“Una nuova visione della città che riparta dagli splendori del passato per rilanciare un presente desideroso di valorizzazione. Una delle possibili vie di riscatto di Taranto, del suo cambiamento e del suo rilancio”. Confindustria Taranto condivide l’idea di valorizzare, riportandoli alla luce, sia “i resti dell’antico anfiteatro romano presenti nel sottosuolo in corrispondenza, in gran parte, dell’attuale ex mercato coperto, ora destinato a parcheggio auto”, sia l’area archeologica emersa con gli scavi relativi alla costruzione del nuovo ospedale di Taranto, “San Cataldo”. Tuttavia, rileva Confindustria Taranto, “passare dal dibattito all’idea e quindi alla progettualità, è tutt’altro che semplice, in questo come in altri casi ma con implicazioni ancor più ampie e tutt’altro che trascurabili” dice Confindustria Taranto. L’associazione degli industriali chiede “un progetto di marketing capace di convogliare attenzioni a 360 gradi, da quelle meramente culturali (quindi archeologiche, architettoniche, urbanistiche, storiche) ad altre di carattere più promozionale e turistico. Confindustria - si dichiara - seguirà in da vicino questo percorso progettuale, rendendosi disponibile all’occorrenza per poterne diventare parte attiva in uno scenario più ampio di “ridisegno” dell’archeologia urbana e quindi di rilancio del sistema Taranto nella sua interezza”.
Martedì, 09 Marzo 2021 07:28
CAMBIAMENTI/ Confindustria Taranto, “il futuro della città passa dalla valorizzazione delle aree archeologiche” In evidenza
Scritto da Giornalista1
Pubblicato in
Cronaca, Politica & Attualità
Ultimi da Giornalista1
- DAVID DI DONATELLO/ Palazzina Laf: Riondino miglior attore protagonista, Germano miglior attore non protagonista, La mia terra di Diodato miglior canzone originale
- EGO FESTIVAL-TARANTO/ Turismo e Gastronomia per un nuovo modello di sviluppo
- EX TARANTO ISOLA VERDE/ in 98 perdono il posto alla vigilia del Primo Maggio
- UNO MAGGIO TARANTO/ Da palco e pubblico un unico grido: Ilva chiusa!. Antifascismo la parola d ordine
- UNO MAGGIO TARANTO/ Gli operai ex Ilva: noi non vogliamo curarci vogliamo vivere