Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - LA SENTENZA/ Ex Ilva, il TAR del Lazio “illegittimi i tempi i tempi di copertura dei nastri”
Venerdì, 06 Agosto 2021 18:52

LA SENTENZA/ Ex Ilva, il TAR del Lazio “illegittimi i tempi i tempi di copertura dei nastri” In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

 

 “Ferme le valutazioni che il ministro è legittimato a svolgere, deve, invece, escludersi la legittimità delle determinazioni adottate con precipuo riferimento alle nuove tempistiche di conclusione degli interventi di attuazione della prescrizione n. 6”. Lo dice il Tar Lazio nella sentenza - resa nota oggi - con cui ha accolto i ricorsi (uno principale e 2 aggiunti) della società Acciaierie d’Italia, ex Ilva, contro il ministero della Transizione ecologica (ex Ambiente) relativamente alle tempistiche per la copertura, in funzione anti-polvere, dei nastri trasportatori del siderurgico di Taranto. Intervento che peraltro si è concluso a fine luglio. 

 

L’azienda commenta affermando che i ricorsi sono stati avanzati perché il ministero “aveva accolto solo parzialmente le richieste di adeguamento dei tempi di attuazione della prescrizione”. Per il Tar Lazio, seconda sezione bis, presidente Elena Stanizzi, “la sussistenza delle condizioni” di ricevimento “dell’istanza di differimento dei termini di attuazione della misura, con specifico riguardo alla dimostrazione della causa di forza maggiore in relazione ai ritardi, non è mai assurta a causa ostativa”. E ancora, dice il Tar, già nella fase istruttoria a dicembre scorso è emerso che “l’imputabilità del ritardo nell’attuazione della prescrizione”, non poteva essere attribuita all’azienda che ha dimostrato “l’esistenza di impedimenti nelle forniture e nella esecuzione dei lavori”.

    La vicenda parte diversi mesi fa, quando al ministero c’era alla guida Sergio Costa, al quale è poi subentrato Roberto Cingolani. L’azienda siderurgica, che allora si chiamava ArcelorMittal Italia non essendo ancora divenuta Acciaierie d’Italia (creata ad aprile scorso da ArcelorMittal Italia e da Invitalia per conto dello Stato), aveva infatti impugnato il decreto del ministro dell'Ambiente del 29 settembre 2020 relativo alle conclusioni della Conferenza di Servizi del 25 settembre 2020 per la prescrizione sugli interventi di chiusura dei nastri trasportatori (sono quelli che veicolano le materie prime necessarie alla produzione dell’acciaio dai parchi minerali agli impianti). In seguito l’azienda siderurgica ha impugnato anche il decreto del Ministero della Transizione Ecologica del 26 marzo 2021.