"Si sta a tutti gli effetti sfilacciando e degradando il comparto delle centinaia di piccole e medie imprese del territorio prevalentemente mono committenti". Il giorno dopo il fallimento della trattativa al ministero del Lavoro sulla cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d'Italia, ex Ilva, la Fim Cisl lancia l'allarme per l'indotto siderurgico. Per la Fim, che interviene con Pietro Cantoro, "nonostante le numerose commesse di attività necessarie e finalizzate al proseguimento della produzione e al consolidamento della tenuta strutturale impiantistica in Acciaierie d'Italia, anche subordinate e connesse all"Autorizzazione integrata ambientale (Aia), le aziende di appalto continuano a permanere in uno stato di totale e forzato immobilismo". "Ad un proporzionale e crescente incremento di volumi produttivi - evidenzia la Fim Cisl - gli interventi manutentivi non solo di carattere ordinario ma anche straordinario, vengono clamorosamente trascurati e posti in secondo piano. Il tutto a discapito della necessità e dell’urgenza di intervento impiantistico, nonché della sicurezza dei lavoratori". Per la Fim Cisl, non vi sono solo "situazioni estremamente critiche" circa il "rischio tenuta impianto" ma si va al collasso di " interi comparti delle aziende d’appalto che sono costrette inevitabilmente ad aprire procedure di cassa integrazione o addirittura a chiudere".