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Giornale di Taranto - ALTA TENSIONE/ I sindacati “Acciaierie d’Italia licenzia e con le comandate impedisce ai lavoratori di scioperare”
Giovedì, 20 Maggio 2021 23:30

ALTA TENSIONE/ I sindacati “Acciaierie d’Italia licenzia e con le comandate impedisce ai lavoratori di scioperare” In evidenza

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 “Acciaierie d’Italia licenzia e vieta ai lavoratori la possibilità di scioperare”. Lo scrivono questa sera i coordinatori di fabbrica dell’ex Ilva di Taranto, Vincenzo La Neve della Fim Cisl, Francesco Brigati della Fiom Cgil e Gennaro Oliva della Uilm. I tre sindacalisti hanno inviato alla vigilia dello sciopero di 24 ore in programma domani alle colate continue dello stabilimento una lettera al prefetto di Taranto, ai commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria (società proprietaria degli impianti), al custode giudiziario dello stabilimento e al nuovo presidente della nuova società pubblico-privata Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, chiedendo un incontro. Per conoscenza, la missiva è spedita anche all’attuale amministratore delegato Lucia Morselli. 

 

“A seguito della proclamazione dello sciopero del 21 maggio, indetto da Fim, Fiom e Uilm nel reparto colata continua, l’azienda unilateralmente - si afferma nella lettera - ha predisposto le comandate allargate su 3 turni derogando all’accordo integrativo del 1989 sulle procedure di raffreddamento, non permettendo ai lavoratori di partecipare allo sciopero”. “Tale  situazione - si evidenzia nella lettera - inevitabilmente potrà ripetersi in futuro in occasione di altre iniziative di mobilitazione da parte dei sindacati”. Per le tre sigle metalmeccaniche, “ArcelorMittal ha di fatto introdotto, in barba agli accordi sottoscritti in sede ministeriale il 6 settembre 2018, che racchiudono l’integrativo del 1989 rispetto alla salvaguardia impiantistica e delle stesse procedure di raffreddamento, delle nuove comandate per i lavoratori del reparto Acciaieria”. Questo, si dichiara, senza coinvolgere i sindacati. Le tre organizzazioni affermano di ritenere “necessaria" una convocazione urgente "per mettere fine a queste problematiche, dando la possibilità a tutti i lavoratori di aderire legittimamente agli scioperi”. “Non siamo più disposti - prosegue la lettera di Fim, Fiom e Uilm - ad accettare tale atteggiamento da parte di ArcelorMittal, adesso Acciaierie d’Italia, in quanto crediamo che lo sciopero sia un diritto costituzionale che debba essere garantito ai lavoratori e che tale situazione sia determinata dall’assenza di investimenti della multinazionale in merito alla macchina di granulazione”. “Qualsiasi impianto siderurgico a ciclo integrale non può non avere una 'valvola di sfogo', in quanto ci sono eventi prevedibili che possono essere gestiti, come lo sciopero, ed altri imprevedibili che potrebbero compromettere seriamente la salvaguardia della sicurezza dei lavoratori, dell’ambiente e degli stessi impianti di produzione”, scrivono i rappresentanti delle tre sigle sindacali. Le quali, infine, rammentano che dal 2014, a seguito di una ordinanza dell’allora sindaco di Taranto, “lo stabilimento è privo dell’impianto di granulazione della ghisa e crediamo sia necessario un investimento che metta seriamente in sicurezza la fabbrica”.