Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - ALTA TENSIONE/ Siderurgia, il 10 sciopero generale a Taranto e Piombino, in 60mila attendono risposte
Lunedì, 08 Novembre 2021 15:31

ALTA TENSIONE/ Siderurgia, il 10 sciopero generale a Taranto e Piombino, in 60mila attendono risposte In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

 I siderurgici dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, e di JSW Piombino scioperano per 8 ore il 10 novembre, con presidi di protesta sotto vari ministeri a partire dal Mise, per richiamare la grave situazione in cui versano complessivamente 60mila lavoratori dell’acciaio, tra diretti e indiretti. Lo sciopero è stato presentato oggi a Roma in una conferenza stampa dai vertici nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, con Rocco Palombella della Uilm e Gianni Venturi della Fiom in presenza e Roberto Benaglia della Fim collegato da remoto. 

 

“Registriamo un atteggiamento fastidioso quando parliamo di Ilva o di Piombino, come se fossero cose di cui non volesse più parlare, ma per noi la partita non é finita e non possiamo lasciare 60mila lavoratori” ha evidenziato il leader Uilm insieme ai suoi colleghi. 

    “Dal lontano luglio 2019, cioè dopo pochi mesi dell’acquisizione di Ilva da parte di ArcelorMittal, c’è stato l’inizio della cassa integrazione, da Taranto a Genova, da Novi a Marghera - ha rilevato Palombella entrando nello specifico -. Dalla cassa per crisi di mercato, siamo passati a quella Covid e tutt’oggi Acciaierie d’Italia ha continuato a chiedere cassa integrazione”. Circa l’ex Ilva, Palombella ha affermato che al Governo “abbiamo chiesto un incontro a ottobre, dicendo che se non avessimo avuto l’incontro entro il mese, ci saremmo autoconvocati a fine ottobre. Siamo adesso a metà novembre e non è accaduto nulla”. Relativamente ai numeri, Palombella ha detto che “in cassa a Taranto ci sono ora 2300 lavoratori in cassa, più altri 1600 di Ilva in amministrazione straordinaria. E di questi 1600 di Ilva in as nessuno dice nulla, sembra che siano stati anche derubricati”. 

 

A Taranto, inoltre, ha aggiunto il leader della Uilm, “ci sono 4mila dell’indotto, i più esposti, i più bistrattati. Perchè ricevono il danno di non percepire la retribuzione, ma subiscono anche la beffa di lavoratore in impianti non manutenzionati e per di più sono inquadrati col contratto multiservizi”. Secondo Palombella “a Taranto la situazione è drammatica. Anche se in taluni casi c’é stata una risalita produttiva, non si è tradotta in aumento di occupazione”. Tuttora, “viaggiamo attorno ai livelli più bassi di produzione”. Non ci sono, per il numero 1 Uilm, “interventi impiantistici e investimenti.  C’è mancanza di manutenzione e di sicurezza”.

    Sempre per l’ex Ilva, è stato detto oggi, “a Genova ci sono in cassa altri 200 a rotazione e altri 280 di Ilva in amministrazione straordinaria. A Genova, nonostante la richiesta del mercato, si producono circa 700mila tonnellate contro un milione di tonnellate che si possono produrre”. “A Novi Ligure - è stato esposto oggi - ci sono 100 lavoratori in meno nell’organico rispetto agli accordi e ci sono 200 in cassa. Novi Ligure ha potenzialità produttive per 1,100 milioni di tonnellate, ma ne produce solo 700mila”. A proposito di JSW, Palombella ha detto che “Piombino marcia con 3 treni, ma é una marcia subordinata all’arrivo di materie prime. Più volte è stato annunciato il forno elettrico dopo lo stop dell’altoforno avvenuto ad aprile 2014, si sono avvicendate promesse tra preridotto e forno elettrico, Jindal continua a promettere investimenti, ma non vediamo nulla. L’ultima data per Piombino - ha sottolineato Palombella - é ora quella del 30 di novembre, ma temiamo che sarà come tutte le altre, disattesa”. Si