre nessun'altra hit. Accanto  a lui - racconta sempre la trama di “Morrison” - è rimasta solo la moglie Luna, che continua a credere nelle capacità del marito e lo spinge ad uscire dal suo isolamento. Così tra Libero e Lodovico nascerà un'amicizia e un confronto tra generazioni e modi di essere che avrà conseguenze per entrambi. 

Dopo 31 anni, l’Italia trionfa  all’Eurovision song contest con la canzone dei Maneskin “Zitti e buoni”, vincitrice dell’edizione 2021 di Sanremo.

Prima del gruppo rock romano, erano saliti sulla vetta d’Europa, Cigliola Cinguetti nel 1964 e Toto Cotugno nel 1990 mentre nel 2017 i ragazzi del Volo si piazzarono al terzo posto e nel 2019 Mamhood al secondo.

Appena proclamati vincitori, i Maneskin sono (ri)saliti sul palco ed hanno riproposto la loro canzone senza alcuna censura. “I just want to say: rock’n roll never dies” ha detto Damiano appena prima di cantare la loro canzone dedicata, come dichiararono dopo la vittoria di Sanremo, “a quel prof che ci diceva sempre di stare zitti e buoni!” 

La band romana ha percorso negli ultimi cinque anni tutte le tappe di una gavetta di tutto rispetto: dalla strada, come hanno ricordato proprio loro pubblicando una foto di quando suonavano in via del Corso, a Roma, con il fodero della chitarra usato per raccogliere le monetine dei passanti al successo di X-Factor nel 2017 (anche se non da vincitori), al podio di Sanremo quest’anno.

Grazie alla vittoria dei Maneskin, l’anno prossimo la kermesse canora europea di terrà in Italia

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