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Giornale di Taranto - SAN FOCA (Melendugno) - Per Massimo Colia segretario regionale dell’Italia dei Valori “Ministero e Regione devono valutare ragioni di quella comunità. Strategicità dell’opera non può essere pagata solo da quel territorio”
Domenica, 29 Dicembre 2013 07:41

SAN FOCA (Melendugno) - Per Massimo Colia segretario regionale dell’Italia dei Valori “Ministero e Regione devono valutare ragioni di quella comunità. Strategicità dell’opera non può essere pagata solo da quel territorio” In evidenza

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Le comunità locali vanno ascoltate con la massima attenzione e le loro considerazioni vanno assunte in via prioritaria nel giudizio che dai primi giorni del nuovo anno si dovrà assumere nel Comitato per la concessione della Valutazione di Impatto Ambientale a livello regionale. E’ quanto dichiara il segretario regionale dell’Italia dei Valori, Massimo Colia, intervenendo sul progetto della TAP: gli 870 km di gasdotto che dal Mar Caspio troverebbero approdo proprio sul litorale salentino di San Foca (Melendugno). Siamo abituati come pugliesi ad assorbire gli effetti di opere o produzioni considerate strategiche per il paese – dice Colia, riferendosi evidentemente anche all’impianto ILVA di Taranto – ma non è più il tempo delle decisioni calate dall’alto e fatte subire obbligatoriamente alle comunità locali. Ecco perché speriamo che sia il Ministero, sia la Regione, valutino attentamente le ragioni emerse dal confronto con i sindaci e i cittadini del Comitato No-Tap e traggano le dovute conseguenze rispetto alle possibili implicazioni tecniche, ambientali, paesaggistiche e di sicurezza di un territorio che già da anni ha scelto la strada della valorizzazione turistica e della tutela ambientale come assett strategico di sviluppo. L’Italia dei Valori pugliese chiede dunque maggiore chiarezza su tutte le possibili criticità dell’opera che entro i prossimi mesi dovrebbe ottenere la VIA a livello nazionale e il parere obbligatorio anche se non vincolate della VIA regionale. La strategicità europea di quell’opera non può misurarsi solo nei suoi valori assoluti – dice Colia – e la comunità locale ha il diritto di opporsi al sacrificio che viene chiesto alla nostra regione e specificatamente quel territorio soltanto. Opera strategica dunque ma non ad ogni costo. La vocazione del Salento rischia di essere tradita – continua Massimo Colia – e in un momento già così delicato nel rapporto tra cittadini e istituzioni è fondamentale il ricorso a tutte le forme di tutela della cosiddetta democrazia partecipata, anche al fine di evitare che appuntamenti come quello di Officine Cantelmo appaia come un ulteriore ed inutile “recita” delle buone intenzioni.