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Giornale di Taranto - MANCANZE/ È morto il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, innovatore gentile e tenace
Martedì, 11 Gennaio 2022 06:17

MANCANZE/ È morto il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, innovatore gentile e tenace In evidenza

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E' morto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Soltanto ieri era stata diffusa la notizia del suo ricovero in Italia per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario.    

"Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli - ha annunciato il suo portavoce Roberto Cuillo - si è spento alle ore 1.15 dell'11 Gennaio presso il CRO di Aviano (PN) dove era ricoverato. Nelle prossime ore verrà comunicata data e luogo delle esequie".

 

Solo nella mattinata di ieri, lunedì 10 gennaio, il presidente del Parlamento europeo aveva espresso il proprio «cordoglio» per la morte di Silvia Tortora, primogenita di Enzo Tortora e sorella di Gaia, che è il vicedirettore del Tg La7. «Il mio cordoglio per la prematura scomparsa di Silvia Tortora. Una vita spesa per il garantismo, per la memoria del padre Enzo, vittima di malagiustizia, per un Paese più maturo e più civile», aveva twittato il politico.

 

 

Ecco cosa diceva a proposito del lavoro svolto in Europa e del futuro, in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera.
«Non mi ricandiderò alla presidenza  perché non voglio dividere la maggioranza europeista. Il mio mandato scadrà il 18 gennaio. Mi sento invece molto impegnato a rafforzare una coalizione che con popolari, liberali e noi socialisti ha consentito di ottenere risultati straordinari rispetto a una crisi sanitaria, economica e sociale senza precedenti. La risposta è stata il Next generation EU, il Green deal, la difesa dello Stato di diritto, un bilancio pluriennale ambizioso. Nella seconda parte della legislatura servirà continuare questo lavoro. Per farlo bisogna unire e non dividere la maggioranza in Parlamento. Prima vengono le istituzioni. Penso che ci sia un grande bisogno di giustizia sociale in Europa. La risposta comune al Covid porta il segno dei progressisti europei e dimostra che abbiamo perso dieci anni intorno a parole come austerità e rigore che non hanno aiutato nessuno e mortificato le persone. In questi due anni abbiamo invece dimostrato che si poteva fare debito comune, stanziare soldi per la crescita, dare dignità ai servizi pubblici, rafforzare il pilastro sociale dell’UE. Questa voglia di giustizia conta ed è uno dei motivi dell’onda progressista che sta modificando il volto politico dell’Europa. Le faccio notare che in questo momento, il Partito popolare va al Consiglio europeo con 8 capi di governo su 27».

“Non siamo riusciti a fare un vero passo in avanti verso una politica comune su immigrazione e asilo. Anche in queste ore si continua a morire di freddo e stenti alle nostre frontiere. L’egoismo di alcuni governi indebolisce l’UE. Le parole di Papa Francesco in Grecia sono state una boccata d’ossigeno. Voglio rassicurarlo però che in Europa non siamo tutti uguali. Se non c’è rispetto della vita non esiste l’Europa. E questo è il momento di passare dall’odio alla solidarietà responsabile».

“In Europa non dobbiamo fermarci perché non possiamo perdere l’occasione di trasformare il nostro Continente. Nei singoli Stati, i governi devono spendere bene i fondi per la ripresa».

 

«Il nostro Paese ha di fronte l’occasione per cambiare e modernizzarsi. Per fare questo servono stabilità e risultati. Con l’Italia può ripartire l’Europa e il Paese è chiamato ad alimentare fiducia».

Giornalista, conduttore televisivo, vicedirettore del Tg1, Sassoli era entrato in politica come europarlamentare del Partito democratico nel 2009. Una vita con due grandi passioni: il giornalismo e la politica, declinata soprattutto in chiave europea. Un'esperienza, quella nelle istituzioni dell'Unione, culminata con l'elezione alla guida dell'assemblea di Strasburgo il 3 luglio del 2019 (già nel 2014 era stato vicepresidente). Nel 2013, invece, aveva provato a cimentarsi con la politica nazionale candidandosi alle primarie per il sindaco di Roma:arrivò prima di Paolo Gentiloni ma dopo il vincitore, Ignazio Marino.

Nato a Firenze, David Sassoli si era trasferito fin da piccolo a Roma seguendo il padre, giornalista (ma era rimasto tifoso della Fiorentina). Il liceo classico Virgilio, poi l'iscrizione a Scienze politiche, Sassoli passò però subito alla pratica professionale: Il Tempo, l'agenzia Asca, la redazione romana del Giorno e poi la Rai, dove venne assunto nel 1992. E in Rai divenne uno dei volti più familiari per il grande pubblico, come conduttore del Tg1, fino alla vicedirezione nell'era di Gianni Riotta.

 

Tra le sue ultime battaglie, l'impegno per il voto a distanza nell'era Covid all'Europarlamento e quello per i diritti in Russia e il caso Navalny, per cui era finito nella lista nera di Mosca.

Innovatore gentile e tenace si era battuto per restituire dignità alle istituzioni e per renderle più vicine ai bisogni dei cittadini, durante la pandemia aveva messo a disposizione un edificio per le donne che non sapevano dove ricoverarsi.