Cinquanta degli 800 chilometri di costa della Puglia stanno “sparendo” e si stanno “sbriciolando” a causa dell’erosione da parte del mare. Confcommercio Taranto e il Sib, Sindacato imprenditori balneari della stessa Confcommercio, lanciano l’allarme per “l’affaccio costiero della provincia di Taranto ed in particolare del versante orientale dove, da una stagione all’altra, si registra la sottrazione di ampi tratti di spiaggia”. In una video call, Confcommercio e Sib si sono confrontati con i sindaci dei nove comuni interessati, la provincia di Taranto, i gestori degli stabilimenti, presenti tecnici della materia e Giuseppe Mastronuzzi, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bari. Per il presidente del Sib, Vincenzo Leo, “la questione non può essere affidata esclusivamente agli interventi isolati di manutenzione e ripristino degli arenili, eseguiti dai privati in prossimità dell’avvio della stagione balneare. Il fenomeno ha dimensioni di portata più grave per il futuro non solo della balneazione, ma per l’ambiente e l’economia e andrebbe affrontato, per risultati più duraturi, programmando un intervento univoco su lunghi tratti”.
Cinquanta degli 800 chilometri di costa della Puglia stanno “sparendo” e si stanno “sbriciolando” a causa dell’erosione da parte del mare. Confcommercio Taranto e il Sib, Sindacato imprenditori balneari della stessa Confcommercio, lanciano l’allarme per “l’affaccio costiero della provincia di Taranto ed in particolare del versante orientale dove, da una stagione all’altra, si registra la sottrazione di ampi tratti di spiaggia”. In una video call, Confcommercio e Sib si sono confrontati con i sindaci dei nove comuni interessati, la provincia di Taranto, i gestori degli stabilimenti, presenti tecnici della materia e Giuseppe Mastronuzzi, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bari. Per il presidente del Sib, Vincenzo Leo, “la questione non può essere affidata esclusivamente agli interventi isolati di manutenzione e ripristino degli arenili, eseguiti dai privati in prossimità dell’avvio della stagione balneare. Il fenomeno ha dimensioni di portata più grave per il futuro non solo della balneazione, ma per l’ambiente e l’economia e andrebbe affrontato, per risultati più duraturi, programmando un intervento univoco su lunghi tratti”.