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Giornale di Taranto - IL PROCESSO/Ambiente svenduto, da oggi la requisitoria dei pm, aprirà Remo Epifani
Lunedì, 01 Febbraio 2021 08:42

IL PROCESSO/Ambiente svenduto, da oggi la requisitoria dei pm, aprirà Remo Epifani In evidenza

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Questa mattina a Taranto, davanti alla Corte d’Assise presieduta da Stefania D’Errico, inizia la requisitoria dei quattro pubblici ministeri per il processo “Ambiente Svenduto”. Quest’ultimo è nato dall’inchiesta che il 26 luglio 2012 ha portato al sequestro senza facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva - allora gestita dal gruppo industriale privato Riva - per gravi reati di inquinamento. L’area a caldo è la parte di fabbrica più impattante in quanto è costituita da parchi minerali, agglomerato, gestione rottami ferrosi, cokerie, altiforni e acciaierie. Per motivi di spazio ma soprattutto per assicurare il rispetto delle regole anti Covid, il processo, da oggi, si terrà nell’aula magna dell’ex scuola sottufficiali della Marina Militare a San Vito, borgata di Taranto.

 

 Aprirà la requisitoria il pm Mariano Buccoliero. Interverranno a seguire, anche nelle udienze successive, i pm Remo Epifani, Raffaele Graziano e Giovanna Cannalire. Quattro pm che fanno parte del pool di indagine che si è dedicato al siderurgico. Sono 47 gli imputati, 44 persone fisiche e 3 giuridiche, cioè società. Un centinaio gli avvocati, molte le parti civili nel processo. Sott’accusa sono, tra gli altri, i fratelli Nicola e Fabio Riva, figli del presidente del gruppo, Emilio, scomparso anni fa. I due Riva rispondono in qualità di amministratori della società. Sia Nicola che Fabio sono stati anche arrestati. Coinvolto poi l’ex presidente Ilva, Bruno Ferrante, che è stato anche prefetto di Milano, nonché l’uomo che per i pm i Riva usavano per le relazioni istituzionali e col mondo della politica, Girolamo Archinà, dipendente Ilva, ma anche ex direttori, dirigenti e attuali dirigenti della fabbrica, nonché l’ex governatore di Puglia, Nichi Vendola, l’ex sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, l’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, l’ex direttore generale Arpa Puglia, Giorgio Assennato, l’ex docente universitario del Politecnico, Lorenzo Liberti, che era stato incaricato dalla Procura per una consulenza ambientale proprio su Ilva.

 

A processo anche i cosiddetti 'fiduciari' di Riva, un gruppo di tecnici che anni fa avevano funzioni dirigenziali, a cui la proprietà aveva di fatto affidato un “governo parallelo” dell’azienda accanto a quello individuato nell’organigramma ufficiale. I reati variano da persona a persona, in base alle responsabilità accertate. Quelli contestati sono disastro ambientale (viene a proposito contestata l’associazione a delinquere), avvelenamento di sostanze alimentari, omissioni nelle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro (nel processo sono rientrati anche due incidenti mortali nel siderurgico, nelle aree movimento ferroviario e porto), nonché corruzione, falso e abuso d’ufficio. Le società coinvolte, per la legge sulla responsabilità amministrativa, sono invece Ilva, Riva Fire (allora holding del gruppo) e Riva Forni Elettrici. Associazioni e movimenti ambientalisti - che in questi anni sono stati molto attivi sulla vicenda Ilva chiedendo la definitiva chiusura delle fonti inquinanti ma anche della stessa fabbrica - hanno annunciato la loro presenza all’udienza di oggi.