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Giornale di Taranto - GRANDI MANOVRE/ Emiliano su ArcelorMittal “se lo Stato c’è anche la Regione parteciperà alla società”
Mercoledì, 23 Settembre 2020 14:24

GRANDI MANOVRE/ Emiliano su ArcelorMittal “se lo Stato c’è anche la Regione parteciperà alla società” In evidenza

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“Statalizzare è una parola sbagliata” ma “se lo Stato fa la sua parte, anche la Regione è pronta a fare la sua”. Lo ha detto oggi, a proposito di ArcelorMittal, il riconfermato governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, in una intervista a 'Radio 24'. “Noi - ha detto Emiliano - siamo disposti a entrare nel capitale di Ilva, ovviamente sono partecipazioni simboliche, anche se importanti, per garantire creditori 150 milioni di euro a tutto l’indotto locale. Ora - ha aggiunto - 150 milioni possono sembrare una cifra piccola ma a Taranto togliere alle aziende dell’indotto 150 milioni, vuol dire farne fallire la metà”. Per Emiliano, “questi 150 milioni possono essere trasformati nelle quote di una nuova azienda”. 

 

Circa il ruolo della Regione Puglia nella vicenda, Emiliano ha sostenuto che “noi potremmo partecipare perché l’Ilva consuma moltissima acqua potabile purtroppo, e l’Acquedotto Pugliese, che è il più grande d’Europa ed è un’azienda fantastica totalmente di proprietà della Regione, efficientissima e che fa utili, è disposta a entrare nel capitale. Noi - ha rilevato Emiliano - possiamo provare a garantire la prosecuzione dell’attività industriale e i processi di ricostruzione della fabbrica secondo le regole della decarbonizzazione”.

    Secondo il presidente della Regione Puglia, “150 milioni sono i soldi che lo Stato dovrebbe restituire agli imprenditori locali, i quali, avendo capito che li hanno persi, sarebbero disposti a trasformarli in una quota di partecipazione, dopo di che la Regione potrebbe aggiungere altri milioni di euro, in dimensione ragguardevole. Ci prendiamo la responsabilità, insieme al Governo, di gestire questa fabbrica secondo regole moderne con innovazioni tecnologiche avanzate, garantendo la salute perché se proprio deve funzionare questa fabbrica, certo non può continuare a funzionare con il ciclo integrato basato sul carbon coke”. “Nessuno ha qui l’idea che l’Italia debba venir fuori dal settore dell’acciaio, io lo ribadisco - ha specificato Emiliano - perché spesso i miei avversari politici hanno cercato di far passare l’idea di un Emiliano matto che pensa di fare a meno dell’acciaio. Non è assolutamente così. Noi  però pensiamo - ha detto ancora - che questa fabbrica vada affidata in mani consapevoli dell’importanza strategica del sito e anche consapevoli che proprio perché questo sito è importante, va reso compatibile con la salute delle persone”.