Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - IL CASO/ Dipendenti ArcelorMittal sospesi, dall’ironia di Tognazzi all’appello del sindaco “basta con questo scempio”
Lunedì, 05 Aprile 2021 20:36

IL CASO/ Dipendenti ArcelorMittal sospesi, dall’ironia di Tognazzi all’appello del sindaco “basta con questo scempio” In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

 “Tarantini, operai della ArcelorMittal, non condividete questa notizia se no rischiate una sospensione dal lavoro! Perché è esattamente ciò che succede su #Svegliatiamoremio”. È il post su Twitter del regista e attore Ricky Tognazzi che rilancia via social l’incendio accaduto questa mattina in una colata continua dell’acciaieria 2 del siderurgico di Taranto, ArcelorMittal. Tognazzi si riferisce, oltre che all’incendio, anche alla sospensione disciplinare dal lavoro che ArcelorMittal ha inflitto a due dipendenti di Taranto che, sui rispettivi profili fb, avevano condiviso l’invito a vedere la fiction di Canale 5, con Sabrina Ferilli protagonista principale, che narra di un’acciaieria inquinante vicina ad una città e di una bambina che si ammala di leucemia per le emissioni della produzione. Tognazzi è ideatore della fiction insieme a Simona Izzo.

    Anche Rita Dalla Chiesa, in un post su Twitter, ha rilanciato la notizia dell’incendio di oggi in fabbrica mettendolo in collegamento con la fiction televisiva. Secondo Dalla Chiesa, “quella che viene raccontata su Canale 5 non è solo una fiction, ma la durissima realtà che per molto tempo sono stati costretti a vivere gli abitanti di due quartieri di Taranto”. “Le polveri sottili prodotte dall’acciaieria - aggiunge Rita Dalla Chiesa - hanno fatto ammalare e morire adulti e bambini. È storia questa. Ci sono stati processi”. Per Simona Izzo, invece, in un altro post social, “pensare che ci sono operai sospesi da una acciaieria per aver condiviso un post della fiction, ci dà la misura della condizione in cui versa la nostra democrazia”. 

Il sindaco di Taranto “basta con questo scempio”

 

 

 

“Chiediamo di mettere presto fine a questo scempio”. È la richiesta del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, sul siderurgico ArcelorMittal. “Al presidente della Repubblica, Mattarella, al presidente del Consiglio, Draghi, al ministro della salute, Speranza, al ministro della Transizione ecologica, Cingolani, e al ministro dello Sviluppo economico, Giorgetti, chiediamo di mettere presto fine a questo scempio, a questo continuo smacco all'Italia”, aggiunge il sindaco Melucci. Riferendosi alla sospensione disciplinare, da parte di ArcelorMittal, di due dipendenti del siderurgico che hanno condiviso, sui rispettivi profili social, i post relativi alla fiction di Canale 5 “Svegliati amore mio” dove si narra di un’acciaieria che inquina e di una bambina ammalatasi di leucemia per le emissioni della fabbrica, Melucci osserva che “parafrasando le parole dell’ultimo comunicato di ArcelorMittal, dovremmo solo dire - aggiunge - che lo Stato italiano riconosce e rispetta la rilevanza economica e sociale dell’industria dell’acciaio, così come di ogni altra forma di sviluppo economico, il che non equivale a consentire qualunque cosa. È ciò che ha ribadito anche il Tar Puglia, sezione Lecce di recente”.

 

 Per il primo cittadino di Taranto, “non è banale ormai richiedere la sospensione cautelativa dello stabilimento siderurgico di Taranto, non dell'ordinanza del suo sindaco, per la perdurante violenza verso la comunità e i suoi lavoratori. Qualcuno - dice Melucci - a questo giro di giostra si assume una grande responsabilità, sia davanti alla morale che alla legge”.

    Il sindaco rileva che “l’intera  città di Taranto deplora il suddetto operato aziendale, perché lede l’immagine di una terra bellissima, ma soprattutto procura allarme e sconcerto nei lavoratori e nella popolazione”.  “Quando quella azienda ha la denuncia facile verso i lavoratori e per motivi assai discutibili, dovrebbe riflettere sulle analoghe azioni che istituzioni locali e cittadini potrebbero ogni volta avviare a ragione nei suoi riguardi” conclude Melucci.