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Giornale di Taranto - TURISMO/ Massafra verso la tassa di soggiorno ma le imprese del settore dicono no “va prima migliorata l’offerta”
Mercoledì, 13 Aprile 2022 08:52

TURISMO/ Massafra verso la tassa di soggiorno ma le imprese del settore dicono no “va prima migliorata l’offerta” In evidenza

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Massafra sarebbe pronta per adottare la tassa di soggiorno. Le imprese del turismo dissentono.

 

La questione della tassa di soggiorno, è emersa qualche giorno fa a seguito della discussione per l’approvazione del bilancio di previsione finanziario del Comune. Lo stesso assessore al Turismo, Domenico Lasigna, ha poi spiegato alla stampa che è intenzione dell'Amministrazione comunale avviare l’iter in quanto al città di Massafra avrebbe i requisiti necessari per l’applicazione della imposta, essendo inclusa nell’elenco regionale delle Città d’arte. Riconoscimento acquisito grazie al suo patrimonio architettonico, alle chiese rupestri, al patrimonio librario della biblioteca Catucci, al Carnevale e ad altre manifestazioni.

Decisione che sta ricevendo il ‘NO’ degli operatori del settore del turismo, che vedono nell’adozione della tassa di soggiorno un ennesimo onere a carico delle imprese, a fronte di politiche del turismo poco efficaci.

 

“L’Amministrazione comunale  ha annunciato l’intenzione di adottare una  nuova imposta prima ancora di aver convocato le parti sociali ed aver interpellato gli stakeholder – osserva Cosimo Miola, presidente provinciale di Federalberghi extra (che raggruppa le imprese dell’ospitalità extra alberghiera)  e referente del turismo del direttivo di Confcommercio Massafra- un metodo che rileva scarsa attenzione per il confronto con le rappresentanze  del tessuto economico.

La presunta vocazione turistica del comune di Massafra (appena 6600 arrivi nel 2019, anno d’oro  del  turismo pugliese,  prima del blocco pandemico), ascrivibile al richiamo di una serie di presenze culturali ed artistiche, alle quali fa riferimento l’assessore Lasigna,  andrebbe valutata in modo realistico: ad esempio il patrimonio libraio, certamente prezioso e di indiscutibile valore culturale,  ma non qualificabile come attrattore turistico; le chiese rupestri, così come i santuari, preziosa testimonianza del nostro patrimonio storico- artistico-culturale, purtroppo in buona parte non accessibili al pubblico e non dotate di un servizio professionale di guide; il Carnevale, di cui sappiamo tutti quanto travagliate siano le vicende che non contribuiscono a dargli stabilità e continuità .

 

Appare chiaro come si stia commettendo l’errore di invertire il processo partendo da quello che dovrebbe essere un  punto di arrivo; andrebbero cioè create in prima istanza le condizioni  di riorganizzazione e riqualificazione dell’offerta turistica a partire dalla  cura dei siti, all’ organizzazione dei servizi, alla messa in rete dell’offerta culturale e turistica, per poi impostare un discorso di adozione della tassa di soggiorno il cui ricavato, trattandosi di una tassa di scopo, dovrebbe essere utilizzata per la promozione turistica del territorio.

Spiace dover constatare – conclude infine Miola- come l’ assessore  Lasigna, insediatosi a ottobre, non abbia ad oggi mai ritenuto opportuno avviare un tavolo di confronto con gli operatori del turismo, sottovalutandone le capacità propositive e le opportunità di collaborazione.”

 

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