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Martedì, 27 Luglio 2021 14:54

L’INTERVISTA / La direttrice del carcere di Taranto sospesa a TN “sono smarrita e sgomenta ma proverò la mia estraneità” , poi il messaggio su fb In evidenza

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“La vostra vicinanza mi è preziosa, non sono indagata e non sono destinataria di alcun procedimento penale. Sono stata sospesa cautelarmente semplicemente per aver detto che si poteva esprimere vicinanza ad un soggetto in custodia cautelare scrivendo lettere e rassicurandoli che stavano bene, riuscirò a provare la mia estraneità, sono serena e continuerò a servire lo Stato con lealtà, correttezza e dedizione. Il percorso ora è in salita ma lassù continuerà a tenermi per mano, oggi più che mai. Grazie a tutti, di cuore. “

Queste le parole con le quali il direttore del carcere di Taranto Stefania Baldassari ha commentato il provvedimento di sospensione disposto nei suoi confronti dal capo del Dap, Bernardo Petralia, per “condotte irregolari” nell’interesse di un detenuto. La Baldassari ha usato il canale di fb  per ringraziare quanti le stanno manifestando vicinanza e spiegare la sua posizione. 
E poi in un’intervista a Telenorba, ai microfoni della giornalista Anna Maria Rosato. 
“No, assolutamente, mi aspettavo un provvedimento del genere, sono ancora incredula, smarrita, sgomenta. Leggendo le motivazioni - ha detto - non riesco proprio a comprendere quale sarebbe il disvalore in questo caso disciplinare. Tengo a precisare che non sono indagata e non ho ricevuto alcun avviso di garanzia" Baldassarri ha precisato che "i ragazzi che lavorano in un bar" le hanno chiesto chiesto se fosse il direttore del carcere. "Ho risposto di sì - ha aggiunto -, mi é stato chiesto come stavano i detenuti Romano, Buscicchio e Cicala; ho detto che stavano come possono stare i detenuti in custodia cautelare. Mi è stato chiesto cosa facessero tutto il giorno, ho detto quello che solitamente fanno in genere tutti i detenuti”.

    “Mi è stato chiesto - ha aggiunto Baldassarri - se potevo portare loro i saluti, ho detto che purtroppo in direttore si occupa di altro che portare i saluti. Mi é stato chiesto cosa potessero fare e ho detto che il modo per manifestare la loro vicinanza era quello di scrivere. Il bar - ha concluso - é stato riaperto, perché dissequestrato, non comprendo i motivi perchè mortificare l’aspettativa di gente che stava lavorando e che nulla aveva a che fare col procedimento penale”. 

Giornalista1

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