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Lunedì, 26 Aprile 2021 16:26

GRANDI MANOVRE/ Acciaierie d’Italia, Confindustria Taranto : cambio non sia solo nel nome, servono coraggio e scelte condivise In evidenza

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“Nel momento in cui lo stabilimento di Taranto e buona parte della siderurgia italiana cambiano le insegne, diventando Acciaierie d’Italia, le incognite sul futuro dell'acciaio rimangono ancora in gran parte irrisolte”. Lo dichiara Confindustria Taranto esprimendosi sulla nuova società, frutto dell’alleanza tra ArcelorMittal Italia e Invitalia che rappresenta lo Stato, e prendendo posizione nel giorno in cui l’ad Lucia Morselli nomina un nuovo direttore nel siderurgico di Taranto: Vincenzo Dimastromatteo. Confindustria Taranto chiede che “al cambio di nome corrisponda anche un reale cambiamento nei rapporti fra la fabbrica, la città e le imprese. Un confronto più diretto, chiaro e soprattutto - si sottolinea - portato avanti nel comune interesse di salvaguardare la sicurezza come la produzione, l'occupazione come l'ambiente. Condizioni di cui si dibatte da almeno un decennio  ma che adesso potrebbero trovare riscontro”. Perché il mutamento non sia solo nominale, Confindustria Taranto chiede anzitutto “il coraggio delle scelte”. “Poi, a nostro parere - prosegue l’associazione degli imprenditori -, un più stretto raccordo fra enti locali, associazioni e governo nazionale. Quindi, un pragmatico studio sui costi/benefici e, sicuramente, un drastico snellimento dei procedimenti burocratici e autorizzativi. E questo sul fronte della possibile svolta "green" per ora più slogan che progetto”.

 

Inoltre, per Confindustria Taranto, “l'auspicio è che l'ingresso di Invitalia/Stato nella compagine societaria funga da riequilibratore e porti ad un diverso approccio sia rispetto alle istanze della comunità, sia ad un "avvicinamento" fra la fabbrica e la città che la ospita”. Per Confindustria Taranto, “importante, in questo nuovo approccio, sarà l'atteggiamento di Acciaierie d'Italia nei confronti delle aziende fornitrici, di quell'indotto che da oramai molti lustri regge le sorti dell'industria siderurgica in quanto strategico per il prosieguo della produzione e per garantirne gli standard di sicurezza”. “Aziende - si rileva - che hanno subito ingenti perdite, dovuti a ritardi nei pagamenti e "stop and go" estenuanti che ne hanno compromesso, in molti casi, la solidità economico finanziaria”. Si tratta di aziende, sostiene Confindustria Taranto riferendosi all’indotto, che “vogliono essere parte attiva e dialogante all'interno di una fabbrica che mira ad essere all'avanguardia e competitiva sui mercati”. “Quelle aziende oggi - conclude Confindustria Taranto - non rivendicano solo i - peraltro dovuti - pagamenti, troppo spesso erroneamente ritenuti unico punto di convergenza fra la società siderurgica e il sistema delle imprese, ma ritengono sia giunto il momento del coinvolgimento nelle scelte, di un ruolo da protagoniste all'interno del nuovo corso che sta per aprirsi”

Giornalista1

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