Ancora un incidente all’interno dello stabilimento ex Ilva di Genova.
"Nel reparto treno a freddo 2 è caduta da due metri e mezzo di altezza una bobina di reggette, staccandosi dal suo supporto – spiega Armando Palombo, leader Fiom rsu Acciaierie d'Italia Cornigliano –. La reggettatrice pesa 250 kg, per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma siamo davanti all'ennesima dimostrazione dello stato in cui versano gli impianti per carenza di manutenzione e del fatto che l'azienda non è in grado di garantire la sicurezza sul lavoro.
Incidente questo che segue di alcuni giorni quello avvenuto nella notte tra sabato 2 e domenica 3 aprile nello stabilimento Acciaierie d’Italia di Novi Ligure dove un dipendente dell’ex Ilva di Novi Ligure, di circa 50 anni, che lavorava nel reparto zincatura, si è ferito gravemente alle dita di una mano.
“La situazione all’interno degli stabilimenti della ex Ilva - oggi Acciaierie d’Italia – ha oramai raggiunto un livello di insostenibilità che, sia chiaro al Governo, rischia di causare gravi conseguenze industriali, anche per l’intero sistema manufatturiero italiano, e sociali”. Lo dicono Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm nazionali che parlano di “3.000 addetti diretti in cassa integrazione oltre a 1.700 ancora cigs in Ilva amministrazione straordinaria” e con un “sistema dell’indotto, a pezzi, con altrettante ripercussioni occupazionali”.
“L’esempio dell’incidente di Genova è solo l’ultimo episodio (di una lunga serie in tutti i siti del gruppo siderurgico, a partire da quelli gravissimi di Taranto e quello recente a Novi Ligure) a dimostrare lo scarso livello di manutenzioni ordinarie e straordinarie, l’insufficienza dei ricambi e l’inadeguatezza degli strumenti utili per il funzionamento di un’acciaieria continuamente denunciati da Fim Fiom Uilm in tutte le sedi, aziendali ed istituzionali” sostengono le tre federazioni metalmeccaniche.