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Giornale di Taranto - GRANDI MANOVRE/ Dl energia, da Taranto prossima al voto parte il dissenso “si vuole produrre più acciaio senza tutelare la salute”
Sabato, 19 Marzo 2022 17:18

GRANDI MANOVRE/ Dl energia, da Taranto prossima al voto parte il dissenso “si vuole produrre più acciaio senza tutelare la salute” In evidenza

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I provvedimenti varati ieri sera dal Governo su ex Ilva col dl Energia trovano già i primi dissensi a Taranto. Arrivano dei no e il clima si infiamma anche perché Taranto, in primavera, andrà al voto per il rinnovo del Consiglio comunale. "Siamo lieti che, dopo mesi di confusione e incertezza, il Governo abbia ripreso finalmente a occuparsi delle sorti dell'ex Ilva. Tuttavia, non possiamo che dirci profondamente delusi e preoccupati per parole ed iniziative che mirano esclusivamente all'aumento della capacità produttiva" dice Rinaldo Melucci, del Pd, sindaco uscente e candidato della coalizione di centrosinistra con Dem e M5S alleati. "Vorremmo chiedere al Governo quando arriverà il momento di affrontare le questioni rilevanti per la città, che sono la tutela dell'ambiente, della salute dei tarantini e delle aspettative dei lavoratori" sostiene Melucci che conclude chiedendo "una valutazione preventiva del danno sanitario" e il rilancio "delle misure economiche in favore dell'area ionica". Per inciso, Melucci é stato anche il sindaco che, per ragioni di tutela ambientale, ha firmato l'ordinanza di chiusura dell'area a caldo, validata dal Tar Lecce ma stoppata a giugno scorso dal Consiglio di Stato. Contesta la misura del dl Energia anche un altro candidato sindaco, Massimo Battista, cassintegrato Ilva ed ex M5S, a capo di "Una cittá per cambiare", per il quale si vuole solo "rilanciare la produzione e, ancora una volta, non è presente nessun cenno alle bonifiche e alla salvaguardia della salute dei tarantini". Per Battista, “evidente che nelle intenzioni del Governo vi sia soltanto la continuazione della produzione di acciaio secondo l'attuale modello produttivo”. No, infine, anche dal deputato Giovanni Vianello, di Alternativa, ex M5S, tra i proponenti degli emendamenti soppressivi della misura del Milleproroghe per l’ex Ilva. “Coerentemente a quanto detto e fatto nel Milleproroghe 2022, continuerò a dire di no a questo sperpero di risorse pubbliche per industrie inquinanti” afferma Vianello per il quale togliere 150 milioni da Ilva in as farà sì che “in caso di aumento dei costi preventivati per le bonifiche delle “aree escluse” dovuti all’aumento dei costi di trasporto o per i risultati inattesi delle caratterizzazioni, i commissari Ilva in as non avranno la possibilità di completarle”.