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Giornale di Taranto - COMUNE DI TARANTO NELLA BUFERA/ Parte un ricorso contro le dimissioni dei 17 consiglieri
Mercoledì, 17 Novembre 2021 12:19

COMUNE DI TARANTO NELLA BUFERA/ Parte un ricorso contro le dimissioni dei 17 consiglieri In evidenza

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Parte un ricorso contro le dimissioni di 17 consiglieri comunali di Taranto, tra maggioranza e opposizione, dimissioni presentate ieri e che mandano a casa, in anticipo sulla scadenza del 2022, consiglio, giunta e sindaco. Il ricorso presentato allo stesso Comune (protocollo generale) è di Francesca Viggiano, del Pd, assessore della giunta guidata dal sindaco Rinaldo Melucci, anch’egli Pd. “Le dimissioni devono considerarsi irrituali, irricevibili e pertanto improduttive di effetti in quanto rassegnate in spregio all’articolo 38, comma 8, del Tuoel( (Testo unico ordinamento enti locali, ndr): è quanto è scritto nell’esposto. Viggiano, nel ricorso avanzato al Comune di Taranto, scrive che “dalla disamina degli atti di dimissione della carica di consiglieri comunali, o presunti tali, presentata da tale Agnino Giuseppina per 17 consiglieri comunali, è, a parere della scrivente, irrituale, illegittima e non rispondente al dettato normativo”. 

 

Per Viggiano, si legge nel ricorso, “i singoli atti di dimissione non recano alcun numero di protocollo. L’unico protocollo esistente con timbro del servizio di gabinetto fa riferimento a una nota di trasmissione allegata ai pretesi atti di dimissione indicati in numero di 18 e non 17, a firma non autenticata della signora Agnino Giuseppina, presunta delegata, la cui identità non è stata certificata all’atto del deposito”. Secondo l'assessore, inoltre, “non risulta essere stata effettuata alcuna identificazione della predetta signora Agnino Giuseppina all’atto del deposito della predetta nota. Non risulta nemmeno depositato il documento d'identità di tale Agnino Giuseppina”. A ciò si aggiunga, si afferma nell’esposto dell’assessore del Comune di Taranto, che “le dimissioni o presunte tali trasmesse anche a mezzo Pec altro non sono se non un mero file pdf privo di qualsiasi attestazione di conformità e privo di firma autenticata digitale”. Infine Viggiano fa infine presente che “le deleghe o presunte tali non sono state conferite con atto separato autenticato si come indicato da copiosa giurisprudenza amministrativa, né è stata mai raccolta alcuna firma autenticata della delegata della cui identità non v’è certificazione