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Giornale di Taranto - MANCANZE-2/ Quando Lina Wertmuller si rifiutò di pagare il pizzo a Taranto. Scelse la Puglia per il suo primo film “I basilischi”
Giovedì, 09 Dicembre 2021 16:14

MANCANZE-2/ Quando Lina Wertmuller si rifiutò di pagare il pizzo a Taranto. Scelse la Puglia per il suo primo film “I basilischi” In evidenza

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Lina Wertmuller, la regista oggi scomparsa, a Taranto disse no alle estorsioni, rifiutò di pagare il pizzo e insieme al suo staff abbandonò la città vecchia dove aveva programmato di girare un film dal titolo 'Mannaggia alla miseria'. Era verso la fine del 2008. La polizia arrestò Ignazio Taurino e Giuseppe De Pasquale, che allora avevano, rispettivamente, 52 e 31 anni. Entrambi furono riconosciuti dagli uomini della produzione del film per il quale la Vertmuller aveva già fatto costruire il set. A muso duro, per garantire 'tranquillità' durante le riprese e quindi girare senza fastidi, erano stati richiesti 50.000 euro, poi diventati 20.000. Invece di pagare, però, la troupe tolse le tende da Taranto e sotto scorta si diresse a Brindisi, prima denunciando quanto era accaduto. 

 

 Gli esponenti della produzione della Wertmuller ammisero che a Taranto il racket li aveva contattati attraverso un giovane che avevano ingaggiato come guardiano del set. Un factotum che prima del trasferimento a Brindisi, aveva anche condotto due responsabili di produzione dal boss. "C'è qualcuno che vi vuole parlare", aveva detto Giuseppe De Pasquale. Il quale aveva poi aveva accompagnato le vittime in un ristorante della città vecchia, completamente deserto nonostante fosse ora di pranzo. Seduto a un tavolo c'era Ignazio Taurino. Che in quell’incontro dettò le regole. Per lavorare, disse senza giri di parole, occorreva sborsare.     "Anche altri hanno già pagato" disse Taurino facendo riferimento alla presenza a Taranto di un'altra troupe cinematografica. Le vittime presero tempo. Due giorni dopo, però, il guardiano del set tornò a farsi 'ambasciatore' delle richieste del boss. "Quella persona vi vuole incontrare di nuovo" affermò. Questa volta Taurino - accertarono le indagini - fu meno accomodante nei toni ma ridusse la richiesta economica a 20.000 euro. "Non paghiamo, preferiamo lasciare la città" gli risposero i rappresentanti della produzione. Taurino si alzò e disse minaccioso:  “Dobbiamo vedere se riuscite ad andarvene da Taranto". Ma fu proprio questa minaccia a innescare la fuga dello staff della Wertmuller. I produttori poi riconobbero sia il giovane intermediario, sia l'uomo che li aveva accolti nel ristorante. Cinque anni dopo la tentata estorsione alla produzione della Wertmuller, De Pasquale fu di nuovo arrestato dalla Polizia. Era novembre 2013. Questa volta per detenzione abusiva di armi e munizioni. I poliziotti, impegnati in un controllo volto al recupero armi ed esplosivi in uso alla criminalità, effettuarono una perquisizione a casa dell’uomo trovando una pistola a salve priva del previsto tappo rosso, marca Bruni calibro 8, completa di caricatore, 24 cartucce artigianali preparate per essere utilizzate con quella pistola e quattro scatole da 10 detonatori ciascuno. Il tutto nascosto in una cassaforte messa in un ripostiglio. 

 

In quanto a Ignazio Taurino, è morto a maggio 2019 a 63 anni - era malato da tempo - e l’allora questore di Taranto, Giuseppe Bellassai, vietò i funerali pubblici. "Per motivi di ordine pubblico - affermò allora la Questura di Taranto - il questore ha un provvedimento con il quale ha disposto il divieto di funerali pubblici per un pregiudicato tarantino deceduto il 18 maggio”. La salma di Taurino raggiunse così direttamente il cimitero di Taranto dopo le esequie celebrate alla presenza dei soli familiari. Personaggio di spicco del crimine di Taranto, Taurino è stato  più volte coinvolto in inchieste e arrestato per reati di droga ed estorsioni. Per il pizzo chiesto alla regista Wertmuller, Taurino fu arrestato per poi patteggiare la pena. Nel 2015 una microspia piazzata in casa del boss registrò il rito di affiliazione che lo elevò al grado di "santa", il livello più alto nell'organizzazione mafiosa della Sacra corona unita. Va ricordato che il primo film di Lina Wertmuller, è stato girato in Puglia. Il set de “I basilischi”, nel 1963, fu allestito tra Minervino Murge e Spinazzola nella provincia di Barletta – Andria – Trani. Nel 1992 girò anche “Io speriamo che me la cavo”, con Paolo Villaggio, tra i vicoli della città vecchia di Taranto, ma anche in due città del Barese: prima nella stazione di Altamura in via XXIV maggio, poi in largo Abbazia a Corato. La città di Bari, ma anche i rosoni e le cattedrali di diverse città come Ruvo di Puglia e Trani, sono al centro dell'episodio “Bari” (1989), da lei diretto, nel documentario “12 registi per 12 città italiane”, come altrettanti erano i luoghi che avrebbero ospitato le partite della 14 esima Coppa del Mondo di calcio. A Brindisi, invece, nel 2009 sono state girate le scene di “Mannaggia alla miseria”.

 

Ultima modifica il Giovedì, 09 Dicembre 2021 16:34