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Giornale di Taranto - SUPERBONUS/ Bonerba (Ance Puglia), “se il Governo non sblocca la cessione dei crediti sono a rischio decine di imprese e centinaia di posti di lavoro”
Lunedì, 08 Agosto 2022 14:15

SUPERBONUS/ Bonerba (Ance Puglia), “se il Governo non sblocca la cessione dei crediti sono a rischio decine di imprese e centinaia di posti di lavoro” In evidenza

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Ha superato i due miliardi di euro in Puglia il valore degli interventi edilizi col superbonus 110% ma crescono i crediti fiscali che le imprese edili pugliesi non riescono a monetizzare

 

Nicola Bonerba (Ance Puglia): “Se il Governo non sblocca la cessione dei crediti sono a rischio decine di imprese e centinaia di posti di lavoro. Meglio non avviare i cantieri senza contratti scritti con le banche sulla cessione dei crediti”

 

Bari, 5 agosto 2022 – La corsa al Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie continua, nonostante le criticità legate alla cessione dei crediti fiscali. Secondo i dati MISE - Enea, infatti, le asseverazioni per questo bonus in Puglia al 30 giugno scorso erano 12.487 per un investimento totale ammesso in detrazione di 2,02 miliardi di euro, con una crescita superiore al 17% di entrambi i valori rispetto al 31 maggio. “La misura sta vivendo il picco massimo in termini di pratiche – dichiara il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba - e si avvia a un inesorabile calo di interesse se il Governo non sarà in grado di riattivare le cessioni dei crediti fiscali, dando certezza ai contratti già firmati e ai nuovi lavori. In Puglia sono decine le imprese, con importanti risorse investite e senza le capacità patrimoniali per resistere in questa situazione di incertezza, che rischiano di uscire dal mercato con effetti immediati sull’occupazione, finalmente tornata a crescere in questo ultimo anno e mezzo; purtroppo, temiamo che alcune centinaia di posti di lavoro siano a rischio solo in Puglia. In questo momento, il consiglio per tutte le imprese edili impegnate in lavori di ristrutturazione con bonus 110% è di non avviare i cantieri senza contratti scritti con le banche sulla cessione dei crediti fiscali”.

Fino al 30 giugno scorso, da quando è stata introdotta la misura del bonus 110% per favorire le ristrutturazioni del patrimonio residenziale in chiave energetica e di sicurezza antisismica, in Puglia sono stati asseverati 1.182 interventi su edifici condominiali (il 9,5% del totale) per un investimento di oltre 800 milioni di euro (pari al 40% del totale); gli interventi sugli edifici unifamiliari, invece, ammontano a 9.144 (il 73% del totale) per un investimento che sfiora il miliardo di euro (pari al 49,3% degli investimenti totali in Puglia) mentre quelli sulle unità indipendenti sono 2.161 per 215 milioni di euro. “La misura – aggiunge Bonerba – ha fatto ripartire un settore fiaccato da 12 anni di crisi rimettendo finalmente in sesto un patrimonio vetusto, inefficiente sotto il profilo energetico e insicuro dal punto di vista sismico. Peraltro, il 47% del costo di un intervento di superbonus rientra già il primo anno nelle casse dello Stato sotto forma di maggior gettito fiscale, contributi e minori sussidi di disoccupazione; considerando tutti gli effetti economici che investimenti e nuovi redditi producono, la minore spesa delle famiglie per i consumi energetici e l’aumento di valore degli immobili, alcuni studi hanno quantificato il ritorno economico per lo Stato addirittura superiore al costo sostenuto. È per questi motivi che Ance sosterrà, anche con il nuovo Governo, l’efficacia di questa misura, da trasformare in strutturale, con una modulazione diversa degli incentivi e, soprattutto, con regole certe e chiare da non cambiare continuamente”.

Una buona notizia per il sistema del superbonus 110% in Puglia è arrivata, invece, col recente aggiornamento del prezziario regionale, utilizzato nel percorso di asseverazione degli interventi edilizi. “Siamo soddisfatti dell’aumento del 17% circa del prezzo relativo alle lavorazioni riguardanti le ristrutturazioni energetiche – conclude Bonerba -. Tuttavia, abbiamo chiesto alla Regione di adeguare, nel prossimo aggiornamento, i costi della manodopera, cresciuti col rinnovo del contratto nazionale del comparto edile, e delle tante lavorazioni tipiche delle opere pubbliche: senza questo aggiornamento il rischio che le gare per la realizzazione delle opere previste dal PNRR vadano deserte o, peggio, siano aggiudicate a imprese interessate a investire denaro di dubbia provenienza, è molto concreto”.