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Giornale di Taranto - IL PROCESSO / Ambiente Svenduto, Legambiente si associa integralmente alle richieste della Procura
Lunedì, 22 Febbraio 2021 15:03

IL PROCESSO / Ambiente Svenduto, Legambiente si associa integralmente alle richieste della Procura In evidenza

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 “Legambiente si associa integralmente alle richieste della Procura di Taranto”. Lo hanno detto oggi gli avvocati dell’associazione, Eligio Curci e Ludovica Coda, intervenendo in Corte d’Assise a Taranto per il processo “Ambiente Svenduto” relativo ai reati di disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, contestati all’Ilva gestita dal gruppo industriale Riva. Dopo la lunga requisitoria dei quattro pubblici ministeri (Mariano Buccoliero, Remo Epifani, Giovanna Cannarile e Raffaele Graziano), conclusasi con pesanti richieste di condanna, nel processo, che vede 47 imputati, da questa mattina, alla ripresa delle udienze, è la volta degli avvocati delle parti civili. E Legambiente si è costituita.

 

 Per i due avvocati, vi è stata “una politica aziendale spregiudicata, “volutamente” tollerante e pienamente consapevole del mancato rispetto della normativa ambientale”. Le società Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici, hanno aggiunto, “si sono rese responsabili in proprio e direttamente nei confronti del territorio tarantino, letteralmente avvelenato dai miasmi dello stabilimento. Tale atteggiamento sociale - hanno dichiarato i due avvocati - ha comportato inquantificabili risparmi economici per le società e un vantaggio patrimoniale ingentissimo, come inquantificabili sono le dirette conseguenze negative sulla fauna e sulla flora locali”. I due avvocati hanno rammentato che l’11 settembre del 2001 “divenne di dominio pubblico l’inchiesta della Procura di Taranto sullo stabilimento siderurgico Ilva allora gestito dalla famiglia Riva e fu eseguito il sequestro preventivo delle batterie 3-6 del reparto cokerie”. I due legali hanno poi sottolineato come  "Legambiente sia sempre stata da una sola parte: quella dei tarantini, del loro ambiente, della loro città.

 

L'associazione, già nel 2010 in occasione della prima Autorizzazione integrata ambientale del 2011 e poi ancora nella primavera del 2012, suggerì 26 punti irrinunciabili - hanno rammentato oggi i legali davanti al collegio giudicante presieduto da Stefania D’Errico, giudice a latere Fulvia Misserini - per la revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale all’Ilva, formalmente riaperta dopo gli esiti delle perizie disposte dalla Magistratura sulle emissioni inquinanti, proponendo misure rigide, chiare ed urgenti". “Le principali misure indicate allora da Legambiente,in larga parte ancora non sono state attuate - hanno sostenuto gli avvocati dell’associazione -. Perché, come ha ampiamente sostenuto la pubblica accusa nel corso della requisitoria, c'è un punto importante che caratterizza il comportamento degli imputati e, più in generale, quello di tutti coloro i quali hanno svolto un ruolo nella vicenda Ilva, ovvero l'intensità del dolo o piena consapevolezza di quello che ci voleva per evitare il disastro ambientale e di quello che invece non è stato fatto" hann dichiarato i legali Eligio Curci e Ludovica Coda. Legambiente ha rinnovato la sua costituzione di parte civile nei confronti delle società Ilva in amministrazione straordinaria, Riva Fire e Riva Forni Elettrici.